IN DIALOGO CON IL SIGNORE
INDICE GENERALE
Presentazione pag. 5
Introduzione » 7
I . In continuità con una tradizione che viene dal Fondatore » 7
2. 11 «costitutivo» della preghiera salesiana » 16
3. Una »Guida alla preghiera dei Salesiani di Don Bosco» » 22
3.1. I criteri che determinano le scelte di questa «Guida» » 22
3.2. La struttura del «libro» di preghiera del Salesiano » 25
Parte prima
L'INCONTRO CON CRISTO NEL TEMPO
I. Lodiamo il Signore dall'alba al tramonto » 35
1.1. Introduzione » 35
1.2. La celebrazione eucaristica » 38
1.3. La preghiera del mattino e della sera » 39
Preghiere tradizionali del mattino » 41
Preghiere tradizionali della sera » 44
1.4. La meditazione del Salesiano » 49
Preghiera comunitaria di introduzione alla meditazione » 50
Preghiera comunitaria di conclusione della meditazione » 64
1.5. La lettura spirituale » 67
Preghiere per la lettura spirituale » 68
1.6. Le preghiere prima e dopo le azioni » 70
1.7. Le preghiere prima e dopo i pasti » 75
1.8. Vita di preghiera individuale » 81
1.9. Vivere in spirito di penitenza » 84
2. Lodiamo Dío nel giorno del Signore » 86
3. Lodiamo il Signore nell'anno liturgico » 89
3.1. Introduzione » 89
3.2. Il tempo di Avvento » 91
3.2.1. Prepariamo la venuta del Signore » 91
3.2.2. Veglie d'Avvento » 93
3.2.3. Corona d'Avvento (o altro rito lucernare) » 107
3.2.4. Novena di Natale » 109
891
3.3. Il tempo di Natale » 134
3.3.1. Celebriamo la nascita e la manifestazione del
Verbo » 134
3.3.2. Preconio di Natale » 136
3.3.3. Veglia di Natale » 139
3.3.4. Ultimo giorno dell'anno civile » 139
3.3.5. Il primo giorno dell'anno civile » 144
3.4. Il tempo di Quaresima » 151
3.4.1. Un cammino di conversione, di penitenza e preghiera » 151
3.4.2. Via Crucis » 154
3.4.3. Celebrazioni di meditazione sulla passione » 197
3.5. Il Triduo pasquale » 210
3.5.1.. Partecipi della morte e risurrezione di Cristo » 210
3.5.2. Proposte celebrative » 212
3.6. Il tempo pasquale » 212
3.6.1. La gioia di Cristo risorto è la nostra forza » 212
3.6.2. Celebrazioni vigiliari della Parola » 214
3.6.3. Preparazione alla solennità di Pentecoste » 220
3.7. Il tempo ordinario » 242
3.7.1. Il tempo dell'uomo per crescere nell'esperienza di Dio » 242
3.7.2. Preghiere per le varie solennità » 244
3.8. Giornate particolari di preghiera » 252
3.8.1. Una preghiera che ha i confini del mondo 252
3.8.2. Ottavario per l'unità dei cristiani » 253
3.8.3. Per le vocazioni sacerdotali e religiose » 261
3.8.4. Celebrazioni di preghiera per il Papa » 282
3.8.5. Celebrazioni di preghiera per le missioni » 288
Parte seconda
L'INCONTRO CON CRISTO NEI SACRAMENTI
1. Battesimo e Confermazione vissuti nella consacrazione religiosa » 307
1.1. Confermati nel Battesimo di Cristo come proposta radicale di vita evangelica » 307
1.2. Celebrazioni della Parola » 311
2. Eucaristia » 346
2.1. Un progetto di santità che si fa eucaristia » 346
2.2. Adorazioni eucaristiche » 347
Sussidi e citazioni scritturistiche per le adorazioni » 348
892
3. Riconciliazione e penitenza » 392
3.1. Riconciliazione: tempo di grazia » 392
3.2. Celebrazioni comunitarie del sacramento della Penitenza » 394
Sussidi e citazioni scritturistiche per le celebrazioni comunitarie » 395
Parte terza
MALATTIA E RITORNO ALLA CASA DEL PADRE
1. Celebrazioni comunitarie per un fratello anziano o malato » 434
1.1. Solidali con la malattia e la sofferenza » 434
1.2. Proposta celebrativa » 434
Schema di celebrazioni della Parola » 435
Benedizione dei confratelli anziani » 445
Benedizione degli infermi » 448
Preghiera per gli infermi » 453
Rito della comunione degli infermi » 454
Rito dell'unzione degli infermi » 456
Rito del santo Viatico » 460
Rito della raccomandazione dei moribondi » 464
2. La morte ci ricongiunge a Cristo » 474
2.1. Il congedo da un confratello » 474
2.2. Proposte celebrative » 475
Schema di celebrazione della Parola » 475
Rosario per i defunti » 487
Il ricordo giornaliero dei defunti » 495
Visita al cimitero » 496
Parte quarta
MARIA NEL MISTERO DI CRISTO E DELLA CHIESA
1. La devozione alla Vergine nella Chiesa e nella Famiglia Salesiana » 502
1.1. Maria madre della Chiesa e culto della Chiesa per Maria » 502
1.2. La presenza di Maria nella spiritualità e nella pedagogia salesiana » 503
1.3. Proposte celebrative » 504
2. Celebrazioni della Parola » 506
2.1. Onoriamo la Vergine Immacolata Ausiliatrice » 506
893
2.1.1. Triduo per la solennità dell'Immacolata » 507
2.1.2. Triduo in onore di Maria SS. Ausiliatrice » 517
2.2. Testi e sussidi per celebrazioni della Parola » 531
2.2.1. Schema di una celebrazione della Parola » 531
2.2.2. Il saluto del celebrante » 532
2.2.3. L'orazione iniziale » 533
2.2.4. Letture mariane » 535
2.2.5. La «preghiera comune» » 586
2.2.6. Orazione finale » 597
3. Il santo Rosario » 602
3.1. La preghiera del Rosario » 602
3.2. Schemi celebrativi » 605
3.2.1. Indicazioni pratiche per «celebrazioni» del Ro-
sario e dei pii esercizi ispirati al Rosario » 605
3.2.2. Misteri gaudiosi » 606
3.2.3. Misteri dolorosi » 608
3.2.4. Misteri gloriosi » 611
3.2.5. Le «clausole» nella recita del santo Rosario » 614
4. Preghiere alla Vergine » 616
4.1. Preghiere del popolo cristiano alla Vergine » 616
4.2. Preghiere della Famiglia Salesiana alla Vergine Ausiliatrice » 628
4.3. Preghiere di santi alla Vergine » 633
4.4. Preghiere di Sommi Pontefici alla Vergine » 637
4.5. Preghiere di poeti e uomini di cultura alla Vergine » 644
4.6. Antifone alla Beata Vergine Maria » 647
4.7. Preghiere alla Beata Vergine in latino » 649
Parte quinta
I SANTI NEL MISTERO DI CRISTO E DELLA CHI ES
I. Santi Patroni » 660
24 gennaio. San Francesco di Sales » 660
19 marzo. San Giuseppe » 670
2. Santi vicini all'opera e alla tradizione salesiana » 677
12 marzo. Beato Luigi Orione » 677
30 aprile. San Giuseppe Benedetto Cottolengo » 685
18 maggio. San Leonardo Murialdo » 690
21 giugno. San Luigi Gonzaga » 695
23 giugno. San Giuseppe Cafasso » 701
21 agosto. San Pio X » 706
24 ottobre. Beato Luigi Guanella » 710
894
3. Membri glorificati della Famiglia Salesiana » 716
31 gennaio. San Giovanni Bosco » 716
Celebrazioni per il Triduo in preparazione alla festa » 723
25 febbraio. Beati Luigi Versiglia e Callisto Caravario » 742
6 maggio. San Domenico Savio » 750
13 maggio. Santa Maria Domenica Mazzarello » 757
29 ottobre. Beato Michele Rua » 764
4. Preghiera per la beatificazione (canonizzazione) dei Servi di Dio della Famiglia Salesiana » 771
Parte sesta
CIRCOSTANZE PARTICOLARI DELLA VITA SALESIANA
I. Esercizi spirituali » 776
2. Ritiri mensili e trimestrali » 788
3. Scrutini (preghiera, fraternità, povertà) » 808
3.1. La necessità di momenti di verifica comunitari » 808
3.2. »Scrutinium orationis» » 809
3.3. »Scrutinium fraternitatis» » 818
3.4. «Scrutinium paupertatis» » 823
4. Incontri della comunità » 830
5. Feste di famiglia » 840
5.1. Chiamati alla vita comune come Famiglia Salesiana » 840
5.2. Festa della comunità » 840
5.3. Festa dei genitori e parenti dei confratelli » 845
5.4. Incontri della Famiglia Salesiana » 847
5.5. Festa della Comunità ispettoriale » 848
5.6. Festa della Comunità mondiale » 852
6. Benedizione annuale della comunità » 854
7. Insediamento del Direttore » 860
8. La visita ispettoriale e la visita straordinaria » 865
9. Per il Capitolo ispettoriale » 870
895
Appendice: Canti salesiani » 874
Alla Madonna » 874
1. Ausiliatrice, vergine bella » 874
2. Lodate Maria » 874
3. 0 Regina del cielo » 874
A San Giovanni Bosco » 875
4. Giù dai colli, un dì lontano » 875
5. Campane suonate » 875
6. Dolcissimo santo » 876
7. Sapientiam » 876
8. Salve, Don Bosco santo! » 876
9. Padre, di molte genti padre » 877
10. Sul tuo prato » 877
11. Verdi le tue valli » 878
Al beato Michele Rua » 878
12. Dio è grande nel cielo dei santi » 878
Ai beati martiri Versiglia e Caravario » 879
13. Fiume che fecondi la terra e il mare » 879
Guida
alla comunità salesiana in preghiera
EDITRICE ELLE DI CI
10096 LEUMANN (TORINO)
PRESENTAZIONE
In ottemperanza all'art. 77 dei Regolamenti Generali, il Dicastero della Formazione ha elaborato una guida-base per la nostra preghiera comunitaria.
Il lavoro è stato compiuto da una équipe di confratelli' che ha offerto un materiale comune, da cui ogni Conferenza Ispettoriale potesse ricavare un proprio manuale.
Il Settore CISI per la Formazione, partendo da tale proposta e dopo opportuni adattamenti, pubblica il presente testo e lo consegna ai Salesiani d'Italia a conclusione del centenario di Don Bosco.
31 gennaio 1989
LA CONFERENZA DELLE ISPETTORIE SALESIANE D'ITALIA
SETTORE PER LA FORMAZIONE
•
' L'équipe di redazione istituita dal Dicastero della Formazione è composta dai seguenti confratelli: Ferdinando BERGAMELLI, Tarcisio BERTONE, Armando CUVA, Enrico DAL COVOLO, Nicola Loss, Juan PICCA, Mario SIMONCELLI, Jozef STRUSS. Coordinatore: Carlo CHENIS.
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INTRODUZIONE
1. IN CONTINUITÀ CON UNA TRADIZIONE
CHE VIENE DAL FONDATORE
La prassi e il pensiero di Don Bosco
Don Bosco scrive per la prima volta di «pratiche di pietà» nel Regolamento per l'Oratorio di san Francesco di Sales redatto tra il 1852 e il 1854. Però già nel 1847 aveva stampato Il giovane provveduto per la pratica de 'suoi doveri degli esercizi di cristiana pietà... Egli non pensa, invece, che i suoi Salesiani dovessero avere un «manuale di pratiche di pietà» speciale per loro.
La vita religiosa dei Salesiani è garantita, secondo il Santo, dall'adempimento dei doveri generali del cristiano. Ritiene sufficiente e apostolicamente più efficace che i suoi collaboratori preghino come i giovani e insieme con loro. Quel che in definitiva preme a Don Bosco è che i Salesiani consacrino realmente tutta la loro vita alla salvezza delle anime e santifichino il lavoro offrendolo a Dio.
Sappiamo quanto i vescovi di Torino e i consultori delle Congregazioni romane rimasero sorpresi davanti all'esiguità degli esercizi di pietà previsti dalle Regole di Don Bosco. D'altronde già nella prima stesura, in un'aggiunta autografa di Don Bosco, si legge nel capitolo sulle pratiche di pietà: «La vita attiva cui tende la nostra Società fa sì che i suoi membri non possano avere comodità di fare molte pratiche in comune; procureranno di supplire col vicendevole buon esempio e col perfetto adempimento dei doveri generali del cristiano» (art. 1). Don Bosco pare rifletta qui la propria esperienza.
L'osservanza comunitaria nelle pratiche di pietà
In piena coerenza con questo enunciato, nel testo costituzionale non si fa alcun obbligo di adempimento comunitario, né
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si fissano particolari tempi dedicati alla preghiera. Si elencano soltanto alcuni esercizi particolari: «Ciascun socio si accosterà ogni settimana al sacramento della penitenza» (art. 2); «Ogni giorno vi sarà non meno di mezz'ora di preghiera tra mentale e vocale» (art. 3); «Ogni giorno si reciterà la terza parte del Rosario di Maria SS., e si farà un po' di lettura spirituale» (art. 4); «In ciascuna settimana al venerdì si farà digiuno in onore della passione di N.S. Gesù Cristo» (art. 5); «L'ultimo giorno di ogni mese sarà giorno di ritiro spirituale» (art. 6).
Presto viene aggiunto un articolo sugli esercizi spirituali annuali e solo piu tardi, a causa delle richieste di Roma, entrano ulteriori precisazioni che non alterano tuttavia sostanzialmente l'orientamento originario. Dovrà però scomparire un articolo che era, senza dubbio, espressione tipica della mentalità di Don Bosco. In esso si leggeva: «Il Rettore potrà dispensare da queste pratiche per quel tempo e per quegli individui che meglio giudicherà nel Signore» (art. 7).
L'usanza di fare in comune la meditazione e la lettura spirituale (praticamente gli unici esercizi che distinguono la vita di pietà dei Salesiani da quella dei giovani) non si instaura molto prima del 1870. Dopo l'approvazione delle Costituzioni, aggiungendo all'edizione italiana alcuni capitoletti introduttivi, Don Bosco scrive ancora sulle pratiche di pietà, sottolineandone soprattutto l'importanza e la necessità. Predicando egli stesso gli esercizi spirituali, torna con insistenza sull'argomento e, talvolta, raccomanda anche l'osservanza della partecipazione comunitaria e l'uniformità. Negli schemi preparatori del primo Capitolo Generale del 1877 Don Bosco di suo pugno propone che nelle case salesiane si segua il Giovane provveduto: le usanze dell'oratorio — egli scrive — vengano seguite, per quanto è possibile, anche nelle altre case. Varie pratiche di pietà, prima lasciate al senso di responsabilità di ciascuno, vengono rese comunitarie.
Un modo di pregare semplice ed essenziale
Modellate sulla spiritualità predominante in Piemonte nell'Ottocento, le pratiche di pietà del Salesiano sono basate più sulla devozione privata che sulla pietà liturgica. L'insistenza sulle preghiere del buon cristiano, sulla confessione e la comunione
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frequente, sulle buone letture e sulla pratica dell'esercizio della buona morte e degli esercizi spirituali caratterizza quella
corrente di rinnovamento pastorale, di cui il Convitto Ecclesiastico di Torino, frequentato anche da Don Bosco, diviene centro propulsore.
Tutto ciò sta a dire che non rientra nelle preoccupazioni di Don Bosco escogitare per sé e per i suoi collaboratori forme peculiari di preghiera, e dimostra, d'altra parte, la volontà del Santo di escludere il modello monastico e conventuale. Egli ritiene che né l'uno né l'altro modo di pregare risponderebbero convenientemente alle ormai mutate esigenze dei tempi e alla concreta attuazione dell'apostolato scelto.
Prima della morte di Don Bosco non esiste perciò un manuale di pratiche di pietà diverso dal Giovane provveduto. Nei
Capitoli Generali, vivente ancora il Fondatore, si auspicano, senza però che si arrivi a prepararli, testi appropriati per la predicazione, per la meditazione e per la lettura spirituale dei confratelli salesiani.
Don Rua, primo successore del Fondatore, si dimostra in questo settore, come in ogni altra cosa, fedele custode delle tradizioni originarie.
Verso un manuale delle «Pratiche di pietà in uso nelle case salesiane»
Più tardi, col moltiplicarsi progressivo delle opere, le prestazioni dei confratelli si diversificarono assai, per cui non tutti i Salesiani potevano seguire uno stesso orario, né prendere parte alle pratiche di pietà coi giovani. Ciò poteva portare facilmente a irregolarità e negligenze.
Le disposizioni della Chiesa sotto il pontificato di Pio X, muovendo verso una maggiore uniformità (si pensi al Catechismo unico e alla preparazione del Codice di Diritto Canonico), sottolineano un'istanza che viene accolta qualche anno più tardi dal secondo successore di Don Bosco: il progetto di un manuale delle pratiche di pietà dei Salesiani. Don Paolo Albera fa preparare un questionario, che viene inviato nel 1913 a tutti gli Ispettori, e affida lo studio delle risposte e di tutto il materiale raccolto a un'apposita commissione. Essa incontra non poche perplessità nel compito difficile di discernere ciò che deve ritenersi costitutivo della tradizio
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ne salesiana, in quanto espressamente voluto da Don Bosco e pertanto da far confluire nel manuale come patrimonio comune e obbligatorio. Il manuale avrebbe dovuto determinare inoltre, nel pensiero della commissione, le varie pratiche di pietà delle case salesiane, distinguendole per categorie: giovani degli oratori, alunni esterni, alunni interni, confratelli. Una volta vagliati e discussi dagli Ispettori d'Europa nel luglio 1915 gli schemi della commissione, il manuale delle Pratiche di pietà in uso nelle case salesiane viene promulgato nel 1916 dal Rettor Maggiore. Nella presentazione egli prospetta come risultato, oltre la fedele adesione allo spirito di Don Bosco, quella uniformità più volte auspicata: «Da ogni nostro Istituto si eleverà quotidianamente fino al trono di Dio il medesimo coro di preghiere, le quali con più intensificata efficacia attireranno sopra di noi, sui nostri alunni e sopra tutte le opere nostre le grazie più copiose e le benedizioni più abbondanti».
La codificazione dell'osservanza regolare
Nei Regolamenti pubblicati qualche anno più tardi, nel 1924, dopo la revisione delle Costituzioni salesiane secondo il recente Codice di Diritto Canonico, il capo secondo sulla «Vita spirituale e Pratiche di pietà» annota: «I soci compiano in comune tutte le pratiche di pietà prescritte, né se ne dispensino mai senza un esplicito permesso del Superiore. In ciò si segua fedelmente il manuale intitolato Pratiche di pietà in uso nelle Case Salesiane, edito per ordine del Rettor Maggiore, al quale soltanto è riservata ogni modificazione in proposito» (art. 16).
L'osservanza sulle pratiche di pietà è stata senza dubbio una delle principali preoccupazioni di tutti i Rettori Maggiori della Congregazione salesiana. Non mancano nelle circolari accenni espliciti in tal senso, ma la ragione non è da individuare soltanto nella trascuratezza o nell'arbitrarietà riscontrata talvolta tra i confratelli, soprattutto se presi da attività piuttosto irregolari e assorbenti.
Come successori di Don Bosco, essi condividono quella radicata convinzione da lui espressa con decisa chiarezza nell'introduzione all'edizione italiana delle Costituzioni, dopo l'approvazione della Sede apostolica: «Fino a tanto che noi
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saremo zelanti nell'osservanza delle pratiche di pietà, il nostro cuore sarà in buon'armonia con tutti, e vedremo il salesiano allegro, e contento della sua vocazione. Al contrario comincerà a dubitar della sua vocazione, anzi a provare forti tentazioni, quando nel suo cuore incominci a farsi strada la negligenza nelle pratiche di pietà».
Nell'aprile 1931 don Rinaldi scrive sulle pagine degli Atti del Capitolo Superiore: «Si stia da tutti e dappertutto a quanto è prescritto nel libro delle Pratiche di pietà tanto per i Confratelli, come per i giovani, interni ed esterni. Sono le stesse pratiche di pietà dei tempi di Don Bosco, e la loro uniformità nelle nostre Case è dimostrazione sicura che siamo veramente suoi» (ACS n. 56, p. 939).
«Le nostre pratiche di pietà non sono né eccessive né straordinarie», scrive don Pietro Ricaldone nel volumetto della collana di «Formazione salesiana» da lui stesso fondata e curata personalmente; aggiunge: «Si direbbe che la voce di Don Bosco e dei suoi Successori acquisti un tono insolitamente energico davanti al pericolo che le medesime possano venir omesse, o cambiate, o svuotate del loro genuino spirito» (La pietà, p. 143s).
La tradizione salesiana
e il rinnovamento liturgico nella Chiesa
Si spiega così non solo l'insistenza all'interno della Congregazione, ma anche una certa rigidità per impedire, ad ogni costo, possibili deviazioni e una caduta di tono in un settore essenziale per il pieno raggiungimento della missione assunta nella Chiesa.
Allo stesso tempo, però, appare meno comprensibile quella lentezza riluttante ad assimilare, sul piano operativo, le istanze che si facevano strada già dall'inizio del XX secolo mediante il Movimento liturgico, autorevolmente sostenuto dai papi Pio X, Benedetto XV, Pio XI e, più tardi, dagli interventi solenni di Pio XII con encicliche di grande respiro innovatore. Per la verità questa spinta non passa inavvertita a coloro che hanno nella Congregazione il particolare compito e la responsabilità di ravvivare lo spirito di pietà dei confratelli. Fra questi non sembra abbia trovato concreta accoglienza la voce «pionieristica» di don Eusebio Vismara: le proposte che egli
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offriva con tempestività e competenza nel 1913 per la preparazione di un manuale, che si dimostrasse attento alla dimensione liturgica e fecondato da essa, furono accantonate. La sua solerte insistenza, sia come insegnante, sia come consulente dei Superiori Maggiori, non venne mai meno, anche se i frutti degli orientamenti ecclesiali, da lui assunti e chiaramente proposti, per il momento non sembrarono maturare in Congregazione.
Nella lunga circolare dell'agosto 1939 sulla visita canonica alle case don Ricaldone ha espressioni sorprendenti in merito al Movimento liturgico: «E bene che il Visitatore dia importanza speciale a questo punto» (ACS n. 94, p. 156). «È necessario pertanto, sia per ossequio ai desideri dei Sommi Pontefici, sia per la necessità di fatto, che le nostre case e i nostri istituti figurino in prima fila anche in questo movimento. San Giovanni Bosco, per quanto comportavano le condizioni dei suoi tempi e del luogo in cui fu educato ed operò, si mostrò anche in questo all'avanguardia e in certo modo precorse gli eventi: [...] Ed è presumibile che se avesse conosciuto le direttive dell'Autorità che oggi esistono su questo punto, le avrebbe accolte e fatte sue, armonizzandole coi punti fondamentali del suo sistema e della sua pietà...» (ivi, p. 157).
Una adesione convinta
bloccata dalle difficoltà di attuazione
Lo stesso don Ricaldone, nella circolare citata, concludendo le sue raccomandazioni annota: «Si procuri che il movimento si propaghi ai giovani dei collegi, vedendo di conciliarlo con le nostre pratiche regolamentari e tradizionali. La soluzione del problema soprattutto per la Messa quotidiana, in realtà non è facile, perché da un lato non si possono sopprimere le preghiere ed il rosario, e dall'altro non si può allungare il tempo delle pratiche di pietà: e poi anche il punto dell'uniformità ha il suo peso. Studiando la cosa ponderatamente, si giungerà a trovare una via che salvi insieme la tradizione salesiana, o meglio il pensiero sostanziale di Don Bosco, e si adatti alle nuove esigenze, cioè alle direttive della Santa Sede. Naturalmente non s'introducano innovazioni che non
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siano in armonia con i Regolamenti e le nostre tradizioni senza un esplicito permesso del Rettor Maggiore» (ivi, p. 159). Il Capitolo Generale XVI del 1947, nelle deliberazioni riguardanti il 3° tema, intitolato Le pratiche religiose, ribadisce quest'orientamento con una serie di minuziose precisazioni (ACS n. 143, pp. 37-47), introdotte con quest'avvertenza: «La pietà è l'anima del sistema educativo lasciatoci in eredità da Don Bosco e la pietà si alimenta con le pratiche religiose. Conscio di questi due principi fondamentali, il Capitolo Generale, ispirandosi agli insegnamenti del nostro santo Fondatore, ha voluto fissare categoricamente quali debbano restare sempre fra noi le pratiche di pietà per le varie categorie di giovani da noi dipendenti e quale debba essere lo spirito che salesianamente le deve animare» (ivi, p. 37).
Nelle stesse pagine si raccoglie un'esortazione del Rettor Maggiore che rammenta orizzonti più aperti: «Non dimentichiamo che la nostra pietà, mentre è cattolica e liturgica, è specificamente salesiana. E chi non sa quanto fece san Francesco di Sales per rendere amabile e piacevole la pietà? [...] Vogliamo anche noi dare mano forte alla ricostruzione morale, riconducendo a Dio le masse attraverso quella pietà salesiana che tanto gradita riesce a tutti. [...] Presentiamo la pietà come vuole la Chiesa e come c'inculca il nostro Fondatore, e possiamo essere certi che il nostro lavoro darà frutti copiosi» (ivi, p. 46). Egli aggiunge però un'altra osservazione, che manifesta quanto fosse viva in alcuni capitolari e in certe aree della Congregazione la perplessità sulla linea di condotta adottata, ma che avrebbe dovuto escludere qualsiasi incertezza sul comportamento da tenere in futuro: «Finché si discute ciascuno è del proprio parere; ma quando si è venuti a una votazione, e una deliberazione è stata approvata, allora praticamente e nella nostra vita vissuta non vi dev'essere più diversità di parere, ma tutti dobbiamo sostenere quanto fu deciso. Questo voleva Don Bosco e questo praticarono i suoi successori» (ivi, p. 47).
Il XVIII Capitolo Generale, nel 1958, torna a insistere sull'osservanza religiosa e, fra l'altro, richiama puntualmente norme sulle «Pratiche di pietà» dei confratelli e dei giovani (ACS n. 203, pp. 27-32). La ragione s'intravede chiaramente nelle parole che introducono l'argomento: «Il Capitolo Generale sente il grave dovere di richiamare al senso di respon
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sabilità i Salesiani e in particolare coloro che hanno incarichi direttivi, sui pericoli per l'osservanza e il buono spirito provenienti dalla vita moderna, dall'eccessivo attivismo e dall'espansione incontrollata. Solo l'osservanza religiosa fedele e una fervente pietà possono assicurare la conservazione delle energie vitali della Congregazione e il suo prosperoso avvenire» (ivi, p. 21).
In spirito di fedele ossequio agli orientamenti del Concilio
Il Capitolo Generale XIX del 1965 pone decisamente le basi per un rinnovamento profondo, quando dichiara: «Il Capitolo Generale XIX, interprete del sentimento comune della Congregazione, nello spirito della più completa e filiale adesione alle decisioni del Concilio Ecumenico Vaticano II, accoglie la "Costituzione sulla Sacra Liturgia" come documento fondamentale della pietà salesiana» (ACS n. 244, p. 92). E più avanti: «Il Capitolo Generale XIX, perché la pietà salesiana sia vitale ed autentica, propone tre orientamenti pratici, secondo i quali essa deve essere fedele: alla lettera e allo spirito della riforma liturgica della Chiesa, alle caratteristiche essenziali della pietà salesiana, alle aspirazioni legittime e nuove dell'uomo contemporaneo» (ivi, p. 93).
In tal modo la Congregazione salesiana si avvia ormai decisamente verso un profondo rinnovamento, che interesserà, fra molti altri importanti cambiamenti, anche le modalità della preghiera dei suoi membri. La perplessità di taluni, non esclusi alcuni membri del Consiglio Superiore, è generata dal timore che preziosi elementi della tradizione salesiana vengano irrimediabilmente persi. Ma né queste resistenze, né le difficoltà di un discernimento delicato ma necessario, né il travaglio che implica il rinnovamento proposto dal Concilio, scoraggiano coloro che si sentono responsabili e che avvertono l'urgenza di tale rinnovamento e ne intravedono i frutti.
Dal CGS al CG22: riscoprire «il dono della preghiera»
Con non poca fatica e ingente sforzo la Congregazione ha tentato di preparare nell'ultimo ventennio le premesse e gli strumenti adatti per operare un vero e proprio salto di qualità. «Siamo convinti — si legge nel nono documento su La
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comunità orante del CGS — che solo una "rinascita spirituale" e non una semplice ristrutturazione darà il via a una nuova epoca nella storia della Chiesa. Essa ci invita a coltivare una preghiera — soprattutto mentale — qualitativamente valida e in piena rispondenza alla spiritualità specifica della nostra vocazione» (CGS, Atti, n. 523).
Il compito è stato svolto, in particolar modo, dai tre ultimi capitoli, dal CGS al CG22, e si è concluso con l'approvazio
ne definitiva delle Costituzioni da parte della Sede apostolica. Si può dire però che nel lungo e impegnativo lavoro pre
paratorio e dei due sessenni di sperimentazione il prezioso
contributo di tutti ha portato a questo traguardo. I Salesiani dispongono oggi di un testo costituzionale rinnovato, vera
mente riuscito nella prospettiva del rinnovamento conciliare e nella fedeltà al carisma del Fondatore. Non resta che attuar lo, usufruendo della sua sovrabbondante ricchezza e densità. Nella sua relazione al CG22 don Egidio Viganò affermava:
«C'è stato un progresso nella preghiera della comunità: è diventata più viva, sono cresciuti l'attenzione e l'ascolto della
parola di Dio e il gusto per una partecipazione distesa e sen
tita» (CG22, Relazione del RM, n. 284). E aggiungeva: «C'è, a mio avviso, un pericolo sottile in varie comunità: tendenza
al minimismo nella preghiera comune: riduzione del tempo
destinato alle pratiche di pietà e "routine" che smorza lo sforzo per migliorarne la qualità; attivismo che non è espressio
ne d'interiorità e che sacrifica il tempo indispensabile per la preghiera; superficialità nel trattare temi spirituali; facilità con cui alcuni confratelli sacerdoti tralasciano il breviario; debolezza di convinzioni soprannaturali nella pratica personale del raccoglimento e dell'adorazione» (ivi).
Il vero compito, quindi, di ogni comunità e di ogni confratello non può dirsi ancora raggiunto. Né lo sarà mai piena
mente perché, nella docilità all'azione dello Spirito, è possi
bile crescere sempre. Prenderne coscienza e rinnovare il nostro impegno, riflettendo assiduamente sulle implicane, è
condizione indispensabile per rendere sempre più autentico e fecondo il dialogo con il Signore, così com'esso è descritto nel capo VII delle Costituzioni.
Solo in tal modo le «pratiche di pietà» del Salesiano potranno raggiungere il loro scopo, e una «guida» che ne faciliti l'osservanza «viva» e sempre «giovane» potrà aiutare a sfuggire il rischio del formalismo.
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2. IL «COSTITUTIVO»
DELLA PREGHIERA SALESIANA
Contemplativi nell'azione (cf Cost. 12)
Don Rinaldi definisce lo spirito salesiano «operosità instancabile, santificata dalla preghiera e dall'unione con Dio» (cf Cost. 95). Si tratta di vivere il sacerdozio battesimale, per fare di tutta la vita un'offerta a Dio. Lavorando per la salvezza dei giovani, il Salesiano è consapevole della presenza delle tre divine Persone operanti nella sua vita. Nel Salesiano la «dimensione contemplativa» dev'essere tanto profonda da investire e permeare ogni sua attività.
Per capire la profondità di questa peculiare unione con Dio, occorre rifarsi all'unità della nostra vita di consacrati apostoli: quell'unità della vocazione salesiana della quale il CGS parla come di «grazia», di cui ci fa dono lo Spirito (cf Cost. 2 e 3). Questa «grazia di unità» non è situata primariamente nelle attività, e neppure nelle «pratiche di pietà», ma nell'intimo della persona. Ne permea tutto l'essere: prima ancora di tradursi nel «fare» o nel «pregare», è un «modo spirituale di essere dinamico», in quanto è la cosciente partecipazione dell'amore stesso di Dio attraverso la donazione di sé, nella disponibilità pratica all'opera della salvezza. È un atteggiamento interiore di carità, che è proteso verso l'azione apostolica, nella quale si concretizza, si manifesta, cresce e si perfeziona. In tal senso l'operosità apostolica è espressione di interiorità spirituale (cf II progetto di vita, pp. 62 e 158s).
Il Salesiano dialoga con Dio, con semplicità e senza soste
Il modo di dialogare con Dio da parte del Salesiano è descritto dal testo con due caratteristiche tipiche: è semplice e continuo. Egli non è un monaco, ma un apostolo dall'operosità instancabile, un apostolo tra i piccoli e i poveri; la sua preghiera è semplice, sobria, composta dagli elementi essenziali, poggiata sulla parola di Dio e sui sacramenti, in modo speciale sull'Eucaristia e la Riconciliazione; si prolunga in un dinamismo generoso e gioioso, con uno stile giovanile e fiducioso, che piace a Dio e piace ai giovani (cf Cost. 86).
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A ben guardare, nella vita del Salesiano, come in quella del Fondatore, preghiera e azione sono comprese in un unico movimento del cuore; la preghiera passa naturalmente nell'azione e diventa «spirito di preghiera», e così l'azione si riempie di preghiera. Dio Padre, il Cristo e lo Spirito sono i grandi presenti nella vita del Salesiano: superando le apparenze, egli li sente, li vede e li incontra dappertutto e sempre.
Poiché la carità è l'anima di ogni apostolato, ne deriva che l'apostolato diviene l'anima della preghiera del Salesiano (II progetto di vita, p. 161s).
Azione, contemplazione, preghiera...
«Lasciare il Signore per il Signore», «lavoro è preghiera», «contemplativi nell'azione»: le formule sono incisive, utili, magari venerabili, ma l'equivalenza che insinuano non può passare automaticamente, senza le necessarie distinzioni. Vegliamo più da vicino la nostra esperienza. Non succede talvolta che un Salesiano si trovi professionalmente «spiazzato» proprio dinanzi a un'esigenza precisa del suo apostolato — un'esigenza che nel mondo giovanile si fa sempre più insistente —: quella di pregare, di contemplare, di «imparare a pregare»? Non succede che formule e libri — ivi compreso il libro della Liturgia delle Ore — diventino l'inevitabile «scorciatoia» per pregare o far pregare?
Chi di noi non ha avvertito prima o poi che la preghiera è in se stessa azione, e azione delle più impegnative; al punto che «pregare con i giovani» — prima ancora che «pregare per i giovani» — diventa oggi un appuntamento-vertice con i nostri cosiddetti «destinatari»? Un appuntamento che non possiamo permetterci di mancare senza incorrere nel rischio di fallire la nostra azione educativa. La cosa ci riguarda da vicino: anche a titolo di famiglia. Troviamo qui, infatti, uno dei tratti più geniali e qualificanti della personalità di Don Bosco.
Le pratiche di pietà del buon cristiano
Nei tempi trascorsi, equilibrio, importanza e caratteri delle «attività di orazione» rispetto a quelle del ministero o di apostolato decidevano in fondo della classificazione d'un istitu
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to religioso come istituto di vita attiva o di vita contemplativa. E la vita religiosa, a parte qualche sfumatura e qualche adattamento, rimaneva praticamente il modello princeps della vita cristiana. Don Bosco non entra in discussioni di teoria; quanto a «pietà», i suoi religiosi avranno le «pratiche del buon cristiano», e le compiranno insieme ai loro giovani.
Quella del «buon cristiano» è una scelta apparentemente semplice, ma va molto lontano, ed è ben altro che un livellamento «al basso». «Buon cristiano» riassume l'ideale pedagogico di Don Bosco, e, in concreto, vuol dire «santo»: se necessario, santo da altari. E allora, i Salesiani — qualunque cosa facciano, di qualunque cosa si occupino — saranno anzitutto «buoni cristiani» tra e per i giovani.
Non ci vuole molto ad analizzare questa formula. La santità qualifica tutta la vita del cristiano, dalla mattina alla sera: è la sua prima e fondamentale vocazione. E se la santità non è possibile senza contemplazione, evidentemente il Salesiano sarà, con la sua vita quotidiana, la prova concreta che azione e contemplazione non sono realtà che possano contendersi alternativamente la vita del cristiano e descriverne, ciascuna, una «fetta». Vorrà dire, infine, che lo specifico della vita consacrata in quanto tale non potrà logicamente non trovarsi in ciò che la vita cristiana in quanto tale ha d'irrinunciabile e di essenziale, ivi compresi la contemplazione e l'apostolato.
Un'intuizione che ci lascia pensosi
Sotto un'apparenza banale, quella del «buon cristiano» è una formula che dovremmo meditare ancora a lungo. Non codifica nulla, e tanto meno una particolare alchimia tra azione e contemplazione. Non sposa una particolare coscienza teologica, può anzi accettale tutte, quando siano legittime. Mira dritto all'essenziale: mistero di Dio e storia dell'uomo sono una cosa sola, e questo per dono di Dio, non per iniziativa dell'uomo.
Al cuore di ogni «storia» sta una umanità in cui Dio stesso si è fatto dono: quella di Cristo; una sola vita: quella della Spirito. Questa è, anzitutto, contemplazione, perché questo è il punto che organizza e struttura radicalmente la persona del «santo». Don Bosco accetta la prevenienza assoluta e gratuita del dono di Dio nell'essere e nell'agire dell'uomo, di
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tutti gli uomini (e non solo dei giovani), e qui si gioca tutta intera la vita, come fosse un unico istante. Questo è l'atto di fede, di speranza, di carità del «buon cristiano».
I termini minuti e quotidiani del vivere di Don Bosco, del suo agire e reagire, del suo preoccuparsi ed essere lieto si risolvono tutti in questo confronto istantaneo con l'assoluto di Dio, sono «soprannatura», anche i più banali, i più materiali, i più apparentemente lontani o indifferenti. Ogni suo movimento, ogni suo «uscire di sé» è carità, quell'amore, cioè, che si caratterizza per la sua sorgente molto prima — infinitamente prima — che per i suoi «destinatari».
Una sintesi del genere Don Bosco l'ha in comune, naturalmente, con qualsiasi altro santo. Ma la formula con cui ce la consegna è la più ampia, la più aperta e fedele al muoversi della storia. È tra quelle che meno presumono di inquadrare la contemplazione in spazi, tempi e metodi. Una tra quelle che esigono più chiaramente l'adeguamento irreversibile e radicale della totalità storica dell'uomo alla totalità «assoluta» di Dio.
Preghiera gioiosa e creativa (cf Cost. 86)
Confrontarci con Don Bosco ci fa del bene. È molto probabile però che egli pretenderebbe da noi qualche passo in più. Il suo stesso modello di preghiera, di «contemplazione», ci impegna a vivere e a «dire» la nostra preghiera con parole e gesti del nostro tempo.
Il fenomeno della preghiera, i suoi stessi gesti e il suo vocabolario non appartengono in proprio al mistero cristiano. Essi appartengono al patrimonio storico e culturale dell'umanità, e, di fatto, ogni modello storico-culturale d'interpretazione dell'uomo e del suo mistero porta con sé un proprio modo di vivere, di giustificare, di «dire» la preghiera.
Arrivare dunque a vivere e ad esprimere la nostra preghiera come uomini del nostro tempo è dovere irrinunciabile di fedeltà all'uomo e fa parte della nostra stessa missione. E non diciamo «orizzontale» ciò in cui Dio stesso ha voluto prendere carne! Anche il nostro tempo ha in fondo bisogno d'una sua preghiera, ha diritto a vederci pregare, ha diritto a sentirci parlare di preghiera, e in un modo tale da poterci comprendere.
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«Contemplazione-azione»: una alternativa?
L'analisi di ciascuno dei due termini non porta necessariamente a un'opposizione. Anzi, guardando all'esperienza, da tempo riusciamo a sentire preghiera e contemplazione come fenomeni ugualmente «attivi». In realtà, più che ai due termini singolarmente presi, la carica significativa sembra appartenere solidamente alla coppia di opposti apparenti: due termini che la tradizione stessa ci ha sempre tramandati insieme, quasi che il senso di ciascuno di essi sgorgasse dalla loro congiunzione e non dalla loro divisione.
Si potrebbe dire che, attraverso l'opposizione verbale, emerge una tensione ineliminabile dell'esistenza umana; attraverso di essa vuole esprimersi una tensione essenziale al mistero dell'esistere umano. Essa è, in altre parole, un «codice», una cifra, una chiave di lettura della nostra «incarnazione». Assoluto e storia non sono, in verità, due «parti» del nostro esistere; ognuno dei due termini esprime una totalità, ma nessuno dei due riesce a rendere a noi stessi il nostro mistero senza l'altro. La storia dice veramente tutto di noi, del nostro muoverci nel tempo e nello spazio, del nostro agire e interagire, ma come «dal di fuori». E noi sentiamo bene che senza un «di dentro», senza un «io», pronunciato in un «profondo interiore» che non appartenga più alla storia, la nostra stessa esistenza sarebbe un pulviscolo incoerente di istanti. E se non appartiene alla storia, questo «profondo» è allora un luogo di «assoluto». Non lontano da noi: dentro. Non aggregato di pezzi: un «tutto». Non un insieme di «dati»: la totalità di un «senso».
La preghiera: esperienza dell'uomo, esperienza di Dio
La preghiera è il luogo dell'assoluto, il luogo di Dio; o, per essere più precisi, il luogo in cui la parola «Dio» — e le infinite altre che abbiamo dovuto inventarci per dire la stessa esperienza — prende il suo senso, e, con essa, la nostra esistenza tutta quanta. Luogo della decisione ultima, allora; luogo dell'identità e della libertà suprema; luogo degli incontri decisivi, dei dialoghi veri; luogo della vera pace o della vera disperazione. Luogo di silenzio e — se la parola può signifi
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care ciò che veramente esiste, ma sciolto da vincoli di spazio e di tempo — luogo di «eternità».
Da questo centro parte la preghiera. Dal punto preciso in cui il nostro mistero tocca quello di Dio. E se la preghiera deve essere realtà umana non può non emergere nella storia, a un momento e in uno spazio preciso, non può non farsi «pratica», «esercizio».
Ma la sproporzione resta sempre insuperabile tra quel che di essa registra la storia e ciò che essa è, in verità; la storia realizza, sì, la preghiera, ma molto più la «significa». Non dovrebbe allora esserci difficile prender coscienza, quando preghiamo, che in quel «pezzo» d'esistenza, in quella serie di istanti, non prega soltanto il nostro «piccolo mondo interiore»: quel cosiddetto «interiore» ha in realtà le dimensioni stesse di tutto ciò che esiste o che può esistere. Prega in noi il gemito inesprimibile d'un universo che cerca attraverso noi il suo senso, la sua relazione alla totalità dell'essere. Prega in noi ogni altro uomo, per quella comunione al medesimo nostro assoluto di cui ognuno di loro è capace.
Ed è così, allora, che quel «pezzo d'esistenza storica» che chiamiamo preghiera si carica del valore ultimo che abbiamo deciso per la nostra vita, si inquina del nostro peccato, s'intorbida dei nostri compromessi, s'infiamma del nostro amore. Non sarà quindi anestesia, disimpegno o fuga nel magico; sarà profezia, rivelazione del «senso» che ci impegna a vivere.
Hanno ragione gli antichi autori, gli esperti in materia: la preghiera è un'arte, la preghiera non s'improvvisa. Certamente. Ma non perché la preghiera sia una questione di élite; unicamente perché, per pregare, occorre essere «semplicemente» uomini: veri, a immagine di Dio. Precisamente come Don Bosco. Precisamente, diciamolo pure senza paura, come Gesù, il Verbo di Dio fatto «Uomo».
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3. UNA «GUIDA ALLA PREGHIERA
DEI SALESIANI DI DON BOSCO»
3.1. I CRITERI CHE DETERMINANO LE SCELTE DI QUESTA «GUIDA»
Aspetti fondamentali
La comunità religiosa realizza la sua identità di essere annuncio nel culto a Dio e nel servizio ai fratelli. Cristo si è presentato ai suoi (discepolato), al popolo di Israele (ecclesialità) e alle genti (missionarietà) con opere che indicavano solidarietà e volontà di salvezza eterna ad ogni uomo.
Modellati su Cristo casto, povero e obbediente, ci facciamo coralmente servizio ai giovani donando loro amorevolezza educativa, carità fraterna, affiato spirituale. Viviamo un tempo privilegiato per riprogettare la nostra santità qualificando la cultura giovanile contemporanea svuotata dei valori tradizionali, ma anche presagio di invenzione di nuovi ideali più consoni alla vita spirituale.
Cristo ha pregato per i suoi e per coloro che vagavano nelle tenebre, poiché l'evento di salvezza doveva raggiungere tutti ed essere di riscatto per i peccatori.
Preghiera fervente e lavoro assiduo uniti nella celebrazione della nostra esistenza personale e comunitaria definiscono l'essere tra i giovani e l'aderire libero di seguire Cristo.
Al Salesiano immerso nel mondo e nelle preoccupazioni della vita apostolica non sfugge l'esigenza di pregare, di meditare, di contemplare. Nell'ascolto e nel dialogo orante va verso il Signore, ma i giovani sono sempre con lui. Egli sprigiona quell'amore che è manifestazione trinitaria di dono e di amicizia con ogni umana creatura; egli vive come mandato da una comunità, immagine di carità tra persone scelte dalla benevolenza di Dio...
La preghiera salesiana
La nostra preghiera ha un respiro ecclesiale e una caratterizzazione salesiana. Come Salesiani, siamo missionari tra i giovani, ben consapevoli delle difficoltà per far recepire l'annuncio cristiano. Siamo formatori dei giovani: aperti all'assimilazione critica delle istanze delle concorrenti culture con
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temporanee. Siamo amici dei giovani: vogliamo il loro bene costruendo con essi l'unica vocazione battesimale alla santità. Quale volto dare alla nostra preghiera? È la preghiera della Chiesa, la preghiera del buon cristiano che partecipa del sacerdozio di Cristo. Per noi Salesiani, essa s'innesterà nei ritmi celebrativi della Liturgia e la connoterà con la sua qualifica spirituale salesiana. Tale filtro spirituale è reso tipico dal nostro carisma proprio: si tratta di pregare per i giovani, pregare con coloro che collaborano alla missione giovanile, pregare con i giovani. È questo un ruolo spirituale specifico che vivifica la comunità della Chiesa locale, unitamente agli altri ruoli suscitati dall'unico Spirito di amore e verità.
La Liturgia è espressione della santificazione del tempo. L'anno liturgico concretezza questo progetto nelle sue tappe e suggerisce a tutti i cristiani un continuo lavoro di crescita interiore e di coraggiosa carità. Come Salesiani non facciamo niente di speciale, ma, vivendo l'unione con Dio durante il nostro lavoro e lo scorrere dei giorni, diventiamo scuola di preghiera per i giovani. Silenzio, contemplazione e preghiera corale costituiscono l'aspetto cultuale di questa dimensione interiore.
Una «Guida» per la nostra preghiera
Una guida di preghiera per i Salesiani non può se non presentare questi aspetti ed essere stimolo per ogni confratello a non lasciarsi trascinare dal vortice delle cose esterne. Impostiamo la nostra spiritualità sull'anno liturgico, incentrando l'attenzione sull'Eucaristia giornaliera e sulla meditazione della Parola di Dio.
Viviamo le varie tappe animando il popolo di Dio. Celebriamo con fede il sacramento della riconciliazione. Siamo solidali con gli eventi sacramentali della nostra comunità. Godiamo nella gioia della professione religiosa di nuovi fratelli, delle ordinazioni diaconali e presbiterali e delle ricorrenze giubilari. Siamo nel dolore partecipando della sofferenza di confratelli, di giovani e di amici: preghiamo ungendo con il sacramento di Cristo le loro infermità e vegliamo nel loro ricordo quando il Padre richiama a sé i suoi servi fedeli. Trasformiamo lo spirito di famiglia in culto gradito a Dio. Ogni giornata scorre nell'offerta e nel ringraziamento al Si
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gnore. Ogni circostanza particolare della vita comunitaria è elevata a preghiera e oblazione. Ci ricordiamo di Don Bosco, dei nostri santi patroni, dei membri glorificati della nostra Famiglia e di quelli che ci hanno preceduto nel segno della fede. Preghiamo per le vocazioni, per le missioni, tanto care al cuore del nostro Padre, per il Papa. Siamo con tutti i credenti partecipi della volontà di comunione e lavoriamo nella logica del Vangelo per la causa della pace. Ecco il Salesiano! Ecco il cristiano laico o sacerdote che vuole indicare un sentiero tracciato da Dio.
Un «nucleo comune» nella preghiera salesiana
Il progetto della nostra santità ci è consegnato nelle Costituzioni, che sono l'attuarsi del manifesto spirituale di Don Bosco nell'oggi della Chiesa e del mondo. Dispersi nei più lontani paesi della terra siamo uniti nel vicenevole ricordo, nel lavoro tra i giovani e in una proposta di preghiera caratteristica. La pietà eucaristico-sacramentaria, la devozione mariana, il ricordo del Fondatore e dei suoi discepoli santi, contrassegnano la nostra presenza.
L'articolazione delle pratiche di pietà scandisce in ogni luogo l'unità spirituale dei Salesiani; speciali momenti celebrativi e talune preghiere particolarmente care alla nostra tradizione ci uniscono al di là delle diverse lingue dei popoli. Un nucleo comune (Reg. 77) dunque caratterizza la nostra identità di comunità orante e si arricchisce dei contributi significativi dell'invenzione dei confratelli o delle ispirate tradizioni culturali locali.
I momenti comuni quotidiani fissati dall'esperienza e codificati nei Regolamenti Generali sono:
— la celebrazione dell'Eucaristia (Cost. 88; Reg. 70);
— la meditazione e la lettura spirituale (Reg. 71);
— le Lodi e i Vespri (Cost. 89; Reg. 70) o le preghiere del «buon cristiano»;
— l'atto di affidamento quotidiano a Maria Ausiliatrice che unisce tutti i Salesiani in una preghiera comune, e il Rosario (Reg. 74);
— la visita al SS. Sacramento (Cost. 88);
— il ricordo quotidiano dei confratelli defunti;
— la «Buona notte» o il saluto del Superiore (Reg. 48).
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I momenti significativi che illuminano ciclicamente il ritmo dei giorni sono:
— il venerdì dedicato alla penitenza in memoria della Passione del Signore (Reg. 73);
— il ritiro mensile e trimestrale (Reg. 72);
— la commemorazione mensile di Maria Ausiliatrice il 24 del mese, con la benedizione di Maria Ausiliatrice (Reg. 74);
— la commemorazione mensile di Don Bosco l'ultimo giorno del mese (Reg. 75).
— gli esercizi spirituali annuali (Reg. 72);
— la rinnovazione della professione religiosa (Cost. 23 e 24);
— il ricordo annuale dei genitori defunti dei confratelli;
— le feste di famiglia e dei membri glorificati della Famiglia Salesiana.
I Salesiani sono poi invitati a pregare comunitariamente:
— per le vocazioni;
— per le missioni;
— per il Papa;
— per i confratelli anziani e malati;
— per i defunti: confratelli, genitori, membri della Famiglia Salesiana e benefattori.
3.2. LA STRUTTURA DEL «LIBRO» DI PREGHIERA DEL SALESIANO
La presente raccolta vuole fornire un materiale celebrativo per la vita spirituale della comunità salesiana e del singolo confratello, e si affianca ai libri liturgici della Liturgia delle Ore, della celebrazione eucaristica e di tutti i sacramenti. Sono inoltre indicate le pratiche di pietà volute dal dettato costituzionale e dai Regolamenti. Attraverso celebrazioni e testi di preghiera, le cui modalità sono molteplici, la nostra comunità orante viene unificata nell'offerta spirituale della nostra vita e del nostro lavoro a Dio e alla Vergine.
»La preghiera salesiana è gioiosa e creativa, semplice e profonda; si apre alla partecipazione comunitaria, è aderente alla vita e si prolunga in essa» (Cost. 86).
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Una preghiera comunitaria che vuole realizzare queste caratteristiche esige sempre una preparazione, nella quale si concretizza anche una «creatività» che non ceda all'improvvisazione o alla superficialità, ma sia animata di fede, di sapienza, di spirito liturgico. Solo così si potranno combinare «semplicità», «profondità» e «aderenza alla vita», in una preghiera «gioiosa» che stimoli e soddisfi la «partecipazione comunitaria».
È per altro esperienza comune che difficilmente una celebrazione preconfezionata si adatta perfettamente a ogni assemblea. E quindi indispensabile che ogni celebrazione (della Parola o di preghiera comunitaria) sia preparata da chi ne ha l'iniziativa e la responsabilità. Ciò può portare a modifiche (integrazioni, sostituzioni, cambiamenti) negli schemi di celebrazione offerti; oppure a formare ex novo uno schema di celebrazione in rispondenza a diverse esigenze o circostanze che interessano l'assemblea.
È utile perciò avere sussidi che aiutino e facilitino questo compito e stimolino l'impegno della scelta per la composizione della celebrazione stessa, tenendo presente la norma che le celebrazioni della Parola debbono modellarsi sulle celebrazioni liturgiche e ispirarsi ai loro criteri. A questo tendono, in vario modo, anche i sussidi offerti in questa Guida, che vuol essere una sintesi delle iniziative celebrative che si trovano nei libri liturgici della Chiesa. Questa Guida si colloca accanto ai libri liturgici ed è uno stimolo per cogliere salesianamente la loro ricchezza. La Liturgia non può essere separata dalla vita. Ora noi viviamo come Famiglia Salesiana nella Chiesa: non possiamo non far nostra in modo esemplare e adatto ai giovani la preghiera della Chiesa, la meditazione dei Padri, la considerazione dei documenti del Magistero e ciò che ci unisce, e qualifica il nostro essere cristiani nel segno di Don Bosco.
Attraverso gli articoli citati dalle Costituzioni e dai Regolamenti, il pensiero di Don Bosco e la voce della tradizione, si è voluto dare le linee portanti della spiritualità salesiana, che necessariamente deve essere accompagnata a un lavoro saggio di inculturazione nei vari ambienti, senza con questo travisare la propria matrice originaria.
Oltre ad essere sussidio della preghiera comune, è un valido strumento per la riflessione personale. Ci familiarizza per
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sonalmente con i grandi momenti della vita cristiana e di consacrati laici o sacerdoti; ci obbliga a vivere le varie circostanze della vita elevandole a offerta spirituale e a testimonianza di una scelta radicale.
La distribuzione del materiale
La «Guida» consta di sei parti.
La prima parte, la più ampia, costituisce come l'asse portante e l'intelaiatura in cui s'inserisce quanto si trova nelle altre sezioni. Essa è dedicata all'Incontro con Cristo nel tempo: vi si ritrovano le pratiche di pietà d'ogni giorno del Salesiano, si evidenzia la rilevanza da dare al giorno del Signore e si offrono indicazioni e varietà di schemi in corrispondenza con lo scorrere delle tappe dell'anno liturgico.
La seconda parte riguarda l'Incontro con Cristo nei sacramenti, con particolare rilevanza al Battesimo vissuto in forma radicale nella professione religiosa, la celebrazione del sacramento della Riconciliazione e l'Eucaristia centro e nutrimento della vita cristiana.
Ogni momento di vita è celebrato dalla Chiesa come partecipazione a Cristo. La sofferenza in particolare ci associa ai suoi giorni di passione. La nostra reale speranza è nel ritorno alla casa del Padre per una vita senza fine. A questi due temi è dedicata la terza parte.
La quarta e quinta parte riguardano rispettivamente Maria e I Santi (patroni, membri glorificati della Famiglia Salesiana e vicini alla tradizione salesiana, confratelli defunti) nel mistero di Cristo e della Chiesa.
Si chiude con la sesta parte, che tratta delle Circostanze particolari della vita salesiana.
Tutto è commisurato da un'adesione totale, nel carisma salesiano, al mistero di Cristo e della sua Chiesa.
Funzione delle didascalie e delle rubriche
Precedono i vari capitoli alcune didascalie che rendono conto delle componenti di teologia liturgica e spirituale, con sottolineatura del tono salesiano. Sono accenni che rilevano l'organicità della nostra vita di preghiera, situandola nel contesto della consacrazione, vissuta come lode a Dio attraverso il culto celebrativo liturgico.
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Accompagnano questi tratti introduttivi diverse rubriche, che propongono possibilità e modalità celebrative e indicano soluzioni alternative. Schemi, proposte e letture sono ordinate in modo da poter essere usufruite secondo modi molteplici. È infatti la sensibilità di ogni comunità che deve tradurre nelle forme più consone la propria preghiera, in rispondenza all'ambiente e all'attività che svolge.
La liturgia uscita dal Concilio e la nostra missione rivolta principalmente ai giovani richiedono mobilità operativa, non disgiunta dall'attenzione a cogliere il messaggio spirituale originario, senza scadere in formulazioni troppo datate, in ritmi meccanicamente ripetuti e privi di stimolo, in schemi che si svuotano di contenuto e di significato, in forme che non sono in sintonia con la preghiera della Chiesa.
La parte introduttiva di ogni sezione e gli schemi celebrativi sono pertanto l'asse portante della Guida, sono cioè l'attuazione esplicativa del «nucleo comune» che deve unificarci come Salesiani.
I testi del «nucleo comune»
Indichiamo, oltre ad una normativa dei contenuti, alcune formulazioni che sono comuni per tutti i Salesiani:
— il formulario della meditazione «in comune» con la preghiera conclusiva a Maria Ausiliatrice;
— il formulario della lettura spirituale con la preghiera conclusiva a Don Bosco;
— la benedizione di Maria Ausiliatrice;
— la rinnovazione della professione religiosa secondo la formula del «Proprio salesiano».
Modalità
La nostra preghiera deve farsi testimonianza alla Chiesa locale e ai giovani e quindi sono auspicabili momenti celebrativi vissuti con la Famiglia Salesiana, con i giovani o con l'intero Popolo di Dio.
Il ritmo celebrativo calmo, la preparazione attenta, la cura del canto sacro, la sobrietà creativa, la solennità composta creano il clima per una preghiera partecipata, per una con
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templazione gioiosa del mistero di Dio e per una apertura vissuta ai bisogni del mondo.
Il silenzio e la riflessione rendono possibile l'ascolto di un Dio che sempre si rivela con bontà e misericordia alle sue creature.
Conclusione
La «Guida alla preghiera» è dunque uno strumento tipicamente salesiano che ha una sua storia anche sofferta e insieme ricca di elementi che descrivono nel tempo il crescere della spiritualità salesiana.
Si riferisce alla passata esperienza, rivendica quale suo orizzonte il rinnovamento avviato dal Concilio e maturato nel periodo susseguente, come riqualificazione della presenza cristiana nella storia.
Esprime, inoltre, la teologia della vita religiosa secondo la sensibilità degli ultimi Capitoli Generali, in particolare del CGS e del CG22.
Ottemperando al mandato capitolare, questo testo di preghiera consegna a tutta la Congregazione un nucleo tipico celebrativo e si fa proposta per vitalizzare la comunità orante. È un testo non giustapposto ai libri liturgici, bensì in armonia con questi, informando perciò salesianamente la pietà liturgica. E un testo che nelle mani di ogni confratello suggerisce di riconfermare giorno dopo giorno la propria scelta radicale di sequela Christi in una comunità, nel servizio dei giovani e con gli altri membri della Famiglia Salesiana.
Libri liturgici ai quali la Guida fa riferimento
— Liturgia delle Ore: Inni; Orazioni; Salmi; Letture bibliche, patristiche o del Magistero; Preghiere litaniche.
— Messale Romano: Saluti introduttivi, Formule penitenziali, Orazioni, Inni del «praefatio»...
— Lezionario (quello Domenicale e Feriale, delle Feste dei Santi, delle Messe rituali e «ad diversa»).
— Orazionale per le preghiere dei fedeli.
— Rito della comunione fuori della Messa e culto eucaristico. Sacramento dell'Unzione e cura pastorale degli infermi.
— De benedictionibus.
— Rito delle esequie.
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Da ricordare inoltre:
— Il Proprio salesiano.
— Il rito della professione religiosa.
Sigle
C = Celebrante
D = Direttore
Dc = Diacono
G = Guida
L = Lettore
S = Sacerdote
T = Tutti
Abbreviazioni
ACS = Atti del Consiglio Superiore
CG21 = Capitolo Generale 21° Cost. = Costituzioni
ET = Esortazione Evangelica Testificatio
FSDB = Famiglia Salesiana
GE = Dichiarazione Gravissimum Educationis
GS = Costituzione pastorale Gaudium et spes
IGLH = Institutio generalis Liturgia Horarum
LG = Costituzione dogmatica Lumen gentium
MB = Memorie Biografiche
MC = Esortazione Marialis cultus
MuR = Note direttive Mutuae Relationes
NGAL = Norme generali per l'anno liturgico
OPR = Ordo professionis religiosae
PC = Decreto Perfectae caritatis
Reg. = Regolamenti Generali
RICA = Rito dell'iniziazione cristiana degli adulti
SC = Costituzione Sacrosanctum Concilium
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PARTE PRIMA
L'INCONTRO
CON CRISTO
NEL TEMPO
Consacrati in forza della divina chiamata ad essere nel tempo testimoni soprattutto tra i giovani del Cristo morto e risorto, unico salvatore, continuando tra i nostri contemporanei il tipo di azione apostolica inaugurato da Don Bosco, e destinati perciò a ordinare la nostra vita personale e apostolica nel tessuto delle nostre comunità, non avremo mai un incontro pieno e fruttuoso né con il nostro modello e maestro Gesù, né con i nostri destinatari, se non saremo pienamente fedeli ai nostri fratelli di vocazione, in una vita comunitaria vissuta con integra lealtà e con piena dedizione. La centralità di Cristo Signore e della sua carità per noi assume la connotazione di una sentita e vivace fraternità che si nutre, di giorno in giorno, dello spirito delle beatitudini e di una preghiera incessante maturata nell'indulgenza di una laboriosità diuturna.
La comunità, sempre aperta ai suoi destinatari, è il luogo della nostra santità ed è modello di una familiarità che ci prepara a pregustare l'eterno banchetto al quale tutti sono invitati, specie i più poveri. Il vivere e l'operare insieme nel nome di Cristo è infatti tutta la nostra forza e la sorgente più autentica della salesiana «allegria» che facilita le nostre fatiche, rende più sopportabili le inevitabili incomprensioni e si risolve in invocazione al Signore.
Nella comunità e con la comunità andiamo incontro al Signore Gesù, vivendo nel nostro piccolo mondo come cellule vive del grande e universale corpo di Cristo che è la Chiesa. Qui realizziamo la via inaugurata nel Battesimo e confermata, e specificata in modo più approfondito, nella professione religiosa. Qui incontriamo Lui vivo nella realtà sacrificale e sacramentale dell'Eucaristia, con tutto ciò che l'accompagna nella vita animata dallo Spirito Santo.
Insieme santifichiamo la nostra giornata nella preghiera liturgica, insieme chiediamo favori spirituali per illuminare e
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santificare il nostro lavoro, insieme meditiamo le grandi opere che il Signore compie nella nostra storia di salvezza, insieme ancora offriamo al Signore la giornata e rinnoviamo l'atto di affidamento a Maria Ausiliatrice. Questo nostro vivere, che diventa esperienza di Dio, nella dedizione incondizionata ai giovani si risolve in benedizione, in ringraziamento, in unione con Dio, in invocazione fiduciosa e in caritatevole mortificazione interiore.
La, comunità diviene così il tempo della nostra consacrazione apostolica e quindi della compiuta realizzazione di noi stessi in Dio. La comunità diviene l'abito di festa per il «Giorno del Signore» e attesa comune di quel «pezzo di Paradiso che aggiusta tutto».
Tale cammino si sviluppa nelle tappe dell'Anno Liturgico dove, nel riproporsi ciclico dei misteri di Cristo, partecipiamo intimamente alla preghiera della Chiesa e per la Chiesa, ricordando anche la Vergine e i Santi.
Questa prima parte è pertanto dedicata alla giornata del Salesiano, nel suo scandirsi in vari momenti di preghiera, al Giorno del Signore, alla Pasqua rivissuta ogni settimana, e all'Anno Liturgico nei suoi vari momenti, che è guida del nostro crescere in Cristo.
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1.1. INTRODUZIONE Chiamati a una preghiera incessante
«Il primo dovere dei religiosi è quello di essere con Cristo. Un pericolo costante per gli operai apostolici è di farsi talmente coinvolgere dalla propria attività per il Signore, da dimenticare il Signore di ogni attività» (Giovanni Paolo II, 7 marzo 1980).
«Manteniamo sempre vivo il desiderio della vita beata, che viene dal Signore Dio, e non cessiamo mai di pregare. Ma, a questo fine, è necessario che stabiliamo certi tempi fissi per richiamare alla nostra mente il dovere della preghiera. Facendo così eviteremo che il desiderio, tendente a intiepidirsi, si raffreddi del tutto o si estingua per mancanza di un frequente stimolo.
Non è certo male o inutile pregare a lungo, quando si è liberi, cioè quando non si è impediti dal dovere di occupazioni buone o necessarie. Pregare a lungo non è, come qualcuno crede, pregare con molte parole. Altro è un lungo discorso, altro uno stato d'animo prolungato. Lungi dunque dalla preghiera ogni verbosità, ma non si tralasci la supplica insistente, se perdura il fervore e l'attenzione. Il servirsi di molte parole nella preghiera equivale a trattare una cosa necessaria con parole superflue.
Il pregare consiste nel bussare alla porta di Dio e invocarlo con insistente e devoto ardore di cuore. Il dovere della pre
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ghiera si adempie meglio con i gemiti che con le parole, più con le lacrime che con i discorsi» (dalla Lettera a Proba di sant'Agostino; CSEL 44,60-63).
11 pensiero del Papa e questo stralcio patristico ci introducono alla preghiera fatta con il cuore di Don Bosco. La preghiera era per lui «l'opera delle opere», perché la preghiera «ottiene tutto e trionfa di tutto»: «La preghiera fa violenza al cuore di Dio».
La preghiera salesiana
La preghiera del Salesiano è nella logica del «da mini ani-mas» e impregna dall'alba al tramonto il lavoro per il bene dei giovani. Don Bosco non inventa nuove pratiche di pietà, vuole che si vivano con ricchezza di cuore quelle del buon cristiano. Fedele all'impronta materna, raccomanda che ogni azione sia rivolta al Signore, insiste sulle giaculatorie, sull'orazione mentale, anche se può essere solo la «meditazione del mercante», sulla recita del Rosario, sulla centralità eucaristica. Insiste cioè che i suoi figli prendano l'abitudine di coniugare in una unica realtà il lavoro, che può essere quasi frenetico, e la preghiera, che è respirare in Dio, affinché ogni opera sia nel «salterio delle buone opere».
Docile allo Spirito Santo, Don Bosco visse l'esperienza di una preghiera umile, fiduciosa e apostolica, che congiungeva spontaneamente l'orazione con la vita. «La preghiera salesiana è gioiosa e creativa, semplice e profonda; si apre alla partecipazione comunitaria, è aderente alla vita e si prolunga in essa» (Cost. 86).
«Quando prega, la comunità salesiana risponde all'invito di Dio che la raduna e la tiene unita con la sua Parola e il suo amore, ravviva la coscienza della sua intima e vitale relazione con Dio e della sua missione di salvezza» (Cost. 85). Il Salesiano perciò ricupera quotidianamente tutte le dimensioni di una autentica preghiera cristiana: per la forte radicazione teologale la sua è una preghiera trinitaria, biblica e liturgica; per l'impronta di concretezza che le viene dal Fondatore, è una preghiera essenzialmente ecclesiale, sacramentaria ed escatologica; per la consacrazione religiosa e la propria missione apostolica con i giovani e per i giovani, è una preghiera personale e comunitaria, esistenziale e semplice, partecipata e comunicativa; per la congeniale caratterizzazione
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mariana diventa, come quella di Maria, risposta docile e operosa, presenza raccolta e disponibile.
La nostra vita di consacrati assicura il necessario clima di raccoglimento, opportuni spazi di preghiera ed equilibrio tra la contemplazione e l'ardore apostolico (cf PC 5); all'inizio dell'anno la comunità fa «la programmazione dei ritmi di preghiera, tenendo conto degli impegni apostolici e delle esigenze della vita fraterna» (Reg. 69 e 43).
La distribuzione lungo la giornata non è del tutto indifferente: al mattino o al pomeriggio la preghiera acquista funzioni
e tonalità proprie; talvolta ciò è richiesto dal contenuto stes
so della preghiera, e talvolta una più opportuna collocazione nell'orario può garantire maggiore frutto in accordo con le
concrete situazioni dei singoli e della comunità. Sono da preferire quelle scelte in cui la componente comunitaria è avvantaggiata.
La regolarità e la puntualità esprimono l'impronta di precedenza che ciascuno deve attribuire alla preghiera, il rispetto
verso i confratelli membri della comunità e l'aiuto fraterno «del vicendevole buon esempio» (Cost. 1874, XIII 1). In tal modo si crea per la comunità e per í singoli quel ritmo quotidiano che rende più facile e spontaneo soddisfare fedelmente le esigenze della preghiera.
La flessibilità e la varietà delle forme può favorire una partecipazione più attiva e corresponsabile, stimolando la capa
cità di adattamento e di continuo rinnovamento spirituale e apostolico: pregare con i giovani significa per il Salesiano «ringiovanire», testimoniare la propria fede e condividere la stessa speranza di salvezza (Cost. 86).
Le preghlem peamonale del S lesiand it comundlà
Maturazione personale e crescita comunitaria non si escludono, possono anzi sostenersi e integrarsi reciprocamente. Potremo diventare comunità che prega solo se diventiamo personalmente uomini di preghiera. Ciascuno di noi ha bisogno di esprimere nell'intimo il suo modo personale di essere figlio di Dio, manifestargli la sua gratitudine, confidargli i desideri e le preoccupazioni apostoliche (Cost. 93). Impegnato in un processo formativo che dura tutta la vita, il Salesiano fa esperienza dei valori della propria vocazione
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nei diversi momenti della sua esistenza e accetta l'ascesi che tale cammino comporta (Cost. 38). Docile allo Spirito San
to, sviluppa le sue attitudini e i doni della grazia in uno sforzo costante di conversione e di rinnovamento (Cost. 99), perché tutta la sua vita sia «compenetrata di spirito apostolico, e tutta l'azione apostolica sia animata da spirito religioso» (PC 8).
L'azione dello Spirito è fonte permanente di grazia e sostegno nello sforzo quotidiano per crescere nell'amore perfetto di Dio e degli uomini. I confratelli che hanno vissuto o vivono in pienezza il progetto evangelico delle Costituzioni sono per noi stimolo e aiuto nel cammino di santificazione (Cost. 25). Oltre la celebrazione dell'Eucaristia, delle Lodi e dei Vespri, la pratica fedele della meditazione e della lettura spirituale, comunitariamente riuniti insieme, è una forma privilegiata di sostegno fraterno e di buon esempio, come voleva Don Bosco.
La preghiera liturgica del Salesiano
«La vocazione salesiana ci situa nel cuore della Chiesa e ci pone interamente al servizio della sua missione» (Cost. 6). Perciò «ci sentiamo parte viva di essa e coltiviamo in noi e nelle nostre comunità una rinnovata coscienza ecclesiale» (Cost. 13). «Iniziamo i giovani a partecipare in modo cosciente e attivo alla liturgia della Chiesa, culmine e fonte di tutta la vita cristiana. Insieme con essi celebriamo l'incontro con Cristo nell'ascolto della Parola, nella preghiera e nei sacramenti» (Cost. 36).
«Dio ci chiama a vivere in comunità» (Cost. 50). «Vivere e lavorare insieme è per noi salesiani una esigenza fondamentale e una via sicura per realizzare la nostra vocazione» (Cost. 49). Ciascuno «s'impegna a costruire la comunità in cui vive, sapendo di trovare in essa la presenza di Cristo» (Cost. 52), con quello spirito di famiglia che anima tutti i momenti della vita, non esclusa la preghiera (Cost. 51).
1.2. LA CELEBRAZIONE EUCARISTICA La comunità salesiana celebra l'Eucaristia
La concelebrazione dell'Eucaristia mette in evidenza le ricchezze del mistero pasquale: «Esprime la triplice unità del
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sacrificio, del sacerdozio e della comunità, i cui membri sono tutti al servizio della stessa missione» (Cost. 88). Quando i confratelli sacerdoti hanno impegni di servizio in comunità diverse in cui presiedono l'Eucaristia, è bene fissare almeno un giorno settimanale in cui tutta la comunità si trovi insieme per celebrare l'Eucaristia.
L'Eucaristia «è l'atto centrale quotidiano di ogni Comunità salesiana, vissuto come una festa in una liturgia viva» (Cost. 88). Perciò «tutti i confratelli saranno fedeli alla celebrazione quotidiana dell'Eucaristia» (Reg. 70) e, per quanto possibile, comunitariamente.
Il Messale Romano e il Lezionario sono il necessario punto di riferimento e costituiscono un ricchissimo tesoro, mai sufficientemente sfruttato. Tenendo presente le varie possibilità di scelta che essi offrono e leggendo di tanto in tanto le annotazioni in essi contenute (non escluse le ottime introduzioni!) si potrà facilmente rendere vivo e molto partecipato questo momento privilegiato della giornata.
La «riuscita» della celebrazione è frutto dell'impegno serio di ogni confratello. Ognuno di noi è responsabile dell'Eucaristia. Per questo vi si prepara convenientemente: le cose importanti non si improvvisano.
E importante svolgere la celebrazione in modo calmo, non formalistico: dedicando, ad esempio, il tempo necessario all'ascolto e alla meditazione della Parola di Dio, alla preghiera dei fedeli, al ringraziamento dopo la comunione.
La comunità salesiana saprà valorizzare soprattutto quei momenti della celebrazione e quei temi che meglio esprimono
le caratteristiche della spiritualità propria e della missione giovanile e popolare, senza dimenticare la sobrietà e semplicità volute da Don Bosco.
1.3. LA PREGHIERA DEL MATTINO E DELLA SERA
La Liturgia delle Ore,
preghiera ecclesiale e momento comunitario
La Liturgia delle Ore non è un atto privato, ma appartiene a tutto il corpo della Chiesa, lo manifesta e lo implica (IGLH
20).
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«La Liturgia delle Ore estende alle diverse ore del giorno la grazia del mistero eucaristico. La comunità salesiana, unita a Cristo e alla Chiesa, loda e supplica il Padre, nutre la sua unione con Lui e si mantiene attenta alla divina volontà» (Cost. 89).
La celebrazione quotidiana comunitaria delle Lodi e del Vespro,
•con la dignità e il fervore che Don Bosco raccomandava», è la forma più perfetta di preghiera cristiana del mattino e della sera (Cost. 89; Reg. 70).
L'eccellenza della Liturgia delle Ore non rende automaticamente scontata una partecipazione ottimale; la comunità salesiana si impegna perciò a rendere questa preghiera ecclesiale sempre più cosciente e fruttuosa, con la progressiva educazione di tutti a pregare con i salmi, dando alla preghiera stessa un ritmo adeguato, valorizzando di volta in volta le diverse parti, solennizzandola con il canto in circostanze particolari.
Lodi e Messa sono due atti liturgici di natura e struttura propria. È conveniente perciò che si mantengano separate. In casi particolari, se le circostanze lo richiedono, nella celebrazione pubblica o comune si può fare un'unione più stretta tra la Messa e un'Ora dell'Ufficio, purché la Messa e l'Ora siano dell'unico e medesimo Ufficio, e si seguano fedelmente le disposizioni al riguardo (cf IGLH 93).
Per sottolineare particolari circostanze e rendere più viva la Liturgia delle Ore, oltre a richiamare i «Principi e norme per la Liturgia delle Ore», suggeriamo di introdurre occasionalmente le orazioni salmiche, qualche commento di meditazione o scritturistico ai salmi e al cantico, oppure lasciare spazi di silenzio dove poter anche intervenire con invocazioni o riflessioni spontanee. È inoltre opportuno adattare la recita di salmi e cantici alla loro struttura, per cui al modo usuale dei cori alterni sono possibili recite responsoriali, con solista e coro o solo solista. A tale scopo ci sono già indicazioni approvate dalle competenti autorità. Non è da dimenticare l'eventualità di cantillare l'Ufficio specie nelle solennità o durante l'adorazione eucaristica, quando si vuole recitare in essa una parte della Liturgia delle Ore.
Al posto delle Lodi e del Vespro si possono recitare, secondo l'opportunità, altre preghiere (Reg. 70). Queste appar
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tengono ai «pii esercizi» e devono sempre tener conto dei tempi liturgici, ispirandosi ad essi (cf SC 13).
Rimanendo per i chierici gli obblighi assunti con la loro ordinazione (Cost. 89), quando le Lodi e i Vespri non si celebrano comunitariamente essi dovranno trovare opportuni momenti della giornata in cui recitarli personalmente, come pure tutte le altre parti della Liturgia delle Ore.
PREGHIERE TRADIZIONALI DEL MATTINO
G Iniziamo la nostra giornata nel segno della croce che ci ricorda l'amore di Dio per noi.
T Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Durante l'anno
G L'angelo del Signore portò l'annuncio a Maria. T Ed ella concepì per opera dello Spirito Santo. Ave, o Maria...
Ci Ecco, io sono la serva del Signore. T Si compia in me la tua parola. Ave, o Maria...
G 11 Verbo di Dio si è fatto uomo. T E venne ad abitare in mezzo a noi. Ave, o Maria...
G Prega per noi, santa Madre di Dio. T E saremo degni delle promesse di Cristo.
G Preghiamo.
O Padre,
tu hai voluto che il tuo Verbo
si facesse uomo nel grembo della Vergine Maria:
concedi a noi, che adoriamo il mistero
del nostro Redentore, vero Dio e vero uomo,
di essere partecipi della sua vita immortale.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
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Nel tempo pasquale
G Regina del cielo, rallegrati, alleluia! T Cristo che hai portato nel grembo, alleluia!
G È risorto, come aveva promesso, alleluia! T Prega il Signore per noi, alleluia!
G Rallegrati, Vergine Maria, alleluia! T II Signore è davvero risorto, alleluia!
G Preghiamo.
O Dio, con la risurrezione di Cristo, tuo Figlio,
hai ridato al mondo la gioia:
concedi a noi,
per intercessione della madre sua,
la Vergine Maria,
di giungere alla felicità senza fine.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
G Presentiamo a Dio la nostra vita
perché sia una lode alla sua gloria.
T Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.
G In Gesù siamo figli di Dio.
Insieme a lui rivolgiamoci al Padre dicendo:
T Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano
e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non c'indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.
G Adoriamo il Signore in spirito e verità
e doniamo a lui noi stessi e le nostre azioni.
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T Ti adoro, mio Dio,
e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano
e conservato in questa notte. Ti offro le azioni della giornata: fa' che siano tutte secondo la tua santa volontà
e per la maggior tua gloria.
Preservami dal peccato e da ogni male. La tua grazia sia sempre con me
e con tutti i miei cari. Amen.
G Rinnoviamo l'offerta della nostra fede a Dio,
fonte della nostra salvezza.
T Mio Dio, perché sei verità infallibile,
credo fermamente tutto quello che tu hai rivelato
e la santa Chiesa ci propone a credere.
Ed espressamente credo in te,
unico vero Dio in tre Persone uguali e distinte,
Padre, Figlio e Spirito Santo.
E credo in Gesù Cristo, Figlio di Dio,
incarnato e morto per noi,
il quale darà a ciascuno, secondo i meriti,
il premio o la pena eterna.
Conforme a questa fede voglio sempre vivere.
Signore, accresci la mia fede.
G Diciamo al Signore la nostra fiducia in lui
e nella salvezza che, un giorno,
per suo dono avrà compimento.
T Mio Dio, spero dalla tua bontà,
per le tue promesse e per i meriti di Gesù Cristo,
nostro Salvatore,
la vita eterna e le grazie necessarie
per meritarla con le buone opere,
che io debbo e voglio fare.
Signore, che io possa goderti in eterno.
G Impegniamoci a vivere questa giornata nell'amore come esperienza di salvezza.
T Mio Dio, ti amo con tutto il cuore sopra ogni cosa, perché sei bene infinito e nostra eterna felicità;
e per amor tuo amo il prossimo come me stesso,
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e perdono le offese ricevute. Signore, che io ti ami sempre più.
G La Vergine Maria, madre del Salvatore,
sia per noi speranza di salvezza.
T Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
G L'angelo custode ci accompagni con la sua protezione
per tutto il giorno.
T Angelo di Dio, che sei il mio custode,
illumina, custodisci, reggi e governa me,
che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen.
G Maria, aiuto dei cristiani, T prega per noi. Nel nome del Padre...
PREGHIERE TRADIZIONALI DELLA SERA
G Nel nome di quel Dio, che ci sostiene nell'esistenza e da cui riceve il vero senso tutto il nostro agire, ci disponiamo a chiudere questa giornata.
T Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
G Ogni giorno è una nuova esperienza dell'amore fedele di Dio. A lui la nostra adorazione e il nostro ringraziamento.
T Ti adoro, mio Dio,
e ti amo con tutto il cuore.
Ti ringrazio di avermi creato,
fatto cristiano e conservato in questo giorno. Perdonami il male oggi commesso,
e se qualche bene ho compiuto, accettalo. Custodiscimi nel riposo e liberami dai pericoli. La tua grazia sia sempre con me
e con tutti i miei cari. Amen.
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G Ogni giorno è anche una nuova esperienza della nostra fragilità. Domandiamo perdono dei nostri peccati.
È conveniente sostare in silenzio durante un tempo ragionevole per un esame di coscienza personale sulla giornata.
T Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore
dei miei peccati,
perché peccando ho meritato i tuoi castighi,
e molto più perché ho offeso te,
infinitamente buono
e degno di essere amato sopra ogni cosa. Propongo con il tuo santo aiuto di non offenderti mai più
e di fuggire le occasioni prossime di peccato. Signore, misericordia, perdonami.
Oppure, secondo una delle forme proprie della Liturgia:
T Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli,
che ho molto peccato
in pensieri, parole, opere e omissioni,
per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa.
E supplico la beata sempre vergine Maria,
gli angeli, i santi e voi, fratelli,
di pregare per me il Signore Dio nostro.
Oppure
G Pietà di noi, Signore.
T Contro di te abbiamo peccato.
G Mostraci, Signore, la tua misericordia. T E donaci la tua salvezza.
Oppure
G Signore, che a Pietro pentito hai offerto il tuo perdono, T Signore, abbi pietà di noi.
G Cristo, che al buon ladrone hai promesso il paradiso, T Cristo, abbi pietà di noi.
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Signore, che accogli ogni uomo che si affida alla tua misericordia,
T Signore, abbi pietà di noi.
Oppure
G Signore, che comandi di perdonarci prima di venire al tuo altare, T Signore, abbi pietà di noi.
G Cristo, che mandi il tuo Spirito a creare in noi un cuore nuovo, T Cristo, abbi pietà di noi.
G Signore, che verrai un giorno a giudicare le nostre opere, T Signore, abbi pietà di noi.
G Rinnovati e riconciliati dal pentimento
diciamo con cuore di figli:
T Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.
G Il termine della giornata ci richiama il termine della vita. Professiamo la nostra fede, nella quale vogliamo vivere
e morire.
T Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra;
e in Gesù Cristo,
suo unico Figlio, nostro Signore,
il quale fu concepito di Spirito Santo,
nacque da Maria Vergine,
patì sotto Ponzio Pilato,
fu crocifisso, morì e fu sepolto;
discese agli inferi;
il terzo giorno risuscitò da morte;
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salì al cielo,
siede alla destra di Dio Padre onnipotente;
di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello Spirito Santo,
la santa Chiesa cattolica,
la comunione dei Santi,
la remissione dei peccati,
la risurrezione della carne,
la vita eterna. Amen.
G Per rimanere fedeli al Signore fino alla morte,
invochiamo l'aiuto di Maria.
T Cara madre Vergine Maria,
fa' che io salvi l'anima mia.
Ave, o Maria...
G Gesù, Giuseppe e Maria,
T vi dono il cuore e l'anima mia. Gesù, Giuseppe e Maria, assistetemi nell'ultima agonia. Gesù, Giuseppe e Maria, spiri in pace con voi l'anima mia.
G Preghiamo con fiducia Dio, nostro Padre, che ascolta con bontà la preghiera dei suoi figli.
• Per il Papa e per il nostro Vescovo:
T Il Signore li assista e li protegga per guidare il popolo di Dio.
G Per i superiori e i missionari: T Il Signore benedica il loro lavoro
e ricompensi le loro fatiche.
G Per i nostri genitori, benefattori, amici
e per le persone raccomandate alle nostre preghiere: T Il Signore premi con la vita eterna quelli che ci fanno del bene.
G Per i cooperatori e gli exallievi: T Dio li conservi nella sua grazia, fedeli agli insegnamenti di Don Bosco.
G Per la nostra comunità:
T il Signore ci conservi nell'amore e nella pace sull'esempio della famiglia di Nazaret.
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D O Signore misericordioso,
nella tua provvidenza ci hai donato san Giovanni Bosco,
padre e maestro della gioventù,
che, guidato dalla Vergine Maria,
lavorò con infaticabile zelo per il bene della Chiesa;
suscita anche in noi la stessa fiamma di carità,
che ci spinga a salvare le anime e servire te solo.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
G Guardiamo a Maria segno di sicura speranza
e consolazione per tutti gli uomini,
specialmente per quelli che soffrono
e per gli ammalati della comunità ispettoriale.
T Salve, Regina, madre di misericordia;
vita, dolcezza e speranza nostra, salve.
A te ricorriamo, noi esuli figli di Eva:
a te sospiriamo, gementi e piangenti
in questa valle di lacrime.
Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi.
E mostraci, dopo questo esilio, Gesù,
il frutto benedetto del tuo seno.
O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.
D 11 Signore ci benedica, ci liberi da ogni male,
e ci conduca alla vita eterna.
T Amen.
G Maria, aiuto dei cristiani, T prega per noi.
Nel nome del Padre...
«Dopo la preghiera serale, il direttore o chi per esso, secondo la tradizione salesiana, rivolga alla comunità fraterne parole di "buona notte"» (Reg. 48).
Caratteristica della tradizione salesiana ed elemento di notevole rilevanza nello stile educativo di Don Bosco è un certo clima di silenzio e di raccoglimento dopo la preghiera serale.
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1.4. LA MEDITAZIONE DEL SALESIANO
La meditazione, garanzia di gioiosa perseveranza
«Una forma indispensabile di preghiera è per noi l'orazione mentale. Essa rafforza la nostra intimità con Dio, salva dall'abitudine, conserva il cuore libero e alimenta la dedizione verso il prossimo. Per Don Bosco la meditazione è garanzia di gioiosa perseveranza nella vocazione» (Cost. 93). È importante quindi non solo fare sempre la meditazione (cf Reg. 71), ma occorre saper prendere propositi concreti ed efficaci (cf MB 9,708).
Fare la meditazione riuniti insieme e concluderla con una preghiera quotidiana di consacrazione o affidamento a Maria è caratteristica della tradizione salesiana (cf Reg. 74).
Quel colloquio con Dio che si attua nell'orazione mentale ha una sua autonomia e un suo «itinerario» specifico: lectio, meditatio, oratio, contemplatio. Per tale ragione non è bene sostituirla sistematicamente con la Liturgia della Parola e l'omelia della Messa, con l '«Ufficio di Lettura» celebrato in comune, con la preghiera delle Lodi prolungando la lettura biblica.
La struttura ordinaria della nostra meditazione è la seguente: preghiera d'introduzione e invocazione dello Spirito Santo, lettura, meditazione personale, proposito, preghiera di conclusione. Di queste parti, la prima e l'ultima soprattutto accentuano la dimensione comunitaria.
Contenuto privilegiato della meditazione è la Parola di Dio, alla cui mensa attingiamo ogni giorno per crescere in genuinità di culto e in capacità di annunciare il Vangelo ai fratelli. Le forme alternative di meditazione possono essere molteplici.
La meditazione può essere costituita dalla celebrazione in comune dell'Ufficio delle Ore, particolarmente in alcuni periodi dell'anno liturgico, per aiutare la comunità a penetrarne e a viverne lo spirito. Dopo le letture è conveniente lasciare uno spazio al silenzio e alla riflessione personale.
Altra forma alternativa è una celebrazione della Parola, specie in preparazione a feste liturgiche e di famiglia. Gli ele
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menti celebrativi siano tra loro compaginati al fine di favorire la riflessione personale.
Queste forme sostitutive devono chiudersi con la preghiera di «affidamento a Maria Ausiliatrice».
È inoltre possibile unire, occasionalmente, le Lodi alla meditazione. La riflessione personale può essere collocata dopo la lettura breve o allungata, eventualmente seguita da omelia, e avrà come oggetto la parola di Dio ascoltata. Il responsorio fa da raccordo. Infine, la preghiera di affidamento.
La meditazione può far parte della celebrazione dell'Eucaristia. Si dia in tal caso rilievo ai momenti dove la preghiera personale è già indicata dalla Liturgia; dopo l'omelia, si lasci uno spazio maggiore per la meditazione sulla Parola ascoltata. La meditazione può ordinariamente precedere la Messa come preparazione personale, o seguirla come prolungamento dell'azione liturgica.
In particolari occasioni la meditazione è sostituita dalla celebrazione solenne dell'Eucaristia.
PREGHIERA COMUNITARIA
DI INTRODUZIONE ALLA MEDITAZIONE
La preghiera comunitaria d'introduzione aiuta a mettersi nelle condizioni necessarie di attenzione, disponibilità e docilità. Essa consiste in un invito al raccoglimento (presenza di Dio) e all'impegno, e dà particolare rilievo all'invocazione dello Spirito Santo.
E soprattutto in questo momento introduttivo, come pure in quello conclusivo, che la comunità potrà «favorire la varietà delle forme e incoraggiare i confratelli nel loro impegno» (Reg. 71).
Gioverà sottolineare alcune circostanze particolari (primo venerdì, commemorazione mensile di Maria Ausiliatrice e di Don Bosco, altre ricorrenze salesiane) sia variando la forma sia con il canto (Veni Sancte Spiritus, ecc.).
Si suggeriscono diversi schemi a scelta. Si può sempre variare anche la forma, pregando tutti insieme, a cori alternati, o rispondendo con un ritornello (ad esempio: Vieni, o Spirito Santo; oppure: Vieni, o Spirito d'Amore) al solista.
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Prima forma (tradizionale)
G 11 Signore che ha chiamato tutti noi a una preghiera incessante ci renda consapevoli della sua presenza per essere disponibili agli inestimabili doni del suo Spirito. 11 silenzio si faccia per noi ascolto e meditazione del mistero di Dio.
T Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
G Vieni, o Spirito creatore, T visita le nostre menti,
riempi della tua grazia
i cuori che hai creato.
O dolce consolatore, dono del Padre altissimo, acqua viva, fuoco, amore, santo crisma dell'anima.
Dito della mano di Dio, promesso dal Salvatore, irradia i tuoi sette doni, suscita in noi la parola.
Sii luce all'intelletto,
fiamma ardente nel cuore; sana le nostre ferite
col balsamo del tuo amore.
Difendici dal nemico, reca in dono la pace, la tua guida invincibile ci preservi dal male.
Luce d'eterna sapienza, svelaci il grande mistero di Dio Padre e del Figlio uniti in un solo Amore. Amen.
G Manda il tuo Spirito e tutto è creato. T E rinnovi la faccia della terra.
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G Preghiamo.
O Dio, che con il dono dello Spirito Santo
guidi i credenti alla piena luce della verità,
donaci di gustare nel tuo Spirito la vera sapienza
e di godere sempre del suo conforto.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Oppure il testo latino
Veni, creator Spiritus, mentes tuorum visita, imple superna gratia, quae tu creasti pectora.
Qui diceris Paraclitus, donum Dei altissimi, fons vivus, ignis, caritas et spiritalis unctio.
Tu septiformis munere, dextrae Dei tu digitus, tu rite promissum Patris sermone ditans guttura.
Accende lumen sensibus, infunde amorem cordibus, infirma nostri corporis, virtute firmans perpeti.
Hostem repellas longius pacemque dones protinus; ductore sic te praevio vitemus omne noxium.
Per te sciamus da Patrem noscamus atque Filium, te utriusque Spiritum credamus omni tempore. Amen.
G Emitte Spiritum tuum, et creabuntur. T Et renovabis faciem terrae.
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G Oremus.
Deus,
qui corda fidelium
Sancti Spiritus illustratione docuisti:
da nobis in eodem Spiritu recta sapere;
et de eius semper consolatione gaudere.
Per Christum Dominum nostrum.
T Amen.
Oppure
G Vieni, o Spirito Santo, T manda a noi dal cielo un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto, ospite dolce dell'anima, dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto.
O luce beatissima, invadi nell'intimo il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza, nulla è nell'uomo, nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato.
Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni.
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Dona virtù e premio, dona morte santa,
dona gioia eterna. Amen.
Seconda forma (breve)
Questa forma è preferibile quando la meditazione è precec'uta da una celebrazione comunitaria, come le Lodi o la Messa. In tal caso, si continua, dopo una pausa di silenzio, in questo modo o altro analogo:
G Prolunghiamo ora il nostro dialogo con il Signore
nell'intima profondità dell'orazione mentale.
Invochiamo insieme il Dono del Padre
promesso da Gesù.
T Vieni, Spirito Santo,
riempi il cuore dei tuoi fedeli,
accendi in essi il fuoco del tuo amore.
G Manda il tuo Spirito e tutto è creato. T E rinnovi la faccia della terra.
G Preghiamo.
O Dio, che con il dono dello Spirito Santo
guidi i credenti alla piena luce della verità,
donaci di gustare nel tuo Spirito la vera sapienza
e di godere sempre del suo conforto. Per Cristo nostro Signore. T Amen.
Oppure
G Beato l'uomo di integra condotta, che cammina nella legge del Signore. T Beato chi è fedele ai suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore (Salmo 118,1-2).
G Preghiamo insieme.
T Lo Spirito che abita nei nostri cuori
sia, o Padre, la voce della nostra preghiera:
ci guidi nel dialogo con te
a scoprire le ricchezze del tuo amore
e trasformi con la sua grazia la nostra vita;
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ci renda coraggiosi, tempestivi e fedeli
nell'attuare la consacrazione battesimale e religiosa, al servizio della nostra particolare missione per i giovani, nella Chiesa e nel mondo.
Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen.
Oppure
G Signore, che cos'è un uomo perché te ne curi?
Un figlio d'uomo perché te ne dia pensiero?
L'uomo è come un soffio,
i suoi giorni come ombra che passa (Salmo 143,3-4).
T Signore, tu mi scruti e mi conosci,
tu sai quando seggo e quando mi alzo.
Penetri da lontano i miei pensieri,
mi scruti quando cammino e quando riposo.
Ti sono note tutte le mie vie;
la mia parola non è ancora sulla lingua
e tu, Signore, già la conosci tutta. Alle spalle e di fronte mi circondi
e poni su di me la tua mano. Stupenda per me la tua saggezza, troppo alta, e io non la comprendo.
G Quanto profondi per me i tuoi pensieri, quanto grande il loro numero, o Dio!
T Scrutami, Dio, e conosci il mio cuore, provami e conosci i miei pensieri: vedi se percorro una via di menzogna
e guidami sulla via della vita (Salmo 138,1-6.17.23-24).
Come forma breve, si può anche recitare o cantare insieme solo una o due strofe (a scelta) del Veni, creator Spiritus o del Veni, Sancte Spiritus.
Terza forma (circostanziale)
I testi qui proposti (e altri opportunamente scelti dalla Sacra Scrittura o dalla liturgia del giorno, particolarmente nei tempi forti) possono servire da stimolo e avvio, continuando
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poi singolarmente l'orazione mentale secondo le proprie esigenze.
Questa forma si può unire alla precedente, in modo però da assicurare un tempo sufficientemente prolungato per la meditazione personale. Una affannosa preoccupazione per non oltrepassare la mezz'ora prescritta non è certamente la disposizione migliore per fare bene e con frutto l'orazione mentale.
G T'invoco con tutto il cuore, Signore, rispondimi. T Custodirò i tuoi precetti.
G I miei occhi prevengono le veglie.
T Per meditare sulle tue promesse (Salmo 118,145.148).
