Roma, 15 aprile 2006
Prot. 06/0275
Ai Reverendi Delegati ispettoriali di formazione
Regione EUROPA OVEST
Oggetto: Orientamenti sulla formazione iniziale nella Regione EUROPA OVEST
Carissimi Ispettori e Delegati,
vi presento gli “Orientamenti sulla formazione iniziale nella Regione Europa Ovest”. Essi sono frutto della mia visita e conoscenza delle comunità formatrici; tengono conto dei Direttori ispettoriali - Sezione formazione, approvati dal Rettor Maggiore e dal suo Consiglio; fanno riferimento alla vostra valutazione sulla consistenza quantitativa e qualitativa.
Nella Regione ci sono 9 prenoviziati, di cui quest’anno 5 non sono attivi per mancanza di prenovizi, 2 noviziati, 2 postnoviziati, 3 comunità per la formazione specifica di salesiani presbiteri. I centri di studio sono 3, dei quali 2 sono salesiani e 1 è in consorzio con altre diocesi e congregazioni.
Vi ringrazio di cuore per la collaborazione che avete dato durante questo processo. Con questa lettera intendo sottolineare alcuni aspetti positivi della formazione iniziale nella Regione ed altri che sembrano richiedere più attenzione. Vi segnalo in particolare alcuni orientamenti da parte del Rettor Maggiore e del suo Consiglio.
Dopo gli anni di fioritura vocazionale, la Regione sperimenta un forte calo. Di fronte a questa situazione le Ispettorie sentono come impegno prioritario la promozione delle vocazioni alla vita salesiana e stanno mettendo in atto scelte operative al riguardo.
La Ratio chiede che prima del prenoviziato il candidato faccia “un serio cammino di pastorale vocazionale” (FSDB 329) e che venga ammesso al prenoviziato solo “quando ha fatto l’opzione per la vita salesiana” (FSDB 330). Notevole importanza ha perciò il cammino che si fa prima del prenoviziato, in particolare è strategica la scelta dell’aspirantato (Reg. 17).
Non ci può essere un buon processo formativo, senza l’esperienza dell’aspirantato (ACG 385 p. 44 - 45). Essa è necessario per il discernimento vocazionale, in modo da aiutare il candidato a fare l’opzione per la vita salesiana prima di iniziare il prenoviziato. Essa assicura poi quella formazione umana e cristiana richiesta per accedere al noviziato, che non è possibile acquisire in un solo anno di prenoviziato.
Nella Congregazione questa esperienza di accompagnamento prima del prenoviziato sta avendo nuova attenzione ed ha varie modalità di attuazione. Le Ispettorie SSE e SCO hanno l’aspirantato a Granada, dove vengono seguiti i giovani mentre frequentano la scuola secondaria.
L’aspirantato è il punto di raccordo tra la pastorale giovanile e il cammino formativo. A livello ispettoriale e a livello regionale è necessario un confronto tra animatori vocazionali, incaricati degli aspiranti, incaricati dei prenovizi, delegati ispettoriali di formazione, su come avviene l’opzione per la vita salesiana e la formazione umana e cristiana prima del prenoviziato.
1.1. E’ importante che almeno nell’anno che precede il prenoviziato, per quei candidati che mostrano segni di vocazione alla vita salesiana ci sia un’esperienza di serio accompagnamento personale, discernimento vocazionale, conoscenza della famiglia, partecipazione alla vita e missione della comunità salesiana, studio e consolidamento culturale.
2. PRENOVIZIATO
Ogni Ispettoria nella Regione ha il suo prenoviziato: Santander - SBI, Santiago - SLE, Carabanchel - SMA, Elche - SVA, Granada - SCO e SSE, Bruxelles - BES, Lyons - FRA, Porto - POR. SBA lascia la scelta indeterminata, garantendo una comunità adatta. Ci sono quindi 9 comunità per il prenoviziato.
Il numero di prenovizi nella Regione è scarso; c’è 1 prenovizio per ciascuna delle Ispettorie di SBI, SCO, SSE, FRA e POR. Essi sono inseriti in comunità salesiane apostoliche, che offrono un’esperienza viva della vita salesiana.
