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Incontro dei vescovi salesiani - Benvenuto del Rettor Maggiore

DISCORSO - RETTOR MAGGIORE

 

Incontro dei vescovi salesiani - Benvenuto del Rettor Maggiore

Carisma Salesiano e Ministero Episcopale

22 maggio 2010,
Valdocco, Torino


Carissimi fratelli vescovi.

Sono veramente lieto di darvi il benvenuto più cordiale, ringraziarvi per la risposta positiva all’invito a questo Incontro, e manifestarvi la gioia per la vostra presenza. Questa è sempre la vostra casa, il nostro focolare, perché in qualche modo tutti noi Salesiani siamo nati qui, a Valdocco. E’ per noi sempre cosa molto grata potere parlare con voi delle questioni riguardanti la Chiesa e la Congregazione nel mondo.

Ribadisco i due appellativi usati: confratelli perché, come ho sempre notato nei miei viaggi, la comunione con voi e tra noi rimane sempre grande. Ovunque, ho trovato i vescovi accanto a me nelle celebrazioni, nelle adunanze, accumunati dall'amore del nostro fondatore. Ho visto il fascino di don Bosco e la consapevolezza dei suoi stimoli apostolici.

Ma non soltanto confratelli, siete vescovi, arcivescovi, cardinali della Chiesa; e questo è il riconoscimento della vostra consegna personale al servizio della Chiesa, del vostro ruolo pastorale e della vostra esperienza ecclesiale.

L'incontro ha degli antecedenti, ma non di questa portata: nel 1975 don Luigi Ricceri convocò i vescovi missionari perché eravamo nel centenario delle missioni. Nel 1988, centenario della morte di Don Bosco, don Egidio Viganò convocò un numero ristretto di vescovi ed assieme al Rettor Maggiore e al suo Consiglio trascorsero una giornata al Colle don Bosco: la Santa Messa e poi un’ adunanza in cui alcuni vescovi sono intervenuti per manifestare la stessa adesione e comunione, di cui ho precedentemente parlato.

Nel 2001, in occasione del grande giubileo della incarnazione del Figlio di Dio e del nuovo millennio, don Juan Edmundo Vecchi ha voluto convocare tutti i nostri vescovi per parecchi giorni.

Questa volta è toccato a me la grazia di ripetere questa felice iniziativa, in parte suggerita da parecchi di voi stessi, cari fratelli vescovi, in parte proposta da me stesso per vivere insieme, durante alcuni giorni, il momento di grazia che stiamo vivendo tra il CG26 e il CG27: il 150° anniversario della fondazione della Congregazione, il centenario della morte di Don Rua, il 125° anniversario della consacrazione del primo vescovo salesiano, Mons. Giovanni Cagliero, il pellegrinaggio dell’urna di Don Bosco per tutto il mondo, infine la preparazione al bicentenario della nascita di don Bosco.

Questo insieme di ricorrenze e di stimoli ci ha portato ad avviare e preparare l’incontro che ha avuto tra voi una grandissima risposta.

L’idea andò maturando quando nel CG26 la Congregazione prese come grande linea di futuro il ritorno a Don Bosco per ripartire da lui, facendo nostra la sua passione spirituale ed apostolica, ed assumendo le sfide condivise da tutti, riguardanti l’urgenza di evangelizzare, il bisogno di convocare, la riscoperta della povertà evangelica, l’impegno di andare verso le nuove frontiere.

Vedendo il numero dei nostri vescovi, 120 viventi e 243 nella storia della nostra congregazione, ci siamo detti che è un fatto notevole che vi sia un numero così grande di confratelli che vivono la loro identità salesiana in una situazione del tutto particolare, quella episcopale, in relazione con tutto il corpo che lo Spirito Santo suscita, nomina ed invia per sostenere la Chiesa come segno e strumento di salvezza.

Il desiderio di questo incontro è diventato ancora più forte quando la Congregazione è diventata l’istituzione religiosa con il maggior numero di vescovi! E’ inoltre interessante mettere in risalto che questa esperienza episcopale si può riversare sulla Congregazione tutta, così come noi, senza parlare di destinazione di personale, possiamo in qualche modo comunicare con alcune diocesi dove soprattutto i nostri salesiani svolgono il ruolo d’incaricati dell’educazione, della catechesi o delle vocazioni.

Nella strutturazione di molte delle loro diocesi, ha contribuito anche la Congregazione con personale e mezzi finanziari. Oggi assistiamo ancora, mediante l’affidamento che ci è stato dato, alla fondazione di una prefettura apostolica, quella di Azerbajgian nel Caucaso. C'è dunque un numero (non parliamo della qualità!) di confratelli che hanno vissuto e vivono la loro vocazione salesiana (carisma, spiritualità e missione) nella condizione episcopale.