Oppure
G Manda, o Signore, la tua verità e la tua luce. T Siano esse a guidarmi.
G Mi portino al tuo monte santo e alle tue dimore. T Al Dio della mia gioia e del mio giubilo (Salmo 42,3-4).
Si sceglie poi un brano, che viene proclamato da un lettore. Bastano alcuni versetti, secondo i casi.
Se si tratta di un salmo o di un testo di preghiera, può anche essere recitato a coro unico o alterno.
— Salmo 1: Le due vie
— Salmo 8: La gloria di Dio è l'uomo vivente
— Salmo 22: Il Signore è il mio pastore
— Salmo 24: La vita ringiovanisce nella speranza
— Salmo 26: Con Dio nessun timore
— Salmo 41: La nostalgia di Dio
— Salmo 62: La sete di Dio
— Salmo 83: Il desiderio della casa del Signore
— Salmo 89: La fragilità dell'uomo
— Salmo 102: Dio è amore e misericordia
— Salmo 118: Beato chi è fedele ai precetti del Signore
— Salmo 129: Dal profondo della propria esistenza
— Es 3,1-15: Io-sono mi ha mandato a voi (Mosè)
— I Sam 3,1-11: Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta (Samuele)
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— 2 Sam 7,18-29: Tu sei Dio, le tue parole sono verità (Davide)
— Sap 9,1-18: Dammi la sapienza, che è accanto a te (Salomone)
— I Re 19,1-14: Su mangia, è troppo lungo per te il cammino (Elia)
— /s 5,1-7: Il mio diletto possedeva una vigna
— Ger 18,1-12: Come l'argilla nelle mani del vasaio
— Gio 4,1-11: So che tu sei un Dio misericordioso e clemente
— Sap 11,21-12,2: 0 Signore, amante della vita
— Dt 6,4-12: Con tutto il cuore, con tutta l'anima...
— Mt 6,1-17: Hanno già ricevuto la loro ricompensa
— Mt 6,25-34: Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia
— Mt 7,1-12: Togli prima la trave dal tuo occhio
— Mt 7,13-27: Dai loro frutti li riconoscerete
— Mt 11,25-30: Hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti
— Mt 25,1-13: Non sapete né il giorno né l'ora
— Mt 25,14-30: Bene, servo buono e fedele
— Mt 25,31-46: Non lo avete fatto a me
— Gc 1,2-15: Se qualcuno di voi manca di sapienza, la domandi a Dio
— Gc 1,16-27: Non andate fuori strada
— Gc 2,1-13: Non mescolate a favoritismi personali la vostra fede
— Gc 2,14-26: La fede senza le opere è morta
— Gc 3,1-18: Un frutto di giustizia viene seminato nella pace
— Gc 4,1-12: Chi sei tu che ti fai giudice del tuo prossimo?
Quarta forma (esperienza cristiana e salesiana)
Si possono anche scegliere brani significativi e adatti sia nella linea della propria spiritualità salesiana, sia dalla ricchissima tradizione cristiana, ad esempio:
e Dagli scritti di Don Bosco riportati nelle cinque appendici nel libretto delle Costituzioni (Ai soci salesiani, Il Sistema preventivo, Lettera da Roma, Ricordi ai primi missionari, Testamento spirituale).
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n Dalle Costituzioni (lettura in comune di uno o due articoli, in particolare):
«Il libro della Regola è per noi Salesiani il testamento vivo di Don Bosco. Egli ci dice: "Se mi avete amato in passato, continuate ad amarmi in avvenire con l'esatta osservanza delle nostre Costituzioni".
Don Michele Rua, primo successore di Don Bosco, ci ripete: — Quando il nostro Padre inviò i suoi primi figli in America, volle che la fotografia lo rappresentasse in mezzo a loro nell'atto di consegnare a don Giovanni Cagliero, capo della spedizione, il libro delle Costituzioni, come dicesse: "Vorrei accompagnarvi io stesso, ma quello che non posso fare io, lo faranno queste Costituzioni. Custoditele come preziosissimo tesoro!"». (Proemio delle Costituzioni)
Ti rendiamo grazie, Padre,
perché ci hai chiamati per nome, uno per uno,
da tutti i continenti
per essere nella Chiesa segni e portatori del tuo amore.
Hai fatto sgorgare anche per noi
dal cuore stesso di Cristo, tuo apostolo,
quella carità pastorale
che contrassegna il nostro ardore ecclesiale
con il dono della predilezione verso i giovani.
Ti adoriamo con filiale gratitudine
perché il tuo Paraclito, lo Spirito del Signore,
ci accompagna con la grazia della sua consacrazione
nel vivere ogni giorno la totalità del nostro dono,
rinnovando il mistero dell'Alleanza battesimale
per una sua espressione più intima e piena.
Concedi, Padre misericordioso,
di saper percorrere fino alla mèta, guidati da Maria,
questa via che conduce all'Amore.
Nella professione religiosa
hai fatto sbocciare in noi un'esaltante novità,
che è oblazione, azione di salvezza, liturgia della vita.
Insegnaci a contemplare,
attraverso il progetto di questa Regola,
il cuore indiviso del tuo Unigenito;
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permea la nostra libertà con la potenza del tuo Spirito affinché tutti noi, che stiamo con Don Bosco, possiamo fedelmente adempiere con il tuo aiuto ciò che per tuo dono abbiamo promesso con gioia. (Dalla Presentazione alle Costituzioni)
• Dai Documenti del Concilio Vaticano II (qualche breve paragrafo).
n Dai classici della spiritualità cristiana (Giovanni della Croce, Teresa d'Avila, Francesco di Sales, ecc.).
Qui di seguito sono proposti testi che esprimono momenti di forte esperienza spirituale di alcuni apostoli di tutti i tempi e che possono stimolare con profitto l'impegno nella fatica del fare orazione mentale per dare ogni giorno più profondità alla nostra vita.
O Signore, nostro Dio,
nostra unica speranza,
vienici incontro,
salvaci dallo scoraggiamento,
affinché non cessiamo di cercarti.
Fa' che aneliamo sempre al tuo volto,
senza fermarci lungo il cammino che porta a te.
Donaci forza per la ricerca,
tu che ci hai dato la grazia d'incontrarti
e ci hai dato la speranza
di una conoscenza ancora più grande.
La nostra fermezza e la nostra debolezza stanno davanti a te:
risanaci nella nostra debolezza
e consolida la nostra forza. Fa' che ci ricordiamo sempre di te, che ti possiamo comprendere ed amare.
Accresci in noi i tuoi doni
fino al nostro rinnovamento totale. Amen. (Sant'Agostino, adatt.)
O Signore, nostro Dio,
insegnaci dove e come cercarti, dove e come trovarti.
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Tu abiti in una luce inaccessibile:
come potremo raggiungerla?
Chi ci introdurrà ad essa, perché possiamo vederti?
Sei tu, o Signore, che metti in noi
questo tormento di te, questo desiderio di trovarti:
illumina i nostri occhi
e mostraci lo splendore del tuo volto!
Donaci la gioia della tua presenza,
perché senza di te
il nostro cuore rimane inquieto e senza pace.
Abbi pietà dei faticosi sforzi
che gli uomini compiono nel cammino verso di te.
Non lasciare, che il nostro cuore inaridisca
lontano da te:
fa' che respiri e si dilati nella tua speranza.
Dal profondo della nostra debolezza
ci sia concesso, a tratti, di intravedere la tua luce,
per prendere coraggio.
Insegnaci a cercarti,
e mostrati quando ti cerchiamo,
perché nessuno di noi ti può cercare
se tu non illumini la nostra strada,
nessuno di noi ti può trovare
se tu non ci disveli il tuo volto. •
(Sant'Anselmo, adatt.)
Accordaci, o Dio misericordioso,
di desiderare con ardore ciò che tu approvi,
di ricercarlo con prudenza, di riconoscerlo con verità,
di compierlo con perfezione,
a lode e gloria del tuo nome.
Metti ordine nella nostra vita,
e concedi di conoscere quel che vuoi che facciamo
e di compierlo bene e utilmente
per la salute della nostra anima.
Concedi di portare sempre il nostro cuore verso di te,
e, quando veniamo meno, di giudicare i nostri falli
con dolore e col fermo proposito di correggerci.
Rendici, o Signore,
obbedienti senza contraddizione;
4ioveri, senza risentimento;
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casti, senza corruzione;
pazienti, senza proteste;
umili, senza finzione;
lieti, senza dissipazione;
tristi, senza abbattimento;
riservati, senza rigidezza;
attivi, senza leggerezza;
timorati di te, senza scoraggiamento;
sinceri, senza doppiezza;
benèfici, senza presunzione;
amorevoli, senza superbia
nel correggere il nostro prossimo,
capaci di edificarci a vicenda
con la parola e con l'esempio,
senza ipocrisia. Amen.
(San Tommaso d'Aquino, adatt.)
O Signore, nostro unico Dio e nostro tutto,
non permettere che ci perdiamo in ciò che è vano.
Non permettere che doniamo il nostro cuore
alle cose della terra,
e che una qualsiasi tra di esse ci allontani da te.
Signore Gesù,
fa' che ti amiamo con cuore puro e fervente.
Fa' che ti amiamo con un'intensità ancora più grande
di quella con cui gli uomini amano le cose loro.
Fa' che abbiamo nell'amarti
quella stessa tenerezza e quella stessa costanza
che è così ammirata nell'amore umano.
Fa' che sentiamo che tu solo sei la nostra gioia,
il nostro solo rifugio, la nostra sola forza,
la nostra sola speranza, il nostro unico amore.
(Card. Newman)
Spirito Santo Paraclito,
perfeziona in noi l'opera iniziata da Gesù;
rendi forte e continua la preghiera
che facciamo in nome del mondo intero;
accelera per ciascuno di noi
i tempi di una profonda vita interiore;
dà slancio al nostro apostolato,
che vuol raggiungere tutti gli uomini e tutti i popoli,
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tutti redenti dal sangue di Cristo,
e tutti sua eredità.
Mortifica la nostra presunzione;
...che nessun legame terreno ci impedisca
di far onore alla nostra vocazione;
...nessun calcolo riduca gli spazi immensi della carità
dentro le angustie dei nostri egoismi.
Tutto sia grande in noi:
la ricerca e il culto della verità,
la prontezza al sacrificio...
e tutto, infine, corrisponda all'estrema preghiera
del Figlio al Padre celeste,
e a quella effusione che di te, Santo Spirito d'amore,
il Padre e il Figlio vollero
sulla Chiesa e sulle sue istituzioni,
sulle anime e sui popoli. Amen.
(Papa Giovanni XXIII)
Noi crediamo che tu rimani con noi
tutti i giorni, fino alla fine,
nella quale il calice amaro della tua morte
deve essere vuotato totalmente.
Tu rimani con noi, e questo ci basta.
Rimani, o Signore, con noi
per mezzo del tuo Santo Spirito:
lo Spirito del rispetto dovuto a Dio,
lo spirito di compunzione, di umiltà,
di quel timore che non vuole recare oltraggio
alla santità di Dio col peccato;
lo spirito di fede, lo spirito di amore alla preghiera,
lo spirito di coraggio e di responsabilità
per le cose del tuo Vangelo e del tuo Regno,
in questo mondo e in questo nostro tempo;
lo spirito di magnanimità e di grandezza d'animo,
assieme alla grazia di amare la tua Croce.
Concedi a noi di saper riconoscere
— anche in tutto ciò che interrompe i piani
e i calcoli della nostra vita
la tua croce e la partecipazione alla tua morte,
che è segno della vera vita.
(K. Rahner, adatt.)
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Noi siamo battezzati nel tuo Spirito, o Signore,
la sua forza è venuta su di noi.
Egli può condurci
fino all'estremità del mondo.
Fa' che non ci chiudiamo
nel timore o nell'indifferenza,
e che non spegniamo in noi questo fuoco.
Dispiega in noi la sua forza,
e noi andremo
dove egli ci manda
a rinnovare la terra...
Fa' scendere il tuo Spirito su di noi,
tua Chiesa di oggi,
e riempi della sua forza
le nostre parole impotenti.
Metti sulle nostre labbra un nuovo linguaggio:
che il mondo lo possa comprendere,
che gli uomini d'oggi
imparino nella loro lingua
il tuo messaggio di liberazione...
Apri le nostre labbra
a ogni parola buona;
fa' che parliamo il tuo linguaggio,
perché tu sei il vincolo
dell'unità e dell'amore.
(F. Cromphout, adatt.)
In tutto, o Signore, sappiamo di essere limitati: salute, cognizioni, modo di agire, attività; ma l'amore che è in noi
non conosce che i limiti datigli dal nostro egoismo... Abbiamo fuggito la santità, abbiamo avuto timore, abbiamo tergiversato, esitato,
proceduto con calcoli meschini,
proprio quando più si imponeva una piena dedizione... Gesù Signore, eccoci con le nostre viltà e i nostri sciocchi desideri;
concedici la tua benevolenza e il tuo aiuto: abbiamo veramente bisogno della tua infinita bontà! Dimentica che siamo stati dei pessimi amici: vorremmo iniziare con te un'amicizia nuova,
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un'amicizia giovane e ardente,
un'amicizia in cui tutto sia veramente comune,
un'amicizia per la vita e per la morte.
Donaci un cuore nuovo, un cuore fedele e umile
come quello della santa Madre tua,
ardente e fiero come quello di Paolo.
Ottienici da Gesù, o Madre divina,
che egli ci riaffidi ancora
il nostro posto di combattimento,
un posto in cui gli sappiamo restare fedeli.
(S. Lyonnet, adatt.)
PREGHIERA COMUNITARIA
DI CONCLUSIONE DELLA MEDITAZIONE
Si offrono varie forme a scelta.
Preghiera di affidamento
G Beati quelli che ascoltano la Parola di Dio. T E la vivono ogni giorno.
G Rinnoviamo il nostro affidamento al Signore e la nostra dedizione alla missione giovanile e chiediamo a Maria il dono della fedeltà:
T Santissima e Immacolata Vergine Ausiliatrice Madre della Chiesa,
ispiratrice e sostegno della nostra Congregazione, noi ci poniamo sotto la tua protezione materna
e ti promettiamo di voler sempre operare, fedeli alla vocazione salesiana, alla maggior gloria di Dio
e alla salvezza del mondo.
Ti preghiamo, fiduciosi nella tua intercessione, per la Chiesa,
per la Congregazione e la Famiglia Salesiana, per i giovani, soprattutto i più poveri, per tutti gli uomini che Cristo ha redenti.
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Insegnaci, tu che sei stata la Maestra di Don Bosco,
a imitare le sue virtù:
in particolare l'unione con Dio,
la sua vita casta, umile e povera,
l'amore al lavoro e alla temperanza,
la bontà e la donazione illimitata ai fratelli,
la sua fedeltà al Papa e ai Pastori della Chiesa.
Fa', o Maria Ausiliatrice,
che il nostro servizio al Signore
sia fedele e generoso fino alla morte,
e donaci di giungere alla gioia della piena comunione
nella Casa del Padre. Amen.
Forma alternativa
G Signore, da chi andremo? T Tu solo hai parole di vita eterna.
G Rinnoviamo la nostra consacrazione al Signore,
ricordandoci di san Giovanni Bosco,
nostro padre e modello.
T Signore Dio, nostro Padre,
amore fedele, totale e gratuito,
per realizzare i tuoi disegni di amore
hai voluto sempre servirti di uomini.
Lungo la storia della salvezza,
Abramo e Mosè,
Maria e gli apostoli,
tutti i cristiani,
tutta la Chiesa,
rispondendo liberamente alla tua chiamata,
sono diventati tuoi collaboratori
per la salvezza del mondo.
Hai chiamato san Giovanni Bosco,
che si è donato totalmente alla salvezza della gioventù.
Hai chiamato pure noi
per continuare la missione di Don Bosco
nella Famiglia Salesiana.
Grazie, Signore, per la nostra vocazione.
Donaci il tuo Spirito
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perché siamo fedeli alla nostra consacrazione,
e perché, liberati dai nostri egoismi, possiamo essere Don Bosco vivo, per i giovani del nostro tempo. Amen.
Terza forma
G Io percorro la via dei tuoi comandamenti. T Perché tu mi hai dilatato il cuore.
G Rinnoviamo la nostra consacrazione al Signore, perché il suo volto illumini tutta la nostra vita. T Dio Padre,
tu mi hai consacrato a te nel giorno del battesimo. In risposta all'amore del Signore Gesù tuo Figlio, che mi chiama a seguirlo più da vicino,
e condotto dallo Spirito Santo che è luce e forza,
io, in piena libertà, mi offro totalmente a te,
impegnandomi a donare tutte le mie forze
a quelli a cui mi manderai,
specialmente ai giovani più poveri,
a vivere nella Società Salesiana
in fraterna comunione di spirito e di azione,
e a partecipare in questo modo alla vita
e alla missione della Chiesa.
La tua grazia, Padre,
l'intercessione di Maria santissima Ausiliatrice,
di san Giuseppe,
di san Francesco di Sales,
di san Giovanni Bosco,
e i miei fratelli salesiani
mi assistano ogni giorno e mi aiutino ad essere fedele. Amen.
Quarta forma
G Al mattino saziaci con il tuo amore. T E grideremo di gioia tutto il giorno.
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G Grazie, Signore, per Don Bosco:
T Tu ce lo hai donato come padre e maestro. In lui celebriamo le meraviglie del tuo amore, uno splendido accordo di natura e di grazia, fusi in un unico progetto di vita: il servizio dei giovani.
G Vergine Maria,
T Tu hai sempre guidato Don Bosco
e lo hai sostenuto nella sua opera. Noi crediamo che sei presente tra noi
e continui la tua «missione di Madíe della Chiesa
e Ausiliatrice dei cristiani».
Ci affidiamo a te,
umile serva in cui il Signore ha fatto grandi cose, per diventare tra i giovani
testimoni dell'amore inesauribile del tuo Figlio. Amen.
1.5. LA LETTURA SPIRITUALE
La lettura spirituale nella comunità salesiana
La vita spirituale ha un suo valido aiuto anche nella lettura spirituale. Essa deve disporre il nostro spirito all'incontro con Dio. Non ogni lettura è lettura spirituale, ci ricorda san Francesco di Sales; egli sottolinea tre elementi essenziali: ciò che si legge, come si legge, e perché si legge.
La lettura, fatta comunitariamente, unifica le menti e i cuori. La nostra tradizione vuole che in ogni comunità salesiana si riservi ogni giorno •<qualche tempo alla lettura spirituale>. (Reg. 71).
Può essere questo il momento dedicato alla lettura delle lettere dei Superiori, di testi riguardanti la vita e lo spirito salesiano o altri argomenti di carattere spirituale.
Una buona scelta dei testi è molto importante, e non può essere lasciata all'improvvisazione dell'ultimo momento. Essa fa parte del compito di animazione della comunità proprio del Direttore, ma può essere convenientemente fatta di comune accordo, ad esempio in una delle assemblee comuni
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tane; coinvolti in questo modo, i confratelli si troveranno meglio disposti, sentendosi corresponsabili della scelta fatta. Variare con sobrietà la forma può anche aiutare nel continuo sforzo per rinnovare la nostra preghiera e non lasciarsi prendere dall'abitudine e dalla stanchezza.
In sostituzione della lettura spirituale si possono organizzare liturgie della Parola, specie in occasione di particolari celebrazioni anche della nostra vita salesiana. Ad esempio, per le feste di santi vicini alla nostra tradizione indichiamo, nell'apposita sezione, letture e schemi celebrativi. Anche seguendo l'impostazione ordinaria, dopo la lettura in luogo del dialogo conclusivo suggeriamo la recita corale di preghiere adatte per la circostanza che si vuole sottolineare. Il manuale presenta nelle varie sezioni materiale utilizzabile a tale scopo.
PREGHIERE PER LA LETTURA SPIRITUALE Primo schema
GT Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
G Vieni, Spirito Santo,
riempi i cuori dei tuoi fedeli
e accendi in essi il fuoco del tuo amore.
Manda il tuo Spirito e tutto è creato.
T E rinnovi la faccia della terra.
G Preghiamo.
O Dio, che con il dono dello Spirito Santo
guidi i credenti alla piena luce della verità,
donaci di gustare nel tuo Spirito la vera sapienza
e di godere sempre del suo conforto.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Lettura (da dieci a quindici minuti).
G Preghiamo Dio, nostro Padre:
il suo amore per noi ci dà la fiducia di essere esauditi. Tu ci hai dato Don Bosco come padre e maestro.
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T Concedi a noi di essere, come lui, i segni e i portatori del tuo amore ai giovani.
G Rendi fecondo con la tua grazia
il nostro lavoro apostolico.
T Donaci di imitare lo zelo e la dolcezza della carità di san Francesco di Sales.
G Suscita in molti giovani
una risposta generosa alla tua chiamata.
T Perché la Congregazione
possa continuare la sua missione di salvezza.
G Consola i nostri fratelli sofferenti, specialmente quelli che soffrono per la fede. T Liberali da tutte le loro tribolazioni.
G Ricordiamo i nostri fratelli defunti.
Si può leggere il necrologio, se non si è fatto comunitariamente in un altro momento della giornata.
G L'eterno riposo dona loro, o Signore. T E splenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace. Amen.
G O Signore,
che ci hai chiamati a seguirti più da vicino
e a collaborare con te alla salvezza dei giovani:
concedi a noi di restare fedeli
fino al termine della vita
alla nostra consacrazione apostolica.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Oppure
G O Signore misericordioso,
nella tua provvidenza ci hai donato san Giovanni Bosco,
padre e maestro della gioventù,
che, guidato dalla Vergine Maria,
lavorò con infaticabile zelo per il bene della Chiesa;
suscita anche in noi la stessa fiamma di carità,
che ci spinga a salvare le anime e servire te solo.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
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G Maria, aiuto dei cristiani, T prega per noi.
Nel nome del Padre...
Secondo schema
La comunità si trova insieme per la preghiera dei Vespri, e inserisce dopo le intercessioni e prima del Padre nostro la lettura del necrologio e la preghiera per i confratelli defunti. Dopo i Vespri si fa la lettura spirituale, in modo però che non si riduca ad un'appendice irrilevante.
Se non ci si riunisce dopo cena per le preghiere della sera, è conveniente inserire qui, alla fine, il tradizionale pensiero di «Buona notte» (Reg. 48).
1.6. LE PREGHIERE PRIMA E DOPO LE AZIONI Santificazione del lavoro
«Il salesiano si dà alla sua missione con operosità instancabile, curando di fare bene ogni cosa con semplicità e misura. Con il suo lavoro sa di partecipare all'azione creativa di Dio, di cooperare con Cristo alla costruzione del Regno» (Cost. 18).
«Il lavoro assiduo e sacrificato è una caratteristica lasciataci da Don Bosco» (Cost. 78). «Quando avverrà che un salesiano soccomba e cessi di vivere lavorando per le anime, allora direte che la nostra congregazione ha riportato un gran trionfo e sopra di essa discenderanno copiose le benedizioni del Cielo» (Testamento spirituale di Don Bosco, in appendice alle Costituzioni, p. 258).
Se fatta insieme, questa preghiera di inizio e conclusione si arricchisce della dimensione comunitaria, divenendo più eloquente testimonianza dell'impegno nella docilità all'azione dello Spirito e vicendevole stimolo e aiuto nel cammino di santificazione (cf Cost. 25).
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All'inizio di ogni attività
Una delle seguenti preghiere a scelta.
Se si prega insieme, si inizia e si conclude con il segno della croce, preceduto dall'invocazione «Maria, aiuto dei cristiani, prega per noi».
— Con il tuo amore, o Dio,
ispira e accompagna tutto ciò che facciamo,
cosicché ogni nostra preghiera e azione
abbia in te inizio e compimento. Per Cristo nostro Signore. Amen.
— O Dio, Padre buono e misericordioso, fa' che, nella ricerca dell'unico bene necessario, siamo sempre fedeli al nostro impegno di consacrati e generosi nel compimento della nostra missione. Per Cristo nostro Signore.
Amen.
— O Dio, onnipotente ed eterno, guida i nostri atti secondo la tua volontà, perché nel nome del tuo diletto Figlio portiamo frutti generosi di opere buone. Per Cristo nostro Signore.
Amen.
— O Dio, che sei il padrone della vigna e della messe e assegni a ciascuno il suo lavoro e la giusta ricompensa, aiutaci a portare il peso della nostra giornata, accettando serenamente la tua volontà.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
— O Dio, che in modo meraviglioso ci hai creati,
chiamandoci a partecipare alla tua vita,
aiutaci a non nascondere i talenti che ci hai donato,
ma a farli fruttificare generosamente
per il bene dei fratelli.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
71
— O Dio, che illumini ogni uomo, fa' risplendere su di noi la luce del tuo volto, perché i nostri pensieri
siano sempre permeati dalla tua sapienza,
e il nostro amore sia, come il tuo, gratuito e premuroso verso tutti. Per Cristo nostro Signore.
Amen.
— O Padre,
che ci sostieni con i doni della tua benevolenza,
guidaci con il tuo Spirito,
perché non solo con le parole
ma con le opere e con la vita,
possiamo renderti testimonianza
e così entrare nel regno dei cieli. Per Cristo nostro Signore. Amen.
— O Dio, nostro Padre,
in Gesù ci hai dato il modello e la sorgente
della nostra carità pastorale.
Per la grazia dello Spirito
fa' che i valori evangelici
vivifichino sempre la nostra vita
e il nostro impegno apostolico.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Preghiera di conclusione
— Per tutti i tuoi benefici,
ti rendiamo grazie, o Dio onnipotente, che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
— Ti lodi, Signore, la nostra voce, ti lodi il nostro spirito,
e poiché il nostro essere è dono del tuo amore, tutta la nostra vita si trasformi
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in una perenne liturgia di lode. Per Cristo nostro Signore. Amen.
— O Padre,
che esaudisci sempre le preghiere dei tuoi figli, ricevi il nostro umile ringraziamento e trasformaci con la potenza e la gioia del tuo Spirito, perché possiamo servirti con rinnovato entusiasmo. Per Cristo nostro Signore.
Amen.
— O Dio, nostro Padre,
tutto è dono della tua bontà:
noi ti ringraziamo
perché ci dai la gioia di essere tuoi figli.
Apri il nostro cuore ad accogliere la tua salvezza
e a glorificarti nella nostra vita.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
— O Dio, nostro Padre,
ti adoriamo con filiale gratitudine
perché il tuo Paraclito, lo Spirito del Signore,
ci accompagna con la grazia della sua consacrazione
nel vivere ogni giorno la totalità del nostro dono,
rinnovando il mistero dell'Alleanza battesimale
per una sua espressione più intima e piena.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
(Presentazione delle Cost., p. 6)
— Ti rendiamo grazie, o Padre,
per averci chiamati e consacrati
con il dono del tuo Spirito,
inviandoci a portare ai giovani il Vangelo di Gesù.
Fa' che la nostra vita di ogni giorno
sia un unico movimento di amore
nella ricerca della tua gloria
e della salvezza dei nostri fratelli.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
(Progetto di vita, p. 100s)
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— Ti ringraziamo, o Padre,
per aver colmato il cuore di Don Bosco
della predilezione per i giovani.
Arricchisci dello stesso dono di bontà
il cuore di ogni salesiano,
e facci scoprire in tutti i giovani la presenza di Gesi
perché siamo sempre pronti, come il nostro Fondaton
a offrire per essi tempo, doti e salute,
fino alla donazione totale della nostra vita.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
(Progetto di vita, p. 176)
Prima e dopo il lavoro e lo studio Preghiera di inizio
— O Signore, guida e sorreggi il nostro lavoro perché ci renda più uomini e fratelli continuando oggi la tua opera creatrice. Per Cristo nostro Signore.
Amen.
— O Signore, tu ci chiami
a ricercare con fatica la verità:
purifica il nostro cuore
perché nello studio
non ricerchiamo noi stessi
ma la vera sapienza,
per poterla donare ai nostri fratelli.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Preghiera di conclusione
— Accogli, o Signore,
la gioia e la fatica di questo lavoro;
e concedi che la nostra vita
trascorra sempre nell'operosa attesa del tuo Regno.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
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— Ti presentiamo, o Signore, la fatica del nostro studio: fa' che la nostra vita sia una continua ricerca di te. Per Cristo nostro Signore. Amen.
1.7. LE PREGHIERE PRIMA E DOPO I PASTI Benedizione e ringraziamento della mensa
La preghiera prima e dopo i pasti fa parte di quelle pratiche del buon cristiano che Don Bosco accolse nell'esperienza educativa del suo Oratorio. Alle modalità monastiche o conventuali, il Salesiano preferisce le forme sobrie e semplici, ma senza permettere che decadano in una recitazione distratta, priva di contenuto e di significato.
Giova ricordare che Don Bosco amava raccomandare ai suoi salesiani la frugalità e la temperanza nel mangiare e nel bere, come mezzo tanto efficace quanto semplice di ascesi cristiana e concreta testimonianza di povertà (cf Cost. 18 e, in appendice delle medesime, pp. 222, 224, 253 n. 9, 257).
Presentiamo alcune formule usufruibili per l'inizio e la conclusione dei pasti.
Rimane sempre lodevole la recita dell'Angelus o del Regina coeli, ricordando la pia tradizione di salutare la Vergine tre volte al giorno.
Prima dei pasti
T Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
D Da', o Signore,
T la tua santa benedizione
a noi e al cibo che ora prendiamo
per mantenerci nel tuo santo servizio. Amen.
Si può leggere un breve testo biblico, adatto alla circostanza.
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D Maria, aiuto dei cristiani, T prega per noi. Nel nome del Padre...
Oppure
T Nel nome del Padre...
Lettura di un breve testo biblico.
D Ti benediciamo, o Dio, per questi doni
che riceviamo dalla tua bontà.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Nel nome del Padre...
Oppure
T Nel nome del Padre...
Lettura di un breve testo biblico.
D O Dio, nostro Padre,
fa' che riconosciamo negli umili di questo mondo
l'immagine del tuo Figlio,
e rendici degni di prendere questo pasto
nella semplicità e nella concordia.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Nel nome del Padre...
Al posto della breve lettura biblica si può anche enunciare uno di questi spunti o simili, seguito da una piccola pausa di silenzio:
— Benediciamo il Signore per il cibo, dono del suo amore, segno di unità e di comunione fraterna. (Breve pausa di silenzio).
— 11 cibo che prendiamo è insieme dono di Dio e frutto del lavoro di tante persone. Noi siamo loro riconoscenti e preghiamo per loro.
— Non è possibile sedersi oggi a tavola senza ricordare tutti coloro che non hanno il pane quotidiano. Ricordandoci di loro, prendiamo coscienza della nostra responsabilità e del nostro impegno per aiutarli.
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Esiste in varie regioni un'abbondante bibliografia utilizzabile per quanto riguarda le benedizioni della mensa: le orazioni possono modellarsi sui tempi liturgici, sulle feste o sulle particolari circostanze della vita di famiglia. Indichiamo alcune orazioni per i vari tempi liturgici quale esempio per costruirne altre secondo le varie necessità.
Avvento
D Padre misericordioso
che hai mandato il tuo Figlio per darci la vita, benedici noi e il cibo che stiamo per prendere, dono tuo e frutto del nostro lavoro,
affinché rinvigoriti nelle nostre forze,
attendiamo vigilanti la sua gloriosa venuta. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Oppure
D Sii benedetto, Dio nostro Padre, che riunisci questi tuoi figli a questo pasto fraterno. Guarisci la nostra cecità,
e fa' che vediamo la luce vera con la venuta del tuo Figlio, Gesù Cristo nostro Signore. T Amen.
Natale
D Dio d'infinita bontà,
che nel tuo Figlio nato dalla Vergine Maria hai manifestato l'amore che porti agli uomini, benedici noi e il cibo che stiamo per prendere
e rendi i nostri cuori
sempre più solleciti verso i fratelli. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Oppure
D Ti benediciamo, Signore Dio nostro: con la venuta del tuo Figlio
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ci hai donato ogni bene.
Concedi agli uomini del nostro tempo di trovare in lui pace e gioia, e di lodarti sempre con cuore grato, per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Quaresima
D Dio, Padre benigno
che perdoni i penitenti
e li accogli con gioia,
benedici questo cibo,
frutto della fatica dell'uomo,
e donaci,
per la conversione dei nostri cuori,
di meritare il tuo abbraccio paterno.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Oppure
D Signore Dio nostro,
tu hai promesso di saziare dei tuoi beni
coloro che hanno fame e sete di giustizia.
Fa' che diventiamo poveri e umili di cuore,
per saperti ringraziare di questo cibo terreno
e avviarci con tutti i nostri fratelli verso il banchetto del tuo regno. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Settimana Santa
D Padre, che ci hai tanto amato
da dare per noi il tuo unico Figlio
perché ci ottenesse il dono della riconciliazione, benedici questa famiglia, riunita a mensa fraterna,
e donale di saper fare
della tua volontà il suo alimento. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
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Oppure
D Ti benediciamo, Padre,
che ci hai dato la legge dell'amore e del perdono. La tua carità ci insegni a servirci a vicenda sull'esempio del tuo Figlio Gesù,
nella riconoscenza per i benefici da te ricevuti. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Pasqua
D Dio, autore di ogni grazia,
che nella risurrezione del tuo Figlio ci hai fatto passare dalla morte alla vita, benedici noi e il cibo che stiamo per prendere e fa' che possiamo testimoniare con le opere quanto professiamo con la fede.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Oppure
D Sii benedetto, Signore Dio nostro,
per la risurrezione di Gesù tuo Figlio.
Grazie a lui, fai sgorgare
nel cuore dei tuoi fedeli
una sorgente di acqua viva.
Accetta il nostro grazie
per questo cibo che ci doni;
disseta, Padre di misericordia,
coloro che hanno sete della tua giustizia.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Dall'Ascensione a Pentecoste
D Padre, nel tuo amore
hai effuso lo Spirito del tuo Figlio nei cuori dei tuoi fedeli; ti benediciamo per questo grande mistero e per i doni che insieme dividiamo; rinnova in noi gli antichi prodigi,
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e accresci la comunione con te
e con tutte le creature. Per Cristo nostro Signore. T Amen.
Durante l'anno
D Signore, Dio nostro,
che provvedi ai tuoi figli con amore paterno: benedici noi e i doni che ci hai elargito
e rendici sempre più riconoscenti
verso quanti ci aiutano con la loro bontà. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Oppure
D Signore Dio nostro, ti benediciamo per la vita e per il bene che ci dai nel tuo Figlio risorto. Fa' di noi un corpo solo nello Spirito d'amore. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Dopo i pasti
D Nel nome del Padre...
T Ti ringraziamo, o Signore,
per il cibo che ci hai dato:
concedi a noi di servircene sempre in bene. Amen.
D Maria, aiuto dei cristiani, T prega per noi. Nel nome del Padre...
Oppure
D Rendiamo grazie al Signore, egli è buono. T ll suo amore è per sempre.
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D O Signore, nostro Padre,
noi ti lodiamo perché ci hai radunato
a questa mensa:
guidaci nella pace e nella gioia
al banchetto del cielo.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Oppure
D Preghiamo.
Riconoscenti per il dono ricevuto,
ti preghiamo, o Signore,
di effondere in noi
lo Spirito della tua carità
e di mantenere uniti nel tuo amore
quanti hai nutrito del medesimo cibo.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Oppure
D Benediciamo il Signore. T Rendiamo grazie a Dio.
D Per tutti i tuoi benefici
ti rendiamo grazie, o Dio onnipotente, che vivi e regni nei secoli dei secoli. T Amen.
1.8. VITA DI PREGHIERA INDIVIDUALE
La preghiera del Salesiano si prolunga nella vita
I grandi momenti del nostro incontro esplicito e comune col Signore sono il mattino e la sera. Però l'apostolo Paolo ci ammonisce: «Tutto quello che dite o fate, tutto sia nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie a Dio Padre per mezzo di lui» (Col 3,17).
«Immerso nel mondo e nelle preoccupazioni della vita pastorale, il Salesiano impara a incontrare Dio attraverso quelli
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a cui è mandato. Scoprendo i frutti dello Spirito nella vita degli uomini, specialmente dei giovani, rende grazie in ogni cosa; condividendo i loro problemi e sofferenze, invoca per essi la luce e la forza della sua presenza» (Cost. 95).
«Il bisogno di Dio, avvertito nell'impegno apostolico, porta il Salesiano a celebrare la liturgia' della vita, raggiungendo "quella operosità instancabile, santificata dalla preghiera e dall'unione con Dio, che deve essere la caratteristica dei figli di san Giovanni Bosco"» (Cost. 95; cf 37). A ciò aiutano quei brevi colloqui col Signore che sono le preghiere prima e dopo le varie azioni e le frequenti invocazioni durante lo stesso lavoro.
Ravvivare continuamente la dimensione divina della propria attività
Il Salesiano «coltiva l'unione con Dio, avvertendo l'esigenza di pregare senza sosta in dialogo semplice e cordiale con il Cristo vivo e con il Padre che sente vicino» (Cost. 12). La preghiera giaculatoria «può supplire al difetto di tutte le altre preghiere, ma nessun altro mezzo può supplire la sua mancanza. Senza di essa non ci si può dedicare alla vita contemplativa e riesce malagevole e imperfetta la vita attiva; senza di essa il riposo non è che pigrizia e il lavoro fatica sprecata» (san Francesco di Sales, Filotea, parte II, cap. XIII). Le giaculatorie «raccolgono in breve l'orazione vocale e mentale. San Bonaventura le dice aspirazioni, perché, come un respiro, partono dal cuore e vanno a Dio. Sono dardi infuocati che mandano a Dio gli affetti del cuore e feriscono i nemici dell'anima, le tentazioni, i vizi, ecc. Tutti quelli che si diedero al servizio del Signore fecero costantemente uso dell'orazione mentale, vocale, giaculatorie» (MB 9,997).
La visita quotidiana al Santissimo Sacramento
«La presenza dell'Eucaristia nelle nostre case è per noi, figli di Don Bosco, motivo di frequenti incontri con Cristo. Da Lui attingiamo dinamismo e costanza nella nostra azione per i giovani» (Cost. 88). Don Bosco raccomandava vivamente ai giovani e ai suoi Salesiani la pratica della visita a Gesù in sacramento come sorgente di grazia.
Questi incontri personali col Signore nella pace e nel silen
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zio della nostra cappella hanno anche particolare valore per la nostra vita apostolica. Noi molte volte «viviamo di corsa». La nostra attività ci proietta fuori di noi stessi, ci assorbe, ci svuota.
Abbiamo bisogno di momenti in cui ritrovare noi stessi «davanti al Signore» per salvare la nostra unità interiore e il senso di quello che facciamo. La visita quotidiana al Santissimo Sacramento è uno di questi.
La presenza di Maria nella vita del Salesiano
«Crediamo che Maria è presente tra noi e continua la sua "missione di Madre della Chiesa e Ausiliatrice dei cristiani"» (Cost. 8).
«Maria Immacolata e Ausiliatrice ci educa alla pienezza della donazione al Signore e ci infonde coraggio nel servizio dei fratelli. Nutriamo per lei una devozione filiale e forte» (Cost. 92).
«Così come Don Bosco ha saputo venerare in forma speciale e rendere culto alla Madonna per la "nascita" della Congregazione e della Famiglia salesiana, con non minore amore e iniziativa noi oggi dobbiamo saperla venerare in forma speciale e renderle culto per il rinnovamento, che è una "rinascita", della nostra vocazione oggi» (Maria rinnova la Famiglia salesiana di Don Bosco, ACS n. 289, p. 10).
Noi Salesiani «recitiamo quotidianamente il rosario e celebriamo le feste mariane per stimolarci ad un'imitazione più convinta e personale» (Cost. 92; Reg. 74).
La dimensione escatologica della vita
Come membro della Chiesa in cammino, il Salesiano si sente in comunione con i fratelli del regno celeste e bisognoso del loro aiuto (cf Cost. 9). «I consigli evangelici, configurando il suo cuore tutto per il Regno, lo aiutano a discernere e ad accogliere l'azione di Dio nella storia; e, nella semplicità e laboriosità della vita quotidiana, lo trasformano in un educatore che annuncia ai giovani "cieli nuovi e terra nuova", stimolando in loro gli impegni e la gioia della speranza» (Cost. 63).
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Il Salesiano tiene sempre presente la raccomandazione del Fondatore: «In ogni nostro ufficio, in ogni nostro lavoro, pene o dispiaceri, non dimentichiamo mai che, essendoci consacrati a Dio, per Lui solo dobbiamo faticare, e da Lui soltanto attendere la nostra mercede» (cf, in appendice alle Costituzioni, pp. 235 e 254).
«La fede nel Cristo risorto sostiene la nostra speranza e mantiene viva la comunione con i fratelli che riposano nella pace di Cristo. Essi hanno speso la vita nella Congregazione e non pochi hanno sofferto anche fino al martirio per amore del Signore. Il loro ricordo è uno stimolo per continuare con fedeltà la nostra missione. Uniti in uno scambio di beni spirituali offriamo con riconoscenza per loro i suffragi prescritti» (Cost. 94).
«Ogni comunità in segno di comunione con i fratelli defunti abbia per loro un ricordo particolare e stabilisca il momento più opportuno per la lettura quotidiana del necrologio in una pratica comunitaria» (Reg. 47).
1.9. VIVERE IN SPIRITO DI PENITENZA
Mortificati con il lavoro e nella disponibilità creativa
Consapevoli della nostra debolezza, con la vigilanza e il pentimento sincero, rispondiamo all'invito che Dio ci rivolge per una conversione continua. Accettiamo e offriamo la correzione fraterna, pratichiamo il perdono reciproco e accogliamo con serenità la croce di ogni giorno (cf Cost. 90).
Per Don Bosco temperanza e mortificazione sono l'avvio della perfezione evangelica. Il suo ascetismo è intriso di quotidianità: «Non vi raccomando — leggiamo nel suo testamento penitenze o mortificazioni particolari; voi vi farete gran merito se saprete sopportare vicendevolmente le pene e i dispiaceri della vita con cristiana rassegnazione». Sottolineava la mortificazione dei sensi rinvigorita spiritualmente con uno sguardo al Crocifisso e insisteva sulla sobrietà nel cibo e nel vestire. E fino all'ultimo respiro insiste con vigore sulla caratteristica che deve animare i Salesiani: «lavoro, lavoro, lavoro».
Il Salesiano quindi «non cerca penitenze straordinarie, ma accetta
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le esigenze quotidiane e le rinunce della vita apostolica: è pronto a sopportare il caldo e il freddo, la sete e la fame, le fatiche e il disprezzo, ogni volta che si tratti della gloria di Dio e della salvezza delle anime» (Cost. 18).
«Secondo la tradizione salesiana e gli insegnamenti della Chiesa, il venerdì sia per i soci un giorno di penitenza comunitaria. Nella Quaresima la comunità stabilisca qualche pratica comunitaria di mortificazione che aiuti a prepararsi alla Pasqua e ad aprirsi a una più intensa condivisione con i poveri» (Reg. 73).
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2. LODIAMO DIO
NEL GIORNO DEL SIGNORE
La domenica come Pasqua della settimana
Dio nel suo provvidente progetto di salvezza ha fatto del tempo un evento di grazia. Attraverso il rivelarsi nei giorni della creazione, nella legge e nei profeti, Dio Padre ha stabilito momenti e luoghi per essere in dialogo con l'umanità. Il Cristo incarnato ha fatto della storia il tempo ultimo della salvezza. Lo Spirito Santo consacra ogni credente affinché celebri il tempo come evento di santificazione.
Il giorno dopo il compiersi della creazione, l'antico sabato della legge, l'atteso Giorno del Signore, diventa per la comunità cristiana ricordo del nuovo eterno passaggio dalla morte alla vita, dal peccato alla grazia nel giorno domenicale. Il Signore è davvero risorto e i giorni della meraviglia si sono compiuti.
La comunità cristiana, nel rinnovato stupore della Risurrezione, confortata dalla testimonianza di Maria e degli apostoli, celebra la domenica come festa primordiale.
La domenica è la Pasqua settimanale, essendo destinata ad essere speciale memoriale della morte e risurrezione del Signore. Il Signore apparso ai discepoli diviene ricordo e certezza per ogni cristiano che, nel riposo dall'usato lavoro, contempla la sua consacrazione e riconferma il suo desiderio di partecipazione al convito eterno del cielo.
Con il cuore in festa e l'abito di nozze, la comunità cristiana si ritrova per accogliere la Parola e spezzare il Pane e farsi servizio benevolente ai fratelli.
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La domenica non è solo memoria del passato, ma è anche attuale partecipazione al mistero, annunzio di un evento futuro. Ciò spiega come sia stata la prima festa cristiana, caratterizzata dalle assemblee liturgiche celebrate nella gioia. Successivamente la domenica divenne giorno di riposo dal lavoro, acquistando così un tono ancora più festivo e ottenendo più largo spazio per le opere di carità.
Si santifica la domenica non tanto per obbedire a una legge esteriore, quanto piuttosto per soddisfare a una esigenza imprescindibile dello spirito. Partecipando all'assemblea liturgica, impreziosita dalla presenza di Cristo risorto, prestando attento e docile ascolto alla Parola di Dio, celebrando il sacrificio-convito eucaristico, il cristiano attinge le energie necessarie per una continua, generosa, integrale testimonianza del Salvatore.
Per la ricchezza dei suoi contenuti «la domenica è il fondamento e il nucleo di tutto l'anno liturgico» (SC 106). La celebrazione della domenica scandisce settimanalmente l'anno liturgico, facendogli acquistare una speciale fisionomia pasquale. Questa è poi notevolmente accentuata nelle domeniche del tempo pasquale. Presenta particolari connotazioni nelle domeniche degli altri tempi forti dell'anno liturgico (Avvento, Natale, Quaresima), in rapporto con le caratteristiche dei singoli tempi. Lo stesso si dica delle domeniche del tempo ordinario, incentrate su particolari eventi del mistero di Cristo, mistero essenzialmente pasquale. Non sfuggono a questo influsso domenicale-pasquale le stesse celebrazioni del Signore, della Madonna e dei santi ricorrenti in varie domeniche del tempo ordinario.
La domenica per ogni Salesiano
Di fronte all'incalzare d'una proposta di vita subordinata ad esigenze produttive o disarticolata in momenti di riposo estranei ad ogni afflato spirituale, come educatori dei giovani noi siamo chiamati a riqualificare la domenica come giorno di particolare tensione spirituale e pertanto di festa nel Signore. Deve riemergere il desiderio di un tempo privilegiato per lodare Dio e portare all'altare le fatiche d'una settimana di vita. Ogni Salesiano deve rendere evidente tra i giovani e nella comunità il senso di gioia pasquale della domenica: sosta dal lavoro ordinario, serena fraternità, assidua preghiera, abito e abitudini festive.
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Testimoni privilegiati della risurrezione nell'oggi della Chiesa e del mondo confermiamo la nostra adesione totale a Cristo nella contemplazione del Mistero pasquale che scandisce anche naturalmente il ritmo d'ogni battezzato. Anche per noi »la domenica è il giorno della gioia pasquale. Vissuta nel lavoro apostolico, nella pietà e in allegria, rinvigorisce la fiducia e l'ottimismo» d'ogni comunità (Cost. 89).
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3. LODIAMO IL SIGNORE NELL'ANNO LITURGICO
3.1. INTRODUZIONE
Significato dell'anno liturgico
L'anno liturgico è la celebrazione memoriale, periodica, del mistero di salvezza di Cristo che si svolge in un unico ciclo celebrativo. Il Dio fatto uomo richiama l'economia trinitaria della creazione e della redenzione ed associa al suo mistero di salvezza la Vergine e i Santi quali protagonisti eletti di questi tempi ultimi della storia. L'anno liturgico pertanto «non è una fredda e inerte rappresentazione di fatti che appartengono al passato, o una semplice e nuda rievocazione di realtà d'altri tempi. Esso è piuttosto Cristo stesso, che vive sempre nella sua Chiesa, e prosegue il cammino di immensa misericordia da lui iniziato in questa vita mortale» (Mediator Dei).
La Chiesa celebra ogni giorno globalmente il mistero di Cristo, mistero essenzialmente pasquale; nel Giorno del Signore, celebrato settimanalmente con l'abito a festa e il cuore colmo di gioia, ribadisce questa centralità pasquale della vita cristiana che ha il suo culmine nel Triduo sacro. Inoltre la Chiesa concentra la sua attenzione su determinati avvenimenti o aspetti del mistero di Cristo a cui si collegano intimamente quelli della Vergine Maria e le presenze significative di testimoni eletti della fede: gli Apostoli, i Martiri, le Vergini, i Santi.
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Grazie al riversarsi dei doni molteplici dello Spirito Santo nel popolo di Dio, aspetti e avvenimenti di cui si fa portavoce la pietà popolare vengono assunti nei pii esercizi e nella liturgia durante tutto il corso della storia. Le Chiese locali, oltreché gli Istituti religiosi, ricordano poi i loro profeti della carità e della speranza, che hanno fatto della propria esistenza un sentiero tracciato da Dio.
L'anno liturgico, mediante le sue continue e varie celebrazioni, è così uno straordinario strumento per la formazione spirituale dei credenti. Ogni celebrazione è culto a Dio e santificazione di coloro che sono in Cristo. Tale santificazione e formazione si espleta significativamente «per mezzo di pie pratiche spirituali e corporali, per mezzo dell'istruzione, della preghiera, delle opere di penitenza e di misericordia» (SC 105).
La vita liturgica nella comunità salesiana
La comunità salesiana è presenza animatrice tra i giovani di pietà cristiana: la vita di ogni giorno diventa azione di grazie celebrata nei sacramenti e ritmata dai tempi liturgici. Ogni comunità, in sintonia con la Chiesa universale, celebra con fede la commemorazione dei divini misteri vivendo l'anno liturgico come tempo di salvezza nella speranza (cf Cost. 89). Il progetto educativo di ogni comunità ritrova l'intima sua motivazione nella crescita umana e spirituale dei destinatari e degli stessi confratelli. La liturgia si fa lode a Dio capace di riunire tutti coloro che per provvidenziale disegno condividono un'esperienza di vita salesianamente ispirata.
Ogni comunità è pertanto proposta aperta di unione con Dio e centro diffusore di spiritualità liturgica. Essa avrà i suoi momenti privilegiati di preghiera, ma anche pregherà con i propri collaboratori e con i destinatari affinché tutto concorra nel costruire un unico edificio spirituale gradito a Dio.
II Salesiano prega con i giovani e prega per i giovani. Don Bosco accettava le pratiche del buon cristiano come il modo proprio dell'attuarsi della spiritualità salesiana: vivere con pietà e coerenza la vita liturgica esprime oggi la scelta salesiana di santità.
903.2. IL TEMPO DI AVVENTO
3.2.1. PREPARIAMO LA VENUTA DEL SIGNORE
Un «tempo di grazia»
nell'attesa del Signore che viene
Il tempo di Avvento è un momento privilegiato per una più intensa vita spirituale, capace di scandire i ritmi di una esistenza che cresce nel desiderio dell'attesa del Signore che viene. È attesa della celebrazione annuale della solennità del Natale del Signore, memoriale della prima venuta tra gli uomini del Figlio di Dio incarnato; è attesa anche della sua seconda venuta alla fine dei tempi. La prima attesa è particolarmente viva dal 17 al 24 dicembre; la seconda, nei precedenti giorni dell'Avvento, collegati consequenzialmente con il messaggio escatologico dell'ultima parte del passato anno liturgico.
La preparazione alla celebrazione memoriale della nascita temporale dell'Emmanuele è pervasa da un profondo senso di speranza per una rinnovata manifestazione di Gesù al mondo e quindi per una rinascita spirituale dell'umanità. Anche la preparazione all'ultima venuta di Gesù giudice è aperta alla speranza: la speranza del trionfo definitivo del bene sul male e del definitivo compimento della storia della salvezza.
Il tempo di Avvento diventa allora occasione di gioiosa conversione al messaggio legato alla duplice venuta del Salvatore, richiamo a un impegno individuale e comunitario per la piena realizzazione di tale messaggio nella Chiesa e nel mondo, in un clima di viva tensione tra il «già» e il «non-ancora».
L'ordinaria vita liturgica si può pertanto arricchire di celebrazioni particolari intese a sottolineare ciò che la Chiesa celebra. L'itinerario dell'Avvento è illuminato e confortato da tre grandi modelli di attesa di Cristo: Isaia, il Battista, Maria di Nazaret.
Il profeta Isaia si fa eco della speranza dell'umanità nel Salvatore. Giovanni, il profeta del deserto, indica nella conversione l'atteggiamento fondamentale previo alla salvezza globale definitiva. Maria invita alla generosa cooperazione al progetto di salvezza che si attua nei secoli attraverso la venuta del Redentore. La solennità dell'Immacolata e la domenica IV di Avvento catalizzano questa corresponsabilità della Vergine ai misteri dell'incarnazione del Verbo.
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L'Avvento per il Salesiano
Sull'esempio di Maria che ha vissuto con intimità e grazia il mistero dell'incarnazione, il Salesiano riscopre, purifica e approfondisce la sua disponibilità attenta ai segni di Dio e alle urgenze del tempo presente, matura nel silenzio, sia dell'attesa sia della contemplazione, il mistero della promessa del Salvatore e incoraggia i giovani a desiderare Dio nella loro vita.
Dal mistero dell'incarnazione trae forza e coraggio per vivere «incarnato» nel mondo dei giovani, insegnando loro ad amare come Dio sa amare, suscitando in essi il desiderio dell'attesa della presenza di Dio nella loro vita e trasformando in gioia di futuro le loro esistenze troppo condizionate da una civiltà materialista e terrena.
Allora i suoi giorni d'Avvento saranno un gesto riconoscente di grazia. Allora il servizio ai giovani poveri si modellerà su Maria che subito si mise in viaggio verso la casa di Elisabetta e accolse discreta l'enigmatico attuarsi del progetto di Dio.
Proposte celebrative
La comunità salesiana può sollecitare i giovani e il popolo di Dio, con il quale lavora, attraverso veglie di preghiera e la novena di Natale, intese a riqualificare religiosamente l'evento della nascita del Salvatore.
La vicinanza di Don Bosco a una genuina pietà popolare ci suggerisce un ricupero e una riattualizzazione delle pratiche tradizionali che, secondo parametri culturali diversi, caratterizzano questo periodo dell'anno.
La festa dell'Immacolata ricorda a noi tutti il simbolico inizio del miracolo pastorale del nostro Fondatore a vantaggio della salute spirituale e materiale dei giovani.
Indichiamo alcuni nuclei celebrativi in appoggio all'Ufficio divino e alla celebrazione dell'Eucaristia, che devono rimanere il fulcro per ogni altra iniziativa.
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È inoltre opportuno evidenziare l'unità del tempo forte d'Avvento che si esplica nell'idea di «cammino verso la salvezza» e di «attesa del Salvatore».
Nell'Avvento come in Quaresima non sono inopportuni momenti di verifica a livello comunitario e personale.
3.2.2. VEGLIE D'AVVENTO
Per favorire l'impegno di preghiera in questo tempo forte è opportuno che la comunità salesiana organizzi particolari celebrazioni estendendone la partecipazione a coloro che stanno già facendo un cammino spirituale insieme ai confratelli. Con l'Avvento inizia un nuovo anno liturgico: questo avvio può venire sottolineato nella sua specificità attraverso funzioni vigiliari o altre liturgie della Parola, con un ritmo celebrativo più calmo e più attento alla preghiera personale. Una celebrazione di inizio offre l'opportunità di una catechesi liturgica adeguata ed è un momento privilegiato di preghiera che raccoglie la comunità, orientandone il cammino attraverso la meditazione dell'attesa dell'Emmanuele.
La liturgia delle quattro domeniche offre poi l'opportunità di nuclei tematici specifici per ognuna di queste celebrazioni. Sono possibili iniziative molteplici secondo le sensibilità locali e i sussidi di animazione liturgica e musicale a disposizione: inseriamo quattro schemi che propongono costantemente una introduzione, un momento di riflessione su temi diversi con canti o con salmi proclamati, l'ascolto della Parola di Dio, alcune intenzioni di preghiera, una conclusione.
Primo schema: L'UOMO NUOVO ACCOGLIE IL SIGNORE CHE VIENE NELLA SUA CASA
Si possono leggere vari testi patristici o di poeti sapienziali anche non cristiani per evidenziare il desiderio naturale di Dio e il senso dell'attesa. Il testo che segue è costruito come esempio di riflessione introduttiva.
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G Dice l'angelo alle genti:
«Mettetevi in viaggio, andate,
troverete l'Emmanuele.
Dio è venuto in mezzo a noi!».
E racconta il viandante discreto e saggio:
«Sentii un turbine grande dalla terra:
un fragore di potenze terribili veniva dall'universo,
furie nascoste sprigionavano morte e rovina.
Non vidi Dio in quei segni di condanna.
Vidi i potenti del mondo assisi sui loro troni: burattinavano con eserciti agguerriti e dolenti, trascuravano i composti lamenti di madri e di spose. In quell'oltraggio saccente non trovai Dio.
Cercai tra i ricchi avvinghiati dalla loro smania: fabbricavano i colori del Natale,
commerciavano feste e banchetti.
Le loro comete non illuminavano la strada di Dio.
M'incontrai con molti che vendevano il futuro: inventavano esorcismi occulti e maligni, sognavano con l'oggi effimero d'ogni loro avventore. Non portavano a Dio.
Intervistai uomini illustri e di ribalta: si facevano bruciare innanzi incenso e lusinghe, lottavano con arguzia per i primi posti.
La loro arroganza era disperazione e vuoto di Dio.
Andai in ghetti squallidi e indigenti: imitavano, blasfemi e illusi, i signori, la loro povertà era morbosa e sterile. Non desideravano Dio.
Volli essere sapiente nella mente e conobbi la fatica di indicare il Vero. Volli essere santo nel cuore e ritrovai la strada del Presepe».
E con l'angelo del Signore e con tanti altri fratelli cantai un inno di gloria.
C Nel nome del Padre... II Signore sia con voi.
T E con il tuo spirito.
94
G Il Signore dei cieli e della terra non ha abbandonato l'umanità nel peccato. Dopo i giorni violati dell'Eden ha promesso un Regno nuovo e una terra nuova a ogni uomo che segue con cuore sincero l'invito alla verità, alla pace e alla giustizia.
C Signore, insegnaci a scrutare in noi la tua perenne chiamata.
T Aiutaci a cercarti con cuore sincero.
C Signore, fa' che lasciamo le nostre abitudini per ritrovare il tuo amore.
T Dacci la forza di proclamare con fede il desiderio della tua liberazione.
C Mostraci il tuo volto, Signore.
T E saremo salvi.
Primo momento: UN CUORE PURIFICATO PER CERCARE IL VOLTO DI DIO
G Guidati dalla voce dell'ignoto che si fa nome nel Dio di Abramo, di 'sacco e di Giacobbe, fermiamo i nostri passi e lasciamoci attirare da lui nel deserto. Ascoltiamo la voce dei profeti, purifichiamo il nostro cuore per contemplare il volto del Signore e sentire il suo passo accanto ai nostri passi.
CANTO (Canto d'esodo, sull'incontro di Dio nel deserto, sul desiderio di Dio).
C Preghiamo.
O Dio, che ci hai chiamati alla tua presenza, donaci la capacità di purificare il nostro cuore per ottenere il tuo perdono.
In Cristo Gesù, nostro Signore.
T Amen.
L Os 2,16-19: Io la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore.
C Chiediamo perdono al Signore per la nostra pigrizia e la personale indolenza ad abbandonare sentieri comodi e distesi per affrontare il deserto dove incontrare il Signore.
95
Invocazioni penitenziali libere con acclamazione penitenziale cantata o proclamata, ad es. : Purifica i nostri cuori e vedremo la tua salvezza; oppure invocazioni penitenziali dei formulari d'Avvento del Messale Romano.
Secondo momento: UN CUORE FIDUCIOSO NELL'ATTESA DEL SIGNORE CHE VIENE
G Dio è geloso custode della nostra vita. La voce degli avvenimenti segnala ad ogni viandante del tempo il fascino della salvezza. Con cuore purificato attendiamo trepidi l'avvento glorioso del Messia.
CANTO (Tema della veglia attenta e fiduciosa).
C Preghiamo.
O indulgente pastore del tuo popolo,
tu non hai consegnato alla polvere del deserto
i nomi di coloro che hai chiamato alla tua grazia;
volgi il tuo sguardo a chi spera, con cuore purificato,
nella tua venuta. Tu che sei Dio...
T Amen.
L Prv 3,3-7.11-12: Abbi fiducia nel Signore con tutto il cuore.
Preghiere spontanee chiuse da una acclamazione corale, ad es.: Noi speriamo in te, o Signore; oppure: Venga il tuo regno, Signore; o acclamazioni dai formulari dell'orazionale d'Avvento.
Terzo momento: UN CUORE ORANTE, APERTO CON MARIA AL MISTERO DI DIO
G Vogliamo vivere in te, o Dio onnipotente e saggio. Donaci un cuore grande per amarti nelle difficoltà e nella gioia. Guardiamo a Maria, che nella trepida attesa dell'evento contempla il crescere, in sé, dei giorni della promessa.
CANTO (Maria, vergine orante nell'attesa del Salvatore).
C Preghiamo.
Infondi in noi la tua grazia, o Signore;
per l'annuncio dell'angelo
abbiamo conosciuto l'incarnazione di Cristo tuo Figlio;
concedi a noi di accogliere
il mistero della vita che ci salva
e di essere fedeli testimoni delle tue promesse.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
L 2 Ts 3,2-5: IL vostro cuore sia nella carità di Dio.
96
Meditazione personale con suggerimenti del celebrante.
PREGHIERA FINALE
C Ti ringraziamo, o Dio, per il tuo amore.
T Rinnovaci nel tuo amore e illumina il nostro cammino di salvezza.
C Ti benediciamo ed esaltiamo grandemente il tuo nome.
T Insegnaci ad essere vigilanti nell'attesa
ardenti nella carità fraterna.
C Ti adoriamo, o Dio, e celebriamo il giorno della tua salvezza.
T Rendici umili nell'ascolto della tua Parola,
donaci la forza di preparare le tue vie.
C E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda sopra di voi
con voi rimanga sempre.
T Amen.
C Fedeli nell'attesa del Signore che viene, andate in pace.
T Rendiamo grazie a Dio.
CANTO FINALE
Secondo schema:
L'ATTESO VENNE A VISITARCI DALL'ALTO
C Nel nome del Padre...
T Amen.
C Risveglia la tua potenza, o Signore.
T E vieni a liberarci.
C Aiutaci, o Dio, nostra forza.
T E vieni a salvarci.
C Riscatta il tuo popolo, o Signore.
T E vieni in nostro aiuto.
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Primo momento: BISOGNO DI DIO
G Chi è l'uomo se dei suoi giorni non rimane memoria? Vago è il ricordo che lascia e le sue opere non vincono le tenebre del sepolcro. L'uomo che riposa in Dio giunge alla vita e vince le forze della morte che lo opprimono ogni giorno.
Sia benedetto Dio onnipotente, egli guarda con pietà il popolo che attende il compiersi delle sue promesse. Benediciamo il Signore che ci ha consacrati come segni e testimoni della sua venuta tra i giovani.
SALMO 29 (Proclamazione a cori alterni, o solista e coro)
Meditazione personale o riflessioni brevi spontanee o rilettura di espressioni che hanno offerto spunti di preghiera durante la recita del salmo.
C O Dio, guarda con bontà
noi qui riuniti nel tuo nome,
perdona le nostre infedeltà alla tua chiamata,
insegnaci a scoprire il bisogno del tuo amore che salva,
nell'attesa della tua venuta.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Secondo momento: DIO NON SI DIMENTICA DI NOI
G Nubi nere si addensano sull'orizzonte del nostro mondo e il cielo sembra non mandare segni di salvezza. Invochiamo con fiducia il Signore ed egli si ricorderà di noi. Crediamo nella sua venuta ed egli illuminerà i nostri volti come sole dall'alto.
SALMO 79
Meditazione o riflessioni spontanee o rilettura.
C O Pastore di Israele, ascolta la nostra preghiera, vieni in nostro aiuto
per essere presenza viva tra coloro che ti hanno dimenticato e non attendono più nessuno nei loro giorni di vita. Tu, che ci hai resi forti nel tuo nome,
allevia le difficoltà che ci affliggono e nutri il nostro spirito di santità e coraggio. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. T Amen.
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Terzo momento: DIO È CON NOI
G Se Dio è con noi chi sarà contro di noi? Il Signore ci ha provati come oro nel crogiuolo ed ha purificato i nostri cuori. Il Signore è difesa della nostra vita, se i nostri passi non deviano dalla sua presenza. Il Signore è con noi se nell'attesa della sua venuta camminiamo con coloro che ci ha affidato verso le sorgenti della sua salvezza.
SALMO 26 (vv. 1-6.13-14)
Meditazione o riflessioni spontanee o rilettura libera.
C O Dio sorgente di bontà,
che hai disperso i tuoi segni di infinito
nella storia dell'umanità,
accogli la nostra fiduciosa preghiera
e concedi a noi tutti di contemplare il tuo volto di gloria.
In Gesù Cristo, nostro Signore.
T Amen.
ASCOLTO DELLA PAROLA (Lettura plurivoce)
1° L Is 25,1: Signore, tu sei il mio Dio;
voglio esaltarti e lodare il tuo nome, perché hai eseguito progetti meravigliosi, concepiti da lungo tempo, fedeli e veri.
2° L Is 25,4: Tu sei sostegno al misero,
sostegno al povero nella sua angoscia, riparo dalla tempesta, ombra contro il caldo.
3° L Is 25,6: Preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffmati.
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1° L Is 25,7: Egli strapperà su questo monte
il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre che copriva tutte le genti.
2° L Is 25,8: Eliminerà la morte per sempre;
il Signore Dio asciugherà le lacrime
su ogni volto;
farà scomparire da tutto il paese
la condizione disonorevole del suo popolo,
poiché il Signore ha parlato.
3° L Is 25,9: E si dirà in quel giorno:
«Ecco il nostro Dio;
in lui abbiamo sperato perché ci salvasse; questi è il Signore in cui abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza».
CANTO RESPONSOR1ALE
C Dio si ricorda del suo popolo e viene a visitarci. La Chiesa lo attende e lo invoca.
T Vieni, Signore Gesù!
Intenzioni libere o dall'Ufficio delle Ore d'Avvento o dall'Orazionale.
CT Padre nostro...
C Mostra la tua potenza, Signore,
soccorri coloro che ti attendono
e rendici capaci di annunciare al mondo la tua venuta
liberandoci dal peccato e da ogni male.
In Cristo Gesù e nostro Signore.
T Amen.
Terzo schema: IL SIGNORE VIENE CERTAMENTE SULLA VIA DEGLI UOMINI
C Nel nome del Padre...
Riuniti nel nome di Cristo celebriamo la sua attesa: la grazia del Signore onnipotente sia con tutti voi.
T E con il tuo spirito.
100
C Nella notte attendiamo il Signore;
liberiamoci dalle cose inutili a cui troppo ci siamo abituati
per riprendere il cammino incontro a lui.
Egli verrà a visitarci
e riconfermerà la sua promessa ed elezione.
Vegliamo e imploriamo la sua presenza
su tutti coloro che il Signore onnipotente
ha posto accanto a noi
per celebrare insieme il giorno di grazia e santità.
I testi che seguono sono nuclei tematici di preghiera e riflessione. Tenendo conto dello schema si suggerisce di fare una scelta dei momenti indicati; le preghiere corali si possono recitare con due lettori e acclamazione cantata, ad es.: Vieni, Signore Gesù; oppure a cori alterni, o solista e tutti.
Primo tema: IL SIGNORE VIENE CERTAMENTE
G Il disagio di vagare nelle tenebre e il dramma del dolore non devono portare alla sfiducia; il silenzio di Dio si fa voce nei profeti, nella legge e nella promessa: il Signore viene certamente e porta con sé il premio.
L Ab 2,1-4: Il Signore verrà e non tarderà. Riflessione in silenzio.
PREGHIERA CORALE
Certa è la tua venuta, o Dio, come è sicuro il sorgere dell'aurora, il sopraggiungere della primavera e il crescere della vita dell'uomo.
Il dubbio non tormenti il nostro cuore, gli idoli non arrestino il desiderio di cercarti. Tu sei un Dio paziente,
tu guidi i nostri passi alla salvezza.
Reale è la tua venuta
come è vero il nostro soffrire,
il nostro cercare e affannarci,
il nostro correre in cerca di una mèta.
Con le lampade vestite a festa attendiamo il tuo ritorno.
La tua promessa è per sempre; vieni e non tardare.
101
Secondo tema: IL SIGNORE
VIENE SULLA VIA DEGLI UOMINI
G La promessa è divenuta presenza
e Dio ha piantato la sua tenda in mezzo a noi.
L Bar 3,32b-38: È apparso sulla terra e ha dimorato tra gli uomini.
Riflessione in silenzio.
PREGHIERA CORALE
Nell'errare diuturno dell'uomo tu ti fai presente, o Signore,
come stella unica, che guida nella via, come imprevisto che fa cambiare direzione.
Vieni a turbare i piani del ricco che ha già riempito i suoi granai; vieni per condividere la sorte di Lazzaro che si ciba di rifiuti.
Vieni a vedere Zaccheo sul sicomoro
per dirgli che vuoi cenare con lui;
vieni al pozzo solitario
per dissetare la donna con acqua di vita eterna.
Vieni per Paolo lungo la via di Damasco per farlo apostolo delle genti; vieni per Simone di Giovanni per farlo pietra, pescatore e pastore.
Terzo tema: IL SIGNORE VIENE PER TUTTI
G 11 Regno di Dio è senza frontiere e la sua pace ha i confini dell'orizzonte. Il Figlio di Dio è promessa di salvezza per ogni uomo di buona volontà.
L Rm 8,28-32: Il Padre lo ha mandato per noi tutti. Riflessione in silenzio.
102
PREGHIERA CORALE
Tu non rifiuti, o Signore, ciò che hai creato,
guardi in volto ad ogni uomo,
saluti chiunque incontri e bussi ad ogni porta.
Vieni per chi ti aspetta
e in chi ancora non ti attende,
per chi è carico di speranza
e in chi ha il cuore affranto e umiliato.
Vieni per chi ha fatto della vita un dono e per chi l'ha sciupata nell'orgoglio,
vieni per Marta affaccendata e per Maria tesa nell'ascolto.
Vieni in ogni tempo, vieni per ogni uomo, vieni per sempre.
Quarto tema:
IL SIGNORE VIENE IMPROVVISAMENTE
G Il Signore viene come un ladro per rapire i tesori accumulati sulla terra, e viene come angelo di vittoria per incoronare le fatiche del giusto abbandonato.
L Lc 12,35-40: Verrà quando meno lo aspettate. Riflessione in silenzio.
PREGHIERA CORALE
Tu non segni il tempo della tua venuta, non conti i nostri anni.
Sei presenza costante e improvvisa, sei giudice di salvezza per chi ha amato.
Vieni quando la notte è fonda e rompi la quiete del sonno; vieni quando il giorno è pieno e interrompi il lavoro quotidiano.
Vieni nella sera della vita e le mani sono usate e stanche, vieni nel mattino
in un cuore candido e innocente.
Vieni quando gli occhi sono ebbri di luce e la gioia dilata gli orizzonti; vieni quando le tenebre ci avvolgono e la tristezza trasuda dal cuore.
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Quinto tema: VIENE NEI SEGNI DELLE PICCOLE COSE
G Non cerchiamo grandi cose con sogni di conquista e di potere. Il Signore non è nel frastuono di chi domina, ma volge il suo sguardo per l'umile e il povero. Il Signore ci nutre con un pane di vita eterna.
L Mt 26,26-27: Il pane e il vino. Riflessione in silenzio.
PREGHIERA CORALE
Tu prediligi ciò che non appare,
non scegli quanto è frutto dell'orgoglio umano, ma quanto è fatto con l'amore del Creatore.
Vieni come pane
posto su una povera mensa: è spezzato dai fratelli e dà una vita eterna.
Vieni come vino generoso raccolto in un unico calice: suggella l'alleanza e suscita la gioia della festa.
Vieni come luce
che illumina ogni cuore, vieni come parola quotidiana piena di grazia e di verità.
Sesto tema: VIENE NEL VOLTO DELL'UOMO
G Il Figlio dell'uomo ritrova la sua immagine in ogni pellegrino del tempo. Siamo il volto di Gesù di Nazaret, siamo i suoi passi capaci di seguire ogni richiamo di giustizia e di libertà.
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L Mt 25,40: Lo avete fatto a me. Riflessione in silenzio.
PREGHIERA CORALE
Vieni nella storia di ogni giorno, vieni come amico attento.
Non sei un idolo di trionfo: il tuo volto è il volto di ogni uomo.
Vieni come viandante
che rinfranca il cuore sfiduciato e stanco.
Vieni come amico e riveli nella sera di Emmaus il compiersi eterno dei tuoi giorni.
Vieni come uomo di Dio che prega nella notte;
vieni come uomo nel nostro mondo
ami la gioia sincera di una festa.
Silenzio e preghiera personale.
CANTO
C Ti chiediamo, o Signore: rendici segni della tua attesa, profeti della tua venuta
santi per essere tua presenza.
Si sciolga la nostra fiduciosa preghiera
in questa notte;
non ti preghiamo solo per noi stessi,
ma per tutta la Chiesa:
sia luce che rischiara le tenebre.
Ti preghiamo per i giovani che ci hai affidato:
sappiano crescere nella speranza.
Ti preghiamo per tutta la famiglia salesiana:
sia essa un «resto» qualificato
capace di ospitare Dio.
Invochiamo la misericordia del Signore
chiediamo la sua presenza in mezzo a noi.
T Vieni, Signore Gesù!
105
G — Quando siamo nel peccato:
— Quando il nostro animo è turbato dal dubbio:
— Quando siamo nell'errore:
— Quando la nostra esistenza scorre nell'indifferenza:
— Quando sono monotoni i giorni della nostra consacrazione:
— Quando chiamiamo buone tutte le nostre abitudini:
— Quando dimentichiamo i nostri fratelli:
— Quando perdiamo il significato delle parole che pronunciamo:
— Quando non ti annunciamo con la vita:
— Quando non sappiamo più attenderti:
— Quando non ti ascoltiamo nella preghiera:
— Quando dimentichiamo di dover preparare le tue vie:
— Quando non diamo all'amore il volto del perdono:
C Raccogli, Signore, queste nostre preghiere. Donaci il desiderio di vegliare nella notte e di pregare sempre
affinché ogni gesto della nostra vita provenga dal tuo amore.
Tu che sei Dio...
T Amen.
BENEDIZIONE SOLENNE (Dai formulari d'Avvento)
Quarto schema: UFFICIO VIGILIARE DELLE DOMENICHE DI AVVENTO
Per intensificare la preparazione al Natale è opportuno celebrare dopo i primi Vespri delle Domeniche di Avvento l 'Uf ficio vigiliare secondo le modalità proposte dalla Liturgia delle Ore.
È un momento significativo di vita spirituale che prepara la comunità al «Giorno del Signore», affinché ciò che si annuncia sia contemplato e ciò che si dice sia meditato e pregato coralmente. È pregare nella notte per attendere, perché il Signore ci trovi vigilanti alla sua venuta in mezzo a noi.
C Signore, apri le mie labbra.
T E la mia bocca proclamerà la tua lode.
106
Ant. (Come dal proprio)
SALMO 66: Tutti i popoli glorifichino il Signore.
INNO
SALMI e LETTURE C011 i RESPONSORI (Come dal proprio)
I TRE CANTICI (Come dall'appendice della Liturgia delle Ore)
LETTURA DEL VANGELO
Breve riflessione.
INNO DI RINGRAZIAMENTO (Te Deum)
ORAZIONE (Come dal proprio con la possibilità delle orazioni alternative proposte dal Messale Romano)
BENEDIZIONE SOLENNE
Dc Inchinatevi per la benedizione.
C Dio, che vi dà la grazia di celebrare la prima venuta del suo Figlio e di attendere il suo avvento glorioso, vi santifichi con la luce della sua visita.
T Amen.
C Nel cammino di questa vita, Dio vi renda saldi nella fede, gioiosi nella speranza,
operosi nella carità.
T Amen.
C Voi che vi rallegrate per la venuta del nostro Redentore, possiate godere della gioia eterna,
quando egli verrà nella gloria.
T Amen.
Con lo stesso schema della ufficiatura si ripropongono le veglie delle altre domeniche.
3.2.3. CORONA D'AVVENTO (o altro rito lucernare)
Questa o altre iniziative analoghe possono sottolineare nella comunità l'itinerario d'Avvento; si possono fare in chiesa o in refettorio o nella sala della comunità, durante o dopo i primi Vespri delle Domeniche di Avvento.
107
Sono possibili elaborazioni secondo le modalità dei riti lucernari del luogo.
Schema del rito in refettorio
CANTO (tradizionale d'Avvento o quello riportato)
Durante il canto si accendono i lumi in numero corrispondente alla domenica in corso.
In uno
CORO o SOLO
I domenica: la candela dei profeti.
S'accende una luce all'uomo quaggiù,
presto verrà tra noi Gesù. Annuncia il profeta la novità: il re Messia ci salverà.
108
Rit. Lieti cantate: gloria al Signor! Nascerà il Redentor.
Il domenica: la candela di Betlemme.
S'accende una luce all'uomo quaggiù,
presto verrà tra noi Gesù. Un'umile grotta solo offrirà Betlemme, piccola città. Rit.
III domenica: la candela dei pastori.
S'accende una luce all'uomo quaggiù, presto verrà tra noi Gesù.
Pastori, adorate con umiltà
Cristo, che nasce in povertà. Rit.
IV domenica: la candela degli angeli.
S'accende una luce all'uomo quaggiù,
presto verrà tra noi Gesù. Il coro celeste «Pace» dirà
«a voi di buona volontà!». Rit.
LETTURA BREVE (dalla liturgia della Domenica) PREGHIERA DI BENEDIZIONE
D Illumina i nostri passi, Signore, e saremo salvi. Benedici questa luce che rischiara le nostre tenebre e dirige i nostri passi a contemplare il tuo volto. Tu sei l'atteso delle genti,
tu condividi le sorti di questa nostra umanità, tu sei l'Emmanuele
e vivi e regni nei secoli eterni.
T Amen.
D Vieni, Signore Gesù.
T Vieni presto tra noi.
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3.2.4. NOVENA DI NATALE
Nei nove giorni che separano dal Natale, la comunità cristiana
per antica tradizione coglie in trepida attesa come Maria.
I giorni della promessa si stanno per compiere. Il giorno della meraviglia sta per sorgere all'orizzonte.
Come comunità di credenti, fatti voce di profetica esultanza anche noi ci raccogliamo in preghiera per vegliare con le lampade vestiti a festa. Il Signore è vicino. Disponiamoci ad accoglierlo con la semplicità dei pastori e con la sapienza dei Magi.
Per esprimere la meraviglia e la gioia per le grandi opere dell'Onnipotente le antifone «O» al Magnificat di ciascun giorno suggeriscono a ogni credente movimenti di esultanza:
• allo Sposo di Sion che viene per il giorno delle nozze;
• alla Sapienza che era all'origine del mondo ed è presente nello svolgersi della storia;
• alla Guida che introduce nella vera terra promessa;
• al Germoglio che spunta nella casa di Davide e dà inizio a una nuova epoca;
• alla Chiave che apre all'uomo la porta della libertà e rivela il senso di tutto;
• all'Astro che sorge a oriente, vince la notte e segna l'inizio di un giorno di luce;
• al Re che è pietra fondamentale su cui si costruisce tutta la vita e la storia umana;
• all'Emmanuele, il Dio-con-noi, che vince ogni assenza e lontananza da Dio;
• al Signore Gesù, il Salvatore, il vero uomo e il vero Dio, la luce che illumina ogni uomo.
Si propongono due schemi celebrativi: il primo, completo, è presentato in modo articolato e indica possibili letture alternative, che devono essere preparate con appositi commenti (la strutturazione della novena è indicata inizialmente in modo generale; segue poi la sua definizione giorno per giorno). Il secondo schema si riferisce più propriamente alla novena unita all'ufficiatura dei Vespri.
Primo schema celebrativo della novena
INVITO DEL CELEBRANTE
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CANTO DELLE PROFEZIE
Ec-co il Si-gno- re vie-ne: veni- te a-do-ria-mo. PRIMA LETTURA (secondo i giorni della novena) CANTO DI MEDITAZIONE (polisalmo dell'attesa)
1 Si rallegrino i cieli ed esulti la terra;
monti, acclamate con gioia.
Le montagne porteranno al popolo la pace, le colline annunceranno la giustizia.
2 Il Signore, nostro Dio, viene e ci salva,
avrà compassione dei suoi miseri. O cieli, mandate la vostra rugiada, la terra si apra e produca il Salvatore.
3 0 pastore d'Israele, ascolta il nostro grido,
risveglia la tua forza e vieni!
O Signore degli eserciti, vieni a liberarci, illumina il tuo volto e saremo salvi.
4 Vieni, o Signore, vieni, non tardare,
sciogli i peccati del tuo popolo. Perché sopra la terra si conosca la tua via, la tua salvezza in tutte le nazioni.
5 Oh, se tu squarciassi i cieli e scendessi,
al tuo volto tremerebbero le montagne. Al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo sia gloria nei secoli. Amen!
113
SECONDA LETTURA (secondo il giorno corrispondente)
BREVE COMMENTO O OMELIA DEL CELEBRANTE (secondo il giorno)
ANTIFONA «o» (secondo il giorno corrispondente) CANTICO DELLA VERGINE MARIA
L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
PADRE NOSTRO
PREGHIERA CONCLUSIVA (secondo i giorni)
BENEDIZIONE CANTO FINALE
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16 dicembre: LA PROMESSA
CANTO DELLE PROFEZIE
RITO LUCERNARE
INNO D'AVVENTO
PRIMA LETTURA: Ger 31,1-9 (oppure Is 61,1-3)
Introduzione — «il Signore ha salvato il suo popolo»: questa promessa, che il profeta Geremia rivolgeva al popolo d'Israele, è attuale anche per noi: Dio viene continuamente alla ricerca dell'uomo per salvarlo prima ancora che noi lo invochiamo e chiediamo il suo aiuto.
CANTO DI MEDITAZIONE (polisalmo) SECONDA LETTURA: Lc 4,14-22
Introduzione — La promessa fatta dal Signore per bocca dei profeti è diventata una realtà viva e concreta nella persona e nell'opera di Gesù, nell'annuncio del suo Vangelo: la buona notizia della salvezza portata a tutti gli uomini.
COMMENTO ALLE LETTURE
— L'uomo di oggi è forse meno sensibile al suo bisogno di salvezza: la scienza, la tecnica, il progresso gli danno un senso di sicurezza oltre il quale egli non cerca altro.
— Eppure anche nella società attuale sono numerose ed evidenti le situazioni che, come tanti punti di resistenza del peccato, richiedono di essere «salvate»: gli emarginati, gli oppressi, i popoli che soffrono la fame e quelli che vivono in continuo regime di guerra; le persone senza casa, senza lavoro; i giovani abbandonati o quelli che non trovano più nelle loro famiglie un ambiente adatto per una crescita equilibrata a livello umano e cristiano...
— Tutti questi sono i «poveri» che Gesù è venuto a salvare, i «prigionieri» che è venuto a liberare: perché tale salvezza si compia siamo chiamati, come cristiani e come comunità consacrata da Dio, alla testimonianza del lieto evento tra i
115
giovani, ad essere presenza dell'Emmanuele nell'oggi conflittuale del mondo.
CANTICO DELLA VERGINE MARIA
Ant. O Signore della terra e delle genti, vieni e spezza il giogo
della nostra antica schiavitù.
INTERCESSIONI
C Rivolgiamo la nostra preghiera al Padre che da tutta l'eternità ha preparato per noi un piano di salvezza: chiediamogli che compia anche oggi la sua promessa per opera del suo Figlio Gesù.
G Rispondiamo: Vieni, non tardare, Signore Gesù.
— Perché il Vangelo sia annunciato a tutti gli uomini ed essi sappiano che Dio li ama e che Gesù è venuto a portare la salvezza, preghiamo.
— Perché i cristiani e tutti gli uomini di buona volontà siano sempre pronti e disponibili a compiere opere di salvezza che manifestino al mondo la bontà del Padre, preghiamo.
— Perché noi qui presenti sappiamo riconoscere i segni della venuta del Signore nella nostra comunità e accoglierli come adempimento delle sue promesse, preghiamo.
(Altre intenzioni).
PADRE NOSTRO
PREGHIERA CONCLUSIVA
C Manifesta la tua potenza, o Dio,
soccorrici con la tua forza:
il tuo amore vinca in noi le resistenze del peccato
e affretti il momento della salvezza.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
BENEDIZIONE CANTO FINALE
116
17 dicembre: L'ATTESA
CANTO DELLE PROFEZIE
RITO LUCERNARE
INNO D'AVVENTO
PRIMA LETTURA: /5 63,16b-17; 64,1.3b-8
Introduzione — Dio ha promesso che dimenticherà il peccato del suo popolo e manderà la salvezza. La lunga attesa di Israele si esprime in un'invocazione che diventa anche la nostra preghiera perché Dio, nostro Padre, intervenga prontamente: «Oh, se tu squarciassi i cieli e discendessi!...».
CANTO DI MEDITAZIONE (polisalmo) SECONDA LETTURA: / COr 1,3-9
Introduzione — Nell'attesa della venuta del Signore siamo fortificati dall'aiuto che Dio ci concede, in maniera abbondante e diversa, per renderci fedeli e vigilanti.
COMMENTO ALLE LETTURE
- Il giorno della «manifestazione» del Signore nostro Gesù Cristo non è soltanto il Natale che ci prepariamo a celebrare, ma anche la venuta del Cristo glorioso alla fine dei tempi. Allora saremo giudicati secondo le nostre opere e avrà compimento definitivo la promessa della nostra salvezza.
— Nel tempo attuale, durante la nostra vita abbiamo la certezza che Dio è fedele; non ci abbandona nei momenti della difficoltà e della prova, ma ci soccorre con la sua grazia, perché restiamo saldi nel bene e rispondiamo con la nostra fedeltà alla fedeltà di Dio Padre che si è già manifestata nel donare al mondo suo Figlio Gesù.
CANTICO DELLA VERGINE MARIA
Ant. O Sapienza,
che esci dalla bocca dell'Altissimo, ti estendi ai confini del mondo,
e tutto disponi con soavità e con forza: vieni, insegnaci la via della saggezza.
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INTERCESSIONI
C Mentre aspettiamo ardentemente la «manifestazione» del Signore nostro Gesù Cristo, imploriamo con insistenza la sua misericordia: lui che è fedele alle promesse, voglia salvare anche oggi quelli che lo aspettano.
G Rispondiamo: Vieni, non tardare, Signore Gesù.
— Per la Chiesa, perché sia sempre fedele dispensatrice dei doni della parola, dei sacramenti, della testimonianza evangelica, a sostegno della fedeltà dei cristiani, preghiamo.
— Per tutti gli uomini che cercano Dio con cuore sincero: l'attesa della manifestazione del Signore possa dare un senso alla loro vita, preghiamo.
— Per tutti noi qui presenti, perché non restiamo indifferenti all'ascolto della parola di Dio ma sappiamo accoglierla come dono e viverla con gioia, preghiamo. (Altre intenzioni).
PADRE NOSTRO
PREGHIERA CONCLUSIVA
C Signore, nostro Dio,
rendici pronti nell'attesa di Cristo, tuo Figlio:
quando egli verrà e busserà alla porta,
ci trovi vigilanti nella preghiera
ed esultanti nella lode.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
BENEDIZIONE CANTO FINALE
118
18 dicembre: DALLE TENEBRE ALLA LUCE
CANTO DELLE PROFEZIE RITO LUCERNARE
INNO D'AVVENTO
PRIMA LETTURA: IS 9,1-6
Introduzione — Il profeta ha previsto e preannunciato la nascita del Salvatore come una grande luce sorta a rischiarare il mondo. Questa luce è speranza anche per noi.
CANTO DI MEDITAZIONE (polisalmo) SECONDA LETTURA: Rm 13 , 11-14
Introduzione — La luce di Cristo deve risplendere anche nella vita del cristiano: l'apostolo Paolo ci esorta a vivere nella luce; così sarà manifestata dalla nostra vita la salvezza che sta per venire come aurora di un nuovo giorno.
COMMENTO ALLE LETTURE
— La venuta di Gesù deve essere preparata con un'attesa vigilante e operosa. Per questo san Paolo ci scuote e ci invita a svegliarci dal sonno!
— Accogliamo l'invito alla conversione. Il nostro cuore s'è adagiato nelle abitudini e nella falsa sicurezza dell'egoismo e del benessere.
— Destiamoci dal torpore dell'indolenza. La nostra vita s'è troppo compromessa nella pigrizia spirituale, nell'incapacità di udire il grido del bisognoso e nella preghiera sterile.
CANTICO DELLA VERGINE MARIA
Ant. O Signore, guida della casa d'Israele che sei apparso a Mosè
nel fuoco del roveto,
e sul monte Sinai gli hai dato la legge: vieni a liberarci con braccio potente.
119
INTERCESSIONI
C Il Signore, nell'attesa del suo Natale, ci chiama a risvegliarci dal sonno, a convertirci a lui con tutto il cuore. Accogliendo questo invito, chiediamo al Signore il suo aiuto, perché possiamo essere, come lui e con lui, luce del mondo.
G Rispondiamo: Vieni, non tardare, Signore Gesù.
— Per la nostra comunità: sappia essere luce per quanti la incontrano e testimonianza di Gesù Salvatore, luce del mondo, preghiamo.
— Per tutti gli uomini: non prevalgano in loro le tenebre dell'egoismo, della paura, della diffidenza reciproca, ma risplenda il coraggio, l'altruismo, la fiducia e l'onestà della vita, preghiamo.
— Per noi qui presenti: perché sappiamo riconoscere il volto luminoso del Signore che viene in ogni nostro fratello, specialmente nei più deboli e poveri, preghiamo. (Altre intenzioni).
PADRE NOSTRO
PREGHIERA CONCLUSIVA
C O Dio, Padre di bontà e di misericordia, nel tuo Figlio Gesù ci hai chiamati dalle tenebre alla luce: dona a noi, tuoi figli, dí ridestarci dal sonno dell'egoismo e del peccato per andare incontro al Cristo, tuo Figlio e nostro Signore. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
T Amen.
BENEDIZIONE CANTO FINALE
19 dicembre: GESÙ SALVATORE PORTA LA PACE
CANTO DELLE PROFEZIE RITO LUCERNARE INNO D'AVVENTO
120
INNO D'AVVENTO
PRIMA LETTURA: Is 11,1-9
Introduzione — Dal vecchio tronco della dinastia di Davide spunterà un germoglio nuovo: il Salvatore. Egli farà regnare nel mondo la giustizia e la pace.
CANTO DI MEDITAZIONE (polisalmo) SECONDA LETTURA: Ef 2,12-18
Introduzione — Gesù, venendo nel mondo come Salvatore, si è fatto annunciatore di pace per tutti: per i vicini (i figli del popolo eletto) e per i lontani (tutti gli altri popoli). Questa pace l'annuncia oggi anche a noi.
COMMENTO ALLE LETTURE
— Viene descritto, con poetico candore, un inno di pace e di giustizia che esalta la futura armonia del creato, non più servo delle tenebre. La ragione di tanta pace è nella conoscenza del vero e nell'adesione al bene, perché il regno di Dio si è definitivamente instaurato nel cuore di ogni uomo.
— Gesù stesso ci dà garanzia di vera pace perché è amore al Padre e ai fratelli. Da questo amore, che è dono dello Spirito e che unisce fra loro i credenti, nasce ogni pacificazione e riconciliazione.
CANTICO DELLA VERGINE MARIA
Ant. O Germoglio di lesse,
che ti innalzi come segno per i popoli: tacciono davanti a te i re della terra, e le nazioni t'invocano:
vieni a liberarci, non tardare.
INTERCESSIONI
C Il Salvatore che viene, non soltanto porta la pace, ma egli stesso è la nostra pace; preghiamolo perché questo suo dono regni duraturo nel mondo.
121
G Rispondiamo: Vieni, non tardare, Signore Gesù. — Per la Chiesa: arricchita dei doni dello Spirito, come il germoglio di lesse, sia sempre annunciatrice di giustizia e di pace nel mondo, preghiamo.
— Per tutti coloro che hanno responsabilità di governo: cerchino sempre con sincerità e convinzione le vie della pace per risolvere le situazioni di tensione e conflitto tra i popoli, preghiamo.
— Per noi qui riuniti: perché ci lasciamo coinvolgere dal progetto di Cristo che è un progetto di pace per l'umanità, e sappiamo realizzarlo nelle nostre scelte quotidiane, preghiamo.
(Altre intenzioni).
PADRE NOSTRO
PREGHIERA CONCLUSIVA
C O Dio, Padre buono e onnipotente, esaudisci le nostre preghiere. Nel tuo Figlio ci hai donato la pace; concedi anche a noi di essere, oggi, costruttori di pace, per realizzare il tuo progetto di salvezza. Te lo chiediamo per lo stesso Gesù Cristo, tuo Figlio e nostro Signore.
T Amen.
BENEDIZIONE
CANTO FINALE
20 dicembre:
GESÙ SALVATORE PORTA LA LIBERTÀ
CANTO DELLE PROFEZIE
RITO LUCERNARE
INNO D'AVVENTO
PRIMA LETTURA: Ger 23,3-8
122
Introduzione — Dio promette al suo popolo una nuova liberazione, preannuncio di quella che verrà operata dal Messia: Gesù, il vero pastore, salvatore e liberatore di tutti gli uomini.
CANTO DI MEDITAZIONE (polisalmo) SECONDA LETTURA: Gal 4,4-10; 5,1
Introduzione — La vera libertà è quella di essere figli di Dio e di poterlo chiamare Padre; ma è una libertà che impegna.
COMMENTO ALLE LETTURE
- Il profeta annuncia che dalla discendenza di Davide apparirà un re salvatore e liberatore del suo popolo. Questo annuncio è segno e profezia del futuro Messia, il Cristo, mandato nella pienezza dei tempi per liberare tutti coloro che erano schiavi del peccato e della idolatria.
— Questa libertà-liberazione raggiunge anche noi attraverso la Chiesa, l'annuncio della Parola e la celebrazione dei sacramenti.
— È una libertà che ci viene donata dallo Spirito di Dio, il quale ci rende figli e ci consente di chiamare Dio col nome di Padre.
— È libertà che ci impegna ad essere fedeli alla volontà di Dio. Egli per primo è venuto a cercarci per salvarci e vuole che collaboriamo con le nostre opere all'avvento del Regno.
CANTICO DELLA VERGINE MARIA
Ant. O Chiave di Davide,
scettro della casa d'Israele, che apri, e nessuno può chiudere, chiudi, e nessuno può aprire: vieni, libera l'uomo prigioniero, che giace nelle tenebre e nell'ombra di morte.
INTERCESSIONI
C Nella pienezza dei tempi Dio Padre ha mandato suo Figlio per la nostra salvezza. Egli ha liberato gli uomini dalla schiavitù del male e del peccato. Preghiamo con cuore di figli perché questa libertà non venga mai meno.
123
G Rispondiamo: Vieni, non tardare, Signore Gesù. — Per la santa Chiesa di Dio: proclami al mondo intero la libertà che Cristo ci ha dato, preghiamo. — Per tutti i cristiani: nell'ascolto e nell'attuazione della parola di Dio trovino la vera libertà dei figli di Dio, preghiamo.
— Per gli infedeli e i peccatori: ascoltino la parola del Vangelo che dona vera libertà, preghiamo.
(Altre intenzioni).
PADRE NOSTRO
PREGHIERA CONCLUSIVA
C Oppressi sotto il giogo del peccato, aspettiamo con fede, Dio nostro, la nuova nascita del tuo unico Figlio: la sua venuta ci liberi dalla schiavitù antica. Te lo chiediamo per lo stesso Gesù Cristo, tuo Figlio e nostro Signore.
T Amen.
BENEDIZIONE CANTO FINALE
21 dicembre: GESÙ SALVATORE, LUCE DEL MONDO
CANTO DELLE PROFEZIE
RITO LUCERNARE
INNO D'AVVENTO
PRIMA LETTURA: IS 60,1-5
Introduzione — In una visione profetica, Isaia vede una grande luce inondare Gerusalemme e tutti i popoli accorrere a lei per essere illuminati e salvati; questa descrizione è immagine della Chiesa di Cristo, segno di salvezza per tutti gli uomini.