Il prenoviziato è una fase delicata che richiede l’accompagnamento del prenovizio specialmente nel suo sviluppo umano e cristiano, cioè nella rilettura della sua storia di vita, nella conoscenza di se stesso, nella valutazione dell’incidenza educativa della famiglia, nella maturazione affettiva e sessuale, oltre che nella crescita della vita di fede, preghiera e sacramenti.
Talvolta il prenoviziato è considerato come una semplice introduzione al noviziato; in realtà è la prima vera fase formativa con finalità e programmi propri di formazione. Il riempire invece l’anno di prenoviziato con studi accademici, lascia poco spazio per la formazione di questa fase; ciò provoca inadeguatezza e debolezza della formazione del noviziato. Oggi vi è una maggiore consapevolezza dell’importanza della formazione del prenoviziato. In esso si fa attenzione specialmente alla direzione spirituale. Il prenoviziato di Granada ha un buon programma formativo.
Da ciò deriva che l’incaricato dei prenovizi deve essere un vero formatore, preparato in particolare nella formazione umana. E’ perciò una necessità investire nella preparazione del personale adeguato per il prenoviziato. “Oggi un incaricato dei prenovizi ha bisogno della stessa preparazione ed esperienza di un maestro dei novizi” (ACG 385 p. 45).
Nel prenoviziato si continua la presentazione di entrambe le vocazioni salesiane, quella di salesiano prete e quella di salesiano coadiutore. Il discernimento e la scelta del tipo di vocazione salesiana vengono fatte durante il noviziato.
2.1. Il prenoviziato abbia il proprio programma di formazione, che includa la direzione spirituale. L’incaricato del prenoviziato abbia una sufficiente preparazione per il suo compito.
Il noviziato della Spagna si trova a Granada - Cartuja nell’Ispettoria di Córdoba; attualmente i novizi sono 6: 4 di SSE, 1 di SCO ed 1 di SBI. L’anno scorso anche BES ha avuto un novizio a Granada. Il Portogallo ha un novizio che fa il noviziato a Genzano. La Francia ha un novizio , che sta svolgendo il noviziato nella casa di Lyon. Nella Regione ci sono quindi 2 noviziati.
Nel caso dei noviziati di Granada e di Genzano, tutti le Ispettorie coinvolte formano parte di un Curatorium, che esercita la corresponsabilità per ciò che riguardo la formazione nel noviziato.
L’équipe dei formatori a Granada è interispettoriale: il direttore e l’economo sono di SCO, il maestro di SMA e un consigliere di SVA. Per quanto sia possibile, è desiderabile anche la presenza di almeno un coadiutore, dato che questa è la fase in cui il novizio opera il discernimento e prende la decisione circa la sua vocazione di futuro salesiano prete o coadiutore.
In genere i novizi vivono una esperienza arricchente, in un ambiente di serenità, di apertura e recettività. C’è un grande amore a Don Bosco e un senso forte di appartenenza. È da curare la continuità formativa tra prenoviziato, noviziato e postnoviziati mediante il confronto tra i formatori.
3.1. Con uno scarso numero di novizi, si chiede che per il noviziato BES e FRA facciano l’opzione di collaborare con uno degli altri noviziati esistenti in Europa.
Nella Regione ci sono attualmente tre postnoviziati. Due comunità si trovano in Spagna: Burgos - San Francesco di Sales per SLE, SMA, SSE, SCO, BES con 7 postnovizi e 6 formatori; Burgos - San Giovanni Bosco per SBI e SVA con 6 postnovizi e 4 formatori. I postnovizi di entrambi le comunità accedono allo stesso centro di studio, il cui programma è di durata triennale.
Con l’approvazione del Direttorio ispettoriale - sezione formazione, il Rettor Maggiore con il Consiglio ha chiesto a SBA di trovare una soluzione interispettoriale per il postnoviziato.