Consideriamo il rapporto vescovo-Chiesa locale non solo come un punto privilegiato di osservazione e di esperienza, ma molto di più come una comunicazione sacramentale di valore non facilmente misurabile. Per noi salesiani, voi siete un dono; per voi e con voi noi ci inseriamo di piú nel corpo di Cristo che è la Chiesa, diventiamo più ‘cattolici’ e maggiormente cristiani.

Mi ha impressionato poi, dovunque sono andato a visitare comunità salesiane, la presenza attenta e quasi filiale dei vescovi salesiani che hanno partecipato a celebrazioni, ad adunanze ed hanno condiviso con il Rettor Maggiore punti di vista. Ho capito allora che i legami vitali, nella stragrande maggioranza dei casi, non solo non si erano allentati, ma anzi si erano rafforzati. Parlando con voi in discorsi informali ed en passant, ho riscontrato pareri favorevoli ed entusiasti sull'opportunità di attuare questo incontro che stiamo vivendo.

Viene quindi il secondo elemento: questo incontro avviene in preparazione del bicentenario della nascita di don Bosco. Inoltre, si situa nel mezzo del percorso tra il CG26 e il CG27. Volevamo ascoltarvi! Ecco quindi gli obiettivi dell'incontro, in linea con il motto che abbiamo scelto e il tema che abbiamo voluto mettere a fuoco:

“Carisma Salesiano e Ministero Episcopale”
Sfide e cammini di fede
per una nuova evangelizzazione dei giovani di oggi!
Nel 125 anniversario della consacrazione di Mons. Giovanni Cagliero

Il primo obiettivo è raccogliere, per noi che partecipiamo al ministero pastorale e siamo pastori, la vostra esperienza spirituale ed apostolica ricordando che, come affermò Giovanni Paolo II, “la spiritualità è alla fonte e alla radice di ogni tipo di azione: culturale, politica, educativa, apostolica”.

Poiché noi vogliamo approfondire questa comunione, ecco un secondo obiettivo: parlare e confrontarci su alcune realtà che ci stanno molto a cuore: la missione giovanile, il carisma educativo, la vita consacrata, la Congregazione e la Chiesa secondo i Sinodi continentali, infine uno sguardo ai possibili ambiti per una maggiore collaborazione.

Il terzo obiettivo è ascoltarvi riguardo alla Congregazione partendo dalla vostra esperienza ecclesiale. Questo “sensus ecclesiae” mi sembra, infatti, una delle dimensioni della nostra vita salesiana da sviluppare molto di più, tanto nella nostra esperienza di fede cristiana, come pure nella missione educativo pastorale tra i giovani.

Il quarto obiettivo è celebrare insieme, nei luoghi delle nostre origini carismatiche, il dono della vocazione salesiana, tenendo come primo punto di riferimento “Valdocco” con la Basilica di Maria Ausiliatrice, e “I Becchi” con il Santuario di Don Bosco.

Nella basilica di Maria Ausiliatrice abbiamo il quadro che ci presenta la visione di Maria e della Chiesa che aveva Don Bosco, e che egli aveva voluto comunicare vitalmente ai suoi Salesiani, collaboratori, benefattori e giovani: lo Spirito Santo, il Padre, il Figlio, gli apostoli, la storia della Chiesa. La Vergine Santa è l'icona della Chiesa e la protettrice della comunità cristiana, è l’ Ausiliatrice, il grande elemento della nostra pastorale.

Il quinto obbiettivo è favorire il rapporto e il contatto tra di voi. Forse vi potrete aiutare in gemellaggi di vario tipo e grado, mettendo in azione i cooperatori e la Famiglia salesiana. Non è una novità: l’ho trovata in atto in tantissime situazioni della realtà salesiana nel mondo, e credo che sia possibile anche tra le diocesi.

Questo ci dà l'idea che, aiutandoci un po' nell'esperienza pastorale, possiamo anche stabilire quelle forme, di ciò che oggi si chiamano scambi di doni tra continenti, capacità di accoglienza e di collaborazioni internazionali, quali esempi di comunione per tutta la chiesa, superando limiti etnici e culturali.

Concludendo: vi dico che io con voi percepisco la pienezza dello Spirito Santo. Siamo come in un cenacolo, congregati come i discepoli attorno a Maria. Insieme abbiamo celebrato l’Amore di Dio incarnato nella venerazione della Santa Sindone, che ci parla della vera incarnazione del Figlio di Dio fino alla morte. Insieme celebreremo la Solennità di Pentecoste. Insieme infine celebreremo la festa di Maria Ausiliatrice.

Il Signore benedica questo nostro Incontro. Auguro a tutti voi giorni di serena riflessione, ma anche di riposo, riposo spirituale, e che possiate godere della stima di cui, ve lo assicuro, vi circonda la congregazione.

Don Pascual Chávez V., SDB
Rettor Maggiore