124
CANTO DI MEDITAZIONE (polisalmo) SECONDA LETTURA: Lc 1,67-79
Introduzione — Anche nel Vangelo il sacerdote Zaccaria profetizza e annuncia la venuta del Salvatore come un sole nascente che splende sul mondo, vince le tenebre del peccato e indica le vie della pace.
COMMENTO ALLE LETTURE
— Dio è luce perché in lui risplendono la bontà, la verità e l'amore. Questa sua luce egli la comunica all'uomo perché la diffonda nel mondo. Ma nel corso della storia l'uomo ha sovente offuscato la luce divina con le tenebre del male, dell'egoismo, del peccato.
— Ecco allora il richiamo che viene da Gerusalemme, la città santa del popolo eletto, per invitare tutti gli uomini a camminare in una vita rinnovata e illuminata direttamente da Dio.
— Ecco il Cantico di Zaccaria che benedice Dio perché manderà un redentore a salvare l'uomo dal peccato e dalla morte. Questo salvatore è Gesù che ha detto: «Io sono la luce del mondo; chi segue me... avrà la luce della vita» (Gv 8,12).
— Nel Battesimo siamo stati «illuminati» da questa luce che è Cristo. 11 Natale del Signore ci inonda continuamente della stessa luce che viene da Dio, affinché illumini la nostra vita e faccia risplendere in noi e attorno a noi i suoi frutti: tutto ciò che è buono, giusto e vero (cf Ef 5,9). Così anche attraverso noi potrà risplendere nel mondo la luce di Gesù salvatore.
CANTICO DELLA VERGINE MARIA
Ant. O Astro che sorgi,
splendore della luce eterna,
sole di giustizia:
vieni, illumina chi giace nelle tenebre
e nell'ombra di morte.
INTERCESSIONI
C La luce vera che illumina ogni uomo sta per venire nel mondo. Chiediamo al Signore di saperla accogliere, di
lasciarci «illuminare» da lui per far risplendere la sua luce nella nostra vita e nel mondo.
125
G Rispondiamo: Vieni, non tardare, Signore Gesù.
— Per la Chiesa di Dio: come nuova Gerusalemme splendente di luce, illumini tutti gli uomini sulla via della salvezza, preghiamo.
— Per il Papa, i Vescovi, i Sacerdoti e i Religiosi: siano fedeli al messaggio di Dio che è luce alla nostra mente e al nostro cuore, preghiamo.
— Per gli uomini che non conoscono ancora la gioia della fede: rischiarati dalla luce di Cristo intraprendano il cammino che conduce a lui, preghiamo.
(Altre intenzioni).
PADRE NOSTRO
PREGHIERA CONCLUSIVA
C Inondati dalla nuova luce della tua parola che si è incarnata, ti preghiamo, o Dio onnipotente: risplenda nelle nostre opere ciò che per la fede rifulge nel nostro spirito. Per Cristo, tuo Figlio e nostro Signore.
T Amen.
BENEDIZIONE CANTO FINALE
22 dicembre: GESÙ SALVATORE DI TUTTI
CANTO DELLE PROFEZIE RITO LUCERNARE
INNO D'AVVENTO
PRIMA LETTURA: IS 2,2-3
Introduzione — Dio vuol salvare tutti gli uomini chiamandoli a far parte del suo popolo. Nella lettura che ascolteremo
è preannunciato il compimento di questo piano di Dio che si realizzerà con la venuta di Gesù.
126
CANTO DI MEDITAZIONE (polisalmo) SECONDA LETTURA: Tt 2,11-3,2
Introduzione — La salvezza di Dio si è manifestata a tutti gli uomini nel Salvatore nostro Gesù Cristo. Così ci assicura l'apostolo Paolo, invitandoci ad essere zelanti nelle opere buone mentre aspettiamo la venuta finale del Signore.
COMMENTO ALLE LETTURE
— Il progetto di Dio è quello di riunire tutti gli uomini in un popolo «ben disposto» a compiere la sua volontà di pace, di giustizia, di amore.
— Purtroppo, nella storia dell'umanità, il peccato, l'odio, l'egoismo hanno sempre provocato disunione, guerre, ostilità. — Ma Cristo è venuto tra gli uomini: ha portato e predicato la pace, la fraternità; è diventato il punto di incontro e di riconciliazione fra Dio e gli uomini, e di tutti gli uomini fra di loro.
— La sua opera è opera oggi continuata dalla Chiesa: essa è il popolo, il tempio, la famiglia di Dio; il prolungamento della presenza e dell'azione del salvatore Gesù tra gli uomini; essa non si stanca di rivolgere agli uomini, in nome di Cristo, il suo appello all'amore, alla solidarietà fraterna, alla pace.
— Rispondiamo a questo appello, rendendo attivo nella preghiera e nelle opere della fraternità evangelica il nostro impegno perché tutti possano conoscere la salvezza portata da Gesù.
CANTICO DELLA VERGINE MARIA
Ant. O Re delle genti,
atteso da tutte le nazioni, pietra angolare che riunisci i popoli in uno:
vieni, e salva l'uomo
che hai formato dalla terra.
127
INTERCESSIONI
C Invochiamo la venuta di Gesù in questo nostro mondo ancora lacerato da odio e discordie: il Salvatore di tutti riunisca la famiglia umana nell'amore e nella fede che salva.
G Rispondiamo: Vieni, non tardare, Signore Gesù.
— Per la Chiesa di Dio: sia la nuova Gerusalemme alla quale accorrono tutte le genti per formare il popolo di Dio, ben disposto a compiere la sua volontà, preghiamo.
— Per le persone che non credono, per gli atei e gli indifferenti; scoprano nella loro vita i segni della presenza e dell'amore di Dio che salva, preghiamo.
— Per coloro che soffrono nello spirito e nel corpo: trovino nel Signore forza e speranza, preghiamo.
— Per la nostra comunità: con la sua testimonianza viva e coerente sia un segno che conduce verso il Signore, preghiamo.
(Altre intenzioni).
PADRE NOSTRO
PREGHIERA CONCLUSIVA
C Dio di bontà e di misericordia, guarda con benevolenza noi, tuo popolo, ed esaudisci le nostre preghiere. Manda Gesù, tuo Figlio, perché manifesti la salvezza a tutti gli uomini ed essi possano riconoscerti senza errore e amarti fedelmente. Te lo chiediamo per lo stesso Gesù Cristo, tuo Figlio e nostro Signore.
T Amen.
BENEDIZIONE CANTO FINALE
23 dicembre: GESÙ È L'EMMANUELE, IL «DIO-CON-NOI»
CANTO DELLE PROFEZIE RITO LUCERNARE
128
INNO D'AVVENTO
PRIMA LETTURA: IS 7,10-15
Introduzione — Dio ama gli uomini con amore infinito: per questo ha mandato ad abitare in mezzo a noi suo Figlio Gesù, nato da una vergine: egli è l'Emmanuele, il «Dio-con-noi».
CANTO DI MEDITAZIONE (polisalmo) SECONDA LETTURA: Lc 1,26-33
Introduzione — In Maria si è avverato il prodigio profetato da Isaia: la Vergine darà alla luce un figlio e questi sarà il «Dio-con-noi».
COMMENTO ALLE LETTURE
— Fin dall'inizio della creazione Dio aveva stabilito di vivere con l'uomo, di essere con lui in rapporto di amicizia... Ma con il peccato l'uomo perse l'amicizia di Dio, si trovò solo, abbandonato a se stesso, in un mondo ostile.
— Dio però rimase fedele al suo progetto: si scelse un popolo, Israele, lo prese sotto la sua protezione e in mezzo ad esso pose la sua dimora. A questo popolo annunciò più volte, per mezzo dei profeti, che avrebbe mandato un Salvatore, un Messia, per rinnovare il rapporto dell'antica amicizia con tutti gli uomini, per stabilire la sua dimora nel cuore di ogni uomo.
— Questo annuncio è diventato realtà con la nascita di Gesù: il Figlio di Dio ha preso un corpo d'uomo nel seno di Maria; in lui possiamo contemplare il volto di Dio.
— Gesù ora è presente come «Dio-con-noi» anche nella Chiesa, nella parola che ci viene annunciata, nell'Eucaristia e nei sacramenti che celebriamo; è presente in ognuno dei nostri fratelli, lui che ha detto: «Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me» (Mt 25,40).
— Egli è ancora presente in ciascuno di noi, nel nostro cuore quando ascoltiamo con fede la sua parola e la mettiamo in pratica; da noi egli aspetta questa risposta di fedeltà al suo amore.
129
CANTICO DELLA VERGINE MARIA
Ant. O Emmanuele, nostro re e legislatore, speranza e certezza dei popoli:
vieni a salvarci,
o Signore nostro Dio.
INTERCESSIONI
C Rendiamo grazie a Dio Padre che, spinto dal suo amore misericordioso, ha mandato il Figlio suo nel mondo per essere «Dio-con-noi»; pieni di fiducia nella sua bontà, rivolgiamogli la nostra preghiera.
G Rispondiamo: Vieni, non tardare, Signore Gesù.
— Per il Papa, i Vescovi, i Sacerdoti e i Religiosi: siano sempre testimoni fedeli della presenza di Cristo nel mondo, preghiamo.
— Per i cristiani: si rafforzi la loro fede nella presenza di Dio nel mondo, preghiamo.
— Per tutti gli uomini che Dio ama: non restino indifferenti alla venuta di Cristo in mezzo a loro, preghiamo. (Altre intenzioni).
PADRE NOSTRO
PREGHIERA CONCLUSIVA
C Padre santo, Dio di bontà e di misericordia, tu non ci lasci soli nel cammino della vita, ma sei vivo e operante in mezzo a noi e accompagni la tua Chiesa pellegrina nel mondo. Noi ti preghiamo: rinnova i nostri cuori perché siano pronti ad accogliere la venuta di tuo Figlio che ci hai donato come fratello e redentore. Egli è Dio, e vive e regna nei secoli dei secoli.
T Amen.
BENEDIZIONE CANTO FINALE
130
24 dicembre: ANDIAMO CON GIOIA INCONTRO AL SIGNORE CHE VIENE
CANTO DELLE PROFEZIE RITO LUCERNARE
INNO D'AVVENTO
PRIMA LETTURA: IS 35,1-4
Introduzione — In una splendida visione il profeta Isaia vede la terra arida e brulla completamente trasformata: dovunque sbocciano i fiori e risplende la gioia all'apparire del Salvatore. È un segno della gioia con la quale anche noi siamo invitati ad andare incontro al Signore che viene.
CANTO DI MEDITAZIONE (polisalmo) SECONDA LETTURA: Lc 2,8-20
Introduzione — Gesù, il Salvatore, nasce nel tempo, entra nella nostra storia; è questa la «lieta notizia» che deve riempire, oggi, i nostri cuori.
COMMENTO ALLE LETTURE
— La gioia annunciata dal profeta Isaia al popolo dell'antica alleanza, la gioia annunciata ai pastori di Betlemme, è anche gioia per noi oggi.
— Figli del nostro tempo, sentiamo nel cuore l'eco delle discordie, delle ansie, delle inquietudini che lo travagliano; dobbiamo ritrovare l'atteggiamento di amore di Maria e di Giuseppe, per andare con la mente e il cuore a Betlemme e li contemplare il mistero di Dio che si fa uomo, per dare un senso alla nostra ricerca e al nostro cammino.
— Allora anche nel nostro cuore potrà fiorire la gioia, risplendere la speranza, rinascere il coraggio per vivere una vita «nuova» degna dei figli di Dio: «Non c'è spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita, una vita che distrugge la paura della morte e dona la gioia delle promesse eterne. Nessuno è escluso da questa felicità: la causa della gioia è comune a tutti perché il nostro Signore, vincitore del pecca to e della morte, non avendo trovato nessuno libero dalla colpa è venuto per la liberazione di tutti» (san Leone Magno).
131
CANTICO DELLA VERGINE MARIA
Ant. O Signore Gesù,
che hai vinto le tenebre del mondo con la luce della tua venuta, guardaci con volto sereno perché possiamo cantare la gloria della tua nascita.
INTERCESSIONI
C Gesù viene ancora tra noi per portare la gioia ai nostri cuori e perché la nostra gioia sia piena; invochiamolo con tutta la Chiesa e con tutti coloro che attendono fiduciosi la sua venuta.
G Rispondiamo: Vieni, non tardare, Signore Gesù.
— Per tutti i membri della Chiesa: si impegnino con coerenza a diffondere la gioia della salvezza annunciata a Betlemme, preghiamo.
— Per i poveri, i sofferenti, gli ammalati: venga ad essi annunciata la lieta notizia che anche per loro è nato un Salvatore, e i cuori afflitti siano consolati, preghiamo.
— Per noi qui presenti: sappiamo essere aperti e disponibili verso i fratelli che incontriamo sul nostro cammino; sappiamo condividere i dolori e le angosce, le speranze e le gioie; e progredire insieme sulle vie della salvezza, preghiamo.
(Altre intenzioni).
PADRE NOSTRO
PREGHIERA CONCLUSIVA
C O Dio, ogni anno ci allieti con l'attesa di Gesù salvatore; concedici di vedere senza timore, quando verrà come giudice, il tuo unico Figlio che accogliamo con gioia come Redentore. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
T Amen.
BENEDIZIONE CANTO FINALE
132
Secondo schema celebrativo
Si conserva la precedente impostazione celebrativa, ma si offrono letture alternative, suggerendo intercessioni libere e come preghiera finale la colletta del giorno.
16 dicembre: VITA NUOVA
— Gn 3,7-20 (peccato e promessa di una vita nuova).
— Gv 16,20-24 (il parto di una vita nuova: dolore e gioia).
17 dicembre: IL PROFETA
— Dt 18,9.13-19 (sorgeranno profeti nel popolo).
— Lc 7,11-16 (il grande profeta che fa risorgere i morti).
18 dicembre: IL MESSIA PROFETATO
— 2 Sam 7,1-17 (la profezia di Natan a Davide).
— Mt 22,41-45 (il Messia è il figlio promesso a Davide).
19 dicembre: IL FIGLIO DELLA VERGINE
— Is 7,10-16 (la profezia del figlio della vergine).
— Mt 1,18-25 (il Figlio della Vergine).
20 dicembre: LUCE NELLE TENEBRE
— Is 8,23b-9,6 (luce nelle tenebre: il dono di un bimbo).
— Gv 8,12-19 (Cristo luce del mondo).
21 dicembre: LO SPIRITO È SU DI LUI
— Is 11,1-9 (la radice di lesse: lo Spirito è su di lui).
— Lc 4,14-21 (lo Spirito del Signore è sopra di me).
22 dicembre:
LA VITTIMA PER LA NOSTRA SALVEZZA
— Is 52,13-53,12 (il servo del Signore si è addossato i nostri dolori).
— Gv 1,29-34 (l'Agnello di Dio che porta il peccato del mondo).
133
23 dicembre: IL PASTORE
— Ez 34,22-31 (il nuovo pastore).
— Gv 10,11-18 (il buon Pastore).
24 dicembre: IL COMPIERSI DELLA SALVEZZA
— /s 60,1-4; 62,3-5.11-12 (viene finalmente la luce di Gerusalemme).
— Mt 11,25-30 (il mistero rivelato ai piccoli). Terzo schema (con ufficiatura dei Vespri)
INVITATORIO: Canto delle profezie
INNO DI AVVENTO
SALMI E CANTICO (dal salterio)
LETTURA BIBLICA
OMELIA DEL CELEBRANTE
CANTO RESPONSORIALE (o polisalmo o responsorio breve)
ANTIFONA «O» e CANTICO DELLA VERGINE MARIA
INTERCESSIONI
PADRE NOSTRO
_______________
3.3. IL TEMPO DI NATALE
3.3.1. CELEBRIAMO LA NASCITA
E LA MANIFESTAZIONE DEL VERBO
Il tempo di Natale nell'anno liturgico
Nel tempo di Natale la Chiesa celebra il memoriale della nascita dell'Emmanuele e della sua prima manifestazione alle genti. Le tre celebrazioni eucaristiche del Natale, che continuano nell'ottava, indicano liturgicamente la grandiosità dell'evento di salvezza.
134
Complementare con tale solennità è quella dell'Epifania del Signore. Durante l'ottava di Natale un posto speciale è assegnato alla festa della santa Famiglia di Nazaret e, nel suo scadere (1° gennaio), si celebra la solennità di Maria SS. Madre di Dio. Conclude il periodo natalizio la festa del Battesimo del Signore, inizio della sua vita pubblica.
Ognuna di tali celebrazioni porta uno speciale messaggio. Ma tutto gravita attorno al grande mistero dell'Incarnazione redentrice del Figlio di Dio, oggetto di un particolare atto di fede. «Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo» (Credo).
Va sottolineata la dimensione redentrice dell'incarnazione del Figlio di Dio. Egli si fa uomo per liberare l'umanità dal peccato e comunicare la sua vita divina. Tutta la vita di Cristo tende a tale scopo, ma è con la sua Pasqua di morte e risurrezione che egli porta a compimento il piano divino della salvezza. L'incarnazione di Cristo è quindi essenzialmente orientata alla sua Pasqua. Cristo nasce per compiere quell'itinerario di salvezza che avrà il-suo traguardo nella sua morte e risurrezione.
La celebrazione del Natale del Signore pone in evidenza il mirabile scambio tra l'umanità e la divinità, realizzato dalla nascita temporale del Figlio di Dio. «Dio si è fatto uomo affinché l'uomo diventasse Dio» (sant'Agostino). All'abbassamento del Figlio di Dio che assume la natura umana, corrisponde l'innalzamento dell'umanità alla natura divina.
Il Natale è allora motivo di grande gioia per il singolo cristiano e per la Chiesa intera. Si acquista maggiore coscienza di quel particolare fondamento della spiritualità cristiana che è costituito dalla adozione degli uomini a figli di Dio. Ci si convince sempre più che «in realtà solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell'uomo» (GS 22). Ne segue un rinnovato impegno, a livello personale e a livello comunitario, per la vera promozione umana.
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Il Salesiano avvolto nella contemplazione del Verbo incarnato
Il Salesiano troverà nel tempo di Natale abbondanti spunti per arricchire la propria spiritualità liturgica e dare efficacia all'apostolato ad essa connesso. Da una migliore conoscenza del mistero dell'incarnazione di Cristo deriverà utili suggestioni sullo spirito di famiglia, caratteristico delle comunità salesiane (festa della santa Famiglia), sulla devozione a Maria, Madre di Dio e nostra (solennità di Maria SS. Madre di Dio), sulla vocazione missionaria della Chiesa (solennità dell'Epifania), sugli impegni battesimali del cristiano (festa del Battesimo del Signore). Tutto alla luce dell'Amore infinito di Dio che ci rende degni, in Cristo e nel suo Spirito, di partecipare alle ricchezze della Divinità.
3.3.2. PRECONIO DI NATALE
Dopo i primi Vespri di Natale, o nel giorno, per dare solennità alla mensa, specie dove questa è vissuta come momento di festa nella comunità, si può proclamare il preconio natalizio. Lo si può proclamare anche alla fine di una veglia che introduce alla Messa di mezzanotte.
Primo schema
G Nel nome del Padre...
Il Dio della pace è venuto a visitarci.
T E ha piantato la sua tenda in mezzo a noi.
Un lettore proclama e tutti cantano o acclamano: Gloria a te, Signor, oppure Amen, gloria, onore a te nei secoli.
L Fratelli, la tenebra sta passando e la vera luce già risplende (cf 1 Gv 2,8). Rivestitevi di luce,
perché viene la vostra luce;
la gloria del Signore già risplende su di noi (cf h 60,1). T (Ripetono una delle acclamazioni proposte).
L Non smettete di scrutare l'orizzonte, nell'attesa che si levi il vostro sole, il Giorno eterno,
lo splendore della gloria del Padre (cf Eb 1,3).
T (Acclamazione).
136
L Verrà di certo
la Stella fulgida del mattino
luce radiosa che risplende nelle vostre tenebre
(cf Ap 22,1b);
verrà per illuminare quelli che stanno nelle tenebre
e nell'ombra della morte (cf Lc 1,78-79).
T (Acclamazione).
L Non temere Sion,
non lasciarti cadere le braccia!
Il Signore tuo Dio è un Salvatore potente,
è in mezzo a te.
Ti rinnoverà con il suo amore.
Si rallegrerà come nei giorni di festa
con grida di gioia (cf Sof 3,16-18).
T (Acclamazione).
L Fratelli,
non siete nelle tenebre,
ma siete tutti figli della luce
e figli del giorno:
vivete da figli della luce! (cf 1 Ts 5,4).
T (Acclamazione).
L Lo Spirito e la sposa dicono: Vieni!
E chi ascolta dica: Vieni! (cf Ap 22,17).
Sì, vengo presto.
Vieni, Signore Gesù! (cf Ap 22,20).
Ecco, viene lo Sposo,
andategli incontro! (cf Mt 25,6).
T (Acclamazione).
LETTURA DEL VANGELO: Lc 2,1-8
Chi guida proclama il testo evangelico della nascita di Gesù. Se in refettorio, si conclude così:
G Benedici questa festa celebrata nel tuo nome,
la nostra comunità celebri con gioia la tua nascita;
il pane e il cibo che dividiamo
siano segno della carità che ci unisce.
Tu che sei l'Emmanuele,
il Dio-con-noi per tutti i secoli.
T Amen.
137
Oppure
G Sii benedetto, Dio onnipotente:
oggi nasce dalla Vergine
colui che tiene nella sua mano
tutta la creazione.
Si nutre del latte materno
colui che, nel deserto,
fece piovere la manna per il suo popolo.
Ti ringraziamo, Padre nostro,
per le tue meraviglie
e l'abbondanza rinnovata dei tuoi doni,
per Cristo Gesù nostro Signore.
T Amen.
Oppure
G Signore Dio nostro,
veneriamo la nascita del tuo Cristo
e ti benediciamo per questa immensa gioia.
Rivelaci, nel tuo Figlio prediletto,
lo splendore del tuo volto
perché l'inno di grazie
per i tuoi doni meravigliosi
echeggi in noi ora e sempre.
Per Cristo Gesù, nostro Signore.
T Amen.
Secondo schema
È l'annuncio tradizionale riportato nel martirologio romano. Con solennità si dichiara al mondo che in un atteso e particolare momento della storia dell'umanità l'onnipotente Iddio nasce in una grotta presso Betlemme, umile villaggio di una turbolenta provincia romana. L'incarnazione del Verbo suggella le tappe della salvezza con una definitiva èra di pace.
Può essere proclamato o cantato dopo i primi Vespri di Natale, anche in apertura della cena della comunità. Chi presiede la mensa concluderà con l'orazione benedizionale.
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Anno a creatione mundi, quando in principio Deus creavit caelum et terram, quinquies millesimo centesimo nonagesimo nono; a nativitate Abrahae, anno bis millesimo; a Moyse et egressu populi Israel de Aegypto, anno millesimo ducentesimo quinquagesimo; ad unctione David in Regem, anno millesimo decimo; Hebdomada sexagesima quinta, juxta Danielis prophetiam; Olympiade centesima nonagesima quarta; ab urbe Roma condita, anno septingentesimo quinquagesimo secundo; anno Imperii Octaviani Augusti quadragesimo secundo, toto orbe in pace composito, sexta mundi aetate, Jesus Christus, aetemus Deus aetemique Patris Filius, mundum volens adventu suo piissimo consecrare, de Spiritu Sancto conceptus, novemque post conceptionem decursis mensibus (Hic vox elevatur, et omnes genua fiectunt) in Bethlehem Judae nascitur ex Maria Virgine factus Homo. (Hic autem in priori voce dicitur, et in tono passionis). Nativitas Domini nostri Jesu Christi secundum camera.
3.3.3. VEGLIA DI NATALE
È lodevole organizzare prima della «messa di mezzanotte» una veglia di preghiera a cui invitare anche membri della Famiglia Salesiana. È un momento di trepida attesa vissuto in comunione di cuore e nella condivisione di ideali. Le formule possono essere molteplici, e tali appaiono dalla bibliografia divulgata. Tuttavia ci si adatti al clima locale e liturgico al fine di una pacata e familiare preghiera che porta all'intimità della celebrazione eucaristica.
3.3.4. ULTIMO GIORNO DELL'ANNO CIVILE
Lo scorrere delle opere e dei giorni segna il crescere della nostra esistenza. La liturgia è consacrazione del tempo in un'epoca di salvezza.
Al concludersi d'ogni anno civile siamo sollecitati a una verifica che è per noi, come singoli, come comunità particolare e ispettoriale, un momento di esame di coscienza e revisione di vita.
È un bilancio parziale che mette a confronto individui e comunità con il piano salvifico di Dio. Riconosciamo i limiti, le inadempienze comunitarie e i peccati personali in contrasto con i favori elargiti dal Signore nell'arco dell'anno di grazia che socialmente sta per concludere il suo corso. Sentimenti di pentimento e soprattutto di lode e di rendimento di grazie potranno caratterizzare celebrazioni comunitarie di peghiera al fine di rimettere tutto nelle mani del Signore con umiltà e gratitudine.
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Le circostanze suggeriscono l'organizzazione di particolari incontri, da concludere con la recita o il canto del Te Deum; si propongono qui due schemi celebrativi.
Primo schema
CANTO DI INIZIO
SALUTO DEL CELEBRANTE
Primo momento: PENITENZIALE
G Raccolti di fronte al Signore nel giorno ultimo dell'anno civile chiediamo perdono come comunità e singoli per il tempo che non abbiamo gestito nel suo nome.
PREGHIERA DI INVITO
C O Dio indulgente e misericordioso,
aiutaci a riconoscere i nostri peccati,
aiutaci a intravedere nelle circostanze della vita
il progetto di liberazione
che hai segnato per ciascuno di noi
e alimenta il nostro desiderio di conversione
per chiedere perdono a te, che sei l'autore della vita,
di tutto ciò che in quest'anno
ha oscurato il nostro cammino
verso la pienezza del nostro essere
in Cristo Gesù nostro Signore.
T Amen.
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO (di tono penitenziale)
ATTO PENITENZIALE (invocazioni preferibilmente spontanee con acclamazione penitenziale cantata o dal formulario del Messale Romano)
140
G Facciamo delle nostre invocazioni di perdono una preghiera di pentimento corale nel riconoscimento della misericordia del Padre.
SALMO PENITENZIALE O altro CANTO PREGHIERA CONCLUSIVA
C Accogli, o Signore, il nostro cuore contrito, purifica il mondo nel quale viviamo, sconfiggi le tenebre dell'odio,
della violenza e dell'indifferenza con la luce della tua presenza e rendici strumenti eletti della tua grazia. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
T Amen.
Secondo momento: LODE E RINGRAZIAMENTO
G Ringraziamo il Signore per i doni elargitici durante quest'anno civile, ringraziamolo per la sua venuta in mezzo a noi e per il dono di una vocazione santa e della chiamata e seguirlo in umiltà di spirito, in purezza di cuore e in povertà di vita.
PREGHIERA DI INVITO
C Il nostro grazie è a te, o Signore,
dispensatore della vita e operatore di prodigi.
Accetta il nostro grazie sincero
e accogli gli sforzi di tutti gli uomini di buona volontà
per un'epoca di pace.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO (di ringraziamento) INVOCAZIONI DI RINGRAZIAMENTO
C Uniamo le nostre voci di grazie nell'inno di celebrazione per le grandi opere fatte dal Signore e con voce unanime acclamiamo:
CANTO DEL TE DEUM
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PREGHIERA CONCLUSIVA
C Benedici, o Signore, il tuo popolo,
guida l'umanità intera verso l'eredità del tuo Regno,
infondi pace nei cuori
e raccogli nel tesoro del cielo ciò che di buono
abbiamo fatto in quest'anno che è trascorso
in Cristo Gesù nostro Signore.
T Amen.
BENEDIZIONE SOLENNE
C Dio Padre, Signore del tempo e della storia,
accogli le fatiche e le opere di carità
che portiamo alla tua presenza
nel chiudersi di quest'anno.
T Amen.
C Cristo, Emmanuele, che sei venuto in mezzo a noi, rendici tua presenza nell'oggi che viviamo
affinché il tempo scorra nel segno della tua salvezza. T Amen.
C Spirito di grazia, che infondi in ogni cuore forza divina, riscatta l'oltraggio del peccato
e sigilla questo nostro tempo di vita con la tua impronta. T Amen.
C E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo
discenda su di voi e con voi rimanga sempre. T Amen.
C Lodiamo il Signore con gioia e andiamo in pace. T Rendiamo grazie a Dio.
CANTO FINALE
Secondo schema
Ufficiatura dei Vespri con adorazione eucaristica e canto del Te Deum.
CANTO DI ESPOSIZIONE
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ADORAZIONE IN SILENZIO INVITATORIO
Ant Celebrate il Creatore in ogni tempo perché grande è la sua misericordia.
INNO
ANTIFONE, SALMI e CANTICO, LETTURA (come nell'ufficio del giorno: si può scegliere una lettura adatta al tema del ringraziamento)
OMELIA (È opportuno un bilancio spirituale del direttore della comunità sull'anno trascorso, con progetti per il futuro)
RESPONSORIO O CANTO RESPONSORIALE INTERCESSIONI (dall'ufficio o spontanee) PADRE NOSTRO
CANTO DEL TE DEUM
C Benediciamo il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.
T Lodiamolo ed esaltiamolo nei secoli.
C Benedetto sei tu, Signore, nel firmamento del cielo.
T II tuo nome sia esaltato in ogni tempo.
C Benedetto sei tu, Signore, Dio dell'universo.
T Lodiamo nei secoli il Signore.
C Signore, ascolta la mia preghiera.
T E il mio grido giunga a te.
C 11 Signore sia con voi.
T E con il tuo spirito.
C Preghiamo.
O Dio onnipotente ed eterno,
che effondi la tua grazia nel creato
e segni il tempo con il tuo amore di salvezza:
perdona le nostre colpe
e accogli questo canto di gloria.
Ti rendiamo grazie, o Signore, per il dono della vita
per i benefici elargiti in quest'anno. Non dimenticarti di noi, tuoi servi,
benedici sempre il nostro lavoro. Per il nostro Signore, Gesù Cristo, che vive e regna per i secoli dei secoli.
T Amen.
143
TANTUM ERGO
PREGHIERA E BENEDIZIONE INVOCAZIONI FINALI
CANTO
3.3.5. IL PRIMO GIORNO DELL'ANNO CIVILE
Questo giorno è già ricco di indicazioni, celebrandosi in esso la solennità di Maria SS. Madre di Dio e la giornata mondiale della pace. Avrà largo posto la preghiera di supplica per il nuovo anno, affidata all'intercessione della SS. Madre di Dio e accompagnata da sentimenti di vera gioia spirituale. Non manchi il richiamo a un serio impegno per la pace, in conformità al tema dell'annuale messaggio pontificio. O nel giorno stesso o nei primi giorni del nuovo anno si svolga qualche celebrazione particolare per la pace.
La comunità dovrà inoltre trovare un momento opportuno per aderire con tutta la Famiglia Salesiana al Messaggio della strenna del Rettor Maggiore.
Primo schema (con ufficiatura dei Vespri e benedizione)
Nell'usuale schema dei Vespri con adorazione, o durante l'ufficiatura dei Vespri, o in una adorazione eucaristica con benedizione, è auspicabile il canto del Veni Creator come impetrazione dei doni dello Spirito Santo per il nuovo anno. Si suggerisce in alternativa un testo di preghiera dialogica tra celebrante e coro:
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C O Dio, grande nell'amore e ricco di grazia,
benedici la nostra comunità riunita nel tuo nome.
Nel respiro dell'eternità,
il tempo segna il miracolo
della tua bontà e forza di salvezza.
1° coro Con amore di Padre
hai regolato i ritmi della vita
e ci hai creati a tua immagine
per elevare noi tutti alla tua dignità.
2° coro Con amore di misericordia
non ci hai lasciato nelle tenebre dell'errore
e hai inviato nel mondo la tua luce di grazia:
Gesù Cristo, nostro Signore.
C Sii di benedizione, o Padre,
in questo nuovo anno
che ci è consegnato dalla tua provvidente volontà.
T Ti offriamo questo nuovo tempo di vita
che la tua misericordia concede ai nostri occhi.
Ti offriamo la personale dedizione ai giovani
con il cuore di Don Bosco.
Ti offriamo le difficoltà e la fatica di ogni giorno.
C Sii di benedizione, o Cristo, Dio-con-noi,
nell'oggi della tua storia di salvezza.
T Rendici segni del tuo amore.
Rafforza la nostra fede,
rinnovaci nel tuo spirito di verità.
Sostieni il lavoro di ogni giorno,
donaci un cuore mite,
capace di dare all'amore il volto del perdono.
C Sii di benedizione, o Spirito di Dio,
per noi tutti che iniziamo questa nuova pagina di vita. T Accogli il nostro desiderio di santità
e perdona l'infedeltà
che oscura lo scorrere di questi giorni.
Accetta l'impegno di servire con carità pastorale i fratelli
e aiutaci a superare quanto ci rende schiavi degli idoli di questo mondo, ispira le nostre menti
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per orientare a te i giovani che ci affidi e supera l'umana incapacità d'essere trasparenza di Dio.
C Dedichiamo questo anno
al tuo nome che è santo nei secoli eterni.
L'intercessione di Maria,
Madre della Chiesa e Regina della Pace,
sia auspicio di grazia per l'umanità intera.
Come Don Bosco vogliamo vivere,
con coraggio e amicizia,
i giorni che ci separano dall'eterno banchetto celeste.
Tra i giovani seminiamo
un futuro di speranza e di liberazione
nel rispetto di ogni individuo,
per una società più giusta
e per una vita più santa.
T Sia questo per tutti un anno di grazia
e di serenità nel Signore. Amen.
Giornata dí preghiera per la pace
Il problema della pace è uno dei più gravi e angosciosi del nostro tempo. Si parla molto di pace, eppure la violenza domina ancora sul mondo sotto varie forme. La pace non è solo un problema politico: essa deve sbocciare nelle coscienze. È l'uomo che va liberato nell'intimo dalla violenza e dalla aggressività.
Comè educatori dobbiamo sentire la responsabilità di formare uomini. veri «costruttori di pace» secondo lo Spirito del Vangelo.
La pace assegna un impegno di solidarietà dell'uomo con la causa dell'oppresso ed è dono dello Spirito. Con Cristo facciamoci dispensatori di pace.
Si propone uno schema di celebrazione comunitaria per la pace a cui si aggiungono alcune preghiere significative.
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Celebrazione per la pace
LA PACE È DONO DI DIO IN CRISTO
CHE DIVENTA IMPEGNO DELL'UOMO
CANTO DI INIZIO
SALUTO DEL CELEBRANTE
C La grazia e la pace di Dio nostro Padre e del Signore nostro Gesù Cristo sia con tutti voi. T E con il tuo spirito.
C Preghiamo.
O Signore,
concedi a noi di essere uomini di pace,
di riconciliazione e di speranza
sull'esempio di Cristo, tuo Figlio,
che vive e regna con te nei secoli dei secoli.
T Amen.
PRIMA LETTURA: IS 2,2-5, oppure Ef 2,4-7.14-18
Introduzione — La pace è il dono degli ultimi tempi. Il Messia sarà il principe della pace.
SALMO DI MEDITAZIONE: Sal 121
SECONDA LETTURA: Lc 2,6-14
Introduzione — Cristo, l'Emmanuele, riconciliandoci con il Padre, è la fonte della pace fra gli uomini.
OMELIA (e/o una breve pausa di riflessione)
CANTO
INTERCESSIONI
C Signore, Dio di pace,
che hai creato gli uomini,
oggetto della tua benevolenza,
per essere i familiari della tua gloria,
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T noi ti benediciamo e ti rendiamo grazie
perché ci hai inviato Gesù,
tuo Figlio amatissimo,
hai fatto di lui,
nel mistero della sua Pasqua,
l'artefice di ogni salvezza,
la sorgente di ogni pace,
il legame di ogni fraternità.
C Noi ti rendiamo grazie
per i desideri, gli sforzi,
le realizzazioni
che il tuo Spirito di pace
ha suscitato nel nostro tempo,
per sostituire l'odio con l'amore,
la diffidenza con la comprensione,
l'indifferenza con la solidarietà.
T Apri ancor più i nostri spiriti
i nostri cuori
alle esigenze concrete dell'amore
di tutti i nostri fratelli,
affinché siamo sempre
attivi costruttori di pace.
C Ricordati, Padre di misericordia, di tutti quelli che sono in pena, soffrono e muoiono
nel parto di un mondo più fraterno. T Che per gli uomini di ogni razza
di ogni lingua
venga il tuo regno di giustizia,
di pace e d'amore.
E che la terra sia ripiena della tua gloria! Amen.
(Paolo VI)
C O Dio, che chiami tuoi figli gli operatori di pace,
fa' che noi, tuoi fedeli,
lavoriamo senza mai stancarci
per promuovere quella giustizia
che sola può garantire
la pace autentica e duratura.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
148
Oppure
C Presentiamo con fiducia al Padre le nostre intenzioni di preghiera per mezzo di Cristo e invochiamo per tutti gli uomini il dono della pace.
G — Perché gli uomini di governo siano architetti e costruttori di pace, preghiamo: T Ascoltaci, o Signore.
G — Perché le prodigiose energie della terra e le invenzioni magnifiche della scienza non siano impiegate in strumenti di morte, ma in strumenti di vita, per la nuova èra dell'umanità, preghiamo.
— Perché la fratellanza fra i popoli li renda capaci di lavorare gli uni per gli altri, preghiamo.
— Perché la conversione dell'economia di guerra in economia di pace contribuisca a risolvere il problema della fame, a vincere l'analfabetismo, a diffondere la cultura, e dare a tutti gli uomini una adeguata e moderna assistenza sanitaria, preghiamo.
C Ascolta, o Signore, la nostra preghiera: estingui in noi l'odio e la violenza, guidaci nelle vie della giustizia e dona ai nostri giorni la tua pace. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
CANTO FINALE
Preghiere per la pace
È proprio del nostro tempo essere sensibili alla causa della pace e sentirsi solidali con tutte le forze e le religioni che si adoperano con zelo per un mondo più giusto e pacificato.
Le seguenti preghiere per la pace possono servire per la riflessione personale o per momenti di adorazione comunitaria.
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Preghiera delle religioni per la pace
O Dio, Creatore e Signore della storia,
che volgi indulgente il tuo sguardo sull'umanità
ascolta la nostra preghiera.
Dai confini del tempo, nell'eternità,
tu operi con amore e misericordia;
dal nulla hai fatto le cose che sono,
concedendo al mondo e all'uomo
di divenire progetto della tua infinita sapienza e bontà.
I cieli e la terra inneggiano alla tua gloria
ogni viandante del tempo
ritrova in sé il sigillo della tua eternità.
Il volto dell'uomo è segnato dalla tua sapienza
il tuo Spirito riposa nei cuori sinceri.
Geloso custode dell'umana libertà, nel tuo immenso amore
non permetti il dominio delle forze di morte,
sempre riscatti chi volge il suo sguardo alla tua parola di verità.
Ineffabile presenza di pace:
rendi inquieto il cuore d'ogni uomo
per celebrare con lui
la liberazione dal suo peccato;
tu all'odio sostituisci l'amore,
all'orgoglio saccente l'umiltà,
al potere del violento
il mite candore di chi esalta il grido del povero,
alla morte la vita nel respiro dell'eternità.
Paziente, amante della vita:
raccogli la tua umanità nella verità, gradisci l'abbraccio fraterno tra uomini che soffrono nel desiderio di pace
sperano in un futuro che sciolga il tempo nell'infinito; tu quieti le passioni degli empi, spegni la vendetta dei malvagi, trasformi l'avaro in generoso dispensatore di beni.
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Ti supplichiamo, o Dio onnipotente: insegnaci ad essere costruttori della tua pace,
aiutaci a superare aride contese per divenire forza di unità, concedi ad ogni uomo di scoprire il germe della sua dignità; veglia sulle nostre fatiche,
aumenta la nostra fede,
allontana da ogni uomo la seduzione del male.
Ti ringraziamo per i doni di grazia che abbiamo ricevuto, per il messaggio di amicizia di tanti fratelli, per i gesti di carità che demoliscono inutili frontiere. Amen.
Preghiera per la pace attribuita a san Francesco d'Assisi
Signore, fa' di me uno strumento della tua pace:
Dove c'è odio, io porti l'amore.
Dove c'è offesa, io porti il perdono.
Dove c'è discordia, io porti l'unione.
Dove c'è errore, io porti la verità.
Dove c'è dubbio, io porti la fede.
D'ove c'è disperazione, io porti la speranza.
Dove ci sono le tenebre, io porti la luce.
Dove c'è tristezza, io porti la gioia.
O divin Maestro, che io non cerchi
tanto di essere consolato quanto di consolare,
di essere compreso quanto di comprendere,
di essere:amato quanto di amare.
Infatti, dando si riceve.
Dimenticandosi si trova comprensione.
Perdonando si è perdonati.
Morendo si risuscita alla Vita. Amen.
3.4. IL TEMPO DI QUARESIMA
3,4.1. UN CAMMINO DI CONVERSIONE, DI PENITENZA E PREGHIERA
Tempo di conversione per il popolo di Dio
Tempo classico di conversione a pio, la Quaresima si propone di disporre i fedeli alla celebrazione della Pasquà del Signore nel Triduo sacro, mediante il ricordo (per i battezzati) o la preparazione (per i catecumeni) del Battesimo;
mediante la penitenza, l'ascolto più frequente della parola di Dio e la preghiera più intensa (cf SC 109).
151
La liturgia mette opportunamente in rilievo il carattere pasquale-battesimale-penitenziale di questo tempo forte. Tutta la Chiesa è impegnata seriamente nel ricco itinerario di fede costituito dalla Quaresima. Ogni sua attività deve essere orientata all'efficace riattualizzazione del mistero pasquale di Cristo nella celebrazione della Pasqua, la più grande solennità dell'anno liturgico.
Il clima battesimale della Quaresima sarà particolarmente vivo nelle comunità che si preparano alla celebrazione del Battesimo nella solenne Veglia pasquale. Il clima penitenziale verrà favorito dalla pratica della penitenza, espressa non soltanto in forme interiori, individuali, ma anche in forme sociali. Per questo sarà utile meditare sul peccato inteso come rivolta contro Dio e carico di conseguenze sociali.
Il richiamo alla Passione del Signore, caratteristico della Quaresima, dovrà stimolare efficacemente a quella conversione del cuore che è indispensabile per ogni progresso nelle vie dello spirito.
Tappe importanti dell'itinerario quaresimale sono: il Mercoledì delle ceneri; le domeniche, specie nelle Messe che comprendono gli scrutini battesimali; le celebrazioni comunitarie della Penitenza; la Settimana Santa.
Un tempo forte di conversione per ogni comunità salesiana
Il Mistero pasquale è il centro della vita cristiana; la sequela del Cristo povero, casto e obbediente è esperienza di morte al peccato per rinascere a vita nuova. Particolarmente vicini al mistero di salvezza del Cristo sofferente, meditiamo sul suo cammino di solitudine, di incomprensione, di dolore e di condanna.
La meditazione sulla passione del Signore dà luce al nostro quotidiano soffrire; lo scandalo della croce ci ripropone come pietre scartate dal mondo e scelte da Dio per diventare testata d'angolo. I fatti ultimi della vita pubblica di Gesù ci danno il senso della vera sapienza nella stoltezza della croce. Come comunità, viviamo con intensità spirituale questo periodo liturgico che prepara a celebrare con cuore rinnovato i giorni del Risorto; come individui, la Quaresima ci suggerisce uno «stato di noviziato» al fine di riprogettare nella preghiera, nella contemplazione, nel lavoro sacrificato e nella mortificazione il personale progetto di santità che si attua nel servizio ai giovani.
152
È un tempo propizio per ritiri, verifiche e revisioni di vita, celebrazioni comunitarie penitenziali e della riconciliazione, per la pratica della «Via Crucis». La comunità salesiana, i singoli confratelli, i collaboratori e i giovani si sentiranno così impegnati a condividere un cammino di conversione vivendo con attenzione spirituale le verità trasmesse dalla liturgia e da ogni iniziativa celebrativa.
Si tratta infatti, coralmente e singolarmente, di prendere maggiormente coscienza della dignità a cui si è innalzati con il Battesimo, di avere sempre più vivo il senso del peccato che allontana da Dio e dai fratelli, di sentire sempre più profondamente il bisogno di inserimento nel mistero della morte e risurrezione di Cristo, alla cui celebrazione-memoriale annuale prepara la Quaresima. Si darà allora la giusta importanza allo spirito di preghiera e di penitenza, per essere pienamente disponibili all'ascolto responsabile della Parola di Dio e alla comprensione degli altri segni di cui è ricca la liturgia quaresimale.
Proposte celebrative
Tutte le celebrazioni devono associarsi al cammino liturgico del tempo di Quaresima. Pertanto ogni iniziativa di celebrazione o pio esercizio deve sostenere la riflessione sulla conversione per godere dell'evento salvifico di Cristo nella sua morte e gloriosa risurrezione.
Si suggerisce di dare particolare risalto comunitario alla celebrazione eucaristica di inizio della Quaresima nel Mercoledì delle ceneri unendo, secondo le disposizioni del Messale Romano, il rito sacramentale dell'imposizione delle ceneri. Possono opportunamente intensificare il cammino quaresimale verso la Pasqua:
n veglie di preghiera dopo i primi Vespri di ogni domenica di Quaresima o recita in comune vigiliare dell'Ufficio delle Letture con tre cantici (secondo le edizioni della Liturgia delle Ore);
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n scrutini comunitari inseriti in una celebrazione della Parola di Dio;
n partecipazione a iniziative penitenziali, di preghiera e digiuno della Chiesa locale per soccorrere i bisognosi;
n celebrazioni comunitarie penitenziali durante il ritiro mensile per il sacramento della riconciliazione;
n pio esercizio della «Via Crucis»;
n momenti di lettura e di silenzio durante i pasti comunitari.
3.4.2. VIA CRUCIS
Questa prima sezione di proposte celebrative riporta materiale usufruibile per organizzare il pio esercizio della Via Crucis.
Primo schema
Presentiamo tre forme di «Via Crucis». Le lettere indicano un possibile uso del materiale, suscettibile tuttavia di ulteriori trasformazioni.
La forma «A» è una libera riduzione da un testo di Frossard e vuole indicare la possibilità di elaborare una «Via Crucis» con testi di meditazione anche prolungati. Si può concludere ogni stazione, anziché con l'orazione del presidente, con la recita del Padre nostro. La forma «B» prevede, oltre la narrazione del fatto, una breve meditazione. La forma «C» rende preghiera corale il brano di meditazione. Tra una stazione e l'altra si può inserire una strofa cantata. L'assemblea, se il luogo lo consente, può accompagnare la croce.
CANTO DI INIZIO
SALUTO DEL CELEBRANTE
C Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. T Amen.
C Fratelli, saliamo insieme verso il monte del Signore. Riconosciamo nei segni della sofferenza l'attuarsi della promessa di Dio:
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il Servo sofferente si è addossato le nostre iniquità
ed è morto per noi.
Noi, consacrati per essere presenza di Cristo nel mondo,
accettiamo la nostra croce
e contempliamo il dramma della passione
come nostra storia.
Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
T Perché con la tua croce hai redento il mondo.
C Preghiamo.
Dio grande e fedele,
chinati benigno su di noi
che, stretti a Gesù, nostro Redentore,
ci apprestiamo a ripercorrere,
il cammino luminoso della croce.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Oppure
C Nel nome del Padre...
Il Cristo che nei giorni della beata passione si offrì in espiazione dei nostri peccati, sia con tutti voi.
T E con il tuo spirito.
G Disponiamo i nostri cuori alla contemplazione della passione e della morte del nostro Salvatore. La sua morte ci rivela quanto Dio ci ama e ci manifesta la profondità del nostro peccato.
Uniamo al pentimento la gratitudine e l'impegno di una vita vissuta nell'amore.
C Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T Perché con la tua croce hai redento il mondo.
C Preghiamo.
O Signore, concedi a noi
che meditiamo la passione
e la morte di Cristo, tuo Figlio,
di imitare nella nostra vita il suo amore
e la sua donazione a te e ai fratelli.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
155
Oppure
C Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. T Amen.
C Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T Perché con la tua croce hai redento il mondo.
G Riviviamo con Gesù le ultime ore della sua vita terrena, percorrendo spiritualmente la via del Calvario. Gesù ha sofferto ed è morto per noi, per espiare i nostri peccati e per ridonare all'umanità intera l'amicizia con il Padre del cielo.
C Iniziamo questa nostra meditazione sulla passione con un sincero atto di pentimento (pausa di meditazione).
C Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo: T Abbi pietà di noi.
C Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo: T Abbi pietà di noi.
C Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo: T Abbi pietà di noi.
C O Dio onnipotente ed eterno, fa' che possiamo celebrare con fede
i misteri della passione di Gesù, tuo Figlio, in modo da meritare il tuo perdono.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Prima stazione: GESÙ È CONDANNATO A MORTE
C Tí adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
T Perché con la tua croce hai redento il mondo.
A
G O Cristo, tu eri senza peccato tra uomini senza innocenza. Era necessario che tu morissi ed essi ti hanno condannato. Anche noi eravamo presenti in quell'ora di oltraggio.
O Cristo, Figlio dell'uomo condannato dall'uomo, questo corpo che noi ti abbiamo dato, noi stiamo per ripren
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dercelo, brandello a brandello, sotto il morso di flagelli e di spine.
O Cristo, su questo cammino della tua agonia, siamo noi che abbiamo bisogno della tua pietà. Questa vergogna che è la nostra davanti al tuo supplizio, chi la cancellerà? Noi ti supplichiamo, perdona la nostra offesa!
BC
L Pilato condusse fuori Gesù e lo presentò ai Giudei dicendo: «Ecco il vostro re!». Gli gridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Dovrò io crocifiggere il vostro Re?». Risposero i grandi sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare».
Vedendo che il tumulto cresceva, Pilato prese dell'acqua e si lavò le mani di fronte al popolo dicendo: «Io sono innocente del sangue di questo giusto. Pensateci voi».
Tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli!».
Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso (Gv 19,13-16; Mt 27,24-25).
B
G Con i nostri compromessi ci siamo alleati a coloro che gridavano più forte; con la nostra indolenza ci siamo uniti alla viltà di chi ha abbandonato Gesù al vilipendio e alla morte.
C
G Pietà di noi, Signore! T Pietà di noi, Signore!
G — Non abbiamo saputo leggere il gesto culmine del tuo amore, o Padre, che offri in sacrificio il tuo Figlio. — Abbiamo giudicato ingiustamente, senza carità, i nostri fratelli.
— Ci siamo tirati indietro, «lavandoci le mani», nelle loro difficoltà.
157
ABC
C Cristo ha dato per noi la sua vita.
T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
C Guarda, o Padre, questo tuo popolo,
per il quale Gesù Cristo non ha esitato a consegnarsi
nelle mani dei suoi crocifissori
e a patire il supplizio della croce.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Oppure
C O Padre, che hai tanto amato il mondo
da dare per noi il tuo unico Figlio,
concedici di comprendere la gravità del peccato
e le esigenze del tuo amore.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Seconda stazione: GESÙ È CARICATO DELLA CROCE
C Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
T Perché con la tua croce hai redento il mondo.
A
G O Cristo, tu sei venuto a vivere tra noi.
Tu ci hai insegnato che l'amore ha il volto del perdono, che l'amore dà senso a ogni incontro, che l'amore ti rende manifesto a noi. Tu hai interrogato il nostro cuore, ed ecco la nostra risposta: oltraggio e condanna con una trave di legno troppo pesante, posata sulle tue spalle, come un pezzo dell'impalcatura dell'universo crollato per il nostro tradimento.
O Cristo, noi ti supplichiamo, perdonaci!
BC
L Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli riunirono intorno tutta la coorte. Lo spogliarono e lo vestirono di un manto scarlatto; poi, intrecciata una corona di spine, gliela conficcarono sul capo e gli posero una canna nella destra. E inginocchiandosi davanti lo schernivano dicendo: «Salve, o re dei Giudei!». E sputandogli addosso, gli prendevano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo schernito, gli tolsero il manto e gli rimisero le vesti. Ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo dove l'avrebbero crocifisso (Mt 27,27-31).
158
G Sulle spalle di Cristo grava il nostro peccato. Egli ci ha resi figli di Dio e annunciatori di giustizia, ma noi abbiamo paura del peso della sua croce.
C
G Per la tua misericordia, salvaci, Signore! T Per la tua misericordia, salvaci, Signore!
G — Tu subisci la passione della croce a causa dell'umanità.
— Nella tua croce ci riveli la giustizia divina che nasce dall'amore e nell'amore si compie.
— Sul Calvario chiami l'uomo a donare se stesso per partecipare della tua vita divina.
ABC
C Cristo ha dato per noi la sua vita.
T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
C O Dio onnipotente ed eterno,
nella tua bontà hai voluto
che il nostro Salvatore s'incarnasse,
e patisse la morte di croce
per dare esempio di umiltà agli uomini:
concedi che diventiamo discepoli della sua passione
per partecipare alla sua risurrezione.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
159
Oppure
C Dio onnipotente,
per i meriti della passione e morte del tuo Figlio,
concedi a noi la forza
di prendere la nostra croce ogni giorno
e di seguire il nostro Salvatore.
Egli vive e regna nei secoli eterni.
T Amen.
Terza stazione: GESÙ CADE PER LA PRIMA VOLTA
C Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
T Perché con la tua croce hai redento il mondo.
A
G O Cristo, tu ci hai detto: «Il mio giogo è dolce e il mio carico leggero», ma noi non abbiamo la tua mansuetudine e il nostro giogo ferisce, il nostro carico schiaccia. Il peccato è questo gravame che ci rende troppo pesanti e ci allontana da Dio, questo cumulo di menzogne, di violenze e di crudeltà che tu espii al posto nostro.
Tu stesso non puoi portarne il peso senza piegarti.
E, come eco al primo rinnegamento di Pietro, le tue ginocchia urtano contro il suolo: quasi una supplica, che noi non esaudiremo.
O Cristo senza peccato, abbi misericordia!
BC
L Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri peccati, schiacciato per le nostre ingiustizie (cf Is 53,4-5a).
B
G L'oltraggio si aggiunge all'ingiusta condanna. Gesù è solo, in quella moltitudine ostile; e cade: vittima del nostro peccato e del nostro abbandono.
160
C
G Perdonaci, Signore! T Perdonaci, Signore!
G — Per le nostre cadute nel peccato.
— Per le mancanze di carità.
— Per le debolezze e le impurità.
— Per le negligenze nei nostri doveri.
— Per i tradimenti al tuo santo amore.
ABC
C Cristo ha dato per noi la sua vita.
T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
C Perdona, o Signore, il tuo popolo,
degno di punizione a causa dei suoi peccati, e fa' che sia redento per la tua misericordia. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Oppure
C O Dio onnipotente,
tu per primo ci hai amati
mentre eravamo ancora peccatori:
concedi a noi la tua forza per sollevarci dal peccato
e vivere nella tua grazia.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Quarta stazione: GESÙ INCONTRA SUA MADRE
C Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
T Perché con la tua croce hai redento il mondo.
A
G Due sguardi s'incrociano: quello della Passione che sale verso il suo inesorabile compimento, quello della Compassione che invade i Cieli.
La tua sofferenza di madre, o Maria, rovescia l'ordine
161
del mondo, affronta la speranza, sfida la fede. La ferita che in te si apre non si rimargina più. È questa l'angoscia che noi abbiamo inflitto al tuo cuore.
Donna delle beatitudini, dolce e povera, pacifica e misericordiosa, tu piangi su questa via il tempio distrutto sulla terra dall'odio e ricostruito nell'eternità dalla grazia. Ave, o piena di questa grazia, il Signore è con te!
BC
L Simeone parlò a Maria, la madre di Gesù: «Dio lo ha posto a rovina e a risurrezione per molti in Israele. Sarà un segno di Dio, ma molti lo rifiuteranno. A te, Maria, una spada trafiggerà l'anima» (cf Lc 2,34-35).
B
G Ogni circostanza del rivelarsi del mistero del Figlio era nel cuore della madre. E la promessa spada di dolore diveniva straziante realtà. Maria, con dolore profondo e composto, partecipa alla sorte del Figlio. 11 suo sguardo è su di lui e il suo animo si affida al mistero dell'Eterno.
C
G Prega per noi, Maria! T Prega per noi, Maria!
G — Perché possiamo conservarci fedeli al tuo Gesù.
— Perché sappiamo condividere le sofferenze dei fratelli.
— Perché le prove della vita ci facciano crescere nell'amore.
ABC
C Cristo ha dato per noi la sua vita.
T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
C Signore Gesù,
il sacrificio al quale partecipiamo, celebrando devotamente i dolori
162
che hanno trafitto la Vergine tua Madre, ci ottenga dalla tua clemenza il frutto di ogni bene per la salvezza. Tu sei il Cristo e nostro Signore.
T Amen.
Oppure
C O Padre,
che hai voluto associare la vergine Maria
alla passione del tuo unico Figlio,
concedi a noi, per il ricordo del suo dolore,
di partecipare con lei alla gioia della risurrezione.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Quinta stazione:
SIMONE DI CIRENE PORTA LA CROCE DI GESÙ
C Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
T Perché con la tua croce hai redento il mondo.
A
G O Cristo, in questo giorno in cui si sono coalizzati per condannarti il tradimento, l'ignoranza, l'odio settario, l'ingiustizia e l'oppressione, tu, nella tua bontà, hai voluto che anche noi, attraverso quell'uno preso a caso dagli aguzzini, fossimo associati all'opera misteriosa della nostra salvezza.
Mai ci hai escluso dalla tua passione.
Il Cireneo, costretto, ti ha seguito; per un attimo, sotto il peso della croce, oltre al Redentore c'è anche il redento. Signore, aiutaci a sopportare il peso della sofferenza!
BC
L Mentre lo conducevano a crocifiggere, i soldati requisirono un certo Simone di Cirene, che ritornava dai campi, e lo caricarono della croce perché la portasse dietro a Gesù (Lc 23,26).
163
G Uno straniero di Cirene porta la croce di Gesù. Forse è costretto dagli uomini; è però presente nel piano di Dio, che vuole associare ciascuno di noi agli eventi di salvezza, e a partecipare con le nostre croci alla croce salvifica del Figlio.
C
G Ti preghiamo, o Signore! T Ti preghiamo, o Signore!
G — Per tutti coloro che si incontrano con la croce e sono costretti a portarla.
— Per chi non sa che attraverso la croce di Cristo ogni croce diventa segno di salvezza.
— Per chi fa della sofferenza un atto di offerta al Signore per il bene della Chiesa.
ABC
C Cristo ha dato per noi la sua vita.
T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
C Accogli benigno, o Signore, le nostre offerte, e attira a te le nostre volontà, anche quando sono ribelli. Tu che vivi e regni nei secoli.
T Amen.
Oppure
C O Padre,
che ci chiami ad essere discepoli del tuo Figlio,
concedi a noi la grazia
di portare con gioia la croce del tuo servizio
e di confortare con la nostra carità
le sofferenze dei fratelli.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
164
Sesta stazione:
LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO A GESÙ
C Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
T Perché con la tua croce hai redento il mondo.
FAI
G Hai avuto, o donna dolente, il coraggio di riconoscere e di avvicinare la Verità, offesa, misconosciuta e bandita dalla società degli uomini, tu che, tra le grida della calca ostile o estranea, non hai inteso che l'invincibile anelito della tua pietà. Veronica, tu hai preso nelle tue mani il volto del Salvatore e sei oggi preghiera per i tuoi fratelli incerti e tiepidi. Tu non hai conosciuto la paura e, correndo ad asciugare col tuo velo il sangue e il sudore della sofferenza, hai raccolto il volto straziato della divina carità.
O Cristo, insegnaci ad ascoltare il grido di chi è oppresso dalle forze di condanna e di morte!
BC
L Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi; non splendore perché proviamo in lui compiacenza. È disprezzato e reietto dagli uomini. Ecco l'uomo dei dolori: l'abbiamo creduto un lebbroso umiliato e percosso da Dio (cf /s 53,2-3).
111
G Nel volto sfigurato di Cristo si esprime il suo amore gratuito per l'umanità. Nel gesto della Veronica v'è l'affetto di un cuore sincero turbato dall'ingiusta condanna. La nostra libertà si celebra nella solidarietà verso il fratello più abbandonato: quello è Gesù che sale oggi sul Calvario.
TC1
G Signore, pietà! T Signore, pietà!
165
G — Per tutte le volte che siamo stati indifferenti di fronte alle ingiustizie.
— Per tutte le volte che non abbiamo saputo vedere il tuo volto nel volto dei bisognosi.
— Per tutte le volte che la nostra superbia non ha lasciato trasparire in noi la tua presenza.
ABC
C Cristo ha dato per noi la sua vita.
T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
C O Padre, che ci hai creati a tua immagine, concedi a noi che il volto del tuo Figlio risplenda sul nostro volto.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Oppure
C O Dio, tu volgi ogni cosa al bene per coloro che ti amano: dà ai nostri cuori l'inviolabile affetto della tua carità e nessuna tentazione possa mutare i desideri che per tua ispirazione abbiamo concepito.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Settima stazione:
GESÙ CADE PER LA SECONDA VOLTA
C Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
T Perché con la tua croce hai redento il mondo.
A
G O Cristo, tu non sei venuto a vincere gli imperi, perché la tua storia non è scritta con il sangue degli altri, ma con il tuo. Tu non sei venuto a giudicare e a punire, ma a dare la tua vita a chi, senza di te, passa e muore. Tu sei venuto a raccogliere, sino all'ultimo granello, questa polvere di cui siamo fatti, affinché niente sia perso di ciò che tu hai creato; affinché riviva mediante la carità ciò che il peccato corrompe e uccide; affinché non ci
166
sia nulla sulla terra di così basso, di così miserabile e di così disprezzato che tu, nella tua umiliazione, non possa risollevare. Perdona, o Signore, i nostri gesti di paura e di condanna!
BC
L Ero come agnello mansueto che viene portato al macello, non sapevo che essi tramavano contro di me, dicendo: «Abbattiamo l'albero nel suo rigoglio, strappiamolo dalla terra dei viventi; il suo nome non sia più ricordato» (cf Ger 11,19).
B 1
G Non bastano interventi occasionali di commiserazione. Il viaggio al Calvario è tormentato e ogni sofferenza deve essere accolta e soccorsa prontamente. Cristo cade ancora e noi rendiamo più arduo il suo cammino con il nostro peccato che si fa abitudine.
CI
G Signore, vieni in nostro aiuto! T Signore, vieni in nostro aiuto!
G — Perché possiamo lottare e vincere nelle tentazioni.
— Perché possiamo risorgere quando abbiamo peccato.
— Perché possiamo sostenere gli scoraggiati.
— Perché possiamo amare i fratelli che sono caduti.
ABC
C Cristo ha dato per noi la sua vita.
T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
C O Signore,
che ci hai riscattati non a prezzo d'oro e d'argento
ma col Sangue prezioso di Cristo:
concedi a noi di vedere in ogni uomo
un fratello per il quale Cristo è morto.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
167
Oppure
O Signore, contro te solo ho peccato e ho fatto ciò che è male al tuo cospetto, così che giusta appare la tua parola, irreprensibile la tua sentenza.
O Dio, pietà di me per la tua clemenza e dal peccato mio rendimi puro.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. T Amen.
Ottava stazione: LE DONNE DI GERUSALEMME PIANGONO SU GESÙ
C Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
T Perché con la tua croce hai redento il mondo.
A
G O Cristo, la tua profezia non tarderà a compiersi; presto Gerusalemme sarà distrutta, del Tempio non resterà più che un muro battuto durante i secoli dal lamento dei figli di Israele, come diga che trattiene le suppliche e come sbarramento alle lacrime.
E ancora oggi la pace non è tornata su questa Terra Santa, dove tu hai pronunciato dinanzi ai discepoli la sola parola che possa far tacere le armi: «Amate i vostri nemici!».
Tu, Dio d'amore, dona pace ai nostri cuori!
BC
L Tra la gran folla lo seguivano anche alcune donne che si picchiavano il petto e facevano lamento su di lui. Volgendosi verso di loro, Gesù disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me; piangete piuttosto su voi stesse e sui vostri figli, perché verranno dei giorni terribili» (cf Lc 23,27-28).
168
B
G Insieme al gesto spontaneo della Veronica e al forzato aiuto del Cireneo, il compianto delle donne di Gerusalemme è un nuovo segno di partecipazione dell'umanità al dramma di Cristo sulla via del Calvario. In esso siamo efficacemente rappresentati nella misura in cui accogliamo la parola di Gesù, che lo gradisce, ma vuole trasformarlo in vera conversione.
SCI
G Ascoltaci, Signore! T Ascoltaci, Signore!
G— Insegnaci a conoscere i veri mali dell'umanità e a combatterli generosamente.
— Insegnaci a non cedere a un vittimismo sterile, ma a sentirci corresponsabili del peccato che è in noi e fuori di noi al fine di vincerlo con coraggio e santità.
— Insegnaci a non scoraggiarci di fronte all'oppressione, ma a confidare nella tua giustizia e misericordia.
ABC
C Cristo ha dato per noi la sua vita.
T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
C O Dio, che preferisci la misericordia al giusto sdegno,
concedi a quelli che sperano in te
di piangere i peccati commessi
e di meritare la grazia della tua gioia.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Oppure
C O Padre,
che hai voluto associare la compassione umana alla passione del tuo unico Figlio,
concedi a noi di partecipare alla gioia della risurrezione. Per Cristo nostro Signore
169-
T Amen.
Nona stazione: GESÙ CADE PER LA TERZA VOLTA
C Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
T Perché con la tua croce hai redento il mondo.
A
G L'essere umano, che viene dall'amore, ritorna all'amore attraverso la sofferenza e la morte. L'umanità intera e tutte le cose che sono sulla terra e nel cielo, fino all'ultimo granello di luce dell'immensa notte, non hanno altra causa che l'amore.
L'amore stesso che si annuncia nella creazione è venuto come Figlio dell'uomo a portarci la salvezza, e noi l'abbiamo fatto tacere.
O Cristo, i soldati ti spingono verso il luogo dell'ingiusta condanna, ed ecco che sotto il peso dei tuoi doni disprezzati tu cadi per la terza volta. Signore, abbi pietà di coloro che non sanno quello che fanno.
B C
L Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo; chi si affligge per la sua sorte? Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, per l'iniquità del mio popolo fu percosso a morte (cf h 53,7-8).
B
G Guardiamo a Cristo in quel doloroso cammino. Egli si mostra a noi sofferente, partecipe della fragilità della nostra natura. Cade ancora per noi, per farci rialzare sempre con una nuova speranza di salvezza, illuminati e sostenuti dalla «sapienza della croce».
170
C
G Ti ringraziamo, Signore! T Ti ringraziamo, Signore!
G — Perché hai voluto subire tu la condanna per liberare noi dalla schiavitù della morte.
— Perché sei caduto sotto il peso della croce per rialzarci dal nostro peccato.
— Perché hai dimostrato il tuo amore per l'umanità soffrendo angosciato nella carne.
ABC
C Cristo ha dato per noi la sua vita.
T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
C O Dio, nostra difesa, volgi il tuo sguardo su di noi,
oppressi dal peso dei nostri peccati,
e donaci il tuo perdono
perché possiamo servirti con coerente fedeltà.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
T Amen.
Oppure
C O Dio, conforto di chi soffre e libertà di chi è oppresso,
infondi in noi lo Spirito del tuo Figlio,
e fa' che ogni uomo sperimenti la forza
e la dolcezza della tua paterna bontà.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Decima stazione: GESÙ È SPOGLIATO DELLE VESTI
C Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
T Perché con la tua croce hai redento il mondo.
A
G Stanno per dividersi le tue vesti.
Tireranno a sorte la tua tunica senza cuciture, tessuta tutta
d'un pezzo. Come la Sacra Scrittura, dal primo giorno
171
della creazione intrecciata filo per filo e mai spezzata, che rivela e vela la presenza di Dio, così le tue vesti, le parole del tuo messaggio, annunziano e nascondono, o Cristo, la tua persona.
Te solo bisogna cercare, perché noi oggi sappiamo che sei la Verità infinita. Non c'è nessuna verità in cui tu non sia, nessuna menzogna in cui ti si possa trovare. Signore, nel mistero della tua incarnazione perdonaci tanto oltraggio!
BC
L Condussero dunque Gesù al luogo del Golgota, che tradotto significa «luogo del Cranio». E gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese.
I soldati intanto presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascuno, e la tunica. La tunica era senza cuciture, tessuta da capo a fondo. Dissero perciò: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca» (cf Mt 27,33-37).
B
G Si avvera l'antica profezia: Cristo assiste alla divisione delle sue vesti. Seguire Cristo è rinunciare ad ogni sicurezza materiale e sopportare con coerenza le conseguenze d'una testimonianza radicale.
BC
G Pietà di noi, Signore! T Pietà di noi, Signore!
G — Quando troviamo troppo impegnative le esigenze della povertà che abbiamo liberamente scelto.
— Quando rimpiangiamo sicurezze naturali dimenticando il tuo esempio supremo di povertà.
— Quando non siamo coerenti con lo spirito evangelico scelto a testimonianza contro l'idolatria della ricchezza e del potere.
172
ABC
C Cristo ha dato per noi la sua vita.
T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
C O Padre, Cristo tuo figlio ha amato la Chiesa
e ha dato se stesso per lei:
concedi a noi di amarla
e di impegnarci a superare le divisioni
per giungere all'unità visibile dei cristiani.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Oppure
C O Dio, che con la passione di Cristo nostro Signore,
ci hai liberati dalla morte,
concedi che, resi conformi a lui,
portiamo in noi l'immagine dell'uomo nuovo.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Undicesima stazione:
GESÙ È INCHIODATO SULLA CROCE
C Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
T Perché con la tua croce hai redento il mondo.
A
G Le tue mani che hanno benedetto, Signore, le tue mani che hanno guarito, che hanno reso la vista ai ciechi, che hanno cancellato la lebbra dai volti, che disegnavano sulla sabbia, mentre i falsi giudici della donna adultera lasciavano a uno a uno il loro tribunale di morte, le tue mani che hanno spezzato il pane e versato il vino, affinché le invisibili verità della fede nutrissero e irrigassero le incerte realtà di questo mondo visibile, le tue mani che hanno tanto donato e così poco ricevuto, Signore, le tue mani generose, fissate al legno, resteranno ora eternamente aperte.
Il ferro acuminato tr :passa i piedi che hanno santificato
173
la terra. La giustizia mentitrice degli uomini ha portato a termine la sua opera e tutto è pronto per l'innalzamento del Crocifisso.
BC
L Era l'ora terza quando lo crocifissero. L'iscrizione della condanna diceva così: «Il re dei Giudei». Con lui crocifissero due ladroni, uno alla destra e uno alla sinistra. E si adempì la Scrittura che dice: «Fu annoverato tra i delinquenti».
I passanti lo insultavano scrollando il capo e dicendo: «Tu che distruggi il tempio di Dio e lo riedifichi in tre giorni, salva te stesso e discendi dalla croce». E anche quelli che erano crocifissi con lui lo oltraggiavano (cf Mt 27,39-44).
B
G Gesù è inchiodato alla croce. Ma quel patibolo destinato alla morte diventerà per sempre segno di salvezza. E il Cristo elevato sulla croce sarà il coraggio di ogni missionario nell'annunciare la salvezza del mondo.
C
G Ti preghiamo, o Padre! T Ti preghiamo, o Padre!
G — Perché contemplando il tuo Figlio inchiodato sulla croce per la nostra salvezza impariamo a vivere obbedienti alla tua volontà.
— Perché sappiamo abbracciare con gioia la croce quale mezzo di purificazione e di assimilazione a Cristo.
— Perché in ogni occasione sappiamo essere testimoni coraggiosi e umili del tuo Regno.
ABC
C Cristo ha dato per noi la sua vita.
T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
174
C O Signore, con il segno della santa croce,
proteggi il tuo popolo dalle insidie del male, affinché, reso partecipe del sacrificio del tuo Figlio, diventi offerta a te gradita.
In Cristo Gesù nostro Signore.
T Amen.
Oppure
C O Padre, Cristo tuo Figlio ha annientato se stesso
facendosi obbediente fino alla morte:
concedi a noi di vivere nella fedeltà
e nella obbedienza al tuo volere.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Dodicesima stazione: GESÙ MUORE SULLA CROCE
C Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
T Perché con la tua croce hai redento il mondo.
A
G E ora, Signore, tu non sei più che un intreccio di sofferenze tese e moltiplicate l'una dall'altra; non c'è più respiro che non porti in te devastazione e rovina; non c'è più fibra del tuo corpo che non emetta vibrazioni di dolore.
E tu ancora dici: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno». Coloro che ti deridono non comprendono che nella tua immobilità tremenda tu vai a cercarli fmo all'estremo della loro miseria e del loro peccato, fino al fondo dei loro ultimi rifiuti e, più lontano ancora, nelle nebbie della loro indifferenza.
O Cristo, tu non conoscevi la notte ed eccola venire ad ascoltare le sconsolate parole del salmo: «Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?». Era necessario che tu pronunciassi queste parole tremende, affinché nessuno potesse dire che non avevi conosciuto la suprema angoscia della condizione umana, e perché quasi si spegnesse in te l'ultima scintilla di quella gioia divina che tu nascondevi ai tuoi apostoli, e, infine, ci fosse all'apice del tuo sacrificio questa eclissi di divinità che ti rende simile a noi. Sulla croce tu muori per vincere in eterno la solitudine di ogni nostra morte.
175
BC
L Dall'ora sesta fino all'ora nona il buio si stese su tutta la terra. Presso la croce di Gesù stavano sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala. Vedendo sua madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, Gesù disse a sua madre: «Donna, ecco tuo figlio». Poi al discepolo: «Ecco tua madre».
E, affinché si adempisse la Scrittura, disse: «Ho sete». C'era là un vaso pieno di aceto. Essi allora, inzuppata una spugna e infilatala in cima a una canna, gliela accostarono alla bocca. E Gesù disse con un forte grido: «Padre, nelle tue mani affido il mio spirito». E chinato il capo, spirò (cf Gv 19,25-30). (Pausa).
B
G Un grido di dolore e il silenzio della morte. Anche noi con le nostre colpe abbiamo gridato: «Sia messo a morte sopra una croce». E solo ora, di fronte a quel tempio distrutto, comprendiamo i duri effetti d'ogni nostro peccato.
C
C O Signore, donaci la tua forza! T O Signore, donaci la tua forza!
G — Quando l'obbedienza diventa croce difficile per il nostro egoismo.
— Quando, nell'ora della sofferenza, ci sentiamo soli a portare la croce.
— Quando il mistero della morte ci avvolgerà.
ABC
C Cristo ha dato per noi la sua vita.
T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
176
C O Dio nostro Padre, tu ti sei rivelato in Gesù come amore che si dona fino a dare la vita: concedi a noi di rimanere nell'amore perché tu rimanga in noi e noi in te. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Oppure
C O Dio onnipotente e misericordioso,
che ci hai redento
con la beata passione e morte del tuo Cristo,
conserva in noi l'opera della tua misericordia
e per la partecipazione a questo mistero
concedici di vivere in perenne rendimento di grazie.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Tredicesima stazione:
GESÙ È DEPOSTO DALLA CROCE
C Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
T Perché con la tua croce hai redento il mondo.
A
Tutto è compiuto.
11 tuo sguardo, Signore, che ha battezzato la terra, il tuo sguardo che rende eterni e che ha rivestito di una luce nuova gli esseri e le piccole cose della vita, il tuo sguardo non è più per noi.
Tutto è compiuto.
Sono fissati per sempre, non usciranno più dalla memoria umana coloro che tu hai incontrato nella parabola della tua vita: l'apostolo e il miserabile; il giovane ricco e la donna al pozzo di Giacobbe; Pilato che continuerà a lavarsi le mani fino alla fine dei tempi; Caifa col dito levato per pronunciare le smorte sentenze rese putride dall'avarizia del cuore; il cieco che ha visto la sua immagine sorgere dalle acque; Lazzaro in piedi, sfuggito ai flaccidi artigli delle tenebre; Marta che non aveva un minu
177
to per sé e la sorella contemplativa che aveva scelto la parte migliore; Nicodemo che avrebbe voluto comprendere e il centurione che non dubitava affatto!
Tutto è compiuto.
Il tuo corpo trafitto, staccato dalla croce, scivola nelle braccia di tua madre, di Giovanni, il figlio che tu le hai affidato, di Maddalena che accanto a loro si tormenta nel dolore. O Maria, l'essere benedetta fra tutte le donne implicava che tutto ti sarebbe stato richiesto di subire, di sapere e di accettare.
Tutto è compiuto.
Non c'è più nessuno attorno a te, all'infuori di questi pochi confermati nella fede e nell'amore, che risplenderanno fino alla fine dei giorni e che ora piangono la tua disfatta.
B C
! . I Giudei, dato che era la vigilia di Pasqua, chiesero a Pilato che venissero spezzate le gambe ai crocifissi e portati via i cadaveri. Vennero dunque i soldati. Giunti a Gesù, vedendolo già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli trafisse il fianco e subito ne uscì sangue e acqua.
Dopo di ciò Giuseppe di Arimatea domandò a Pilato di portare via il corpo di Gesù. E Pilato diede il permesso. Andò dunque e depose il corpo di Gesù (cf Gv 19,3134.38).
B
G Tutto è compiuto. Chi ha tradito è distrutto dal peso del suo tradimento. Chi ha rinnegato versa lacrime amare e chiede speranza.
Protesa, la madre avvolge di affetto e di dolore il corpo del Figlio calato dalla croce.
C
G O Signore, donaci la tua forza! T O Signore, donaci la tua forza!
178
G — Perché abbiamo avuto poca fiducia nell'efficacia della tua morte.
— Perché siamo stati deboli nella speranza e talora vinti dal pessimismo.
— Perché, chiusi in noi stessi, non siamo stati capaci di comprendere e consolare il dolore degli altri.
ABC
C Cristo ha dato per noi la sua vita.
T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
C O Dio nostro Padre, Cristo tuo figlio
col suo atto di obbedienza fmo alla morte
ha distrutto la morte e il peccato:
concedi a noi di attingere
a quella perenne sorgente della vita e dell'amore,
che sono i sacramenti.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
op,,,,,,
C O Signore, nella tua passione la spada del dolore
ha trapassato l'anima dolcissima
della gloriosa Vergine e Madre Maria:
a noi, che celebriamo con venerazione
i dolori che l'hanno trafitta, concedi,
per i gloriosi meriti e le preghiere
dei santi fedeli ai piedi della croce,
di ottenere il frutto felice della tua passione.
Tu che vivi e regni nei secoli.
T Amen.
Quattordicesima stazione: GESÙ È SEPOLTO
C Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
T Perché con la tua croce hai redento il mondo.
A
G È finita.
Quest'ora in cui tutto sembra perduto è l'ora della fede degli uomini e di essa sola. Dio li guarda con tenerezza,
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come lo sposo la sua sposa. Dio aspetta di entrare in Gerusalemme. E Gerusalemme si chiede se avrà ancora fede, dato il dubbio manifestato dal Cristo di fronte a quelle mura che dovevano scomparire per dilatarsi nella Chiesa universale.
Essa, la nuova Gerusalemme, lo attende con uguale pazienza, veglia tra i soldati addormentati davanti al sepolcro dove è stato deposto il corpo del Cristo. Per essa, questa tomba stretta e nuova dove tu riposi, Signore, è l'arca della nuova alleanza, ma non è più la Legge che essa contiene, è la Santità, il principio della Chiesa e dei compimenti futuri: essa sa che il terzo giorno tu risorgerai.
Signore, nascosto in questo mondo ancora più profondamente che nel sepolcro, spezza in noi la pietra che abbiamo sigillato su di te. Te lo chiede la nostra povera fede. Nel lutto del Venerdì Santo qualcosa in noi canta sommesso, perché questa notte che ci avvolge non è per noi che l'inizio di un giorno.
E il giorno sei tu, o Cristo!
BC
L Vennero dunque a portare via il corpo di Gesù. Venne anche Nicodemo portando una miscela di aloe e mirra, circa cento libbre. Giuseppe prese il corpo di Gesù e lo avvolse in un lenzuolo candido insieme agli aromi, e lo depose in un sepolcro nuovo tagliato nella roccia. Poi rotolò una grande pietra all'imboccatura del sepolcro e se ne andò. Era la vigilia di Pasqua e già cominciava la luminaria del sabato.
B
G Noi aspettiamo ancora. Certa è la nostra fede. Quel tempio distrutto dagli uomini verrà ricostruito da Dio. E saremo nei secoli testimoni del Cristo morto e davvero risorto. Lo scandalo della croce è la sapienza della nuova vittoria.
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IABCI
C Cristo ha dato per noi la sua vita.
T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
C O Signore,
che nel Battesimo ci hai uniti a Cristo tuo figlio, concedi a noi di morire per sempre al peccato per risorgere nell'amore con lui che vive e regna nei secoli.
T Amen.
Oppure
C Padre misericordioso,
che ci hai redenti con la passione e morte
del tuo Figlio,
conserva in noi l'opera della sua misericordia
e il frutto della partecipazione a questi misteri.
In Cristo Gesù, nostro Signore.
T Amen.
CONCLUSIONE
C Adoriamo la tua croce, Signore.
T E lodiamo e glorifichiamo la tua santa risurrezione: poiché dalla croce è entrata la gioia in tutto il mondo.
C il Signore sia con voi. T E con il tuo spirito.
C O Padre, il tuo unico Figlio con la sua morte
ha distrutto la nostra morte,
con la sua risurrezione ha rinnovato la nostra vita:
concedi a noi di vivere i giorni della nostra storia
nell'attesa della gioia del cielo.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Oppure
C Adoriamo la tua croce, Signore.
T E lodiamo e glorifichiamo la tua santa risurrezione.
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C Ti benediciamo, o Cristo.
T Con la tua croce hai redento l'umanità dal peccato.
C Il Signore sia con voi. T E con il tuo spirito.
C O Padre,
il tuo unico Figlio con la sua morte
ha sconfitto la nostra morte,
con la sua risurrezione ha rinnovato in noi la vita:
insegnaci a vivere
come figli obbedienti alla tua volontà
nell'attesa delle nozze dell'agnello.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Oppure
L La passione di Gesù non è finita: egli continua a soffrire nell'umanità sofferente per il peccato, per l'ingiustizia e in ricerca di vera libertà.
Oggi siamo noi, la sua Chiesa, membri del suo corpo mistico, che dobbiamo «completare in noi la sua passione» per la redenzione del mondo, portando nel nostro cuore e nella nostra carne la sofferenza di tutti gli uomini. La morte di Gesù non è la fine, ma si apre sulla risurrezione: la nostra vita è illuminata dalla speranza che noi, e tutto il mondo con noi, saremo trasformati per essere partecipi della vita gloriosa del Signore risorto.
C Cristo ha dato per noi la sua vita.
T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
C Preghiamo.
O Signore Gesù,
insegnaci a portare la nostra croce ogni giorno
e a seguirti con volontà generosa
di riparare i nostri peccati e quelli dell'umanità.
Tu che ci hai salvati,
rendici salvatori dei nostri fratelli;
rendici gioiosi testimoni della tua risurrezione.
Tu che vivi glorioso nei secoli.
T Amen.
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Al termine di ogni formulario prescelto il sacerdote può impartire la benedizione nel modo usuale oppure con la croce in silenzio e quindi congedare l'assemblea.
C Nel nome di Cristo, morto e risorto per la nostra salvezza, andate in pace!
T Rendiamo grazie a Dio.
CANTO FINALE
Secondo schema (meditazione sulla passione secondo Luca)
CANTO
E INVITO
C Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Il Cristo, che ci precede sulla via della croce, sia con tutti voi.
T E con il tuo spirito.
C Fratelli, meditiamo sul compiersi della Scrittura
negli avvenimenti di condanna e di morte
del Figlio dell'uomo.
Ascoltiamo la testimonianza degli apostoli
e partecipiamo al loro sgomento.
Saliamo anche noi il Calvario
per fare con Gesù
l'esperienza del fallimento e della morte
e per pregustare con lui la gioia della vera vita.
Uniti a lui, preghiamo e contempliamo.
Prologo:
I DISCEPOLI SONO IN CAMMINO CONES1Li (cf Lc 9,51-56; 18.31-34,
C Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T Perché con la tua croce hai redento il mondo.
L Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, si diresse decisamente verso Geru
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salemme e mandò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per lui. Ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Ma Gesù si voltò e li rimproverò. E si avviarono verso un altro villaggio.
Poi prese con sé i Dodici e disse loro: «Ecco, noi andiamo a Gerusalemme, e tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell'uomo si compirà. Sarà consegnato ai pagani, schernito, oltraggiato, coperto di sputi e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà». Ma essi non compresero nulla di tutto questo; quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto.
C Cristo ha dato per noi la sua vita.
T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
C Signore Gesù, il tuo camminare verso la croce
è un invito a seguirti:
un invito difficile a capire
che noi spesse volte dimentichiamo o abbandoniamo.
Signore, sia in noi il tuo Spirito
perché ci aiuti a riflettere sul tuo cammino di morte
e a comprenderlo per viverlo attraverso
le scelte d'ogni giorno
e la valutazione degli avvenimenti.
Tu sei Cristo, nostro Signore.
T Amen.
Prima stazione: GESÙ ENTRA A GERUSALEMME COME MESSIA DI PACE (cf Lc 19,37-38.41-44.47)
C Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T Perché con la tua croce hai redento il mondo.
L Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, esultando, cominciò a lodare Dio a gran voce, per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo: «Benedetto colui che viene, il re, nel no
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me del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!».
Quando fu vicino, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi. Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cuí sei stata visitata».
Ogni giorno insegnava nel tempio. I sommi sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo perire e così anche i notabili del popolo; ma non sapevano come fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue parole.
C Cristo ha dato per noi la sua vita.
T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
C Signore Gesù, come i discepoli del Vangelo,
noi vorremmo sempre riconoscerti
come re di pace e di giustizia:
troppe volte però ti invochiamo solo a parole
e non sappiamo riconoscerti nella vita di ogni giorno.
Perciò ti preghiamo: la tua forza sia con noi
perché non ci accada mai di rifiutare te,
eterno Dio, Verbo del Padre,
che vivi e regni nei secoli.
T Amen.
Seconda stazione: GESÙ CELEBRA L'EUCARISTIA E DENUNCIA IL TRADITORE (cf Lc 22,14-15.19-23)
C Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T Perché con la tua croce hai redento il mondo.
L Quando fu l'ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse: «Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione». Poi preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo avere cenato, prese il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi. Ma ecco, la mano di chi mi tradisce è con me, sulla tavola. Il Figlio dell'uomo se ne va, secondo quanto è stabilito; ma guai a quell'uomo dal quale è tradito!». Allora essi cominciarono a domandarsi a vicenda chi di essi avrebbe fatto ciò.
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C Cristo ha dato per noi la sua vita.
T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
C Signore Gesù, in cammino verso la croce hai voluto rimanere in noi
donandoci nel pane e nel vino il tuo corpo e il tuo sangue,
segno di salvezza e di comunione fraterna. Tu che conosci quello che c'è dentro di noi, donaci di celebrare
e di vivere sempre degnamente l'Eucaristia. Tu sei l'eterno sacerdote di salvezza. T Amen.
Terza stazione: GESÙ VA VERSO
IL MONTE DEGLI ULIVI A PREGARE (cf Lc 22,39-46)
C Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T Perché con la tua croce hai redento il mondo.
L Uscito se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e inginocchiatosi, pregava: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. In preda all'angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione».
C Cristo ha dato per noi la sua vita.
T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
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C Signore Gesù, insegnaci a pregare:
fa' che nei momenti di crisi, di difficoltà, di prova, abbiamo il coraggio di guardare verso di te e di imitarti in una costante e fiduciosa preghiera. Tu sei Cristo, nostro Signore.
T Amen.
Quarta stazione: GESÙ ARRESTATO (cf Lc 22,47-53)
C Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T Perché con la tua croce hai redento il mondo.
L Mentre egli ancora parlava, ecco una turba di gente; li precedeva colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, e si accostò a Gesù per baciarlo. Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo?». Allora quelli che eran con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: «Signore, dobbiamo colpire con la spada?». E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio destro. Ma Gesù intervenne dicendo: «Lasciate, basta così!». E toccandogli l'orecchio, lo guarì.
Poi Gesù disse a coloro che gli eran venuti contro, sommi sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: «Siete usciti con spade e bastoni come contro un brigante? Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete steso le mani contro di me; ma questa è la vostra ora, è l'impero delle tenebre».
C Cristo ha dato per noi la sua vita.
T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
C Signore Gesù, salvaci dalla tentazione,
allontanaci dal male
e perdona l'indolenza che ti condanna.
I tuoi pensieri siano in noi, o Signore,
ci aiutino a rispondere al male con il bene,
ad amare anche coloro che ci perseguitano.
Tu sei l'Emmanuele,
Gesù Cristo e nostro Signore.
T Amen.
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Quinta stazione:
GESÙ DAVANTI AL TRIBUNALE EBRAICO (cf Lc 22,66-71)
C Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T Perché con la tua croce hai redento il mondo.
L Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i sommi sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al sinedrio e gli dissero: «Se tu sei il Cristo, diccelo». Gesù rispose: «Anche se ve lo dico, non mi crederete; se vi interrogo, non mi risponderete. Ma da questo momento il Figlio dell'uomo starà seduto alla destra della potenza di Dio». Allora tutti esclamarono: «Dunque, tu sei proprio il Figlio di Dio?». Ed egli disse loro: «Lo dite voi stessi: io lo sono». Risposero: «Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L'abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca».
C Cristo ha dato per noi la sua vita.
T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
C Signore Gesù, aiutaci a desiderare il vero, a non temere sofferenze e contrarietà, pur di essere nella verità con cuore sincero. Difendici, o Gesù, dalla falsità e dall'errore. Tu sei l'eterna verità, o Cristo Gesù e nostro Signore.
T Amen.
Sesta stazione: GESÙ DAVANTI A PILATO (cf Lc 23,1-7)
C Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T Perché con la tua croce hai redento il mondo.
L Tutta l'assemblea si alzò, lo condussero da Pilato e cominciarono ad accusarlo: «Abbiamo trovato costui che sobillava il nostro popolo, impediva di dare tributi a Cesare e affermava di essere il Cristo re». Pilato lo interrogò: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». Pilato disse ai sommi sacerdoti e alla folla: «Non trovo nessuna colpa in quest'uomo». Ma essi insistevano: «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea fino a qui».
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Udito ciò, Pilato domandò se era Galileo e, saputo che apparteneva alla giurisdizione di Erode, lo mandò da Erode che in quei giorni si trovava anch'egli a Gerusalemme.
C Cristo ha dato per noi la sua vita.
T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
C Signore Gesù, aiutaci a testimoniarti con fedeltà,
e a dichiarare il tuo annuncio di salvezza.
Coloro che erano nelle tenebre
non hanno accolto la tua luce,
il mondo ti ha rifiutato
e tu hai offerto la tua vita
per l'umanità che era nel peccato.
Signore Gesù,
che hai pregato per coloro che non erano del mondo,
aiutaci ad annunciare la tua presenza
ed essere segni della tua salvezza.
Tu sei Cristo il Signore della storia.
T Amen.
Settima stazione: GESÙ DAVANTI AL RE ERODE (cf Lc 23,8-12)
C Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T Perché con la tua croce hai redento il mondo.
L Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto, perché da molto tempo desiderava vederlo per averne sentito parlare e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. Lo interrogò con molte domande, ma Gesù non gli rispose nulla. C'erano là anche i sommi sacerdoti e gli scribi, e lo accusavano con insistenza. Allora Erode, con i suoi soldati, lo insultò e lo schernì, poi lo rivestì di una splendida veste e lo rimandò a Pilato. In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici; prima infatti c'era stata inimicizia tra loro.
C Cristo ha dato per noi la sua vita.
T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
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C Signore Gesù, ti ringraziamo della forza che doni a coloro che subiscono ingiustizie e persecuzioni.
Anche noi, nella nostra debolezza,
abbiamo bisogno di quell'audacia e di quel coraggio
che viene dal tuo Spirito.
Donaci, Signore,
il tuo Spirito di fortezza e di amore.
Tu sei amore di salvezza.
T Amen.
Ottava stazione: GESÙ È CONDANNATO A MORTE ANCHE SE INNOCENTE (cf Lc 23,13-16.21-24)
C Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T Perché con la tua croce hai redento il mondo.
L Pilato, riuniti i sommi sacerdoti, le autorità e il popolo, disse: «Mi avete portato quest'uomo come sobillatore del popolo; ecco, l'ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in lui nessuna colpa di quelle di cui lo accusate; e neanche Erode, infatti ce l'ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò dopo averlo severamente castigato, lo rilascerò».
Ma essi urlavano: «Crocifiggilo, crocifiggilo!». Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato nulla in lui che meriti la morte. Lo castigherò severamente e poi lo rilascerò». Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso; e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta fosse esaudita.
C Cristo ha dato per noi la sua vita.
T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
C Signore Gesù, associa alla tua salvezza
coloro che ti seguono con coraggio
e sono per questo perseguitati e oltraggiati.
Non abbandonarli in potere delle forze di morte
che dominano in questo mondo.
La tua forza sia in loro
perché la luce di salvezza
illumini i giorni di dolore e di condanna.
Tu sei la Vittima innocente che redime l'innocente.
T Amen.
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Nona stazione:
GESÙ SULLA STRADA DEL CALVARIO (cf Lc 23,2611)
C Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T Perché con la tua croce hai redento il mondo.
L Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù. Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?».
C Cristo ha dato per noi la sua vita.
T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
C Signore Gesù, noi accogliamo il tuo invito
e ti chiediamo perdono.
Se il mondo ancora non ti riconosce come Salvatore,
anche noi ne siamo responsabili,
perché non ci siamo impegnati a fondo
nella testimonianza e nello sforzo
di comunicare ad altri la nostra fede.
Tu, o Dio di misericordia, perdonaci.
T Amen.
Decima stazione: GESÙ VIENE CROCIFISSO (cf Lc 23,33-38)
C Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T Perché con la tua croce hai redento il mondo.
L Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdonai, perché non sanno quel che fanno». Dopo essersi poi divise le sue vesti, le tira
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rono a sorte. Il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: «Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto». Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell'aceto, e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». C'era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei.
C Cristo ha dato per noi la sua vita.
T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
C Signore Gesù, il tuo discorso è arduo
e difficile è per noi amare i nemici. Nulla possiamo senza il tuo aiuto. La tua croce sia per noi modello di amore
e forza di superamento di ogni nostra intemperanza
e facile scoraggiamento.
Tu sei la vita oltre la morte e alleanza contro il peccato. T Amen.
Undicesima stazione:
GESÙ ACCOGLIE CON SÉ IL LADRO PENTITO (cf Lc 23,39-43)
C Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T Perché con la tua croce hai redento il mondo.
L Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». Ma l'altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio benché condannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male». E aggiunse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso».
C Cristo ha dato per noi la sua vita.
T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
C Signore Gesù, anche noi, peccatori,
ti chiediamo aiuto e perdono.
Tu, dopo essere stato avvolto
nell'ombra del dolore e della morte,
risorto e asceso al cielo, sei nel tuo regno presso il Padre.
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Non dimenticare i tuoi servi che in te hanno sperato
affinché nel giorno glorioso e santo
ogni riscattato dalla morte
possa contemplare con gioia il tuo volto.
Tu sei misericordia e perdono.
T Amen.
Dodicesima stazione: GESÙ MUORE (cf Lc 23,44-49)
C Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T Perché con la tua croce hai redento il mondo.
L Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò.
Visto ciò che era accaduto, il centurione glorificava Dio: «Veramente quest'uomo era giusto». Anche tutte le folle che erano accorse a questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne andavano percuotendosi il petto. Tutti i suoi conoscenti assistevano da lontano e così le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, osservando questi avvenimenti.
C Cristo ha dato per noi la sua vita.
T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
C Signore Gesù, nel compiersi delle Scritture
hai affidato al Padre il tuo spirito.
Un grido di sofferenza velò il tuo volto
e l'angoscia per il peccato dell'umanità
avvolse nel tormento la solitudine di morte.