POR ha iniziato a inviare i postnovizi a Roma - San Tarcisio; quest’anno ha un postnovizio a Roma e uno a Burgos. FRA e BES propendono per il postnoviziato di Lyon - Fourvière insieme agli studenti di teologia; attualmente non ci sono postnovizi; la Ratio non favorisce questa soluzione e richiede che “i postnovizi siano riuniti in una comunità omogenea e specifica, distinta da comunità di confratelli che si trovano in fasi diverse di formazione” (FSDB 420).
Il centro salesiano di studio, a cui accedono i postnovizi della Spagna, è ben dotato e valido; è affiliato all’Università Pontificia di Salamanca.
I postnovizi coadiutori ordinariamente svolgono lo stesso curricolo di studi filosofici e pedagogici dei salesiani chierici; questo favorisce il senso di uguaglianza tra confratelli. Occorre però garantire, soprattutto a livello spirituale e pastorale, la crescita delle identità vocazionali.
4.1. Le Ispettorie che collaborano per le comunità formatrici di Burgos - San Francesco di Sales e Burgos - San Giovanni Bosco garantiscano che l’equipe dei formatori sia interispettoriale ed abbiano la Convenzione e il Curatorium. Anche il Centro di studio di Burgos abbia il Curatorium.
4.2. SBA indichi in quale comunità formatrice interispettoriale intenda inviare i suoi postnovizi
4.3. Si consente temporaneamente che FRA e BES abbiano una comunità formatrice per i postnovizi, insieme agli studenti di teologia a Lyon – Fourvière; occorre però cercare un’altra soluzione tra le comunità formatrici interistettoriali di postnoviziato.
4.4. Si conferma l’attuale orientamento che i postnovizi coadiutori svolgano lo stesso curricolo di studi filosofici e pedagogici dei salesiani chierici, facendo attenzione alla crescita della diversa identità vocazionale.
Si cerca di fare del tirocinio una vera fase formativa e di trovare comunità adatte per tale esperienza. Non sempre però si presta adeguata attenzione al cammino formativo del tirocinante e al suo accompagnamento spirituale e pastorale. Talvolta i tirocinanti si sentono soli; spesso hanno grandi responsabilità, che li distolgono dai loro impegni formativi, religiosi e comunitari. Esiste un progetto formativo regionale per questa tappa. Periodicamente si svolgono incontri ispettoriali e interispettoriali dei tirocinanti.
5.1. I tirocinanti siano inviati in quelle comunità, dove ci sia la possibilità di essere seguiti dal direttore e accompagnati dagli altri confratelli. La comunità abbia il progetto formativo per i tirocinanti, supervisionato dall’Ispettore e dal Delegato ispettoriale di formazione, sulla base della comune proposta preparata dalla Commissione regionale di formazione.
Nella Regione ci sono attualmente tre comunità formatrici per i candidati al presbiterato; tutte e tre si trovano in Spagna: Madrid - Carabanchel, Barcellona - Martì Codolàr e Siviglia - Sacro Cuore. POR invia i suoi studenti alla comunità mondiale di Roma - Gerini; ma è necessario scegliere anche una comunità interispettoriale. BES e FRA intendono inviare i loro candidati al presbiterato per la loro formazione specifica a Lyon - Fourvière, insieme ai postnovizi; la Ratio non favorisce questa soluzione e richiede che “i postnovizi siano riuniti in una comunità omogenea e specifica, distinta da comunità di confratelli che si trovano in fasi diverse di formazione” (FSDB 420).
A Madrid - Carabanchel, dopo la chiusura del centro di studio, ci sono 3 studenti di teologia di SMA che frequentano il secondo anno della Facoltà di Teologia dell’Università “Comillas”, con 5 formatori che condividono il servizio di accompagnamento formativo, insieme ad altre incombenze pastorali. SMA intende mantenere questa comunità formatrice per gli studenti, che dopo tre anni di studio a Siviglia possono continuare con una licenza in una Facoltà di Madrid.
A Barcellona c’è 1 studente di teologia di SBA e 3 di SVA, che frequentano il centro salesiano di studi teologici di Martì - Codolar. A Siviglia - Sacro Cuore ci sono 7 studenti di teologia, accompagnati da 4 formatori; tale comunità è per tutte le Ispettorie della Spagna, eccetto SBA e SVA.