Anche noi, smarriti per il peccato,
vaghiamo nell'abbandono e nel silenzio.
Aiutaci a sperare oltre il fallimento.
Tu che sei il Dio della salvezza, morto per noi.
T Amen.
Tredicesima stazione: GESÙ VIENE SEPOLTO (cf Lc 23,50-53)
C Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T Perché con la tua croce hai redento il mondo.
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L C'era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, persona buona e giusta. Non aveva aderito alla decisione e all'operato degli altri. Egli era di Arimatea, una città dei Giudei, e aspettava il regno di Dio. Si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo calò dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo depose in una tomba scavata nella roccia, nella quale nessuno era stato ancora deposto.
C Cristo ha dato per noi la sua vita.
T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
C Signore Gesù, con profondo rispetto
alcuni di coloro che erano con te
hanno donato al tuo corpo un sepolcro nuovo.
Ma quel tempio distrutto non era destinato alla rovina
e la tomba sarebbe stata per sempre vuota.
Tu sei vita e amore di risurrezione.
T Amen.
Quattordicesima stazione:
GESÙ È RISORTO COME AVEVA PREDETTO (cf Lc 24,1-7)
C Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T Perché con la tua croce hai redento il mondo.
L Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, alcune donne si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti. Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea, dicendo che bisognava che il Figlio dell'uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno».
C Cristo ha dato per noi la sua vita.
T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
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C Signore Gesù, le tenebre non oscureranno il tuo nome:
ciò che era impossibile agli uomini
diventa possibile a Dio
e nell'alba del nuovo giorno
un canto di vittoria salirà da Gerusalemme.
O Signore, rimani con noi sempre.
T Amen.
Si può concludere seguendo le indicazioni proposte nel primo schema.
«Stabat mater» - «O Maria, madre dei dolori»
1 Stabat mater dolorosa iuxta crucem lacrimosa, dum pendebat Filius.
2 Cuius animam gementem, contristatam et dolentem pertransivit gladius.
3 0 quam tristis et afflicta
fuit illa benedicta Mater Unigeniti!
4 Quae maerebat et dolebat, pia Mater, dum videbat nati poenas incliti.
5 Quis est homo, qui non fleret, Matrem Christi si videret in tanto supplicio?
6 Quis non posset contristari,
Christi Matrem contemplari dolentem cum Filio?
7 Pro peccatis suae gentis vidit Iesum in tormentis et flagellis subditum.
8 Vidit suum dulcem Natum moriendo desolatum, dum emisit spiritum.
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9 Eia, Mater, fons amoris, me sentire vim doloris fac, ut tecum lugeam.
10 Fac ut ardeat cor meum in amando Christum Deum, ut sibi complaceam.
11 Sancta Mater, istud agas, Crucifixi fige plagas cordi meo valide.
12 Tui nati vulnerati, tam dignati pro me pati, poenas mecum divide.
13 Fac me tecum pie fiere, Crucifixo condolere, donec ego vixero.
14 Iuxta crucem tecum stare et me tibi sociare in planctu desidero.
15 Quando corpus morietur, fac ut animae donetur paradisi gloria. Amen.
1 Chi la croce accoglierà come te, Maria,
Cristo Redentore lo salverà.
O Maria, madre dei dolori, prega per noi il tuo Gesù.
2 Condannato sei per noi, o Figlio di Dio; mite ed innocente, tu morirai.
O Maria, madre dei dolori, prega per noi il tuo Gesù.
3 Questa pena preparata per noi peccatori, questo grande peso tu porterai.
O Maria, madre dei dolori, prega per noi il tuo Gesù.
4 Come un debole mortale vacilli, Signore, come un peccatore tu cederai.
O Maria, madre dei dolori, prega per noi il tuo Gesù.
5 Se qualcuno chiederà: dov'è Maria? cerchi sul Calvario, la troverà.
O Maria, madre dei dolori, prega per noi il tuo Gesù.
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6 Chi la croce accoglierà come te, Maria, Cristo Redentore lo salverà.
O Maria, madre dei dolori, prega per noi il tuo Gesù.
7 Il suo volto insanguinato, oscuro di pena, presto nella gloria risplenderà.
O Maria, madre dei dolori, prega per noi il tuo Gesù.
8 Ora cade sulla strada, il Re della gloria:
presto nel suo cielo risalirà.
O Maria, madre dei dolori, prega per noi il tuo Gesù.
9 Se qualcuno piangerà con te, Maria, Cristo tormentato conforterà.
O Maria, madre dei dolori, prega per noi il tuo Gesù.
10 Se il tuo Spirito abbandona la carne mortale, chi di noi, Signore, resisterà?
O Maria, madre dei dolori, prega per noi il tuo Gesù.
11 Tu donavi all'assetato un'acqua di vita: egli amaro fiele ti preparò.
O Maria, madre dei dolori, prega per noi il tuo Gesù.
12 Tu versavi tenerezza nel cuore dell'uomo: egli con i chiodi ti trapassò.
O Maria, madre dei dolori, prega per noi il tuo Gesù.
13 Da quell'albero fatale è venuta la morte: questa santa croce ci salverà.
O Maria, madre dei dolori, prega per noi il tuo Gesù.
14 Quel tuo Figlio che nutrivi d'amore infinito, morto per amore ritorna a te.
O Maria, madre dei dolori, prega per noi il tuo Gesù.
15 Chi in quest'ora veglierà con te, Maria, presto col tuo Figlio risorgerà.
O Maria, madre dei dolori, prega per noi il tuo Gesù.
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3.4.3. CELEBRAZIONI DI MEDITAZIONE SULLA PASSIONE
Il cammino dell'umanità è contaminato dal peccato e dalla sofferenza. Spine e triboli affaticano e feriscono l'umana creatura che invoca l'aiuto di Dio onnipotente. Facciamoci voce
di preghiera guardando la croce e ascoltando il grido di angoscia che si leva dall'umanità.
Sono celebrazioni della Parola con vari nuclei tematici espressi attraverso brani che s'accompagnano a parti corali. Hanno lo scopo di fare meditare sulla passione in armonia con il tempo liturgico di Quaresima e di Passione.
Primo schema:
LA CROCE DELL'UOMO E DEL CRISTIANO
CANTO DI INIZIO
SALUTO DEL CELEBRANTE
C Nel nome del Padre...
T Amen.
C Il Dio fatto uomo
che si prepara ad essere vittima di espiazione
per i nostri peccati
sia nei vostri cuori.
T E con il tuo spirito.
G Se viviamo nella luce
come Dio è nella luce,
siamo uniti gli uni agli altri
e la morte di Gesù ci libera
da tutti i nostri peccati.
T Se diciamo: «Siamo senza peccato»,
inganniamo noi stessi,
e la verità di Dio non è in noi.
G Se riconosciamo i nostri peccati,
Dio li perdonerà.
Egli ci libererà da tutte le nostre colpe,
perché è buono.
T Se cadiamo in peccato,
possiamo confidare in Gesù Cristo, il Giusto.
Egli è il nostro difensore accanto al Padre.
G Egli si è sacrificato per farci avere il perdono dei peccati.
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T Non soltanto dei nostri peccati, ma di quelli del mondo intero.
G Dio ha voluto essere
pienamente presente in lui
e per mezzo di lui ha voluto rifare
amicizia con tutte le cose;
con quelle della terra e con quelle del cielo.
T Per mezzo della sua morte in croce
Dio ha fatto pace con tutti.
G Un tempo anche noi eravamo lontani da Dio.
T Ora invece, per mezzo della morte
che Cristo ha sofferto,
Dio ha fatto pace anche con noi
per renderci santi, innocenti
e senza difetti di fronte a lui (cf 1 Gv 1-2; Col 1).
MOMENTO PENITENZIALE
C Guardiamo all'uomo dei dolori e confessiamo la nostra colpa. Tormento e solitudine inchiodano Cristo sulla croce; arroganza e indolenza ci fanno dimenticare il suo amore di salvezza. E se dimentichiamo Cristo, dimenticheremo i giovani.
Invocazioni penitenziali libere; oppure:
T Rinnova, Signore, i segni della tua misericordia.
G — Perché in questa Quaresima impariamo a seguire il nostro maestro e modello, Gesù Cristo, uomo nuovo, progetto di una umanità riconciliata con il Padre, preghiamo.
— Perché in ognuno di questi quaranta giorni troviamo spazio e tempo da dedicare alla preghiera e alla meditazione della Parola, per conoscere ciò che Dio vuole da noi e attuarlo nella nostra vita, preghiamo.
— Perché l'itinerario della Quaresima abbia per ciascuno di noi il suo culmine nel rito della penitenza e nella comunione pasquale, come segni sacramentali della nostra conversione, preghiamo.
C Cristo è il nostro riscatto.
Cristo è necessario alle sorti di liberazione dell'umanità.
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Cristo è Parola che salva.
Rinnoviamo la nostra fede in lui morto
per ridare luce a coloro che erano nelle tenebre
e accogliamolo come Verbo di vita
e tempo di eterna salvezza.
T Tu sei per noi il segno di salvezza.
Lettura da parte di due lettori, oppure a cori alternati:
1 L Tu ci sei necessario, Cristo, unico mediatore,
per entrare in comunione con Dio Padre,
per diventare come te, unico Figlio,
suoi figli adottivi,
per essere rigenerati nello Spirito Santo.
2 L Tu ci sei necessario, solo Verbo,
maestro delle verità recondite e indispensabili della vita, per conoscere il nostro essere e il nostro destino, e la via per conseguirlo.
1 L Tu ci sei necessario, Redentore nostro,
per scoprire la nostra miseria morale e per guarirla;
per conoscere il bene e il male
e la speranza della santità;
per deplorare i nostri peccati
e averne il perdono.
2 L Tu ci sei necessario,
fratello primogenito del genere umano, per ritrovare le ragioni vere della fraternità fra gli uomini,
i fondamenti della giustizia, i tesori della carità, il bene sommo della pace.
1 L Tu ci sei necessario,
grande paziente dei nostri dolori,
per conoscere il senso della sofferenza
e dare ad essa un valore d'espiazione e di redenzione.
Tu ci sei necessario, o vincitore della morte,
per liberarci dalla disperazione e dalla negazione
e avere la certezza che non tradisce in eterno.
2 L Tu ci sei necessario, Cristo Signore, Dio con noi, per imparare l'amore vero e camminare, nella gioia e nella forza della tua carità, sulla nostra via faticosa,
sino all'incontro finale
con te amato, con te atteso,
con te benedetto nei secoli. Amen. (Paolo VI)
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ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
G Il dramma che si svolge sul «luogo del cranio» è il compimento della promessa antica. Ascoltiamo queste pagine della nostra storia.
Alla lettura del testo biblico segue un breve commento del celebrante, una pausa di silenzio, un canto responsoriale. Si suggeriscono alcuni nuclei tematici a scelta.
1. La croce di Gesù non è amata: Mc 15,25-32.
2. La croce disturba e separa: 1 Cor 12,12-27.
3. La croce droga dei poveri: Mt 23,1-12.
4. La croce di Gesù, forza per portare la nostra croce: I Pt 1,18-23.
5. Perché Gesù è morto in croce: Gv 19,12-16.
6. La croce, suprema dignità di Dio e dell'uomo: Eb 9,11-15.
7. Gesù risorto è lo stesso Gesù crocifisso: At 2,14.22-24.
8. Il Dio crocifisso è il Dio di tutti: I Gv 4,7-14.
9. Il Dio crocifisso convince l'uomo a vivere: l Tm 2,3-7.
10. La croce impulso per liberare l'uomo da ogni croce: 1 Gv 3,11-18.
11. Quale croce è cristiana: 1 Pt 4,1-4.7-10.
PREGHIERA LITANICA
Può essere sostituita da intenzioni libere o da altre, prese dall'Orazionale o dall'Ufficio delle Ore.
C Padre, rendi la tua Chiesa testimone verace del tuo mistero; purificala da ogni ricerca di gloria umana. Ti preghiamo:
T Signore, ricordati del tuo amore.
G — Dona ai cristiani di cercare e trovare nella Scrittura la verità che giudica e orienta la loro vita. Non s'illudano essi di dimenticare il cammino della croce. Ti preghiamo.
— A tutti gli uomini animati da fraterna solidarietà dona la sapienza della croce e la vita nuova in Gesù Cristo Signore. Ti preghiamo.
— Insegnaci, Padre, ad approfondire il senso della preghiera, nella quale ci apriamo al dialogo con te, alla responsabilità verso gli altri e comprendiamo nella gioia di associare la nostra sofferenza alla croce di Cristo. Ti preghiamo.
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T Padre nostro...
C O Padre di insondabile sapienza,
l'annientamento del tuo Figlio
ci rivela la promessa della tua gloria,
di cui siamo immagine sparsa nel tempo.
Donaci il coraggio di essere nella storia
testimoni di lui, oltraggiato e risorto;
guidaci nell'annuncio di salvezza
a coloro che ti cercano nella sofferenza e nel dubbio.
In Cristo Gesù, nostro Signore.
T Amen.
BENEDIZIONE
CANTO FINALE
Secondo schema:
IL CAMMINO DELLA LIBERAZIONE: DALL'INGIUSTIZIA ALL'AMORE
CANTO DI INIZIO
SALUTO DEL CELEBRANTE
C Il Signore
che abbatte i potenti dai troni e innalza gli umili,
sia sempre con voi.
T E con il tuo spirito.
C O Dio, Padre di tutti gli uomini, che ami la giustizia e il diritto, a noi che meditiamo la tua Parola
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dona la forza e il coraggio
dí lasciarci giudicare dalla sua luce
e dí trasformare la nostra vita.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
Prima lettura: 1 Re 21,1-29: E profeta, voce di liberazione.
SALMO DI MEDITAZIONE
Rit. Mia luce, mia salvezza è il Signore.
Beato chi ha l'aiuto del Signore,
chi aspetta il Dio di Giacobbe:
egli ha fatto i cieli e la terra,
il mare e tutto ciò che è in essi. Rit.
Custodisce la verità per sempre e rende giustizia agli oppressi; egli dà il pane agli affamati:
il Signore scioglie i prigionieri. Rit.
Il Signore apre gli occhi ai ciechi, il Signore raddrizza chi è piegato, il Signore ama i giusti,
il Signore custodisce gli stranieri. Rit.
Mantiene l'orfano e la vedova e sovverte la via degli empi. Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, nei secoli. Rit.
Seconda lettura: Lc 4,14-21: Gesù vero profeta di salvezza. Tempo di silenzio e di meditazione.
PREGHIERA LITANICA (ispirata ai nn. 6, 20 e 21 di Populo-rum progressio)
C Preghiamo il Signore,
perché nel mondo possa essere raggiunta
la pienezza del vero sviluppo
che è il passaggio per ciascuno e per tutti
da condizioni meno umane a condizioni più umane.
T Ascoltaci, o Signore.
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G — Perché possano essere colmate le carenze materiali di coloro che sono privati del minimo vitale e le carenze morali di coloro che sono mutilati dall'egoismo, preghiamo.
— Perché siano riformate le strutture oppressive, che provengono dagli abusi del possesso o del potere, dallo sfruttamento dei lavoratori e dalla ingiustizia degli scambi, preghiamo.
— Perché tutti gli uomini possano essere affrancati dalla miseria, trovare con più sicurezza la loro sussistenza, la salute, una occupazione stabile, preghiamo.
— Perché tutti gli uomini possano godere di una maggiore istruzione, una partecipazione più piena alla responsabilità, al di fuori di ogni oppressione, al riparo da situazioni che offendono la loro dignità di uomini, preghiamo.
— Perché sia accresciuta la considerazione della dignità degli altri, ci si orienti verso lo spirito di povertà, la cooperazione al bene comune, la volontà di pace, preghiamo.
— Perché ogni uomo riconosca i valori più alti, si apra a Dio, per accogliere il dono della fede e vivere in comunione con lui e con tutti gli uomini, preghiamo.
C O Dio, nostro Padre,
crea in tutti una volontà efficace perché ognuno, secondo il proprio grado di responsabilità e di potere, usi i mezzi necessari per giungere al pieno sviluppo di tutti gli uomini e di tutto l'uomo.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Oppure
C O Dio nostro Padre,
noi ti ringraziamo perché dal di dentro
hai trasformato le nostre esistenze:
nella croce di Cristo gratuitamente ci hai accolti
e ci hai fatto rinascere
a nuova dignità e responsabilità.
T Ti preghiamo, aiutaci a portare la croce
della nostra coscienza e responsabilità
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di fronte a chi soffre innocente
e ai senza speranza attorno a noi.
C Aiutaci a sperare contro ogni speranza,
a lottare per una piccola speranza
di fronte ai fanciulli che a milioni
muoiono di fame e di stenti,
di fronte alle vite umane che scompaiono
in guerre sempre ingiuste e disumane.
T Aiutaci a portare la croce della responsabilità
dove il denaro vale più della dignità,
dove i bianchi vincono i neri e li opprimono.
C Signore, lavorare per il tuo regno, sia il nostro portare la croce
e il nostro annunciare che tu non sei morto invano. T Rendici strumenti del tuo amore
e associa le nostre sofferenze alla tua passione.
CT Padre nostro...
C Signore, che nella tua benevolenza
provvedi alle necessità di tutte le creature
fa' che noi tuoi fedeli dimostriamo realmente
il nostro amore per i fratelli che soffrono nell'indigenza
perché, liberati dal bisogno,
possano servirti nella libertà e nella pace.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
BENEDIZIONE CANTO FINALE
Terzo schema:
LA NOSTRA VITA E LA NOSTRA PREGHIERA HANNO LE DIMENSIONI DEL MONDO
CANTO DI INIZIO
SALUTO DEL CELEBRANTE
C Fratelli, Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito. Noi siamo nel mondo senza essere del
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mondo, ma, come lui e con lui, siamo nel mondo per essere la luce del mondo, il sale della terra, il lievito nella pasta.
In questa celebrazione, alla luce della parola della Chiesa, riflettiamo sulla nostra presenza nel mondo. (Breve pausa).
Preghiamo.
O Padre,
che hai mandato il tuo Figlio nel mondo non per condannarlo ma per salvarlo, concedi a noi di non chiuderci in noi stessi e dona al nostro cuore
le dimensioni del suo.
Egli è il Cristo, tuo Figlio e nostro Signore. T Amen.
ASCOLTO DELLA PAROLA
Prima lettura: Ls. 52,13-53,12: Il giusto mio servo giustificherà molti.
CANTO DI MEDITAZIONE
Seconda lettura: Dalla Costituzione «Gaudium et spes» del Concilio Vaticano II (n. 22).
In realtà solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell'uomo. Adamo, infatti, il primo uomo, era figura di quello futuro e cioè di Cristo Signore. Cristo, che è il nuovo Adamo, proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore svela anche pienamente l'uomo all'uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione. Nessuna meraviglia, quindi, che tutte le verità su esposte trovino in lui la loro sorgente e tocchino il loro vertice.
Egli è «l'immagine dell'invisibile Iddio» (Col 1,15). Egli è l'uomo perfetto, che ha restituito ai figli d'Adamo la somiglianza con Dio, resa deforme già subito agli inizi a causa del peccato. Poiché in lui la natura umana è stata assunta, senza per questo venire annientata, per ciò stesso essa è stata anche per conto di noi innalzata a una dignità sublime. Con l'incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo. Ha lavorato con mani d'uomo, ha pensato con mente d'uomo, ha agito con volontà d'uomo, ha amato con cuore di uomo. Nascendo da Maria Vergine, egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato. Agnello innocente, col suo sangue sparso liberamente ci ha meritato la vita, e in lui Dio ci ha riconciliati con se stesso e tra noi e ci ha strappati dalla schiavitù di Satana e del peccato; così che ognuno di noi può dire con l'Apostolo: il Figlio di Dio «ha amato me e ha sacrificato se stesso per me» (Gal 2,20). Soffrendo per noi non solo ci ha dato l'esempio perché seguiamo le sue orme, ma ci ha anche aperta la strada, percorrendo la quale la vita e la morte vengono santificate e acquistano nuovo significato.
Il cristiano, poi, reso conforme all'immagine del Figlio che è il Primogenito tra molti fratelli, riceve le «primizie dello Spirito» (Rm 8,23), per cui diventa capace di adempiere la legge nuova dell'amore. In virtù di questo Spirito, che è il «pegno della eredità» (Ef 1,14), tutto l'uomo viene interiormente rifatto, fino al traguardo della «redenzione del corpo» (Rm 8,23): «Se in voi dimora lo Spirito di Colui che risuscitò Gesù da morte, Egli che ha risuscitato Gesù Cristo da morte darà vita anche ai vostri corpi mortali, a motivo del suo Spirito che abita in voi» (Rm 8,11). Il cristiano certamente è assillato dalla necessità e dal dovere di combattere contro il male attraverso molte tribolazioni, e di subire la morte; ma associato al mistero pasquale, come si assimila alla morte di Cristo, così anche andrà incontro alla risurrezione confortato dalla speranza. E ciò non vale solamente per i cristiani ma anche per tutti gli uomini di buona volontà, nel cui cuore lavora invisibilmente la grazia. Cristo, infatti, è morto per tutti e la vocazione ultima dell'uomo è effettivamente una sola, quella divina, perciò dobbiamo ritenere che lo Spirito Santo dia a tutti la possibilità di venire a contatto, nel modo che Dio conosce, col mistero pasquale.
Tale e così grande è il mistero dell'uomo, che chiaro si rivela agli occhi dei credenti, attraverso la Rivelazione cristiana. Per Cristo e in Cristo riceve luce quell'enigma del dolore e della morte che al di fuori del suo Vangelo ci opprime. Cristo è risorto, distruggendo la morte con la sua morte, e ci ha fatto dono della vita, affinché, figli nel Figlio, esclamiamo nello Spirito: Abbà, Padre! (Rm 8,15).
Questo testo può esser sostituito con un altro testo adatto.
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PREGHIERA LITANICA
C Chiediamo al Signore
che doni al nostro amore un'apertura universale, perché le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, specialmente dei poveri, e di tutti coloro che soffrono
siano le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di noi, discepoli di Cristo,
e perché non ci sia nulla di genuinamente umano che non trovi eco nel nostro cuore.
T Ascoltaci, o Signore.
(Si scelgono alcune intenzioni).
G — Perché il potere politico sia veramente a servizio della giustizia, curi il bene di tutti i cittadini e non solo di alcuni.
— Perché le persone non siano valutate da quello che hanno, che producono o che consumano, ma per quello che sono.
— Perché ogni uomo sia trattato da uomo e nessuno subisca discriminazioni a causa della razza, del sesso, della religione, dell'ignoranza, della povertà, della posizione sociale, della regione di provenienza.
— Perché la scienza e tutto il progresso tecnologico siano veramente usati per la crescita di tutti gli uomini e di tutto l'uomo e non per la distruzione e la morte.
— Perché il problema demografico trovi una soluzione che rispetti la dignità della persona e la legge di Dio.
— Perché le nostre città si sviluppino in modo tale da essere una dimora degna dell'uomo.
— Perché tutti sentano la responsabilità verso la natura, e l'ambiente non sia inquinato.
— Perché si creino condizioni necessarie per eliminare o ridurre l'emigrazione forzata e gli emigranti trovino accoglienza, lavoro e una casa dignitosa.
— Perché si dia incremento a quanto può favorire l'unità della famiglia.
— Perché il rapporto uomo-donna si realizzi nel riconoscimento della uguale dignità e della originalità di ciascuno.
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— Perché fra giovani e adulti ci sia un'accettazione reciproca e uno scambio di valori.
— Perché i giovani siano così amati e accolti che non sentano la tentazione di evadere nella droga.
— Perché tutti sentiamo l'impegno a curare le membra più deboli della società: i bambini abbandonati, gli spastici, i minorati, i malati e gli anziani.
— Perché si crei in tutti una vera coscienza planetaria
e sia vinta ogni forma di nazionalismo.
C O Signore,
tu ci inviti ad assumerci pienamente
la responsabilità della nostra crescita umana e sociale.
Sentiamo che i problemi e le aspirazioni
sono più grandi di noi
e che questa nostra terra non sarà mai
il regno della felicità totale
e della piena realizzazione di tutto l'uomo
e di tutti gli uomini.
Ti preghiamo
di essere presente con la tua grazia
nel nostro impegno,
perché ogni progresso sia un passo
verso il tuo sconfinato Regno di libertà.
Per questo attendiamo e speriamo da te
il compimento dei nostri sforzi
quando in cieli nuovi e terra nuova,
abiterà la giustizia,
la pace, l'amore e la gioia senza fine.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
CANTO FINALE
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3.5. IL TRIDUO PASQUALE
3.5.1. PARTECIPI DELLA MORTE E RISURREZIONE DI CRISTO
Triduo pasquale, evento salvifico ner eccellenza
Il Triduo pasquale della Passione e Risurrezione del Signore inizia con la Messa vespertina «nella Cena del Signore», ha il suo centro nella Veglia pasquale e si chiude con i Vespri della domenica di Risurrezione (NGAL 19).
Il Triduo pasquale, per la centralità del mistero in esso celebrato, la Pasqua di Cristo, costituisce il cuore dell'anno liturgico. È un blocco unitario del quale la Pasqua è celebrata come un unico mistero.
È il santissimo triduo di Cristo crocifisso, sepolto e risorto (sant'Agostino).
Il mistero pasquale, considerato prima globalmente il Giovedì santo sera, viene poi meditato successivamente nelle sue varie fasi cronologiche: la morte (il Venerdì), la sepoltura (il Sabato), la risurrezione (la Domenica, le cui luci si accendono nella Veglia pasquale).
La Messa «nella Cena del Signore» del Giovedì santo è memoriale della Pasqua del Signore. Ricorda sacramentalmente ed efficacemente che Cristo ha lasciato presente il mistero pasquale in un rito, il rito della Messa, istituito durante la sua ultima cena con gli apostoli. La celebrazione è memoriale dell'Eucaristia e della connessa istituzione del sacerdozio ministeriale, come pure della promulgazione del comandamento dell'amore che si fa servizio, benevolenza e solidarietà fraterna. La solenne riposizione e adorazione dell'Eucaristia dopo la celebrazione vogliono essere l'espressione del rendimento di grazie e della riconoscenza per il dono eucaristico.
Il Venerdì santo è il grande giorno della meditazione della passione del Signore. Non si celebra l'Eucaristia. L'atto liturgico centrale del giorno è costituito dalla «celebrazione della Passione del Signore». Altri esercizi di pietà vanno armonizzati con le celebrazioni liturgiche. Le pratiche penitenziali del Venerdì santo, da protrarre possibilmente il Sabato santo, sono, sulla scia della precedente Quaresima, segno particolare della partecipazione alla Passione del Signore.
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Il Sabato santo la Chiesa sosta presso il sepolcro del Signore, meditando la sua passione e morte, astenendosi dal celebrare il sacrificio della Messa fino alla solenne Veglia o attesa notturna della risurrezione. L'attesa allora lascia il posto alla gioia pasquale, che nella sua pienezza si protrae per cinquanta giorni (Messale Romano).
La Domenica di Risurrezione ha il suo vero inizio con la celebrazione della Veglia pasquale, che si svolge nella notte tra il sabato e la domenica. È la più suggestiva celebrazione dell'anno liturgico, grazie al ricco contenuto delle sue varie parti: liturgia della luce, liturgia della parola, liturgia battesimale, liturgia eucaristica. Acquista il suo pieno significato quando i catecumeni ricevono in essa i sacramenti dell'iniziazione cristiana: Battesimo, Confermazione, Eucaristia.
Per i fedeli già battezzati la rinnovazione delle promesse battesimali e il rinnovato incontro con Cristo nell'Eucaristia costituiscono momenti oltremodo privilegiati della vita cristiana. Per tutti la celebrazione della Veglia pasquale rappresenta un evento di salvezza, strettamente collegato con il mistero pasquale di Cristo, riattualizzato sacramentalmente nella sua fase culminante. L'eco gioiosa della celebrazione raggiunge tutte le successive ore della Domenica di Risurrezione e si fa Alleluia di grazie. Cristo, come aveva predetto, è risorto!
Il Salesiano attento
nel compiersi del Mistero pasquale di Cristo
Il Triduo pasquale è una grande mèta nella vita spirituale della Chiesa e nell'attività pastorale. È un'occasione privilegiata per meditare sul mistero della vocazione cristiana, sull'inestimabile dono di grazia e di salvezza che ciascuno ha ricevuto in Cristo.
Celebrando in questi giorni l'apice dell'anno liturgico, i membri di ogni comunità salesiana rinnovano la coscienza e la convinzione di essere davvero coeredi e compartecipi ai doni di grazia del Signore: concrocifissi a causa del peccato e nel portare la salvezza ad ogni uomo, conglorificati perché risorti alla grazia, viviamo i giorni della nostra consacrazione avvolti intimamente nel mistero pasquale.
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Il manifesto di Gesù di Nazaret si fa vita per noi, testimonianza e annuncio. Ogni comunità è lievito per fermentare l'ambiente umano in cui opera attraverso i giovani e tra i giovani. La comunità orante diventa, in questi giorni soprattutto, contemplazione del Mistero pasquale e proclamazione del sacrificio di Cristo e del sepolcro vuoto.
Il cammino quaresimale ci porta a celebrare la Pasqua con spirito di rinnovata conversione, seguendo la Chiesa locale e pregando con essa.
Siamo tra i giovani segni e portatori della grazia di salvezza del Signore. Camminiamo con loro nei giorni crocifiggenti della difficoltà e godiamo insieme con loro ritrovando il giorno nuovo della Vita.
Fermi nella fede e stretti nel vincolo di carità fraterna aiutiamoci a non dimenticare che al di là delle tenebre del Venerdì santo sempre sorgerà l'alba della risurrezione.
3.5.2. PROPOSTE CELEBRATIVE
È conveniente incentrare tutta la vita di preghiera di questi giorni sulla Liturgia con un atteggiamento di partecipazione e silenzio interiore durante l'intera giornata.
A livello comunitario si consiglia di celebrare insieme anche l'Ufficio delle Letture, di sottolineare con clima di festa il Giovedì santo, di evidenziare il clima di penitenza del Venerdì, oltre che nel digiuno e nell'astinenza, con qualche brano di lettura a tavola, e di vivere il Sabato nell'attesa orante, di partecipare alla Veglia e alla gioia pasquale.
3.6. IL TEMPO PASQUALE
3.6.1. LA GIOIA DI CRISTO RISORTO È LA NOSTRA FORZA
Viviamo nella gioia i giorni del Risorto
Con la domenica di Risurrezione si entra nel tempo pasquale. I cinquanta giorni che vanno fino alla domenica di Pentecoste sono celebrati nella letizia e nell'esultanza come un solo giorno di festa, anzi come una «grande domenica» (sant'Atanasio; cf NGAL 22).
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Il tempo pasquale è il prolungato memoriale degli avvenimenti della Pasqua del Signore. Hanno un particolare rilievo i primi otto giorni (ottava di Pasqua), il giorno dell'Ascensione e il giorno della Pentecoste.
Il tempo pasquale ha un carattere spiccatamente mistagogico. In esso cioè i neofiti vengono aiutati ad approfondire la comprensione del mistero di Cristo mediante un'attiva partecipazione alle celebrazioni liturgiche. L'ascolto della Parola di Dio e del messaggio contenuto negli altri segni liturgici è fonte di esperienza vitale del msitero. Il momento più significativo della «mistagogia» è costituito dalle cosiddette «Messe per i neofiti» o Messe delle domeniche di Pasqua, specialmente se in esse si leggono le letture dell'anno A del lezionario (cf RICA 40).
Questo periodo di vita liturgica ha dunque lo scopo di prolungare l'incontro del cristiano con il Cristo risorto e il suo Spirito, e di accentuare così l'aspetto battesimale della sua vita spirituale. Pasqua-Battesimo: un binomio che, se ben compreso, è capace di creare nel cristiano un'atmosfera spirituale propizia per un vitale inserimento nel mistero di Cristo e, quindi, per un generoso, ottimistico impegno di fedeltà a Cristo e al suo Spirito nella Chiesa.
Il Salesiano, presenza tra i giovani del Signore risorto
La comunità salesiana curerà una speciale attenzione al tempo pasquale. Visto come logica continuazione del tempo di Quaresima e del Triduo pasquale, esso deve condurre a una più precisa conoscenza del carisma salesiano, per una migliore esplicitazione delle sue potenzialità.
I Salesiani formano una comunità di battezzati chiamati ad essere nella Chiesa, alla scuola di Don Bosco, «segni e portatori dell'amore di Dio ai giovani, specialmente ai più poveri» (Cost. 2). La loro consacrazione-missione va collegata necessariamente con la loro fondamentale condizione di battezzati e quindi con la Pasqua di Cristo. Ciò dovrà trasparire nella loro vita di consacrati-apostoli e influire decisamente sui destinatari della loro missione. Vivendo intensamente nella loro vita, individuale e comunitaria, il binomio Pasqua-Battesimo, saranno convinti e autentici testimoni del Vangelo.
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La liturgia copre con abbondanza la vita di pietà comunitaria. Indichiamo qualche momento celebrativo in appoggio e suggeriamo di evidenziare la preparazione alla solennità di Pentecoste. Inoltre, nei luoghi dove esiste tale tradizione, si propone di benedire, con il rito appropriato, la comunità.
Proposte celebrative
Lo Sposo è con noi. Celebriamo nella festa la sua presenza. Grandi meraviglie ha fatto il Signore per noi: esultiamo con la comunità apostolica per il giorno di grazia del Signore, perché siamo per sempre in compagnia di Dio.
Suggeriamo la recita dell'ufficio vigiliare secondo lo schema della Liturgia delle Ore, o di impostare altri moduli di preghiera al fine di una preparazione comunitaria più partecipata alle domeniche del tempo pasquale.
3.6.2. CELEBRAZIONI VIGILIARI DELLA PAROLA
Diamo alcuni schemi usufruibili per celebrazioni nel tempo pasquale. Sono indicazioni corredate da citazioni scritturistiche e aperte a trasformazioni secondo i sussidi a disposizione.
Primo schema: CRISTO NOSTRA SPERANZA
CANTO DI INIZIO
INVITO ALLA PREGHIERA
C Nel nome del Padre... T Amen.
C Venite, ascoltate quanti prodigi
il Signore ha fatto per noi.
T Dio ha fatto risorgere Cristo dai morti, alleluia,
perché in Cristo sia la nostra fede
e la nostra speranza, alleluia.
C Popoli tutti della terra, benedite il nostro Dio
che ha fatto risorgere Gesù e lo ha reso Signore della vita.
T Il suo nome sia benedetto nei secoli.
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PROCLAMAZIONE DELLA GIOIA PASQUALE (Sai 117)
C Esultiamo nel Signore,
proclamiamo i giorni del Risorto, riconfermiamo la fede in lui.
T Fedeli del Signore, cantate: eterno è il suo amore per noi.
I L Nella mia sventura ho gridato al Signore:
egli mi ha risposto e messo al sicuro.
Il Signore è con me, non ho paura:
chi può farmi del male?
Il Signore è con me, mi dà forza:
vedrò la sconfitta dei miei nemici.
2 L È meglio rifugiarsi nel Signore
che contare sull'uomo.
È meglio rifugiarsi nel Signore
che contare su gente influente.
T Un grido di gioia e di vittoria
riempie le tende dei fedeli:
La mano del Signore ha trionfato,
la mano del Signore si è alzata,
la mano del Signore ha trionfato!
1 L Son sfuggito alla morte: ora vivrò
e racconterò quel che il Signore ha fatto.
Il Signore mi ha colpito duramente,
ma non mi ha lasciato morire.
Spalancatemi le porte
che si aprono ai salvati!
Entrerò per lodare il Signore.
2 L Ecco la porta che conduce al Signore:
vi entrino quelli che lui ha salvato!
I L Ti ringrazio, Signore: mi hai esaudito,
sei venuto in mio soccorso.
T La pietra rifiutata dai costruttori è diventata la pietra principale. Questo è opera del Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi!
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Questo è il giorno che il Signore ha fatto: facciamo festa e cantiamo di gioia! Ti preghiamo, Signore: aiutaci!
Donaci, Signore, la vittoria!
2 L Benedetto colui che viene
nel nome del Signore.
E noi, dal suo tempio, vi benediciamo!
Dio, il Signore, ci illumina.
Danzate e stringetevi in cerchio
fino ai lati dell'altare.
1 L Sei tu il mio Dio, voglio lodarti! Mio Dio, voglio celebrarti!
T Lodate il Signore: egli è buono: eterno è il suo amore per noi.
Secondo schema: LA NOSTRA FEDE NEL RISORTO
PROCLAMAZIONE DELLA GIOIA PASQUALE
(cf Rm 8,28-39; 10,9-12)
C La nostra speranza si fa contemplazione e silenzio. Se Dio è con noi, nulla potrà essere contro di noi.
T O Cristo, tu sei la nostra speranza!
1 L Noi siamo sicuri:
Dio fa tendere ogni cosa
al bene di quelli che lo amano,
perché li ha chiamati
in base al suo progetto di salvezza.
2 L Da sempre Dio li ha conosciuti e amati, e da sempre li ha destinati
ad essere simili al Figlio suo.
T O Dio, tu ci hai chiamati dall'eternità!
1 L Che oseremo dunque dire?
Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Dio non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi.
2 L E chi potrà mai accusare quelli che Dio ha scelti?
216
Nessuno, perché Cristo è morto,
anzi, risuscitato,
e ora si trova accanto a Dio,
dove sostiene la nostra causa.
T O Cristo, nulla ci separerà dal tuo amore di salvezza!
1 L Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse il dolore o l'angoscia? La persecuzione o la fame o la miseria? I pericoli o la morte violenta?
In tutte queste cose
noi otteniamo la più completa vittoria, grazie a colui che ci ha amati.
2 L Né morte né vita,
né il presente né l'avvenire,
né le forze del cielo né le forze della terra,
niente e nessuno ci potrà strappare
da quell'amore che Dio ci ha rivelato
in Cristo Gesù nostro Signore.
T O Dio, noi crediamo in te!
1 L Se dunque nel tuo cuore credi che Dio ha risuscitato Gesù dai morti
e con la tua vece dichiari che Gesù è il Signore, sarai salvato.
2 L Chi crede veramente, Dio lo accoglie. Non vi è perciò differenza fra chi è Ebreo e chi non lo è, perché il Signore è lo stesso per tutti, immensamente generoso
verso tutti quelli che lo invocano.
T Gloria al Padre che è nei cieli! Gloria al Figlio che è risorto! Gloria allo Spirito d'amore!
C Preghiamo.
O Padre,
per mezzo del tuo unico Figlio
hai vinto la morte
e ci hai aperto il passaggio alla vita eterna:
concedi a noi
che celebriamo i giorni del Risorto,
di essere rinnovati nel tuo Spirito per rinascere nella luce della tua gloria. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
217
ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
È conveniente che la guida enunci brevemente il tema. Dopo la lettura biblica, il celebrante ne fa un breve commento, seguito da una pausa di silenzio e un canto o salmo di meditazione.
Si elencano varie proposte tematiche a scelta:
1. Convertirsi alla speranza cristiana: Col 3,1-17.
2. Riconoscere l'insopprimibile speranza: Rm 8,18-25.
3. Soffrire e lottare per la speranza dell'uomo: 1 Cor 15,12-28.
4. Accogliere il racconto della risurrezione di Gesù: I Cor 15,1-11.
5. Il coraggio di dire: «Gesù è risorto!»: At 2,32-33.36-41.
6. La risurrezione di Gesù rigenera l'uomo e il mondo: Col 2,2-8.20-23.
7. La risurrezione introduce a una festa senza fine: Ef 4,17-24.30.
8. La festa ci rende capaci di sopportare il dolore: 2 Cor 4,5-12.16-17.
9. La speranza cristiana va oltre la morte: I Cor 15, 50-55.57.
10. La speranza del compimento della storia: Ap 20,11-12. 14; 21,1-5.
218
PREGHIERA LITANICA
C Celebriamo i giorni della vittoria e invochiamo il nome del Signore.
Il Cristo risorto sia la nostra speranza per sempre.
T Noi ti invochiamo, Signore!
G — Perché ti riconosciamo risorto e vincitore del peccato.
— Perché possiamo essere segni e portatori della tua grazia.
— Perché vogliamo fare la volontà del Padre tuo.
— Perché riconosciamo il tuo regno già nei nostri cuori.
— Perché desideriamo suscitare speranze in coloro che sono oppressi.
— Perché crediamo nella vita oltre la morte.
— Perché camminiamo con ogni fratello che ha bisogno di incontrare il tuo volto.
— Perché accogliamo l'invito ad essere tuoi testimoni.
— Perché siamo nel mondo, ma non del mondo.
— Perché rimani sempre con noi.
Oppure
C O Dio nostro Padre,
e Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
tu lo hai risuscitato da morte.
T Noi lo crediamo: egli è risorto!
Con la sua morte ha sconfitto la morte
e con la sua risurrezione è rinata la speranza.
C In Cristo risorto ha trionfato
il tuo amore incrollabile per le sorti dell'uomo,
che con forza e vigore sempre riprende
la lotta per vincere il male,
il peccato, la morte.
T Noi lo crediamo: egli è risorto, e per sempre!
Qualcosa che non avrà fine ha avuto inizio,
e noi oggi ne siamo partecipi.
C Egli è risorto
e il mondo nuovo avanza nascosto
in mezzo a tanta fatica dell'uomo.
T Noi lo crediamo: egli è risorto!
È l'inizio di quel che sarà
alla fine dei tempi per noi e per tutti,
per la storia e per l'intera creazione.
C Noi lo crediamo: non ci saranno più lacrime né pianto
ma festa della vittoria
contro le forze di morte.
T Noi lo crediamo: egli è risorto!
E invita noi tutti
a lasciarci permeare dalla luce
per essere creature nuove
e insieme lottare per il mondo nuovo.
219
Si conclude con il Padre nostro, e l'orazione colletta della domenica di cui si celebra l'ufficio vigiliare.
BENEDIZIONE CANTO FINALE
3.6.3. PREPARAZIONE ALLA SOLENNITÀ DI PENTECOSTE
Le nostre comunità sono «Chiesa». Non nascono da volontà di uomo, ma da Dio (cf Cost. 85). Senza l'azione dello Spirito saranno un aggregato in cui ognuno va per la sua strada, uno stare insieme determinato dalla coincidenza di interessi, mai coesistenza pacifica (cf Cost. 25, 49 e 50).
Solo nello Spirito potremo realizzare la nostra identità di essere comunità di culto, perché unicamente in lui la preghiera è viva e non parola vuota e morta. Lo Spirito di Dio manterrà le nostre comunità aperte allo slancio apostolico e al servizio dei poveri, piene di vita, ricche di autenticità, capaci di rinnovamento continuo, fedeli a Cristo, alla Chiesa, a Don Bosco.
La Pentecoste è il momento per approfondire il nostro rapporto con lo Spirito Santo, di verificare il nostro inserimento nella Chiesa, la nostra disponibilità al servizio ecclesiale, di incontrarlo con maggior costanza e fiducia perché ci ricolmi dei suoi doni.
La solennità di Pentecoste chiude il ciclo pasquale. È un momento di alta qualità spirituale che conferma la nostra dignità di battezzati e consacrati nel servizio dei giovani. Presentiamo uno schema di novena e alcune celebrazioni vigiliari come proposta di preghiera. Tali iniziative possono accompagnarsi con gesti rituali simbolici, ad esempio: riti lucernari sul fuoco, momenti di preghiera spontanea, di silenzio e di canto.
È un'occasione privilegiata per raccogliere attorno alla comunità giovani e altri appartenenti alla Famiglia Salesiana e testimoniare il rinnovamento operato in noi dallo Spirito Santo.
220
Novena di Pentecoste
Questa celebrazione, centrata sull'ascolto della Parola, vuol essere come un cammino comunitario verso la festa di Pentecoste. Può anche risolversi in un triduo che si conclude con la veglia oppure in una celebrazione introduttiva.
CANTO DI INIZIO
SALUTO DEL CELEBRANTE
C La grazia del Signore nostro Gesù Cristo,
l'amore di Dio Padre
e la comunione dello Spirito Santo
sia con tutti voi.
T E con il tuo spirito.
C Preghiamo.
O Dio, che nella Pentecoste
hai dato prodigiosamente inizio alla tua Chiesa:
effondi il tuo Spirito nei nostri cuori,
e rinnovati nel tuo amore
vivremo nella verità e nell'amore.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
Dopo la prima lettura si recita o si canta un salmo di meditazione in forma responsoriale o a cori alterni. Si può anche cantare il «Veni Sancte Spiritus» o qualche strofa del «Veni Creator" Spiritus».
Dopo la seconda lettura è opportuno che il celebrante tenga una breve omelia seguita da una pausa di silenzio.
Primo giorno: LO SPIRITO CREATORE PRIMA LETTURA: Gn 1,1-2; 2,5-9
G È lo Spirito la fonte della vita. Noi la riceviamo come dono d'amore. La potenza dell'amore di Dio opera per noi le meraviglie della creazione e si manifesta soprattutto nella vita dell'uomo.
221
SECONDA LETTURA: Lc 1,26-37
G È ancora lo Spirito che compie la nuova creazione e ci dona in Maria Gesù, il Salvatore. Nella prima creazione lo Spirito opera tutto dal nulla; nella nuova creazione egli suscita in Maria e in noi l'umile risposta di accettazione.
Secondo giorno: LO SPIRITO DI CRISTO PRIMA LETTURA: Rm 8,9-11
G È lo Spirito di Dio che guida il Messia nella sua missione di salvezza, lo dirige nel suo cammino tra gli uomini e opera i segni prodigiosi.
SECONDA LETTURA: Gv 1,29-34
G Il Messia è 1'«Unto» di Spirito Santo. Egli salva comunicando il dono dello Spirito: il dono gratuito dell'Amore. Soltanto chi possiede lo Spirito di Cristo «appartiene a lui», è salvato: liberato dalla morte e destinato alla risurrezione.
Terzo giorno: LO SPIRITO DI FIGLI PRIMA LETTURA: Gal 4,1-7
G Lo Spirito ci introduce nella famiglia di Dio. Soltanto lui può appagare, in modo straordinario, la nostra sete di Dio, renderci vicino e amico il volto di Dio, donarci la sicurezza di una vita amata da un Amore eterno; aprirci il cuore alla preghiera.
SECONDA LETTURA: Mt 6,9-15
G Nello Spirito noi siamo «figli»: la nostra vita è sottratta al fluire distruttore del tempo e inserita in Dio. La nuova dignità, che lo Spirito ci dona, sopravanza ogni desiderio umano di grandezza e di realizzazione e ci introduce alla gioia dell'Amore.
222
Quarto giorno: LO SPIRITO DI RISURREZIONE PRIMA LETTURA: Rm 8,18-23
G La nostra vita corre alla morte. E non siamo capaci di fermarla, travolti dal male, dal peccato, dall'egoismo. È lo Spirito, dono del Risorto, la fonte in noi di una vita di risurrezione.
SECONDA LETTURA: Lc 24,36-49
G Lo Spirito ci riconcilia con il Padre e i fratelli, rinnovando la nostra esistenza. È lui il pegno certo per noi e per tutto il creato della liberazione finale.
Quinto giorno: LO SPIRITO DI VERITÀ PRIMA LETTURA: 1 Gv 1,5-10; 2,1-2
G Abbiamo bisogno di verità per vivere, di sapere da dove veniamo e dove andiamo. Col peccato la soffochiamo. Il peccato è cecità, è menzogna. Il Cristo è la verità: ci manifesta l'amore di Dio e ci rivela il nostro peccato.
SECONDA LETTURA: Gv 14,15-17; 16,12-15
G Lo Spirito continua e compie l'opera del Messia: ci introduce nella «Verità», ci aiuta a penetrare e a vivere la parola di Cristo, contesta continuamente le nostre complicità col male e ci dona la forza di essere suoi testimoni.
Sesto giorno: LO SPIRITO DI TESTIMONIANZA PRIMA LETTURA: At 5,26-33
G Lo Spirito, che opera in noi la salvezza, suscita il bisogno di parlare, di annunciare agli altri il dono ricevuto. La missione non è frutto del nostro impegno, ma dono gratuito dello Spirito.
223
SECONDA LETTURA: Gv 15,26-16,4
G Lo Spirito dona fedeltà alla nostra adesione a Cristo, anche nelle tribolazioni e nel dolore. È lui la «parola al
nostro labbro», che rende credibile ed efficace il nostro apostolato. È lui la guida della Chiesa, la garanzia del suo cammino faticoso e costante nella verità.
Settimo giorno: LO SPIRITO DI SANTITÀ PRIMA LETTURA: Gal 5,16-25
G La giustizia e la santità non sono al termine di un faticoso cammino di conquista dell'uomo, ma sono il dono dello Spirito, i «frutti» dello Spirito. È lo Spirito di Gesù che ci aiuta a scoprire e a vivere la nuova legge della Montagna, purificando i nostri cuori e donandoci la sua forza.
SECONDA LETTURA: Mt 5,38-48
G È lo Spirito la fonte della santità nella Chiesa, fonte perenne di giovinezza e di gioia. Nella docilità allo Spirito l'uomo abbandona le opere della carne e sviluppa la sua appartenenza a Cristo crocifisso.
Ottavo giorno: LO SPIRITO DELLA CHIESA PRIMA LETTURA: At 2,1-4.14-24
G Nata nel mistero della Pentecoste, la Chiesa vive e cresce nello Spirito. Egli è lo Spirito creatore, che edifica il corpo di Cristo; è il dono messianico per eccellenza, che fa entrare l'uomo in un nuovo e definitivo rapporto con Dio e lo conforma a Cristo; conserva e alimenta la comunione di salvezza tra gli uomini.
SECONDA LETTURA: Gv 20,19-23
G Lo Spirito è il dono ottenuto e inviato a noi da Gesù Cristo. Ne continua e completa la missione, animando e guidando la Chiesa e il mondo nel cammino verso l'ultimo compimento.
È lui che spinge la Chiesa a svilupparsi, a rinnovarsi, ad aggiornarsi, a capire i tempi, a evangelizzare il mondo; è lui che ne conserva la struttura organica e ne vivifica le istituzioni; è lui che viene comunicato nei sacramenti, per mezzo dei quali santifica il popolo di Dio.
224
Egli è principio di unità e di interiorità; distribuendo alla Chiesa doni e carismi, suscita vocazioni e opere che l'autorità non estingue, ma discerne, giudica e coordina. Per mezzo di lui, la viva voce del Vangelo risuona nella Chiesa e nel mondo.
Nono giorno: LO SPIRITO DI UNITÀ PRIMA LETTURA: I Cor 12,4-11
G Nella molteplicità dei ministeri, nella diversità dei carismi, nella pluralità delle situazioni non è lo sforzo di potere dell'uomo ma la forza d'amore dello Spirito che riunisce nell'unità la Chiesa, dando compimento alla preghiera di Cristo.
SECONDA LETTURA: Gv 17,20-26
G Solo Dio può vincere la forza disgregatrice del male. Lui che è Amore ci ha donato lo Spirito perché fossimo raccolti nell'unità.
PREGHIERA LITANICA
C Con la voce dello Spirito che prega in noi, presentiamo al Padre le nostre intenzioni di preghiera. T Manda il tuo Spirito, o Signore.
G — Sulla Chiesa diffusa su tutta la terra: perché sia rinnovata nell'amore e nella missione, preghiamo.
— Sul mondo, che attende la liberazione dal peccato: perché i cuori degli uomini si aprano al dialogo e all'amore, preghiamo.
— Sui giovani, che aprono gli occhi fiduciosi sulla vita: perché crescano cristiani adulti e testimoni coraggiosi del Vangelo, preghiamo.
— Sulla nostra comunità: perché cresca nell'amore e sia testimone di Dio fra i giovani, preghiamo.
C Abbiamo ricevuto lo Spirito di figli adottivi, che ci fa esclamare:
T Padre nostro...
225
C Preghiamo.
O Dio, nostro Padre,
rinnova con la potenza del tuo Spirito l'universo:
e dona alla tua Chiesa
di crescere come comunità di salvezza e d'amore. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Oppure
PROFESSIONE DI FEDE
C La nostra ferma convinzione
che «dalla presenza attiva dello Spirito attingiamo giorno per giorno l'energia per la nostra fedeltà
e il sostegno della nostra speranza» (Cost. 1), si fa ora impegno di docile fedeltà (cf Cost. 2, 12, 64),
e preghiera di ringraziamento e di supplica.
T Io credo
che il Figlio Gesù Cristo,
compiuta l'opera
che il Padre gli aveva affidato sulla terra,
inviò lo Spirito Santo
per santificare continuamente la sua Chiesa,
e i credenti avessero così per mezzo di lui
accesso al Padre in un solo Spirito.
Credo che per lui il Padre
ridà la vita agli uomini, morti per il peccato,
finché un giorno risusciterà, in Cristo,
i loro corpi mortali.
Credo che lo Spirito dimora nella Chiesa
nei cuori dei fedeli come in un tempio
e in essi prega e rende testimonianza
della loro adozione filiale.
È lui che guida la Chiesa verso la verità tutta intera,
la unifica, nella comunione e nel ministero,
la istruisce e dirige con doni diversi
e la abbellisce con i suoi frutti: l'amore, la gioia, la pace. Credo che, con la forza del Vangelo,
egli fa ringiovanire la Chiesa,
la rinnova continuamente
e la conduce alla perfetta unione con Cristo. Credo che la Chiesa universale è un popolo adunato nell'unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
226
C Preghiamo.
O Dio, nostro Padre,
che hai compiuto l'opera del tuo Figlio
con il dono dello Spirito,
confermaci nella fede,
sostieni la nostra speranza,
infiammaci del tuo amore.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
T Amen.
BENEDIZIONE CANTO FINALE
Primo schema per la veglia di Pentecoste: LO SPIRITO NELLA STORIA DELL'UOMO E DELLA CHIESA
La celebrazione consta di dialoghi con solisti, momenti corali di invocazione, temi per l'ascolto della Parola e un'orazione conclusiva.
C Nel nome del Padre...
T Amen.
C Signore, apri le nostre labbra.
T E infondi su di noi il tuo Spirito.
INVITO ALLA LODE (cf Rm 16,25-27; Ef 1,3.14)
C Lodiamo Dio:
egli può fortificarci nella fede secondo la promessa di Cristo Gesù.
Egli ci ha rivelato quel progetto segreto che per lunghissimo tempo Dio aveva tenuto nascosto.
227
T Ora per volontà di Dio questo mistero è stato rivelato
e la Chiesa, illuminata dallo Spirito, Io fa conoscere a tutti i popoli perché tutti giungano a fare parte del regno di salvezza promesso da Dio.
C Benedetto sia Dio,
Padre di Gesù Cristo nostro Signore. Egli ci ha uniti a Cristo per sempre
e ci ha dato tutte le benedizioni dello Spirito. T E lo Spirito è garanzia
della nostra futura eredità:
di quella piena liberazione che Dio ci darà, perché possiamo lodare la sua grandezza.
INVOCAZIONE DIALOGATA
C Spirito di Dio, grande e misericordioso,
dalla notte dei tempi cammini a fianco dell'uomo:
noi vogliamo confessare ora
questa tua presenza misteriosa
nella storia dell'umanità, della Chiesa e di ogni uomo.
I L Tu sei all'inizio dei tempi,
e della vita dell'uomo e di ogni creatura:
tu sei il soffio di Dio,
creatore e Padre di ogni vivente.
T Noi viviamo in te, Spirito della vita:
rendici consapevoli del fondamento ultimo
dell'esistenza e di questo vagare
dell'uomo e dell'universo nel tempo e nello spazio.
2 L Tu sei vicino all'uomo dall'inizio dei tempi,
quando muove i primi passi verso la civiltà,
quando crea famiglie e città,
e si interroga sul suo peregrinare nel tempo.
A ogni uomo e a ogni cultura
tu hai offerto il tuo aiuto perché fosse capace
di animare la natura, l'amore e la morte.
T Noi ti riconosciamo, Spirito che cammini con l'uomo:
tutto è stato fatto alla tua presenza,
con la tua forza e il tuo amore.
228
I popoli tutti della terra, animati dal tuo amore, hanno provato, con fatica e coraggio, a dare vita alla loro vita
e a cercare Dio nascosto nell'universo.
1 L Tu sei nel cuore di ogni credente lungo la storia,
nel cuore di chi vive in mezzo alle cose
ma, insoddisfatto, cerca un varco
per andare al di là delle cose,
verso il Dio misterioso, creatore e presenza.
Tu sei l'anima di ogni religione, di ogni credo,
di ogni volto di Dio che l'uomo ha cercato pregando.
T Noi ti riconosciamo, Spirito di ogni fede e religione:
tu hai ispirato il loro cuore e la loro mente
a cercare un Dio dentro e dopo le cose,
dentro e dopo la vita.
Anche oggi tu sei l'anima di ogni credo e religione
e di ogni fedele che invoca.
2 L Tu sei il grido di Israele nel tempo,
la sua voce profetica
che ha sperimentato un'immensa vicinanza di Dio.
Nella sua storia, nei suoi libri, nei suoi canti
sei tu che agisci, o Spirito di Dio.
Tu lo hai guidato nei secoli, alimentando la speranza
di un Messia e salvatore per tutta la terra.
T Noi ti riconosciamo, Spirito dei profeti d'Israele,
custode della grande speranza dell'umanità.
Tu hai sempre sperato in questo popolo
e la tua presenza ha fatto crescere in Israele giganteschi esempi di fede e speranza.
1 L Tu sei il cuore dell'uomo Gesù, pieno della vita di Dio: nella speranza che viene da te
egli annunzia il regno di Dio.
Nel tuo amore egli ama ogni uomo, si fa vicino ai peccatori e ai bambini per proclamare la dignità divina di ogni esistenza. Nella tua fede egli ha chiamato a sé uomini e donne perché custodiscano la grande promessa del regno di Dio.
229
T Noi ti riconosciamo Spirito di Gesù di Nazaret,
insondabile mistero che ha riempito e scaldato la vita e il cuore di un uomo
fino a farlo vivere ed essere Figlio di Dio. In lui ti sei fatto vicino per sempre a ogni uomo, chiamandolo a essere figlio di Dio e del suo regno che è e che viene.
2 L Tu sei l'anima della Chiesa, Spirito Santo,
nata nel giorno della tua Pentecoste.
Tu sei l'anima della Chiesa, colui che dà vita
al suo mistero fatto di cose e persone,
luogo dell'intima comunione con Dio,
segno di speranza innalzato sulla terra.
Noi ti crediamo presente in questa Chiesa,
nonostante la sua miseria e la sua meschinità.
T Noi ti riconosciamo, Spirito Santo,
anima e cuore della tua Chiesa;
tu arricchisci dei tuoi doni ogni credente
lo fai testimone del regno di Dio. Tu sei l'anima della Chiesa, di questa Chiesa in cui noi crediamo e viviamo,
che ci aiuta ad assumerci
le nostre responsabilità per il bene di tutti.
1 L Tu sei l'anima del mondo, Spirito Santo,
per trasformarlo nel regno di Dio.
E la tua presenza che rende capace ogni uomo,
anche chi a parole non crede al regno di Dio,
di lottare per un mondo più giusto,
di costruire un mondo più fraterno,
di assicurare un mondo di pace.
T Noi ti riconosciamo, Spirito del regno di Dio,
vicino ad ogni uomo su questa terra:
tu esorti a credere
e ad appassionarsi alla vita e al futuro,
a non arrenderci anche dove sembrerebbe sensato
non attendere piu nulla dal futuro.
Tu, Spirito del regno, sei l'anima del mondo,
di ogni speranza e di ogni desiderio di pace.
CANTO
Sequenza del Veni, Creator Spiritus o del Veni, Sancte Spiritus, o altro canto appropriato.
230
ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
È conveniente che la guida enunci brevemente il tema. Dopo la lettura biblica, il celebrante ne fa un breve commento, seguito da una pausa di silenzio e un canto o salmo di
meditazione.
Si elencano varie proposte tematiche a scelta:
1. La Chiesa e la causa del regno di Dio: At 2,1-8.14.22-24.
2. La struttura della Chiesa al servizio della comunione: At 2,36-38.4147.
3. La Chiesa come «serva dell'umanità»: At 3,1-10.
4. Il servizio della Chiesa all'uomo: la salvezza: At 9,36-42.
5. La Chiesa serve l'uomo con l'annuncio del Vangelo: At 14,22-24.28-34.
6. La Chiesa, comunità di condivisione tra i cristiani: I Cor 12,12-28.
7. La Chiesa, comunità di credenti nella stessa fede: Gc 2,14-20.
8. La Chiesa, comunità in cui vive la profezia: At 2,14. 16-18.22.32-33.
9. La Chiesa, comunità in cui tutti sono sacerdoti: Rm 12,1-2.6-8.
10. La Chiesa, comunità ricca di molte vocazioni: 1 Cor 12,1-11.
PREGHIERA DI INVOCAZIONE
C Signore, invochiamo la tua luce.
Anche se nubi nere oscurano l'orizzonte,
il tuo Spirito guida i nostri cuori
sulla via dell'amore.
Ti invochiamo, o Spirito Santo,
rendici costanti nella carità
e fedeli dispensatori dei tuoi doni.
(3 Vieni in mezzo a noi, Spirito di Dio, illumina le nostre menti
e apri i cuori
per fare spazio nella nostra vita
alla venuta del tuo regno.
231
del tuo amore e della tua fede la nostra esistenza,
e trasformaci in creature nuove a servizio del regno.
G Vieni in mezzo a noi, Spirito del Cristo risorto, illumina le nostre menti
e apri i nostri cuori
per fare spazio nella nostra vita
alla tua Chiesa.
T Donaci intelligenza e cuore
perché viviamo nella tua Chiesa,
nell'amore e nella preghiera,
per essere tutti un segno della speranza
che silenziosamente produce nel mondo
il tuo regno di giustizia, di amore e di pace.
C Preghiamo.
O Padre onnipotente,
munifico dispensatore dei doni del tuo Spirito,
che in Cristo Gesù ci hai segnati con il fuoco dell'amore,
aiutaci ad essere coraggiosi testimoni
del tuo progetto di salvezza
e capaci di contemplare nella vita
la presenza ineffabile
della tua volontà di salvezza per tutti gli uomini.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
T Amen.
BENEDIZIONE CANTO FINALE
Secondo schema: LA GRANDE PROMESSA DI GESÙ: LO SPIRITO DI VERITÀ
Questo schema s'incentra sulla preghiera sacerdotale di Gesù. Ai brani scritturistici si alterna una partecipazione corale.
232
CANTO DI INIZIO
C Signore, apri le nostre labbra.
T E invocheremo il tuo Spirito di consolazione e di pace.
G Mettiamoci in atteggiamento di ascolto e di umile disponibilità. Chiediamoci: Perché siamo venuti a pregare? Risponde il Vangelo, dandoci il senso e il motivo di questa nostra preghiera.
C Dal vangelo secondo Giovanni (14,15-19).
Nell'ultima cena Gesù disse: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché dimora presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo voi vivrete».
G Diciamo con fede: Gesù, prega il Padre
donaci il Consolatore!
T Gesù, prega il Padre
donaci il Consolatore!
1 L Gesù, togli dal nostro cuore
lo spirito del mondo,
per ricevere lo Spirito di verità!
T Gesù, togli dal nostro cuore
lo spirito del mondo,
per ricevere lo Spirito di verità!
I L Gesù, cambia la nostra vita
affinché ti conosciamo e ti vediamo guidati dallo Spirito dell'amore!
T Gesù, cambia la nostra vita affinché ti conosciamo e ti vediamo guidati dallo Spirito dell'amore!
G Invochiamo lo Spirito Santo.
Invochiamolo affinché insegni a noi le cose di Dio. Invochiamolo per divenire festa del suo amore.
233
CANTO DI INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO
G Lo Spirito è su di noi poiché Gesù, nell'addio ultimo ai discepoli, pregò il Padre per coloro che erano nel mon
do lievito e luce, ma non erano del mondo. Ascoltiamo la parola del Signore.
C Dal vangelo secondo Giovanni (14,25-31).
Gesù parla così: «Queste cose vi ho detto quando ero tra voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me.
Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.
Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe di questo mondo; egli non ha nessun potere su di me, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato».
G Rendiamo preghiera la parola di Gesù:
Gesù, donaci lo Spirito Santo
per capire la tua vita!
T Gesù, donaci lo Spirito Santo
per capire la tua vita!
2 L Gesù, donaci la pace vera, la pace del cuore, la pace che il mondo non può dare.
T Gesù, donaci la pace vera, la pace del cuore, la pace che il mondo non può dare.
2 L Gesù, donaci lo Spirito Santo
perché comprendiamo che tu ami il Padre
e fai la sua volontà.
T Gesù, donaci lo Spirito Santo
perché comprendiamo che tu ami il Padre
e fai la sua volontà.
2 L Invochiamo lo Spirito Santo col canto.
T Vieni, vieni, Spirito d'amore,
a insegnare le cose di Dio.
Vieni, vieni, Spirito di pace,
a suggerire le cose che ha detto a noi.
234
G Mettiamoci in umile silenzio di adorazione. Solo nel silenzio nasce la vera preghiera.
(Pausa di silenzio e canto).
CANTO
C Dal vangelo secondo Giovanni (15,18-19.26-27; 16,7). Dice Gesù: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo: poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia. Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio. Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò».
G Preghiamo.
Signore, donaci il Consolatore
perché nelle prove e nelle persecuzioni
sentiamo la tua fedeltà.
T Signore, donaci il Consolatore
perché nelle prove e nelle persecuzioni
sentiamo la tua fedeltà.
3 L Signore, quando il mondo ci odia aiutaci a restare nella carità, per vivere nello Spirito Santo.
T Signore, quando il mondo ci odia aiutaci a restare nella carità, per vivere nello Spirito Santo.
3 L Signore, compi in noi la tua promessa, donaci lo Spirito Santo!
T Signore, compi in noi la tua promessa, donaci lo Spirito Santo!
3 L Invochiamo lo Spirito Santo col canto.
T Vieni, vieni, Spirito d'amore,
a insegnare le cose di Dio.
Vieni, vieni, Spirito di pace,
a suggerire le cose che ha detto a noi.
235
C Fratelli carissimi,
preghiamo il Padre che ci doni
per mezzo di Cristo
il suo Santo Spirito,
e diciamo:
Padre, donaci il tuo Spirito di amore.
T Padre, donaci il tuo Spirito di amore.
G — Per la Chiesa del Dio vivo: perché, rinnovata continuamente dallo Spirito Santo, infiammi del suo amore il mondo intero, preghiamo.
— Per tutte le iniziative che promuovono la pace e la concordia fra i popoli: perché trovino in tutti una risposta generosa, preghiamo.
— Per quanti sono oppressi da angustie e difficoltà: perché siano sostenuti dal conforto dello Spirito consolatore, preghiamo.
— Per noi qui riuniti nel nome del Signore: perché si rinnovi nella nostra vita la grazia del Battesimo e della Cresima, preghiamo.
C Ascolta, o Dio, la tua Chiesa
unita in concorde preghiera in questa santa veglia
a compimento della Pasqua perenne;
scenda sempre su di essa il tuo Spirito,
perché illumini la mente dei fedeli
e tutti i rinati nel Battesimo
siano nel mondo testimoni e profeti.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
G Nello Spirito il Signore compie in noi le sue meraviglie. Con Maria esaltiamo e invochiamo il suo nome.
CANTICO DELLA VERGINE MARIA.
C Preghiamo.
Infiammaci del tuo Spirito, o Signore,
per essere eredi del tuo amore,
e per lodare attraverso la lingua dei popoli
le tue meraviglie.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
T Amen.
BENEDIZIONE CANTO FINALE
236
Terzo schema:
CON MARIA IN ATTESA DELLO SPIRITO
È un rivivere il giorno della Pentecoste nell'attesa, nell'evento e nelle conseguenze per i tempi ultimi della storia. Si articola in tre momenti con brani biblici.
CANTO DI INIZIO
SALUTO DEL CELEBRANTE
C Nel nome del Padre...
T Amen.
C La grazia del Signore nostro Gesù Cristo,
l'amore di Dio Padre
e la comunione dello Spirito Santo
sia con tutti voi.
T E con il tuo spirito.
G Siamo radunati come Maria e gli apostoli per prepararci ad accogliere lo Spirito Santo. Restiamo uniti nella preghiera e apriamo i nostri cuori alla sua luce.
C O Dio nostro Padre, rendi i nostri cuori aperti e disponibili alla tua parola di verità,
perché con la tua grazia
possiamo rinnovare la nostra vita.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Primo momento: L'ATTESA DELLO SPIRITO
G Quando gli uomini vogliono «costruire la città» senza Dio e pensano di diventare un popolo unito contro di lui, ottengono soltanto divisione e incomunicabilità.
1 L «Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra». Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo (Gn 11,4-5).
237
G Fra tutti i popoli della terra Dio ne sceglie uno per ritessere una comunione d'amore e farne un popolo unito a lui.
2 L Ed ecco al terzo giorno, sul far del mattino, vi furono tuoni, lampi, una nube densa sul monte e un suono fortissimo di tromba: tutto il popolo che era nell'accampamento fu scosso da tremore. Allora Mosè fece uscire il popolo dall'accampamento incontro a Dio. Essi stettero in piedi alle falde del monte.
Il monte Sinai era tutto fumante, perché su di esso era sceso il Signore nel fuoco e il suo fumo saliva come il fumo di una fornace: tutto il monte tremava molto. Il suono della tromba diventava sempre più intenso: Mosè parlava e Dio gli rispondeva con voce di tuono (Es 19,16-19).
G Quando il popolo è infedele all'alleanza, muore come popolo e ritorna in schiavitù. Solo lo Spirito di Dio può ridargli la vita e la libertà.
3 L «Dio mi disse: Figlio dell'uomo, queste ossa sono tutta • la gente d'Israele. Ecco, essi vanno dicendo: Le nostre ossa sono inaridite, la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti. Perciò profetizza e annunzia loro: Dice il Signore Dio: Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nel paese d'Israele. Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi risusciterò dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio Spirito e rivivrete; vi farò riposare nel vostro paese; saprete che io sono il Signore. L'ho detto e lo farò» (Ez 37,11-14).
G Ogni uomo di qualunque età e condizione, ogni popolo di qualunque razza e cultura è chiamato ad accogliere il dono dello Spirito per formare una umanità nuova unita dall'amore al di là di ogni divisione.
238
SALMO DI MEDITAZIONE (dal Sai 32) Rit. Su tutti i popoli regna il Signore.
Il Signore annulla i disegni delle nazioni, rende vani i progetti dei popoli.
Ma il piano del Signore sussiste per sempre, i pensieri del suo cuore per tutte le generazioni. Rit.
Beata la nazione il cui Dio è il Signore, il popolo che si è scelto come erede. Il Signore guarda dal cielo, egli vede tutti gli uomini. Rit.
Dal luogo della sua dimora
scruta tutti gli abitanti della terra, lui che, solo, ha plasmato il loro cuore
comprende tutte le loro opere. Rit.
Secondo momento: LA VENUTA DELLO SPIRITO I L Dagli Atti degli Apostoli: At 2,1-11.
PREGHIERA DI INVOCAZIONE
2 L O Dio dell'alleanza antica e nuova,
che ti sei rivelato nel fuoco della santa montagna
e nella Pentecoste del tuo Spirito,
fa' un rogo dei nostri orgogli,
e distruggi gli odi e le armi di morte;
accendi in noi la fiamma della tua carità,
perché il nuovo Israele radunato da tutti i popoli
accolga con gioia la legge eterna del tuo amore.
T Tu sei il Dio della promessa
e dimori nei nostri cuori.
3 L O Padre, che nel mistero della Pentecoste
santifichi la tua Chiesa in ogni popolo e nazione,
diffondi sino ai confini della terra
i doni dello Spirito Santo
e continua oggi nei credenti e nella nostra comunità
i prodigi che hai operato
agli inizi della predicazione del Vangelo.
T Tu sei il provvidente Signore della storia
e ispiri pensieri di pace.
I L Dio onnipotente ed eterno,
che hai racchiuso la celebrazione della Pasqua nel tempo sacro dei cinquanta giorni, rinnova il prodigio della Pentecoste;
fa' che i popoli dispersi si raccolgano insieme
le diverse lingue si uniscano a proclamare la gloria del tuo nome.
239
T Tu sei il Creatore del mondo
e raccogli ogni saggio nella tua grazia.
2 L Scenda su di noi, o Padre, il tuo Santo Spirito,
perché tutti gli uomini
cerchino sempre l'unità nell'armonia
e, abbattuti gli orgogli di razza e di cultura,
la terra diventi una sola famiglia,
e ogni lingua proclami che Gesù è il Signore.
T Tu ci hai chiamati dall'eternità
fai di noi i testimoni della tua salvezza.
Terzo momento: I FRUTTI DELLO SPIRITO
3 L Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Galati: Gal 5,16-25. Breve commento del celebrante oppure pausa di silenzio.
G Con Maria cantiamo le meraviglie operate dal Signore in noi.
CANTICO DELLA VERGINE MARIA ACCLAMAZIONI DI RINGRAZIAMENTO
Preferibilmente spontanee o secondo la traccia suggerita. Ci si unisce coralmente con un'acclamazione, che può essere cantata.
G — Per il dono della creazione e della vita.
— Per la promessa di salvezza.
— Per la tua indulgente provvidenza.
— Per l'incarnazione del Verbo.
— Per l'effusione del tuo Spirito di sapienza e verità.
— Per la testimonianza dei profeti, degli apostoli e dei santi.
— Per Maria, nostra Madre e aiuto dei cristiani.
— Per la Chiesa, per il Papa, i vescovi e i sacerdoti.
— Per i coraggiosi testimoni del Vangelo.
— Per averci consacrati nel Battesimo e nella professione religiosa.
— Per essere dispensatore della tua grazia tra i giovani più poveri.
— Per averci atteso già dall'eternità nel tuo regno.
240
C Ti rendiamo grazie, o Padre onnipotente,
benediciamo il tuo nome santo. Tutto hai fatto con amore,
nel tuo Spirito ogni cosa loda con magnificenza la tua gloria. Accogli la nostra preghiera, non dimenticare noi, tuoi servi, che in te speriamo,
perché con Maria, i santi
tutti i giovani incontrati nella vita possiamo raggiungerti in Paradiso. Per Cristo Gesù e nostro Signore. T Amen.
BENEDIZIONE
Può essere la benedizione solenne di Pentecoste (dal Messale Romano).
C Nello Spirito del Signore andate in pace. T Rendiamo grazie a Dio.
CANTO FINALE (mariano)
Quarto schema: DALLE TENEBRE ALLA VERA LUCE
È connesso a un rito lucernario e si propone come celebrazione della parola e meditazione. Si offre una traccia schematica per suggerire solo momenti di preghiera spontanea.
Primo momento: DISPERSI NELLE TENEBRE E NEL RIFIUTO DI DIO
AMMONIZIONE DEL CELEBRANTE
LETTURA DA AUTORI CONTEMPORANEI E PADRI DELLA CHIESA ACCLAMAZIONI PENITENZIALI
241
Secondo momento: LO SPIRITO NUOVO VIENE DA DIO
AMMONIZIONE DEL CELEBRANTE
LETTURA: Ez 37,1-14 (le ossa aride)
CANTO DI MEDITAZIONE (con accensione del cero pasquale)
LETTURA: Col 3,1-5 (lo Spirito nuovo)
SALMO ALLELUIATICO
Terzo momento: MANDATI NELLO SPIRITO A PROCLAMARE LE LINGUE DEI POPOLI
AMMONIZIONE DEL CELEBRANTE
LETTURA: At 2,1-10 (la discesa dello Spirito) CANTO SULLA MISSIONE (con la consegna della luce)
Il presidente accende il suo lume dal cero pasquale e tutti i presenti, processionalmente, si recano dal celebrante a pren
dere la luce.
INTERCESSIONI DI RINGRAZIAMENTO (libere, con acclamazione corale)
PADRE NOSTRO (tutti insieme)
PREGHIERA CONCLUSIVA DEL CELEBRANTE (colletta di Pentecoste)
BENEDIZIONE E CONGEDO CANTO FINALE
3.7. IL TEMPO ORDINARIO
3.7.1. IL TEMPO DELL'UOMO
PER CRESCERE NELL'ESPERIENZA DI DIO
Viviamo II nostro tempo in Dio
242
Oltre ai tempi che hanno un carattere proprio, nel corso dell'anno ci sono le trentaquattro settimane in cui, se non si ce
lebra nessun aspetto particolare del mistero di Cristo, si ricorda questo mistero stesso nella sua pienezza. Il tempo ordinario trova la sua collocazione in parte tra il tempo di Natale e il tempo di Quaresima (da cinque a nove settimane), in parte dopo il tempo pasquale (le restanti settimane). Anche il tempo ordinario dell'anno liturgico viene vivificato e santificato dal memoriale del mistero pasquale di Cristo. Questo non riceve particolari coloriture, come avviene nei singoli tempi forti, ma anche considerato nella sua globalità acquista ogni giorno uno speciale aspetto, quello determinato dai formulari delle singole celebrazioni liturgiche.
La Chiesa intende così scandagliare con amore la rivelazione del Verbo incarnato per presentarne tutti gli aspetti e renderlo perennemente efficace nel tempo in cui vivono gli uomini. Ciò avviene soprattutto mediante la quotidiana celebrazione dell'Eucaristia e della Liturgia delle Ore. Un posto speciale è riservato alla proclamazione della Parola di Dio. Ad essa fa eco la preghiera umile e fiduciosa. Ma tutto riceve la sua piena attualizzazione nel sacrificio eucaristico, memoriale della Pasqua del Signore.
È per questi motivi che il cristiano impegnato si sforza di vivere liturgicamente il mistero di Cristo ogni giorno, consacrando il suo tempo all'eterno Dio.
Ciò costituisce un dovere imprescindibile per il Salesiano.
Consacrati nel tempo
per essere segni della grazia di Dio
Testimoni privilegiati dell'amore di Dio tra i giovani, i Salesiani santificheranno il tempo nel lavoro apostolico e nella lode a Dio. La liturgia ci consegna, nel rincorrersi dei giorni, il manifesto di Gesù di Nazaret.
Il tempo tra l'anno è inoltre un'occasione per celebrazioni particolari e proprie della tradizione salesiana.
Con rinnovato senso liturgico riprogettiamo la nostra santità personale e comunitaria usufruendo della Parola di Dio offerta ogni giorno dalla liturgia della Chiesa.
Proposta celebrativa
Durante il tempo ordinario la liturgia celebra quattro grandi solennità: SS. Trinità, SS. Corpo e Sangue di Cristo, Sacratissimo Cuore di Gesù, Cristo Re.
243
Si possono organizzare celebrazioni della Parola o inserire testi di preghiera nelle pratiche di pietà ordinarie al fine di sottolineare l'evento che la liturgia propone alla nostra meditazione.
3.7.2. PREGHIERE PER LE VARIE SOLENNITÀ
Presentiamo alcuni testi per la preghiera sia individuale che comunitaria.
SOLENNITÀ DELLA SS. TRINITÀ (prima domenica dopo Pentecoste)
Ogni celebrazione liturgica è orientata al mistero della SS. Trinità. In particolare, una volta all'anno, la Chiesa contempla questo che è uno dei misteri principali della fede cristiana. Tale contemplazione ha lo scopo di introdurre alla comprensione del mistero di Dio Uno e Trino, soprattutto in rapporto all'azione delle tre Persone divine nel piano della salvezza. Il cristiano approfondirà la coscienza della inabitazione della SS. Trinità in lui. L'esperienza vitale che gliene deriva lo induce a modellarsi sulla vita intratrinitaria nelle sue relazioni con i fratelli.
Preghiera alla SS. Trinità
O Trinità infinita,
immagine perfetta di vivente luce: a te sia la nostra lode.
Onnipotente sapienza di pace
che tutto sostieni con amore provvidente: in te s'illumini la nostra mente.
Sorgente della vita che non muore
che ogni uomo elevi alla tua grazia immortale: con te riposi il nostro cuore.
Sede di indulgente santità
che perdoni l'infamia di chi ha peccato: dirigi i nostri passi.
Esistenza di amore senza limiti
che governi l'universo con trepida giustizia:
insegnaci a dare all'amore il volto del perdono.
Fedeltà grande
che ci hai resi figli nell'eterno: fa' di noi strumenti della tua presenza.
Sia gloria a te, o Padre, a cui tutta la creazione fa ritorno. Sia gloria a te, o Cristo, risorto per donare vita. Sia gloria allo Spirito che ci unisce con sincero amore. Amen.
244
SOLENNITÀ DEL SS. CORPO E SANGUE DI CRISTO (Giovedì dopo la solennità della SS. Trinità o domenica successiva)
La solennità vuole essere professione di fede nell'Eucaristia, memoriale della Pasqua del Signore. È uno sviluppo della celebrazione della Messa «nella Cena del Signore» del Giovedì santo.
La ricchezza rituale che l'accompagna permette una proficua meditazione del mistero eucaristico, che contribuisce ad assicurare una costante intonazione eucaristica alla vita spirituale e a costituire sempre più la Chiesa «un solo corpo e un solo spirito» in Cristo. Il Salesiano ricorderà, in particolare, il posto centrale occupato dall'Eucaristia nel sistema educativo di Don Bosco.
Preghiera litanica
T Ti adoriamo, o Cristo, Dio con noi.
G — Questo tuo corpo
fu per i Magi segno di divina umanità.
— Il tuo sangue
è per noi grazia di salvezza.
— Questo tuo corpo
liberò l'emorroissa dalla sua infermità.
— Il tuo sangue
è per noi sorgente di santità.
245
— Questo tuo corpo
liberò la peccatrice dal peccato.
— Il tuo sangue
è per noi fonte della vita.
— Questo tuo corpo
Maria raccolse dolente dalla croce.
— Il tuo sangue
è per noi sacrificio perfetto della nuova alleanza.
— Questo tuo corpo
riconobbe Tommaso nei giorni della gioia.
— Il tuo sangue
è per noi bevanda di risurrezione.
— Questo tuo corpo
videro gli apostoli ascendere glorioso.
— Il tuo sangue
è per noi sigillo di eternità.
C A te, o Cristo, eucaristia dell'umanità, sia gloria nei secoli dei secoli. T Amen.
SOLENNITÀ DEL SACRATISSIMO CUORE DI GESÙ (Venerdì della terza settimana dopo Pentecoste)
Questa solennità presenta il Cuore di Gesù quale segno del suo immenso amore per Dio e per gli uomini. Gesù si attende dagli uomini una degna risposta di amore. Essa si concreta nella riparazione per le offese arrecate al suo Cuore e nell'impegno di una vita spesa al servizio di Dio e dei fratelli in spirito di vera umiltà e mitezza.
Il Salesiano, fedele alla ricca tradizione di famiglia, saprà valorizzare convenientemente la devozione al Sacro Cuore nella sua vita di consacrato-apostolo. Ricorderà, tra l'altro, che «lo spirito salesiano trova il suo modello e la sua sorgente nel cuore stesso di Cristo, apostolo del Padre» (Cost. 11).
Schema celebrativo di adorazione con riferimento al S. Cuore
246
CANTO (con esposizione del Santissimo) MONIZIONE E ORAZIONE (cf Messale)
LETTURE BIBLICHE (cf Lezionario o Liturgia delle Ore) ADORAZIONE PERSONALE (pausa di silenzio) PREGHIERA DI INTERCESSIONE
In alternativa ai testi proposti qui di seguito si può scegliere anche un testo titanico (vedi sotto, Litanie al Sacro Cuore di Gesù).
C O Padre,
che nel Cuore del tuo dilettissimo Figlio ci dai la gioia di celebrare le grandi opere del suo amore per noi, fa' che da questa fonte inesauribile attingiamo l'abbondanza dei tuoi doni. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
G Ripetiamo insieme: Signore, mite e umile di cuore, abbi pietà di noi.
T Signore, mite e umile di cuore, abbi pietà di noi.
1 L Cuore di Gesù,
pieno di misericordia e di amore
nell'accogliere i peccatori,
guarda questo nostro mondo
che attende l'ora della liberazione e del riscatto.
Con cuore contrito e umiliato
chiediamo il tuo perdono:
tu sei l'amore che salva.
Ti preghiamo di riparare le offese
di coloro che tradiscono il tuo amore:
tu dimentichi le iniquità del genere umano.
Ti adoriamo per ritrovare una fede più autentica
e una carità attenta a coloro che hanno bisogno di noi:
tu ci doni il tuo amore.
T Signore, mite e umile di cuore, abbi pietà di noi.
247
2 L Cuore di Gesù,
ardente nell'amore
e vicino alle sorti di ciascuno di noi,
soccorri chi è nel pianto,
aiuta chi non ha più voce di speranza.
Con cuore rinnovato
chiediamo di essere umili e attenti alla tua parola:
tu sei parola che salva.
Donaci un cuore grande
per dare all'amore il volto del perdono
e alla pace i confini dell'orizzonte:
tu sei via, verità e vita.
Infondi in noi la fede
di riconoscerti nell'Eucaristia che celebriamo
per essere eucaristia nella vita di ogni giorno:
tu sei l'Emmanuele.
T Signore, mite e umile di cuore, abbi pietà di noi.
1 L Cuore di Gesù,
trafitto dalla lancia sulla croce
affinché sgorgassero fiumi di vita eterna,
guarda la tua Chiesa
e benedici la tua eredità.
Perdona la nostra indifferenza:
tu conosci l'uomo
e i suoi giorni sono segnati dall'eternità.
Accoglici nelle nozze eterne:
tu sei l'Agnello immolato per la nostra salvezza. Riunisci chi è disperso
e soccorri gli sfiduciati:
tu sei venuto per proclamare il giorno di grazia.
T Signore, mite e umile di cuore, abbi pietà di noi.
2 I Cuore di Gesù,
gioia di risurrezione per ogni uomo che ti desidera,
rinnova il cuore dei credenti.
Ravviva con il sacrifico della croce
chi ha spento ogni desiderio di santità:
tu sei la luce del mondo.
Manda nuovi operai nella tua messe:
tu sei l'eterno e perfetto sacerdote della nuova alleanza.
Infondi il tuo Spirito su tutti noi radunati nel tuo nome:
tu hai scritto i nostri nomi nel cielo.
T Signore, mite e umile di cuore, abbi pietà di noi.
C Confortati dalla carità di Cristo, rivolgiamoci al Padre dicendo insieme:
T Padre nostro...
248
BENEDIZIONE EUCARISTICA
Inno di adorazione, orazione, benedizione, acclamazioni.
CANTO FINALE
Litanie del S. Cuore di Gesù
Signore, pietà Signore, pietà
Cristo, pietà Cristo, pietà
Signore, pietà Signore, pietà
Cristo, ascoltaci Cristo, ascoltaci
Cristo, esaudiscici Cristo, esaudiscici
Padre del cielo, Dio, abbi pietà di noi
Figlio, Redentore del mondo, Dio, abbi pietà di noi
Spirito Santo, Dio, abbi pietà di noi
Santa Trinità, un solo Dio abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, Figlio dell'Eterno Pa
dre, abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, formato dallo Spirito
Santo nel seno della Vergine abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, sostanzialmente unito
al Verbo di Dio abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, pieno di infinita maestà abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, tempio santo di Dio abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, tabernacolo dell'Altis
simo abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, casa di Dio e porta del
cielo abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, segno ardente d'amore abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, fonte di giustizia e di
amore abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, pieno di bontà e di
amore abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, fondamento di tutte le
virtù abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, degno di ogni lode abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, re e centro di tutti i
cuori abbi pietà di noi
249
Cuore di Gesù, in cui sono i tesori della
sapienza e della scienza abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, nel quale abita tutta la
pienezza della divinità abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, in cui il Padre si com
piacque abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, dalla cui ricchezza noi
tutti abbiamo ricevuto abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, Signore dell'universo abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, paziente e misericor
dioso abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, ricco per chi t'invoca abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, fonte di vita e di santità abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, misericordioso verso i
peccatori abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, ricolmo di schemi abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, annientato per le no
stre colpe abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, obbediente fino alla
morte abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, trapassato dalla lancia abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, fonte di ogni consola
zione abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, vita e risurrezione abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, pace e riconciliazione abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, vittima dei peccatori abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, salute di chi spera in te abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, speranza di chi muore
in te abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, delizia di tutti i santi abbi pietà di noi
Agnello di Dio, che togli i peccati del
mondo perdonaci
Agnello di Dio, che togli i peccati del
mondo esaudiscici
Agnello di Dio, che togli i peccati del
mondo abbi pietà di noi
Gesù, mite e umile di cuore
donaci un cuore grande per amare
250
SOLENNITÀ DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO RE DELL'UNIVERSO
(Ultima domenica dell'anno liturgico)
Cristo è re dell'universo perché costituito tale dal Padre nella virtù dello Spirito Santo. È re dell'universo a nuovo titolo, grazie al suo sacrificio redentore. Celebrando la sua Pasqua, egli ha offerto il regno al Padre; continua a offrirlo finché raggiungerà la sua perfezione alla fine dei tempi. Per questa dimensione escatologica del regno la solennità di Cristo Re trova la sua giusta collocazione nell'ultima domenica dell'anno liturgico, nel contesto del periodo liturgico che la Chiesa consacra alla meditazione degli eventi finali della storia del mondo.
Il cristiano, consapevole che il regno di Dio è già presente nel mondo, si impegna a perfezionarlo in sé e negli altri con la piena e gioiosa corrispondenza alla grazia liberatrice di Dio. Il Salesiano avverte l'urgenza di tale impegno, sentendosi chiamato con la professione religiosa a seguire in modo speciale Cristo e a lavorare con lui alla costruzione del regno (cf Cost. 3 e 11).
Atto di affidamento del genere umano a Cristo Re
Si può recitare insieme, dopo la celebrazione del Vespro o durante l'adorazione eucaristica.
O Cristo, Signore e Redentore del genere umano:
guarda indulgente il tuo popolo in preghiera.
Consacrati nel giorno del Battesimo
siamo intimamente uniti a te
nel mistero della tua morte e gloriosa risurrezione.
Professando ogni giorno la fede cristiana,
nella pratica dei consigli evangelici,
vogliamo più profondamente partecipare
alla diffusione del tuo regno,
e confermati dalla tua forza di salvezza,
nello spirito delle beatitudini,
cerchiamo il tuo volto in ogni nostro fratello.
251
Signore di misericordia,
che hai annunciato il giorno della liberazione
a coloro che erano schiavi del peccato,
concedi al mondo,
afflitto dalla discordia, dall'odio e dalla violenza,
giorni di pace nella libertà.
Rinnova lo spirito di ogni uomo segnato dalla tua grazia
e concedi a coloro che ancora non ti conoscono
di cercarti con cuore sincero:
tu che sei via, verità e vita.
Re di giustizia,
soccorri coloro che ti invocano
e ascolta il grido di chi non è illuminato dalla tua grazia.
Cristo, buon Pastore,
illumina quanti vivono nell'errore,
sollecita gli indifferenti,
richiama chi ha rifiutato di credere in te, riunisci i dispersi.
Gesù, Signore della storia,
dona alla tua Chiesa il tuo spirito di santità,
diffondi il tuo regno su tutta la terra
affinché ogni uomo di buona volontà
possa lodare ed esaltare il tuo nome.
Consacra nel tuo amore questa nostra umanità,
apri ogni cuore al desiderio di te,
non mettere confini alla speranza
di chi attende il tuo perdono.
Amen.
3.8. GIORNATE PARTICOLARI DI PREGHIERA
3.8.1. UNA PREGHIERA
CHE HA I CONFINI DEL MONDO
Il cristiano solidale con le urgenze della Chiesa e del mondo
252
Il cristiano è solidale con le sorti dell'umanità. La sua preghiera è incessante e abbraccia i confini del mondo. Così l'anno liturgico, per iniziativa della Chiesa universale o delle singole Conferenze Episcopali, è costellato di intenzioni specifiche agganciate generalmente alla Liturgia della Parola della Messa domenicale o in connessione ad eventi particolari. Conformemente all'impegno di lavoro assunto, anche le nostre comunità si uniscono nella preghiera fiduciosa con la cristianità per ricordare di fronte al Signore le varie situazioni della vita.
Proposte celebrative
Riportiamo alcune proposte celebrative: per l'unità dei cristiani, per le vocazioni religiose e sacerdotali, per le missioni e per il Papa, ricordando che tracce celebrative per le singole iniziative sono date dalle competenti autorità ecclesiastiche. Per ciascuno di questi argomenti esistono molti sussidi a cui far riferimento per elaborare celebrazioni comunitarie e momenti di preghiera per la Famiglia Salesiana.
3.8.2. OTTAVARIO PER L'UNITÀ DEI CRISTIANI
«Padre, siano una cosa sola, come noi siamo uno», fu l'ultima preghiera di Gesù prima di passare da questo mondo al Padre. Egli, come dice Giovanni, muore «per raccogliere in unità i figli di Dio, dispersi» (Gv 11,52).
Lungo i secoli più volte i cristiani hanno contraddetto la volontà di Gesù lacerando l'unità visibile della sua Chiesa: uno scandalo per il mondo e un ostacolo alla credibilità dell'annuncio del Vangelo ad ogni creatura.
Lo Spirito Santo in questi ultimi anni ha suscitato in tutte le confessioni cristiane un movimento verso l'unità. Come re
ligiosi ed educatori dobbiamo sentire vivo il problema ecumenico per farlo sentire anche ai giovani. Come ci ha ricordato il Concilio, il cammino dei cristiani verso l'unità dipende:
— da una presa di coscienza delle separazioni, dalla sofferenza che esse provocano in noi,
— dal rispetto dell'uno per l'altro,
— dalla conoscenza, dalla stima e dall'amore dei valori cristiani di cui vive la propria Chiesa,
— dal rinnovarsi di ogni Chiesa e di ognuno di noi, in un autentico impegno nella fede e nella santità,
— da attività comuni al servizio degli altri,
— dalla nostra unanime incessante preghiera.
253
Proposte celebrative
Molteplici sono i sussidi celebrativi per l'Ottavario. Ogni comunità cerchi di far entrare nella sua preghiera giornaliera qualche richiamo in sintonia con tutti i credenti che vedono in Cristo la possibilità di essere unica Chiesa.
Ci sono schemi di liturgie della Parola offerti dalle Conferenze episcopali, incontri di preghiera con fratelli di altre confessioni, intenzioni di preghiera nella santa Messa quotidiana (eventualmente usando gli schemi proposti dal Messale Romano per l'unità dei cristiani con proprio e letture particolari o scegliendo nella Messa del giorno il canone VD «La Chiesa in cammino verso l'unità»). Proponiamo qui due schemi orientativi.
Primo schema (unica celebrazione nell'Ottavario)
CANTO
SALUTO DEL CELEBRANTE E INVITO AL PENTIMENTO
C La grazia del Signore nostro Gesù Cristo...
T E con il tuo spirito.
C Chiamati ad essere santi per obbedire a Cristo Gesù
ed essere aspersi con il suo sangue,
domandiamo al Signore
di rinnovare lo spirito di penitenza,
per essere degni del dono della salvezza.
G Per non essere stati annuncio di salvezza con la nostra vita: Signore, pietà.
T Signore, pietà.
G Per non avere liberato il mondo dalle condizioni di oppressione: Cristo, pietà.
T Cristo, pietà.
G Per non aver progettato con ogni fratello la nostra santità: Signore, pietà.
T Signore, pietà.
Oppure
254
G Abbiamo predicato un Cristo diviso: Signore, pietà.
T Signore, pietà.
G Abbiamo ostacolato le strade della pace: Cristo, pietà.
T Cristo, pietà.
G Abbiamo dimenticato di crescere nel tuo amore: Signore, pietà.
T Signore, pietà.
C Dio onnipotente...
T Amen.
C Preghiamo.
Ascolta, o Padre, la nostra preghiera,
unisci i cuori dei fedeli nella lode del tuo nome
nel comune impegno di conversione,
perché, superata ogni divisione fra i cristiani, la tua Chiesa si ricomponga nella comunione perfetta e, nella gioia del Cristo, cammini verso il tuo Regno. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
i Le letture si scelgono secondo il tema proposto ogni anno o nell'ambito di una riflessione globale sintonizzata sulle esigenze della situazione locale.
PRIMA LETTURA
CANTO DI MEDITAZIONE (con acclamazione responsoriale)
LETTURA DEL VANGELO
OMELIA
RIFLESSIONE PERSONALE
PREGHIERA ECUMENICA
Il testo è tratto dalla preghiera ecumenica di Paolo VI.
C Ti preghiamo, o Padre,
tu ci hai condotti alla conoscenza della tua verità per mezzo di tuo Figlio, nostro Signore Gesù Cristo.
l ° coro Per lui noi diventiamo il suo unico Corpo
in una sola fede e in un solo Battesimo.
255
2° coro Per mezzo di lui tu hai donato a tutte le nazioni
la grazia del tuo Santo Spirito
che opera meraviglie con i> suoi diversi doni
e consente a tutte le lingue
di predicare la tua parola e compiere l'unità.
Egli abita in tutti i credenti,
riempie e governa la Chiesa intera.
C O Dio nostro e Padre onnipotente,
veramente tu sei santo, re dei secoli e fonte di unità.
Tu hai riunito diverse nazioni
per professare insieme il tuo nome.
1° coro Santo è il tuo unico Figlio,
nostro Signore Gesù Cristo:
egli nella notte in cui fu tradito
pregò perché tutti i credenti fossero uno
e diede ai suoi apostoli il suo corpo e il suo sangue
come sacramento di unità.
2° coro Santo è anche il tuo Spirito,
per il quale hai voluto chiamare e riunire
il popolo della nuova alleanza nell'unità della fede,
della speranza e della carità.
C In lui anche nei nostri giorni
hai risvegliato la volontà di impegnarci
con cuore convertito e generoso,
a perfezionare l'unità del Corpo di Cristo.
1° coro Tutti noi, infatti,
uniti nella medesima predicazione del Vangelo
e nello stesso Battesimo,
proviamo un grande dolore perché,
allontanati da secoli gli uni dagli altri
a causa della divisione,
non possiamo avere fra di noi
una comunione piena ed esemplare.
2° coro Guarda, dunque, a noi tuoi servi,
che, illuminati dalla grazia del tuo Spirito,
detestiamo i peccati contro l'unità
umilmente chiedendo perdono a te e ai fratelli.
Con una sola voce ti preghiamo
di concedere l'unità perfetta a quanti credono in te.
256
C Ti supplichiamo dunque, Signore, amico degli uomini:
accordaci una nuova e più abbondante
effusione della grazia del tuo Spirito,
fa' che noi viviamo degni dell'appello che ci hai rivolto,
con umiltà, dolcezza e pazienza,
sopportandoci reciprocamente nella carità,
attenti a conservare l'unità dello Spirito
nel vincolo della pace.
1° coro Concedici di discernere i segni dei tempi
e di riparare gli errori del passato
con un'instancabile ricerca di unità,
fino a giungere all'ora attesa
della perfetta comunione.
2° coro Esaudiscici dunque, Signore,
e manifesta su noi la tua misericordia.
Per la potenza del tuo Spirito, che viene in noi,
poni fine alla divisione della Chiesa,
dona alla Sposa del tuo Cristo una nuova bellezza,
elargisci con abbondanza la tua pace e il tuo amore,
perché la Chiesa risplenda
quale segno elevato a favore di tutti i popoli,
e il mondo, illuminato dal tuo Spirito,
giunga alla fede nel Cristo da te inviato.
C Quanto a noi, fa' che tutti diventiamo figli della luce e della pace,
e fin da ora, assaporando l'eternità anticipata, possiamo insieme, con una sola voce e un solo cuore, glorificare il tuo nome misterioso e santo.
CT Padre nostro...
C O Signore, nostro Redentore, tu sei Verbo dell'eterno Padre
e fonte di ogni benedizione. Degnati di spargere nei nostri cuori il buon seme della tua Parola
e irrigalo con la rugiada del tuo Spirito Santo. Fa' che non camminiamo sul sentiero dei peccatori né ci associamo alle sterili opere delle tenebre. Nella tua grazia donaci un cuore di beatitudine per scoprire le realtà che uniscono i credenti
non l'invidia che divide,
affinché, al termine di questa vita,
possiamo trovare il nostro posto
nell'assemblea dei giusti
godendo, per la tua misericordia, del premio celeste.
Tu che vivi e regni, con il Padre e lo Spirito Santo,
nei secoli dei secoli.
257
T Amen.
BENEDIZIONE CANTO
Secondo schema (celebrazione per ogni giorno)
Si suggerisce di seguire le tracce di celebrazione che vengono riproposte ogni giorno nelle diverse Chiese locali. Esse si possono impostare con uno schema di questo genere o con schemi alternativi.
CANTO DI INIZIO
SALUTO DEL CELEBRANTE
C La grazia del Signore nostro Gesù Cristo,
l'amore di Dio Padre,
comunicato ai vostri cuori dallo Spirito Santo,
siano con tutti voi. Amen.
TTO PENITENZIALE
Innanzi al Signore nostro Gesù Cristo
esprimiamo il nostro pentimento
e confessiamo i nostri peccati
contro l'unità della Chiesa e dei cristiani.
Guardaci, Signore, umiliati innanzi a te:
noi abbiamo introdotto la divisione
nella tua opera di unità.
Ti supplichiamo: Signore, pietà!
T Signore, pietà!
258
G — Nella nostra professione della verità siamo stati a volte duri ed esclusivi. Ti supplichiamo.
— Abbiamo dimenticato la trave che è nel nostro occhio, per cercare solo la pagliuzza nell'occhio dei fratelli. Ti supplichiamo.
— Abbiamo ignorato i nostri fratelli e li abbiamo disprezzati; molte volte abbiamo voluto solo trionfare su di loro. Ti supplichiamo.
— Nei tuoi figli noi abbiamo tracciato frontiere di razza e di nazioni, di culture e di classi. Ti supplichiamo.
— Con le nostre divisioni abbiamo posto un ostacolo alla testimonianza dell'amore e all'espansione del Vangelo. Ti supplichiamo.
C Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati
e ci conduca alla vita eterna. T Amen.
C O Dio onnipotente ed eterno, che riunisci i dispersi
e li custodisci nell'unità,
guarda benigno al gregge del tuo Figlio,
perché coloro che sono stati consacrati
da un solo Battesimo
siano raccolti nel vincolo dell'amore e della vera fede.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
Secondo le indicazioni dell'anno nelle Chiese locali.
INTERCESSIONI
C Lo Spirito Santo che ci unisce in un'unica speranza
e pone sulle nostre labbra la stessa preghiera, porti al Padre la supplica per l'unità.
Preghiamo: Riunisci i cristiani nell'amore e nella verità.
T Riunisci i cristiani nell'amore e nella verità.
G — Signore, non permettere che ci abituiamo alle nostre divisioni; preservaci dal considerare normale ciò che è uno scandalo per il mondo e un'offesa al tuo amore. Preghiamo.
259
— Liberaci, Signore, dalle nostre piccolezze, dai nostri rancori, dai nostri pregiudizi; insegnaci a riconoscere i doni della tua grazia in tutti quelli che ti invocano con cuore puro e sincero. Preghiamo.
— Rendi più profonda la nostra fedeltà alla tua Parola; non permettere che seguiamo le idee che ci siamo costruiti camminando per vie che non sono le tue vie. Preghiamo.
Oppure
C Rendiamo grazie a Dio nostro Padre per il dono dell'unità e della pace. T Gloria a te nei secoli.
G — Sii benedetto tu, Dio nostro Padre; con il sangue prezioso del tuo Figlio e la sua risurrezione dai morti tu hai riconciliato a te tutte le cose; nell'unità tu raccogli i tuoi figli dispersi.
— Per mezzo del tuo Spirito Santo diffuso su di noi, mediante il bagno di rigenerazione, tu fai di tutti i credenti un solo corpo, per nutrirli di uno stesso pane.
— Ti rendiamo grazie, o Dio nostro Padre, per il movimento ecumenico, per quelli che soffrono, pregano, lavorano per l'unità dei tuoi figli.
— Ti rendiamo grazie per questo giorno e per questa ora, nella quale tu ci raccogli da ogni parte della terra per lodarti, per pentirci, per attendere nella speranza l'unità visibile dei cristiani.
C Obbedienti alla parola del Salvatore
e formati al suo divino insegnamento,
preghiamo il Padre celeste perché, per la sua bontà,
possiamo pregarlo un giorno
nell'unità visibile della Chiesa, dicendo:
T Padre nostro...
C Liberaci, Signore, da tutti i mali
che hanno prodotto le divisioni nella tua Chiesa; preservaci oggi da ogni colpa contro il tuo disegno di unità; donaci intelligenza e forza per unirci alla tua opera nel raccogliere da tutta la terra i tuoi figli
e renderli testimoni del tuo amore e della tua bontà paterna. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
260
CANTO
3.8.3. PER LE VOCAZIONI SACERDOTALI E RELIGIOSE
Il regno di Dio, che è già e non ancora, soffre nel desiderio di raggiungere la pienezza dei suoi giorni. Il cristiano è sale della terra e luce del mondo. Il religioso in particolare si presenta come modello della nuova umanità che vive nella storia. Il ministero sacro è segno di Cristo che propone la grazia di salvezza.
Rinati nel Battesimo, confermati testimoni di Cristo e nutriti con il pane della salvezza, tutti siamo impegnati perché la Chiesa, edificio spirituale, sia ben compaginato e santamente fondato in Cristo, Capo ed Emmanuele.
Come corresponsabili di questi tempi ultimi del creato è nostro dovere suscitare attraverso la preghiera, la carità pastorale e la vita fraterna, nuove vocazioni nella Chiesa e nella Congregazione.
Ogni comunità, e specificamente ogni confratello, con Don Bosco, deve far suo questo impegno vocazionale: le nostre case infatti, attraverso il lavoro, la vita di famiglia e la santità dei singoli, possono essere una proposta recepitile ai giovani affinché alimentino la loro chiamata e siano invogliati a fare questa esperienza di vita nuova con noi.
La preghiera per le vocazioni, la nostra testimonianza di coerenza e la capacità continua di rinnovamento potranno trovare momenti di respiro spirituale e di verifica di fronte al Signore secondo molteplici iniziative: celebrazioni nella giornata annuale per le vocazioni, incontri di preghiera con i giovani, celebrazione mensile comunitaria di una Messa votiva per le vocazioni religiose o sacerdotali, celebrazioni della Parola, adorazione eucaristica, preghiera quotidiana personale per le vocazioni.
Ogni comunità troverà le forme opportune per vivere questi momenti e farsi proposta vivente del Cristo che chiama attraverso il nostro lavoro. Qui riportiamo quattro diversi schemi di celebrazione; al termine del primo ci sono alcune formule di preghiera per le vocazioni.
261
Primo schema:
PREGHIAMO IL SIGNORE DELLA MESSE
È una celebrazione di meditazione. Attraverso la Parola di Dio vengono presentate e fatte preghiera le esperienze di grandi chiamate.
CANTO DI INIZIO
SALUTO DEL CELEBRANTE
C Nel nome del Padre...
La grazia e l'amore del Padre e Signore della messe,
la carità di Cristo pastore eterno,
e la potenza feconda dello Spirito Santo
siano con tutti voi.
T E con il tuo spirito.
ATTO PENITENZIALE
C Verifichiamo di fronte al Signore il nostro impegno di consacrazione e riconosciamo i nostri peccati d'indolenza spirituale e di scarsa testimonianza di vita cristiana.
Signore, che sei l'eterno sacerdote della nuova allean
za, abbi pietà di noi.
T Signore, pietà.
C Cristo, che ci edifichi come pietre vive nel tempio santo
di Dio, abbi pietà di noi.
T Cristo, pietà.
C Signore, che ci fai concittadini dei santi nel regno dei
cieli, abbi pietà di noi.
T Signore, pietà.
262
Oppure
C Signore, non sempre abbiamo pregato con fede e perseveranza per le vocazioni:
T Perdonaci, Signore (o altra acclamazione anche cantata).
C Signore, troppo spesso ci siamo dimenticati di essere il tuo volto tra i giovani che incontriamo ogni giorno nel nostro lavoro:
T Perdonaci, Signore.
C Signore, la nostra comunità non sempre è stata proposta dello spirito delle beatitudini:
T Perdonaci, Signore.
Oppure intenzioni libere con acclamazione corale.
C Preghiamo. O Dio,
che nel tuo disegno di amore
nel tuo progetto di vera libertà hai deciso di chiamare gli uomini a collaborare con te alla salvezza, disponi i nostri cuori
all'ascolto della tua parola
alla vera conversione. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
Proponiamo alcuni testi biblici a scelta.
PRIMA LETTURA
— Gn 12,1-7: Vocazione di Abramo.
— Es 3,1-12: Vocazione di Mosè.
— Is 6,1-8: Vocazione di Isaia.
— Ger 1,4-10.17-19: Vocazione di Geremia.
— I Sam 16,1-13: Vocazione di Davide.
— I Sam 3,1-21: Vocazione di Samuele.
— Os 11,1-4: Vocazione di Israele.
— Es 3,1-6.9-12: Io sarò con te.
— 1 Re 19,16b.19-21: Eliseo si alzò e seguì Elia.
— Ger 20,7-9: Nel mio cuore c'era come un fuoco ardente.
CANTO RESPONSORIALE
263
SECONDA LETTURA
— Mt 22,1-14: Molti sono i chiamati.
— Lc 9,1-6: Li convocò e diede loro potere sui demoni.
— Lc 1,26-38: Annunciazione.
— Lc 5,1-11: Chiamata dei primi quattro discepoli.
— Gv 1,35-51: I primi discepoli.
— Mt 4,18-22: I primi discepoli.
— At 9,1-18: Vocazione di Saulo.
— Mt 19,16-22: Il giovane ricco.
— 2 Cor 5,14-20: Ci ha affidato il ministero della riconciliazione.
— Fil 3,8-14: Ho lasciato perdere tutto per Cristo.
— Eb 5,1-10: Cristo sacerdote al modo di Melchisedech.
PAROLE DI RIFLESSIONE
INTERCESSIONI (o un testo corale di preghiera per le vocazioni)
c Preghiamo Dio, fondamento di tutta la nostra speranza, perché fecondi con nuove vocazioni religiose e sacerdotali l'umanità redenta dal sacrificio di Cristo, eterno sacerdote della nuova alleanza.
G Assisti il tuo popolo, Signore. T Assisti il tuo popolo, Signore.
Oppure acclamazione litanica corale o dialogo con la guida.
G Signore, nostro Dio, che hai stabilito con il tuo popolo un'alleanza eterna,
— non dimenticare di fecondare la tua Chiesa con sacerdoti santi e sapienti custodi delle tue grandezze.
Conferma nella tua carità il Papa, i vescovi e tutti i sacri ministri,
— perché siano una testimonianza viva della tua elezione al servizio di tutta l'umanità.
Manda operai nella tua messe,
— perché sia glorificato il tuo nome fra tutte le genti.
Aiutaci ad imitare il Cristo casto povero e obbediente,
— per essere segni di vera libertà nello Spirito.
264
C O Signore, tu chiami chi vuoi e quando vuoi: manda alla tua Chiesa
alla nostra Congregazione operai numerosi e zelanti
suscita in loro
una risposta libera, gioiosa e fedele. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Formule di preghiera per le vocazioni
Si possono recitare in una liturgia per impetrare vocazioni; dopo l'orazione dei Vespri prima della benedizione; in conclusione della lettura spirituale; durante le preghiere della sera prima della «buona notte»; o durante un'adorazione eucaristica.
Nel segno della Trinità
chiamati a fecondare il mondo
È un testo impostato dossologicamente, che sottolinea il senso cristiano dell'adesione alla chiamata dell'uomo ad essere compartecipe della missione trinitaria in particolare nella consacrazione ministeriale e religiosa.
G Fedeli all'invito di Cristo di pregare il Signore della mes
se perché mandi operai nella sua messe, uniamo le no
stre voci in coro unanime e preghiamo insieme:
265
T O Padre, provvidente e santo,
che hai riconciliato il mondo in Cristo,
eterno sacerdote della nuova alleanza,
non disperdere il gregge a cui hai promesso
con infinito amore
il tuo Regno:
manda nuovi operai nella tua messe
e infondi nei cuori dei pastori perseveranza e santità.
O Cristo Gesù,
che sulle rive del mare di Galilea hai chiamato gli apostoli e li hai costituiti
segni e portatori della tua grazia di salvezza, non abbandonare il gregge che hai loro affidato, sostieni nell'oggi della storia la tua Chiesa quale universale sacramento di salvezza e da' coraggio a coloro che chiami dall'eternità a seguirti nel segno della Croce per fecondare con forza d'umiltà e di sapienza il campo di Dio.
O Spirito di santità,
che nel Battesimo consacri
l'umanità redenta dal peccato,
aiuta coloro che hai posto ad animare
la comunità dei credenti
a scrutare profeticamente i segni dei tempi
per essere fedeli interpreti e annunciatori,
nelle lingue d'ogni popolo e nazione,
del tuo universale disegno di salvezza.
Amen.
Preghiera per le vocazioni salesiane
Il testo vuole orientare la preghiera a impetrare vocazioni salesiane dedite al servizio dei giovani e in sintonia alla situazione contemporanea.
T Ti preghiamo, o Padre.
Con la voce misteriosa del tuo Spirito
chiama tra i giovani
coloro che dovranno essere
presenza di Cristo, tuo Figlio,
nel servizio della gioventù povera e abbandonata.
Fa' che scoprano il fascino della tua elezione. Contemplino essi il tuo volto nei loro coetanei che vagano, dimenticati,
in un mondo che li corrompe.
Insegna loro a percorrere la via della preghiera,
ad alimentarsi con la tua Parola,
a partecipare al banchetto dell'Eucaristia,
a celebrare con gioia penitente la tua riconciliazione,
a crescere nella conoscenza delle urgenze
del tempo presente
e maturare sulla via della sapienza.
Desta in essi il desiderio di una vita che è dono, confermali nel coraggio di lasciare ogni cosa per ricevere le tue ricchezze
e da' ai loro sogni i profetici germi del tuo operare. Sostienili nel cammino
e suscita accanto a loro fratelli salesiani capaci di costruire con i giovani la loro santità.
Amen.
266
Preghiera per la perseveranza
Sono spunti di preghiera per invocare il dono della perseveranza e della fedeltà alla missione salesiana vissuta nella gioia e serenità interiore.
T O Dio onnipotente,
che nel tuo provvidente disegno di salvezza hai suscitato san Giovanni Bosco
quale segno del tuo amore verso i giovani, confermaci nella fede
e rafforza il nostro servizio a questi tuoi figli, porzione privilegiata di futuro
e speranza della Chiesa
che vive nel tempo con il sigillo della tua eternità.
O Cristo,
che hai ricordato ai tuoi discepoli
la perenne presenza nel mondo
di coloro che sono nell'indigenza e nell'oltraggio,
fa' di noi uno strumento privilegiato della tua Grazia,
aiutaci a essere sobri e vigilanti,
capaci di portare gioia e vita
tra quelli che più dovrebbero goderla
nel candore della loro età.
O Spirito di vera libertà,
rendici testimoni consapevoli del tuo amore, difendici da coloro che attentano al nostro lavoro, fuga le tenebre della passione e dell'errore
e inventa per noi un'epoca nuova di comprensione e solidarietà fraterna. Amen.
267
Secondo schema: GIOVANI CONSACRATI PROPOSTA DI CRISTO AI GIOVANI
È uno schema celebrativo per un'azione di proposta vocazionale degli stessi giovani professi ai loro coetanei. Don Bosco ha inventato la sua proposta educativa carismatica promovendo le vocazioni nell'ambiente stesso dell'Oratorio, dove i giovani salesiani rappresentavano un ideale di vita tra i ragazzi e una presenza immediata e vissuta di annuncio vocazionale.
CANTO DI INIZIO
ESPOSIZIONE EUCARISTICA
C Il Signore qui presente guidi la nostra preghiera.
T Disponga i nostri cuori all'ascolto della sua voce.
MOMENTO PENITENZIALE
G Il Signore ci ha scelti dall'eternità per essere suoi dilettissimi figli e annunciare con gioiosa fatica i giorni del risorto. Riuniti alla presenza del Cristo eucaristico invochiamo il perdono per tutte le nostre inadempienze al suo progetto.
T Io ti chiedo perdono (acclamazione cantata e intenzioni libere).
G Uniamoci nel desiderio di conversione ed eleviamo a Dio, come comunità orante, il nostro canto penitenziale (canto con tematica penitenziale).
Il Signore ci convoca ogni giorno alla sua mensa, immagine del celeste banchetto e memoriale della sua incarnazione, morte e gloriosa risurrezione. Adoriamolo perché, rinvigoriti dalla sua presenza, possiamo superare difficoltà e indifferenza.
C Il Signore sia con voi.
T E con il tuo spirito.
268
Lettura del vangelo secondo una delle proposte indicate nel primo schema; segue un momento di adorazione in silenzio interrotta da una breve monizione del celebrante e da riflessioni spontanee sulla propria esperienza vocazionale.
G Il Signore ci ha fatto percorrere strade diverse chiedendoci di portare a chi lo ignora il suo nome santo. Ha fatto di noi un popolo nuovo nel Battesimo e ci ha inviati ad annunciare con ogni uomo di buona volontà lo spirito delle beatitudini. Adoriamo il Signore con umile riconoscenza.
Canto di adorazione.
G Siamo come agnelli in mezzo ai lupi per trasformare i lupi in agnelli, affinché si compia il regno di Dio già nel cuore di ogni giovane. Ascoltiamo il nostro padre che ha saputo dedicare l'intera sua vita nel servizio generoso e sacrificato dei giovani.
Proponiamo la lettura di due brani di Don Bosco sulla proposta vocazionale.
L Dalle «Memorie Biografiche» di san Giovanni Bosco. «Dio chiamò la povera Congregazione Salesiana a promuovere le vocazioni ecclesiastiche fra la gioventù povera o di bassa condizione. Le famiglie agiate in generale sono mischiate troppo nello spirito del mondo, da cui disgraziatamente restano assai spesso imbevuti i loro figliuoli, cui fanno perdere così il principio di vocazione che Dio ha posto nel loro cuore. Se questo spirito si coltiva, e sarà sviluppato, viene a maturazione e fa copiosi frutti» (MB 17,261-262).
«Ricordiamoci che noi regaliamo un grande tesoro alla Chiesa, quando procuriamo una buona vocazione; che questa vocazione, o questo prete vada in diocesi, nelle missioni, o in una casa religiosa, non importa; è sempre un gran tesoro che si regala alla Chiesa di Gesù Cristo. Per mancanza di mezzi non si cessi mai di ricevere un giovane che dà buone speranze di vocazione. Spendete tutto quello che avete, e se fa mestieri andate anche a questuare, e se dopo ciò voi vi troverete nel bisogno, non affannatevi che la SS. Vergine in qualche modo, anche prodigiosamente, verrà in vostro aiuto» (MB 5,396-397).
269
Dalle «Memorie Biografiche» di san Giovanni Bosco. «Bisogna usare grande amorevolezza coi giovani; trattarli bene. Questa bontà di tratto e questa amorevolezza sia il carattere di tutti i Superiori, nessuno eccettuato... Non solo trattarli bene, ma ai più grandicelli che dànno qualche speranza, si conceda molta confidenza dal superiore...
La carità reciproca che vedranno usarsi tra di loro i superiori sarà d'esempio. Se vedranno che uno non tratta bene coll'altro, che questo mormora di quello, che si criticano le disposizioni di questo o di quel superiore, allora più nessuno si fa salesiano.
Altra cosa che giova assai è il promuovere la cognizione del regolamento delle case e le deliberazioni del Capitolo Generale. Ogni socio abbia copia del regolamento dei collegi, lo studi, sicché se fosse interrogato sul suo regolamento speciale riguardo alla carica che copre, possa rispondere secondoché è stampato nel libro. Qualora un direttore non potesse fare altro e ottenesse che ciascuno eseguisca bene la parte che gli è assegnata, farebbe già molto. Da ciò verrebbe l'ordine, e l'ordine impedisce tanti mali che fanno perdere la vocazione. Inoltre frequenza ai sacramenti; da tutti si sa quanto giovi.
E necessario che i giovani siano diretti da confessori che abbiano tutti lo stesso spirito.
Altro gran male alle vocazioni e al buon ordine generale lo arrecano coloro che cercano di fare centro a parte in mezzo agli allievi. Si insista perché in ogni casa tutti facciano centro al direttore. Chi in qualche modo vien domandato di consiglio, risponda sempre: "Consigliati con il direttore, confidati pienamente con lui e vedrai che te ne troverai contento"» (MB 12,88; 14,44).
G Siamo proposta di Cristo tra i giovani e come giovani vogliamo portare a loro ciò che abbiamo contemplato e incontrato, ossia il Verbo della vita affinché insieme siamo in comunione con Cristo Gesù. Questi anni di formazione abbiano per noi la serenità dei giorni di Nazaret e il fascino di crescere, accanto a coloro che ci guidano, nella comprensione del progetto che Dio ci ha con
segnato. Pronunciamo questo manifesto di vita di fronte al Signore e chiediamo la sua benedizione.
270
In alternativa alla lettura solista o corale, ognuno dei partecipanti può leggere una delle proposizioni che seguono. Si conclude con l'Amen di assenso, preferibilmente cantato.
G A noi giovani consacrati nel servizio dei giovani:
— Liberi in Cristo, uniti nella morte di lui e nella fede della risurrezione, apriamo le nostre braccia a Dio Padre e ai giovani.
— Nell'unico Spirito di sapienza e di giustizia ci sentiamo più fratelli e portiamo questo dono di felicità nelle nostre comunità religiose.
— Usciamo dalle false certezze, dalla ricerca di una vita senza problemi e dall'indifferenza che si fa abitudine. Annunciamo al mondo dei giovani la gioia semplice e grande di essere stati consacrati segno di salvezza nel Cristo obbediente, povero e casto.
— Chiamati ad essere servi del Signore, proclamiamo nell'umiltà le grandi opere che egli ha compiuto in noi.
— Abbandoniamo la paura del sacrificio, l'indolenza nel conoscere, il timore della solitudine e il culto del nostro io. L'unica pace è Cristo: questa è la nostra sapienza.
G Con voi fratelli animatori:
T/solisti:
— Serviamo insieme l'unico Signore e facciamoci presenza viva del Vangelo nel mondo.
— Viviamo nella fiducia d'essere testimoni dell'unica vocazione battesimale della Chiesa.
— Camminiamo insieme nella gioia e nell'impegno del lavoro, riuniti dallo Spirito Santo che è amore.
— Nella diversità dei ruoli e delle persone siamo fecondi costruttori di comunione.
— Lo spirito di famiglia sia segno della presenza di Cristo tra di noi e monito di pace per coloro che ci avvicinano.
G A voi giovani:
T/solisti:
— Non siamo dei rifugiati, siamo giovani come voi che hanno ritrovato in Cristo il senso della libertà.
271
— Abbiamo dubitato come voi, fatto le stesse esperienze, sentito il medesimo vuoto interiore e ci apriamo a una presenza nuova.
— La storia ha bisogno di guardare al futuro e tocca a noi, ultime generazioni, essere segno di questa novità.
— Non coprite la voce dello Spirito, non chiudetevi nel guscio di inutili sicurezze, non lasciatevi soffocare dal superfluo. Dio ci chiama oggi come sempre. Dio vi chiama.
— Si prova più gioia nel dare che nel ricevere, nell'essere che nel possedere. Doniamoci allora gratuitamente a tutti gli altri giovani.
— La Chiesa è giovinezza di Pentecoste se noi sappiamo essere profeti nella storia e trasformiamo il mondo in città di Dio.
C II Signore benedica le nostre vite e confermi i nostri propositi.
T Amen.
BENEDIZIONE EUCARISTICA (Inno di adorazione, Orazione, Benedizione, Acclamazioni)
CANTO FINALE
Terzo schema: CON IL CUORE DI DON BOSCO ALLA PRESENZA DELL'EUCARISTIA
È un'adorazione vocazionale tipicamente salesiana; un'ora di famiglia da vivere insieme con Don Bosco adorando il Cristo che lo ha suscitato santo e amico dei giovani.
CANTO DI ESPOSIZIONE
Adorazione personale e invocazioni del presidente.
C Sia lodato e ringraziato ogni momento.
T Il santissimo e divinissimo Sacramento.
C 11 Signore sia nei nostri cuori.
T E illumini di verità la nostra mente.
272
C Il Signore sia la nostra via.
T E guidi i nostri passi sulla via evangelica tracciata dal suo amore all'umanità.
C 11 Signore sia per noi vita.
T Affinché ogni nostro gesto
sia di servizio obbediente ai giovani.
C Preghiamo.
O Dio onnipotente ed eterno,
tu soffri per l'infelicità di ogni uomo,
e hai inviato il tuo Figlio, qui presente in mezzo a noi,
per essere solidale con coloro
che sono affaticati e oppressi.
Accetta, o Signore, la nostra preghiera,
infondi in ogni cuore la tua grazia di santità,
feconda la nostra castità, arricchisci la nostra povertà
e infondi gioia nell'obbedienza
perché possiamo consegnare ad altri
l'invito a seguire Gesù più intimamente
nel glorificare il tuo nome
e nell'amicizia con i giovani.
T Per Cristo, con Cristo e in Cristo,
a te Dio Padre onnipotente,
nell'unità dello Spirito Santo,
ogni onore e gloria
nei secoli dei secoli.
Amen.
ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
G Dio ci indica la sua missione con il dono della sua Parola e con la presenza del suo Spirito che abita in noi. Come Don Bosco, fidiamoci della Provvidenza e collaboriamo con umiltà alla sua opera per essere anche noi proposta ai giovani di vita nuova nella vocazione religiosa e sacerdotale.
L Ef 1,15-23.
G Don Bosco crede che la sua missione viene da Dio e non deve tramontare con la sua persona. La sua avventura è guidata dallo Spirito e la tentazione non avvolge di sconfitta la sua opera. Le fatiche del seminare sono co
273
ronate di successo, poiché il campo di Dio è fecondato di nuovi apostoli del Vangelo. Scruta le urgenze del tempo e prevede un intervento di soccorso e benevolenza. Promette spine e lavoro a chi lo seguirà: ma un pezzo di paradiso, già anticipato dal suo sorriso, aggiusta tutto.
Presentiamo alcuni pensieri di Don Bosco sul tema della vocazione. Sono da leggersi intervallati da una pausa di riflessione personale.
Dice il nostro padre e maestro sull'urgenza di invitare i giovani a seguire Cristo più da vicino:
«Se tu giungi a ravvisare qualche giovinetto che dà speranze pel sacerdozio sappi che Dio ti manda tra le mani un tesoro» (MB 17,616).
«Ricordiamoci che noi regaliamo un grande tesoro alla Chiesa, quando procuriamo una buona vocazione; che questa vocazione o questo prete vada in diocesi, nelle missioni, o in casa religiosa, non importa, è sempre un grande tesoro che si regala alla Chiesa di Gesù Cristo» (MB 5,396).
«Non respingiamone mai nessuna per la povertà. Se noi pensiamo alle vocazioni, la divina provvidenza penserà a noi» (MB 12,283).
«Spendete tutto quello che avete, e se fa mestieri andate a questuare, e se dopo vi troverete nel bisogno, non affannatevi che la SS. Vergine in qualche modo, anche prodigiosamente, verrà in vostro aiuto» (MB 5,397).
«Le vocazioni anche povere fanno ricco l'Istituto» (MB 12,283).
«Studiate dunque, fate progetti, non badate a spese, purché si ottenga qualche prete alla congregazione e alla Chiesa e specialmente alle missioni» (MB 18,259). «Come nel campo così nella Chiesa, c'è bisogno d'ogni sorta di operai» (MB 12,626).
(Breve pausa).
274
G Così consigliava per il discernimento vocazionale: «Fortunati coloro che da Dio vengono scelti a compiere la sua adorabile volontà a sua maggior gloria ed a loro vantaggio spirituale. Fortunati quelli che venendo a conoscere questa volontà, subito l'accettano e si accingono all'opera. Saranno salvi in eterno» (MB 12,230). «Invece a chi dicesse: "Io mi farei ben religioso ma chi sa se io sarò poi chiamato? Io mi fermo qui: ma chi sa se il Signore mi vorrà proprio qui e non piuttosto là?". A costoro vorrei rispondere:
— 1° dal momento che voi avete avuto il desiderio, la voglia di entrare in congregazione è già segno che il Signore, avendo posto questo desiderio, questa voglia in voi, vuole che voi la seguiate;
— 2° dal momento che questo desiderio in voi ci fu da parte del Signore, voi non dovete rigettarlo senza manifesta volontà di Dio in contrario, la quale deve essere riconosciuta dal direttore spirituale» (MB 11,298). «Se il Signore infatti non vi avesse chiamati a questo stato, non vi avrebbe dato il desiderio illuminato sul da farsi, né la volontà di abbracciarlo; non vi avrebbe messi nella circostanza di poter eseguire il vostro desiderio; non vi avrebbe fatto provare quel piacere e quella pace che provaste quando sentiste d'essere stati accettati. E dunque del tutto certo che noi siamo chiamati a questo stato» (MB 11,512).
«Per decidere davvero della propria vocazione bisogna portarsi in punto di morte; là si vede ciò che è realtà e ciò che è verità» (MB 11,509).
(Breve pausa).
G Questo era il suo pensiero sulla formazione delle vocazioni:
«Per coltivare le vocazioni ecclesiastiche insinuate amore alla castità, orrore al vizio opposto, separazione dai discoli, comunione frequente; usate con loro carità, amorevolezza e benevolenza speciale» (MB 11,390).
«La vocazione infatti per essere ben eseguita richiede un totale distacco da tutto ciò che non è Dio» (MB 13,229). «I parenti poi e gli amici sono quelli dai quali ci dobbiamo maggiormente guardare in fatto di vocazione. Molte volte coi loro consigli mettono innanzi le più gravi difficoltà a chi vuol darsi tutto a Dio» (MB 12,561).
PAROLE DEL CELEBRANTE
275
CANTICO DELLA VERGINE MARIA PREGHIERA LITANICA
C Invochiamo con l'intercessione di Don Bosco il Signore perché elegga nuovi giovani al servizio della gioventù secondo il carisma salesiano.
G Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, Signore.
— Per i pastori della Chiesa: accolgano con cura premurosa quei giovani che Cristo ha eletto, con diversità di carismi, per seguirlo nel ministero sacerdotale o nella professione dei consigli evangelici. Preghiamo.
— Per le famiglie cristiane, perché vivano profondamente i valori evangelici ed educhino i figli in modo tale da renderli disponibili alla chiamata di Dio. Preghiamo.
— Per coloro che si preparano al sacerdozio o alla vita religiosa: abbiano la generosità e la costanza di condurre a termine, con la grazia dello Spirito, la via intrapresa. Preghiamo.
— Per i giovani, perché sentano l'urgenza di collaborare alla salvezza totale dell'uomo, specialmente dei loro coetanei poveri e abbandonati, e rispondano con generosità all'appello di Dio. Preghiamo.
— Per tutti i membri della Famiglia Salesiana: siano presenza viva dello spirito del fondatore e siano testimonianza efficace per una proposta vocazionale nell'oggi della Chiesa e del mondo. Preghiamo.
— Per la nostra comunità. Regni in essa la gioia del servizio di Dio e del Vangelo affinché noi tutti possiamo lavorare con il cuore oratoriano e santo di Don Bosco. Preghiamo.
GT Padre nostro...
C Preghiamo.
O Signore,
manda alla tua Chiesa e alla nostra Congregazione
operai numerosi e zelanti
e suscita in loro
una risposta libera, gioiosa e fedele.
T Amen.
276
BENEDIZIONE EUCARISTICA (Inno di adorazione, Orazione, Benedizione, Acclamazioni)
CANTO FINALE
Quarto schema:
FACCIAMOCI PAROLA E ANNUNCIO DELLA «SEQUELA CHRISTI»
È una celebrazione che si articola secondo i moduli dell'Ufficio divino ed è tutta permeata di Parola di Dio.
SALUTO DEL CELEBRANTE
C O Dio, vieni a salvarmi.
T Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre...
INNO (a tema vocazionale)
I salmi possono essere pregati a cori alterni o in forma responsoriale o cantillati.
SALMO 22
277
Ant. Dite a coloro che sono chiamati: Ecco ho preparato il mio banchetto, venite alle nozze, alleluia.
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla;
su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce.
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome.
Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male,
perché tu sei con me, Signore.
Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza.
Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici; cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca.
Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, e abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni.
(Pausa di riflessione).
C Preghiamo.
Signore, non abbandonare il tuo gregge,
e non disperdere coloro che invocano il tuo nome.
Manda nuovi pastori nella tua Chiesa
affinché nessuno si perda di coloro
che hai toccato con la tua grazia.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
SALMO 138 (vv. 1-14.17-18.23-24)
Ant. La tua sapienza risplende su di noi, o Dio. Tu ci hai afferrati dall'eternità nel segno di Melchisedech.
Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu sai quando seggo e quando mi alzo. Penetri da lontano i miei pensieri, mi scruti quando cammino e quando riposo.
Ti sono note tutte le mie vie; la mia parola non è ancora sulla lingua e tu, Signore, già la conosci tutta.
Alle spalle e di fronte mi circondi e poni su di me la tua mano. Stupenda per me la tua saggezza, troppo alta, e io non la comprendo.
Dove andare lontano dal tuo spirito, dove fuggire dalla tua presenza? Se salgo in cielo, là tu sei, se scendo negli inferi, eccoti.
278
Se prendo le ali dell'aurora per abitare all'estremità del mare, anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra.
Se dico: «Almeno l'oscurità mi copra e intorno a me sia la notte»;
nemmeno le tenebre per te sono oscure, e la notte è chiara come il giorno; per te le tenebre sono come luce.
Sei tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre.
Ti lodo perché mi hai fatto come un prodigio; sono stupende le tue opere, tu mi conosci fino in fondo.
Quanto profondi per me i tuoi pensieri, quanto grande il loro numero, o Dio! Se li conto sono più della sabbia, se li credo finiti con te sono ancora.
(Pausa di riflessione),
C Preghiamo.
Signore, tu sai tutto di noi;
nel Cristo tuo Figlio
siamo divenuti pietra del tuo tempio santo,
benedici i nostri giorni
perché siamo strumenti privilegiati
di edificazione del tuo Regno.
T Amen,
279
CANTICO DI ./S 49,1-13
Ascoltatemi, o isole,
udite attentamente, nazioni lontane;
il Signore dal seno materno mi ha chiamato,
fin dal grembo di mia madre
ha pronunciato il mio nome.
Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto all'ombra della sua mano,
mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua faretra.
Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele,
sul quale manifesterò la mia gloria».
Io ho risposto: «Invano ho faticato,
per nulla e invano ho consumato le mie forze.
Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa presso il mio Dio».
Ora disse il Signore che mi ha plasmato: «È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe
e ricondurre i superstiti di Israele.
Ma io ti renderò luce delle nazioni perché porti la mia salvezza fino all'estremità della terra».
Dice il Signore:
«Al tempo della misericordia ti ho ascoltato, nel giorno della salvezza ti ho aiutato.
Ti ho formato e posto come alleanza per il popolo,
per far risorgere il paese,
per farti rioccupare l'eredità devastata,
per dire ai prigionieri: Uscite,
e a quanti sono nelle tenebre: Venite fuori.
Essi pascoleranno lungo tutte le strade,
e su ogni altura troveranno pascoli. Non soffriranno né fame né sete
e non li colpirà né l'arsura né il sole, perché colui che ha pietà di loro li guiderà, li condurrà alle sorgenti di acqua.
Io trasformerò i monti in strade e le mie vie saranno elevate.
Ecco, questi vengono da lontano,
ed ecco quelli vengono da mezzogiorno e da occidente e quelli dalla regione di Assuan».
280
LETTURA BREVE (uno dei brani elencati a scelta)
— Gal 1,11-16.
— Mt 4,18-22.
— At 9,3-9.
— At 22,6-10.
— At 26,12-17.
— Gv 1,35-51.
RIFLESSIONE PERSONALE O GUIDATA CANTO RESPONSORIALE
CANTICO DELLA VERGINE MARIA
Ant. Ecco, io sono la serva del Signore, si compia in me la sua volontà.
INTERCESSIONI
Possono essere spontanee o secondo la proposta delle precedenti celebrazioni; si suggerisce una delle preghiere corali del primo schema.
PADRE NOSTRO
PREGHIERA CONCLUSIVA
C O Gesù, divino Pastore delle anime,
che hai chiamato gli apostoli
per farne pescatori di uomini,
attira ancora a te
anime giovani, ardenti e generose,
rendile partecipi
della tua sete di universale redenzione,
per la quale rendi presenti ogni giorno il tuo sacrificio.
Tu, o Signore,
sempre vivo a intercedere per noi,
dischiudi gli orizzonti del mondo intero,
ove il muto supplicare di tanti fratelli
chiede luce di verità e calore di amore;
affinché rispondendo alla tua chiamata
prolunghino quaggiù la tua missione,
edifichino il tuo corpo mistico, che è la Chiesa,
e siano sale della terra e luce del mondo.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. -
T Amen.
(Paolo VI).
281
BENEDIZIONE CANTO FINALE
3.8.4. CELEBRAZIONI DI PREGHIERA PER IL PAPA
Noi vediamo nella Chiesa, popolo di Dio, la comunione di tutte le forze che operano per la salvezza dell'umanità, e come Don Bosco vi collaboriamo nella fedeltà ai pastori, ricordando che «qualunque fatica è poco quando si tratta della Chiesa e del papato» (Don Bosco). Fedeli al nostro carisma, siamo presenza di unità ecclesiale e di servizio tra i giovani, portando la nostra competenza creativa e la nostra preghiera per costruire il regno che è già nel cuore di ogni uomo.
Presentiamo alcune proposte celebrative per il Papa, utili specialmente in occasione di ricorrenze giubilari o di interventi particolari del Sommo Pontefice. Diamo pure alcuni testi da inserire in celebrazioni della comunità o affidati alla preghiera personale.
Primo schema: QUALSIASI FATICA È POCO QUANDO SI TRATTA DELLA CHIESA E DEL PAPATO
CANTO DI INIZIO
SALUTO DEL CELEBRANTE
C La grazia di Dio onnipotente,
l'amore di Cristo, buon pastore,
e la comunione dello Spirito che vivifica,
sia con tutti voi.
T E con il tuo spirito.
282
C Preghiamo.
Donaci, o Signore, di vivere nella gioia
il nostro appartenere alla Chiesa di Cristo:
conferma con la tua grazia
il nostro papa...
e dona a noi un cuore docile e obbediente.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
Sono indicazioni a scelta secondo il taglio tematico che si vuole dare alla celebrazione di preghiera. Si possono fare due letture, con il salmo responsoriale dopo la prima, poi un brano del Vangelo, riservando il testo salesiano come commento.
— Ef 2,13-20: Edificati su Cristo.
— Mt 16,16-20: Confessione di Pietro.
— Gv 6,67-70: Confessione di Pietro.
— Gv 21,15-19: Pasci le mie pecore.
SALMO RESPONSORIALE (dal Sa/ 79)
Può essere letto a cori alterni o nello schema presentato.
Ant. O Cristo, buon pastore, ascolta la nostra preghiera.
1 coro Tu, pastore di Israele, ascolta, tu che guidi Giuseppe come un gregge. Assiso sui cherubini rifulgi
davanti a Efraim, Beniamino e Manasse.
2 coro Risveglia la tua potenza
e vieni in nostro soccorso. T Rialzaci, Signore nostro Dio, fa' risplendere il tuo volto e noi saremo salvi.
1 coro Signore, Dio degli eserciti, fino a quando fremerai di sdegno contro le preghiere del tuo popolo?
2 coro Ci hai fatto motivo di contesa per i vicini
e i nostri nemici ridono di noi. T Rialzaci, Dio degli eserciti, fa' risplendere il tuo volto e noi saremo salvi.
283
1 coro Hai divelto una vite dall'Egitto,
per trapiantarla hai espulso i popoli.
Le hai preparato il terreno,
hai affondato le sue radici e ha riempito la terra.
2 coro La sua ombra copriva le montagne
e i suoi rami i più alti cedri. Ha esteso i suoi tralci fino al mare
e arrivavano al fiume i suoi germogli.
T Dio degli eserciti, volgiti,
guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna, proteggi il ceppo che la tua destra ha piantato, il germoglio che ti sei coltivato.
1 coro Quelli che l'arsero con il fuoco e la recisero, periranno alla minaccia del tuo volto.
Sia la tua mano sull'uomo della tua destra, sul figlio dell'uomo che per te hai reso forte.
2 coro Da te più non ci allontaneremo,
ci farai vivere e invocheremo il tuo nome.
T Rialzaci, Signore, Dio degli eserciti,
fa' risplendere il tuo volto e noi saremo salvi.
ASCOLTO E RIFLESSIONE NEL CARISMA SALESIANO
Presentiamo due brani a scelta.
L Dalle «Memorie Biografiche» di san Giovanni Bosco. «Don Bosco era tutto per il Papa; sovente parlava di lui e per lui faceva pregare, che a Gaeta sentiva grandissimo dolore per gli eccessi della rivoluzione nei suoi stati. Il Santo Padre (...) aveva in questo mentre ricevuto la povera, ma affettuosa e giovanile offerta dell'Oratorio di Valdocco, che non solo eragli tornata di sommo gradimento, ma ne conservò memoria finché visse.
Persone che raccolsero le sue impressioni riferirono la cosa con queste parole: "L'offerta di trentatré lire fatta dai giovanetti e le espressioni semplici e sincere che l'accompagnavano commossero il tenero cuore di Pio IX. Prese egli la somma e lo scritto che le andava unito, ne fece egli stesso un pacco, vi scrisse sopra la provenienza e disse che voleva farne un uso particolare. Quindi diede ordine a S. E. il Cardinale Antonelli di scrivere
una lettera al Nunzio di Torino, onde venisse partecipata agli offerenti la pontificia soddisfazione"» (MB 4,82-83).
284
L Dalle «Memorie Biografiche» di san Giovanni Bosco. «Gesù disse a san Pietro: Tu sei Pietro e sopra questa pietra fonderò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non la vinceranno mai, perché io sarò coi Pastori di essa tutti i giorni fino alla consumazione dei secoli.
Questo disse a san Pietro e ai suoi successori, i Romani Pontefici, e a nessun altro.
Chi vi dice queste cose diverse da quanto vi dico, non credetelo: egli vi inganna. Siate intimamente persuasi di queste grandi verità: dove c'è il successore di Pietro, là c'è la vera Chiesa di Gesù Cristo.
Niuno trovasi nella vera Religione, se non è cattolico; niuno è cattolico senza il Papa» (dal proemio di Avvisi ai Cattolici, in MB 4,226).
«Approvate quanto il Papa approva; e condannate quelle cose che il Papa condanna (...). Guardiamoci dall'essere di quelli che avendo spesa la vita in tutt'altro studio che in materia ecclesiastica, si fanno lecito di censurare detti o fatti dell'autorità della Chiesa» (da Il Cristiano guidato alla virtù..., in MB 3,380).
«Amiamoli, ei diceva, i Romani Pontefici, e non facciamo distinzione del tempo e del luogo in cui parlano; quando ci danno un consiglio e più ancora quando ci manifestano un desiderio, questo sia per noi un comando» (da un discorso ai giovani dell'oratorio, MB 5,573).
Se alla celebrazione si vuole dare un'impronta più generale, si possono scegliere testi patristici. Ne indichiamo due dall'Ufficio delle Letture.
— Dai discorsi di san Leone Magno, papa (Disc. 4,1-2; PL 54,148-149: cf Lit. Ore IV 1441).
— Dalle omelie su Ezechiele di san Gregorio Magno, papa (Lib. 1,11,4-6; CCL 142,170-172: cf Lit. Ore IV 1254).
INTERCESSIONI
In sostituzione delle intercessioni si suggerisce una delle preghiere che seguono lo schema di questa celebrazione.
285
C Al Padre, che ci ha radunati nella Chiesa come popolo di salvati,
presentiamo in Cristo la nostra preghiera. ,
GT O Signore, guida il tuo popolo.
G — Per la Chiesa di Dio: purificata e rinnovata dallo Spirito cresca nell'unità e nella pace. Preghiamo.
— Per il Papa ...: sia illuminato dallo Spirito nello scrutare i segni dei tempi e nel guidare il popolo di Dio. Preghiamo.
— Per i credenti: trovino nel successore di Pietro la conferma della fede e il custode saggio dell'unità. Preghiamo.
— Per la nostra comunità: sull'esempio di Don Bosco rispetti e ami il Romano Pontefice. Preghiamo.
C Guidati dallo Spirito di Dio e fondati in Cristo, capo della Chiesa, invochiamo il Padri acclamando:
T Padre nostro...
C O Dio, che hai scelto ... come vescovo di Roma
e pastore della Chiesa universale: donagli forza e coraggio
nella guida del popolo di Dio, assistilo nelle difficoltà
e proteggilo dal male. Per Cristo nostro Signore. T Amen.
BENEDIZIONE
CANTO FINALE
Formule di preghiera per il Papa
Preghiera per il Papa, servo nella carità di Dio
286
C O Cristo, eterno sacerdote della nuova alleanza, che sospeso sulla croce hai- manifestato al mondo
il mistero della salvezza a tutte le genti costituendo la tua Chiesa
nel segno della morte al peccato
e della gloriosa risurrezione:
conserva e proteggi coloro che sono guida
e testimoni del tuo Vangelo.
O Cristo, re di giustizia e pace,
che hai chiamato per le strade della Galilea i tuoi apostoli
e a Pietro hai affidato il tuo regno qui in terra: benedici il nostro papa ...
e santificalo nel servizio della carità.
O Cristo, profeta di liberazione,
che effondi il tuo Spirito di santità sulla terra: assisti il supremo pastore della Chiesa affinché riveli al mondo il tuo mistero insegnando e donando il Verbo della vita.
T Amen.
Oremus pro Pontifice
Il testo latino può essere anche cantato in gregoriano.
Oremus pro Pontifice nostro N. Dominus conservet eum, et vivificet eum, et beatum faciat eum in terra, et non tradat eum in animam inimicorum eius.
Oppure:
Preghiamo il Signore per il nostro santo padre il papa N.: il Signore Dio nostro, che lo ha scelto nell'ordine episcopale, gli conceda vita e salute e lo conservi alla sua santa Chiesa, come guida e pastore del popolo santo di Dio.
C Sia la tua mano su chi è alla tua destra.
T E sopra il Figlio dell'uomo che hai confermato segno della tua carità.
287
C O Dio, pastore e guida di tutti i credenti, guarda il tuo servo ...
che hai posto a presiedere la tua Chiesa;
C Al Padre, che ci ha radunati nella Chiesa come popolo di salvati,
presentiamo in Cristo la nostra preghiera.
GT O Signore, guida il tuo popolo.
G — Per la Chiesa di Dio: purificata e rinnovata dallo Spirito cresca nell'unità e nella pace. Preghiamo.
— Per il Papa ...: sia illuminato dallo Spirito nello scrutare i segni dei tempi e nel guidare il popolo di Dio. Preghiamo.
— Per i credenti: trovino nel successore di Pietro la conferma della fede e il custode saggio dell'unità. Preghiamo.
— Per la nostra comunità: sull'esempio di Don Bosco rispetti e ami il Romano Pontefice. Preghiamo.
C Guidati dallo Spirito di Dio e fondati in Cristo, capo della Chiesa, invochiamo il Padie acclamando: T Padre nostro...
C O Dio, che hai scelto ...
come vescovo di Roma
e pastore della Chiesa universale:
donagli forza e coraggio
nella guida del popolo di Dio,
assistilo nelle difficoltà
e proteggilo dal male.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
BENEDIZIONE
CANTO FINALE
Formule di preghiera per il Papa
286
Preghiera per il Papa, servo nella carità di Dio
C O Cristo, eterno sacerdote della nuova alleanza, che sospeso sulla croce hai manifestato al mondo
il mistero della salvezza a tutte le genti
costituendo la tua Chiesa nel segno della morte al peccato e della gloriosa risurrezione: conserva e proteggi coloro che sono guida e testimoni del tuo Vangelo.
O Cristo, re di giustizia e pace,
che hai chiamato per le strade della Galilea i tuoi apostoli
e a Pietro hai affidato il tuo regno qui in terra: benedici il nostro papa ...
e santificalo nel servizio della carità.
O Cristo, profeta di liberazione,
che effondi il tuo Spirito di santità sulla terra: assisti il supremo pastore della Chiesa affinché riveli al mondo il tuo mistero insegnando e donando il Verbo della vita.
T Amen.
Oremus pro Pontifice
Il testo latino può essere anche cantato in gregoriano.
Oremus pro Pontifice nostro N. Dominus conservet eum, et vivificet eum, et beatum faciat eum in terra, et non tradat eum in animam inimicorum eius.
Oppure:
Preghiamo il Signore per il nostro santo padre il papa N.: il Signore Dio nostro, che lo ha scelto nell'ordine episcopale, gli conceda vita e salute e lo conservi alla sua santa Chiesa, come guida e pastore del popolo santo di Dio.
C Sia la tua mano su chi è alla tua destra.
T E sopra il Figlio dell'uomo che hai confermato segno della tua carità.
C O Dio, pastore e guida di tutti i credenti, guarda il tuo servo ...
che hai posto a presiedere la tua Chiesa;
sostienilo con il tuo amore,
perché edifichi con la parola e con l'esempio
il popolo che gli hai affidato.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
287
Preghiamo come Don Bosco nella fedeltà al Papa
La fedeltà al Papa è nella tradizione salesiana: il successore di Pietro è creativa presenza della Chiesa tra i giovani.
C O Dio, che nel disegno della tua sapienza hai costruito la Chiesa sulla roccia di Pietro, guarda e sostieni il ministero pastorale del nostro Papa ...;
aiutaci ad essere fedeli al suo insegnamento e saggi interpreti del Magistero per portare ai giovani il desiderio di edificare l'era nuova di unità e di pace.
Con Don Bosco rendici servitori attenti alle urgenze dei tempi e capaci di essere profeti di speranza per fecondare il campo di Dio.
Nel dispiegarsi dei doni dello Spirito fa' di noi tutti strumenti eletti della tua grazia di salvezza per essere annuncio del Vangelo fino agli estremi confini della terra.
T Amen.
3.8.5. CELEBRAZIONI DI PREGHIERA PER LE MISSIONI
«I popoli non ancora evangelizzati sono stati oggetto speciale della premura e dello slancio apostolico di Don Bosco. Essi continuano a sollecitare e a mantenere vivo il nostro zelo: ravvisiamo nel lavoro missionario un lineamento essenziale della nostra Congregazione» (Cost. 30).
Ogni comunità, in nome anche della vocazione evangelica, è missionaria e vive il suo lavoro in armonia con il crescere globale della missione che Dio ci ha affidato. Nel misterioso
288
dialogo della preghiera sente vicini coloro che portano pane materiale e spirituale ai giovani che non hanno ancora conosciuto e amato il Verbo della salvezza.
Nel nome di Cristo e con l'affetto di Don Bosco ricordiamoci di tutti i confratelli sparsi nel mondo e celebriamo con loro la gioia di portare l'annuncio della liberazione fino agli estremi confini della terra. Vogliamo essere in ogni nazione segni viventi della pace e dell'amore di Gesù di Nazaret, perché ogni creatura trovi in Dio la sua salvezza.
Ogni comunità stabilirà tempi e modi celebrativi di preghiera per le missioni e per essere missionaria del Vangelo anche in patria.
Presentiamo alcuni schemi e preghiere che si possono inserire nelle pratiche di pietà della comunità o recitare individualmente.
Primo schema:
MANDATI PER LE STRADE DEL MONDO AD ANNUNCIARE PACE E SANTITÀ
Va', vendi, vieni, seguimi e annuncia. Gesù definisce il proprio discepolato con una serie incalzante di imperativi. Nella convinzione d'aver scoperto un tesoro, il vero seguace corre a vendere il suo passato carico di compensazioni, ritorna dal divino Maestro per vivere con lui un'esperienza di conversione e santità, lo segue accorgendosi dell'urgenza di salvezza da portare ad ogni uomo e si fa annunciatore della lieta novella.
Il seguente schema ci porta a meditare sull'essenza missionaria della vita cristiana che per noi si attua con il metodo di Don Bosco vissuto nell'oggi, come segno di speranza futura.
CANTO Dl INIZIO
SALUTO DEL CELEBRANTE
C Nel nome del Padre...
Grazia a voi e pace da Gesù Cristo che ha fatto noi tutti missionari del suo Vangelo nell'unico Spirito di carità.
T Amen.
289
C Preghiamo.
Concedi alla tua Chiesa, o Signore,
di essere sacramento universale di salvezza
e di portare a tutti gli uomini
l'annuncio del Vangelo,
nell'obbedienza al mandato di Cristo.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
T Amen.
ASCOLTO DELLA PAROLA
Prima lettura: At 10,34-48: Dio non fa preferenza di persone.
SALMO DI MEDITAZIONE (recita responsoriale) Sal 65: Acclamate a Dio da tutta la terra.
Rit. Acclamate a Dio, voi popoli della terra!
Seconda lettura: Mt 28,16-20: Mandati a tutti gli uomini di buona volontà.
Oppure
Prima lettura: Ls. 2,1-5: La pace nel regno di Dio.
SALMO DI MEDITAZIONE (recita responsoriale) Sal 121: Quale gioia quando mi dissero...
Rit. Camminiamo insieme verso la casa del Signore.
Seconda lettura: Gv 10,11-16: Il buon pastore.
RIFLESSIONE GUIDATA
O LETTURA DI DOCUMENTI E FONTI SALESIANE SULLE MISSIONI
Presentiamo alcuni brani tratti dalle Memorie Biografiche, ma la riflessione si può svolgere anche su altre fonti salesiane e su documenti capitolari significativi, oppure su lettere circolari dei Rettori Maggiori.
290
L «Don Bosco, dopo aver udito la narrazione delle gesta dei missionari, molte volte esclamava:
— Oh! se avessi molti preti e molti chierici, vorrei mandarli ad evangelizzare la Patagonia e la Terra del Fuoco. E sai tu il perché, o caro Bellia? Indovina!
— Perché forse è il luogo dove c'è più bisogno di missionari — osservò Bellia.
— Hai indovinato; perché questi popoli finora furono i più abbandonati.
Don Bosco adunque si sentiva già attirare dalla Provvidenza Divina verso quelle lontanissime regioni.
— Era il tipo del santo prete, — esclamava don Savio Ascanio. — Se tutto il clero avesse fatto come lui, si sarebbe convertito il mondo universo. Si struggeva dal desiderio di convertire tutti i popoli e di salvare tutte le anime» (MB 3,363).
«Gettando talora gli sguardi su qualche carta del mappamondo, sospirava nel vedere come tante regioni ancora giacessero nell'ombra della morte, e mostrava ardente desiderio di poter un giorno portar la luce del Vangelo in luoghi non raggiunti da altri missionari» (MB 3,546).
«Esclamava: "Se potessi avere con me dodici giovani dei quali io fossi padrone di disporre come dispongo di questo fazzoletto vorrei spargere il nome di N.S. Gesù Cristo non solo in tutta l'Europa, ma al di là, fuori dei suoi confini, nelle terre lontane, lontane"» (MB 4,424). «Nonostante la penuria di personale vagheggiava sempre nuove imprese apostoliche e su vasta scala...
Fu udito anche esclamare: "Che bel giorno sarà quello, quando i missionari salesiani, salendo su per il Congo di stazione in stazione, si incontreranno con i loro confratelli che saranno venuti su per il Nilo e si stringeranno la mano lodando il Signore".
Don Francesco Dalmazzo depose di averlo udito più volte egli stesso esclamare: "Quando i nostri missionari andranno ad evangelizzare le varie regioni dell'America, dell'Australia, nell'India, nell'Egitto e in più altri luoghi, che bel giorno sarà quello!". (...) Sempre ardente per la propagazione della fede, avrebbe voluto suggerire al Papa che nelle litanie dei santi aggiungesse la rogazione: "Ut bonos et dignos operarios in messem tuam mittere digneris, Te rogamus audi nos". Ma non osò fare la proposta. Oggi, sebbene in altri termini, la cosa è fatta» (MB 11,409).
291
INTERCESSIONI
In alternativa alle intercessioni si suggerisce la recita cora
le di una delle preghiere che seguono. ,
C Come comunità riunita dall'amore di Dio preghiamo il Padre perché a tutti gli uomini giunga il messaggio della salvezza.
T Ogni uomo veda la tua salvezza, o Signore.
G — Per la Chiesa santa cattolica: ogni cristiano senta la responsabilità di essere evangelizzatore e testimone di Cristo. Preghiamo.
— Per i missionari del Vangelo: rivolgano una particolare attenzione ai poveri, ai giovani, alla cura delle vocazioni e comprendano i germi di verità delle culture nelle quali si inseriscono. Preghiamo.
— Per coloro che non credono in Cristo: vivano nella ricerca della saggezza e siano disponibili alla luce del Vangelo. Preghiamo.
— Per i giovani: nell'impegno verso i fratelli più poveri e in ascolto delle urgenze del tempo presente sappiano scoprire la grandezza della missione cristiana. Preghiamo.
— Per le nostre comunità salesiane: nella dedizione pastorale ai giovani possano essere germe qualificato per fondare la nuova civiltà dell'amore e crescere nella santità che è preghiera, annuncio e fraterna solidarietà. Preghiamo.
C Nella fiducia che il Regno si estenderà fino agli estremi confini della terra, invochiamo il Padre di ogni benedizione e diciamo insieme:
T Padre nostro...
C O Signore, manda ancora alla tua Chiesa il tuo Spirito di verità e di amore, dono della Pasqua di Cristo,
perché essa sia tutta missionaria e ogni credente mantenga vivo lo slancio di portare nel mondo la novità di Cristo. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
T Amen.
292
BENEDIZIONE CANTO FINALE
Secondo schema (in occasione della consegna del Crocifisso ai nuovi missionari)
Dispersi ma non divisi. Come Salesiani siamo presenti in molte nazioni e diverse culture. L'essere missionari ci contraddistingue come cristiani. L'essere missionari ed educatori dei giovani è l'aspetto tipico che ci distingue come figli di Don Bosco. Portare il Vangelo a coloro che non lo conoscono, riqualificare il cristianesimo dove si è assopito nell'indifferenza spirituale e riproporlo ai fratelli che lo hanno negato, sono i modi della Chiesa missionaria d'oggi, e per noi questo servizio si svolge tra i giovani.
Rimane sempre significativo il momento della partenza verso terre lontane di nuovi missionari, a cui viene consegnata la croce di Cristo da portare quale luce di grazia ad altri fratelli.
Ogni comunità locale si associ spiritualmente a questo evento attraverso la preghiera e la gioia familiare.
Il Rituale Romano «De Benedictionibus» presenta un rito particolare per la benedizione dei missionari che partono. Lo stesso schema, che si può svolgere come celebrazione della Parola o inserire nella Messa, prevede il rito della consegna del Crocifisso.
Suggeriamo una breve celebrazione, che associa la comunità ai confratelli che ricevono il Crocifisso, al fine di percepire spiritualmente l'unità vocazionale nel carisma salesiano.
CANTO DI INIZIO
SALUTO DEL CELEBRANTE ORAZIONE
ASCOLTO DELLA "4 unl A
1 Cor 1,21-25: Noi predichiamo Cristo sapienza di Dio.
2 Cor 4,5-12: Noi predichiamo Cristo crocifisso.
CANTO DI MEDITAZIONE
293
IL RICORDO DI DON BOSCO AI SUOI MISSIONARI PARTENTI
Si propongono due brevi stralci dal sermone di Don Bosco per la partenza dei primi missionari.
«Noi diamo principio ad una grand'opera, non perché si abbiano pretensioni o si creda di convertire l'universo intero in pochi giorni, no; ma chi sa, che non sia questa partenza un seme da cui abbia a sorgere una grande pianta? Chi sa, che non sia come un granellino di miglio di senapa, che a poco a poco vada estendendosi e non sia per fare un gran bene? Chi sa che questa partenza non abbia svegliato nel cuore di molti il desiderio di consacrarsi a Dio nelle Missioni, facendo corpo con noi e rinforzando le nostre file? Io lo spero. Ho visto il numero stragrande di coloro che chiesero di essere prescelti» (MB 11,385).
«Andrete, ma non andrete soli; tutti vi accompagneranno. Non pochi compagni seguiranno il vostro esempio e vi andranno a raggiungere nel campo della gloria e delle tribolazioni. E quelli che non potranno partire con voi per accompagnarvi nel campo evangelico, che la Provvidenza Divina vi ha stabilito, vi accompagneranno col pensiero e colla preghiera e con voi divideranno le consolazioni, le afflizioni, i fiori e le spine, affinché col divino aiuto possiate riuscire fruttuosi in tutto quello che dovrete sostenere per la salvezza delle anime da Gesù redente. Andate adunque, il Vicario di Gesù Cristo, il nostro veneratissimo Arcivescovo vi hanno benedetti, io pure con tutto l'affetto del mio cuore invoco copiose le divine benedizioni sopra di voi, sopra il vostro viaggio, sopra ogni vostra impresa, ogni vostra fatica» (MB 11,387).
INTERCESSIONI
T Annunciamo la tua morte in croce, e proclamiamo la tua salvezza.
G O Cristo, che ti sei fatto sacerdote di salvezza sacrificandoti quale vittima di espiazione sulla croce, salva ogni uomo che desidera la tua pace, affinché tutto sia restaurato nel tuo amore.
— O Cristo, che elevato sul luogo del cranio sei segno dell'umanità redenta, distendi le tue braccia su tutte le genti, affinché la tua croce porti speranza ai sofferenti e gioia ai retti di cuore.
294
— O Cristo, che hai chiamato i nostri fratelli a portare l'annuncio misericordioso dell'Onnipotente a coloro che ancora non ti conoscono, benedici le loro fatiche, affinché nelle difficoltà e nella solitudine ritrovino la compagnia della tua croce e risurrezione gloriosa.
— O Cristo, che ci mandi missionari del Vangelo in un mondo indifferente e ostile alla tua proposta di liberazione, ispira il nostro lavoro, affinché la stoltezza della tua croce sia per noi fonte di sapienza.
T Padre nostro...
C O Dio onnipotente,
i nostri fratelli ci lasciano
per portare Cristo crocifisso e glorioso alle genti lontane.
Benedici il loro lavoro tra i giovani e i bisognosi,
sentano essi la nostra amicizia,
fa' che nello scorrere dei giorni non dimentichiamo
i loro volti e le loro necessità.
Rendici solidali con la loro missione
per attuare con più coraggio la nostra.
Riunisci noi tutti e coloro che abbiamo amato
con il tuo amore nella dimora degli eletti.
La presenza materna di Maria Ausiliatrice
e l'intercessione di Don Bosco siano auspicio di grazia.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
BENEDIZIONE CANTO FINALE
Formulario di preghiera per le missioni
Ogni uomo sia afferrato dall'amore di Dio
È una preghiera che fa meditare sull'essenza missionaria del cristianesimo.
A immagine di un Dio trinitario che è per noi dono di creazione e redenzione, facciamoci voce dello Spirito per collaborare al suo piano di salvezza.
295
Padre onnipotente,
creatore della storia e signore della vita, che tutto hai disposto con amore provvidente,
all'umanità sconvolta dal peccato
hai promesso il riscatto dalla colpa antica:
guarda i popoli della terra
affinché ritrovino nel loro cuore i germi dell'unica verità
incontrino e accolgano
i profeti dell'atteso Giorno del Signore.
Cristo,
Figlio obbediente dell'eterno Padre, che ti sei fatto annuncio di salvezza a Israele e ai popoli del mondo: eleggi i tuoi messaggeri di pace affinché ogni uomo di buona volontà ritrovi il senso della sua giustizia
sia confermato dalla tua Grazia.
Spirito d'amore,
che ispiri i cuori sinceri
ed effondi i tuoi doni di redenzione
a chi cerca l'Infinito con cuore rinnovato:
santifica l'unica Chiesa,
conferma nella carità pastorale i sacri ministri
tutti i battezzati
affinché siano mossi dal desiderio della salvezza. Amen.
Preghiamo per essere missionari come Don Bosco, che mai ha rinunciato ad essere solidale con la causa dei poveri e dei giovani d'ogni paese della terra.
Dio,
che in Don Bosco ci hai dato un segno della tua grazia benevolente
un profeta del tuo amore tra i giovani più poveri, confermaci nella fedeltà
assistici con la tua protezione.
Fa' che impariamo ogni giorno a lodare te solo, a non dimenticare il grido di chi soffre,
dell'orfano e dell'indigente,
di chi non è ancora toccato dalla tua grazia e dei giovani che non desiderano la tua liberazione.
Rendi noi tutti missionari del tuo Vangelo per portare al mondo la vera pace
nello sviluppo e nella fraterna solidarietà. Aiutaci a vivere nello spirito di famiglia per costruire con coloro a cui siamo mandati l'unica vocazione alla santità. Amen.
296
TI rendiamo grazie, o Dio, per questo nostro fratello (Preghiera nel ritorno di un missionario)
Nella nostra comunità o nell'ispettoria è frequente il ritorno di confratelli sacerdoti o coadiutori che hanno dedicato energia e salute per spargere il seme della parola tra popoli lontani. Ci uniamo a loro per ringraziare il Signore e li accogliamo con la gioia di godere della loro esperienza.
Questa preghiera può chiudere una comunicazione di esperienze del confratello missionario.
G Ti celebriamo, o Dio onnipotente, con tutte le tue creature:
T Tu hai fatto ogni cosa con sapienza e amore.
G Ti proclamiamo, o Signore, con gli angeli e i santi del cielo:
T Tutto canta al tuo nome santo.
G Adoriamo, o Dio santo ed eterno, con ogni fratello, che come noi ha sperato nella tua misericordia:
T Tu sei bontà infinita e premio per il giusto.
G Ti rendiamo grazie, o Padre, per questo confratello che ha fecondato con il suo lavoro la terra e ha raccolto nella fatica i frutti della tua grazia:
T Benedici, o Signore, questo tuo servo fedele.
G Ti rendiamo grazie, o Cristo, per coloro che hanno inciso il tuo nome nel cuore di tanti giovani d'ogni razza, popolo o nazione:
T Fa' che i loro nomi e quelli a cui sono andati siano scritti nel cielo.
297
G Ti rendiamo grazie, o Spirito di sapienza, che hai tenuto nascoste le cose di Dio agli arroganti di questo mondo e le hai rivelate ai piccoli, perché con il coraggio della santità le annunciassero ai più poveri:
T Esalta nella tua gloria questi servi fedeli e dimentica il peccato che insidia il cuore di ogni uomo.
D Con festosa accoglienza
diamo il benvenuto a ...
nella nostra comunità (ispettoriale);
la sua (loro) esperienza di vita ci edifichi
e incoraggi la nostra missione tra i giovani.
Il Signore aiuti noi tutti
ad essere testimoni premurosi di fraternità,
compensi le fatiche di tanti confratelli
che con zelo e sacrificio annunciano,
nella sofferenza e nella gioia, il Verbo della salvezza,
affinché possiamo ritrovarci un giorno
nel celeste banchetto.
Il Signore conservi noi tutti nella sua amicizia.
T Amen.
CANTO (alla Vergine o a Don Bosco)
Tra i giovani di questo tempo (Preghiera per la nostra missione)
Il campo di Dio è ovunque, e anche chi lavora nei paesi del progresso e del cristianesimo deve lottare contro l'indolenza spirituale e riqualificare la minoranza cristiana, specie tra i giovani.
O Signore,
che hai elargito nello Spirito i doni della tua grazia
e hai effuso con molteplicità di presenze
il tuo amore su tutta la terra,
guarda il nostro lavoro e santificalo.
Troppi giovani dimenticano di raggiungerti come amico
nel mistero della tua persona.
Turbati dall'indifferenza e dall'egoismo
perdono il significato della tua salvezza
e servono idoli che li svuotano.
298
Rassegnàti, come gli altri, crescono
allontanandosi dal candore semplice e spontaneo
della loro infanzia.
Rendici strumenti della tua santità:
infondi in noi speranza ed efficacia di presenza
per far comprendere ai giovani
l'amore con cui siamo stati amati
e daremo loro la nostra amicizia,
il sorriso discreto, il saggio consiglio.
Aiutaci a valorizzare insieme con loro il tempo presente,
affinché il futuro abbia i colori della tua pace
e il mondo diventi la via del perdono e della carità.
Amen.
La nostra missione privilegia coloro che soffrono (Preghiera per i lebbrosi)
È un testo scritto da R. Follereau e indica anche a noi le strade autentiche del servizio agli ultimi.
Signore, insegnaci
a non amare noi stessi,
a non amare soltanto i nostri,
a non amare soltanto quelli che ci amano.
Insegnaci a pensare agli altri ad amare in primo luogo quelli che nessuno ama.
Signore, facci soffrire della sofferenza altrui.
Facci la grazia di capire
che ad ogni istante,
mentre noi viviamo una vita troppo felice,
protetta da te,
ci sono milioni di esseri umani,
che sono pure tuoi figli e nostri fratelli,
che muoiono di fame
senza aver meritato di morire di fame,
che muoiono di freddo
senza aver meritato di morire di freddo.
299
Signore, abbi pietà
di tutti i poveri del mondo.
Abbi pietà dei lebbrosi,
ai quali tu così spesso hai sorriso
quand'eri su questa terra;
pietà dei milioni di lebbrosi,
che tendono verso la tua misericordia
le mani senza dita,
le braccia senza mani...
E perdona a noi di averli,
per una irragionevole paura, abbandonati.
E non permettere più, Signore, che noi viviamo felici da soli.
Facci sentire l'angoscia della miseria universale,
e liberaci da noi stessi. Amen.
300
____________________________________
PARTE SECONDA
L'INCONTRO
CON CRISTO
NEI SACRAMENTI
I sacramenti della fede
L'incontro tra Dio e gli uomini, al di là della comunione misteriosa e ineffabile nelle profondità più segrete della persona, si esprime negli eventi della storia, che assume portata salvifica.
Il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe è il Dio della promessa. L'Incarnazione del Verbo determina il compiersi di questa Alleanza tra Dio e l'uomo: l'uomo è elevato a profeta, sacerdote e re non più in modo fallimentare come era avvenuto nei tempi antichi per i Giudei che non erano stati adoratori in spirito e verità, ma in pienezza attraverso Cristo che è Dio, l'Emmanuele, vittima e sacerdote, profeta dell'eterno banchetto e Signore dell'Universo.
Cristo, sacramento del Padre, nei giorni della sua vita terrena ha insegnato e agito per consegnare al mondo i segni della salvezza. In lui morto e risorto l'umanità ha ritrovato la salvezza perduta; in lui primogenito di ogni creatura noi tutti possiamo invocare il Dio che è nei cieli con il nome di Padre. In Cristo il Padre porta a compimento la storia della salvezza e attende ora la risposta libera di tutta l'umanità. Dall'albero della croce Cristo attira a sé l'intera umanità e da quel segno di ingiusta condanna scaturisce la Chiesa, «universale sacramento della salvezza».
La Chiesa che santifica il tempo esce rinnovata nello Spirito della Pentecoste e riceve la forza di portare il Vangelo del Regno a tutti gli uomini di buona volontà. E nell'oggi del mondo la Chiesa è il «luogo» dell'azione divina e dell'incontro con il Padre.
Gettati nel tempo e liberi di godere in Cristo della libertà siamo chiamati ad essere immagine di Dio in un cammino di santità. Questo è possibile in forza della passione di Cristo, e si attua nei sacramenti della Chiesa che risolvono in Cristo ogni momento dell'esistenza umana.
303
I sacramenti sono destinati a significare la nostra santificazione, perché possiamo rivolgere a Dio un culto a lui gradito ed essere santificati. I sacramenti sono dunque i segni visibili della salvezza e contengono ciò che significano per virtù divina.
La Chiesa nel corso dei secoli ha maturato la propria presa di coscienza circa il desiderio e il mandato di Gesù. Questo è segno dell'attuarsi dei tempi ultimi della salvezza attraverso il travaglio della storia. La Chiesa, animata dallo Spirito Santo, interpreta se stessa in Cristo, e nelle sue membra si rinnova per mezzo della Grazia che profluisce dai sacramenti. I sacramenti della Chiesa hanno valore memoriale, poiché sono attuazione di ciò che Cristo ha fatto e insegnato, e ha comandato di fare.
I sacramenti sono segno dell'azione santificante dello Spirito Santo promesso da Gesù nel giorno della sua Ascensione al cielo e visibilmente donato nel giorno di Pentecoste. Attraverso i sacramenti l'umana creatura, corroborata dallo Spirito, partecipa intimamente alla ricapitolazione di tutte le cose in Cristo affinché si attui la profezia paolina del «Deus omnia in omnibus».
I sacramenti sono dunque modi diversi attraverso cui il popolo di Dio partecipa all'esperienza di Cristo-uomo nei diversi momenti del suo cammino verso il Padre. Un modo concreto ed esistenziale attraverso cui noi esprimiamo la nostra somiglianza con Cristo e attraverso cui lo Spirito ci rende figli del Padre come Cristo. Diventati conformi a Cristo, anche noi possiamo compiere la Pasqua verso il Regno. La Chiesa «fa i sacramenti» in quanto è l'unico sacramento di Cristo. La Chiesa-sacramento si specifica nei diversi sacramenti. Questi hanno la funzione di inserirci sempre di più nel mistero di Cristo.
Nella Chiesa tutta la vita del cristiano è un sacramentale, ovvero un segno di benedizione e ringraziamento al Padre che si dispiega nei molteplici aspetti della vita nella sua dimensione storica. Centro di questa vita sacramentale sono i sacramenti, da cui profluiscono e a cui si dirigono tutti gli altri segni.
Nella Chiesa tutto culmina in Cristo che si è reso sacrificio perfetto, gradito a Dio, e si rende presente in mezzo a noi e in noi nell'Eucaristia.
304
La Chiesa lungo i secoli ha modificato riti, gesti e parole, dimostrando così di avere un potere che viene da Cristo: ciò che fa la Chiesa è ciò che ha fatto Cristo.
Essere segni e portatori dell'amore di Dio ai giovani
Don Bosco nutrì una forte pietà liturgico-sacramentale. La sua volontà di farsi tutto di Dio gli comportò un continuo sforzo di conversione per comprendere, in un codice di santità, ciò che il Signore voleva da lui nel mandarlo tra i giovani poveri. La sua carità nella missione apostolica trova nell'Eucaristia un nutrimento spirituale inesauribile. Il Battesimo che ha ricevuto e in cui è stato confermato è dono troppo grande per non portarlo fino alle terre non ancora toccate dalla grazia del Padre che in Cristo ha costituito la Chiesa. L'Ordine sacro ha reso Don Bosco profeta, maestro e padre con l'unico scopo di santificare e guidare quel gregge che il Signore gli aveva affidato. E al termine dei suoi giorni terreni, unto nello Spirito che guarisce e libera, consegnò al Signore la sua sofferenza e chiese che «i suoi» fossero segni e portatori dell'amore di Dio ai giovani.
Con Don Bosco noi liberamente abbiamo scelto la via stretta dei consigli evangelici per essere proposta radicale di vita cristiana. L'oggi della Chiesa soffre nell'attesa che tutto si ricongiunga a Cristo. L'oggi del mondo vaga disorientato poiché le forze di morte tentano di prevalere sulla vita. Noi siamo chiamati nell'oggi della Chiesa e del mondo per costruire la Chiesa, «sacramento universale di salvezza», attraverso un battesimo testimoniato, in parole e opere, nel servizio dei giovani (cf Cost. 37). I consigli evangelici sono un modo privilegiato per mettersi alla sequela di Cristo, e una vigorosa pietà sacramentale nutre questa nostra scelta di essere «trasparenti a Cristo» attraverso ogni gesto di vita.
In piena libertà ci offriamo a Dio che ci ha consacrati nel giorno del Battesimo (Cost. 24). Con umiltà ci accostiamo nel desiderio di una continua conversione al sacramento della Riconciliazione (Cost. 90). Confidando non tanto nelle nostre forze quanto nella potenza del Cristo risorto, celebriamo ogni giorno la nostra Pasqua nell'Eucaristia. Grati al Signore, lo ringraziamo se ci ha voluti consacrare sacerdoti della Chiesa per santificare e servire nell'impegno sacramentale i giovani.
305
Uniti alle sofferenze della sua passione, offriamo infermità e dolore affinché l'unzione che riceviamo ci associ alla sua lotta contro il peccato, purifichi e risani il nostro corpo mortale.
La nostra vita di discepoli del Signore trova piena attuazione nella missione per i giovani, che si fa offerta a Dio celebrata ogni giorno e confermata in santità dai sacramenti della Chiesa e dall'ascesi personale in conformità a Cristo «obbediente, povero e casto».
306
1. BATTESIMO E CONFERMAZIONE VISSUTI NELLA
CONSACRAZIONE RELIGIOSA
1.1. CONFERMATI NEL BATTESIMO DI CRISTO COME PROPOSTA RADICALE DI VITA EVANGELICA
Natura e valore della professione religiosa
Chiamati da Dio, «per l'infinita potenza dello Spirito mirabilmente operante nella Chiesa» (LG 44), molti fedeli si dedicano con la professione religiosa alla «perfezione del culto divino» e al «fervore della carità» verso i fratelli (ivi), impegnandosi in tal modo a seguire il Cristo Signore con l'osservanza dei consigli evangelici (cf OPR 1) che tracciano e indicano «nella Chiesa la forma di vita che il Figlio di Dio abbracciò quando venne nel mondo per fare la volontà del Padre, e che propose ai discepoli che lo seguivano» (LG 44). I consigli evangelici, lasciando intravedere il legame che unisce indissolubilmente Cristo alla Chiesa sua sposa, sono un «dono che la Chiesa ha ricevuto dal suo Signore, e con il suo aiuto conserva e trasmette» (LG 43) per portare a pienezza la speciale alleanza stabilita nei sacramenti dell'iniziazione, e quindi per perfezionare in modo singolare la carità verso Dio e verso i fratelli (cf LG 45).
307
Per mezzo del Battesimo infatti si attua nel fedele una consacrazione che lo rende persona offerta a Dio e, in virtù dello Spirito, inserita nel progetto di salvezza che il Padre ha attuato in Cristo. La professione religiosa «ha le sue profonde radici nella consacrazione battesimale», «ne è l'espressione più perfetta» (PC 5), «ne raccoglie più copioso il frutto» (LG 44); pertanto essa costituisce «una consacrazione più intima al servizio di Dio» esplicitando «a nuovo e speciale titolo» (ivi) la polarizzazione verso Dio.
E in questa realtà che si fonda la «configurazione sacramentale al Cristo crocifisso» (Summa Th. 111,49,3,2) e risorto, operando quella continua rinascita (cf Gal 6,15; Rm 6,4) che spinge il religioso a una libera e sempre più piena imitazione del Cristo; a una donazione totale per la vita della Chiesa pellegrina nel tempo, secondo un progetto di promozione integrale dell'uomo (cf GS).
Con il sacramento della Confermazione il dono dello Spirito opera nella personalità cristiana rendendola ufficialmente capace di donarsi in modo più consapevole e sempre più totale nel servizio della Chiesa, per l'espansione del Regno di Dio, perché l'edificazione della città terrena sia sempre fondata nel Signore e a lui diretta (cf LG 46).
La professione religiosa è un portare a pienezza quella consacrazione regale, profetica e sacerdotale che fa del religioso l'uomo attento allo Spirito per trasformare le realtà di ogni giorno in una liturgia di lode, celebrata in spirito e verità nei diversi avvenimenti, secondo il dinamismo proprio dello Spirito che conferisce ottimismo e senso di genuina libertà, «quella dei figli di Dio» (PC 14).
La dimensione cultica e comunionale della professione religiosa raggiunge il vertice nell'Eucaristia. La risposta cristiana al dono che il Signore fa incessantemente della sua vita divina, trova nella professione la sua più alta espressione in quanto s'inserisce nel sacrificio di Cristo.
Con la professione infatti il religioso si offre perché con Cristo e per Cristo possa giungere al Padre; trasforma la propria vita in Cristo per divinizzare tutto l'universo (cf 1 Cor 15,28); vive il proprio sacrificio in costante rendimento di grazie, di memoria, di epiclesi, di intercessione, di dossologia, camminando con la Chiesa verso la pienezza dell'incontro con Cristo.
308
La professione dei consigli evangelici appare pertanto come un segno luminoso che manifesta a tutti i credenti le esigenze supreme dei beni celesti già presenti in questo mondo; testimonia la vita nuova ed eterna acquistata dalla redenzione di Cristo; preannuncia la futura risurrezione e la realtà dei nuovi cieli e terra nuova (cf LG 44); e porta a compimento, perfezionandola ogni giorno, l'iniziale vocazione battesimale ed ecclesiale.
In questa linea, «il raggiungimento della carità perfetta per mezzo dei consigli evangelici, mentre appare come una splendida caratteristica del regno dei cieli» (PC 1), contribuisce pure alla realizzazione piena della persona umana: purificando il cuore, lo rende libero e disponibile alle esigenze del Regno; mantenendo acceso il fervore della carità, spinge il fedele a conformarsi al genere di vita obbediente, povero e verginale che Cristo Signore scelse per sé e che la Vergine sua Madre abbracciò.
Offrendosi totalmente a Dio, i religiosi collaborano spiritualmente all'edificazione della città terrena, perché non lavorino invano quelli che la stanno edificando (LG 46).
Consacrato per il servizio dei giovani
Per contribuire alla salvezza della gioventù, lo Spirito Santo ha suscitato, con l'intervento materno di Maria, san Giovanni Bosco.
Formando in lui un cuore di padre e di maestro, l'ha reso capace di una dedizione totale per la porzione più delicata e più preziosa dell'umana società (cf Cost. 1).
Guidandolo nel dar vita a varie forze apostoliche, prima fra tutte la Società salesiana, prolunga nella storia il suo progetto apostolico: essere nella Chiesa segni e portatori dell'amore di Dio ai giovani, specialmente ai più poveri (cf Cost. 2), per la costruzione di un mondo più giusto e fraterno in Cristo (cf Cost. 7), edificando in tal modo la Chiesa come Corpo di Cristo perché essa continui a manifestarsi al mondo come «sacramento universale di salvezza» (cf Cost. 6).
Nella professione religiosa il Salesiano riconosce, pertanto, la grazia del Padre che lo consacra con il dono del suo Spirito e lo invia ad essere apostolo dei giovani per camminare al seguito di Cristo e lavorare con lui alla costruzione del Regno, in un unico movimento di carità verso Dio e verso i fratelli, che abbraccia la missione apostolica, la comunità fraterna e la pratica dei consigli evangelici (cf Cost. 3).
309
La Madre Chiesa, con l'autorità affidatale da Dio, riceve i voti di coloro che fanno la professione; per loro impetra, nella preghiera liturgica, l'aiuto della grazia divina; li affida.al Padre e dà loro la benedizione o consacrazione spirituale per associare la loro offerta al sacrificio eucaristico (LG 45 = OPR 2).
«Tutta la loro vita, così, viene posta al servizio di Dio e ciò costituisce una speciale consacrazione che ha le sue profonde radici nella consacrazione battesimale, e ne è un'espressione più perfetta» (PC 5). Su questa «consacrazione» si innesta la «missione» apostolica, come il Padre «ha consacrato» il Figlio e «lo ha mandato nel mondo» (cf Gv 10,36). «Consacrazione» e «missione» appaiono pertanto mutuamente e indissolubilmente compenetrate. La consacrazione coinvolge tutta la vita del religioso-apostolo, e la missione qualifica tutta la vita dell'apostolo-religioso.
La consacrazione apostolica esprime l'azione del Padre che consacra con il dono del suo Spirito (cf Cost. 3) attraverso l'azione della Chiesa (cf Cost. 23). Egli benedice il confratello e lo prende totalmente per sé, impegnandosi a proteggerlo, guidarlo e aiutarlo quotidianamente a progredire nella via evangelica professata.
L'oggetto su cui ricadono i benefici di questa azione divina è la persona del confratello il quale, rispondendo alla chiamata del Padre, si offre totalmente a lui, così che tutta la sua esistenza diventa una «vita consacrata».
Proposte celebrative
In occasione di esercizi spirituali e ritiri, in momenti particolari come le professioni di confratelli della propria ispettoria, durante le feste giubilari, nell'accoglienza di qualche aspirante che viene nelle nostre comunità per conoscere il nostro stile di vita consacrata, o in altre circostanze, sono proficui momenti di preghiera e riflessione comune per confermare i nostri passi nella professione dei consigli evangelici e rinnovare la nostra dedizione nella missione apostolica tra i giovani.
Il nostro «Rituale della professione religiosa» è il testo ufficiale dove sono raccolte tutte le iniziative celebrative usufruibili a tale fine.
310
Le celebrazioni che prevede sono:
— Rito di iniziazione alla vita religiosa.
— Rito della prima professione.
— Rito per la rinnovazione della professione.
— Rito della professione perpetua (ogni rito di professione può essere svolto durante la santa Messa, nella celebrazione di Lodi o Vespri, o in una Liturgia della Parola).
— Messa rituale per la professione religiosa (per la prima professione, per la rinnovazione della professione, per la professione perpetua, per il venticinquesimo di professione, per il cinquantesimo di professione).
— Rito per la consegna dell'abito e della medaglia.
— Rinnovazione della professione al termine degli esercizi spirituali.
- Rito della professione per il confratello in pericolo di morte.
Per la comunità, al fine di rinnovare nella preghiera l'offerta a Cristo della vita, suggeriamo:
— celebrazioni della Parola,
— adorazioni eucaristiche,
— rosari meditati.
Riserviamo questa sezione alle celebrazioni della Parola; per le adorazioni si veda la proposta della specifica sezione, e per il rosario meditato la sezione mariana. Si può anche usufruire delle celebrazioni e preghiere per le vocazioni.
1.2. CELEBRAZIONI DELLA PAROLA
Presentiamo sussidi per celebrazioni della Parola sulla nostra consacrazione e missione apostolica, che si possono usufruire anche nel contesto di adorazioni eucaristiche. Lo schema celebrativo (Saluto del celebrante, Dialogo d'inizio, Ascolto della Parola, Omelia o riflessione, Preghiera titanica o corale, Orazione e benedizione) si può articolare in più momenti, intervallati da canti, specie per una veglia di preghiera. Rimangono elementi qualificanti il silenzio e la calma celebrativa.
311
SALUTO DEL CELEBRANTE E DIALOGO DI INIZIO
C Nel nome del Padre...
T Amen.
Ci si può introdurre con una delle formule del Messale Romano, oppure come segue, secondo il tema prescelto.
C Sei benedetto, o Padre, ricco di misericordia, per l'immensa carità con cui ci hai amato.
T A noi, morti per le nostre colpe, hai ridonato la vita in Cristo.
C Sei benedetto, o Cristo, Figlio del Padre,
che ti sei fatto uomo per la nostra salvezza.
T Con cuore generoso ti vogliamo seguire
nella via dei consigli evangelici.
C Sei benedetto, o Spirito Santo,
che infondi i tuoi doni nel creato.
T Insegnaci a essere portatori della tua grazia
tra i giovani
e illumina i nostri passi sulla via della pace.
Oppure
C O Padre, tu sei il nostro Dio.
T Non abbiamo altro bene fuori di te.
C O Cristo, tu sei via, verità e vita.
T Insegnaci a seguirti nello spirito delle beatitudini per accettare la croce di ogni giorno.
C Spirito, tu sei amore infinito.
T Donaci pienezza di cuore per vivere
la nostra consacrazione come offerta a Dio gradita.
Oppure
C Il Signore sia con voi. T E con il tuo spirito.
C Rendiamo grazie a Cristo Gesù, Signore nostro.
T Poiché ci ha fatti degni di annunciare il suo Vangelo.
312
C Lodiamo il suo nome grande.
T Per essere partecipi un giorno dell'eterno convito nel cielo.
ATTO PENITENZIALE
Può seguire un breve atto penitenziale oppure l'orazione che introduce all'ascolto della Parola.
— Signore, che ti sei fatto tutto a tutti, perdona il nostro egoismo.
— O Cristo, mite e umile di cuore, perdona il nostro orgoglio.
— Signore, che hai riscattato l'umanità con la tua morte, perdona la nostra indifferenza e la mancanza di coraggio.
Oppure
— Signore, obbediente al Padre fino alla morte, perdona le nostre intemperanze e l'individualismo che ci separa dai fratelli.
— O Cristo, povero per essere ricco di misericordia, perdona l'attaccamento ai beni terreni e rendici capaci di accumulare tesori in cielo.
— Signore, che sei venuto per esprimere infinito amore, perdona la morbosità che ostacola una piena dedizione ai giovani.
ORAZIONE
C O Dio, che ci hai consacrati nel Battesimo ed eletti a essere strumenti privilegiati della grazia tra i giovani, rendici fedeli nell'ascolto della tua parola perché sappiamo annunciarti con verità e pienezza di vita. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
313
ASCOLTO DELLA PAROLA
Diamo le indicazioni del nostro Rituale della professione, che propone un'abbondante scelta di brani scritturistici usúfruibili per le celebrazioni della Parola.
Prima lettura fuori del tempo pasquale
— Gn 12,1-4a: «Vattene dal tuo paese, dalla casa di tuo padre, e vieni». — Dal Sal 23: «Questa è la generazione che cerca il Signore».
— Dt 6,3-9: «Tu amerai il Signore tuo Dio». — Dal Sal 18: «Le tue parole, Signore, sono spirito e vita».
— Dt 7,6-11: «Il Signore vi ha scelti perché vi ama». — Dal Sal 32: «Della grazia del Signore è piena la terra».
— I Sam 3,1-10: «Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta». — Dal Sal 39: «Sono pronto, Signore, a fare la tua volontà».
— 1 Re 19,4-9a.11-15a: «Fermati sul monte alla presenza del Signore». — Dal Sal 26: «Ti cerco, Signore: mostrami il tuo volto».
— I Re 19,16b.19-21: «Eliseo si alzò e seguì Elia». — Dal Sal 39: «Sono pronto, Signore, a fare la tua volontà».
— Is 44,1-5: «Dirà: "Io appartengo al Signore"». — Sal 124: «Chi confida nel Signore è stabile per sempre».
— Is 61,9-11: «Io gioisco pienamente nel Signore». — Dal Sal 32: «Cantiamo al Signore un canto nuovo»; oppure: «Sei tu, Signore, il mio canto di gioia».
— Is 63,7-9: «Voglio ricordare i benefici del Signore». Dal Sal 144: «Canterò senza fine la bontà del Signore».
— Is 66,10-14c: «Vi sazierete delle sue consolazioni». — Dal Sal 65: «Grandi sono le opere del Signore».
— Ger 1,4-9: «Va' da coloro a cui ti manderò». — Dal Sal 95: «Annunzierò, Signore, la tua salvezza».
— Ger 31,31-34: «L'Alleanza nuova». — Sal 145: «Il Signore regna per sempre».
— Ez 34,11-16: «Io stesso cercherò le mie pecore e ne avrò cura». — Sal 22: «Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla».
— Ez 36,23-28: «Metterò dentro di voi uno spirito nuovo».
— Dal Sal 138: «Ti lodo, Signore, perché mi hai fatto come un prodigio».
— Os 11,1.3-4.8ac-9: «Io li traevo con legami di bontà». Dal Sal 102: «Mostraci, Padre, la luce del tuo volto».
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Prima lettura nel tempo pasquale
— At 2,42-47: «I credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune». — Sal 99: «Servite il Signore nella gioia».
— At 4,32-35: «Un cuor solo e un'anima sola». — Dal Sal 32: «Beato il popolo radunato nel nome del Signore».
— Ap 3,14b.20-22: «Cenerò con lui ed egli con me». — Dal Sal 83: «Beati gli invitati alle nozze dell'Agnello».
— Ap 22,12-14.16-17.20: «Vieni, Signore Gesù». — Dal Sal 135: «Eterna è la sua misericordia».
Seconda lettura
— Rm 5,1-5: «La speranza delude». — Dal Sal 33: «Chi confida nel Signore non sarà confuso».
— Rm 6,3-11: «Camminiamo in novità di vita». — Sal 22: «Tu mi conduci, Signore, sulla via della vita».
— Rm 8,28-32.35.37-39: «Quelli che ha predestinati li ha anche chiamati». — Dal Sal 65: «A te la lode, Dio della salvezza».
— Rm 12,1-13: «Trasformatevi, rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio». — Dal Sal 39: «Sono pronto, Signore, a fare la tua volontà».
— 1 Cor 1,22-31: «Noi predichiamo Cristo crocifisso». Sal 130: «Sei tu, Signore, la forza dei deboli».