Collaborazione interispettoriale
La Ratio afferma che “comunità troppo esigue o troppo numerose costituiscono una sfida per la pedagogia formativa” (FSDB 224). Questo criterio ha consigliato la riduzione delle comunità formatrici della Spagna.
Attualmente esiste la collaborazione interispettoriale nella comunità formatrice di Siviglia, che accoglie gli studenti di teologia di SSE, SCO, SLE, SMA. I formatori per ora appartengono solo all’Ispettoria di SSE. C’è collaborazione interinspettoriale anche tra le Ispettorie di SBA e SVA. SBI deve ancora fare la scelta della comunità formatrice per questa fase.
La comunità formatrice di Siviglia ha un Curatorium.Per una vera corresponsabilità circa il progetto formativo e circa il personale interispettoriale occorre una Convenzione tra le Ispettorie coinvolte e un Regolamento del Curatorium.
Dopo la chiusura del Centro Salesiano di Teologia di Madrid, l’unico centro salesiano di studi teologici è quello di Barcellona - Martì Codolar. Il centro di studi teologici di Siviglia è Facoltà teologica, appartenente ad un patronato di due diocesi e cinque congregazioni religiose, tra cui la Congregazione salesiana e l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Tale centro è diretto da un salesiano ed ha al suo interno 7 insegnanti salesiani.
6.1. Dopo il nuovo assetto delle comunità formatrici è da favorire la collaborazione interispettoriale con la condivisione del progetto formativo, delle equipes di formatori e di docenti, attraverso la Convenzione tra le Ispettorie e il Curatorium.
6.2. POR deve individuare una comunità formatrice per la formazione specifica dei salesiani presbiteri, oltre alla comunità mondiale di Roma.- Gerini.
6.3. Si consente temporaneamente che FRA e BES abbiano una comunità formatrice per gli studenti di teologia, insieme ai postnovizi, a Lyon – Fourvière; occorre però cercare un’altra soluzione tra le comunità formatrici interistettoriali di questa fase.
Per concretizzare questa fase formativa, il Dicastero di formazione ha preparato insieme ad alcuni salesiani coadiutori un curricolo di studi della durata di due anni, che è coerente con la Ratio e mantiene un equilibrio tra gli studi di teologia sistematica, sacra scrittura, storia, liturgia, morale, pastorale, spiritualità, studi salesiani e scienze umane.
Essendo la consistenza numerica dei giovani coadiutori assai ridotta, alla conclusione dell´incontro degli Ispettori di Europa, il Rettor Maggiore così si è espresso: “Si favorisca la nascita di una comunità di formazione specifica per salesiani coadiutori a Torino o a Roma”. Sentito il Rettor Maggiore e i Regionali di Europa, si è espressa una preferenza per Torino.
L’Ispettoria ICP ha iniziato lo studio di questo problema e dopo le prime riflessioni, ha prospettato la collocazione della comunità formatrice a Torino - Valdocco e del centro di studio a Torino - Crocetta. Il curricolo potrebbe essere aperto ad altri religiosi fratelli, religiose e laici. Tale fase formativa sarà realizzata ordinariamente alla conclusione del tirocinio.
Resta ancora da definire la scelta di un curricolo annuale o biennale e dei formatori. Qualche difficoltà c’è anche nel centro di studio della Crocetta, soprattutto per la mancanza di docenti e per lo scarso numero di salesiani coadiutori. Si prevede la consultazione dei Delegati ispettoriali di formazione dell’Europa nel maggio 2006 a Benediktbeuern e quindi la proposta agli Ispettori. Si ipotizza l’inizio di questa fase formativa per settembre 2007.
La preparazione alla professione perpetua inizia un anno prima della professione stessa, dopo che il confratello ha espresso all’Ispettore la volontà di cominciare tale preparazione. L’anno di preparazione si prefigge di realizzare una verifica dell’esperienza religiosa salesiana vissuta, un discernimento prima della scelta definitiva ed un rafforzamento delle motivazioni vocazionali.