— 1 Cor 3,9-11.16-17: «Ciascuno stia attento come costruisce». — Dal Sal 107: «Con Dio noi faremo cose grandi».
— 1 Cor 9,24-27: «Correte anche voi, in modo da conquistare il premio». — Dal Sal 39: «Sono pronto, Signore, a fare la tua volontà».
— 2 Cor 4,7-15: «La potenza straordinaria viene da Dio, non da noi». — Dal Sal 143: «Signore, mia grazia e mia fortezza».
— 2 Cor 4,10-18: «Noi fissiamo lo sguardo sulle cose invisibili». — Dal Sal 26: «Ti cerco, Signore: mostrami il tuo volto».
— 2 Cor 5,14-17: «L'amore del Cristo ci spinge». — Dal Sal 62: «Ha sete di te, Signore, l'anima mia».
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- 2 Cor 6,1-10: «Ecco ora il momento favorevole». - Dal Sal 97: «Esultiamo insieme nel Signore che ci salva».
- Gal 5,13b-23: «Camminate secondo lo Spirito», - Sal 22: «Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla».
- Ef 1,3-14: «Dio ci ha scelti in Cristo per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità». - Dal Sal 39: «Sono pronto, Signore, a fare la tua volontà».
- Ef 4,1-6: «Comportatevi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto». - Sal 132: «Alla tua presenza, o Dio, vivremo nell'amore».
- Ef 4,11-16: «Finché arriviamo tutti allo stato di uomo perfetto». - Dal Sal 88: «Canterò in eterno, Signore, la tua misericordia».
- Ef 6,10-20: «Rivestitevi dell'armatura di Dio, per poter resistere e superare tutte le prove». - Dal Sal 143: «Sei tu, Signore, il mio sostegno».
- Fil 2,1-4: «Uniti nei vostri spiriti, con la stessa carità e i medesimi sentimenti». - Dal Sal 23: «Questa è la generazione che cerca il Signore».
- Fil 3,8-14: «Tutto ho lasciato perdere al fine di guadagnare Cristo». - Dal Sal 83: «Nella tua casa, Signore, esultiamo di gioia».
- Fil 4,4-9: «Rallegratevi nel Signore, sempre». - Dal Sal 102: «Benedirò in eterno il nome del Signore».
- Col 3,1-4: «Cercate le cose di lassù, non quelle della terra». - Dal Sal 44: «Nel Signore ho posto la mia gioia».
- Col 3,12-17: «Al di sopra di tutto vi sia la carità, che è il vincolo della perfezione». - Dal Sal 32: «Beato il popolo radunato nel nome del Signore».
- / Ts 4,1-3a.7-12: «Questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione». - Dal Sal 26: «Ti cerco, Signore: mostrami il tuo volto».
- 2 Tm 2,1-7: «Attingi sempre forza nella grazia». - Dal Sal 83: «Beato l'uomo che confida nel Signore».
- 2 Tm 2,22b-26: «Il servo del Signore deve essere mite con tutti, dolce nel riprendere». - Dal Sal 118: «Mia gioia, Signore, è la tua parola».
- Eb 12,1-4: «Tenendo fisso lo sguardo su Gesù, coniamo...». - Dal Sal 21: «La gloria di Dio è l'uomo vivente».
- I Pt 1,3-9: «Voi amate Cristo, pur senza averlo visto».
- Dal Sal 62: «Esulto di gioia alla tua presenza, o Signore».
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- 2 Pt 1,3-11: «Cercate di rendere sempre più sicura la vostra vocazione». - Dal Sal 90: «Tu mi salvi, Signore, e mi doni la vita».
- 1 Gv 2,12-17: «Non amate il mondo, né le cose del mondo». - Dal Sal 95: «Lode a te, Signore, re di eterna gloria».
- I Gv 4,7-16: «Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi». - Sal 99: «Ti rendiamo grazie, o Dio, per il dono del tuo amore».
Vangeli
- Mt 5,1-12a: «Beati voi... Rallegratevi ed esultate».
- Mt 6,24-34: «Cercate prima il regno di Dio».
- Mt 7,13-14.21.24-27: «Entrate per la porta stretta».
- Mt 11,25-30: «Hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli».
- Mt 13,1-9.18-23: «Un'altra parte cadde sulla terra buona».
- Mt 16,24-27: «Chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà».
- Mt 18,1-5: «Chi accoglie anche uno solo di questi bambini, accoglie me».
- Mt 19,3-12: «Per il regno dei cieli».
- Mt 19,16-26: «Se vuoi essere perfetto, vendi quello che possiedi e seguimi».
- Mt 25,14-30: «Bene, servo buono e fedele».
- Mt 28,16-20: «Andate, dunque... Io sono con voi». -. Mc 3,31-35: «Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre».
- Mc 10,13-16: «Lasciate che i bambini vengano a me».
- Mc 10,24b-30: «Noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
- Lc 1,26-38: «Eccomi, sono la serva del Signore».
- Lc 4,16-21: «Mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio».
- Lc 5,1-11: «Lasciarono tutto e lo seguirono».
- Lc 9,57-62: «Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il Regno di Dio».
- Le 10,1-9: «Ecco, io vi mando...».
- Lc 10,38-42: «Marta accolse Gesù nella sua casa. Maria si è scelta la parte migliore».
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— Lc 11,27-28: «Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano».
— Lc 12,13-21: «Guardatevi da ogni cupidigia».,
— Lc 12,32-40: «Non temere piccolo gregge».
— Lc 22,24-30: «Chi è il più grande tra voi, diventi come il più piccolo».
— Gv 1,35-44: «Maestro, dove abiti? Venite e vedrete».
— Gv 10,11-18: «Il buon pastore offre la vita per le pecore».
— Gv 12,24-26: «Se il grano di frumento muore, produce molto frutto».
— Gv 12,44-50: «Chi vede me, vede colui che mi ha mandato».
— Gv 15,1-8: «Rimanete in me, e io in voi».
— Gv 15,9-17: «Voi siete miei amici, se farete ciò che vi comando».
— Gv 17,20-26: «Voglio che quelli che mi hai dato, siano con me».
RIFLESSIONE COMUNE
Può essere guidata o spontanea. Suggeriamo di leggere in alternativa qualche brano patristico o di maestri di vita cristiana, specie se il tema prescelto verte sul Battesimo. Il magistero della Chiesa, in particolare nei documenti conciliaci e postconciliari, offre altresì validi spunti. Se la celebrazione ha un tema più specificamente salesiano, non mancano brani sia della tradizione, sia dei documenti capitolari e del «Progetto di vita» dei Salesiani di Don Bosco.
Brani patristici sul tema del Battesimo
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Indichiamo solo brani rintracciabili nella Liturgia delle Ore.
1. Il Battesimo è prefigurato dal passaggio del mar Rosso (Massimo di Torino; 11 gennaio o venerdì dopo la domenica dell'Epifania).
2. Segno della Passione di Cristo («Catechesi» di Gerusalemme; giovedì fra l'ottava di Pasqua).
3. Lavacro di rigenerazione (Giustino; mercoledì III sett. di Pasqua).
4. Lo Spirito dà la vita (Basilio; lunedì IV sett. di Pasqua).
5. Lo Spirito Santo ci rinnova nel Battesimo (Didimo; lunedì VI sett. di Pasqua).
6. Morire e risorgere con Cristo (Basilio; martedì della Settimana Santa).
7. Figurato nel passaggio del Giordano (Origene; mercoledì X sett. tempo ordinario).
8. Andrò nel luogo del mirabile tabernacolo (Girolamo; giovedì XIII sett. tempo ordinario).
9. Rinasceranno dall'acqua e dallo Spirito (Ambrogio; lunedì XV sett. tempo ordinario).
10. L'acqua non purifica senza lo Spirito Santo (Ambrogio; mercoledì XV sett. tempo ordinario).
11. L'iniziazione cristiana culmina nell'Eucaristia (Ambrogio; venerdì XV sett. tempo ordinario).
12. Seguiamo la vita nuova del Cristo per mano dello Spirito (Paciano; venerdì XIX sett. tempo ordinario).
13. Puri e immacolati per il giorno del Signore (Paciano; sabato XIX sett. tempo ordinario).
14. Inondati dalla vita divina (Dario; sabato XXV sett. tempo ordinario).
15. Con il Battesimo siamo tutti diventati tempio di Dio (Cesario; 9 novembre).
Brani della tradizione salesiana
1. Pensiamo ai beni celesti
Le cose che possediamo non sono nostre. Dio ce le ha date perché le facciamo crescere, rendendole fruttuose e utili: se dunque ne prendiamo cura, gli prestiamo un servizio gradito... Ecco perché dobbiamo preoccuparci, per Dio, della conservazione e anche dell'accrescimento dei nostri beni temporali, quando se ne presenterà qualche giusta occasione e nella misura in cui la nostra condizione lo richiede: Dio vuole che facciamo questo per amore di lui. Ma state attenti a non lasciarvi ingannare dall'amor proprio: a volte esso sa contraffare così bene l'amore di Dio da essere scambiato con questo. Ora, per impedire che l'amor proprio vi inganni e che questa cura dei beni temporali si trasformi in avarizia, dobbiamo praticare assiduamente una reale ed effettiva povertà, staccandoci da tutte le ricchezze che Dio ci ha dato.
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Privatevi dunque sempre di una parte dei vostri mezzi, distribuendoli generosamente ai poveri; dare ciò che si possiede significa diventare più poveri: più darete, più diventerete poveri. È vero che Dio ve lo restituirà, non solo nell'altro mondo, ma già in questo, perché non c'è niente che dia tanta prosperità temporale quanto il fare l'elemosina. Ma nell'attesa che il Signore vi restituisca quanto avete dato, sarete certamente più poveri. Santa e ricca povertà, quella che ci viene dall'aver dato i propri beni!
Amate i poveri e la povertà, e così diverrete veramente poveri, poiché, come dice la Scrittura (cf Os 9,10), noi siamo fatti come le cose che amiamo. L'amore stabilisce un'uguaglianza tra chi ama e chi è amato: Chi è ammalato, che non lo sia anch'io?, dice san Paolo (2 Cor 11,29). Avrebbe potuto dire: chi è povero, che non lo sia anch'io? L'amore lo rendeva uguale alle persone che amava. Se dunque amate i poveri, sarete veramente partecipi della loro povertà, sarete poveri come loro. Ora, se amate i poveri, cercate di stare spesso tra loro: invitateli generosamente a casa vostra e andate spesso a trovarli; conversate volentieri con loro, siate contenti che si avvicinino a voi nelle chiese, per la strada e negli altri luoghi. Siate poveri nel vostro modo di parlare, rivolgendovi loro da pari a pari; ma siate generosi nel dare, distribuendo i vostri beni come la vostra condizione vi permette.
Volete fare ancora di più? Non accontentatevi di essere poveri come i poveri: siate più poveri dei poveri. E come? Il servo non è maggiore del suo padrone (cf Gv 13,16): fatevi dunque servi dei poveri. Andate ad assisterli quando sono malati, con le vostre mani, dico; preparate loro il cibo, a vostre spese; lavate e cucite la loro biancheria. Questo servizio è più nobile della dignità di un re.
(San Francesco di Sales, Filotea. Introduzione alla vita devota, Parte III, cap. 15).
2. Un segno che guidò tutta una vita
All'età di nove anni circa ho fatto un sogno che mi rimase profondamente impresso per tutta la vita.
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Nel sonno mi parve di essere vicino a casa, in un cortile assai spazioso, dove stava raccolta una moltitudine di fanciulli che si trastullavano. Alcuni ridevano, altri giuocavano, non pochi bestemmiavano. All'udire quelle bestemmie mi sono subito slanciato in mezzo di loro, adoperando pugni e parole per farli tacere. In quel momento apparve un Uomo venerando, in età virile, nobilmente vestito. Un manto bianco gli copriva tutta la persona; ma la sua faccia era così luminosa, che io non potevo rimirarla. Egli mi chiamò per nome, e mi ordinò di pormi alla testa di quei fanciulli, aggiungendo queste parole: «Non colle percosse, ma colla mansuetudine e colla carità dovrai guadagnare questi tuoi amici. Mettiti dunque immediatamente a far loro un'istruzione sulla bruttezza del peccato e sulla preziosità della virtù». Confuso e spaventato soggiunsi che io era un povero ed ignorante fanciullo, incapace di parlare di religione a quei giovanetti. In quel momento quei ragazzi, cessando dalle risse, dagli schiamazzi e dalle bestemmie, si raccolsero tutti intorno a colui che parlava. Quasi senza sapere che mi dicessi: «Chi siete voi, soggiunsi, che mi comandate cosa impossibile?».
«Appunto perché tali cose ti sembrano impossibili, devi renderle possibili coll'obbedienza e coll'acquisto della scienza». «Dove, con quali mezzi potrò acquistare la scienza?».
«Io ti darò la Maestra, sotto alla cui disciplina puoi diventare sapiente, e senza cui ogni sapienza diviene stoltezza».
«Ma chi siete voi che parlate in questo modo?».
«Io sono il Figlio di Colei che tua madre ti ammaestrò di salutare tre volte al giorno».
«Mia madre mi dice di non associarmi con quelli che non conosco, senza suo permesso; perciò ditemi il vostro nome». «Il mio nome domandalo a mia madre».
In quel momento vidi accanto a lui una Donna di maestoso aspetto, vestita di un manto che risplendeva da tutte parti, come se ogni punto di quello fosse una fulgidissima stella. Scorgendomi ognor più confuso nelle mie domande e risposte, mi accennò di avvicinarmi a Lei, che presomi con bontà la mano: «Guarda!», mi disse. Guardando mi accorsi che quei fanciulli erano tutti fuggiti, ed in loro vece vidi una moltitudine di capretti, di cani, di gatti, di orsi e di parecchi altri animali. «Ecco il tuo campo, ecco dove devi lavorare, continuò a dire quella Signora. Renditi umile, forte, robusto: e ciò che in questo momento vedi succedere di questi animali, tu dovrai farlo pei figli miei».
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Volsi allora lo sguardo, ed ecco, invece di animali feroci, apparvero altrettanti mansueti agnelli, che tutti saltellando correvano attorno belando, come per far festa a quell'Uomo e a quella Donna.
A quel punto, sempre nel sonno, mi misi a piangere, e pregai quella Donna a voler parlare in modo da capire, perciocché io non sapeva quale cosa si volesse significare. Allora Ella mi pose la mano sul capo dicendomi: «A suo tempo tutto comprenderai» (MB 1,123-125).
3. Amicizia e promozione umana
La franchezza di Don Bosco nell'invitare i giovani aveva alcunché di straordinario. Don Garigliano, compagno di Don Bosco alle scuole di Chieri, ricordando con grande tenerezza quella sua antica amicizia, narrò a don Carlo Maria Vi-ghetti nel 1889 fra altro il seguente episodio:
Accompagnava un giorno Don Bosco per Torino, quando, giunti innanzi alla chiesa della Trinità in via Doragrossa, ci imbattemmo in un giovanotto, malvestito e arrogante nell'aspetto.
Don Bosco lo salutò amorevolmente, lo fermò e:
— Chi sei tu? — gli disse.
— Chi sono io?... e Lei che cosa vuole da me? Chi è Lei?
—, rispose il giovane.
— Io, vedi — rispose Don Bosco —, sono un prete che voglio tanto bene ai giovani, e li raduno alla domenica in un bel luogo presso la Dora vicino al Rifugio, e poi do loro delle cose buone, li diverto, ed essi mi portano molta affezione; io sono Don Bosco. Ma adesso che io ti ho detto chi sono, ho diritto di sapere chi sei tu.
— Io sono un povero giovane disoccupato, senza padre e senza madre, e cerco d'impiegarmi.
— Ebbene, guarda; io ti voglio aiutare... e come ti chiami?
— Io mi chiamo... — e disse il suo nome.
— Bene, ascolta: domenica ti aspetto con i miei figli... Vieni, ti divertirai, poi io ti cercherò padrone... ti farò stare allegro.
Il giovane fissò per qualche istante gli occhi in viso a Don Bosco e gli disse bruscamente: «Non è vero!».
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Don Bosco trasse allora di tasca una pezza da dieci soldi, la pose nelle mani del giovane e: «Sì... Sì... è vero; vieni e vedrai».
Quegli guardò commosso la moneta e rispose: «Don Bosco... verrò... Se domenica manco, mi chiami: Busiard» (MB 3,41-42).
4. Fare incontrare i giovani con Dio
Uno dei mezzi principali per accrescere il numero dei suoi ragazzi fu quello di andarli a cercare sulle piazze, nelle strade, lungo i viali. Incontrando qualche piccolo girovago, qualche scioperato che non aveva potuto trovar padrone, ferma-vali con molta amorevolezza e ben tosto li interrogava se sapevano farsi il segno della santa Croce: se non sapevano, traendoli all'angolo della via o invitandoli a sedere su di una panchina del viale, con molta pazienza loro insegnavalo. Quando lo avevano bene appreso e avevano con lui recitata un' Ave Maria, faceva loro qualche regalo, invitandoli ad intervenire all'Oratorio. Il giovane Rua Michele fu testimonio più volte di queste scenette edificanti che svolgevansi in pubblico, senza che Don Bosco badasse alla gente che andava e veniva.
Passando innanzi alle officine nell'ora del riposo o della colazione non si peritava di avanzarsi dove scorgeva in crocchio molti dei giovani apprendisti, e dopo averli cordialmente salutati, domandava di qual paese fossero, come si chiamasse il loro parroco, se fossero ancor vivi i genitori, quanto tempo era che avessero incominciato ad apprendere quel mestiere. E così, dopo essersi guadagnata la loro simpatia, loro domandava se ancor ricordassero ciò che avevano imparato ai catechismi uditi nella parrocchia, se nell'ultima Pasqua si fossero accostati ai Sacramenti, se recitassero mattino e sera le loro orazioni. Alle franche risposte dei giovani, Don Bosco con eguale franchezza, indicando la propria abitazione in Valdocco, loro manifestava il desiderio di voler essere loro amico, pel bene dell'anima. E quegli accettavano promettendo, e la seguente domenica Don Bosco li vedeva intorno a sé e attenti alle sue istruzioni.
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Se imbattevasi con qualche giovanotto di sua antica conoscenza, che da qualche mese non avesse più visto alla domenica, non lasciava di chiedergli da quanto tempo non si fosse più confessato, se ascoltasse la Messa nei giorni festivi, se la sua condotta fosse sempre buona, e concludeva: «Vieni, mi farai sempre piacere e, potendolo, conduci con te i tuoi amici». Scorgendo un gruppo di monelli in mezzo ai prati, si fermava accennando che desiderava intrattenersi con loro. Essi accorrevano, ed egli chiedeva loro se fossero allegri e buoni, come passassero la giornata, ove abitassero, qual mestiere esercitassero i loro genitori, quali giuochi essi prediligessero; quindi passava a descrivere i sollazzi di ogni genere preparati nel suo cortile, e il tamburo, e la tromba, e la passeggiata e cento altre meraviglie. Aggiungeva che se fossero venuti da lui, avrebbero uditi dei bellissimi racconti e un po' di dottrina cristiana. Nel congedarli, se era il caso, donava loro alcuni soldi. Quei giovanetti rimanevano incantati e gridavano: «Domenica verremo anche noi!» (MB 3,38-39).
5. Venga come fratello, ed avrà molti fratelli con un padre
Lettera scritta a don Faustino Confortola, di Ghedi (Brescia), che venne con Don Bosco già prete, e fece il noviziato nell'anno 1878-79. Fu il primo direttore della casa di Firenze, poi di quella di Parma.
Carissimo nel Signore,
L'offerta che mi fa dell'opera sua pel sacro ministero è per me cosa delle più gradite e consolanti. Messis multa, messis multa.
La sua lettera, la schiettezza, con cui scrive, mi danno abbondante garanzia di Lei; perciò disponga pure delle cose sue ché io l'accetterò di tutto buon grado tra' miei figli. Secondo la sua sanità, secondo le propensioni avrà di che lavorare. Venga come fratello ed avrà molti fratelli con un padre che assai lo ameranno in G.C. Una lettera o certificato di moralità dal suo Vescovo o dalla Curia, è prescritto dai Sacri Canoni, e mi basta per tutto.
In quanto alla parte materiale io dimando Lei e non altro. Siccome però la Congregazione nostra vive di provvidenza, così se oltre all'aiuto spirituale, può anche portare qualche aiuto materiale, ci sarà certamente efficace per sostenere le millanta opere di carità che ogni dì ci cadono tra le mani. Io sono in Roma fino a tutta la seconda settimana di febbraio, dove Ella mi può indirizzare qualunque suo scritto. Dopo a
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Torino. Se però volesse fare una gita a Torino per vederci e parlarci di presenza oppure per rimanere definitivamente con noi, credo meglio dopo aver compiuto il suo mese mariano.
Dio la benedica e ci conceda la grazia preziosa di lavorare a sua maggior gloria e guadagnare qualche anima al cielo in mezzo al grande pericolo di naufragio di questa terra. Preghi anche per me, che le sarò sempre in G.C.
Roma, 27 gennaio 1878. Aff.mo amico
Sac. Gio. Bosco (Epist. Il, 283-284)
6. Con quali disposizioni entrare nella Società
A Don Rua ed agli altri amati figli di S. Francesco abitanti in Torino.
La nostra Società sarà forse tra non molto definitivamente approvata e perciò io avrei bisogno di parlare a' miei amati figli con frequenza. La qual cosa non potendo far sempre in persona procurerò di farlo almeno per lettera.
Comincerò adunque dal dire qualche cosa intorno allo scopo generale della Società e poi passeremo a parlare altra volta delle osservanze particolari della medesima.
Primo oggetto della nostra Società è la santificazione de' suoi membri. Perciò ognuno nella sua entrata si spogli di ogni altro pensiero, di ogni altra sollecitudine. Chi ci entrasse per godere una vita tranquilla, aver comodità a proseguir gli studi, liberarsi dai comandi dei genitori, od esimersi dall'obbedienza di qualche superiore, egli avrebbe un fine storto e non sarebbe più quel Sequere me del Salvatore, giacché seguirebbe la propria utilità temporale, non il bene dell'anima. Gli Apostoli furono lodati dal Salvatore e venne loro promesso un regno eterno, non perché abbandonarono il mondo, ma perché abbandonandolo si professavano pronti a seguirlo nelle tribolazioni, come avvenne di fatto, consumando la loro vita nelle fatiche, nella penitenza e nei patimenti, sostenendo in fine il martirio per la fede.
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Nemmeno con buon fine entra o rimane nella Società chi è persuaso di essere necessario alla medesima. Ognuno se lo imprima bene in mente e nel cuore: cominciando dal Superiore generale fino all'ultimo dei soci, niuno è necessario nella Società. Dio solo ne deve essere il capo, il padrone assolutamente necessario. Perciò i membri di essa devono rivolgersi al loro capo, al loro vero padrone, al rimuneratore, a Dio, e per amore di lui ognuno deve farsi iscrivere nella Società; per amore di lui lavorare, ubbidire, abbandonare quanto si possedeva nel mondo per poter dire in fine della vita al Salvatore, che abbiamo scelto per modello: Ecce nos reliquimus omnia et secuti sumus te; quid ergo erit nobis?
Mentre poi diciamo che ognuno deve entrare in Società guidato dal solo desiderio di servire a Dio con maggior perfezione e di fare del bene a se stesso, s'intende fare a se stesso il vero bene, bene spirituale ed eterno. Chi si cerca una vita comoda, una vita agiata, non entra con buon fine alla nostra Società. Noi mettiamo per base la parola del Salvatore che dice: «Chi vuole essere mio discepolo, vada a vendere quanto possiede nel mondo, lo dia ai poveri e mi segua». Ma dove andare, dove seguirlo, se non aveva un palmo di terra ove riposare lo stanco suo capo? «Chi vuol farsi mio discepolo, dice il Salvatore, mi segua colla preghiera, colla penitenza, e specialmente rinneghi se stesso, tolga la croce delle quotidiane tribolazioni e mi segua. Abneget semetipsum, tollat crucem suam quotidie, et sequatur me». Ma fino a quando seguirlo? Fino alla morte, e, se fosse mestieri, anche ad una morte di croce.
Ciò è quanto nella nostra Società fa colui che logora le sue forze nel sacro ministero, nell'insegnamento od altro esercizio sacerdotale, fino ad una morte eziandio violenta di carcere, di esilio, di ferro, di acqua, di fuoco, fino a tanto che dopo aver patito od essere morto con Gesù Cristo sopra la terra, possa andare a godere con lui in Cielo.
Questo sembrami il senso di quelle parole di san Paolo che dice a tutti i cristiani: Qui vult gaudere cum Christo, oportet patì cum Christo.
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Entrato un socio con queste buone disposizioni deve mostrarsi senza pretese ed accogliere con piacere qualsiasi ufficio gli possa essere affidato. Insegnamento, studio, lavoro, predicazione, confessidne, in chiesa, fuori di chiesa, le più basse occupazioni devono assumersi con ilarità e prontezza d'animo, perché Dio non guarda la qualità dell'impiego, ma guarda il fine di chi lo copre. Quindi tutti gli uffizii sono egualmente nobili, perché egualmente meritorii agli occhi di Dio. Miei cari figliuoli, abbiate fiducia nei vostri superiori; essi devono rendere stretto conto a Dio delle vostre opere; perciò essi studiano la vostra capacità, le vostre propensioni e ne dispongono in modo compatibile colle vostre forze, ma sempre come loro sembra tornare di maggior gloria di Dio e vantaggio delle anime.
Oh! se i nostri fratelli entreranno in Società con queste disposizioni, le nostre case diventeranno certamente un vero paradiso terrestre. Regnerà la pace e la concordia fra gl'individui d'ogni famiglia, e la carità sarà la veste quotidiana di chi comanda, l'ubbidienza ed il rispetto precederanno i passi, le opere e persino i pensieri dei superiori. Si avrà insomma una famiglia di fratelli raccolti intorno al loro padre per promuovere la gloria di Dio sopra la terra e per andare poi un giorno ad amarlo e lodarlo nell'immensa gloria dei beati in Cielo.
Dio ricolmi voi e le vostre fatiche di benedizioni e la grazia del Signore santifichi le vostre azioni e vi aiuti a perseverare nel bene.
Aff.mo in G.C.
Torino, 9 giugno 1867. Sac. Gio. Bosco
Giorno di Pentecoste
(Epist. I, 473-475)
7. Non si va in paradiso in carrozza
Invece di rispondere individualmente alle lettere di augurio inviategli dai Salesiani e dalle Suore Salesiane in occasione delle feste natalizie del 1883 e del capo d'anno, Don Bosco, stanco (si avvicinava ai settant'anni), ricorse ad una forma più solenne e più pratica, indirizzando a tutti una circolare (con le debite varianti per le Figlie di Maria Ausiliatrice), ognuna firmata di suo pugno.
Miei cari ed amati figliuoli,
327
Grande consolazione io provo ogni volta che mi è dato di ascoltare parole di ossequio e di affezione da voi, miei cari figliuoli. Ma le affettuose espressioni che con lettere o personalmente mi avete manifestato nell'augurio di buone feste e di buon capo d'anno richiedono ragionevolmente da me uno speciale ringraziamento, che sia risposta ai figliali affetti che mi avete esternati.
Vi dico adunque che io sono assai contento di voi, della sollecitudine con cui affrontate qualsiasi genere di lavoro, assumendovi anche gravi fatiche a fine di promuovere la maggior gloria di Dio nelle nostre case e tra quei giovanetti che la Divina Provvidenza ci va ogni giorno affidando perché noi li conduciamo pel cammino della virtù, dell'onore, per la via del cielo.
Ma voi in tanti modi e con varie espressioni mi avete ringraziato di quanto ho fatto per voi, vi siete offerti di lavorar meco coraggiosamente e meco dividere le fatiche, l'onore e la gloria in terra per conseguire il gran premio che Dio a tutti poi tiene preparato in cielo; mi avete detto eziandio che non altro desiderate fuorché conoscere ciò che io giudico bene per voi e che voi l'avreste inalterabilmente ascoltato e praticato. Io gradisco queste preziose parole, cui come padre rispondo semplicemente che vi ringrazio con tutto il cuore e che voi mi farete la cosa più cara del mondo se mi aiuterete a salvare l'anima vostra.
Voi ben sapete, amati figliuoli, che vi ho accettati nella Congregazione, ho costantemente usate tutte le possibili sollecitudini a vostro bene, per assicurarvi l'eterna salvezza; perciò se voi mi aiutate in questa grande impresa voi fate quanto il mio paterno cuore possa attendere da voi. Le cose speciali poi che voi dovete praticare a fine di riuscire in questo gran progetto, voi potete di leggieri indovinarle. Osservare le nostre regole, queste regole che la Santa Madre Chiesa si degnò approvare per nostra guida e per bene dell'anima nostra e per vantaggio spirituale e temporale de' nostri amati allievi. Queste regole noi abbiamo lette, studiate ed ora formano l'oggetto delle nostre promesse, e di voti con cui ci siamo consacrati al Signore. Pertanto io mi raccomando con tutto l'animo mio che niuno lasci sfuggire parole di rincrescimento, peggio ancora di pentimento di esserci in simile guisa consacrati al Signore. Sarebbe questo un atto di nera ingratitudine. Tutto quello che abbiamo o nell'ordine spirituale o nell'ordine temporale appartiene a Dio; perciò quando nella professione religiosa noi ci consacriamo a Lui non facciamo altro che offerire a Dio quello che Egli stesso ci ha, per così dire, imprestato, ma che è di sua assoluta proprietà.
328
Noi pertanto, recedendo dall'osservanza dei nostri voti, facciamo un furto al Signore, mentre davanti agli occhi suoi riprendiamo, calpestiamo, profaniamo quello che gli abbiamo offerto e che abbiamo riposto nelle sue sante mani.
Qualcuno di voi potrebbe dire: Ma l'osservanza delle nostre regole costa fatiche. L'osservanza delle regole costa fa
tica in chi le osserva mal volentieri, in chi ne è trascurato. Ma nei diligenti, in chi ama il bene dell'anima questa osservanza diviene, come dice il Divin Salvatore, un giogo soave, ed un peso leggiero: Jugum meum sua ve est et onus meum leve.
Miei cari, vogliamo forse andare in Paradiso in carrozza? Noi appunto ci siamo fatti religiosi non per godere, ma per patire
e procacciarci meriti per l'altra vita; ci siamo consacrati a
Dio non per comandare, ma per ubbidire; non per attaccarci alle creature, ma per praticare la carità verso il prossimo,
per amor di Dio; non per farci una vita agiata, ma per essere poveri con Gesù Cristo, patire con Gesù Cristo sopra la terra per farci degni della sua gloria in cielo.
Animo adunque, o cari ed amati figli, abbiamo posto la mano all'aratro, stiamo fermi, niuno di noi si volti indietro a
mirare il mondo fallace e traditore. Andiamo avanti. Ci co
sterà fatica, ci costeranno stenti, fame, sete e forse anche la morte; noi risponderemo sempre: Se diletta la grandezza dei
premi, non ci devono per niente sgomentare le fatiche che dobbiamo sostenere per meritarceli. Si delectat magnitudo praemiorum, non deterreat certamen laborum (san Gregorio Magno).
Una cosa credo ancora bene di manifestare. Da ogni parte i nostri confratelli mi scrivono ed io sarei ben lieto di dare a ciascuno la relativa risposta. Ma ciò non essendomi possibile, io procurerò di inviarvi delle lettere con maggior frequenza; lettere che mentre mi danno agio di aprirvi il mio cuore, potranno eziandio servire di risposta, anzi di guida a coloro che per santi motivi vivono in paesi lontani e perciò non possono di presenza ascoltare la voce di quel padre che tanto li ama in Gesù Cristo.
329
La grazia del Signore e la protezione della Santa Vergine Maria siano sempre con noi e ci aiutino a perseverare nel divino servizio fino agli ultimi momenti della vita. Così sia.
Aff.mo in G.C.
Torino, 6 gennaio 1884. Sac. Gio. Bosco
(Epist. IV, 248-250)
8. Noi vogliamo anime e non altro
A don Luigi Lasagna, missionario in Uruguay.
Mio caro don Lasagna,
Sono vari mesi in cui desiderava scriverti, ma la mia vecchia e pigra mano mi ha fatto differire questo piacere. Ma ora par-mi che il sole volga all'occaso, quindi giudico di lasciarti alcuni pensieri scritti come testamento di colui che ti ha sempre amato e ama.
Tu hai secondata la voce del Signore e ti sei consacrato alle Missioni Cattoliche. L'hai indovinata. Maria sarà tua guida fedele. Non ti mancheranno difficoltà ed anche malignità da parte del mondo, ma non darti pena. Maria ti proteggerà. Noi vogliamo anime e non altro. Ciò procura di far risuonare all'orecchio dei nostri Confratelli. O Signore, dateci pur croci e spine e persecuzioni di ogni genere, purché possiamo salvare anime e fra le altre salvare la nostra.
Si avvicina l'epoca dei nostri esercizi d'America. Insisti sulla carità e dolcezza di san Francesco di Sales che noi dobbiamo imitare: sulla osservanza esatta delle nostre regole, sulla lettura costante delle deliberazioni capitolari, meditando attentamente i regolamenti particolari delle case. Credimi, o caro don Lasagna, io ho dovuto trattare con certi nostri Confratelli che ignoravano affatto queste nostre deliberazioni, ed altri che non hanno mai letto queste parti di regole o disciplina che riguardano ai doveri ai medesimi affidati.
Altra piaga ci va minacciando ed è la dimenticanza o meglio la trascuranza delle Rubriche del Breviario e del Messale. Io sono persuaso che una muta di esercizi spirituali porterebbe ottimi effetti se portasse il Salesiano alla recita esatta della Messa e del Breviario.
330
La cosa poi che ho caldamente raccomandata a coloro, cui in questi giorni ho potuto scrivere, è la coltura delle vocazioni, tanto dei Salesiani, quanto delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Studia, fa' progetti, non badare a spese, purché ottenga qualche prete alla Chiesa, specialmente per le Missioni. Quando avrai l'occasione di parlare o colle nostre Suore o coi nostri Confratelli, loro dirai da parte mia che con piacere ho ricevuto le loro lettere, i loro saluti, e provai un piacere, anzi un efficace conforto al mio cuore all'udire che tutti hanno pregato e che continuano a pregare per me.
Facciamo tutti animo. Maria benedice e protegge la nostra Congregazione; l'aiuto del Cielo non mancherà: gli operai aumentano, il fervore pare che cresca, i mezzi materiali non abbondano, ma sono sufficienti.
Dio ti benedica, o caro don Lasagna, e con te benedica tutti i nostri figli e figlie, religiosi ed allievi, e Maria assista e protegga la famiglia Buxareo e Jakson ed altri nostri benefattori; ci guidi tutti con sicurezza per la via del cielo. Sono qui a Valsalice per gli esercizi spirituali; tutti godono sanità e ti salutano.
La mia sanità stenta un poco, ma la tiro avanti. Dio ci conservi tutti nella sua santa grazia.
Aff.mo amico
Torino, 30 settembre 1885. Sac. Gio. Bosco
(Epist. IV, 340-341)
PREGHIERA COMUNE
1. Rinnovazione delle promesse battesimali.
C Rinunciate al peccato, per vivere nella libertà dei figli di Dio?
T Rinuncio.
C Rinunciate alle seduzioni del male, per non lasciarvi dominare dal peccato?
T Rinuncio.
C Rinunciate a satana, origine e causa di ogni peccato?
T Rinuncio.
331
C Credete in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra?
Credo.
C Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore che nacque da Maria Vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre? Credo.
Credete nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna?
T Credo.
C Questa è la nostra fede. Questa è la fede della Chiesa. E noi ci gloriamo di professarla in Cristo Gesù nostro Signore.
T Amen.
Oppure, per una celebrazione sui consigli evangelici:
C Eleviamo al Padre, che ci ha chiamati a seguire il Cristo nella via stretta dei consigli evangelici, la nostra fiduciosa preghiera.
2. G Ti preghiamo, o Signore,
T aiutaci ad amare e a vivere i consigli evangelici
della castità consacrata,
della povertà e dell'obbedienza
come un dono divino.
G O Signore,
che nel Battesimo ci hai consacrati al tuo servizio,
T concedi a noi di donarci totalmente a te
nel fervore della carità
e nella perfezione del culto divino.
3. G O Signore,
non abbiamo qui città permanente,
ma andiamo in cerca della futura.
T Donaci la grazia dello Spirito Santo
perché la nostra vita
manifesti a tutti i credenti
i beni celesti già presenti in questo mondo;
testimoni la vita nuova ed eterna acquistata dalla redenzione di Cristo; preannunzi la futura risurrezione
la gloria del regno celeste.
332
G Donaci la forza dello Spirito Santo, T perché imitiamo fedelmente
rappresentiamo nella Chiesa
la forma di vita che Gesù Cristo abbracciò quando venne nel mondo per fare la volontà del Padre.
G Concedi, o Signore, T che la nostra vita manifesti l'elevazione del regno di Dio
sopra tutte le cose della terra
le sue esigenze supreme,
dimostri a tutti gli uomini l'infinita potenza dello Spirito Santo, operante nella Chiesa.
4. G O Spirito Santo,
T aiutaci a «credere» che la vita religiosa,
quantunque comporti la rinuncia a beni molto apprezzabili,
non contrasta ma favorisce
il vero progresso della persona umana.
G Signore,
T la pratica dei consigli evangelici,
che abbiamo abbracciato
con libera risposta alla tua chiamata,
purifichi il nostro cuore
e la nostra libertà spirituale, e tenga continuamente acceso in noi il fervore della carità.
G O Signore,
T non permettere mai
che ci consideriamo estranei
e inutili alla città terrena.
Aiutaci a tener presenti tutti gli uomini con la tenerezza di Cristo,
a collaborare con loro,
perché la costruzione della città terrena sia sempre fondata su di te, e a te diretta, perché non avvenga che lavorino invano quelli che la stanno edificando.
333
Tali invocazioni si possono concludere con un'orazione de celebrante.
C Preghiamo.
Donaci, o Signore, la tua grazia
per camminare con sempre maggior impegno
nella vocazione a cui ci hai chiamati.
La tua Chiesa potrà così elevare
una lode più santa e perfetta
a te, o Dio, uno e trino,
che vivi e regni nei secoli.
T Amen.
Sul tema dell'obbedienza.
5. C Cristo si è fatto obbediente fino alla morte in Croce A lui eleviamo la nostra preghiera.
G O Signore,
manda a noi il tuo Spirito
di amore e di verità,
T guidaci a leggere,
con l'aiuto delle regole,
dei superiori e della comunità,
i segni molteplici e complessi
della tua volontà,
e aiutaci a viverla pienamente nell'amore, a imitazione di Cristo.
G Donaci la tua forza, o Signore, T perché la nostra obbedienza
sia sempre un atto di intelligenza,
di libertà e di responsabilità,
e insieme un atto di fede viva.
G Tu che ci hai arricchiti
di doni personali,
T concedi a noi di accettare
che siano valutati e guidati nel loro esercizio
dal superiore e dalla comunità;
quando dovessimo sacrificare desideri e progetti anche legittimi per il bene comune,
donaci la forza
di saperlo fare con fede e con gioia.
334
C Preghiamo.
O Signore,
aiutaci a credere e a vivere la nostra obbedienza
come vera partecipazione alla morte di Cristo
per la risurrezione nostra e dei fratelli.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Sul tema della povertà.
6. C Il Cristo si è fatto povero per arricchirci della sua amicizia ed essere solidale con la sorte degli ultimi. A lui eleviamo la nostra preghiera.
G O Signore,
ti abbiamo seguito nella povertà: T concedi a noi
di vivere questa scelta nella gioia
di porre la nostra fiducia nella Provvidenza, perché la nostra povertà sia sempre un atto di amore verso te e verso il prossimo.
G Tu che a Nazaret
hai lavorato nell'umiltà,
T insegnaci a vivere la povertà
con un lavoro assiduo e sacrificato
per condividere la sorte dei poveri
per testimoniare agli uomini d'oggi
il senso umano e cristiano del lavoro.
C Preghiamo.
O Signore,
concedi a noi di impegnarci continuamente
per essere una comunità povera
di figli tuoi e fratelli in Cristo
a completo servizio della gioventù povera.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
335
Sul tema: liberi e poveri in Cristo.
7. C Invochiamo il Padre per vivere i giorni della nostra vera libertà che è rispetto e servizio dei giovani e accettazione di ogni situazione di vita.
G O Signore,
che ci hai chiamati a partecipare
alla missione della Chiesa,
T concedi che la nostra vita
sia proposta agli uomini,
specialmente ai più giovani,
del messaggio e della grazia di Cristo,
perché in loro cresca l'uomo nuovo,
Cristo Signore.
G Tu, che hai chiamato Don Bosco ad annunciare la tua parola ai piccoli,
T rendici in ogni occasione educatori della fede: dona a ognuno di noi zelo ardente e inventivo,
le nostre comunità, con la loro vita povera, abbiano capacità di annuncio
forza di testimonianza.
G Aiutaci con la tua grazia,
perché sappiamo condurre i giovani
alla persona di Gesù Cristo, il Signore risorto.
T La nostra scienza più eminente sia conoscerlo,
la nostra gioia più profonda
rivelare a tutti
le insondabili ricchezze del suo mistero.
C Preghiamo.
O Signore, concedi a noi
di essere evangelizzatori di salvezza
fra i nostri giovani
nella povertà e nella gioia.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Sul tema della castità.
8. C Il Cristo ha amato l'umanità di un amore gratuito e ci ha accolti nella nostra miseria donando la sua vita per noi. A lui eleviamo la nostra preghiera.
336
G O Signore, noi crediamo:
T il celibato evangelico per il regno di Dio
non è una nostra scelta,
ma un dono della tua grazia.
Con il tuo amore
aiutaci a vivere con pienezza la castità consacrata:
perché sia maturazione della nostra persona
crescita della capacità
di apertura e comunione con gli altri.
G Tu ci chiami al celibato
per il servizio dei giovani.
T Ti preghiamo: la nostra risposta di fede
sia generosa e costante
ci renda portatori
del messaggio di purezza liberatrice.
C Preghiamo.
O Signore,
una vita evangelicamente casta
comporta sempre sofferenza, morte.
Concedi a noi di viverla
come partecipazione al mistero pasquale di Cristo,
affinché sia testimonianza del vero uomo nuovo.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Sul tema: la nostra missione comporta fatica e persecuzione.
9. C Il Signore ci ha insegnato a portare la croce affinché anche noi impariamo a sopportare fatiche e dolori per recare il lieto annunzio di liberazione ai fratelli.
G O Signore,
con un'unica chiamata ci inviti a seguirti nella consacrazione al Padre
nella tua opera salvifica:
T donaci il tuo Spirito,
perché con un'unica risposta d'amore
accettiamo di lasciare ogni cosa
per lavorare con te nella costruzione del Regno.
337
G Signore Gesù,
tu hai compiuto nella sofferenza la tua missione di salvezza:
T dona al nostro cuore forza e coraggio
perché siamo tuoi testimoni coraggiosi nel mondo d'oggi
sappiamo accettare con gioia il dolore e la sofferenza che il lavoro apostolico comporta.
G Tu che hai compiuto la tua missione nell'adesione perfetta alla volontà del Padre,
T mandaci lo Spirito d'amore
che ci introduca nell'intimità col Padre per attingere da una profonda vita interiore la forza nei momenti di difficoltà
e il coraggio nel dolore e nella sofferenza.
C Preghiamo.
Donaci, o Signore, la tua forza
perché siamo nel mondo
testimoni coraggiosi della tua Parola.
Per Cristo nostro Signore. T Amen.
Sul tema: l'amore di Dio è la nostra forza nell'annuncio.
10. C Chiamati ad essere operai del Regno di Dio confidiamo nel suo amore e nella sua protezione.
G O Signore,
che ci hai chiamati alla sequela di Cristo
nel servizio dei giovani,
T donaci un cuore grande
capace di donarsi fino in fondo
ai giovani poveri e abbandonati.
G Tu sei stato in mezzo a noi
il testimone dell'amore del Padre:
T concedi che la nostra vita
sia in mezzo ai giovani
segno efficace dell'amore che salva;
perché nell'opera
di liberazione e di promozione dell'uomo non ci dimentichiamo mai di essere servi del Regno.
338
G Tu sei vissuto fra noi
per attuare il disegno d'amore del Padre:
T concedi che il nostro servizio apostolico
si radichi in una profonda fiducia
in questo amore,
a cui abbiamo consegnato la vita
per la salvezza dei giovani.
C Preghiamo.
O Signore,
con paterno affetto
tu proteggi e guidi la nostra vita:
concedi a noi
di essere fra i giovani
testimoni coraggiosi di Cristo.
Egli vive e regna nei secoli.
T Amen.
Sul tema: chi perde la propria vita la ritroverà.
11. C Essere trasparenti a Cristo è morire al peccato e alla vita borghese per farsi in opera di carità tutto a tutti.
G O Signore,
che sei morto per donarci la vita,
T donaci di morire a noi stessi
nel servizio apostolico:
di essere fra i giovani
educatori di libertà e d'amore,
attingendo sempre alle sorgenti vive
della ragione, dell'amore e del desiderio di te.
G Tu che sei stato buono e paziente
con tutti quelli che accorrevano a te,
T donaci la forza dello Spirito
perché imitiamo la tua pazienza
nel dialogo educativo coi giovani,
siamo loro vicini come fratelli,
li aiutiamo a liberarsi da ogni servitù,
e, rispettosi della loro libertà, sappiamo farli crescere nella fede.
339
C Preghiamo.
O Padre,
che ci hai consacrati al tuo servizio
nella sequela di Cristo casto, povero e obbediente:
concedi a noi di vivere in pienezza
la nostra consacrazione religiosa,
perché il sacrificio della nostra vita
sia fonte di salvezza per i nostri giovani.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Sul tema: Maria maestra nella nostra missione.
12. C O Dio, che hai suscitato Don Bosco come padre e amico dei giovani ascolta la nostra preghiera e per intercessione di Maria Ausiliatrice guida i nostri passi nella missione apostolica tra i giovani.
G O Signore,
i giovani sono i primi a cui tu ci mandi. T Aiutaci a capire, come Don Bosco, il valore della nostra missione.
G Tu hai concesso a Don Bosco
di essere padre dei giovani poveri e abbandonati.
T Aiutaci a rimanere fedeli alla sua missione dedicando la nostra vita
tutte le nostre energie ai giovani, che, a causa della povertà, non hanno normali possibilità di riuscita
a tutti i giovani
moralmente, affettivamente
spiritualmente poveri.
G O Vergine Ausiliatrice,
tu hai guidato e protetto Don Bosco perché donasse nell'amore
la sua vita per la salvezza dei giovani.
340
T Proteggi e sostieni
il nostro lavoro apostolico,
donaci pazienza e ottimismo
nel dialogo con i giovani,
aiutaci a guidarli a Cristo Signore
fonte della loro gioia e della loro speranza.
C Preghiamo.
Donaci, o Signore, la forza del tuo Spirito perché siamo oggi, come Don Bosco,
amici ed educatori dei giovani poveri e abbandonati. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Sul tema: amici dei giovani per prepararli alla vita.
13. C Insegnaci, o Padre, ad amare i giovani e fare in modo che essi sappiano di essere amati. Aiutaci ad avviarli a una vita saggia e a un lavoro onesto perché siano tuoi testimoni nella società di ogni giorno.
G O Signore, tu ci hai chiamati ad essere educatori.
T Donaci di vivere sempre con i giovani
e di collaborare con loro
perché crescano alla piena maturità umana.
G Tu hai donato a Don Bosco un cuore grande
perché fosse amico dei poveri e degli ultimi.
T Aiutaci a vivere come lui:
per donare ai giovani il pane del corpo, la competenza in una professione,
soprattutto per aiutarli ad aprirsi alla verità e a costruire la loro libertà.
341
C Preghiamo. O Signore,
donaci il tuo Spirito d'amore
perché sappiamo realizzare
la promozione umana integrale dei nostri giovani,
siamo segni e portatori
dell'amore liberatore di Cristo e della Chiesa.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Sul tema: consacrati per portare i giovani a Cristo.
14. C Eleviamo la nostra preghiera al Padre perché in Cristo doni a noi lo Spirito per suscitare nei giovani l'amore ai veri valori della vita e alla realtà celeste.
G O Signore,
tu solo sei la salvezza dell'uomo.
T Donaci lo Spirito Santo
perché sappiamo condurre a te
i giovani che ci hai affidato.
G Tu nella Chiesa
ci chiami a servire i giovani.
T Concedi che il nostro servizio apostolico li aiuti a crescere nella fede e nell'amore perché diano il loro generoso apporto alla crescita della Chiesa
e alla trasformazione cristiana del mondo.
G Tu, che nei segni sacramentali
sei per tutti fonte di salvezza,
T aiutaci a iniziare i giovani
a una partecipazione piena, convinta e attiva
alla vita liturgica,
perché nell'Eucaristia
attingano la forza e la gioia della loro giovinezza.
C Preghiamo.
Rendici, o Signore, lavoratori instancabili per la salvezza dei nostri giovani,
con l'esempio e l'aiuto di Don Bosco sapremo aiutarli a crescere nella vita nuova come tuoi figli.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
342
Sul modo della preghiera universale diamo questo formulario tratto dal rito della professione e particolarmente indicato alla rinnovazione dei voti durante gli esercizi.
15. C Il Signore ci ha riuniti nell'amore vicendevole consacrandoci al servizio dei giovani. A lui eleviamo la nostra preghiera perché siamo perseveranti nel l'invitare altri a rendersi liberi in Cristo pella professione dei consigli evangelici.
I a) Per la santa Chiesa di Dio:
perché, illuminata dalla vita evangelica di coloro che hanno seguito il Cristo nello Spirito delle beatitudini, splenda sempre più davanti agli uomini di buona volontà, preghiamo.
b) Per il Sommo Pontefice e tutti i Vescovi: perché fedeli al ministero apostolico alimentino con la parola e guidino con amore premuroso l'intero popolo di Dio, preghiamo.
c) Per il Rettor Maggiore e tutti i Superiori: perché siano il segno dell'amore di Cristo che serve, e promuovano nella comunità loro affidata un vero spirito di famiglia, preghiamo.
II a) Per il bene dei popoli:
perché tutti coloro che si sono dedicati al servizio di Dio, nell'assidua ricerca dei beni eterni, propongano costantemente progetti di «promozione integrale dell'uomo» (Cost. 31), preghiamo.
b) Per tutti i Salesiani:
perché realizzando «il progetto apostolico» di Don Bosco sappiano «essere nella Chiesa segni e portatori dell'amore» (Cost. 2) del Padre ai giovani, «primi e principali destinatari della missione salesiana» (Cost. 26), preghiamo.
343
III a) Per tutti i religiosi:
perché la loro vita sia sempre un segno eloquente del regno futuro, preghiamo.
b) Per coloro che professano i consigli evangelici: perché splenda in essi il comandamento dell'amore
fraterno, e come i primi discepoli di Gesù siano un
cuor solo e un'anima sola, preghiamo.
c) Per i genitori di questi nostri fratelli:
perché il Signore ricolmi dell'abbondanza della sua benedizione la generosità con cui hanno donato i loro figli alla Chiesa e alla Società salesiana, preghiamo.
IV a) Per coloro che più decisamente si dedicano al divino servizio:
perché Dio, dopo averli consacrati con il dono del suo Spirito (cf Cost. 3), li faccia crescere nell'amore fraterno e nella carità pastorale che li spinga a cercare le anime e servire Dio solo, preghiamo.
b) Per quelli che con la professione religiosa hanno scelto di seguire Cristo più da vicino: perché, pronti all'obbedienza, siano nel mondo il segno della piena docilità a Dio;
contenti della loro povertà, promuovano la sorte dei poveri e siano loro amici e modelli;
fedeli alla castità, amino Dio e i fratelli con cuore indiviso, preghiamo.
V a) Per i confratelli defunti:
perché il loro generoso servizio sia premiato con la gioia e la piena comunione nella casa del Padre, preghiamo.
b) Per i genitori defunti:
perché il Signore ricompensi le loro fatiche e li accolga nella gioia serena della sua pace, preghiamo.
c) Per tutti noi qui presenti:
perché accogliamo con fede l'invito del Maestro a essere perfetti, e portiamo frutti autentici di santità per raggiungere la pienezza di Cristo, e riunirci tutti nella Gerusalemme celeste, preghiamo.
344
C Accogli, o Padre, le invocazioni del tuo popolo e, per l'intercessione della beata Vergine Maria, Ausiliatrice dei cristiani,
effondi lo Spirito Santo su questi tuoi figli che hai chiamato a seguire Cristo
secondo il progetto apostolico di Don Bosco;
ciò che hanno promesso nella professione
dei consigli evangelici
possano portarlo a pienezza.
fino al giorno di Cristo Signore
che vive e regna nei secoli dei secoli.
T Amen.
Altre preghiere si possono trovare ne «Il progetto di vita dei Salesiani di Don Bosco», specie nel cap. VI: Al seguito di Cristo obbediente povero e casto.
345
2. EUCARISTIA
2.1. UN PROGETTO DI SANTITÀ
CHE SI FA EUCARISTIA
Il Dio realmente presente in mezzo a noi
L'Eucaristia è al centro del progetto di santità del battezzato. Farsi eucaristia diventa l'anelito di chi abbraccia la strada della croce per mettersi al servizio del Regno. Impegno di ogni cristiano è il progressivo inserimento nel mistero eucaristico. Compito di ogni religioso è un inserimento che diviene testimonianza affinché coloro che sono «di Cristo» possano ritrovarlo realmente presente nel sacramento dell'altare. Il monito di Paolo VI evidenzia la necessità di farsi annunciatori del mistero centrale del cristianesimo: «Si istruiscano i fedeli, perché conseguano una profonda comprensione del mistero eucaristico anche riguardo ai principali modi con cui il Signore stesso è presente alla sua Chiesa nelle celebrazioni liturgiche. È infatti sempre presente nell'assemblea dei fedeli riuniti nel suo nome. E presente pure nella sua parola, perché parla lui stesso mentre nella Chiesa vengono lette le Sacre Scritture. Nel sacrificio eucaristico é presente sia nella persona del ministro, perché "Colui che ora offre per mezzo del ministero dei sacerdoti, è il medesimo che allora offrì sulla croce"; sia, e soprattutto, sotto le specie eucaristiche. In quel sacramento infatti, in modo unico, è presente il Cristo totale e intero, Dio e uomo, sostanzialmente e ininterrottamente. Tale presenza di Cristo sotto le specie "si dice reale, non per esclusione, quasi che le altre non siano reali, ma per antonomasia"» (Eucharisticum Mysterium, 9).
346
Inoltre questa «presenza» va compresa come «pasquale» nel duplice segno di «liberazione reale e cena di comunione». L'atteggiamento eucaristico è quello della continua conversione a Dio, per cui resta valido per tutti l'appello di Paolo: celebrare l'Eucaristia con odi, rancori, divisioni, disimpegno verso i poveri, non è celebrare la Cena del Signore.
L'Eucaristia per il Salesiano
Don Bosco vede nell'Eucaristia una delle colonne fondanti la spiritualità salesiana, il centro pulsante della vita di ogni casa. Ogni comunità pertanto deve vedere nell'Eucaristia il vincolo dell'unità, la forza della carità fraterna e la sorgente dell'impegno apostolico.
«La presenza dell'Eucaristia nelle nostre case è per noi, figli di Don Bosco, motivo di frequenti incontri con Cristo. Da Lui attingiamo dinamismo e costanza nella nostra azione per i giovani» (Cost. 88).
2.2. ADORAZIONI EUCARISTICHE
Oltre a una sentita partecipazione all'Eucaristia quotidiana e alla visita personale, si suggeriscono a livello comunitario alcune adorazioni eucaristiche realizzabili con modalità molteplici e nell'osservanza delle nonne del «Culto eucaristico» (87-98; 109-114). Nel manuale in più parti sono presentate tracce tematiche di adorazione eucaristica e sono stati elaborati sussidi e raccolte di materiale.. In questa sezione suggeriamo, oltre a uno schema generale di adorazione, citazioni scritturistiche e intercessioni usufruibili in celebrazioni di adorazione comunitaria o anche per la riflessione individuale.
— Canto di esposizione
— Preghiera di adorazione
— Lettura biblica
— Salmo responsoriale
— Riflessione o meditazione
— Preghiera comune o Manica
— Benedizione eucaristica
— Acclamazioni finali
— Canto
347
Qualora l'adorazione sia senza esposizione, la celebrazione si può organizzare come liturgia della Parola:
— Canto di inizio
— Saluto del celebrante
— Dialogo di inizio
— Ascolto della Parola
— Omelia o riflessione
— Preghiera litanica o corale
— Padre nostro
— Orazione e benedizione
— Canto finale
Rimane elemento qualificante la preghiera di adorazione in silenzio e la calma celebrativa. Ogni celebrazione può essere opportunamente corredata di canti.
Momenti di adorazione possono preparare convenientemente i tempi liturgici, vicende importanti della comunità e la festa. Non è da dimenticare, nella pietà popolare, il primo venerdì del mese, che può offrire l'occasione per un'adorazione comunitaria.
SUSSIDI E CITAZIONI SCRITTURISTICHE PER LE ADORAZIONI
PREGHIERE INIZIALI
Presentiamo alcune preghiere di adorazione iniziale. Possono essere recitate dal celebrante, dalla guida o coralmente, e introdotte da una formula di saluto.
C Sia lodato e ringraziato ogni momento
T il santissimo e divinissimo Sacramento.
CT Gloria al Padre...
Oppure
C Adoriamo il Signore, qui presente in mezzo a noi. T Il suo amore è per sempre.
348
1. Ti rendiamo grazie, o Cristo, nostro Dio;
nella tua bontà
ci hai dato in questo sacramento il tuo corpo,
onde permetterci di vivere santamente.
Per la tua grazia, custodiscici puri e senza macchia;
rimani con noi per proteggerci.
Dirigi i nostri passi nella strada della tua volontà
santa e benevola.
Rendici forti contro le seduzioni di Satana,
affinché ascoltiamo solo la tua voce e seguiamo te solo,
Pastore onnipotente e verace,
conseguiamo il posto preparato per noi
nel regno dei cieli.
Gloria, onore e grazie a te,
nostro Dio, Signore e Redentore Gesù Cristo,
che sei benedetto con il Padre e lo Spirito,
ora e per tutti i secoli.
Amen.
(Dalla Liturgia armena)
2. Signore, tu benedici coloro che ti benedicono
santifichi coloro che confidano in te.
Salva il tuo popolo, benedici la tua eredità.
Santifica quelli che amano la bellezza della tua casa;
ricompensali con la tua divina potenza.
Non abbandonare noi,
qui raccolti in adorazione,
che mettiamo in te la nostra speranza.
Degnati di accordare la pace al mondo,
alla tua Chiesa, ai sacerdoti, ai governanti
a tutto il popolo.
Al Padre di tutte le cose,
a te, suo unico Figlio,
allo Spirito Santo noi diamo lode,
adorazione, gloria, ora e sempre, nei secoli.
Amen.
(Dalla Liturgia bizantina)
349
3. Signore, Dio onnipotente, Gesù Cristo, re della gloria, tu sei la vera pace, la carità eterna. Tu sull'altare della croce hai offerto te stesso
come vittima di riconciliazione e di pace.
Tu su questo altare
ti doni a noi come cibo santo di vita eterna
e ci unisci nel vincolo immortale della tua carità:
Rischiara, te ne preghiamo, con la luce della tua pace
le nostre anime e i loro segreti,
purifica la nostra coscienza
con la dolcezza del tuo amore;
concedici di essere uomini di pace;
di sapere attendere te, Principe della pace;
di essere protetti e custoditi incessantemente da te
contro i pericoli di questo mondo.
Sorretti dalla tua benevolenza,
fa' che ricerchiamo la pace
con tutte le forze del nostro cuore;
così potremo essere accolti nella gioia eterna,
quando tu verrai per ricompensare
quelli che ti sono stati fedeli
e che tu hai nutrito con il tuo Corpo e Sangue.
Amen.
(Dalla Liturgia mozarabica)
4. Come è grande e dolce, Signore, la tua bontà!
Tu hai voluto che mangiando il pane di vita
annunciassimo ogni giorno la tua morte!
Che cosa potevi dare di più all'uomo,
fatto morire da un alimento,
che riconquistare la vita per mezzo di un alimento?
O pane di vita, inchiodato sulla croce,
quale spirito può comprendere l'immenso dono
che nella tua bontà ci hai accordato,
tu l'Altissimo: tu stesso in nutrimento!
Ecco veramente chi supera ogni pienezza
di bontà e di amore:
la vittima del sacrificio e il sacrificatore
non sono che un unico essere!
Qual altro popolo, per quanto grande,
possiede un Dio così vicino come tu, vero Dio,
sei a noi, sotto forma di pane e di vino,
nella tua propria sostanza?
O pane che nutre veramente,
che conforta e sazia perfettamente,
non la carne ma lo spirito,
non il corpo rha l'anima.
O sublime memoriale,
che si deve affidare al più profondo del cuore,
e custodire preziosamente nella nostra anima!
In te possediamo gioia piena e speranza sicura,
perché il nostro cuore, grazie a te,
è inondato di santa allegrezza.
Anten.
(Preghiera di Nicolò Cusano)
350
5. Gesù Cristo, Signore e Dio nostro,
che per amore degli uomini ti sei chinato fino a noi,
e nell'abbondanza della tua grazia e della tua bontà,
hai voluto umiliarti:
tu ci hai concesso di essere partecipi
del tuo Corpo e Sangue
e di adorarti in questi santi misteri:
proteggi e segna i tuoi adoratori con la destra invincibile.
Conservaci senza peccato
per tutti i giorni della nostra vita.
Fa' che non ritorniamo mai
alle colpe della carne e dello spirito
ma siamo confermati in te, per rendere gloria eterna a te,
al Padre e allo Spirito Santo.
Amen.
(Dall'Anafora dei Dodici Apostoli)
6. Ti adoriamo, Signore Gesù Cristo, qui e in tutte le chiese che sono nel mondo intero e ti benediciamo perché con la tua santa croce hai redento il mondo. (Preghiera di san Francesco d'Assisi)
7. Dio, nostro Padre, concedi ai tuoi fedeli qui riuniti di innalzare un canto di lode a Cristo tuo Figlio e nostro Salvatore, all'Agnello immolato per noi e nascosto in questo santo mistero dell'altare.
Egli si è dato a noi come vero pane disceso dal cielo. Fa' che viviamo sempre di lui e per lui. Ravviva in noi l'ardente desiderio di poterlo contemplare un giorno nello splendore della tua gloria e di partecipare al convito eterno del tuo regno.
351
8. Adoriamo, o Cristo, il tuo corpo glorioso,
nato dalla Vergine Maria;
per noi hai voluto soffrire,
per noi ti sei offerto vittima sulla croce
e dal tuo fianco squarciato hai versato l'acqua
e il sangue del nostro riscatto.
Sii il conforto del nostro pellegrinaggio
e accoglici benigno nella casa del Padre tuo
ove nell'unità dello Spirito
vivi e regni nei secoli dei secoli.
In luogo della preghiera iniziale si può avviare un breve dialogo penitenziale e lasciare quindi spazio all'adorazione e alla verifica personale.
C Signore, noi ti adoriamo.
T Mio Signore e mio Dio.
C Cristo, noi crediamo in te.
T Mio Signore e mio Dio.
C Signore, noi speriamo in te.
T Mio Signore e mio Dio.
C Signore, perdona la nostra indifferenza dinanzi a te.
T Abbi pietà di noi!
C Cristo, perdona la poca fede dell'umanità.
T Abbi pietà di noi!
C Signore, perdona la nostra ricerca di false sicurezze.
T Abbi pietà di noi.
C Signore, noi ti amiamo e acclamiamo.
T Tu sei amore che perdona.
C Cristo, noi siamo in te, come il tralcio nella vite.
T Tu sei fonte di vita eterna.
C Signore, tu solo ci puoi salvare.
T Noi speriamo in te.
352
ASCOLTO DELLA PAROLA
Indichiamo secondo i tempi liturgici alcuni brani biblici a cui seguono strofe salmiche e un ritornello responsoriale. Ricordiamo anche le citazioni scritturistiche presenti nel rituale del «Culto eucaristico» (122-197). All'ascolto della Parola ci si può introdurre con un breve dialogo o con un'orazione dal Messale Romano o dall'Ufficio delle Ore secondo i tempi dell'anno liturgico.
Dialogo di inizio
C. Con fede ascoltiamo la parola di Dio.
T Parla, o Signore: il tuo servo ti ascolta! Tu solo hai parole di vita eterna!
Oppure
C Il Signore sia con voi.
T E con il tuo spirito.
C In alto i nostri cuori.
T Sono rivolti al Signore.
C Rendiamo grazie al Signore nostro Dio.
T È cosa buona e giusta.
C Disponiamoci all'ascolto della sua Parola.
T Per viverla ogni giorno.
Oppure
C Il Signore sia con voi.
T E con il tuo spirito.
C Preghiamo.
O Dio che sei intimamente presente in mezzo a noi nel sacramento dell'Eucaristia, rendici disponibili all'ascolto della tua Parola perché sappiamo cercare te solo e annunciarti con cuore purificato e sapienza d'intelletto ai fratelli. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Indicazioni scritturistiche
Unitamente al brano indichiamo un salmo che si può recitare in forma responsoriale intercalando le strofe con il ritornello proposto.
353
a) Tempo di Avvento
- Ap 22,12-21: Vieni, Signore Gesù.
- Sal 24,4-5.8-10.14; Rit.: Di te, Signore, ha sete l'anima mia.
- Sof 3,14-18: Gioia e desiderio.
Sal 32,2-3.11-12.20-21; Rit.: Cantiamo al Signore un canto nuovo.
- Is 40,1-11: Preparate la via del Signore.
Sal 84,9-14; Rit.: Vieni, Signore, re di giustizia e di pace.
- Gv 1,6-8.29-34: Il testimone di Dio.
Sal 39,2.4.7-9; Rit.: Ecco, io vengo, Signore, per fare la tua volontà.
- Mt 1,18-24: L'obbedienza del giusto.
Sal 146,1-6; Rit.: Beati coloro che attendono il Signore.
- Lc 1,26-38: L'ancella del Signore.
Lc 1,46-54; Rit.: L'anima mia magnifica il Signore.
- Is 7,10-14: Dio, con noi.
Sal 88,2-5.27.29; Rit.: Il Signore è fedele per sempre.
b) Tempo di Natale
- Is 9,2-4.6-7: Un bambino è nato per noi. Sal 95,1-3.11-12; Rit.: Oggi è nato per noi il Salvatore.
- Gv 1,1-5.9-14: Contemplazione del Verbo.
Sal 97,1-4; Rit.: Tutta la terra ha veduto la salvezza del Signore.
- Gal 4,4-7: La madre del Signore.
Sal 66,2-3.5-6.8; Rit.: Dio ci benedica con la luce del suo volto.
- Lc 2,22-32: Presentazione del Signore.
Sal 23,7-10; Rit.: Vieni, Signore, nel tuo tempio santo.
- Lc 2,41-52: La sacra famiglia.
Sal 127,1-5; Rit.: Vita e benedizione sulla casa che teme il Signore.
- Is 60,1-6: Epifania del Signore.
Sal 71,7-8.10-13; Rit.: Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.
- Mt 3,13-17: Il battesimo del Signore.
Sal 28,1-6; Rit.: Gloria e lode al tuo nome, Signore.
- Gv 2,1-11: Le nozze di Cana.
Sal 32,13.20-21; Rit.: Cantiamo al Signore un canto nuovo.
e) Tempo di Quaresima
- Mt 4,1-11: Le tentazioni di Gesù.
Sal 50,3-6.18-19; Rit.: Tu guarisci, Signore, il cuore penitente.
354
- 1 Gv 1,5-2,2: Dio è luce, in lui non ci sono tenebre. Sal 50,3-6.12-13; Rit.: Perdonaci, Signore, abbiamo peccato.
- Is 1,16-20: Lavatevi, purificatevi.
Sal 50,3-4.12-13.18-19; Rit.: Tu guarisci, Signore, il cuore penitente.
- Lc 15,17-24: Il perdono del Padre.
Sal 102,1-4.11-12; Rit.: Il Signore è buono e grande nell'amore.
- Mt 16,21.24-27: Portare la croce con Cristo.
Sal 17,2-4.7; Rit.: Nell'angoscia ti invoco: salvami, Signore.
- Is 53,4-12: Il servo sofferente di Iahvè.
Sal 30,2.6.12.15-17; Rit.: Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.
- I Cor 11,23-26: Il memoriale della passione del Signore.
Sal 115,12-13.16-18; Rit.: Il tuo calice, Signore, è dono di salvezza.
d) Tempo di Pasqua
- Lc 24,35-48: Pace a voi, dice il Risorto.
Sal 117,1-2.16-17.22-23; Rit.: Questo è il giorno del Signore: alleluia.
- Rm 6,3-11: Cercate le cose di lassù.
Sal 117,1.12.16-17.19-21; Rit.: Ti rendiamo grazie, Signore nostro Dio.
- Gv 3,1-8: Rigenerati per essere figli di Dio. Sal 115,12-17; Rit.: Ti rendo grazie, Signore, perché mi hai salvato.
- Gv 6,52-59: Comunione con Cristo e con il Padre. Sal 43,1-5; Rit.: Ha sete di te, Signore, l'anima mia.
- Gv 10,11-18: Cristo buon pastore.
Sal 22,1-4.6; Rit.: Con te, Signore, non temo alcun male.
- Ef 1,17-23: Gesù sale al cielo.
Sal 46,2-3.6-8; Rit.: Ascende il Signore tra canti di gioia.
- Rm 8,9-11.14-17: Lo Spirito Santo abita in voi. Sal 103,1-2.24.29-30; Rit.: Manda il tuo Spirito, Signore.
355
e) Tempo Ordinario
— At 2,42-47: La Chiesa è comunione.
Sal 121,1-4.8-9; Rit.: Andiamo al Signore con canti di gioia.
— Gv 16,12-15: Il mistero della Trinità.
Sal 8,4-6.8; Rit.: Il tuo nome è grande su tutta la terra.
— 1 Gv 4,9-16: Dio è amore.
Sal 99,1-5; Rit.: Il nostro Dio è grande nell'amore.
— Ef 3,8-19: Gesù rivela l'amore del Padre. Sal 149,1-6; Rit.: Il Signore ama il suo popolo.
— Mt 11,25-30: Venite a me.
Sal 102,1-4.8.10; Rit.: Il Signore è buono e grande nell'amore.
— 1 Pt 1,3-9: La nostra fede.
Sal 8,2.4-7; Rit.: Esultiamo di gioia nel Signore nostro Dio.
— Rm 5,1-9: Speranza sicura.
Sal 26,1.4.13-14; Rit.: Il Signore è la mia speranza.
— Mt 22,34-40: Il piu grande comandamento. Sal 118,12.14.16.18.27.34-35; Rit.: Nel fare il tuo volere è la mia gioia.
— 2 Tm 3,14-4,2: Amore alla Sacra Scrittura. Sal 118,66.68.76-77.93-94; Rit.: La tua legge, Signore, è la mia gioia.
— Mt 5,1-12: Adesione totale al Vangelo.
Sal 23,3-6; Rit.: Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
— Rm 6,3-9: Risorgeremo con Cristo.
Sal 26,1.4.13-14; Rit.: I miei occhi vedranno il volto del Signore.
— Mt 25,31-46: Saremo giudicati sull'amore. Sal 22,1-4.6; Rit.: Tu sei con me, Signore.
— Fil 1,12-20: Il primato di Cristo.
1 Cr 29,10-12; Rit.: Benedetto il tuo nome santo.
RIFLESSIONE
Indichiamo alcune citazioni patristiche rintracciabili nell'Ufficio delle Ore. Ci si può avvalere di sussidi sul tema sia di autori patristici che moderni.
356
Dopo la riflessione guidata è bene una conveniente pausa di silenzio.
1. Sono frumento di Dio: sarò macinato dai denti della fiera (Ignazio di Antiochia; 17 ottobre).
2. La pienezza dell'amore (Agostino; mercoledì della Settimana Santa).
3. Cristo è fedele e a tutto provvede (Giovanni di Dio; 8 marzo).
4. Il pane del cielo e la bevanda di salvezza («Catechesi» di Cirillo di Gerusalemme; sabato fra l'ottava di Pasqua).
5. Sacramento di unità e carità (Fulgenzio di Ruspe; martedì II sett. di Pasqua).
6. Il dono ereditario del Nuovo Testamento (Gaudenzio di Brescia; giovedì II sett. di Pasqua).
7. La celebrazione dell'Eucaristia (Giustino; III domenica di Pasqua).
8. L'Eucaristia pegno di risurrezione (Ireneo; giovedì III sett. di Pasqua).
9. Eucaristia e unità dei fedeli (Ilario; mercoledì IV sett. di Pasqua).
10. Eucaristia, Pasqua del Signore (Gaudenzio di Brescia; giovedì V sett. di Pasqua).
11. L'anima mia esulti nel Signore (Gregorio di Agrigento).
12. Come si deve prendere parte all'Eucaristia (Dottrina Dodici Apostoli; mercoledì XIV sett. tempo ordinario).
13. Questo sacramento che ricevi si compie con la parola di Cristo (Ambrogio; sabato XV sett. tempo ordinario).
14. Ai neofiti (Ambrogio; venerdì XV sett. tempo ordinario).
15. 0 prezioso e meraviglioso convito (Tommaso d'Aquino; Corpus Domini).
16. Effetti di purificazione e santificazione (Alberto Magno; 15 novembre).
17. Presso di te è la sorgente della vita (Bonaventura; Sacratissimo Cuore di Gesù).
357
PROCLAMAZIONE CORALE DELLA PAROLA
Alternativamente al brano scritturistico proclamato da un solista e seguito da un salmo responsoriale suggeriargb questi brani scritturistici che si possono recitare coralmente o con solista e coro, facendoli precedere da un invito o da un'orazione del presidente. Si accompagnano con alcuni spunti di riflessione individuale impostata su temi di spiritualità salesiana. Tale riflessione può essere guidata, o spontanea, oppure mettendo in comune ciò che ha evocato in ciascuno il brano recitato. Nel caso che segua la benedizione eucaristica, dopo un tempo di silenzio si canta l'inno; diversamente si conclude con l'orazione, la benedizione del celebrante e il congedo.
1. La nostra gioia nasce dall'unione con Cristo vera vite e dalla donazione di noi stessi sul suo esempio.
G «Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Io sono la vite, voi i tralci».
1. Ti rendiamo grazie, o Signore, perché ci hai purificati con la parola che ci hai annunciato. Vogliamo rimanere inseriti in te perché tu rimanga in noi.
2. Crediamo che solo rimanendo inseriti in te possiamo portare molto frutto, perché senza di te non possiamo fare nulla.
3. Ti rendiamo grazie, perché ci hai amato comunicando a noi l'amore infinito con cui il Padre ti ama.
4. Vogliamo rispondere al tuo amore con la nostra fedeltà. Ti preghiamo con fiducia:
la tua gioia sia in noi,
perché solo così la nostra gioia sarà vera e perfetta.
358
5. Aiutaci, ti preghiamo, a vivere il tuo comandamento esigente di amarci gli uni gli altri come tu ci hai amato: non c'è amore più grande di chi dà la vita per gli amici. E tu l'hai data per noi.
6. Sentiamo la gioia di essere tuoi amici. E ti preghiamo:
la tua amicizia ci impegni a fare quello che hai fatto tu (Gv 15).
Meditazione personale
La comunione sacramentale ci unisce come tralci vivi a Cristo. Perciò siamo impegnati a vivere come lui. L'amore che si dona senza riserve, la gioia visibile che deriva dalla donazione di sé libera e gratuita, il senso della piccolezza che sa di non poter far nulla senza di lui e apre il cuore alla preghiera umile e costante, sono valori evangelici di cui noi Salesiani abbiamo particolarmente bisogno per la nostra missione con i giovani.
C Preghiamo.
O Signore, concedi a noi
di vivere profondamente uniti a Cristo per condurre a lui i nostri giovani.
Per Cristo nostro Signore. T Amen.
2. Abbiamo bisogno della certezza di essere amati per vivere e per dare la vita.
359
G Dio è con noi, chi sarà contro di noi? Colui che non risparmiò nemmeno il proprio Figlio,
ma lo sacrificò per tutti noi,
come non potrà donarci con lui
tutto il resto?
T Certamente né la morte, né la vita,
né il presente, né il futuro,
né alcun'altra creatura
ci potranno separare dall'amore di Dio
che ci giunge nel Cristo Gesù, nostro Signore.
C Chi muoverà accusa
contro di noi eletti di Dio?
Se Dio ci giustifica,
chi ci condannerà?
Cristo che è morto?
Cristo che è risorto?
Cristo, che è alla destra di Dio
e che intercede a nostro favore?
Chi potrà strapparci
dall'amore di Cristo?
Quale tribolazione, angustia, persecuzione?
Su tutte queste cose trionfiamo appieno
grazie a colui che ci ha amati.
T Certamente né la morte, né la vita,
né il presente, né il futuro,
né alcun'altra creatura
ci potranno separare dall'amore di Dio
che ci giunge nel Cristo Gesù, nostro Signore (Rm 8).
Meditazione personale
Gesù è Dio con noi. Non siamo soli, egli ha voluto condividere fino in fondo la nostra vita.
Il suo è un amore fedele. Il segno che lo rivela è la sua morte. Egli è con noi col suo sacrificio nell'Eucaristia.
Queste certezze devono animare la nostra vita di religiosi e di educatori. Tutti abbiamo bisogno della certezza di essere amati per vivere. Specialmente i giovani. È necessario che essi non solo «siano amati, ma che sentano di essere amati» (Don Bosco).
La certezza che Dio ci ama, che egli è con noi nel nostro lavoro apostolico, che ama infinitamente i nostri giovani, che niente potrà strapparli all'amore di Cristo, dà fiducia, aiuta a vincere lo scoraggiamento negli insuccessi, moltiplica lo slancio nella donazione gratuita e disinteressata di chi sa amare, come Dio, nonostante tutto.
360
C Preghiamo.
O Signore, Dio con noi,
la certezza assoluta di essere amati da te
ci spinge ad essere i segni e i portatori
del tuo amore ai giovani
in modo che essi, sapendo di essere amati,
credano al tuo amore.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
3. Noi abbiamo scelto Gesù Cristo. Lui solo è il Signore della nostra vita.
1 Tutti quei valori
che per noi erano guadagno, li abbiamo stimati una perdita, per amore tuo, o Cristo Gesù.
2. Consideriamo tutto una perdita di fronte al sommo valore che è la piena comunione con te, o Cristo Gesù, Signore nostro.
3 Per te noi lasciamo tutto,
tutto stimiamo un nulla,
per poterti guadagnare, o Cristo, ed essere uniti con te.
4. In te, noi siamo dotati non di una nostra giustizia ma della giustizia di Dio, che è fondata sulla fede.
Così conosceranno te,
e la forza della tua risurrezione:
uniti alle tue sofferenze speriamo di risorgere con te.
361
6. Non abbiamo raggiunto il traguardo: proseguiamo la corsa per afferrarlo, anche noi siamo stati afferrati da te, o Cristo Gesù.
7. Dimenticato ciò che è dietro a noi e protesi verso ciò che sta avanti, corriamo alla mèta, al premio a cui Dio ci chiama, in te.
8. La nostra patria è nei cieli:
di là ti attendiamo Salvatore:
tu renderai il nostro corpo di miseria
simile al tuo corpo di gloria (Fil 3,7-14.20-21).
Meditazione personale
Noi non ci siamo votati a un ideale astratto, ma a una persona viva. Cristo è il centro di gravitazione, il senso ultimo e la mèta della nostra vita. Gesù è il nostro Dio. Noi lo abbiamo seguito lasciando tutto per lui. Siamo consacrati a lui. La fedeltà alla nostra scelta non è facile, non ha il suo fondamento in noi stessi, ma in lui, vivo per noi oggi nella Eucaristia. Senza di lui si ricade nell'idolatria di noi stessi, delle cose, delle persone.
«Con la professione religiosa intendiamo vivere la grazia battesimale con maggior pienezza e radicalità. Seguiamo Gesù Cristo il quale, "casto e povero, redense e santificò gli uomini con la sua obbedienza" (PC 1) e partecipiamo più strettamente al mistero della sua Pasqua, al suo annientamento e alla sua vita nello Spirito.
Aderendo in modo totale a Dio, amato sopra ogni cosa, ci impegniamo in una forma di vita che si fonda interamente sui valori del Vangelo» (Cosr 60).
C Preghiamo.
O Signore Gesù, che ci hai chiamati a seguirti,
concedi a noi di restarti fedeli,
di essere protesi in avanti
e di non riprenderci ciò che abbiamo lasciato
fino al giorno in cui
ti verremo incontro per essere sempre con te
che vivi e regni nei secoli dei secoli.
T Amen.
362
4. Con Cristo moriamo a noi stessi per risorgere con lui all'amore.
1. Tutti noi battezzati in Gesù Cristo, nella sua morte fummo battezzati, siamo stati sepolti con Cristo per risorgere insieme con lui.
2. Come Cristo risorto da morte, vivremo anche noi nuova vita: uniti con lui nella morte lo saremo nella risurrezione.
3. L'uomo vecchio con lui fu crocifisso perché distrutto fosse il corpo del peccato e del peccato non fossimo più schiavi: chi in lui è morto, è liberato dal peccato.
4. Se noi siamo morti con Cristo, vivremo pure con lui; più non morrà il Cristo risorto, la morte non ha dominio su di lui.
5. Chi è morto nel Cristo Signore,
è morto per sempre al peccato;
noi viviamo nel Cristo Signore,
la nostra vita è ormai per Iddio (Rm 6).
Meditazione personale
Tutta la nostra vita religiosa è un rapporto con Cristo. È radicata nei sacramenti. Questi ci configurano a Cristo. Con la professione religiosa noi ci impegniamo ad essere conformi a lui nella vita.
«L'offerta della propria libertà nell'obbedienza, lo spirito di povertà evangelica e l'amore fatto dono nella castità fanno del salesiano un segno della forza della risurrezione.
I consigli evangelici, configurando il suo cuore tutto per il Regno, lo aiutano a discernere e ad accogliere l'azione di Dio nella storia; e, nella semplicità e laboriosità della vita quotidiana, lo trasformano in un educatore che annuncia ai giovani "cieli nuovi e terra nuova", stimolando in loro gli impegni e la gioia della speranza» (Cost. 63).
363
C Preghiamo.
O Signore,
che nel Battesimo ci hai configurati a Cristo:
concedi a noi di vivere con i nostri voti
il mistero della sua morte e risurrezione,
morendo ogni giorno a noi stessi e al peccato
per risorgere nell'amore.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
5. Uomini nuovi come Gesù
ci rinnoviamo continuamente per portare ai giovani la novità del Vangelo.
1. Siamo risorti con Cristo, cerchiamo le cose del cielo, dove Cristo è alla destra di Dio: pensiamo alle cose del cielo,
non a quelle della terra.
2. Siamo morti in Cristo,
ora la nostra vita
è nascosta con lui in Dio.
Quando Cristo vita nostra apparirà, con lui appariremo nella gloria.
3. Facciamo morire in noi il peccato: impurità, cattivi desideri,
ogni idolatria delle cose.
Deponiamo collera, sdegno e cattiveria, le maldicenze e ogni discorso cattivo. Non mentiamo più gli uni gli altri.
4. Spogliàti dell'uomo vecchio con tutte le sue azioni,
ci siamo rivestiti dell'uomo nuovo
che si rinnova continuamente, per giungere alla piena conoscenza a immagine del suo Creatore.
364
5. Nell'uomo nuovo non c'è più distinzione
di greco o giudeo, di schiavo o libero
ma tutto e in tutti è Cristo.
6. Rivestiamoci, come amati di Dio, di tenera compassione e di bontà, di umiltà, di mitezza e pazienza, accettandoci e perdonandoci l'un l'altro. Come Cristo ci ha perdonati, così facciamo anche noi.
7. Rivestiamoci soprattutto della carità che è il vincolo della perfezione. E la pace di Cristo Signore, alla quale siamo stati chiamati nell'unità di un medesimo Corpo, regni sovrana nei cuori.
8. Viva in noi la parola di Cristo, in tutta la sua ricchezza, e ogni nostra azione e parola sia fatta nel nome di lui (Col 3).
Meditazione personale
Gesù è l'uomo nuovo, totalmente aperto a Dio e ai fratelli. Il religioso con i voti vuol vivere la novità di vita portata da Gesù per essere come lui un uomo nuovo. Per noi Salesiani, che siamo mandati ai giovani, essere uomini nuovi che si rinnovano è di particolare urgenza.
I giovani hanno bisogno di vedere nuovi rapporti fra gli uomini, non basati sull'arrivismo, sulle discriminazioni dell'avere, sulla violenza, ma fondati sull'amore: la fede in Dio rende più uomini. I giovani ci chiedono di essere uomini nuovi come Gesù. Nell'Eucaristia egli è la sorgente della novità dell'amore.
365
C Preghiamo.
Dio nostro Padre,
amore sempre nuovo e innovatore,
concedi a noi
di essere una comunità di uomini nuovi
che, attingendo all'Eucaristia,
portano la novità
della vera libertà e dell'amore.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
6. Se, nonostante tutto, siamo ottimisti è perché Cristo è risorto.
G Il Signore è davvero risorto, primizia di quelli che son morti. Morti in Adamo, risorgeremo in Cristo.
T Dov'è, o morte, la tua vittoria?
peccato, dov'è il tuo trionfo? Il Cristo vi ha vinti per sempre.
G Noi saremo tutti trasformati al suono dell'ultima tromba, quando i morti risorgeranno a nuova vita.
T Dov'è, o morte, la tua vittoria?
peccato, dov'è il tuo trionfo? Il Cristo vi ha vinti per sempre.
G Perciò siamo fermi, incrollabili,
lavoriamo per Cristo Signore:
la nostra vita in lui non è vana.
T Dov'è, o morte, la tua vittoria?
peccato, dov'è il tuo trionfo?
Il Cristo vi ha vinti per sempre (1 Cor 15).
Meditazione personale
La nostra consacrazione e la nostra missione poggiano su Cristo risorto. Senza una grande speranza non possiamo essere né religiosi né educatori. I giovani infatti oggi più che mai hanno fame di una speranza non vana. Tutte le speranze umane senza Cristo sono soltanto illusioni.
366
Gesù risorto ci dice che la nostra vita non è destinata allo scacco e al nulla finale, ma alla pienezza e alla riuscita. Ci dice che il peccato è vinto alla radice. È vero che ancora dilaga nel mondo, ma solo momentaneamente. Noi sappiamo che in Cristo la lotta contro il male sarà certamente vittoriosa. Per questo continuiamo a lottare e, nonostante gli insuccessi, siamo ottimisti. Un ottimismo che riposa non su di noi, ma in Cristo.
C Preghiamo.
O Signore,
tu sei il Dio dei vivi e non dei morti,
concedi, ti preghiamo,
di vedere tutto nella luce della risurrezione
sicché la nostra vita di consacrati e di apostoli
sia animata dalla speranza.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
7. Cristo eucaristico è il pane della speranza. A lui noi conduciamo i giovani.
Rit. Signore, tu sei il pane disceso dal cielo, il pane della vita.
1. Io sono il pane disceso dal cielo: il pane della vita.
Chi mangia di me ha la vita, la vita eterna.
2. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, io lo risusciterò
nell'ultimo giorno.
3. Veramente la mia carne è cibo, il mio sangue bevanda: chi ne mangia dimora in me e io in lui.
Com'io vivo per il Padre vivente che a voi mi ha mandato, così chi si nutre di me per me vivrà sempre.
I vostri padri han mangiato la manna e sono morti,
ma chi mangerà questo pane
vivrà in eterno (Gv 6,51.54-59).
367
Meditazione personale
Tutta la vita di Don Bosco fu tesa a condurre i giovani al Cristo eucaristico. Essi hanno bisogno di vita e di speranza. A noi spetta condurli all'incontro con Cristo, unico, vero pane di vita.
Gesù è il pane della vita e della speranza perché è amore che si dona. La vita, infatti, affonda le radici nell'amore. Cristo si dona a noi nell'Eucaristia perché anche noi diventiamo pane di vita per i nostri giovani.
Preghiamo.
O Signore, solo tu sei
il pane della speranza e della vita:
concedi a noi che, nutriti di te,
diventiamo pane di vita e di speranza
per i nostri giovani.
Tu sei Dio e vivi e regni nei secoli dei secoli.
T Amen.
8. L'ultimo desiderio e l'ultima preghiera di Gesù: «Padre, siano una cosa sola», è per noi un impegno.
Cristo prega per sé
1. Padre, è giunta l'ora:
glorifica il Figlio tuo
perché il Figlio glorifichi te:
gli hai dato potere sugli uomini,
per donare la vita eterna
a coloro che gli hai dato.
Questa è la vita eterna:
conoscano te, l'unico vero Dio,
colui che hai mandato, Gesù Cristo.
Io ti ho glorificato sulla terra, ho compiuto l'opera che mi hai affidato.
Ora, o Padre, glorificami tu, con la gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse.
368
5 Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato traendoli dal mondo. Erano tuoi e tu li hai dati a me: ed essi hanno osservato la tua parola.
6. Essi ora sanno
che tutte le cose che mi hai dato
vengono da te,
perché tutte le cose che hai dato a me
io le ho date a loro.
7 Essi le hanno accolte;
hanno riconosciuto che io vengo da te, e hanno creduto che tu mi hai mandato.
Cristo prega per i discepoli
Per loro io prego;
non prego per il mondo,
ma per quelli che tu mi hai dato
perché sono tuoi.
9 Tutte le mie cose sono tue
le tue sono mie
io sono glorificato in loro.
10. Io non sono più nel mondo;
essi, invece, sono nel mondo
mentre io ritorno a te.
Padre santo, conserva nel tuo nome
coloro che mi hai dato
perché siano una cosa sola come noi.
369
11. Quando ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi;
nessuno di loro è andato perduto tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura.
12. Ma ora io vengo a te
e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia.
13. Ho dato loro la tua parola, e il mondo li ha odiati: perché essi non sono del mondo come io non sono del mondo.
14. Non chiedo che li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno: essi non sono del mondo come io non sono del mondo.
15. Consacrali nella verità: la tua parola è verità.
16. Come tu mi hai mandato nel mondo anch'io li ho mandati nel mondo. Per loro io consacro me stesso: siano anch'essi consacrati nella verità.
Cristo prega per coloro che crederanno in lui
17. Non prego solo per questi,
ma anche per quelli che crederanno in me per mezzo della loro parola:
18. tutti siano una cosa sola,
come tu, Padre, sei in me e io in te: siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda
che mi hai mandato.
19. La gloria che tu hai dato a me io l'ho data a loro perché siano come noi, una cosa sola.
370
20. Io in loro e tu in me:
perché siano perfetti nell'unità, e il mondo sappia che mi hai mandato, e li hai amati come hai amato me.
21. Padre, quelli che mi hai dato, voglio che siano anch'essi in me a vedere la gloria che mi hai dato, perché mi hai amato dall'eternità.
22. Padre giusto,
il mondo non ti ha conosciuto,
ma io ti ho conosciuto,
e questi hanno creduto
che tu mi hai mandato.
23. Ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere:
perché l'amore con cui mi hai amato sia in essi, e io in loro (Gv 17).
Meditazione personale
Cristo è morto per «radunare i figli dispersi» in unità. Questo è lo scopo dell'Eucaristia: fare di tutti gli uomini una comunione con Dio e fra loro.
La preghiera di Gesù è per noi un impegno a realizzarla nella nostra vita consacrata, ed è anche la mèta della nostra missione apostolica. Come per i primi cristiani, che erano «un cuor solo e un'anima sola».
Noi ripetiamo al Padre, con Cristo e in Cristo, questa preghiera per affrettarne la realizzazione fra noi, nella Chiesa e nel mondo.
C Preghiamo.
O Signore,
Dio dell'unità e della pace,
concedi a noi di diventare
un cuor solo e un'anima sola
e di fare dei giovani che ci affidi una vera Chiesa.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
371
9. Il Cristo eucaristico:
segno e sorgente della nostra comunione.
1. Il calice che noi benediciamo è comunione col sangue di Cristo; il pane che noi spezziamo è comunione col corpo di Cristo.
2. Poiché uno solo è il pane, noi che siamo molti
formiamo un solo corpo, partecipando all'unico pane.
3. Come in un solo corpo vi sono molte membra,
e queste non adempiono tutte la stessa funzione,
4. così anche noi, benché molti, formiamo un corpo solo in Cristo;
e siamo, ciascuno per la sua parte, membra gli uni degli altri.
5. Quando c'è un membro che soffre, gli altri soffrono con lui,
e se un membro è nella gioia, gli altri gioiscono con lui.
6. Il Cristo non può essere diviso, non possiamo tollerare tra noi lo scandalo delle scissioni: ma dobbiamo essere concordi.
7. Se c'è consolazione in Cristo
e conforto nella carità, se c'è comunione nello spirito
e tenerezza di compassione, la gioia abita i nostri cuori.
8. Perciò manteniamoci come un'anima sola alimentando lo stesso amore, perfettamente unanimi
e concordi nel sentire.
(1 Cor 10; Rm 12; 1 Cor 12; Fa 2)
372
Meditazione personale
La comunione fraterna che ci porta a condividere tutto non nasce soltanto da un atto di volontà umana, ma dalla comunione eucaristica. Questa è il segno e la sorgente della unione fra noi e con Dio.
Celebrare l'Eucaristia senza l'impegno di costruire con pazienza una vera comunità è vuota presunzione. D'altra parte, ogni celebrazione dell'Eucaristia testimonia che la comunione che ricerchiamo non ha la sorgente solo in noi stessi, ma prima di tutto in Cristo.
C Preghiamo.
O Signore,
che ogni giorno ci chiami alla tua mensa,
concedi, ti preghiamo,
che la celebrazione dell'Eucaristia
sia il segno vero
della nostra volontà di comunione
e la sorgente
d'una unione sempre più profonda fra noi e con te.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
10. Cristo ha dato per noi la sua vita. Dunque anche noi dobbiamo dare la nostra per i giovani.
1. Questo è il nuovo messaggio che noi abbiamo ascoltato fin da principio:
amarci gli uni gli altri.
2. Noi, amando i fratelli, sappiamo di essere passati dalla morte alla vita: solo chi ama è vivo.
Se non amiamo il fratello, noi lo facciamo morire,
e la vita eterna non è in noi.
Se non amiamo, siamo nella morte.
373
3. Noi abbiamo conosciuto l'amore: Cristo ha dato la vita per noi; anche noi dobbiamo dare la vita per ogni nostro fratello.
4. Se noi abbiamo dei beni, e vediamo il fratello nel bisogno, e rifiutiamo di avere pietà: come sarà in noi l'amore di Dio?
5. Non amiamo soltanto a parole e solo con la lingua
ma con i fatti e in verità: solo così saremo nella verità.
6. Questo è il suo comandamento: che noi crediamo nel nome del Figlio suo, Gesù Cristo, e che ci amiamo gli uni gli altri. (1 Gv 3,11.14-18.23)
Meditazione personale
Il Cristo eucaristico è segno e sorgente della nostra dedizione apostolica. La carità pastorale che spinge il Salesiano a sacrificare se stesso perché i giovani abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza si radica nel sacrificio di Cristo.
Ci può essere un impegno apostolico non autentico, perché fondato su motivazioni puramente umane o sull'affermazione di sé.
Il Salesiano che fa così non ha in sé la vita, come dice Giovanni, e non la comunica ai giovani. Questi cresceranno, a tutti i livelli, in proporzione della nostra donazione senza riserve.
Siccome il Salesiano sa che ciò è impossibile all'uomo, ogni giorno va all'Eucaristia per avere la forza di fare quello che ha fatto Gesù: dare la vita per gli altri.
374
C Preghiamo.
O Signore,
che ogni giorno nell'Eucaristia
ci dai il segno del tuo amore assoluto,
concedi a noi di imparare da te
a dare la nostra vita
perché i giovani abbiano la vita vera
e l'abbiano in abbondanza.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
PREGHIERE COMUNI
Dopo la proclamazione della Parola, la riflessione, un sufficiente spazio di silenzio e un eventuale canto appropriato, lo schema propone una preghiera comunitaria. Diamo pertanto alcuni formulari tipici a scelta, secondo le circostanze. A conclusione il celebrante può far recitare il Padre notro accompagnato da un'orazione. Se l'esposizione è con la pisside o l'ostensorio, a questo momento segue l'inno eucaristico e la benedizione.
C Eleviamo a Dio il nostro grazie per aver invitato, in Cristo,
ogni credente al banchetto della parola e del pane.
Oppure
C Eleviamo comunitariamente la nostra supplica a Cristo, vivo e presente davanti a noi, attestando fede alla sua Parola e adorando il mistero della sua presenza.
Oppure
C Gesù con la sua parola e il suo perdono diviene per ogni uomo riconciliazione e pace. Affidiamoci a lui
che ci nutre con un «pane» di vita eterna.
Oppure
C Uniamo la nostra preghiera unanime al coro della Chiesa e chiediamo a Cristo
il dono dello Spirito di sapienza e di amore
per essere segni e portatori della sua grazia.
Oppure
C La nostra preghiera e la nostra carità
si configurano alla realtà di questo grande mistero.
375
Coscienti di questo dono, con gli Angeli del Cielo, proclamiamo il nostro grazie e la nostra lode a Cristo, unigenito Figlio del Padre.
Questa prima serie di preghiere a temi è a carattere responsoriale, litanico o in forma di preghiera comune.
1. Un banchetto preparato per noi
Rit. Noi ti rendiamo grazie, o Cristo nostro Dio.
Ci hai giudicati degni del banchetto
misterioso e ineffabile;
abbiamo partecipato con gioia ai doni spirituali
che tu ci presenti,
e ora cantiamo con gli angeli
l'inno della vittoria.
Hai dato a noi un pane celeste,
e abbiamo mangiato il pane degli angeli.
Hai dato a noi un pane celeste,
abbiamo ricevuto un pane di benedizione:
il tuo corpo glorioso e il tuo sangue prezioso.
Ti rendiamo grazie, o Cristo, nostro Dio,
ti sei degnato di renderci partecipi, o Salvatore, del tuo corpo e del tuo sangue;
tu hai saputo conquistare i nostri cuori.
Hai istituito questa santa cena per darti in cibo a tutti i credenti. Che nessuno respinga il tuo invito, ma si accosti con fede e ti adori, o Re della gloria.
Benediciamo il Signore
che ha fatto grandi cose
su tutta la terra.
Tutti i popoli, lodate il Signore,
esultate, o giusti, nel Signore,
è per voi il Corpo e il Sangue di Cristo.
(Adattamento da Monumento Ecclesiae Liturgica)
376
2. Lode all'Emmanuele
Rit. Lode a te, o Cristo, nostro Dio.
Tu sei il Verbo disceso dal Padre
che hai preso una carne mortale,
morto sulla croce e risorto il terzo giorno,
e ci hai concesso il perdono nella tua grande misericordia.
Tu sei venuto ad assolvere i nostri peccati, noi ti cantiamo, meraviglioso Salvatore, tu sei il pastore delle pecore,
inviato dal Padre.
Tu sei il Cristo, il Liberatore, nato dalla Vergine Maria. Beviamo al calice di santità. Liberaci per sempre dal male.
Amiamoci gli uni gli altri, perché Dio è carità.
Chi ama il suo fratello è nato da Dio e lo contempla, in lui è perfetta la carità.
Padre santo dona la pace ai sacerdoti,
che spezzano il corpo di Cristo,
dà la pace ai governanti e al popolo,
che ricevono il corpo di Cristo.
Amen.
(Adattamento dell'antica Liturgia ambrosiana)
3. Inno di grazie trinitario Rit. Alleluia.
Ti rendiamo grazie, o Cristo Signore: tu hai dato il tuo Corpo e il tuo Sangue
per la salvezza del mondo e la vita delle nostre anime.
Ti rendiamo grazie, o Padre onnipotente,
di averci preparato la Chiesa
come porto sicuro, tempio di santità,
nel quale glorifichiamo la santissima Trinità.
Ti rendiamo grazie, o Cristo, nostro Re: il tuo Corpo e il tuo Sangue prezioso ci hanno dato la vita.
Accordaci il perdono e la misericordia.
Ti rendiamo grazie, o Spirito che rinnovi la santa Chiesa. Conservala pura nella fede nella santissima Trinità, oggi e fino al termine dei secoli.
Ti rendiamo grazie, o Cristo Signore, di averci nutrito a questa mensa e di averci preparato il convito eterno, nel quale ti loderemo per sempre con il Padre e lo Spirito Santo. (Adattamento dalla Liturgia armena)
377
4. Il Regno di Dio è nei nostri cuori Rit. Gloria a te nei secoli!
Ti rendiamo grazie, o Padre santo,
per il tuo santo nome
che tu hai posto nei nostri cuori,
per la conoscenza, la fede, l'immortalità
che ci hai concesso per mezzo di Gesti, tuo figlio.
Tu, o Signore onnipotente,
hai creato l'universo a gloria del tuo nome;
tu hai dato agli uomini il cibo
e la bevanda per la loro gioia
affinché ti rendano grazie.
Ma a noi tu hai donato
un cibo e una bevanda spirituale
e la vita eterna per mezzo del tuo Figlio.
Noi ti rendiamo grazie
perché sei potente e buono.
Ricordati, o Signore, di liberare la tua Chiesa dal male e di renderla perfetta nel tuo amore. Raccogli dai quattro venti
la Chiesa che tu hai santificato, nel regno che le hai preparato.
A te, o Redentore e Salvatore, immolato per la nostra salvezza, fatto cibo per il nostro sostentamento, a te, presente in questo mistero con la tua divinità e umanità, ogni adorazione e lode con il Padre e con lo Spirito Santo per i secoli infiniti.
(Adattamento dalla Didaché)
378
5. Cristo, mistero di salvezza Rit. Noi ti preghiamo, ascoltaci.
Per il mistero della tua santa incarnazione.
Per la tua venuta.
Per la tua nascita.
Per il tuo santo battesimo e digiuno.
Per la tua croce e passione.
Per la tua morte e sepoltura.
Per la tua santa risurrezione.
Per l'ammirabile tua ascensione.
Per la discesa dello Spirito Santo Paraclito.
Per la tua presenza vivificante nel mistero eucaristico.
(Dalle Litanie dei Santi)
6. Riuniti nella tua Chiesa
Rit. Raccogli i tuoi figli nel tuo amore.
Come tu sei una cosa sola con il Padre.
Come tu hai voluto dai tuoi discepoli.
Come hai riconciliato tutti noi col Padre. Come hai raccolto i discepoli alla tua mensa. Come a loro hai parlato del tuo amore.
Come tu stesso li hai amati lavando loro i piedi. Come ti sei reso Pane per il loro nutrimento. Come hai passato loro il tuo Calice di Alleanza. Come nel perdono hai attratto tutti alla tua croce.
Come hai voluto donare una Madre alla tua Chiesa. Come hai raccolto i discepoli nella pace della Risurrezione.
Come su di loro hai mandato il tuo Spirito.
379
7. La Parola che ci nutre
Rit. Parla, o Signore, che il tuo servo ti ascolta.
Come hai parlato ad Abramo chiamandolo a una fede eroica attraverso grandi sacrifici.
Come hai parlato a Giacobbe chiamandolo a essere padre del tuo popolo prediletto.
Come hai chiamato Israele dall'Egitto e lo hai salvato nella notte della liberazione.
Come hai chiamato Mosè sul Sinai dando una legge di amore al tuo popolo.
Come hai chiamato il giovane Samuele perché trasmettesse la tua Parola di giustizia e verità.
Come hai costituito Davide guida regale e profetica per Israele.
Come hai chiamato a fedeltà il tuo popolo attraverso la parola dei Profeti.
Come hai posto il tuo Figlio, Parola vivente, a salvezza dell'uomo.
Come hai chiamato gli Apostoli per mezzo del tuo Cristo e li hai fatti portatori di una Buona Novella di redenzione.
Come hai chiamato la tua Chiesa a essere «sacramento di liberazione» per le nazioni.
8. La Parola di vita eterna
380
R Signore, da chi andremo!
Tu solo hai parole di vita eterna.
Signore, ascolto la tua Parola anche quando mi sconvolge nelle scelte più autentiche della vita, come per la Vergine di Nazaret.
Signore, ascolto la tua Parola anche quando mi chiede di abbandonare il padre, la famiglia e il lavoro, come per Pietro e i figli di Zebedeo.
Signore, ascolto la tua Parola anche quando esige da me un cambiamento di vita e di mentalità, come per Matteo. Signore, ascolto la tua Parola anche quando mi chiede di rinascere di nuovo, come per Nicodemo.
Signore, ascolto la tua Parola anche quando mi chiede di riconoscere la gravità del mio peccato, come per la Samaritana.
Signore, ascolto la tua Parola anche quando sconvolge le mie sicurezze, come per i farisei.
Signore, ascolto la tua Parola anche quando mi manda in missione a mani vuote, come i 72 discepoli. Signore, ascolto la tua Parola anche quando mi chiede di sperare persino di fronte alla morte di una persona cara, come per Marta e Maria.
Signore, ascolto la tua Parola anche quando mi proponi di seguirti sulla via della Croce, come per i tuoi discepoli. Signore, ascolto la tua Parola anche quando mi dici che sarò beato solo quando sarò povero, afflitto e perseguitato, come per le folle che ti seguivano.
9. Consacrati con Cristo
Rit. Noi crediamo e ti adoriamo, Signore Gesù.
Tu sei il Figlio prediletto, una sola cosa con il Padre. Tu ci insegni a conoscere il Padre: nessuno infatti può conoscere il Padre se non colui al quale tu lo voglia rivelare.
Tu sei la Parola fatta carne che venne ad abitare in mezzo a noi.
Tu sei la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Tu sei la via, la verità e la vita: nessuno giunge al Padre se non per mezzo tuo.
Tu sei l'Agnello di Dio, colui che toglie i peccati del mondo.
Tu sei il Figlio dell'uomo innalzato: chiunque crede in te non muore ma ha la vita eterna.
381
Tu sei il pane della vita: chi viene a te non avrà più fame, chi crede in te non avrà più sete.
Tu sei il dono di Dio, la sorgente che zampilla; fiumi d'acqua viva sgorgano dal tuo seno.
Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente, tu solo hai parole di vita eterna.
Tu sei il Buon Pastore, conosci le tue pecore a una a una e offri la vita per loro.
Tu sei la risurrezione e la vita: chi crede in te, anche se muore, vivrà; e chi vive e crede in te non morrà in eterno. Tu sei la vite e noi i tralci: se rimaniamo in te e tu in noi, daremo molto frutto.
10. Cristo nostra pace
Rit. Sii tu, o Signore, la nostra pace.
Tu hai fatto di noi un popolo santo, abbattendo il muro dell'inimicizia.
Tu ci hai formato in te stesso, come un solo uomo nuovo, nella pace.
Tu sei venuto ad annunciare pace ai lontani e pace a coloro che erano vicini.
In te, pietra angolare, siamo il nuovo tempio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti. In te ogni nostra costruzione cresce bene ordinata per essere tempio santo di Dio.
In te noi siamo diventati dimora di Dio per mezzo dello Spirito.
Per questo ti invochiamo affinché tu abiti per la fede nei nostri cuori.
Per questo ti chiediamo di farci comprendere l'ampiezza, l'altezza e la profondità del tuo amore.
11. Fortificati nello Spirito
Rit. Invoca su di noi, o Cristo, la forza dello Spirito.
Come lo ha ricevuto tua Madre, aprendo la sua vita al dono della tua Incarnazione.
382
Come lo hai ricevuto tu, nel Battesimo al Giordano, consacrandoti alla missione di Messia, di Re e di Profeta. Come ha condotto te nel deserto per una esperienza di contemplazione e di sacrificio, preparandoti a un nuovo cammino di redenzione.
Come lo hai vissuto tu, annunciando ai poveri un lieto messaggio, proclamando la liberazione ai prigionieri e per tutti un anno di grazia e di misericordia.
Come tu lo hai invocato sui tuoi discepoli perché comprendessero l'ora della tua Pasqua e vivessero l'attesa di risurrezione.
Come lo hai donato agli apostoli nel Cenacolo il giorno della Risurrezione come forza di pace e di perdono. Come lo hai mandato, dopo la tua Ascensione, per una Pentecoste di salvezza, sulla prima comunità di Gerusalemme fondando la tua Chiesa.
12. Il Signore è presente in ogni cosa
Rit. Fa' che io scopra la tua presenza, o Signore.
Nella tua meravigliosa creazione.
Nel sole che sorge ogni mattina.
Nel tramonto di ogni nostra giornata.
In ogni avvenimento della vita.
In ogni prova e in ogni dolore.
Nel successo come nel fallimento.
In ogni persona che ci sta accanto.
In chi ci guida nella società è nella vita.
Nelle scelte politiche e sociali.
Nella famiglia in cui mi hai fatto nascere.
Nella comunità in cui lavoro.
In coloro che mi vogliono bene.
In coloro che mi sono indifferenti.
In chi mi ha fatto del male.
In ogni povero.
In ogni ammalato.
In ogni anziano.
In ogni carcerato.
In ogni peccatore.
In ogni fratello.
383
Si può concludere con una di queste orazioni:
C Preghiamo.
O Dio nostro Padre, custodisci benigno il gregge che hai redento con il sangue prezioso del tuo Figlio,
guidalo ai pascoli eterni del cielo, dove lo ha preceduto il Cristo, suo pastore. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. T Amen.
Oppure
C O Dio, che nella tua immensa bontà
ci hai donato la tua stessa vita divina,
guarda a noi tuoi figli di adozione,
concedici di esprimere nelle opere la nostra fede
fa' che entriamo un giorno nel tuo regno beato. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Oppure
C O Dio, che salvi i peccatori
chiami noi tutti attorno al tuo altare, volgi verso di te i nostri cuori e donaci il fervore del tuo Spirito, perché possiamo essere saldi nella fede
operosi nella carità. Per Cristo nostro Signore. Amen.
C O Dio, che hai riunito l'umanità dispersa nel tuo nome,
concedi che tutti quelli che hanno rinnovato
la loro vita nello Spirito,
abbiano un cuore ardente e generoso
e, confermati nel tuo fervore,
possano servire con coraggio e carità i fratelli.
In Gesù Cristo nostro Signore.
T Amen.
384
Oppure
C O Dio, che hai salvato il mondo
con la morte e risurrezione del tuo Figlio,
diffondi in noi e nella tua Chiesa
i doni dello Spirito Santo,
e continua oggi, nella comunità dei credenti,
i prodigi che hai operato
agli inizi della predicazione del Vangelo.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Riportiamo due invocazioni a Cristo che si possono recitare in forma di preghiera comune o individuale.
1. Eccomi, o mio amato e buon Gesù
Eccomi, o mio amato e buon Gesù,
che alla santissima tua presenza prostrato,
ti prego col fervore più vivo
a stampare nel mio cuore sentimenti di fede,
di speranza, di carità,
di dolore dei miei peccati
e di proponimento di non più offenderti,
mentre io con tutto l'amore
e con tutta la compassione
vado considerando le tue cinque piaghe,
meditando ciò che disse di te, o Gesù mio,
il santo profeta Davide:
«Hanno trapassato le mie mani e i miei piedi,
hanno contato tutte le mie ossa».
2. Anima di Cristo, santificami
385
Anima di Cristo, santificami. Corpo di Cristo, salvami. Sangue di Cristo, inebriami. Acqua del costato di Cristo, lavami. Passione di Cristo, confortami.
O buon Gesù, ascoltami.
Nascondimi dentro le tue piaghe.
Non permettere che io mi separi da te.
Difendimi dal nemico maligno.
Nell'ora della mia morte chiamami.
E fa' che io venga a te
per lodarti con i tuoi santi
nei secoli dei secoli. Amen.
Presentiamo alcuni formulari improntati sulla nostra scelta religiosa salesiana.
C O Dio, che ci hai chiamati a seguirti
più da vicino nel servizio dei giovani,
concedi a noi tutti di ritrovare in te
la forza per proclamare il Vangelo del regno
e per adorarti con cuore sincero
insieme a coloro che ci fai incontrare ogni giorno.
1. Eucaristia, memoriale del Signore
G Per la Chiesa:
celebri la memoria del Signore
nella vigile attesa del suo ritorno. Preghiamo. T Ascoltaci, o Signore.
G Per i giovani:
nell'incontro col pane eucaristico
scoprano Cristo, significato del loro presente e del loro futuro. Preghiamo.
G Per la nostra comunità: celebri l'Eucaristia come culmine e fonte della sua vita. Preghiamo.
C Preghiamo.
O Dio,
che nel pane e nel vino
ci hai donato il memoriale
della morte e risurrezione di Gesù:
concedi che ogni giorno della nostra vita
386
sia una nuova esperienza della salvezza. Per Cristo nostro Signore. T Amen.
2. Eucaristia, mistero della fede
G Per la Chiesa:
perché offra a tutti gli uomini il dono della salvezza. Preghiamo. T Ascoltaci, o Signore.
G Per i giovani:
perché incontrino nell'Eucaristia
il Dio Salvatore, presente nella storia. Preghiamo.
G Per la nostra comunità:
perché, nutrendosi del pane eucaristico,
sia ai giovani proposta viva di salvezza. Preghiamo.
C Preghiamo.
O Dio, nostro Padre, che ci salvi in Cristo:
aumenta la nostra fede, perché possiamo accogliere
nel pane eucaristico e nella vita
il dono della salvezza.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
3. Eucaristia, banchetto di salvezza
G Per la Chiesa:
nutrita dell'Eucaristia, sia in mezzo al mondo segno di comunione e di amore. Preghiamo. T Ascoltaci, o Signore.
G Per i giovani:
scoprano nel servizio dei poveri
la chiamata di Dio al banchetto della salvezza. Preghiamo.
387
G Per la nostra comunità: nel rispetto e nell'amore fraterno attui la comunione con Cristo. Preghiamo.
C Preghiamo.
O Dio,
ogni giorno ci chiami a spezzare insieme
il pane della salvezza.
Ti preghiamo: tutta la nostra esistenza
sia comunione con gli altri e con te
nell'amore e nel servizio.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Proponiamo alcune preghiere comuni o litaniche secondo i tempi liturgici. L'eventuale orazione conclusiva può essere tratta dal manuale o dall'Ufficio delle Ore.
1. Nel tempo di Avvento
T O Padre, Dio della speranza e della consolazione, che ci hai creati e hai mandato a noi il tuo Verbo fatto uomo nel grembo della Vergine Maria,
e ci nutri del suo Corpo e del suo Sangue, ricolmaci dei doni del tuo Spirito.
Suscita in noi una volontà di conversione.
Rendici disponibili come Maria
ad accogliere la sua venuta.
Donaci la tua forza per far germogliare sulla terra la giustizia e la pace.
Fa' che adorando e accogliendo in questo sacramento il nostro Salvatore possiamo celebrarlo con esultanza nella gioia eterna.
Rit. Vieni, Signore Gesù.
m Sapienza, che esci dalla bocca dell'Altissimo, ti estendi ai confini del mondo,
tutto disponi con soavità e con forza: vieni, insegnaci la via della saggezza.
m Germoglio di lesse,
che ti innalzi come segno per i popoli: tacciono davanti a te i re della terra,
le nazioni t'invocano: vieni a liberarci, non tardare.
388
m Astro che sorgi,
splendore della luce eterna, sole di giustizia: vieni, illumina chi giace nelle tenebre e nell'ombra di morte.
m Re delle genti, atteso da tutte le nazioni, pietra angolare che riunisci i popoli in uno, vieni, e salva l'uomo che hai formato dalla terra.
m Emmanuele, nostro re e legislatore, speranza e salvezza dei popoli: vieni a salvarci, o Signore nostro Dio.
2. Nel tempo di Quaresima
T Dio misericordioso,
tu non vuoi la morte dei peccatori ma la loro conversione.
Noi ci uniamo a Cristo tuo Figlio che nei giorni della sua passione offrì preghiere e suppliche
fu da te esaudito per la sua pietà.
Egli dopo aver immolato la sua vita sulla croce per la nuova alleanza con te,
ripresenta il suo sacrifico sui nostri altari
si dona a noi, come cibo e bevanda
per renderci partecipi del tuo amore.
Ti rendiamo grazie per lui e con lui,
proclamiamo la tua bontà misericordiosa,
ti supplichiamo di purificarci
nel sangue prezioso di Cristo.
Sostieni il nostro cammino quaresimale di conversione
e guidaci sulla via di Cristo
per celebrare degnamente la Pasqua terrena
partecipare un giorno alla Pasqua eterna con il tuo Figlio nostro Salvatore
lo Spirito consolatore.
Rit. Noi ti adoriamo e ti benediciamo, o Cristo.
Tu hai fatto la volontà del Padre che ti proponeva la via della passione e della croce.
389
Tu sei andato con libera decisione verso la città santa
ti sei consegnato nelle mani dei peccatori.
Tu hai affrontato col silenzio gli oltraggi dei soldati
le accuse dei falsi testimoni.
Tu hai testimoniato la parola della verità di fronte al giudice romano Ponzio Pilato.
Tu hai accettato di essere crocifisso
di offrire la tua vita
per espiare il peccato dell'umanità.
Tu hai rifiutato di salvare te stesso per salvare quanti credono in te.
Tu, risorto e salito al Padre,
hai donato il tuo Spirito di santità e di vita.
Tu nell'Eucaristia hai reso perpetuo il memoriale della tua morte e risurrezione.
Tu nella Cena pasquale hai donato il tuo Corpo
il tuo Sangue come cibo e bevanda.
Tu ci chiami alla conversione
per renderci partecipi della tua risurrezione.
3. Nel tempo di Pasqua
T Signore Gesù Cristo,
noi confessiamo che tu sei veramente
il Figlio di Dio;
con la tua risurrezione dai morti
hai riportato l'umanità alla speranza eterna
con la partecipazione al tuo corpo glorioso ci doni la tua vita immortale.
Riempi la nostra solitudine della tua presenza, rafforza la nostra debolezza
trasforma in gioia la nostra tristezza; liberaci da ogni fermento di peccato
rendici concordi nel vincolo del tuo amore. Fa' che possiamo camminare nella vita nuova con te che vivi con il Padre e lo Spirito Santo nei secoli dei secoli.
390
Rit. Gloria e onore a te, Agnello vittorioso.
Tu sei stato immolato e sei risorto da morte,
o Cristo Signore.
Tu ci hai riscattati con il tuo sangue prezioso,
o Cristo Redentore.
Tu hai fatto di noi un popolo di sacerdoti per il nostro Dio, o Cristo Signore.
Tu ci hai rigenerati a vita nuova e ci alimenti
con il tuo corpo immolato, o Cristo Salvatore.
Tu ci raccogli attorno alla tua mensa
per fare di noi una sola famiglia, o Cristo Signore.
Tu sei degno di ricevere potenza e ricchezza, sapienza e forza, gloria e benedizione,
Cristo glorioso.
ACCLAMAZIONI FINALI
. Dio sia benedetto.
Benedetto il suo santo nome.
Benedetto Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo. Benedetto il nome di Gesù.
Benedetto il suo sacratissimo Cuore.
Benedetto il suo preziosissimo Sangue.
Benedetto Gesù nel santissimo sacramento dell'altare. Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.
Benedetta la gran Madre di Dio, Maria santissima.
Benedetta la sua santa e immacolata concezione. Benedetta la sua gloriosa assunzione.
Benedetto il nome di Maria, vergine e madre. Benedetto san Giuseppe, suo castissimo sposo. Benedetto Dio nei suoi angeli e nei suoi santi.
391
3. RICONCILIAZIONE E PENITENZA
3.1. RICONCILIAZIONE: TEMPO DI GRAZIA
La riscoperta del sacramento della penitenza
La Riconciliazione si pone come esperienza profondissima dell'amore misericordioso di Dio.
La crisi di questo sacramento — anche nelle comunità religiose — è nota a tutti. Essa ha cause molteplici e complesse che hanno le loro radici profonde nelle caratteristiche dell'odierna situazione religiosa e culturale, ma che dipendono certamente anche da frequenti inadempienze nella realizzazione delle linee programmatiche prospettate dalla riforma conciliare ed espresse nel «Rito della penitenza».
A questo proposito, è importante:
— Dare a ogni forma prevista dal Rituale un'adeguata dignità celebrativa, in modo che il rito sia capace di esprimere la ricchezza propria di un evento di grazia.
— Far sì che la celebrazione in forma comunitaria diventi effettivamente un punto stabile di riferimento per la vita della comunità.
— Queste celebrazioni penitenziali debbono creare le condizioni spirituali perché, alla luce della Parola di Dio e nel discernimento della propria vita personale e comunitaria, si entri in un vero itinerario di riconciliazione.
— Realizzare una normale compresenza della prima e della seconda forma del Rito della penitenza, in modo che la celebrazione in forma comunitaria, con la confessione e assoluzione individuale (seconda forma), scandisca con una certa regolarità la vita della comunità nello scorrere dell'anno liturgico.
392
La Riconciliazione per il Salesiano
«La Parola di Dio ci chiama a una continua conversione. Consapevoli della nostra debolezza, rispondiamo con la vigilanza e il pentimento sincero, la correzione fraterna, il perdono reciproco e l'accettazione serena della croce di ogni giorno. Il sacramento della Riconciliazione porta a compimento l'impegno penitenziale di ciascuno e di tutta la comunità.
Preparato dall'esame di coscienza quotidiano e ricevuto frequentemente, secondo le indicazioni della Chiesa, esso ci dona la gioia del perdono del Padre, ricostruisce la comunione fraterna e purifica le intenzioni apostoliche» (Cost. 90).
«La Parola di Dio ci chiama a una continua conversione» (Cost. 90). Ad essa ci richiamano anche gli impegni della nostra professione, la testimonianza dei confratelli e l'amore ai giovani: «Consapevoli della nostra debolezza, rispondiamo con la vigilanza e il pentimento sincero, la correzione fraterna, il perdono reciproco e l'accettazione serena della croce di ogni giorno» (Cost. 90). Il passaggio dall'egoismo all'amore costituisce una dimensione specifica della vita e della formazione e si avvale anche di questi doni e di queste attività (FSDB 106).
Le celebrazioni penitenziali sono utili per ravvivare lo spirito e la virtù della penitenza e per preparare una fruttuosa celebrazione del sacramento. Possono essere valorizzate specialmente nel tempo di Avvento e di Quaresima, secondo la struttura abitualmente in uso nelle celebrazioni della Parola di Dio ed esemplificata nell'Appendice II al Rito della Penitenza (FSDB 107).
Il sacramento della Riconciliazione porta a compimento l'impegno penitenziale di ciascuno e di tutta la comunità.
«Preparato dall'esame di coscienza quotidiano e ricevuto frequentemente... ci dona la gioia del perdono del Padre, ricostruisce la comunione fraterna e purifica le intenzioni apostoliche» (Cost. 90).
La Riconciliazione è un dono di Dio, ma esige sempre la nostra risposta. È un atto personalissimo e insieme comunitario. La celebrazione comunitaria infatti mette maggiormente in luce il ruolo della Chiesa ed evidenzia la funzione della Parola.
393
Ci si dovrebbe educare, seguendo lo spirito e la lettera del nuovo Ordo Paenitentiae, a una liturgia penitenziale personaie che allarghi i termini della confessione individuale secondo questi momenti: si riconoscono i doni di Dio e, cogliendo se stessi nello sfondo del suo amore, lo si ringrazia; si accusano i peccati e si completa il quadro della propria vita con l'indicazione anche di ciò che costituisce la nostra fatica di amare Dio e i fratelli: si accenna a istinti e inclinazioni, ad amarezze di fondo e antipatie, a ferite interiori che sono alla radice delle piccole e continue colpe quotidiane; si riconosce infine, professando la propria fede, che solo il Signore può salvare. A lui non chiediamo unicamente il perdono, presentiamo anche la richiesta di quello Spirito che è «la remissione dei peccati» e che toglie la realtà e il peso del peccato dalla nostra vita (FSDB 108).
3.2. CELEBRAZIONI COMUNITARIE
DEL SACRAMENTO DELLA PENITENZA
Presentiamo lo schema generale per lo svolgimento di queste celebrazioni, così come è indicato nel «Rito della Penitenza» (nn. 22-30 e 48-59): esso rappresenta solo una indicazione suscettibile di variazioni, che saranno dettate dalle varie circostanze e dalla creatività personale, soprattutto per una diversa distribuzione degli elementi costitutivi.
La strutturazione prevede i riti iniziali, la celebrazione della Parola di Dio, il rito della Riconciliazione, il ringraziamento e i riti conclusivi. La scelta dei canti tenga conto del tempo liturgico, della tematica indicata dalla Parola di Dio e dalle letture, della particolare situazione spirituale della comunità e della sua preparazione musicale, Se al termine della funzione penitenziale si celebra l'Eucaristia, si usi il canone della Riconciliazione del Messale Romano. Lo schema generale è seguito da sussidi e citazioni scritturistiche per organizzare nelle comunità le celebrazioni penitenziali.
RITI INIZIALI
a) Canto di inizio.
b) Saluto e introduzione (si possono utilizzare richiami biblici o ammonizioni del celebrante).
c) Orazione.
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CELEBRAZIONE DELLA PAROLA DI DIO
a) Lettura biblica e salmo responsoriale.
b) Omelia (si può integrare o sostituire l'omelia con una lettura dei Padri della Chiesa oppure da Documenti ecclesiali e salesiani).
c) Sosta di silenzio per la meditazione e l'esame di coscienza.
RITO DELLA RICONCILIAZIONE
a) Confessione generale.
b) Intercessioni.
c) Padre nostro.
d) Confessione e assoluzione individuale.
RINGRAZIAMENTO
a) Invito.
b) Salmo o cantico o altro canto adatto.
c) Orazione.
RITO DI CONCLUSIONE
a) Benedizione.
b) Congedo.
SUSSIDI E CITAZIONI SCRITTURISTICHE PER LE CELEBRAZIONI COMUNITARIE
RITI INIZIALI
C — Il Dio della speranza,
che ci riempie di ogni gioia
e pace nella fede
per la potenza dello Spirito Santo,
sia con tutti voi.
— La pace, la carità e la fede da parte di Dio Padre e del Signore nostro Gesù Cristo sia con tutti voi.
Fratelli, eletti secondo la prescienza di Dio Padre mediante la santificazione dello Spirito per obbedire a Gesù Cristo
per essere aspersi del suo sangue, grazia e pace in abbondanza a tutti voi.
— La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l'amore di Dio Padre
la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi.
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RICHIAMI BIBLICI
Al saluto del celebrante può seguire un'introduzione della guida o una monizione del celebrante. Tale parte si può tralasciare passando, dopo una breve pausa, all'orazione che introduce l'ascolto della Parola.
C Ringraziamo con gioia il Padre
che ci ha messi in grado
di partecipare alla sorte dei santi nella luce:
è lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre
ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto, per opera del quale abbiamo la redenzione.
T Amen.
C Il Dio della pace,
che ha fatto tornare dai morti il Signore nostro Gesù,
ci renda perfetti in ogni bene,
perché possiamo compiere la sua volontà,
operando in noi ciò che a lui è gradito.
T Amen.
C Se camminiamo nella luce, come Dio è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri
il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato.
T Amen.
ORAZIONI.
396
C Preghiamo.
O Dio, che manifesti il tuo amore onnipotente soprattutto nel sacramento del perdono: manda a noi il tuo Spirito di verità,
perché possiamo riconoscere i nostri peccati,
e così, perdonati e con cuore nuovo,
sappiamo perdonare i nostri fratelli.
Riconciliati fra noi e con te
ti glorificheremo con un sol cuore e una voce sola,
attorno alla tua mensa.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Oppure
C Preghiamo.
O Signore, concedi a noi di lasciarci giudicare
dalla luce penetrante della tua Parola,
perché si faccia in noi la verità
e la tua Parola sia viva e operante in noi
in tutta la sua ricchezza.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Oppure
C Preghiamo.
O Dio, uno e trino,
mistero luminoso che tutto illumina,
concedi, ti preghiamo,
che la nostra comunità, alla luce della tua Parola,
prenda coscienza della propria identità profonda,
e attraverso la conversione
si rinnovi interamente nella carità,
perché siano visibili in essa i frutti dello Spirito:
la bontà, la pace e la gioia.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
LETTURE BIBLICHE
Il messaggio dei Profeti
397
a) La storia del peccato
- Gn 3,1-19: Uomo, dove sei?
- Gn 4,1-15: Uomo, dov'è tuo fratello?
- Es 17,1-7: Massa e Meriba: tentazione e protesta.
- Dt 9,7-19: Il vitello d'oro: una fede troppo corta.
- 2 Sam 12,1-13: Il delitto di Davide.
- Sal responsoriale: 50.
b) La legge di Dio, proposta di vita
- Es 20,1-21: Le dieci parole di Dio.
- Dt 6,4-9: Amare Dio con tutto il cuore.
- Dt 30,11-20: Io pongo davanti a te la vita e la morte: scegli!
- Sap 1,1-16: La sapienza, amica degli uomini e della vita.
- Sap 5,1-16: I deserti impraticabili dell'empio.
- Sal responsoriale: 118,1.10-13.15-16.
c) Israele sotto processo
- Is 5,1-7: La canzone dell'amore deluso.
- Mic 6,1-15: Popolo mio, che cosa ti ho fatto?
- Ger 2,1-13: Anche i capi furono infedeli.
- Is 59,1-4.9-16.19-20: Inciampiamo a mezzogiorno come al crepuscolo.
- Sal responsoriale: 24.
d) Il culto da una parte, la vita dall'altra
- Is 1,1-6.10-20: Dio non sopporta delitto e solennità.
- Ger 7,1-11.21-26: Abbiamo il tempio del Signore, siamo salvi!
- Is 58,1-11: Il digiuno menzognero e l'autentico digiuno.
- Gl 2,12-19: Lacerarsi il cuore, non le vesti.
- Ne 8,1-4.8-10.18; 9,1-20; 10,1.29-30: Una liturgia penitenziale davvero esemplare.
- Sal responsoriale: 49,7-8.14-23.
e) Dio chiama alla conversione
- Os 2,4-25: Il poema dell'amore di Dio-sposo.
- Os 11,1-11: Il poema dell'amore di Dio padre.
- Os 14,2-10: Tornate al Signore!
- Is 55,1-11: Perché spendete denaro per ciò che non è pane?
- Zc 1,1-6: Tornate indietro dal vostro cammino perverso!
- Sir 28,1-7: Perdona l'offesa al tuo prossimo.
- Sal responsoriale: 138,1-18.23-24.
O Dio promette di rinnovare il cuore e la vita
- Gn 18,17-33: La giustizia di pochi può salvare tutti.
- Is 52,13-53,12: Un solo Giusto salverà tutti.
- Ez 11,13-21: Darò loro un cuore nuovo e uno spirito nuovo.
- Ez 36,23-28: Toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne.
- Ez 18,20-32: Formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo.
- Sal responsoriale: 142,1-11.
398
Il messaggio di Gesù
a) Non si può attendere oltre. È questa l'ora della conversione
- Mt 3,1-12: La scure è già alla radice.
- Mt 4,12-17: Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino.
- Le 13,1-5: Se non vi convertite, perirete.
- Le 18,9-14: Il fariseo si confronta col pubblicano.
- Gv 8,31-36: La verità vi farà liberi.
- Sal responsoriale: 129.
b) La conversione è impegnativa
- Mt 5,1-12: Le beatitudini del Regno.
- Mt 5,13-16: 0 siete questo o non siete niente.
- Mt 5,17-47: Aut-aut: ogni via di mezzo è bandita.
- Mt 9,9-13: Subito si alzò e lo seguì.
- Le 19,1-10: La salvezza è entrata in questa casa.
- Sal responsoriale: 122.
c) Gesù incontra i peccatori
- Lc 7,36-50: Una peccatrice esplode d'amore riconoscente.
- Gv 8,1-11: Rimasero loro due soli, l'adultera e la Misericordia.
- Le 15,1-10: La gioia di Dio.
- Lc 15,11-32: Figli che fuggono e figli che restano.
- Mt 26,69-75: Anche Pietro fu peccatore.
- Lc 23,39-43: Agonie in parallelo.
- Sal responsoriale: 35.
399
d) La Chiesa ha il potere di rimettere i peccati
— Gv 19,13-37: L'ora di Gesù è l'ora della Chiesa.
— Gv 20,19-23: Il dono dello Spirito inaugura la nuova creazione.
— Lc 17,1-4: Il perdono è il gesto dei forti.
— Mt 9,1-8: Salvare tutto l'uomo.
— Mt 18,15-20: La strategia del perdono fraterno.
— Mt 18,21-35: Perdonate per essere perdonati.
— Sal responsoriale: 31.
e) Saremo giudicati sull'amore
— Mc 12,28-34: Amare il prossimo «come se stessi» non offre scappatoie.
— Mt 25,3146: Un giorno Cristo ci dirà: Ero io quel povero!
— Gv 15,1-8: Tralci che portano frutto.
— Gv 15,9-14: Amatevi come io ho amato voi.
— Sal responsoriale: 94.
Il messaggio degli Apostoli
a) Gratuitamente giustificati
— Rm 3,22-26: Il prezzo dell'amore gratuito.
— Rm 5,6-11: Trasformare l'odio in amore.
— Rm 7,14-25: Sono uno sventurato! Chi mi libererà?
— 2 Cor 5,17-21: Ministri della riconciliazione.
— Ef 2,1-10: Per grazia siete stati salvati.
— Sal responsoriale: 89.
b) Una vita nuova
— Rm 6,2b-13: Diventa quello che sei!
— Rm 6,16-23: Liberàti dai peccati per essere servi della giustizia.
— Rm 12,1.29-21: Il vostro culto spirituale.
— Gal 5,1.13-25: Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi.
— Ef 4,1-3.17-32: Conservate l'unità della Chiesa.
— Ef 5,1-14: Svegliati, tu che dormi!
— Sal responsoriale: 72.
c) Camminare nella luce della carità
— Col 3,1-17: L'ideale di vita cristiana.
— 1 Pt 1,13-23: Rigenerati dalla Parola di Dio.
— 1 Gv 1,5-2,2: Chi dice di essere senza peccato, inganna se stesso.
— 1 Gv 2,3-11: Ma noi, conosciamo davvero Dio?
— 1 Gv 3,1-24: Essere realmente figli di Dio.
— 1 Gv 4,16-21: L'amore scaccia la paura.
— Sal responsoriale: 12.
400
d) Essere non solo ascoltatori, ma anche esecutori della Parola
— Gc 1,22-27: Siate esecutori della Parola di Dio.
— Gc 2,14-26: La fede senza opere è morta.
— Gc 3,1-12: La terribile responsabilità di colui che insegna.
— Ap 3,14-22: Tu non sei né freddo né caldo!
— Ap 20,11-15: Saremo giudicati in base alle nostre opere.
— Sal responsoriale: 30.
e) Il combattimento spirituale
— Rm 13,8-14: Indossate le armi della luce.
— Ef 6,10-18: Rivestitevi dell'armatura di Dio.
— 2 Pt 1,3-11: Cercate di rendere più sicura la vostra vocazione.
— Eb 12,1-5: Le prove della vita e le prove della fede.
— Ap 21,1-8: Il nuovo mondo.
— Le 1,46-55: Il cantico di Maria.
PADRI DELLA CHIESA
La preghiera bussa, il digiuno ottiene, la misericordia riceve
Tre sono le cose, tre, o fratelli, per cui sta salda la fede, perdura la devozione, resta la virtù: la preghiera, il digiuno, la misericordia. Ciò per cui la preghiera bussa, lo ottiene il digiuno, lo riceve la misericordia. Queste tre cose, preghiera, digiuno, misericordia, sono una cosa sola, e ricevono vita l'una dall'altra.
Il digiuno è l'anima della preghiera e la misericordia la vita del digiuno. Nessuno le divida, perché non riescono a stare separate. Colui che ne ha solamente una o non le ha tutte e tre insieme, non ha niente. Perciò chi prega, digiuni. Chi digiuna abbia misericordia. Chi nel domandare desidera di essere esaudito, esaudisca chi gli rivolge domanda. Chi vuol trovare aperto verso di sé il cuore di Dio non chiuda il suo a chi lo supplica.
Chi digiuna comprenda bene cosa significhi per gli altri non aver da mangiare. Ascolti chi ha fame, se vuole che Dio gradisca il suo digiuno. Abbia compassione, chi spera compassione. Chi domanda pietà, la eserciti. Chi vuole che gli sia concesso un dono, apra la sua mano agli altri. È un cattivo richiedente quello che nega agli altri quello che domanda per sé.
401
O uomo, sei tu stesso per te la regola della misericordia. Il modo con cui vuoi che si usi misericordia a te, usalo tu con gli altri. La larghezza di misericordia che vuoi per te, abbila per gli altri. Offri agli altri quella stessa pronta misericordia che desideri per te.
Perciò preghiera, digiuno, misericordia siano per noi un'unica forza mediatrice presso Dio, siano per noi un'unica difesa, un'unica preghiera sotto tre aspetti.
Quanto col disprezzo abbiamo perduto, conquistiamolo con il digiuno. Immoliamo le nostre anime col digiuno perché non c'è nulla di più gradito che possiamo offrire a Dio, come dimostra il profeta quando dice: «Sacrificio a Dio è uno spirito contrito; un cuore contrito e umiliato tu, o Dio, non disprezzi» (Sal 50,19).
O uomo, offri a Dio la tua anima e offri l'oblazione del digiuno, perché sia pura l'ostia, santo il sacrificio, vivente la vittima, che a te rimanga e a Dio sia data. Chi non dà questo a Dio non sarà scusato, perché non può avere se stesso da offrire. Ma perché tutto ciò sia accetto, sia accompagnato dalla misericordia. Il digiuno inaridisce, se inaridisce la misericordia. Ciò che è la pioggia per la terra, è la misericordia per il digiuno. Quantunque ingentilisca il cuore, purifichi la carne, sradichi i vizi, semini la virtù, il digiunatore non coglie frutti se non farà scorrere fiumi di misericordia.
O tu che digiuni, sappi che il tuo campo resterà digiuno se resterà digiuna la misericordia. Quello invece che tu avrai donato nella misericordia, ritornerà abbondantemente nel tuo granaio. Pertanto, o uomo, perché tu non abbia a perdere col voler tenere per te, elargisci agli altri e allora raccoglierai. Dà a te stesso, dando al povero, perché ciò che avrai lasciato in eredità a un altro, tu non lo avrai.
(San Pietro Crisologo, vescovo: Disc. 43; PL 52, 320 e 322).
402
Le cinque vie della riconciliazione
Volete che parli delle vie della riconciliazione con Dio. Sono molte e svariate, però tutte conducono al cielo. La prima è quella della condanna dei propri peccati. Confessa per primo il tuo peccato e sarai giustificato (cf Sir 17,19-24; Gv 1,9). Perciò anche il profeta diceva: «Ho detto: Confesserò al Signore le mie colpe e tu hai rimesso la malizia del mio peccato» (Sal 31,5).
Condanna dunque anche tu le tue colpe. Questo è sufficiente al Signore per la tua liberazione. E poi se condanni le tue colpe sarai più cauto nel ricadervi. Eccita la tua coscienza a divenire la tua interna accusatrice, perché non lo sia poi dinanzi al tribunale del Signore.
Questa è dunque una via di remissione, e ottima; ma ve ne è un'altra per nulla inferiore: non ricordare le colpe dei nemici, dominare l'ira, perdonare i fratelli che ci hanno offeso. Anche così avremo il perdono delle offese da noi fatte al Signore.
E questo è un secondo modo di espiare i peccati. «Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche voi» (Mt 6,14).
Vuoi imparare ancora una terza via di purificazione? È quella della preghiera fervorosa e ben fatta che proviene dall'intimo del cuore.
Se poi ne vuoi conoscere anche una quarta, dirò che è l'elemosina. Questa ha un valore molto grande. Aggiungiamo poi questo: se uno si comporta con temperanza e umiltà, distruggerà alla radice i suoi peccati con non minore efficacia dei mezzi ricordati sopra. Ne è testimone il pubblicano che non era in grado di ricordare opere buone, ma al loro posto offrì l'umile riconoscimento delle sue colpe e così si liberò del grave fardello che aveva sulla coscienza.
Abbiamo indicato cinque vie di riconciliazione con Dio. La prima è la condanna dei propri peccati.
La seconda è il perdono delle offese.
La terza consiste nella preghiera, la quarta nell'elemosina e la quinta nell'umiltà.
Non stare dunque senza far nulla, anzi ogni giorno cerca di avanzare per tutte queste vie, perché sono facili, né puoi addurre la tua povertà per esimertene. Quand'anche ti trovassi a vivere in grave miseria, potrai sempre deporre l'ira, praticare l'umiltà, pregare continuamente e riprovare i peccati, e la povertà non ti sarà mai di intralcio.
(San Giovanni Crisostomo, vescovo: Omelia 2,6).
403
Adorna il tempio, ma non trascurare i poveri!
Vuoi onorare il corpo di Cristo? Non permettere che sia oggetto di disprezzo nelle sue membra cioè nei poveri, privi di panni per coprirsi. Non onorarlo qui in chiesa con stoffe di seta, mentre fuori lo trascuri quando soffre per il freddo e la nudità. Colui che ha detto: «Questo è il mio corpo» confermando il fatto con la parola, ha detto anche: «Mi avete visto affamato e non mi avete dato da mangiare» (cf Mt 25,35) e «Ogni volta che non avete fatto queste cose a uno dei più piccoli tra questi, non l'avete fatto neppure a me» (cf Mt 25,45). Il Corpo di Cristo che sta sull'altare non ha bisogno di mantelli, ma di anime pure; mentre quello che sta fuori ha bisogno di molta cura.
Impariamo dunque a pensare e onorare Cristo come egli vuole. Infatti l'onore più gradito che possiamo rendere a colui che vogliamo venerare è quello che lui stesso vuole, non quello escogitato da noi. Anche Pietro credeva di onorarlo impedendo a lui di lavargli i piedi. Questo non era onore, ma vera scortesia. Così anche rendergli quell'onore che egli ha comandato, fa' che i poveri beneficino delle tue ricchezze. Dio non ha bisogno di vasi d'oro, ma di anime d'oro.
Con questo non intendo certo proibirvi di fare doni alla chiesa. No. Ma vi scongiuro di elargire, con questi e prima di questi, l'elemosina. Dio infatti accetta i doni alla sua casa terrena, ma gradisce molto di più il soccorso dato ai poveri. Nel primo caso ne ricava vantaggio solo chi offre, nel secondo invece anche chi riceve. Là il dono potrebbe essere occasione di ostentazione; qui invece è elemosina e amore. Che vantaggio può avere Cristo se la mensa del sacrificio è piena di vasi d'oro, mentre poi muore di fame nella persona del povero? Prima sazia l'affamato, e solo in seguito orna l'altare con quello che rimane. Gli offrirai un calice d'oro e non gli darai un bicchiere d'acqua? Che bisogno c'è di adornare con veli d'oro il suo altare, se poi non gli offri il vestito necessario? Che guadagno ne ricava egli? Dimmi: se vedessi uno privo del cibo necessario, e senza curartene adornassi d'oro solo la sua mensa, credi che ti ringrazierebbe o piuttosto non si infurierebbe contro di te? E se vedessi uno coperto di stracci e intirizzito dal freddo, trascurando di vestirlo, gli innalzassi colonne dorate, dicendo che lo fai in suo onore, non si riterrebbe forse di essere beffeggiato e insultato in modo atroce?
404
Pensa la stessa cosa di Cristo, quando va errante e pellegrino, bisognoso di un tetto. Tu rifiuti di accoglierlo nel pellegrino e adorni invece il pavimento, le pareti, le colonne, e i muri dell'edificio sacro.
(Dalle «Omelie sul Vangelo di Matteo» di san Giovanni Crisostomo, vescovo: Omelia 50,3-4).
DOCUMENTI ECCLESIALI
Religioso ascolto della parola di Dio
In religioso ascolto della parola di Dio e proclamandola con ferma fiducia, il Sacro Concilio aderisce alle parole di san Giovanni, il quale dice: «Annunziamo a voi la vita eterna, che era presso il Padre e si manifestò in noi: vi annunziamo ciò che abbiamo veduto e udito, affinché anche voi abbiate comunione con noi, e la nostra comunione sia col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo» (1 Gv 1,2-3). Perciò, seguendo le orme dei Concili Tridentino e Vaticano I, intende proporre la genuina dottrina sulla divina rivelazione e la sua trasmissione, affinché per l'annunzio della salvezza il mondo intero ascoltando creda, credendo speri, sperando ami (Dei Verbum, Proemio).
La Chiesa venera le Sacre Scritture
La Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture come ha fatto per il Corpo stesso del Signore, non mancando mai, soprattutto nella sacra Liturgia, di nutrirsi del pane di vita dalla mensa sia della parola di Dio che del Corpo di Cristo, e di porgerlo ai fedeli. Insieme con la sacra Tradizione, la Chiesa le ha sempre considerate e le considera come la regola suprema della propria fede: esse infatti, ispirate da Dio e redatte una volta per sempre, comunicano immutabilmente la parola di Dio stesso e fanno risuonare nelle parole dei profeti e degli apostoli la voce dello Spirito Santo. È necessario, dunque, che tutta la predicazione ecclesiastica come la stessa religione cristiana sia nutrita e regolata dalla Sacra Scrittura. Nei Libri Sacri, infatti, il Padre che è nei cieli viene con molta amorevolezza incontro ai suoi figli ed entra in conversazione con loro; nella parola di Dio poi è insita tanta efficacia e potenza, da essere sostegno e vigore della Chiesa, e per i figli della Chiesa saldezza della fede, cibo dell'anima, sorgente pura e perenne della vita spirituale. Perciò si applicano in modo eccellente alla Sacra Scrittura le affermazioni: «Vivente ed efficace è la parola di Dio» (Eb 4,12), «che ha la forza di edificare e di dare l'eredità tra tutti i santificati» (At 20,32; cf 1 Ts 2,13) (Dei Verbum, 21).
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Importanza della Sacra Scrittura per la teologia
La sacra teologia si basa, come su un fondamento perenne, sulla parola di Dio scritta, insieme con la sacra Tradizione, e in quella vigorosamente si consolida e ringiovanisce sempre, scrutando alla luce della fede ogni verità racchiusa nel mistero di Cristo. Le Sacre Scritture contengono la parola di Dio e, perché ispirate, sono veramente parola di Dio: lo studio delle sacre pagine sia dunque come l'anima della sacra teologia. Anche il ministero della parola, cioè la predicazione pastorale, la catechesi e tutta l'istruzione cristiana, nella quale l'omelia liturgica deve avere un posto privilegiato, si nutre con profitto e santamente vigoreggia con la parola della Scrittura (Dei Verbum, 24).
Si raccomanda la lettura della Sacra Scrittura
Perciò è necessario che tutti i chierici, in primo luogo i sacerdoti di Cristo e quanti, come i diaconi o i catechisti, attendono legittimamente al ministero della parola, conservino un contatto continuo con le Scritture, mediante la sacra lettura assidua e lo studio accurato, affinché qualcuno di loro non diventi «vano predicatore della Parola di Dio all'esterno, lui che non l'ascolta di dentro», mentre deve partecipare ai fedeli a lui affidati le sovrabbondanti ricchezze della Parola divina, specialmente nella sacra Liturgia. Parimenti, il santo Concilio esorta con forza e insistenza tutti i fedeli, soprattutto i religiosi, ad apprendere «la sublime scienza di Gesù Cristo» (Fil 3,8) con la frequente lettura delle divine Scritture. «L'ignoranza delle Scritture, infatti, è ignoranza di Cristo». Si accostino dunque volentieri al sacro testo, sia mediante la pia lettura, sia per mezzo delle iniziative adatte a tale scopo e di altri sussidi che con l'approvazione e a cura dei pastori della Chiesa lodevolmente oggi si diffondono ovunque. Si ricordino però che la lettura della Sacra Scrittura dev'essere accompagnata dalla preghiera, affinché possa svolgersi il colloquio tra Dio e l'uomo: poiché «gli parliamo quando preghiamo e lo ascoltiamo quando leggiamo gli oracoli divini».
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Compete ai sacri presuli, «depositari della dottrina apostolica», istruire opportunamente i fedeli loro affidati circa il retto uso dei libri divini, soprattutto del Nuovo Testamento e in primo luogo dei Vangeli, con traduzioni dei sacri testi che siano corredate dalle spiegazioni necessarie e veramente sufficienti, affinché i figli della Chiesa si familiarizzino con sicurezza e utilità con le Sacre Scritture e siano permeati del loro spirito.
Inoltre, siano preparate edizioni della Sacra Scrittura fornite di idonee annotazioni, ad uso anche dei non cristiani e adattate alle loro condizioni, che in ogni maniera sia i pastori d'anime sia i cristiani di qualsiasi stato avranno cura di diffondere con prudenza.
In tal modo, dunque, con la lettura e lo studio dei libri sacri «la parola di Dio compia la sua corsa e sia glorificata» (2 Ts 3,1) e il tesoro della rivelazione affidato alla Chiesa riempia sempre più il cuore degli uomini. Come dall'assidua frequenza del mistero eucaristico si accresce la vita della Chiesa, così è lecito sperare nuovo impulso di vita spirituale dall'accresciuta venerazione della parola di Dio, che «permane in eterno» (/s 40,8; 1 Pt 1,23-25) (Dei Verbum, 25 e 26).
Alle fonti della riconciliazione: nella luce di Cristo riconciliatore
Come si deduce dalla parabola del figlio prodigo, la riconciliazione è un dono di Dio e una sua iniziativa. Ma la nostra fede ci insegna che questa iniziativa si concretezza nel mistero di Cristo redentore, riconciliatore, liberatore dell'uomo dal peccato sotto tutte le sue forme. Lo stesso san Paolo non esita a riassumere in tale compito e funzione l'incomparabile missione di Gesù di Nazaret, Verbo e Figlio di Dio fatto uomo.
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Anche noi possiamo partire da questo mistero centrale dell'economia della salvezza, punto-chiave della cristologia dell'apostolo. «Se mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, — egli scrive ai Romani, — molto più ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, dal quale ora abbiamo ottenuto la riconciliazione» (Rm 5,10s). Poiché dunque «Dio ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo», Paolo si sente ispirato ad esortare i cristiani di Corinto: «Lasciatevi riconciliare con Dio» (2 Cor 5,18.20)... San Paolo ci consente di allargare la nostra visione dell'opera di Cristo a dimensioni cosmiche, quando scrive che in lui il Padre ha riconciliato con sé tutte le creature, quelle del cielo e quelle della terra. Giustamente si può dire di Cristo redentore che «nel tempo dell'ira è stato fatto riconciliazione», e che, se egli è «la nostra pace», è anche la nostra riconciliazione. Ben a ragione la sua passione e morte, sacramentalmente rinnovate nell'Eucaristia, vengono chiamate dalla liturgia «sacrificio di riconciliazione»; riconciliazione con Dio e con i fratelli, se Gesù stesso insegna che la riconciliazione fraterna deve operarsi prima del sacrificio.
È legittimo, dunque, partendo da questi e da altri significativi passi neotestamentari, far convergere le riflessioni sull'intero mistero di Cristo intorno alla sua missione di riconciliatore. È, pertanto, da proclamare ancora una volta la fede della Chiesa nell'atto redentivo di Cristo, nel mistero pasquale della sua morte e risurrezione, come causa della riconciliazione dell'uomo, nel suo duplice aspetto di liberazione dal peccato e di comunione di grazia con Dio...
Lo sguardo fisso al mistero del Golgota deve farci ricordare sempre quella dimensione «verticale» della divisione e della riconciliazione riguardante il rapporto uomo-Dio, che in una visione di fede prevale sempre sulla dimensione «orizzontale», cioè sulla realtà della divisione e sulla necessità della riconciliazione tra gli uomini. Noi sappiamo, infatti, che una tale riconciliazione tra loro non è e non può essere che il frutto dell'atto redentivo di Cristo, morto e risorto per sconfiggere il regno del peccato, ristabilire l'alleanza con Dio e abbattere così il muro di separazione, che il peccato aveva innalzato tra gli uomini.
(Giovanni Paolo II, Reconciliatio et paenitentia, 7).
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Ripartire dagli ultimi
Il progresso economico e sociale sviluppato dagli anni del dopoguerra è per tanti versi innegabile. Ma con esso si sono pure affermati elementi regressivi, che hanno portato alla perdita di valori, senza i quali è impossibile che quel progresso sia vero e proceda ancora per il bene comune.
Conosciamo la complessità dei problemi che al riguardo occorre affrontare. Ma, innanzitutto, bisogna decidere di ripartire dagli «ultimi» che sono il segno drammatico della crisi attuale.
Fino a quando non prenderemo atto del dramma di chi ancora chiede il riconoscimento effettivo della propria persona e della propria famiglia, non metteremo le premesse necessarie ad un nuovo cambiamento sociale. Gli impegni prioritari sono quelli che riguardano la gente tuttora priva dell'essenziale: la salute, la casa, il lavoro, il salario famigliare, l'accesso alla cultura, la partecipazione.
Bisogna, inoltre, esaminare seriamente le situazioni degli emarginati, che il nostro sistema di vita ignora e perfino coltiva: dagli anziani agli handicappati, dai tossicodipendenti ai dimessi dalle carceri o dagli ospedali psichiatrici.
Perché accrescere ancora la folla di «nuovi poveri»? Perché ad una emarginazione clamorosa risponde così poco la società attuale?
Le situazioni accennate devono entrare nel quadro dei programmi delle amministrazioni civiche, delle forze politiche e sociali che, garantendo spazio alla libera iniziativa e valorizzando i corpi intermedi, coinvolgano la responsabilità dell'intero Paese sulle nuove necessità.
(CEI, La Chiesa italiana e le prospettive del Paese, nn. 4,5).
Per un genere diverso di vita
Con gli «ultimi» e con gli emarginati, potremo tutti ricuperare un genere diverso di vita.
Demoliremo, innanzitutto, gli idoli che ci siamo costruiti: denaro, potere, consumo, spreco, tendenza a vivere al di sopra delle nostre possibilità.
Riscopriremo poi i valori del bene comune: della tolleranza, della solidarietà, della giustizia sociale, della corresponsabilità.
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Ritroveremo fiducia nel progettare insieme il domani, sulla linea di una pacifica convivenza interna e di una aperta cooperazione in Europa e nel mondo.
E avremo la forza di affrontare i sacrifici necessari, con un nuovo gusto di vivere.
Questa esigenza di cambiamento è ampiamente intuita tra la popolazione. Emerge soprattutto quando la gente vive i drammi che nascono dalla dissipazione di valori essenziali dell'esistenza umana, quali sono: il diritto a nascere e a vivere, la libertà, l'amore, la famiglia, il lavoro, il senso del dovere e del sacrificio, la tensione morale e religiosa. E rivela, comunque, che è ormai tempo di misurarsi non sul vuoto di tanti discorsi, ma su progetti concreti, che abbiano senso. (CEI, La Chiesa italiana e le prospettive del Paese, mi. 6, 7).
DOCUMENTI SALESIANI
Dagli scritti di San Giovanni Bosco Amore di Dio e amore del prossimo
Non si può amare Dio senza amare il prossimo. Lo stesso precetto, che ci impone l'amore verso Dio, ci impone anche l'amore verso i nostri simili. Leggiamo infatti nella prima lettera di san Giovanni Evangelista queste parole: Questo comandamento ci è stato dato da Dio, che chi ama Dio, ami anche il proprio fratello. E nel luogo stesso il medesimo Apostolo ci avverte esser bugiardo chi dice d'amar Dio e poi odia suo fratello: Se uno dirà: Io amo Dio, e odierà suo fratello egli è un bugiardo.
Quando in una Comunità regna questo amor fraterno, e tutti i soci si amano vicendevolmente, ed ognun gode del bene dell'altro, come se fosse un bene proprio, allora quella casa diventa un Paradiso, e si prova la giustezza di queste parole del profeta Davide: Oh quanto buona e dolce cosa ella è che i fratelli siano insieme uniti. Ma appena vi domini l'amor proprio e vi siano rotture o dissapori tra soci, quella casa diventa presto come l'inferno. Molto si compiace il Signore di veder abitare nella sua casa i fratelli in unum, cioè uniti in una sola volontà di servire Dio e di aiutarsi con carità gli uni con gli altri. Questa è la lode che dà san Luca agli antichi cristiani, cioè che tutti s'amavano così da sembrare che avessero un sol cuore ed un'anima sola.
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La cosa che molto nuoce nelle Comunità religiose è la mormorazione, direttamente contraria alla carità. Il sussurrone imbratterà l'anima sua e sarà odiato da Dio e dagli uomini. Al contrario come edifica un religioso che dice bene del suo prossimo, e a suo tempo sa scusarne i difetti! Procurate voi pertanto di schivare ogni parola che sa di mormorazione, specialmente verso i vostri compagni e più ancora verso i vostri Superiori. È anche mormorazione e peggio interpretar male le azioni virtuose, o dirle fatte con mala intenzione. Guardatevi ancora dal riferire al compagno quello che altri di male ha detto di lui, poiché alle volte ne nascono disturbi e rancori tali che durano per mesi ed anni. Oh che conto hanno da rendere a Dio i mormoratori nella Comunità! Chi semina discordie viene in odio ed abbominazione a Dio. Se voi udite cosa contro qualche persona, praticate ciò che dice lo Spirito Santo: Hai udita una parola contro del prossimo tuo? Lasciala morire in te.
Guardatevi dal pungere qualche fratello, ancorché lo facciate per burla. Burle che dispiacciono al prossimo, o lo offendono, sono contrarie alla carità. Piacerebbe a voi l'essere derisi e posti in canzone davanti agli altri, come voi ponete quel vostro fratello?
Procurate anche di fuggire le contese. Alle volte per bagattelle da niente sorgono certi contrasti, dai quali poi si passa a diverbi e ad ingiurie, che rompono l'unione ed offendono la carità in modo altamente deplorabile.
(Carità fraterna, in: Costituzioni, p. 225s).
Amare il fratello è accettarlo incondizionatamente
Di più, se amate la carità, procurate di essere affabili e mansueti con ogni genere di persone. La mansuetudine è virtù molto diletta da Gesù Cristo: Imparate da me, Egli disse, che sono mansueto. Nel parlare e nel trattare usate dolcezza non solo coi Superiori ma con tutti, e massimamente con coloro che per il passato vi hanno offeso, o che al presente vi mirano di mal occhio. La carità sopporta tutto; ond'è che non avrà mai vera carità chi non vuole tollerare i difetti altrui. Su questa terra non v'è uomo, per virtuoso che sia, il quale non abbia i suoi difetti. Se egli adunque vuole che gli altri sopportino i suoi, cominci a sopportare quelli degli altri, e così adempia la legge di Gesù Cristo, come scrive san Paolo: Portate gli uni i pesi degli altri, e così adempirete la legge di Cristo.
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Veniamo alla pratica. Anzitutto frenate l'ira, tanto facile ad accendersi in certe occasioni di contrasto; e guardatevi dal dir parole spiacenti, e più dall'usar modi alteri ed aspri, poiché alle volte più dispiacciono i modi rozzi, che non le stesse parole ingiuriose.
Quando poi accadesse che il fratello che vi ha offeso venisse a cercarvi perdono, badate bene dal riceverlo con cera brusca o di rispondere con parole mozze; dimostrategli anzi belle maniere, affetto e benevolenza.
Se avvenisse all'incontro che voi aveste offeso altri, subito cercate di placarlo e di togliere dal suo cuore ogni rancore verso di voi. E, secondo l'avviso di san Paolo, non tramonti il sole senza che di buon cuore voi abbiate perdonato qualunque risentimento, e vi siate riconciliati col fratello. Fatelo tosto che potete, sforzandovi di vincere la ripugnanza che sentite nell'anima.
Non contentatevi di amare i vostri compagni colle sole parole; ma aiutateli con ogni sorta di servizi quanto potete, come raccomanda san Giovanni, l'Apostolo della carità: Non amiamo in parole e colla lingua, ma coll'opera e con verità.
È carità ancora l'accondiscendere alle oneste domande; ma il miglior atto di carità è l'aver zelo del bene spirituale del prossimo. Quando vi si presenta l'occasione di far del bene, non dite mai: questo non è uffizio mio, non me ne voglio immischiare; poiché questa è la risposta di Caino, il quale ebbe la sfrontatezza di rispondere al Signore dicendo: Sono io forse il guardiano del mio fratello? Ciascuno è obbligato, potendo, a salvare il prossimo dalla rovina. Dio stesso comandò che ognuno debba aver cura del suo simile. Cercate pertanto di aiutare tutti, per quanto potete, colle parole e colle opere, e specialmente ancora colle orazioni.
È di grande stimolo alla carità il mirare Gesù Cristo nella persona del prossimo, e di riflettere che il Divin Salvatore ritiene come fatto a se stesso il bene fatto ad un nostro simile, secondo queste sue parole: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto qualche cosa per uno dei più piccoli di questi miei fratelli, l'avete fatta a me.
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Da tutto ciò che si è detto ben vedete quanto è necessaria e quanto è bella la virtù della carità! Praticatela adunque e ne avrete copiose benedizioni dal cielo. (Carità fraterna, in: Costituzioni, p. 227s).
Un testo perenne per l'esame di coscienza del Salesiano
Osservai e vidi che ben pochi preti e chierici si mescolavano tra i giovani e ancora più pochi prendevano parte ai loro divertimenti. I Superiori non erano più l'anima della ricreazione. La maggior parte di essi passeggiavano tra di loro parlando, senza badare che cosa facessero gli allievi; altri guardavano la ricreazione non dandosi nessun pensiero dei giovani; altri sorvegliavano così alla lontana chi commettesse qualche mancanza; qualcuno poi avvertiva ma in atto minaccioso e ciò raramente. Vi era qualche Salesiano che avrebbe desiderato intromettersi in qualche gruppo di giovani, ma vidi che questi giovani cercavano studiosamente di allontanarsi dai maestri e Superiori.
Allora quel mio amico ripigliò: — Negli antichi tempi dell'Oratorio lei non stava sempre in mezzo ai giovani e specialmente in tempo di ricreazione? Si ricorda quei belli anni? Era un tripudio di Paradiso, un'epoca che ricordiamo sempre con amore, perché l'affetto era quello che ci serviva di regola, e noi per lei non avevamo segreti.
— Certamente! Allora tutto era gioia per me e nei giovani uno slancio per avvicinarsi a me, per volermi parlare, ed una viva ansia di udire i miei consigli e metterli in pratica. Ora però vedi come le udienze continue e gli affari moltiplicati e la mia sanità me lo impediscono.
— Va bene: ma se lei non può, perché i suoi Salesiani non si fanno suoi imitatori? Perché, non insiste, non esige che trattino i giovani come li trattava lei?
— Io parlo, mi spolmono, ma purtroppo molti non si sentono più di far le fatiche di una volta.
E quindi trascurando il meno, perdono il più e questo più sono le loro fatiche. Amino ciò che piace ai giovani e i giovani ameranno ciò che piace ai Superiori. E a questo modo sarà facile la loro fatica. La causa del presente cambiamento nell'Oratorio è che un certo numero di giovani non ha confidenza coi Superiori. Anticamente i cuori erano tutti aperti ai Superiori, che i giovani amavano e obbedivano prontamente. Ma ora i Superiori sono considerati come Superiori e non più come padri, fratelli e amici; quindi sono temuti e poco amati. Perciò se si vuol fare un cuor solo ed un'anima sola, per amore di Gesù bisogna che si rompa quella fatale barriera della diffidenza e sottentri a questa la confidenza cordiale. Che quindi l'obbedienza guidi l'allievo come la madre guida il suo fanciullo. Allora regnerà nell'Oratorio la pace e l'allegrezza antica.
(Dalla Lettera da Roma del 1884, in: Costituzioni, p. 246s).
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Spirito di famiglia
— Come fare per rompere questa barriera della diffidenza?
— Famigliarità coi giovani, specialmente in ricreazione. Senza famigliarità non si dimostra l'amore e senza questa dimostrazione non vi può essere confidenza. Chi vuole essere amato bisogna che faccia vedere che ama. Gesù Cristo si fece piccolo coi piccoli e portò le nostre infermità. Ecco il maestro della famigliarità! Il maestro visto solo in cattedra è maestro e non più, ma se va in ricreazione coi giovani diventa come fratello.
Se uno è visto solo predicare dal pulpito si dirà che fa né più né meno che il proprio dovere, ma se dice una parola in ricreazione è la parola di uno che ama. Quante conversioni non cagionarono alcune sue parole fatte risuonare all'improvviso all'orecchio di un giovane nel mentre che si divertiva! Chi sa di essere amato, ama, e chi è amato ottiene tutto, specialmente dai giovani. Questa confidenza mette una corrente elettrica fra i giovani e i Superiori. I cuori si aprono e fanno conoscere i loro bisogni e palesano i loro difetti. Questo amore fa sopportare ai Superiori le fatiche, le noie, le ingratitudini, i disturbi, le mancanze, le negligenze dei giovanetti. Gesù Cristo non spezzò la canna incrinata né spense il lucignolo che fumigava. Ecco il vostro modello.
Allora non si vedrà più chi lavorerà per fine di vanagloria; chi punirà solamente per vendicare l'amor proprio offeso; chi si ritirerà dal campo della sorveglianza per gelosia di una temuta preponderanza altrui; chi mormorerà degli altri volendo essere amato e stimato dai giovani, esclusi tutti gli altri Superiori, guadagnando null'altro che disprezzo ed ipocrite moine; chi si lasci rubare il cuore da una creatura e per fare la corte a questa trascuri tutti gli altri giovinetti; chi per amore dei propri comodi tenga in non cale il dovere strettissimo della sorveglianza; chi per un vano rispetto umano si astenga dall'ammonire chi deve essere ammonito. Se ci sarà questo vero amore, non si cercherà altro che la gloria di Dio e la salute delle anime. Quando illanguidisce questo amore allora è che le cose non vanno più bene.
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Perché si vuol sostituire alla carità la freddezza di un regolamento? Perché i Superiori si allontanano dall'osservanza di quelle regole di educazione che Don Bosco ha loro dettate? Perché al sistema di prevenire colla vigilanza e amorosamente i disordini, si va sostituendo a poco a poco il sistema, meno pesante e più spiccio per chi comanda, di bandir leggi che si sostengono coi castighi, accendono odi e fruttano dispiaceri; se si trascura di farle osservare, fruttano disprezzo per i Superiori e sono causa di disordini gravissimi? E ciò accade necessariamente se manca la famigliarità. Se adunque si vuole che l'Oratorio ritorni alla antica felicità, si rimetta in vigore l'antico sistema: il Superiore sia tutto a tutti, pronto ad ascoltare sempre ogni dubbio o lamentanza dei giovani, tutto occhi per sorvegliare paternamente la loro condotta, tutto cuore per cercare il bene spirituale e temporale di coloro che la Provvidenza gli ha affidati.
(Dalla Lettera da Roma del 1884, in: Costituzioni, p. 248s).
Dal «Testamento spirituale di san Giovanni Bosco»
Miei cari ed amati figliuoli in G. C.
Prima di partire per la mia eternità debbo compiere verso di voi alcuni doveri e così appagare un vivo desiderio del mio cuore. Anzitutto io vi ringrazio col più vivo affetto dell'animo per la ubbidienza che mi avete prestata, e di quanto avete lavorato per sostenere e propagare la nostra congregazione. Io vi lascio qui in terra, ma solo per un po' di tempo. Spero che la infinita misericordia di Dio farà che ci possiamo tutti trovare un dì nella beata eternità. Colà io vi attendo.
Vi raccomando di non piangere la mia morte. Questo è un debito che tutti dobbiamo pagare, ma dopo ci sarà largamente ricompensata ogni fatica sostenuta per amor del nostro Maestro, il nostro buon Gesù.
Invece di piangere fate delle ferme ed efficaci risoluzioni di rimanere saldi nella vocazione fino alla morte. Vegliate e fate che né l'amor del mondo, né l'affetto ai parenti, né il desiderio di una vita più agiata vi muovano al grande sproposito di profanare i sacri voti e così tradire la professione religiosa con cui ci siamo consacrati al Signore. Niuno riprenda quello che abbiamo dato a Dio.
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Se mi avete amato in passato, continuate ad amarmi in avvenire coll'esatta osservanza delle nostre costituzioni.
Il vostro primo Rettore è morto. Ma il nostro vero Superiore Cristo Gesù non morrà. Egli sarà sempre nostro Maestro, nostra guida, nostro modello; ma ritenete che a suo tempo egli stesso sarà nostro giudice e rimuneratore della nostra fedeltà nel suo servizio.
Il vostro Rettore è morto, ma ne sarà eletto un altro che avrà cura di voi e della vostra eterna salvezza. Ascoltatelo, amatelo, ubbiditelo, pregate per lui, come avete fatto per me. Addio, o cari figliuoli, addio. Io vi attendo al cielo. Là parleremo di Dio, di Maria madre e sostegno della nostra congregazione; là benediremo in eterno questa nostra congregazione, la cui osservanza delle regole contribuì potentemente ed efficacemente a salvarci. Sit nomen Domini benedictum ex hoc nunc et usque in saeculum. In te, Domine, speravi non confundar in aeternum.
...Dio pietoso e la sua Madre SS. ci vennero in aiuto nei nostri bisogni. Ciò si verificò specialmente ogni volta che eravamo in bisogno di provvedere ai nostri giovanetti poveri ed abbandonati, e più ancora quando essi trovavansi in pericolo delle anime loro.
La Santa Vergine Maria continuerà certamente a proteggere la nostra congregazione e le opere salesiane, se noi continueremo la nostra fiducia in Lei e continueremo a promuovere il suo culto.
… Il lavoro, la buona e severa condotta dei nostri confratelli guadagnano e per così dire trascinano i loro allievi a seguire gli esempi. Si facciano sacrifici pecuniari e personali, ma si pratichi il sistema preventivo ed avremo delle vocazioni in abbondanza.
...Tutti i confratelli salesiani che dimorano in una medesima casa devono formare un cuor solo ed un'anima sola col direttore loro.
Ritengano però ben a memoria che la peste peggiore da fuggirsi è la mormorazione. Si facciano tutti i sacrifici possibili, ma non siano mai tollerate le critiche intorno ai Superiori. ...Non vi raccomando penitenze o mortificazioni particolari, voi vi farete gran merito e formerete la gloria della congregazione, se saprete sopportare vicendevolmente le pene ed i dispiaceri della vita con cristiana rassegnazione. ...Ciascuno poi in luogo di fare osservazioni su quello che fanno gli altri, si adoperi con ogni possibile sollecitudine per adempiere gli uffizi che a lui furono affidati.
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...A tutti è strettamente comandato e raccomandato in faccia (a) Dio ed in faccia agli uomini di aver cura della moralità tra salesiani e tra coloro che in qualunque modo e sotto qualunque titolo ci fossero dalla divina provvidenza affidati. ...Procurate che niuno abbia a dire: questo suppellettile non dà segno di povertà, questa mensa, questo abito, questa camera non è da povero. Chi porge motivi ragionevoli di fare tali discorsi, egli cagiona un disastro alla nostra congregazione, che deve sempre gloriarsi del voto di povertà. ...Guai a noi se coloro da cui attendiamo carità potranno dire che teniamo vita più agiata della vita loro. ...Ricordatevi che sarà per voi sempre una bella giornata quando vi riesce vincere coi benefizi un nemico o farvi un amico.
...La nostra congregazione ha davanti un lieto avvenire preparato dalla divina provvidenza, e la sua gloria sarà duratura fino a tanto che si osserveranno fedelmente le nostre regole.
Quando cominceranno tra noi le comodità o le agiatezze, la nostra pia società ha compiuto il suo corso.
Il mondo ci riceverà sempre con piacere fino a tanto che le nostre sollecitudini saranno dirette ai selvaggi, ai fanciulli più poveri, più pericolanti della società. Questa è per noi la vera agiatezza che nessuno invidierà e niuno verrà a rapirci. ...Non si dimentichi che noi andiamo pei fanciulli poveri ed abbandonati. Là fra popoli sconosciuti ed ignoranti del vero Dio si vedranno le meraviglie finora non credute, ma che Iddio potente farà palesi al mondo.
Non si conservino proprietà stabili fuori delle abitazioni di cui abbiamo bisogno.
...Quando avverrà che un salesiano soccomba e cessi di vivere lavorando per le anime, allora direte che la nostra congregazione ha riportato un gran trionfo e sopra di essa discenderanno copiose le benedizioni del Cielo.
(In: Costituzioni, pp. 254-258).
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INTERCESSIONI
Presentiamo una serie di intercessioni raccolte in tre schemi alternativi al fine di un'ampia possibilità di scelta. Le acclamazioni proposte possono essere cantate.
Acclamazioni
Signore, pietà!
Salva il tuo popolo, Signore!
Perdonaci, o Signore!
Cristo, Figlio del Dio vivente, abbi pietà di noi.
Purifica i nostri cuori: contro di te abbiamo peccato!
Nella tua misericordia accoglici, Signore.
Cristo, nostro salvatore, abbi pietà di noi!
Kyrie eleison!
Prima proposta
C Rivolgiamo la nostra preghiera
a Cristo salvatore,
nostro avvocato presso il Padre,
perché ci ottenga il perdono delle nostre colpe
e ci renda partecipi della sua vittoria sul peccato.
Oppure
C Invochiamo con fiducia Cristo Gesù, vincitore del peccato e della morte, perché ci riconcili con Dio e con la Chiesa, che abbiamo ferito con le nostre colpe.
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G — Signore, mandato dal Padre a portare il lieto annunzio ai poveri e risanare i cuori affranti, abbi pietà di noi.
— Cristo, che sei venuto per chiamare e salvare i peccatori, abbi pietà di noi.
— Signore, che accogliesti la donna peccatrice e per il suo grande amore
le perdonasti i suoi peccati, abbi pietà di noi.
— Cristo, che ti degnasti di stare insieme con i pubblicani e i peccatori, abbi pietà di noi.
— Signore, buon pastore, che sulle tue spalle riporti all'ovile la pecorella smarrita abbi pietà di noi.
— Cristo, che non condannasti la donna adultera, ma la rimandasti in pace, abbi pietà di noi.
— Signore, che chiamasti Zaccheo, il pubblicano, alla conversione e alla vita nuova, abbi pietà di noi.
— Cristo, che al ladrone pentito promettesti il paradiso, abbi pietà di noi.
— Signore, che vivi e regni alla destra del Padre per intercedere in nostro favore, abbi pietà di noi.
Seconda proposta
C Accostiamoci
con fede a Cristo nostro Signore,
che nel suo amore per noi
affrontò volontariamente la passione e la morte
per liberarci dal peccato.
Oppure
C Gesù Cristo, nostro Signore,
si è offerto per i nostri peccati
ed è risorto per la nostra salvezza.
Preghiamo insieme e diciamo:
T Salva il tuo popolo, Signore!
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G — Tu che per mezzo dello Spirito Santo
hai offerto te stesso innocente
e senza macchia a Dio,
purificando la nostra coscienza
dalle opere morte.
— Tu che ti sei offerto di togliere i peccati di tutti gli uomini.
— Tu che sei morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti.
— Tu che sei vittima di espiazione
per i nostri peccati;
non soltanto per i nostri,
ma anche per quelli di tutto il mondo.
— Tu che sei morto
perché chi crede in te non perisca, ma abbia la vita eterna.
— Tu che sei venuto in questo mondo a cercare e salvare ciò che era perduto.
— Tu che sei stato mandato dal Padre non per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo tuo.
— Tu che hai il potere di rimettere i peccati.
— Tu che chiami a te tutti coloro che sono affaticati e oppressi.
— Tu che hai dato ai tuoi Apostoli le chiavi del regno dei cieli, per legare e per sciogliere.
— Tu che fai consistere tutta la legge nell'amore di Dio e del prossimo.
— Gesù, che sei venuto nel mondo perché gli uomini abbiano la vita, e l'abbiano in abbondanza.
— Gesù, buon pastore,
che dài la vita per il tuo gregge.
— Gesù, verità eterna che ci fa liberi. 420
— Gesù, unica via che ci conduce al Padre.
— Gesù, risurrezione e vita, che anche dopo la morte fai vivere chi crede in te.
— Gesù, vite vera della vigna che il Padre coltiva e pota perché porti più frutto.
— O Salvatore del mondo,
che morendo ci hai riconciliati con il Padre.
— Tu che sei morto e risorto,
ora siedi alla destra del Padre a intercedere per noi.
— Tu che per opera del Padre sei diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione.
— Tu che nello Spirito del nostro Dio hai purificato tutti gli uomini,
li hai santificati e giustificati.
— Tu che consideri un'offesa fatta a te il peccato contro i fratelli.
— Tu che da ricco ti sei fatto povero, perché noi diventassimo ricchi per mezzo della tua povertà.
— Tu che hai dato te stesso per i nostri peccati, per strapparci dalla malvagità di questo mondo.
— Tu che, risuscitato dai morti, ci liberi dall'ira ventura.
— Tu che sei venuto nel mondo per salvare i peccatori.
— Tu che hai dato te stesso in riscatto per tutti.
— Tu che hai vinto la morte e hai fatto risplendere la vita.
— Tu che verrai a giudicare i vivi e i morti. 421
— Tu che hai dato te stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità, e renderci un popolo puro ..che ti appartenga, zelante nelle opere buone.
— Tu che sei sommo sacerdote misericordioso e fedele nelle cose che riguardano Dio Per espiare i peccati del popolo.
— Tu che sei divenuto causa di salvezza eterna per coloro che ti obbediscono.
Terza proposta
C Rivolgiamo la nostra preghiera a Cristo buon pastore, che va in cerca della pecora smarrita e la riconduce con gioia all'ovile.
Oppure
C Cristo ha portato le nostre colpe nel suo corpo sul legno della croce, perché morti al peccato
viviamo per la giustizia;
dalle sue ferite siamo stati risanati.
Pieni di fiducia invochiamo il suo nome.
G Gesù, medico del corpo e delle anime, guarisci le nostre ferite.
— Sostienici sempre con la forza del tuo spirito.
Spogliaci della corruzione dell'uomo vecchio che è in noi.
— E rivestici dell'uomo nuovo.
Fa' che mediante la penitenza aderiamo sempre più alla tua persona.
— Per giungere alla gloria della tua risurrezione.
Maria tua Madre, rifugio dei peccatori, interceda per noi.
— E tu donaci l'indulgenza e la pace.
Tu che perdonasti la dolina peccatrice.
— Non allontanare da noi la tua misericordia.
Tu che portasti sulle spalle la pecorella smarrita.
— Accogli cori bontà anche rioi peccatori.
Tu che promettesti al ladrone pentito il paradiso.
— Ammettici un giorno nella gioia del tuo regno.
Tu che sei morto e risorto per noi.
— Rendici partecipi dei frutti della tua Pasqua.
422
RINGRAZIAMENTO
Terminate le confessioni individuali, la comunità si ritrova in assemblea per la conclusione della liturgia penitenziale, introdotta da un canto di ringraziamento, o da un'invocazione in forma di prefazio, o da una preghiera litanica intervallata da una acclamazione di grazie. Presentiamo alcune esemplificazioni in merito.
Invocazione in forma di prefazio
C Il Signore sia con voi.
T E con il tuo spirito.
C In alto i nostri cuori.
T Sono rivolti al Signore.
C Rendiamo grazie a Dio.
T È cosa buona e giusta.
Il Padre ci invita alla conversione: ritorniamo a lui.
C È veramente cosa buona e giusta, e fonte di salvezza,
rendere grazie a te,
Padre santo, Dio onnipotente e misericordioso.
Nella pienezza dei tempi hai inviato Gesù,
tuo eterno Figlio, che compì la sua missione
secondo un amore più grande delle nostre attese,
e diede inizio alla nuova creazione
risorgendo dalla morte.
Alla Chiesa peregrinante nel tempo
hai affidato il segno del tuo perdono
perché ognuno di noi,
incontrandosi nella morte di Gesù,
risorgesse in lui a nuova vita.
423
Così ogni epoca della nostra storia
e ogni momento della nostra vita
recano il sigillo del tuo perdono e del tuo amore.
Perciò, o Padre, noi ti preghiamo:
ammetti questi tuoi figli,
che hai rigenerato nel sacramento,
alla Cena del Signore,
banchetto dei figli perdonati.
Nutriti del Corpo e del Sangue del tuo Figlio
possano giungere, un giorno,
al banchetto nella patria celeste.
E ora nell'attesa del tuo Regno,
figli rinnovati nell'amore del Padre,
con le parole del tuo Figlio Gesù
ti preghiamo:
T Padre nostro...
Cristo, l'uomo per gli altri e per Dio, è la regola vivente della nostra vita.
C È veramente giusto renderti grazie,
Padre della misericordia:
tu non hai voluto salvarci e santificarci
individualmente e senza alcun legame tra noi,
ma hai voluto che la salvezza e la santificazione
si realizzassero nella comunione degli uomini
con te e fra loro.
In Cristo tuo figlio hai attuato la salvezza:
Egli, figlio tuo e fratello nostro,
visse in perfetta comunione con te e con gli uomini.
In lui ti possiamo conoscere
perché, trattandoci da amici,
ci ha rivelato i segreti inaccessibili della vita divina.
In lui siamo chiamati all'amore fraterno
fino a formare una cosa sola.
E poiché qui in terra continuamente pecchiamo
contro il tuo disegno di amore,
in lui di nuovo operi la nostra riconciliazione
nel sacramento del perdono.
Per questo con cuore pentito ma pieno di fiducia diciamo:
424
T Confesso a Dio onnipotente...
Facciamo della nostra comunità una comunità di persone.
C È veramente giusto renderti grazie,
Padre, grande nell'amore:
come i cieli sono alti sopra la terra
è forte il tuo amore misericordioso su di noi:
come l'oriente è lontano dall'occidente
tu allontani i nostri peccati da noi.
Già per mezzo dei profeti avevi promesso:
spargerò su di voi acque pure
sarete mondati da ogni vostro peccato,
vi purificherò da tutti i vostri idoli,
vi darò un cuore nuovo e uno spirito nuovo.
E nella pienezza dei tempi, nella tua fedeltà,
hai mandato il tuo Figlio unigenito nel mondo
per realizzare le tue promesse.
Egli, vinto il peccato e la morte,
nello splendore della sua risurrezione
ha effuso il suo Spirito sugli apostoli dicendo:
«Ricevete lo Spirito Santo:
a chi rimetterete i peccati saranno rimessi
a chi li riterrete saranno ritenuti».
Così, nel suo amore per i peccatori,
dimostrato in tutta la sua vita terrena,
istituì il mirabile sacramento del perdono e della gioia,
affinché, perdonati, con cuore nuovo
sapessimo perdonare i nostri fratelli
così, riconciliati fra noi e con te,
potessimo glorificarti attorno alla tua mensa.
Di noi tutti abbi misericordia.
Aiutaci a costruire con pazienza e coraggio
una vera comunità di persone libere e responsabili,
per metterci insieme
nel servizio umile e disinteressato dei giovani.
Rinnovati nell'amore fraterno dal perdono di Dio
diciamo insieme con gioia:
T Padre nostro...
Preghiera di ringraziamento in forma litanica
Suggeriamo un'esemplificazione lasciando la possibilità di invocazioni spontanee.
425
C Rigenerati in Cristo ringraziamo il Signore
rinnoviamo il nostro impegno di consacrati nel Battesimo e nella professione religiosa. Con cuore puro e riconoscente eleviamo al Signore un inno di grazie magnificando la sua grandezza che si riversa nel creato e nell'opera che il suo amore ha compiuto in noi. Grazie, Signore!
Si può sostituire con un'acclamazione cantata.
— Grazie, Signore, per il tuo amore misericordioso e provvidente.
— Grazie, Signore, per il dono della vita divina in noi.
— Grazie, Signore, per il Figlio tuo che hai posto in mezzo a noi.
— Grazie, Signore, per l'invito alla mensa eucaristica.
— Grazie, Signore, per i momenti di sofferenza e incomprensione.
— Grazie per la luce della tua Parola che guida i nostri passi.
— Grazie per la gioia di vivere insieme.
— Grazie, Signore, per la comunità riunita nel tuo nome.
— Grazie per i giovani che incontriamo ogni giorno.
— Grazie per i momenti di silenzio che diventano preghiera.
— Grazie, Signore, per la fatica e il lavoro.
— Grazie per il dono di una Madre che intercede per noi.
— Grazie per la vocazione che hai donato ad ogni uomo.
— Grazie, Signore, per i santi che ci indicano la via della salvezza.
ORAZIONI
C Padre santo, con premurosa sapienza tu guidi il corso della storia
in ogni tempo doni energie nuove alla tua Chiesa.
Manda a noi il tuo Santo Spirito
che ci assicuri il tuo sostegno,
ci confermi nella tua verità,
ci guidi a trovare le vie della riconciliazione
per diventare, come discepoli del tuo Figlio,
operatori di pace.
426
Aiutaci a ricostruire ciò che abbiamo distrutto,
a rinnovare ciò che abbiamo lasciato invecchiare,
a riaprire le vie che abbiamo ostruito,
perché possiamo percorrerle
con ogni uomo nostro fratello
nella certezza che è con noi il Signore Gesù,
unica speranza del mondo.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
T Amen.
Oppure
C O Dio, nostro Padre,
che in Cristo, tua Parola vivente,
ci hai dato il modello dell'uomo nuovo,
fa' che lo Spirito Santo ci renda non solo uditori,
ma realizzatori del Vangelo,
perché tutto il mondo ti conosca
e glorifichi il tuo nome. Per Cristo nostro Signore. T Amen.
Oppure
C O Dio, che crei e rinnovi l'universo,
donaci di trarre dal nostro tesoro,
che è il Vangelo del tuo Figlio,
cose antiche e cose nuove,
per essere sempre fedeli alla tua verità
camminare in novità di vita nel tuo Spirito. Per Cristo nostro Signore. T Amen.
Oppure
C O Dio, tu sei nostro Padre e noi siamo la tua famiglia.
Apri le nostre menti all'ascolto
e alla comprensione della tua parola, e donaci un cuore docile a quanto oggi ci dirà il tuo Spirito. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
427
Oppure
C Infondi in noi, o Padre,
lo Spirito d'intelletto, di verità e di pace,
perché ci sforziamo di conoscere
ciò che è a te gradito,
per attuarlo nell'unità e nella concordia.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Oppure
C O Dio, proteggi il tuo popolo,
perdona i nostri errori e convertici al tuo amore,
perché possiamo servirti con piena dedizione
in tutti i giorni della nostra vita.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
BENEDIZIONI
Se chi presiede è un ministro ordinato, nelle formule di benedizione usa il «voi» («vi») invece del «noi» («ci»).
— Nel cammino di questa vita
Dio ci renda saldi nella fede,
gioiosi nella speranza,
operosi nella carità.
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio e Spirito Santo,
discenda su di noi e con noi rimanga sempre. Amen.
— Il Dio di ogni consolazione
ci colmi di fede, speranza e carità,
perché sia ricca di opere buone la nostra vita
e possiamo giungere alla gioia della vita eterna.
E la benedizione di Dio onnipotente...
— Ci benedica il Signore e ci protegga.
Il Signore faccia brillare il suo volto su di noi e ci sia propizio.
Il Signore rivolga su di noi il suo sguardo e ci conceda la pace.
E la benedizione di Dio onnipotente...
428
Il senso della malattia e della morte per il credente in Cristo
«La redenzione si è compiuta mediante la croce di Cristo, ossia mediante la sua sofferenza... Perciò, se è vero che in Cristo ogni uomo diventa la via della Chiesa, si può dire che l'uomo diventa in modo speciale la via della Chiesa quando nella sua vita entra la sofferenza. Ciò avviene in diversi momenti della vita, si realizza in modi differenti, assume diverse dimensioni; tuttavia, nell'una o nell'altra forma, la sofferenza sembra essere, ed è, quasi inseparabile dall'esistenza terrena dell'uomo». Pertanto «la Chiesa, che nasce dal mistero della redenzione nella croce di Cristo, è tenuta a cercare l'incontro con l'uomo in modo particolare sulla via della sua sofferenza. In tale incontro l'uomo diventa la via della Chiesa, ed è, questa, una delle vie più importanti».
Dinanzi alla sofferenza umana, il credente — come ogni uomo — prova sentimenti di compassione, di rispetto, di timore. Nella sofferenza umana, infatti, «è contenuta la grandezza di uno specifico mistero...». Intorno al tema della sofferenza due motivi sembrano avvicinarsi particolarmente tra loro ed unirsi: il profondo bisogno del cuore, e il profondo imperativo della fede. «Il bisogno del cuore ci ordina di vincere il timore, e l'imperativo della fede... fornisce il contenuto, nel nome e in forza del quale osiamo toccare ciò che sembra in ogni uomo tanto intangibile: poiché l'uomo, nella sua sofferenza, rimane un mistero intangibile» (Giovanni Paolo II, Salvifici doloris, 3-4).
43I
Il senso della malattia e della morte per i figli di Don Bosco
«La comunità circonda di cure e di affetto i confratelli anziani e ammalati. Essi, prestando il servizio di cui sono capaci e accettando la propria condizione, sono fonte di benedizione per la comunità, ne arricchiscono lo spirito di famiglia e rendono più profonda la sua unità. La loro vita assume un nuovo significato apostolico: offrendo con fede le limitazioni e le sofferenze per i fratelli e i giovani, si uniscono alla passione redentrice del Signore e continuano a partecipare alla missione salesiana» (Cost. 53).
La Regola ci dice che gli ammalati e gli anziani non sono per la comunità un peso, ma una «fonte di benedizione»; essi, infatti, sono segnati in maniera speciale dalla passione di Cristo, e perciò vivono, per se stessi e per gli altri, più intimamente il mistero del dolore che redime e salva. L'articolo 53 aggiunge che i fratelli anziani e ammalati «arricchiscono lo spirito di famiglia»; infatti il loro dolore non solo purifica chi lo subisce e la comunità che lo condivide, ma ridesta nei confratelli tante energie di condivisione, di sopportazione, di servizio, caratteristiche appunto del più autentico spirito di famiglia. Perciò il testo può affermare con sicurezza che questi confratelli «rendono più profonda l'unità» della comunità: accanto al fratello che soffre, la comunità si ritrova unita nell'offrire il sacrificio redentore del Cristo. Non dimentichiamo mai che la sofferenza cristiana è creatrice di bene: la redenzione, infatti, viene dalla croce.
«La comunità sostiene con più intensa carità e preghiera il confratello gravemente infermo. Quando giunge l'ora di dare alla sua vita consacrata il compimento supremo, i fratelli lo aiutano a partecipare con pienezza alla Pasqua di Cristo» (Cost. 54). Per il Salesiano la morte è illuminata dalla speranza di entrare nella gioia del suo Signore. E quando avviene che un Salesiano muore lavorando per le anime, la Congregazione ha riportato un grande trionfo. Il ricordo dei confratelli defunti unisce nella «carità che non passa» coloro che sono ancora pellegrini con quelli che già riposano in Cristo.
La Regola orienta decisamente il Salesiano a guardare alla morte nella luce della realtà apostolica della sua vita. Egli, infatti, ha vissuto «servendo» Dio nei suoi giovani fratelli: spera quindi di sentirsi dire: «Servo buono e fedele, entra nella gioia del tuo 432
Signore» (Mt 25,23). È questa l'assicurazione stessa di Don Bosco, che parla ai suoi confratelli del premio che è loro riservato e indica il Paradiso come luogo di appuntamento per i suoi figli, la mèta a cui tende tutto il lavoro, il momento del riposo. Ai primi missionari egli lascia questo ricordo: «Nelle fatiche e nei patimenti non si dimentichi che abbiamo un grande premio preparato nel cielo». L'art. 54 si collega insomma con il primo articolo della Regola, dove veniva citata quell'altra frase di Don Bosco: «Ho promesso a Dio che fin l'ultimo mio respiro sarebbe stato per i miei poveri giovani». D Salesiano è apostolo fino alla fine, e muore da apostolo, coerente con l'esortazione del nostro Padre: «Ci riposeremo in Paradiso».
Proposte celebrative della sezione
Intorno all'evento della malattia e della morte i credenti si riuniscono in preghiera per meditare sul mistero della sofferenza, accompagnato nella storia della salvezza da un dono specifico di Cristo — il sacramento dell'Unzione degli infermi — e per «prepararsi alla morte», come diceva Don Bosco.