8.1. Si incoraggiano le Ispettorie ad iniziative interispettoriali per la preparazione alla professione perpetua. La Commissione regionale di formazione porti avanti la riflessione; si confronti anche altre esperienze della Congregazione.
9. STUDI SALESIANI
Dopo ampia consultazione delle Regioni e Ispettorie, il Rettor Maggiore ed il Consiglio Generale hanno approvato gli Orientamenti per tutta la Congregazione circa gli studi salesiani nella formazione iniziale. Ora ci vuole un confronto circa i programmi, per applicare progressivamente quanto richiesto da questi Orientamenti.
Orientamenti
9.1. Si chiede che ogni Ispettoria adotti i nuovi Orientamenti per gli studi salesiani, approvati dal Rettor Maggiore e Consiglio, e provveda alla preparazione di qualche confratello, specialmente nella storia, spiritualità, pedagogia e pastorale salesiana, usufruendo del curricolo dell’UPS.
9.2. I centri di studio si impegnino ad inserire gli studi salesiani negli orari delle lezioni, con docenti del centro di studio, esami e riconoscimento accademico dei crediti.
10. STILE DI VITA POVERO E COMUNITARIO
Oggi la cultura consumistica e l’individualismo rendono fragili i giovani di fronte alle difficoltà. La formazione iniziale deve sapere stimolare le energie migliori e deve vigilare sul rischio di formare generazioni deboli. Occorre formare al lavoro e alla temperanza e al vivere e lavorare insieme.
Il CG25 ci impegna a testimoniare “un modo di vivere semplice, sobrio e modesto, prendendo in considerazione l’ambiente che ci circonda, in un lavoro assiduo e sacrificato, disposti a fare anche i lavori più umili” (n. 35).
Le comunità formatrici abbiano uno stile di vita povero; coltivino sensibilità e solidarietà verso i più bisognosi; siano attente alle situazioni di emarginazioni ed esclusione.
Nella formazione iniziale si richiede attenzione a formare nella dottrina e nella pratica della povertà evangelica. L’uso regolare dello scrutinum povertatis fa crescere la sensibilità per la testimonianza della povertà comunitaria e forma la consapevolezza delle esigenze della povertà personale.
10.1. Le abitazioni delle comunità formatrici siano semplici ed essenziali. L’impostazione della vita aiuti la crescita del senso comunitario. Si favoriscano ambienti e spazi comunitari. I formandi siano coinvolti nei servizi domestici; il personale di servizio sia ridotto all’essenziale.
10.2. La comunità formatrice abbia uno stile sobrio, essenziale e solidale. Occorre creare nei formandi una maggior vigilanza e moderazione sulle spese personali, l’uso dei veicoli, il possesso di strumenti personali, in particolare di quelli di comunicazione sociale.
10.3. La comunità formatrice concretizzi nel progetto comunitario le linee importanti della vita di povertà e faccia, almeno una volta all’anno, lo “scrutinium paupertatis”. Anche la presentazione dei bilanci preventivo e consuntivo della comunità aiutano a formarsi sensibilità per la povertà comunitaria.
11. FORMAZIONE DEI FORMATORI
Ci si accorge sempre più che occorre una formazione specifica per essere formatori. Si tratta della formazione della persona del formatore stesso e quella della sua abilitazione per formare gli altri. C’è bisogno di approfondire contenuti e metodologie riguardanti la formazione umana, la direzione spirituale, le esercitazioni pastorali, la continuità formativa tra le fasi, la crescita affettiva, il contributo della psicologia. Su questi punti occorrono convergenze e competenze comuni.
Orientamenti
12.1. Si diano opportunità ai formatori, attuali e futuri, di qualificazione e aggiornamento per il loro compito formativo. In particolare ai direttori delle comunità formatrici e ai maestri dei novizi sia dato un anno di preparazione, o almeno sei mesi di aggiornamento, precedente l’assunzione del loro incarico.
12.2. Si promuovano incontri regolari tra formatori della stessa comunità formatrice e delle fasi contigue. La formazione dei formatori è da favorire anche a livello regionale.
Don Francesco Cereda