Questa sezione contiene pertanto alcuni spunti in vista della preghiera comunitaria, usufruendo soprattutto dei libri liturgici della Chiesa: il Rito della comunione fuori della Messa e culto eucaristico, il rituale sul Sacramento dell'Unzione e cura pastorale degli infermi, il Rito delle Esequie, il Messale per la Messa per gli infermi e dei defunti e il Lezionario. Ogni comunità sensibile all'impegno di partecipare alle sofferenze di Cristo e di unirsi alla sua testimonianza nella malattia e morte di ogni confratello, può organizzare le seguenti celebrazioni:
— celebrazione della Parola sul significato della sofferenza e in partecipazione al fratello nel dolore;
— il rito della benedizione dei confratelli anziani;
— il rito della benedizione degli infermi;
— il rito della Comunione ai malati;
— il rito del santo Viatico;
— preghiere per la tradizionale «raccomandazione dell'anima»;
— celebrazioni della Parola attorno al defunto;
— proposte di rosario meditato;
— la memoria quotidiana dei nostri defunti;
— la visita al cimitero.
433
________________________________________
Parte terza
MALATTIA E RITORNO ALLA CASA DEL PADRE
1. CELEBRAZIONI COMUNITARIE PER UN FRATELLO ANZIANO O MALATO
1,1, SOLIDALI CON LA MALATTIA
E LA SOFFERENZA
La nostra solidarietà affonda la sua radice in Cristo, che nella sua vita terrena ha preso parte alla sofferenza degli infermi e per loro ha compiuto prodigi. La nostra partecipazione al dolore altrui è testimonianza di vita di famiglia, che chiama tutti i membri a condividere gioie e sofferenze e a valorizzarle nell'accettazione fiduciosa della divina volontà.
1.2, PROPOSTA CELEBRATIVA
Presentiamo celebrazioni della Parola, riti benedizionali, il rito della comunione ai malati, dell'unzione degli infermi e del viatico, la preghiera di raccomandazione dell'anima. Ricordiamo inoltre, tra le Messe per circostanze particolari proposte dal Negale Romano, quella per gli infermi. Questi momenti celebrativi aiutano a portare con coraggio il peso dell'anzianita e della sofferenza.
SCHEMA di CELEBRAZIONI DELLA PAROLA
434
È quello usuale: canto di inizio con eventuale momento penitenziale, ascolto della Parola, riflessione personale guidata o su testi, preghiera di intercessione e congedo. Tale schema può rientrare anche in una adorazione eucaristica.
CANTO DI INIZIO
SALUTO DEL CELEBRANTE
CT Nel nome del Padre...
C In questo nostro incontro di preghiera
ricordiamo al Signore il nostro fratello...
che Dio ha visitato con la sua croce,
affinché come ora partecipa dei patimenti di Cristo,
partecipi pure delle sue consolazioni.
C «Signore, ecco, colui che tu ami è ammalato» (cf Gv 11,3).
T Proteggi il tuo servo che confida in te.
C Come abbondano in lui le sofferenze di Cristo,
così per mezzo di Cristo
abbondi pure la sua consolazione
(cf 2 Cor 1,5).
T Perché il momentaneo e leggero peso
delle tribolazioni presenti
produca una sublime magnificenza di gloria,
superiore ad ogni conforto (cf 2 Cor 4,17).
C Donagli la grazia di essere lieto
nelle sofferenze in cui si trova.
T E di completare nella sua carne
ciò che manca alla passione di Cristo,
a favore del suo corpo che è la Chiesa (cf Col 1,24).
C Preghiamo.
Guarda con bontà, o Signore, il nostro fratello
afflitto nel corpo dalla malattia,
e donagli forza e consolazione
affinché, purificato dalla prova
e ristabilito nella salute,
possa nuovamente lodarti
e servirti con noi nella tua Chiesa.
Per Cristo, nostro Signore.
T Amen.
435
Oppure
C Signore, che ci ha chiamati all'unità in un corpo solo,
vi doni la pienezza della carità
nella preghiera scambievole e nel servizio fraterno.
T Benedetto nei secoli il Signore!
C Preghiamo.
O Signore, che isiti questa famiglia
nella sofferenza del nostro fratello N.:
accogli la preghiera
che ti innalziamo per la sua guarigione
e concedi che nel nostro servizio e nel nostro amore
egli ovi sollievo e conforto.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
1. Vicini ai fratelli nel dolore PRIMA LETTURA (1 Cor 12,12-13.24b-27)
La solidarietà affonda le sue radici in Cristo. Incorporati a lui nel Battesimo, uniti da una stessa chiamata, siamo responsabili gli uni degli altri, soprattutto di chi è debole, di chi soffre.
SAL 14: Guarda, Signore, le mie sofferenze.
Rit. Signore, ascolta la mia preghiera e il mio grido giunga a te.
SECONDA LETTURA (Mt 8,1-17)
Cristo è vicino a chi è nel dolore. I miracoli sono i segni della sua solidarietà col nostro dolore. Sono l'amore che diventa per noi liberazione.
2. La sofferenza come via alla salvezza in unione con Gesù «Servo sofferente»
PRIMA LETTURA (IS 52,12-53,12) 436
Il piano di Dio è misterioso. Ha scelto la croce per rivelare e comunicare il suo amore. La morte come strada alla vita. La sofferenza dell'innocente per salvare i peccatori. Quando il dolore bussa alla porta della nostra vita è il momento di unirci più profondamente a Cristo crocifisso per essere con lui salvatori. Gli evangelisti hanno visto nel servo sofferente di Isaia il volto di Cristo.
SAL 39,1-6: Il Signore salva il suo servo.
Rit. Spero nel Signore, poiché si è chinato sul mio dolore. SECONDA LETTURA
Molte volte è duro accettare il disegno di Dio sulla nostra vita, specialmente quando è diverso dai nostri progetti. L'insuccesso, la sofferenza ci fanno paura. In questi momenti solo la preghiera perseverante ci aiuta ad aderire con amore al piano di salvezza del Padre.
Gesù nel Getsemani è il modello di ogni cristiano.
3. La salute «consumata» nel lavoro apostolico è il «Sacrificio» salesiano
PRIMA LETTURA (2 Cor 4,5-18)
La salute è un dono di Dio. Per questo noi la curiamo. Non è però un valore assoluto. Tutte le nostre energie, anche quelle fisiche, le impegniamo nel lavoro apostolico. Sull'esempio di Don Bosco, molti salesiani «si consumano» perché i giovani abbiano la vita.
Il lavoro per il Regno è il nostro olocausto. Molte sofferenze hanno questa origine apostolica. È vero quello che diceva Don Bosco: «Quando avviene che un Salesiano muore lavorando per le anime, la Congregazione ha riportato un grande trionfo». Le parole di san Paolo sono luce per la nostra vita e consolazione nella sofferenza.
SAL 115: Ho creduto anche quando dicevo: Sono troppo infelice.
437
Rit. Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore.
In luogo della seconda lettura si può leggere un brano patristico o salesiano.
4. Essere per sempre con il Signore o continuare il lavoro per il regno di Dio!
PRIMA LETTURA (Fil 1,19-26)
Il Salesiano, come Paolo, è diviso tra due desideri: quello di continuare a lavorare per il regno di Dio, e quello di dare compimento alla propria vita nell'incontro definitivo col Signore. La vita non è più sua: l'ha donata al Signore e ai giovani. Per questo, quando per la malattia o per altro motivo non può più lavorare nella vigna del Signore, egli resta pienamente aperto alla volontà di Dio.
SAL 41: Come la cerva anela.
Rit. L'anima mia ha sete del Dio vivente.
In luogo della seconda lettura si può leggere un brano patristico o salesiano.
5. Un pezzo di paradiso aggiusta tutto PRIMA LETTURA (Ap 21,1-7)
Don Bosco ci ha educati a guardare sempre avanti. Specialmente nei momenti duri della vita, la visione della Gerusalemme celeste è consolazione e gioia. Una gioia che vogliamo condivisa da tanti. Per questo accettiamo di soffrire con Cristo. Il Salesiano non vuole andare da solo in Paradiso.
SAL 121: Andremo alla casa del Signore.
Rit. La pace per chi sempre ha confidato in te.
In luogo della seconda lettura si può leggere un brano patristico o salesiano.
438
Numerose indicazioni scritturistiche si possono trovare nel rituale: Sacramento dell'Unzione e cura pastorale degli infermi, nn. 297-361. È riportata anche la Passione del Signore secondo i testi dei quattro evangelisti. Può costituire una meditazione nella sua lettura completa, o in qualche stralcio adatto alle circostanze.
RIFLESSIONE
Per un momento di riflessione guidata o spontanea. Suggeriamo di cercare qualche brano di Don Bosco di cui diamo un esempio.
1. Al punto di morte sarai contento del bene fatto
«2 giugno. — Da più mesi, Don Bosco è infermo negli occhi e non ha speranza di vicina guarigione. Egli ha detto che non prega per ottenerla; i giovani al contrario pregano, pia pon scorgono nessun indizio di miglioramento.
Il 7 giugno, martedì, disse a parecchi e poi fece dire da chi parlava in suo luogo alla sera dalla cattedra, di voler metter Besucco alla prova in questo inodo: — Se io guarisco entro tre giorni sarà segno certo che Besucco appena morto andò subito in paradiso; se non guarisco avrò questo argomento di meno per la mia persuasione —. A molti parve un po' temeraria questa prova, copie se fosse un tentare il Signore; ed essendo breve il tempo, tutti stavano in ansiosa aipettazione. Aveva ancor fatta questa promessa, o meglio dato questo segnale: — Se venerdì sera andrò io a parlare ai giovani, vorrà dire che la grazia fu ottenuta; se no, sari indizio ghe le cose non sono mutate.
Il giorno 8 mercoledì i suoi occhi andavano peggio, il 9 andavano male, il 10 a mezzogiorno meglio. Era venerdì. Il dopo pranzo alle ore 2 poté occuparsi e continuò tutta la sera a leggere e a scrivere senza occhiali. Dopo cena andò a parlare ai giovani, e appena lo videro fu una commozione universale. — È guarito, è guarito! — si udiva ripetere da ogni parte. Sali sul pulpito e-tutti batterono le mani in segno di allegrezza. Egli quindi annunciò la grazia ottenuta ed in prova fissò per qùalche istante la figmnia del becco a gaz, il che da molto tempo non aveva più potuto fare. Gli era solo rimasto un po' di infiammazione esterna. La notte però non poté pigliare riposo e il domani sabato, primo giorno della novena della Consolata, i suoi occhi erano di nuovo alquanto aggravati; ma alla domenica 12 giugno si videro di nuovo limpidi.
439
In questa domenica Don Bosco concludeva la sua predica in questo modo: — Io voglio che stamattina pigliate questo riflesso che mi faccio. Osservate! Io ho già veduto tanti a morire, ho già letto la morte di tanti, ma non ho mai veduto alcuno che al punto della morte si lamentasse di aver fatto troppo bene. Per lo contrario non ho mai udito che uno sia stato contento in punto di morte del male che aveva commesso. La ragione di ciò è assai chiara. Pensate, o miei cari figliuoli; il male appaga per quel momento breve in cui si commette, ma poi non lascia più altro che il rimorso. Il bene invece appaga il cuore mentre si fa e poi lascia una contentezza che dura tutta la vita. Al punto poi della morte quale dei due ci farà più piacere? Al ricordo desolante di aver praticato il male, sovraggiungerà il timore o almeno il dubbio del castigo tremendo di Dio. Il bene invece ci porterà in quel punto la certa speranza del premio» (MB 7,672-674).
In alternativa proponiamo alcuni brani patristici e di maestri di vita spirituale.
2. La pazienza unita alle altre virtù
Bisogna tollerare con pazienza non solo di essere ammalati, ma anche di esserlo della malattia che Dio vuole, dove egli vuole, tra le persone che vuole e con i disagi che vuole: e così per tutte le altre sofferenze. Quando sopraggiungerà il male, adopera pure tutti i rimedi che saranno possibili e conformi al volere di Dio, perché fare diversamente sarebbe tentare la sua divina Maestà. Ma poi, fatto questo, attendi con piena rassegnazione quell'effetto che Dio vorrà. Se a lui piacerà che i rimedi vincano il male, lo ringrazierai umilmente; se invece gli piacerà che il male prevalga sui rimedi, benedicilo con pazienza.
440
Io sono del parere di san Gregorio: quando verrai accusata giustamente per una colpa da te commessa, umiliati profondamente e confessa di meritare l'accusa mossa contro di te. Se invece l'accusa è falsa, scusati in bel modo, negando di essere colpevole, perché devi questo riguardo alla verità e all'edificazione del prossimo: se però, dopo la tua vera e legittima scusa, continuano ad accusarti, non turbarti e non cercare di fare accettare la tua scusa, perché — dopo aver reso omaggio alla verità — devi renderlo anche all'umiltà. In questo modo non verrai meno alla sollecitudine che devi avere per tua buona fama, né all'affetto che devi nutrire verso la tranquillità, la dolcezza del cuore e l'umiltà.
Lamentati il meno possibile dei torti ricevuti: perché è certo che, in genere, chi si lamenta cade in qualche peccato, dato che il nostro amor proprio ci fa sempre sentire le ingiurie più grandi di quanto non siano: ma soprattutto non lamentarti con persone facili a sdegnarsi e a pensar male. Se fosse opportuno dolerti con qualcuno — o per rimediare all'offesa o per calmare il tuo spirito — devi procurare che ciò avvenga con anime miti e che amano veramente Dio, perché altrimenti, invece di sollevarti il cuore, lo getterebbero in maggiori inquietudini e invece di cavarti dal piede la spina che ti punge, te la ficcherebbero dentro più di prima...
Il vero paziente non piange il suo male, né desidera essere compianto dagli altri, ma ne parla con un linguaggio schietto, verace e semplice, senza lamenti, senza rammarichi, senza esagerazioni. Se lo compiangono, lo sopporta pazientemente, tranne quando lo compatiscono di un male che non ha; perché allora dichiara modestamente che non ha quel male e se ne sta tranquillo tra la verità e la pazienza, dicendo il male che ha, senza lagnarsene... Quando sarai malata, offri tutti i tuoi dolori, pene e debolezze al Nostro Signore e supplicalo di unirti ai tormenti che egli ha sofferto per te. Obbedisci al medico, prendi le medicine, gli alimenti e gli altri rimedi per amore di Dio, richiamando alla mente il fiele che Gesù ha preso per nostro amore. Desidera di guarire per servirlo; non rifiutare di patire per obbedirgli e sii disposta anche a morire se così gli piace, per lodarlo e godere in lui. (San Francesco di Sales, Filotea. Introduzione alla vita devota, parte III, capo terzo).
441
3. Nell'angustia io sono con lui
Nell'angustia io sono con lui, dice Dio. E io, sulla terra, cercherò altro che l'angustia? Quanto a me, mio bene è stare vicinò a Dio; non solo, ma porre la mia speranza nei Signore Dio (Sal 72,28), perché egli dice: Io lo libero, io gli dò gloria (Sai 90,15).
Nell'angustia io sono con lui. Mia delizia è stare tra i figli dell'uomo (Prv 8,31). Emmanuele, Dio con noi... È disceso per essere Vicino a chi ha il cuore colmo di dolore, per essere con noi nell'angustia. Verrà il giorno in cui saremo rapiti sulle nubi incontro al Signore, nell'aria, e così saremo sempre col Signore (1 Ts 4,17), purché adesso ci preoccupiamo di averlo con noi come compagno di strada, che ci restituirà la nostra patria celeste; o piuttosto come via, lui che allora sarà la patria stessa.
È bene per me, Signore, essere nell'angustia, purché tu sia con me; lo preferisco al regnare senza di te, all'essere senza di te nei piaceri, senza te nella gloria. È meglio per me stringermi a te nell'angustia, averti con me nel crogiolo della prova, che essere senza di te sia pure in cielo. Chi altri infatti c'è per me nel cielo? Fuori di te che cosa posso desiderare sulla terra? (Sal 72,25). L'oro è provato nella fornace, e i giusti nella tentazione dell'angustia (cf Sir 27,5). Qui, Signore, qui tu sei con loro; qui tu sei presente in mezzo a quelli che si radunano nel tuo nome...
Perché abbiamo paura, perché esitiamo, perché cerchiamo di sfuggire a questo crogiolo? È vero, il fuoco infuria; ma il Signore è con noi nell'angustia. Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? (Rm 8,31). E se è lui che ci libera, chi ci rapirà dalla sua mano? Chi potrà strapparci dalla sua mano? Infine, se è lui che ci dà gloria, chi potrà gettarci nell'ignominia? Se lui stabilisce nella gloria, chi ci umilierà?...
Lo soddisfo con la lunghezza dei giorni (Sal 90,16). È come se, più chiaramente, dicesse: so quello che desidera, so quello di cui ha sete e quello che gusta di più. No, egli non gusta né argento né oro, né i piaceri, né la curiosità o gli onori mondani. Tutto ciò è per lui una perdita: egli disprezza queste cose e le considera come spazzatura. Si è svuotato di se stesso fino in fondo e non sopporta di essere occupato da qualcosa che non può colmarlo. Sa bene a immagine di chi egli è stato creato, di quale grandezza è capace, e non tollera di accrescersi con cose meschine per poi perdere il bene supremo. Lo soddisfo con la lunghezza dei giorni: sì, ma soddisfo solo chi non può essere appagato che dalla luce vera, chi non sa essere colmato che dalla luce eterna. E quella lunghezza di giorni non avrà termine, quella chiarezza non conoscerà tramonto, quella sazietà non provocherà disgusto.
(San Bernardo, Omelie sul Salmo «Qui habitat», 17,4,6).
442
4. La pace nella prova
Tutti coloro che desiderano imitare veramente il Dio Redentore, nostro Signore Gesù Cristo, devono prendere umilmente, senza mormorare, sulle loro spalle la croce delle sofferenze interiori o esteriori, meritate o no, e con questo carico, seguire gioiosamente il loro Signore. È il solo mezzo per arrivare un giorno dove Cristo ci ha preceduto...
Non è raro, certamente, trovare degli uomini che desiderano essere testimoni del Signore nella pace, cioè a condizione che tutto proceda secondo i loro desideri. Sono ben contenti di diventare santi, ma senza fatica, senza fastidi, senza difficoltà, senza che a loro costi qualcosa. Hanno l'ambizione di conoscere Dio, di gustarlo, di sentirlo, ma non vogliono provare amarezza. Così, quando occorre faticare, quando l'amarezza, la desolazione, le tenebre, le forti tentazioni vengono a visitarli, quando non sentono più Dio e si vedono abbandonati interiormente ed esternamente, le loro belle risoluzioni svaniscono. Non sono veri testimoni, i testimoni che il Salvatore desidera.
Non c'è niente di più comune tra gli uomini della ricerca della pace, della volontà di usufruire della pace dappertutto e in ogni azione. Ora, occorre abbandonare interamente il desiderio di una pace di questo tipo. Dobbiamo impegnarci con tutto lo sforzo possibile per avere la pace in ogni momento anche nelle sventure. È proprio dalla prova che deve scaturire la pace vera, duratura e certa. In realtà tutto quello che cerchiamo e amiamo al di fuori di questo non è che lusinga. Se, invece, ci applichiamo con tutte le nostre forze a conservare la gioia nella tristezza, la pace nell'agitazione, la semplicità nella molteplicità, la tranquillità nella sofferenza, saremo veri testimoni di Dio e di nostro Signore Gesù Cristo. Tali erano i suoi discepoli a cui Cristo stesso prima della sua morte e dopo la risurrezione augurava la pace. In realtà non trovarono mai la pace esteriore in questa vita: ciò che ebbero, fu la pace essenziale, la vera pace in mezzo all'agitazione, la felicità nel dolore, la vita nella morte. Abbondavano di gioia quando venivano odiati, processati, condannati a morte: ecco i veri testimoni di Dio.
(Giovanni Taulero, Quarto discorso per l'Ascensione).
443
INTERCESSIONE E PREGHIERA DEL SIGNORE
G O Dio, Padre buono,
ascolta la voce di questa tua famiglia:
T radunata in preghiera
per un fratello che soffre,
cresca nell'amore e nel servizio vicendevole.
G Abbi misericordia del nostro fratello sofferente:
T assistilo con la tua bontà in questo tempo, consola il suo dolore,
donagli forza e pace nel compiere la tua volontà,
concedi a noi tutti la gioia della sua guarigione.
G Ricordati di tutti coloro che soffrono:
T dona agli uomini di essere solidali con loro,
di assisterli con amore perché il loro dolore non divenga disperazione, ma in Cristo si apra alla speranza.
G Con Cristo, insieme al nostro fratello ammalato rivolgiamoci con fiducia a Dio, nostro Padre, e diciamo insieme:
T Padre nostro...
G Preghiamo.
O Signore,
che ci hai salvati nella Croce di Cristo,
ti offriamo ogni sofferenza
per la crescita del Corpo di Gesù che è la Chiesa.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
444
Oppure
G Preghiamo.
m Signore,
Dio dell'amore e della gioia, donaci una speranza viva, sorgente di serenità e di pace anche nella sofferenza.
Per Cristo nostro Signore
T Amen.
Oppure
G Preghiamo.
m Dio, Padre del Signore Gesù Cristo, dilata la nostra anima alla fede, apri il nostro cuore a un amore senza limiti perché possa seguirlo sulla via della Croce per giungere con lui alla risurrezione.
T Amen.
Oppure
G Preghiamo.
Dio, nostro Padre,
noi ripetiamo le parole di Gesù:
se è possibile, allontana da me questo calice;
però non la mia, ma la tua volontà sia fatta.
La tua grazia ci aiuti
ad abbracciare con amore la Croce
per la salvezza del mondo.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
BENEDIZIONE E CONGEDO CANTO FINALE
BENEDIZIONE DEI CONFRATELLI ANZIANI
La comunità, come una famiglia, ha i suoi anziani, carichi di esperienza e di preghiera. In una cultura che tende a emarginare i ritmi della vecchiaia, siamo chiamati ad essere segno di comunione e di rispetto verso coloro che sono ormai giunti nell'ultima fase del pellegrinaggio terreno. Invochiamo su di essi grazia, salute e serenità e maturiamo nella carità premurosa e paziente.
445
Il rituale «De benedictionibus» presenta alcuni formulari di benedizione sugli anziani fuori della celebrazione eucaristica e unitamente ad essa. Suggeriamo di inserire questo rito nella Messa della comunità, in qualche particolare circostanza di ritiro o di incontro. Terminata l'omelia, si fa la preghiera comune, quindi il celebrante, stendendo le mani su tutti gli anziani, aggiunge la preghiera di benedizione. Una speciale benedizione finale completa il rito.
PREGHIERA DI INTERCESSIONE
C Il tempo della vecchiaia è dono di Dio e lo si deve accogliere con animo grato. Questi nostri confratelli già avanzati in età possono trasmettere a noi le ricchezze della loro esperienza di vita salesiana e l'impegno spirituale. Uniti a loro, rendiamo grazie a Dio e imploriamo per essi il divino aiuto, perché si ravvivi la loro speranza si rinsaldi in essi fiducia e serenità.
T Sii nostro aiuto, Signore, e nostro conforto.
G O Dio, che a Simeone e Anna, assidui nel tempio in fiduciosa attesa della redenzione di Israele, hai misericordiosamente rivelato il tuo Figlio,
T concedi che questi tuoi servi fedeli,
consacrati nel Battesimo e nella vita religiosa, vedano nella fede la tua salvezza
gustino nella gioia
la consolazione del tuo Santo Spirito.
G Tu che per mezzo del Figlio tuo inviato nel mondo
hai promesso a quanti soffrono pene e fatiche
il sollievo e la pace,
T aiuta questi nostri confratelli
a portare ogni giorno con pazienza la loro croce.
G Tu che sei giustizia infinita
e premio a coloro che hanno lavorato con vera sapienza,
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T accogli il cesto di opere buone di questi tuoi figli, e fa' che non manchi loro affetto e comprensione.
G Tu che a nessuno neghi la dolcezza del tuo amore
e con chi è più debole e bisognoso
ti dimostri più tenero Padre,
T fa' che nell'umana convivenza
si riconosca la dignità degli anziani
e si dimostri loro venerazione e rispetto.
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
C Signore,
che a questi tuoi fedeli,
elevati dalla grazia battesimale
a seguire il Cristo povero, casto e obbediente,
hai concesso di porre in te la speranza che non delude,
e hai fatto loro sperimentare e gustare
la tenerezza del tuo amore di Padre,
ascolta la nostra preghiera.
Ti benediciamo per i doni ad essi elargiti,
e per averli fatti strumento
della tua provvidenza tra i giovani
in un così lungo scorrere di anni.
Ti chiediamo che lietamente ringiovaniti nello spirito,
godano vigorosa salute
e dimostrino a tutti noi
una serena esemplarità di vita.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Oppure
C Dio onnipotente ed eterno,
ti rendiamo grazie e ti benediciamo
perché hai dato a questi tuoi fedeli
lunghi giorni di vita,
perseveranza nella vocazione
e costanza nel fecondare con il loro lavoro
la tua messe.
Concedi loro, Signore,
che confortati dalla nostra benevolenza, si facciano animo se la salute è buona, e non si abbattano se è malferma. Sostenuti dalla tua benedizione, facciamo della loro età matura un inno di lode al tuo santo nome.
447
T Amen.
BENEDIZIONE FINALE
Dc Inchinatevi per la benedizione.
C Il Signore Gesù Cristo rimanga accanto a voi per proteggervi.
T Amen.
C Sia dinanzi a voi per guidarvi, sia dietro a voi per difendervi.
T Amen.
C Rivolga a voi il suo sguardo, vi assista e vi benedica. T Amen.
C E su di voi qui presenti
scenda la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.
T Amen.
BENEDIZIONE DEGLI INFERMI
È consuetudine antichissima, risalente alla storia di Cristo e degli Apostoli, benedire gli infermi. Ogni comunità pertanto, oltre alle sollecite cure materiali, dovrà preoccuparsi del conforto spirituale dei suoi malati, per risolvere in Cristo tutte le circostanze della vita.
Il Rituale dell'Unzione e cura pastorale degli infermi e il «De Benedictionibus» prevedono le occasioni per impartire la benedizione agli infermi e ne indicano i formulari. Il formulario prevede un saluto del celebrante, un momento di ascolto della Parola, una preghiera, l'orazione di benedizione e il congedo. È bene che tale rito sia presieduto dal Direttore, con i confratelli in solidale partecipazione alle sofferenze altrui.
448
SALUTO
C Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
T Amen.
C La pace del Signore sia sempre con voi.
T E con il tuo spirito.
Quindi il ministro prepara gli infermi e i presenti a ricevere la benedizione con queste parole o con altre simili:
C Il Signore Gesù, che passò beneficando e risanando malattie e infermità di ogni specie, raccomandò ai suoi discepoli di aver cura degli infermi, d'imporre su di loro le mani e di benedirli nel suo nome. In questa celebrazione raccomanderemo a Dio i nostri fratelli infermi, perché possano sopportare con pazienza tutti i dolori del corpo e dello spirito, consapevoli che, come sono partecipi delle sofferenze di Cristo, così lo saranno anche della consolazione.
Don Bosco che si preoccupò, anche con prodigi, della salute dei suoi giovani e dei Salesiani, orientandola a vantaggio dello spirito, sia di intercessione e di sollievo.
ASCOLTO DELLA PAROLA
Si scelgano le letture indicate nel Rituale dell 'Unzione e cura pastorale degli infermi e nel Lezionario delle Messe per gli infermi.
1. Dio di ogni consolazione (2 Cor 1,3-7).
2. Venite a me, e io vi ristorerò (Mt 11,28-30).
3. Ponevano gli infermi accanto a lui (Mc 6,53-56).
Secondo l'opportunità, si può recitare o cantare un salmo responsoriale o un altro canto adatto.
Is 38,10.11.16
449
Rit. Hai risparmiato, Signore, la mia vita.
Io dicevo: «A metà della mia vita me ne vado alle porte degli inferi;
sono privato del resto dei miei anni». Rit.
Dicevo: «Non vedrò più il Signore sulla terra dei viventi, non vedrò più riessuno
fra gli abitanti di questo rhondo». Rit.
Signore, in te spera il mio Cuore; si ravvivi il mio spirito.
Guariscimi e rendimi la vita. Rit.
Sal 101,2-3.25
Rit. Ascolta, Sighore, la mia preghiera.
Signore, ascolta la mia preghiera, a tè giunga il mio grido;
non nascondermi il tuo volto. Rit.
Nel giorno della mia angoscia piega verso di me l'orecchio;
quando t'invoco, presto, rispondimi. Rit.
Io dico: «Mio Dio,
non rapirmi a metà dei miei giorni; i tuoi anni durano per ogni generazione». Rit.
PREGHIERA COMUNE
Segue la preghiera comune. Fra le intercessioni qui sotto proposte, il ministro sceglierà quelle più adatte, o ne aggiungerà altre riferite a particolari situazioni o alla condizione degli infermi.
C Come comunità riunita dall'amore di Dio eleviamo fiduciosi la nostra preghiera a Cristo, nostro salvatore, perché conforti con la sua grazia i nostri fratelli infermi.
G Diciamo insieme:
T Benedici, Signore, i nostri fratelli infermi.
450
G — Tu che sei venuto medico della carne e dello spirito per risanare le nostre infermità.
— Uomo dei dolori,
che ti sei caricato delle nostre sofferenze e ti sei addossato le nostre pene.
— Tu che hai voluto sperimentare la debolezza umana per liberarci dal male.
— Tu che hai avuto partecipe dei tuoi dolori la Madre tua ai piedi della croce e l'hai data a noi come nostra Madre.
— Tu che vuoi che completiamo nella nostra carne quello che manca ai tuoi patimenti, a favore del tuo Corpo che è la Chiesa.
In luogo della preghiera comune, o anche in aggiunta ad essa, si possono dire le litanie riportate nel Rituale dell'Unzione e cura pastorale degli infermi.
C Signore, che hai preso su di te le nostre sofferenze, e hai portato i nostri dolori,
abbi pietà di noi.
T Signore, pietà. (Oppure) Kyrie, eléison.
C Cristo, che nella tua misericordiosa bontà verso tutti sei passato beneficando e risanando gli infermi, abbi pietà di noi.
T Cristo, pietà. (Oppure) Christe, eléison.
C Signore, che hai detto ai tuoi Apostoli di imporre le mani sugl'infermi, abbi pietà di noi.
T Signore, pietà. (Oppure) Kyrie, eléison.
Oppure
C Per il nostro fratello infermo,
e per tutti coloro che lo curano e lo assistono,
preghiamo insieme dicendo: Ascoltaci, Signore. T Ascoltaci, Signore.
G — Perché tu rivolga a questo infermo il tuo sguardo pietoso, noi ti preghiamo.
— Perché tu gli doni forza e salute, noi ti preghiamo.
— Perché tu lenisca le sue sofferenze, noi ti preghiamo.
— Perché tutti i malati sentano il conforto della tua grazia, noi ti preghiamo.
— Perché la tua benedizione accompagni quanti assistono gli infermi, noi ti preghiamo.
— Perché quest'infermo sul quale nel tuo nome imponiamo le mani ottenga vita e salute, noi ti preghiamo.
— Perché la nostra comunità sia solidale con chi soffre e sensibile nel recare sollievo e conforto, noi ti preghiamo.
451
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
Il ministro, se sacerdote o diacono, secondo l'opportunità, impone le mani su tutti gli infermi insieme o su ciascuno di loro, e pronuncia la preghiera di benedizione.
C Signore, nostro Dio,
che hai mandato nel mondo il tuo Figlio perché si caricasse delle nostre sofferenze
portasse lui stesso i nostri dolori,
accogli la supplica che ti rivolgiamo
per questi tuoi fedeli infermi:
fa' che rinvigoriti nella sopportazione del male
rianimati nella loro speranza,
superino, con la tua benedizione, la loro infermità
con il tuo aiuto si rimettano in piena salute. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Oppure, senza l'imposizione delle mani
C A te, Signore Gesù,
che sei passato beneficando e risanando tutti,
eleviamo la nostra supplica:
benedici questi tuoi fedeli
che fedelmente ti hanno seguito
nella via dei consigli evangelici,
dona loro robustezza di corpo e saldezza di spirito,
forza di sopportazione e ripresa piena in salute,
perché reinseriti nella comunità dei fratelli,
in letizia benedicano il tuo nome.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
T Amen.
Oppure, per un solo infermo
C Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno,
che con la tua benedizione
rinvigorisci e rinsaldi
la fragilità della nostra condizione umana,
volgiti benigno a questo tuo servo
che liberamente ha scelto
di seguire il Figlio tuo unigenito, perché stroncata l'infermità
riacquistata in pieno la salute, benedica riconoscente il tuo santo nome
continui il suo lavoro a vantaggio dei giovani. Per Cristo nostro Signore. T Amen.
452
Dopo l'orazione di benedizione, il ministro invita tutti i presenti a invocare la protezione della beata Vergine Maria; lo si può fare opportunamente con la recita o col canto di un'antifona mariana, per es. «Sub tuum praesidium» o «Salve Regina».
CONCLUSIONE
C Dio Padre vi conceda la sua benedizione.
T Amen.
C Cristo, Figlio di Dio, vi doni la salute del corpo e dell'anima.
T Amen.
C Lo Spirito Santo vi guidi oggi e sempre con la sua luce.
T Amen.
C E su voi tutti qui presenti
scenda la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.
T Amen.
PREGHIERA PER GLI INFERMI
G Preghiamo per i nostri ammalati e per noi tutti:
T O Signore, che ai tuoi eletti porgi la tua croce
come tu hai interamente consumato il tuo sacrificio,
così dona a noi la forza
di offrire completamente il nostro.
Fa' che, sorretti dalla tua grazia,
mai rifiutiamo questa croce tanto preziosa e feconda, che non è mai troppo pesante per le nostre spalle, poiché tu ne porti sempre il peso più grave,
con la tua compagnia la rendi più leggera. Ispiraci una generosità assoluta, simile alla tua, nell'accettazione e nell'offerta delle nostre sofferenze;
donaci di comprendere sino a qual punto
questa generosità del sacrificio
può produrre una messe di frutti
per il tuo Regno.
L'intercessione di Maria Ausiliatrice
di Don Bosco
siano di sollievo e conforto
per tutti i malati della Famiglia Salesiana
garanzia di salute spirituale per noi. Amen.
453
RITO DELLA COMUNIONE DEGLI INFERMI
Riportiamo il rito per favorire la partecipazione comunitaria. I testi alternativi sono nel rito del «Sacramento dell'Unzione e cura pastorale degli infermi».
SALUTO DI PACE E BENEDIZIONE
C Il Signore della vita ti ricolmi di grazia
e benedica con la sua pace questa dimora:
nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
T Amen.
ADORAZIONE DEL SACRAMENTO
C O sacro convito,
T in cui Cristo è nostro cibo,
si perpetua il memoriale della sua Pasqua, l'anima nostra è colmata di grazia,
e ci ha dato il pegno della gloria futura.
C Fratelli, riconosciamo i nostri peccati,
per esser degni di partecipare a questo santo rito insieme al nostro fratello infermo.
Esame di coscienza.
454
C O Signore, che hai accolto e guarito gli ammalati che a te accorrevano con fede, abbi pietà di noi.
T Signore, pietà!
C O Cristo, che hai accolto nell'obbedienza al Padre la sofferenza e il dolore per la nostra salvezza, abbi pietà di noi.
T Cristo, pietà!
C O Signore, che risorto da morte sei per tutti gli uomini fonte di vita e di speranza, abbi pietà di noi.
T Signore, pietà!
C Dio onnipotente abbia misericordia di te,
perdoni i tuoi peccati e ti conduca alla vita eterna.
T Amen.
ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
— Gv 6,51
— Gv 6,54-55
— Gv 6,54-58
— Gv 14,6
— Gv 14,23
— Gv 14,27
— Gv 15,5
— 1 Cor 11,26
— 1 Gv 4,16
BREVE MEDITAZIONE RITI DI COMUNIONE
C E ora, tutti insieme, rivolgiamo al Padre la preghiera
che Gesù Cristo nostro Signore ci ha insegnato.
T Padre nostro...
C Beati gli invitati alla Cena del Signore.
Ecco l'Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo.
T O Signore,
non sono degno di partecipare alla tua mensa:
ma di' soltanto una parola e io sarò salvato.
C Il Corpo di Cristo.
Amen.
455
Pausa di preghiera personale.
C Signore, Padre Santo,
la comunione al corpo del tuo Figlio protegga e conforti questo nostro fratello, gli rechi sollievo nel corpo e nello spirito e sia per lui segno sicuro di vita eterna. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
C Dio Padre ti conceda la sua benedizione.
T Amen.
C Cristo, Figlio di Dio,
ti doni la salute del corpo e dell'anima.
T Amen.
C Lo Spirito Santo ti guidi oggi e sempre con la sua luce.
T Amen.
C E su voi tutti qui presenti,
scenda la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.
T Amen.
RITO DELL'UNZIONE DEGLI INFERMI
Riportiamo solo le parti essenziali per favorire la partecipazione dei confratelli e anche quale suggerimento di meditazione personale. Come religiosi siamo chiamati a essere vigilanti e prudenti nell'attesa e vivere questo momento con particolare impegno spirituale. È usanza lodevole amministrare l'unzione agli anziani e già infermi durante la concelebrazione comunitaria, celebrata con senso di festa attorno a questi confratelli.
SALUTO DI PACE E ASPERSIONE
C La pace del Signore sia con voi.
T E con il tuo spirito.
C Ravviva in noi, Signore,
nel segno di quest'acqua benedetta,
il ricordo del Battesimo
e la nostra adesione a Cristo Signore, crocifisso e risorto per la nostra salvezza. T Amen.
456
ESORTAZIONE
C Cristo nostro Signore è presente in mezzo a noi riuniti nel suo nome. Rivolgiamoci a lui con fiducia come gli infermi del Vangelo. Egli, che ha tanto sofferto per noi, ci dice per mezzo dell'apostolo Giacomo: «Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati».
Raccomandiamo dunque il nostro fratello infermo alla bontà e alla potenza di Cristo, perché gli dia sollievo e salvezza.
ATTO PENITENZIALE
C Fratelli, riconosciamo i nostri peccati, per esser degni di partecipare a questo santo rito insieme al nostro fratello infermo.
Esame di coscienza.
T Confesso a Dio onnipotente... Oppure
C Signore, che hai preso su di te le nostre sofferenze, e hai portato i nostri dolori, abbi pietà di noi.
T Signore, pietà!
C Cristo, che nella tua bontà verso di tutti sei passato beneficando e risanando gli infermi, abbi pietà di noi.
T Cristo, pietà!
C Signore, che hai detto ai tuoi Apostoli di imporre le mani sugli infermi, abbi pietà di noi. T Signore, pietà!
457
C Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna.
T Amen.
ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO (cf Rituale nn. 297-351) PREGHIERA LITANICA E IMPOSIZIONE DELLE MANI
C Fratelli, rivolgiamo al Signore la preghiera della fede per il nostro fratello N., e diciamo insieme:
CT Ascolta, o Signore, la nostra preghiera.
C Perché il Signore venga a visitare questo nostro confratello infermo e a confortarlo con la santa Unzione, preghiamo.
T Ascolta, o Signore, la nostra preghiera.
C Perché nella sua potenza lo liberi da ogni male, preghiamo.
T Ascolta, o Signore, la nostra preghiera.
C Perché nella sua bontà rechi sollievo alle sofferenze di tutti gli infermi, specie i più soli, preghiamo.
T Ascolta, o Signore, la nostra preghiera.
C Perché nella sua misericordia liberi quest'infermo da ogni peccato, preghiamo.
T Ascolta, o Signore, la nostra preghiera.
C Perché quest'infermo consacrato da Cristo nella professione religiosa (sacerdozio) mediante la sacra Unzione con l'imposizione delle mani ottenga vita e salvezza, preghiamo.
T Ascolta, o Signore, la nostra preghiera.
A questo punto il sacerdote stende le mani sul capo dell'infermo, in un momento di silenziosa preghiera. Se vi sono più sacerdoti, ognuno di essi può imporre le mani sul capo dell'infermo.
RENDIMENTO DI GRAZIE SULL'OLIO E SACRA UNZIONE
C Benedetto sei tu, o Dio, Padre onnipotente,
che per noi e per la nostra salvezza
hai mandato nel mondo il tuo Figlio. T Gloria a te, Signore!
458
C Benedetto sei tu, o Dio, Figlio Unigenito, che ti sei fatto uomo
per guarire le nostre infermità.
T Gloria a te, Signore!
C Benedetto sei tu, o Dio, Spirito Santo Paraclito, che con la tua forza inesauribile
sostieni la nostra debolezza.
T Gloria a te, Signore!
C Signore, il nostro fratello N. che riceve nella fede
l'unzione di questo santo Olio, vi trovi sollievo nei suoi dolori e conforto nelle sue sofferenze. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Il sacerdote prende l'Olio santo e unge l'infermo sulla fronte e sulle mani, dicendo una sola volta:
C Per questa santa Unzione
e la sua piissima misericordia
ti aiuti il Signore
con la grazia dello Spirito Santo.
T Amen.
C Liberandoti dai peccati, ti salvi e nella sua bontà ti sollevi.
T Amen.
C Preghiamo.
O Gesù, nostro Redentore,
con la grazia dello Spirito Santo,
conforta questo nostro fratello,
che ha scelto di seguirti nel nome di Don Bosco.
Guarisci le sue infermità,
perdona i suoi peccati,
allontana da lui le sofferenze dell'anima e del corpo,
e fa' che ritorni al consueto lavoro
in piena serenità e salute.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
T Amen.
459
RITI DI CONCLUSIONE
C E ora come comunità raccolta dall'amore di Dio rivolgiamoci al Padre
con la preghiera che Gesù ci ha insegnato.
T Padre nostro...
Se l'infermo fa la comunione, s'inserisce a questo punto, dopo la preghiera del Signore, il rituale della comunione degli infermi: cf p. 455.
C Dio Padre ti conceda la sua benedizione.
T Amen.
C Cristo, Figlio di Dio,
ti doni la salute del corpo e dell'anima.
T Amen.
C Lo Spirito Santo ti guidi oggi e sempre con la sua luce.
T Amen.
C E su voi tutti qui presenti,
scenda la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.
T Amen.
RITO DEL SANTO VIATICO
Riportiamo le parti essenziali al fine di favorire la partecipazione comunitaria e la meditazione personale.
SALUTO DEL CELEBRANTE
C La pace del Signore sia con voi.
T E con il tuo spirito.
C O sacro convito,
T in cui Cristo è nostro cibo,
si perpetua il memoriale della sua Pasqua,
l'anima nostra è colmata di grazia,
e ci ha dato il pegno della gloria futura.
460
ESORTAZIONE
C Fratelli carissimi, il Signore Gesù Cristo, prima di passare da questo mondo al Padre, ci ha lasciato il sacramento del suo Corpo e del suo Sangue. Nell'ora del nostro passaggio da questa vita a lui noi riceviamo questo sacramento come viatico per la vita eterna e pegno di risurrezione.
Uniti nell'amore di Cristo al nostro fratello, preghiamo per lui.
ATTO PENITENZIALE
C Fratelli, riconosciamo i nostri peccati per essere degni di partecipare a questo santo rito. T Confesso a Dio onnipotente...
Oppure
C Signore, che nel tuo mistero pasquale
ci hai meritato la salvezza, abbi pietà di noi.
T Signore, pietà!
C Cristo, che nelle nostre sofferenze
rinnovi sempre le meraviglie della tua Passione, abbi pietà di noi.
T Cristo, pietà!
C Signore, che con la comunione al tuo Corpo ci rendi partecipi del tuo sacrificio redentore, abbi pietà di noi.
T Signore, pietà!
C Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati,
e ci conduca alla vita eterna.
T Amen.
INDULGENZA PLENARIA
Il sacramento della Penitenza o l'atto penitenziale si può concludere con l'indulgenza plenaria in «articulo mortis». Il sacerdote la concede con questa formula:
461
C In virtù della facoltà datami dalla Sede Apostolica, io ti concedo l'indulgenza plenaria e la remissione di tutti i peccati,
nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
T Amen.
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO
Il pane di vita eterna (Gv 6,54-58). (o altro testo adatto).
PROFESSIONE DI FEDE
C Credi in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra?
T Credo.
C Credi in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore,
che nacque da Maria Vergine, morì e fu sepolto,
è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre?
T Credo.
C Credi nello Spirito Santo,
la santa Chiesa cattolica,
la comunione dei santi,
la remissione dei peccati,
la risurrezione della carne e la vita eterna?
T Credo.
PREGHIERA LITANICA
C Fratelli carissimi, uniti in un sol cuore,
invochiamo il Signore Gesù Cristo
per il nostro fratello N.
che liberamente ha scelto la via
dei consigli evangelici per seguirlo più da vicino.
Preghiamo dicendo insieme:
CT Assistilo, o Signore.
C Signore Gesù, che ci hai amati sino alla fine
e ti sei consegnato alla morte per ridarci la vita, noi ti preghiamo.
T Assistilo, o Signore.
462
C Signore Gesù,
che ci hai detto: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna», noi ti preghiamo.
T Assistilo, o Signore.
C Signore Gesù,
che ci inviti al banchetto del cielo
dove non ci sarà più né dolore né pianto,
né tristezza né separazione,
noi ti preghiamo.
T Assistilo, o Signore.
Si possono aggiungere altre invocazioni.
VIATICO
C E ora, tutti insieme, rivolgiamo al Padre la preghiera che Gesù Cristo nostro Signore ci ha insegnato.
T Padre nostro...
C Beati gli invitati alla Cena del Signore.
Ecco l'Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo.
T O Signore,
non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di' soltanto una parola e io sarò salvato.
Terminata la distribuzione della comunione, il sacerdote dice l'orazione conclusiva.
C Preghiamo.
Guarda, o Padre, a questo nostro fratello che hai consacrato nella professione religiosa (e nel sacerdozio)
e si affida alla tua promessa
nella fede in Cristo, via verità e vita: fa' che, fortificato dal Corpo del tuo Figlio, venga incontro a te nella pace del tuo regno. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
RITI DI CONCLUSIONE
C 11 Signore Gesù Cristo sia accanto a te per proteggerti.
T Amen.
463
C Sia dinanzi a te per guidarti, sia dietro di te per difenderti.
T Amen.
C Rivolga a te il suo sguardo, ti assista e ti benedica.
T Amen.
C E su voi tutti qui presenti,
scenda la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.
T Amen.
RITO DELLA RACCOMANDAZIONE DEI MORIBONDI
È opportuno, quale testimonianza della nostra dignità di cristiani e religiosi, ravvivare la fede e la speranza nel momento della dipartita di un confratello. Utilizzando lo schema del rituale, diamo alcune indicazioni.
FORMULE BREVI, PAROLE DI GESÙ, GIACULATORIE
— Chi ci separerà dall'amore di Cristo? (Rm 8,35).
— Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore (Rm 14,8).
— Riceviamo una dimora eterna nei cieli (2 Cor 5,1).
— Saremo sempre con il Signore (1 Ts 4,17).
— Vedremo Dio così come egli è (1 Gv 3,2).
— Siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli (1 Gv 3,14).
— A te, Signore, innalzo l'anima mia (Sal 24,1).
— Il Signore è la mia luce e la mia salvezza (Sal 26,1).
— Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi (Sal 26,13).
— L'anima mia ha sete del Dio vivente (Sal 41,3).
— Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me (Sal 22,4).
— «Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi» (Mt 25,34).
— «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso» (Lc 23,43).
— «Nella casa del Padre mio vi sono molti posti» (Gv 14,2).
— «Io vado a prepararvi un posto, e vi prenderò con me» (Gv 14,2-3).
— «Voglio che siano con me dove sono io» (Gv 17,24).
— «Chiunque crede nel Figlio ha la vita eterna» (Gv 6,40).
— Mi affido alle tue mani, Signore (Sal 30,6a).
— Signore Gesù, accogli il mio spirito (At 7,59).
— Santa Maria, prega per me.
— San Giuseppe, prega per me.
— Gesù, Giuseppe, Maria assistetemi nell'ultima agonia.
— 464
ASCOLTO DELLA PAROLA
a) Antico Testamento
Si può fare una scelta tra le letture bibliche seguenti:
— Is 35,3-4.6c-7.10
— Gb 19,1.23-27
S(11 22
Rit. Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome. R:t.
Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza. Rii.
Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici; cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca. Rit.
Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni. Rit.
465
Sal 24
Rit. A te; Signore, innalzo l'anima yriia.
Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua verità e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza. Rit.
Ricordati, Signore, del tuo amore,
della tua fedeltà che è da sempre.
Nori ricordare i peccati della mia giovinezza:
ricordati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore. Rit.
Buono e retto è il Signore, la via giusta addita ai peccatori; guida gli umili secondo la giustizia, insegnà ai poveri le sue vie. Rit.
Tutti i sentieri del Signore sono verità e grazia per chi osserva il suo patto e i suoi precetti. Per il tuo nome, Signore,
perdona il mio peccato anche se grande. Rit.
Sal 90
Rit. Proteggimi, Signore: è in te la mia speranza.
Tu che abiti al riparo dell'Altissimo e dimori all'ombra dell'Onnipotente, di' al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza, mio Dio, in cui confido». Rit.
Egli ti libererà dal laccio del cacciatore, dàlla peste che distrugge.
Ti coprirà con le sue penne
sotto le sue ali troverai rifugio. Rit.
Lo salyerò, perché a me si è affidato;
lo esalterò, perché ha conosciuto p mio nome.
Mi invocherà e gli darò risposta;
presso di lui sarò niella sventura,
lo salverò e lo renderò glorioso. Rit.
466
Sal 113
Rit. Il Dio vivo è con noi.
Quando Israele uscì dall'Egitto,
la casa di Giacobbe da un popolo barbaro,
Giuda divenne il suo santuario, Israele il suo dominio. Rit.
Il mare vide e si ritrasse,
il Giordano si volse indietro,
i monti saltellarono come arieti,
le colline come agnelli di un gregge. Rit.
Che hai tu, mare, per fuggire,
e tu, Giordano, perché torni indietro?
Perché voi monti saltellate come arieti
e voi colline come agnelli di un gregge? Rit.
Trema, o terra, davanti al Signore, davanti al Dio di Giacobbe, che muta la rupe in un lago, la roccia in sorgenti d'acqua. Rit.
Sal 114
Rit. Ti esalto, o Signore, perché mi hai salvato.
Amo il Signore perché ascolta
il grido della mia preghiera.
Verso di me ha teso l'orecchio
nel giorno in cui lo invocavo. Rit.
Mi stringevano funi di morte, ero preso nei lacci degli inferi. Mi opprimevano tristezza e angoscia e ho invocato il nome del Signore: «Ti prego, Signore, salvami». Rit.
Buono e giusto è il Signore,
il nostro Dio è misericordioso.
Il Signore protegge gli umili:
ero misero ed egli mi ha salvato. Rit.
467
Sal 120
Rit. Il mio aiuto viene dal Signore.
Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l'aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto cielo e terra. Rit.
Non lascerà vacillare il tuo piede,
non si addormenterà il tuo custode.
Non si addormenterà,
non prenderà sonno il custode d'Israele. Rit.
Il Signore è il tuo custode,
il Signore è come ombra che ti copre,
e sta alla tua destra. Rit.
Sal 122
Rit. Tu sei con noi, Signore, nell'ora della prova.
A te levo i miei occhi, a te che abiti nei cieli.
Ecco, come gli occhi dei servi alla mano dei loro padroni. Rit.
Come gli occhi della schiava alla mano della sua padrona, così i nostri occhi sono rivolti al Signore nostro Dio, finché abbia pietà di noi. Rit.
b) Nuovo Testamento
— 1 Cor 15,1-8
— I Gv 4,16
— Ap 21,1-7
— Mt 25,1-13
— Mc 15,33-37
— Mc 16,1-8
— Lc 22,39-46
— Lc 23,42-43
— Lc 24,1-8
— Gv 6,37-40
— Gv 14,1-6.23.27
468
LITANIE DEI SANTI
Signore, pietà Signore, pietà
Cristo, pietà Cristo, pietà
Signore, pietà Signore, pietà
Santa Maria, Madre di Dio prega per lui
Voi tutti santi Angeli di Dio pregate per lui
Coro universale dei Giusti pregate per lui
San Giuseppe prega per lui
San Giovanni Battista prega per lui
Santi Pietro e Paolo pregate per lui
Sant'Andrea prega per lui
San Giovanni prega per lui
Voi tutti santi Apostoli ed Evangelisti pregate per lui
Santa Maria Maddalena prega per lui
Voi tutti santi Discepoli del Signore pregate per lui
Santo Stefano prega per lui
San Lorenzo prega per lui
Santa Lucia prega per lui
Santa Maria Goretti prega per lui
Voi tutti santi Martiri pregate per lui
San Silvestro prega per lui
San Gregorio prega per lui
Sant'Agostino prega per lui
San Benedetto prega per lui
San Francesco prega per lui
San Camillo de Lellis prega per lui
San Giovanni di Dio prega per lui
San Vincenzo de' Paoli prega per lui
Santa Caterina da Siena prega per lui
San Giovanni Bosco prega per lui
San ... (santo patrono del confratello) prega per lui
Santi e Sante della Famiglia Salesiana pregate per lui
Voi tutti Santi e Sante di Dio pregate per lui
Sii misericordioso liberalo, Signore
Sii misericordioso liberalo, Signore
Sii misericordioso liberalo, Signore
Da ogni male liberalo, Signore
Da ogni peccato liberalo, Signore
Dalla morte eterna liberalo, Signore
Per la tua incarnazione liberalo, Signore
Per la tua morte e risurrezione liberalo, Signore
Per l'effusione dello Spirito Santo Paràclito liberalo, Signore
Noi peccatori ti preghiamo, ascoltaci
Perché tu perdoni i suoi peccati ti preghiamo, ascoltaci
Gesù, Figlio del Dio vivo ti preghiamo, ascoltaci
Cristo, ascoltaci Cristo, ascoltaci
Cristo, esaudiscici Cristo, esaudiscici
469
ORAZIONI
Quando sembra ormai imminente il momento della morte, uno dei presenti può recitare, secondo le disposizioni spirituali del moribondo, qualcuna delle orazioni seguenti.
Parti, anima cristiana, da questo mondo,
nel nome di Dio Padre onnipotente che ti ha creato,
nel nome di Gesù Cristo, Figlio del Dio vivo,
che è morto per te sulla croce,
nel nome dello Spirito Santo, che ti è stato dato in dono;
la tua dimora sia oggi
nella pace della santa Gerusalemme,
con la Vergine Maria, Madre di Dio,
con san Giuseppe,
con tutti gli Angeli e i santi.
Ti raccomando, fratello carissimo, a Dio onnipotente:
ti affido a lui come sua creatura
perché tu possa tornare al tuo Creatore,
che ti ha formato dalla polvere della terra.
Quando lascerai questa vita,
ti venga incontro la Vergine Maria
con gli angeli e i santi.
Venga a liberarti Cristo Signore,
che per te ha dato la sua vita;
venga a liberarti Cristo Signore,
che per te è morto sulla croce;
ti accolga in paradiso Cristo Signore,
Figlio del Dio vivo.
Egli, divino Pastore,
ti riconosca tra le pecorelle del suo gregge,
assolva tutti i tuoi peccati
e ti riceva tra gli eletti pel suo regno.
Mite e festoso ti appaia il volto di Cristo
e possa tu contemplarlo per tutti i secoli in eterno.
470
T Amen.
Accogli, Signore, il tuo servo N. nel luogo di salvezza
che egli spera dalla tua. misericordia. T Amen.
Libera il tuo servo, Signore, da ogni pena e da ogni tribolazione. T Amen.
Libera il tuo servo, Signore, come liberasti Noe dal diluvio. T Amen.
Libera il tuo servo, Signore,
come liberasti Abramo dalla regione dei Caldei. T Amen.
Libera il tuo servo, Signore,
come liberasti Giobbe dalle sue afflizioni. T Amen.
Libera il tuo servo, Signore,
come liberasti Mosè dalla mano del Faraone. T Amen.
Libera il tuo servo, Signore,
come liberasti Daniele dalla fossa dei leoni. T Amen.
Libera il tuo servo, Signore,
come liberasti i tre fanciulli dalla fornace ardente e dalla mano di un re iniquo. T Amen.
Libera il tuo servo, Signore,
come liberasti Susanna dai suoi calunniatori.
T Amen.
471
Libera il tuo servo, Signore,
come liberasti Davide dalle mani del re Saul
dalle mani di Golia.
T Amen.
Libera il tuo servo, Signore, come liberasti dal carcere gli apostoli Pietro e Paolo. T Amen.
Libera il tuo servo, Signore, per Gesù Cristo, nostro Salvatore, che è morto per noi sulla croce
ci ha fatto dono della vita eterna.
T Amen.
Ti raccomandiamo, o Padre,
questo nostro fratello N.;
se nella sua vita ha peccato,
egli ha conservato la sua fede in te,
Padre, Figlio e Spirito Santo,
creatore e Signore di tutte le cose.
Gesù Salvatore del mondo,
che nel tuo amore per lui sei disceso sulla terra,
accoglilo nella gioia del tuo regno.
T Salve, Regina...
Appena il morente avrà esalato l'ultimo respiro, si dice:
C Venite, santi di Dio,
accorrete, angeli del Signore. T Accogliete la sua anima
presentatela al trono dell'Altissimo.
C Ti accolga Cristo, che ti ha chiamato,
gli angeli ti conducano con Abramo in paradiso.
T Accogliete la sua anima
presentatela al trono dell'Altissimo.
C L'eterno riposo, donagli, o Signore,
splenda a lui la luce perpetua.
T Accogliete la sua anima
presentatela al trono dell'Altissimo.
472
C Preghiamo.
Ti raccomandiamo, Signore,
l'anima fedele del nostro fratello N., (sacerdote)
perché, lasciato questo mondo, viva in te,
e in tutto ciò che ha peccato per la fragilità
della condizione umana,
ottenga dalla tua clemenza
il perdono e la pace.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
473
2. LA MORTE CI RICONGIUNGE A CRISTO
2.1. IL CONGEDO DA UN CONFRATELLO
Avvolta nel mistero pasquale è la morte, e le nostre labbra devono aprirsi come pietra rimossa dal sepolcro per annunciare che in Cristo i giorni non si perdono nella polvere della terra. La bontà rimane come tesoro nel cielo e quale eredità consegnata ai giovani. Al di là del velo di sofferenza e di angoscia, la morte deve essere celebrata come «il giorno natale» della vita nel regno di bio.
Quel «pezzo di paradiso che aggiusta tutto» è finalmente arrivato per il fratello che ha speso la sua esistenza in congregazione; è giusto che ne dimentichiamo gli inevitabili momenti negativi, così come il Padre lo ha liberato dai residui di peccato portando a compimento il suo cammino penitenziale attraverso la sacra unzione e il viatico per la vita eterna. La veglia attorno al feretro è un atto di fede e di testimonianza nella risurrezione.
Il ricordo riconoscente, anche se vissuto con cuore umanamente afflitto, diventa preghiera e desiderio di ricongiungerci, un giorno, al medesimo banchetto. La celebrazione eucaristica e le esequie devono manifestare chiaramente la Pasqua, il passaggio cioè da un'esistenza resa fragile dal peccato a quella piena in Cristo, forse ottenuta attraverso una profonda purificazione interiore. Il suffragio giornaliero e annuale diventa l'occasione per confermare l'unione della Chiesa militante con quella celeste.
474
2.2. PROPOSTE CELEBRATIVE
Presentiamo alcuni schemi di veglia comunitaria attorno al defunto, liturgia della Parola e rosario, non tralasciando di raccomandare la preghiera individuale.
Se il confratello è morto in casa, è bene trasferirlo nella cappella della comunità. In tal caso si recitano le preghiere previste per la deposizione nel feretro e poi si trasloca comunitariamente la salma con devoto raccoglimento e nella preghiera comune. Se il confratello è presbitero, è bene rivestirlo dei paramenti sacerdotali.
La sezione termina con il ricordo giornaliero dei defunti e uno schema per la visita comunitaria al cimitero. Tale sezione può anche offrire spunti per la meditazione personale sulla morte.
SCHEMA DI CELEBRAZIONE DELLA PAROLA
Può essere una veglia di preghiera anche prolungata con momenti di silenzio per il suffragio individuale e la meditazione sulla morte. La presente proposta segue ciò che è indicato nel Rito delle esequie.
SALUTO DEL CELEBRANTE
C Fratelli, siamo qui radunati attorno a N. che ci ha lasciati. Egli ha condiviso la nostra vita, ha creduto in ciò in cui noi crediamo, ha lavorato nella vigna del Signore, ed ora è tornato alla casa del Padre. Noi siamo nella sofferenza.
Questo evento provoca la nostra comunità e ognuno di noi, Dobbiamo leggerlo alla luce della fede. La Parola di Dio lo illumina e gli dà un senso.
La morte non spezza il nostro legame con N., lo trasforma soltanto. Noi possiamo ancora aiutare lui e lui può ancora aiutare noi. Il legame è la preghiera reciproca. Pregheremo per lui e pregheremo lui. Noi siamo certi d'avere in lui un amico presso Dio.
475
PREGHIERE INIZIALI
Dopo una monizione introduttiva si può recitare a cori alterni o cantillare uno o più salmi. Questo momento si può avviare con un dialogo salmico e ciascun salmo concludersi con un'orazione salmica adatta alla circostanza e al ricordo del confratello.
Sal 129
Rit. A te, Signore, innalzo il mio grido.
Oppure
Rit. L'anima mia spera nel Signore.
Dal profondo a te grido, o Signore; Signore, ascolta la mia voce. Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia preghiera. Rit.
Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi potrà sussistere? Ma presso di te è il perdono; perciò avremo il tuo timore. Rit.
Io spero nel Signore,
l'anima mia spera nella sua parola. L'anima mia attende il Signore
più che le sentinelle l'aurora. Rit.
Israele attenda il Signore,
perché presso il Signore è la misericordia e grande presso di lui la redenzione. Egli redimerà Israele
da tutte le sue colpe. Rit.
Oppure
Sal 22
Rit. Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. Oppure
476
Rit. Ricordati di me, Signore, nel tuo regno.
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla;
su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome. Rit.
Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi dànno sicurezza. Rit.
Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici; cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca. Rit.
Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni. Rit.
Oppure
Sal 113A,1-8; 113B,1-12a
Rit. Cristo Signore ti accolga in paradiso.
Quando Israele uscì dall'Egitto,
la casa di Giacobbe da un popolo barbaro,
Giuda divenne il suo santuario, Israele il suo dominio. Rit.
Il mare vide e si ritrasse,
il Giordano si volse indietro,
i monti saltellarono come arieti,
le colline come agnelli di un gregge. Rit.
Che hai tu, mare, per sfuggire,
e tu, Giordano, perché torni indietro?
Perché voi monti saltellate come arieti
e voi colline come agnelli di un gregge? Rit.
Trema, o terra, davanti al Signore, davanti al Dio di Giacobbe, che muta la rupe in un lago,
la roccia in sorgenti d'acqua. Rit.
477
Non a noi, Signore, non a noi,
ma al tuo nome da' gloria,
per la tua fedeltà, per la tua grazia.
Perché i popoli dovrebbero dire:
«Dov'è il loro Dio?».
Il nostro Dio è nei cieli,
egli opera tutto ciò che vuole. Rit.
Gli idoli delle genti sono argento e oro,
opera delle mani dell'uomo.
Hanno bocca e non parlano,
hanno occhi e non vedono,
hanno orecchi e non odono,
hanno narici e non odorano.
Hanno mani e non palpano,
hanno piedi e non camminano;
dalla gola non emettono suoni.
Sia come loro chi li fabbrica
e chiunque in essi confida. Rit.
Israele confida nel Signore: egli è loro aiuto e loro scudo. Confida nel Signore la casa di Aronne: egli è loro aiuto e loro scudo. Confida nel Signore chiunque lo teme: egli è loro aiuto e loro scudo.
Il Signore si ricorda di noi, ci benedice. Rit.
Oppure altri salmi adatti. Quindi si può dire la seguente orazione:
C Preghiamo.
Ascolta, Signore, le preghiere della tua Chiesa
per il nostro fratello N. (sacerdote):
la vera fede lo associò al popolo dei credenti,
la tua misericordia lo unisca all'assemblea dei santi,
nella dimora di luce e di pace.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Oppure
478
C Dio, Padre misericordioso,
tu ci doni la certezza che nei fedeli defunti
si compie, il mistero del tuo Piglio
morto e risorto:
per questa fede che noi professiamo
concedi al nostro fratello N.,
che si è addorméntato in Cristo,
di risvegliarsi cori lui nella gioia della risurrezione.
Per Cristo nostro Signore.
T Anien.
Oppure per il defunto e la comunità in lutto
C Preghiamo.
Padre della misericordia
e Dio di ogni consolazione
che ci ami di eterno amore
e trasformi l'ombra della morte in anfora della vita,
guarda questa nostra comunità
segnata dal dolore
e avvolta dall'ombra della morte.
Ti preghiamo per il nostro confratello N. (sacerdote)
che ha lasciato questo mondo per ricongiungersi a te,
o Dio, datore di ogni bontà.
Accogli le sue buone opere,
perdona i suoi peccati,
donagli la luce del tuo volto.
Assisti noi tutti che in fiduciosa preghiera
ci congediamo dalla sua presenza qui in terra
nell'attesa di incontrarci tutti nel cielo.
Benedici il nostro lavoro
affinché i giorni della nostra vita non scorrano invano
così da giungere impreparati al giorno dei giorni.
Santifica il nostro cuore e fortifica la nostra mente
per poter testimoniare ai giovani
la speranza della risurrezione
che è gioia e coraggio per l'esistere di ogni giorno.
In Cristo Gesù e nostro Signore.
T Amen.
ASCOLTO DELLA PAROLA
Per la scelta dei brani si vedano le indicazioni scritturisti-che del Rito delle esequie (nn. 176-220) e del Lezionario dei defunti.
479
RIFLESSIONE
Può essere spontanea o guidata. Si suggerisce di ricordare qualche episodio edificante del confratello defunto, oppure di leggere con pause opportune la morte di Don Bosco.
1. La morte di Don Bosco
Ogni Salesiano legge con commozione le pagine che ci descrivono gli ultimi momenti della vita terrena di Don Bosco. Sono qui riportati i dialoghi più significativi, i consigli, gli ultimi istanti prima della morte.
Siamo cristiani e si fa volentieri a Dio l'offerta della propria esistenza.
A quanti gli si accostavano, dava ricordi come se stesse per abbandonarli. A don Bonetti, catechista generale, disse stringendogli la mano: «Sii sempre il sostegno forte di don Rua». Più tardi al segretario: «Fa' che sia tutto pronto per il Santo Viatico. Siamo cristiani e si fa volentieri a Dio l'offerta della propria esistenza».
I Salesiani sono per la difesa dell'autorità del Papa. Venne monsignor Cagliero, al quale disse: «Hai bene a mente la ragione per cui il Santo Padre deve proteggere le nostre Missioni? Dirai al Santo Padre ciò che finora fu tenuto come un segreto. La Congregazione ed i Salesiani hanno per iscopo speciale di sostenere l'autorità della Santa Sede, dovunque si trovino, dovunque lavorino... Voi andrete, protetti dal Papa, nell'Africa... L'attraverserete... Andrete nell'Asia, nella Tartaria e altrove. Abbiate fede».
Dimentico di sé e attento agli altri fino all'ultimo.
Sedutosi presso di lui il missionario don Cassini, dopo il primo saluto gli sussurrò all'orecchio: «So che tua madre è in strettezze. Parlami liberamente, e solo a me, senza che nessuno venga a conoscere i tuoi segreti. Ti darò io stesso, senza che nessuno lo sappia, quanto credi necessario».
A tutti chiedeva con interessamento notizie della loro salute, se fossero abbastanza riparati dal freddo, se abbisognassero di qualche cosa. Domandava, e questo anche a Monsignore, come si fosse passata la giornata, quali le occupazioni di ciascuno, qual lavoro speciale si avesse tra mano. Con quelli che lo vegliavano e servivano, manifestava il timore che la privazione di riposo e di ricreazione potesse nuocere alla loro salute. Ma gl'infermieri erano instancabili.
480
Troppo era l'amore che i suoi figli nutrivano per lui, perché non si sentissero disposti a qualsiasi sacrifizio in servirlo; ma a lui pure ardeva il cuore di vero affetto paterno per loro. Ma c'era una cosa più unica che rara in questa sua affezione: amava tutti in modo che ognuno si pensava di essere un suo prediletto.
Prima di mezzogiorno disse a don Durando: «T'incarico di ringraziare a nome mio i medici per tutte le cure che con tanta carità mi usarono».
Aiutatemi a ricevere Gesù.
Pochi istanti dopo entrò il suo confessore e condiscepolo don Giacomelli. Rimasero soli alcuni minuti. Il desiderio del Viatico era stato espresso in termini così risoluti, che nessuno volle assumersi la responsabilità di procrastinare; perciò la mattina del 24 si fecero i preparativi per amministrarglielo. Appena avvertito, egli disse a don Viglietti e a don Bonetti: «Aiutatemi, aiutatemi voi altri a ricevere Gesù... Io sono confuso... In manus tuas, Domine, commendo spiritum meum». La processione, formata da tutto il piccolo clero, e da quanti sacerdoti e chierici poterono prendervi parte, era uscita dalla porta grande della chiesa ed entrata nell'Oratorio per il portone. Don Bosco s'intenerì udendo i canti; ma al veder comparire il Santissimo Sacramento recato da monsignor Cagliero scoppiò in lacrime. Rivestito della stola, sembrava un angelo.
Morire senza un soldo in tasca.
Disse ancora a dbn Viglietti: «Fammi anche il piacere di osservare nelle tasche de' miei abiti; vi sono il portafoglio e il portamonete. Credo che non vi sia più niente; ma caso mai vi fosse denaro, consegnalo a don Rua.
Voglio morire in modo che si dica: Don Bosco è morto senza un soldo in tasca».
Dopo aver ricevuto l'unzione degli infermi non parlò che di eternità.
Tutte queste manifestazioni impressionarono talmente i Superiori che monsignor Cagliero volle amministrargli l'Estrema Unzione. Prima però Don Bosco domandò che si chiedesse per lui la benedizione del Santo Padre; il che fu immediatamente eseguito. Dopo aver ricevuto quell'ultimo sacramento l'infermo non parlò che di eternità, intercalando qualche avviso.
481
Vogliatevi tutti bene come fratelli.
Sull'imbrunire fece chiamare don Rua e monsignor Cagliero e raccogliendo le poche forze che aveva disse per loro e per tutti i Salesiani: «Aggiustate tutti i vostri affari. Vogliatevi tutti bene come fratelli; amatevi, aiutatevi e sopportatevi a vicenda come fratelli. L'aiuto di Dio e di Maria Ausiliatrice non vi mancherà. Raccomandate a tutti la mia salvezza eterna e pregate. Alter alterius onera portate... Exemplum bonorum operum». Infine ripeté ancora: «Promettetemi di amarvi come fratelli... Raccomandate la frequente comunione e la divozione a Maria Santissima Ausiliatrice».
Accorrete presto a salvare quei giovani.
A un tratto si scosse, batté palma a palma le mani e gridò: «Accorrete, accorrete presto a salvare quei giovani!... Maria Santissima, aiutateli... Madre, Madre!».
In mezzo a' suoi dolori non poteva nemmeno procurarsi il sollievo di cambiare posizione. Chi lo assisteva, lo esortò a ricordarsi di Gesù, che sulla croce soffriva tanto senza potersi muovere né da una parte né dall'altra. Egli rispose: «Sì, è quello che faccio sempre».
La nostra Congregazione è condotta da Dio e protetta da Maria Ausiliatrice.
Ciò detto, congiunse le mani e si mise a pregare. Lasciatolo riposare alcuni minuti, don Sala ripigliò: «Don Bosco, ora si troverà contento, pensando che dopo una vita di tanti stenti e fatiche è riuscito a fondare case in varie parti del mondo e stabilire saldamente la Congregazione Salesiana...».
«Sì, rispose. Ciò che ho fatto, l'ho fatto per il Signore... Si sarebbe potuto fare di più... Ma faranno i miei figli... La nostra Congregazione è condotta da Dio e protetta da Maria Ausiliatrice».
Nelle tue mani, Signore, affido il mio spirito.
Lungo il giorno aveva detto al segretario: «Quando non potrò più parlare e qualcuno verrà per chiedere la benedizione, tu alzerai la mia mano, formerai con essa il segno di croce e pronuncerai la formula. Io metterò l'intenzione».
482
Nel suo assopimento continuo nulla più intendeva, eccetto che gli si parlasse del Paradiso e di cose dell'anima. In questi casi faceva cenno di sì col capo, e se gli si suggeriva qualche giaculatoria, egli col muovere delle labbra la compieva. Avendogli don Bonetti suggerito: Maria, mater gratiae, tu nos ab hoste protege, egli continuò: Et mortis bora suscipe. Anche in quel giorno aveva ripetuto sovente: «Madre! Madre!», aggiungendo qualche volta: «Domani! Domani!». Verso le diciotto bisbigliò fra sé: «Gesù... Gesù... Maria... Maria...! Gesù e Maria, vi dono il cuore e l'anima mia... In manus tuas, Domine, commendo spiritum meum... Oh Madre... Madre... apritemi le porte del Paradiso». Poi andava ripetendo testi scritturali, di quelli che l'avevano guidato in tutta la sua vita e gli erano stati regola nelle sue opere: Diligite... diligi-te inimicos vestros... Benefacite his, qui vos persequuntur... Quaerite regnum Dei... Et a peccato meo... peccato meo... munda... munda me.
Al suono dell'Avemaria don Bonetti lo invitò a salutare la Madonna, dicendo: Viva Maria. Con voce sensibile e divota egli ripeté: Viva Maria. Una delle ultime parole dette da Don Bosco a don Rua fu questa: Fatti amare (MB 18, cap. 24).
In alternativa diamo alcune indicazioni patristiche o del Magistero rintracciabili nell'Ufficio delle Ore.
2. Cristo trasfigurerà il nostro misero corpo (Anastasio; Ufficio dei defunti).
3. Cristo risorto speranza di tutti i credenti (Braulione; Ufficio dei defunti).
4. È cosa santa pregare per i morti (Gregorio Nazianzeno; venerdì XXI sett. tempo ordinario).
5. Moriamo insieme con Cristo per vivere con lui (Ambrogio; Commemorazione dei fedeli defunti).
6. Guardare la morte con serenità (Luigi Gonzaga; memoria del Santo).
7. Portiamo sempre e dovunque la morte di Cristo (Ambrogio; sabato XXXI sett. tempo ordinario).
8. Chi vincerà non sarà colpito dalla seconda morte (Fulgenzio di Ruspe; lunedì XXXIII sett. tempo ordinario).
9. Cacciata la paura della morte pensiamo all'immortalità (Cipriano; venerdì XXXIV sett. tempo ordinario).
10. Morte di santa Monica (Agostino; memoria della Santa).
11. Esempio di san Martino morente (Sulpicio Severo; memoria del Santo).
483
PROFESSIONE DI FEDE
C Questo è il messaggio che abbiamo ricevuto.
T Questa è la nostra fede:
Cristo morì per i nostri peccati,
secondo le Scritture.
Fu sepolto e il terzo giorno risuscitò
secondo le Scritture.
E apparve a Cefa
e ai Dodici.
C Il Signore è risorto,
primizia di quelli che sono morti:
T e come noi tutti in Adamo siamo morti così tutti risorgeremo in Gesù Cristo.
AZIONE DI GRAZIE
C Il Signore sia con voi. T E con il tuo spirito.
C In alto i nostri cuori.
T Sono rivolti al Signore.
C Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio. T È cosa buona e giusta.
C È veramente cosa buona e giusta renderti grazie
innalzare a te l'inno di benedizione e di lode,
Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.
Offrendosi alla morte per tutti gli uomini,
egli solo ha liberato tutti dalla morte
sacrificando per noi la sua vita
ci ha aperto il passaggio alla vita immortale.
Per questo mistero di salvezza
riconosciamo il tuo Nome santo, o Padre,
e nell'attesa del Regno di giustizia e di pace infinita
ti invochiamo con la preghiera che Gesù ci ha insegnato.
T Padre nostro...
484
Oppure
PREGHIERA DI INTERCESSI("
C Fratelli, per il Battesimo noi siamo uniti vitalmente a Cristo; per questo condividiamo la sua sorte. In lui siamo uniti fra noi anche oltre la morte. Rivolgiamoci al Signore con fiducia.
CT Ascoltaci, o Signore.
G — Per la Chiesa: sia nel mondo il segno della speranza, dell'amore e della vita. Preghiamo.
— Per il mondo: la volontà di vita che Dio ha posto nelle sue creature possa vincere tutte le forze di morte, e soprattutto il peccato. Preghiamo.
— Per coloro che credono che la morte è la fine di tutto: la testimonianza della nostra fede li aiuti a ritrovare la speranza. Preghiamo.
— Per il nostro confratello N.N., che ha creduto in Cristo morto e risorto e in lui ha sperato: il Signore lo accolga per essere sempre con lui. Preghiamo.
— Per il nostro confratello N.N., che ha risposto alla chiamata di Gesù e lo ha seguito fino al termine della vita: il Signore gli dia la ricompensa del servo buono e fedele. Preghiamo.
— Per il nostro confratello N.N., che si è nutrito di Cristo, pane della 'vita: il Signore lo chiami alla risurrezione. Preghiamo.
— Per il nostro confratello N.N., che come ogni uomo fu debole e fragile: il Signore misericordioso lo liberi da tutte le colpe. Preghiamo.
— Per noi qui presenti: il Signore ci conceda di restare fedeli a lui fino all'ultimo respiro. Preghiamo.
T Padre nostro...
ORAZIONE FINALE
Si possono anche usare le orazioni del Rito delle esequie o della Messa dei defunti.
485
C O Signore,
tu sei il Dio dei vivi e non dei morti,
ascolta le nostre preghiere!
Dona a noi una fede operosa, un amore forte
e una perseverante speranza. Al nostro confratello
concedi la gioia senza fine. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Oppure
C O Dio, gloria dei credenti e vita dei giusti,
tu che ci hai salvati
con la morte e risurrezione del tuo Figlio,
sii misericordioso con il nostro fratello N. (sacerdote);
quando era in mezzo a noi,
nel suo lavoro apostolico tra i giovani,
ha professato la fede nella risurrezione.
Donagli la beatitudine senza fine.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Oppure
C O Dio, in te vivono i nostri morti
e per te il nostro corpo non è distrutto, ma trasformato in una condizione migliore; ascolta la preghiera della nostra comunità
e fa' che il nostro confratello N. (sacerdote)
sia accolto dalle mani degli angeli
e condotto in paradiso con il tuo fedele patriarca Abramo,
in attesa della risurrezione,
nel giorno del giudizio universale;
e se rimane in lui qualche traccia di peccato, il tuo amore misericordioso lo purifichi e lo perdoni. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
CANTO FINALE
486
ROSARIO PER I DEFUNTI
Diamo due esemplificazioni di rosario per i defunti. Queste celebrazioni si possono organizzare sia in occasione della Commemorazione annuale dei defunti, confratelli o della Famiglia Salesiana, sia in morte di un confratello; in tal caso le intenzioni di preghiera devono essere opportunamente adattate.
A
Prevede la meditazione dei misteri dolorosi con un brano biblico e una riflessione stralciata da testi di Urs von Balthasar.
CANTO D'INIZIO
G «Per il Salesiano la morte è illuminata dalla speranza di entrare nella gioia del Signore. E quando avviene che un Salesiano soccomba lavorando per le anime, la Congregazione ha riportato un grande trionfo.
Il ricordo dei confratelli defunti unisce nella carità che non passa coloro che sono ancora pellegrini a quelli che già riposano in Cristo» (Cost. 54).
Uniti a tutta la Chiesa, nel ricordo dei nostri fratelli defunti, preghiamo insieme perché il Signore ravvivi la nostra speranza davanti alla morte e ci aiuti a lavorare per lui fino alla fine.
S O Dio, vieni e salvarmi... Gloria al Padre... L'eterno riposo...
CANTO DELLA MADONNA
G Primo mistero: Gesù ha pregato nell'orto del Getsemani e ha sudato sangue per noi.
L Nella tremenda angoscia di non poter fare ciò che gli viene richiesto, Egli deve combattere per arrivare all'assenso. È una vera lotta con se stesso. Gesù deve conquistarsi il «Sia fatta la tua volontà» nello sforzo supremo dell'estrema debolezza. I discepoli non sono all'altezza della loro vocazione, lasciano il Signore solo. Noi
vediamo il loro fallimento: essi dormono per la tristezza, per il turbamento, ma anche per il difetto della loro obbedienza, che non è capace di pronunciare fino alla fine il «sì» della fede. Che non vigila e non prega abbastanza.
487
G Preghiamo per tutti i moribondi che stanno per dare all'obbedienza della loro vita il compimento supremo.
S Padre nostro... Ave, o Maria... Gloria al Padre... L'eterno riposo...
G Secondo mistero: Gesù è stato flagellato per noi.
L Dopo la cattura, l'interrogatorio e la condanna Gesù viene condotto alla colonna della flagellazione. Le conseguenze del più grande errore giudiziario della storia cominciano a manifestarsi. Perché qui è raccolta tutta l'umanità. Quello che Dio Padre tiene nella sua mano tesa è l'Agnello di Dio, che prende su di sé i peccati del mondo. Qui si tratta, per così dire, di un sacramento perverso, che opera interiormente ciò che indica nel simbolo esteriore: i dolori inflitti al corpo di Gesù sono veramente tutti i peccati del mondo, confitti in tutto il suo essere teandrico... Tutto il cristianesimo è una continua incarnazione: di Dio in Cristo, del peccato dentro Cristo e di Cristo dentro la nostra esistenza.
• Preghiamo per tutte le vittime della violenza insensata dell'uomo, di ogni età e condizione, perché, con Cristo, fatti giustizia di Dio, riparino le ingiustizie degli uomini.
S Padre nostro... Ave, o Maria... Gloria al Padre... L'eterno riposo...
G Terzo mistero: Gesù è stato incoronato di spine per noi.
L I quadri della passione si succedono, uno dopo l'altro, mostrando sempre nuovi aspetti dell'opera di salvezza, vista dall'esterno. La corona di re gli viene calata sulla testa e conficcata nella carne e nelle ossa. Le spine dello scherno penetrano ancora più in profondità. Sono composte di tutto ciò che respinge il Dio del sublime abbassamento, della lavanda dei piedi, dell'Eucaristia, donata senza risparmio: può essere una religione intesa come un ritualismo o una semplice tradizione, come una borghesia o una magia, può essere un ateismo tra i suoi due estremi, occidentale e orientale. È sempre il mondo che basta a se stesso, per il quale, Dio, se c'è, diviene un mezzo per conseguire i propri fini.
488
G Preghiamo per i nostri genitori defunti, che con la loro parola e la loro pietà ci hanno insegnato la «religione pura e senza macchia».
S Padre nostro... Ave, o Maria... Gloria al Padre... L'eterno riposo...
• Quarto mistero: Gesù ha portato per noi il peso della croce.
L «Per noi»: queste due parole compaiono in ogni mistero doloroso. Questo «per noi» è la parola primordiale della fede cristiana, la radice da cui si è sviluppato tutto l'albero del Credo e della dogmatica. In ciò il cristianesimo si distingue dalle altre religioni, in ciò sta la sua singolarità. Chi arriverebbe a dare la sua vita, fisica e spirituale, per i suoi nemici, nel nome di Dio, che viene misconosciuto e odiato, se non per un'inconcepibile intesa d'amore che presuppone precisamente il mistero della santissima Trinità? Ci dev'essere la libera offerta dell'amore di riconciliare il mondo con Dio: nel Figlio. Ci dev'essere il mandato, che concede liberamente il permesso di farlo nell'obbedienza: da parte del Padre. Ci deve essere l'unità inscindibile delle due libertà: lo Spirito. E, in questo mirabile scambio, si richiede ancora un'ultima cosa: il consenso di quel «noi» per cui soffre l'Uomo-Dio: il «sì» di Maria, pronunciato al posto di tutti gli altri, che ancora non possono formularlo, dà già efficacia all'atto sublime della rappresentanza vicaria.
G Preghiamo per i nostri confratelli defunti e per tutti coloro che hanno continuato nel mondo la missione di Don Bosco.
S Padre nostro... Ave, o Maria... Gloria al Padre... L'eterno riposo...
489
G Quinto mistero: Gesù è morto sulla croce per noi.
L Davanti all'ultima stazione della «Via Crucis», dove la Parola vivente di Dio viene inchiodata dagli uomini in una mortale immobilità, tutto diventa paradossalmente rivelazione suprema della Trinità. È la svolta, il passaggio, la Pasqua. E nel punto in cui avviene la svolta, nel Crocifisso, si trovano insieme: «l'ira di Dio», che non vuole scendere a patti con il peccato, ma può solo ripudiarlo e bruciarlo, e «l'amore di Dio», che comincia a rivelarsi proprio al posto di questa inesorabilità. Il Crocifisso è, come questa svolta, la parola che Dio rivolge al mondo. In questo momento la Parola non può ascoltarsi. Si dissolve in un grido verso Dio, che ha perduto.
I misteri della passione culminano nel grido dell'abbandonato da Dio sulla croce e nella sua caduta precipitosa nella notte della morte del peccatore. Essi formano senza dubbio la «corona dolorosa». Se però si guarda avanti alla terza «corona gloriosa», questa svela ciò che era occultamente previsto nella croce: la vittoria riportata da Dio sui nostri peccati nel corpo di Gesù Cristo e nel corpo di sua Madre, che lo ha accompagnato e ha sofferto con lui.
G Preghiamo per i defunti di tutto il mondo, per i morti che riposano nei cimiteri ricoperti di fiori e nelle fosse comuni senza nome, perché di tutti il Signore faccia la sua famiglia.
S Padre nostro... Ave, o Maria... Gloria al Padre... L'eterno riposo...
Si può concludere con le invocazioni litaniche.
CANTO FINALE
B
Questo formulario può essere usato in alternativa al primo schema. Vengono proposte alla meditazione alcune fasi salienti della vita del Signore, con il riferimento biblico e la proposta di riflessione offerta dalle Costituzioni rinnovate. Al posto dell 'Ave Maria intera è suggerito l'uso della forma abbreviata (cf Marialis cultus) con l'indicazione dell'enunciato da ripetere dopo le parole frutto del tuo seno Gesù, che...».
490
CANTO D'INIZIO
G «La fede nel Cristo risorto sostiene la nostra speranza e mantiene viva la comunione con i fratelli che riposano nella pace di Cristo. Essi hanno speso la vita nella Congregazione e non pochi hanno sofferto anche fino al martirio per amore del Signore. Uniti in uno scambio di beni spirituali, offriamo con riconoscenza per loro i suffragi prescritti. Il loro ricordo è uno stimolo per continuare con fedeltà la nostra missione» (Cost. 94).
S O Dio, che in modo mirabile ci hai creati a tua immagine,
in modo più mirabile ci hai rinnovati e redenti, sii misericordioso con i nostri fratelli defunti, che hanno professato la fede nella risurrezione,
dona loro la beatitudine senza fine. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
G Primo mistero: l'istituzione dell'Eucaristia.
L Quando fu l'ora, Gesù prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse: «Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, poiché ví dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio». E preso un calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e distribuitelo tra voi, poiché vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio». Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in ricordo di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi» (Lc 22,14-20).
G La comunità salesiana è unificata dall'Eucaristia. «La comunità vi celebra il mistero pasquale e comunica al corpo di Cristo immolato, ricevendolo per costruirsi
in lui come comunione fraterna e rinnovare il suo impegno apostolico» (Cost. 88).
Ad ogni Ave Maria aggiungiamo: «...che si è fatto cibo per noi».
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S Padre nostro... Ave, o Maria... Gloria al Padre...
G Secondo mistero: la via della croce.
L Mentre conducevano via Gesù, presero un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù (Lc 23,26).
G Un cammino di continua conversione.
«Consapevoli della nostra debolezza, rispondiamo con la vigilanza e il pentimento sincero, la correzione fraterna, il perdono reciproco e l'accettazione serena della croce di ogni giorno» (Cost. 90).
Ad ogni Ave Maria aggiungiamo: «...che si è avviato al Calvario».
S Padre nostro... Ave, o Maria... Gloria al Padre...
G Terzo mistero: Maria madre della Chiesa.
L Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa (Gv 19,25-27).
G Maria nella vita del Salesiano.
«Maria è modello di preghiera e di carità pastorale, maestra di sapienza e guida della nostra Famiglia. Maria Immacolata e Ausiliatrice ci educa alla pienezza della donazione al Signore e ci infonde coraggio nel servizio dei fratelli» (Cost. 92).
Ad ogni Ave Maria aggiungiamo: «...che ci ha fatto suoi fratelli in Maria».
S Padre nostro... Ave, o Maria... Gloria al Padre... 492
G Quarto mistero: la morte di Gesù.
L Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò (Lc 23,44-46).
G La morte del Salesiano.
«Quando giunge l'ora di dare alla sua vita consacrata il compimento supremo, i confratelli lo aiutano a partecipare con pienezza alla Pasqua di Cristo. Per il Salesiano la morte è illuminata dalla speranza di entrare nella gioia del suo Signore» (Cost. 54).
Ad ogni Ave Maria aggiungiamo: «...che è morto per noi».
S Padre nostro... Ave, o Maria... Gloria al Padre...
G Quinto mistero: la risurrezione di Cristo.
L Maria si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù lo disse: «Maria!». Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: «Rabbunì!», che significa: Maestro! Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dia vostro». Maria di Magdala andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto (Gv 20,14-18).
G Condurre i giovani alla persona del Signore risorto. «Come Don Bosco, siamo chiamati tutti e in ogni occasione a essere educatori alla fede. La nostra scienza più eminente è quindi conoscere Gesù Cristo e la gioia più profonda è rivelare a tutti le insondabili ricchezze del suo mistero. Camminiamo con i giovani per condurli alla persona del Signore risorto affinché, scoprendo in Lui e nel suo Vangelo il senso supremo della propria esistenza, crescano come uomini nuovi» (Cost. 34).
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Ad ogni Ave Maria aggiungiamo: «...che è risorto per darci la vita».
S Padre nostro... Ave, o Maria... Gloria al Padre...
G Sesto mistero: l'ascensione.
L Gesù fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fmo al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo» (At 1,9-11).
G Contemplativo nell'azione.
Il Salesiano «coltiva l'unione con Dio, avvertendo l'esigenza di pregare senza sosta in dialogo semplice e cordiale con il Cristo vivo e con il Padre che sente vicino. Attento alla presenza dello Spirito e compiendo tutto per amore di Dio, diventa, come Don Bosco, contemplativo nell'azione» (Cost. 12).
Ad ogni Ave Maria aggiungiamo: «...che si è assiso alla destra del Padre».
S Padre nostro... Ave, o Maria... Gloria al Padre...
G Settimo mistero: la pentecoste.
L Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fm dal principio (Gv 15,26-27).
G Una testimonianza di santità.
«L'azione dello Spirito è per il professo fonte permanente di grazia e sostegno nello sforzo quotidiano per crescere nell'amore perfetto di Dio e degli uomini. I confratelli che hanno vissuto o vivono in pienezza il progetto evangelico delle Costituzioni sono per noi stimolo e aiuto nel cammino di santificazione. La testimonianza di questa santità, che si attua nella missione salesiana, rivela il valore unico delle beatitudini, ed è il dono più prezioso che possiamo offrire ai giovani» (Cost. 25).
Ad ogni Ave Maria aggiungiamo: «...che ci ha mandato il Consolatore».
494
S Padre nostro... Ave, o Maria... Gloria al Padre...
CONCLUSIONE
S Concedi ai tuoi fedeli, Signore Dio nostro,
di godere sempre la salute del corpo e dello spirito,
e, per la gloriosa intercessione di Maria santissima,
sempre vergine,
salvaci dai mali che ora ci rattristano
e guidaci alla gioia senza fine.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
ANTIFONA MARIANA
«Salve, Regina», oppure, nel tempo pasquale, «Regina dei cieli».
IL RICORDO GIORNALIERO DEI DEFUNTI
Ogni comunità deve stabilire il momento più opportuno per il ricordo quotidiano dei confratelli defunti (cf Reg. 47). Può essere anche durante l'Ufficio delle Ore e propriamente nel chiudersi delle intercessioni dei Vespri. Non si tralasci di tanto in tanto nella preghiera personale, o nelle intenzioni di preghiera comune, il ricordo di tutti i defunti della Famiglia Salesiana e in particolare dei giovani che repentinamente hanno lasciato questa vita.
Presentiamo alcune formule di introduzione e conclusione. Queste e altre devono esprimere il senso di riconoscenza a Dio per il dono dei confratelli e di suffragio per il loro destino celeste. Proponiamo anche qualche ricordo più delineato, ad esempio nella «buona notte», dei confratelli che si sono distinti a livello di congregazione, di ispettoria o nella casa.
495
INTRODUZIONE
— Ricordiamo i nostri confratelli defunti.
— Ricordiamo i nostri confratelli dei quali domani (oggi) ricorre l'anniversario della morte.
— Preghiamo per i nostri confratelli defunti, riconoscendo la nostra debolezza e povertà e insieme l'amore misericordioso del nostro Signore.
— Preghiamo per i nostri fratelli che nel nome di Don Bosco hanno lavorato per il bene dei giovani nel desiderio di una vita santa.
— Invochiamo la pace e la misericordia di Dio nostro Padre per i fratelli defunti, il cui nome vive in benedizione presso quelli che li hanno conosciuti e amati.
CONCLUSIONE
T L'eterno riposo dona loro, Signore, e splenda ad essi la luce perpetua, riposino in pace. Amen.
Oppure
G Dona il riposo eterno, o Signore,
T a tutti coloro che desiderano essere nella tua pace.
Oppure
G Dio Padre, che hai suscitato dai morti Gesù,
T dona la vita ai nostri corpi mortali per mano del tuo Spirito che abita in noi.
VISITA AL CIMITERO
Oltre il pietoso ufficio della sepoltura e il ricordo quotidiano, per tradizione cristiana antichissima si visita il luogo della sepoltura per invocare suffragio, riconoscendo il destino di risurrezione delle spoglie mortali.
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Nei luoghi ove c'è la possibilità è bene celebrare comunitariamente una Messa di suffragio per tutti i confratelli defunti nella cappella del cimitero o in altro posto adatto. Ci si può altresì fermare presso la tomba per una breve preghiera comune. Non è da escludere un rito processionale dalla cappella in cui si è celebrato ai luoghi della sepoltura per una preghiera particolare di suffragio.
Il Rito delle esequie indica salmi responsoriali, lettura, intercessioni e orazioni utilizzabili a tale scopo. Nella sosta alla tomba ci si può introdurre con invito, una lettura breve, un responsorio, il Padre nostro e un'orazione con aspersione.
PREGHIERA COMUNE
G O Dio Padre,
nell'onnipotente tuo disegno di salvezza non consegni alla polvere della morte chi hai creato a tua immagine:
T Guarda, ti preghiamo, questi tuoi figli che si sono addormentati
nel desiderio della Patria del cielo.
G O Cristo, figlio di Dio,
tu hai vinto la morte e la condanna antica
ricostruendo il tempio del tuo corpo
e riaprendo le porte del cielo:
T Accogli nella dimora di luce e di santità
coloro che hanno scelto di seguirti con cuore sincero
per servirti nei giovani.
G O Spirito di pace,
tu sei stato di sostegno nella prova e nelle difficoltà
a questi nostri confratelli
che hanno lasciato questo mondo
per ritrovare coloro che li avevano preceduti
nella medesima fede:
T Non dimenticare anche noi
che ancora cerchiamo di accumulare tesori in cielo
nell'attesa della beata speranza.
Si può recitare il Padre nostro.
C Preghiamo.
Accogli, Signore, nella comunità dei tuoi Santi i nostri fratelli defunti (se ne possono dire i nomi)
497
che per amore di Cristo
hanno seguito la via della perfetta carità: disponi che queste spoglie mortali
diventino partecipi della risurrezione finale e benedici ciò che da sempre hai destinato per la tua gloria.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Si può aspergere la tomba mentre tutti i sacerdoti presenti benedicono.
Le anime dei nostri confratelli defunti e di tutti i defunti riposino in pace. Amen.
Si può cantare un'antifona mariana.
498