IL RETTOR MAGGIORE:
1. Radiomessaggio. — 2. Gloriosi Centenari nel 1954: a) Il 26 gennaio 1854. b) Il colera del 1854. c) Il Beato Domenico Savio. cl) S. Maria Domenica Mazzarello. — 3. La Causa del Beato Domenico Savio. — 4. Nostra consacrazione alla Vergine Immacolata. — Avviso importante.
IL PREFETTO GENERALE:
I. La Buona Notte. — 2. Lettura del Bollettino Salesiano. 3. Lettere mortuarie. — 4. Le Figlie di Maria Ausiliatrice.
II. - COMUNICAZIONI E NOTE Spedizione missionaria dell'anno 1953.
ATTI DEL CAPITOLO SUPERIORE
Il Rettor, Maggiore.
Torino, 31 gennaio 1954.
Figliuoli in G. C. carissimi,
- GLORIOSI CENTENARI.— Anzi voglio pure in questa mia lettera intima ritornare sull'argomento e ricordarvi alcune date del 1854 a nostra comune edificazione.
a) 26 gennaio 1954. Quattro giovani attorno a Don Bosco nel nuovo edilizio, che era stato compiuto nell'ottobre precedente, nella cameretta che s'incontra per prima entrando a visitare le famose « camerette di Don Bosco ». Tra i documenti delle nostre origini merita una medaglia d'oro la paginetta scritta dal chierico Rua, in stile lapidario, che quest'anno fu esposta all'albo in Casa Madre, e che dice: « La sera del 26 gennaio 1854 ci radunammo nella stanza di Don Bosco: esso Don Bosco, Rocchietti, Artiglia, Cagliero e Rua; e ci venne proposto di fare coll'aiuto del Signore e di S. Francesco di Sales una prova di esercizio pratico della carità verso il prossimo, per venire poi ad una promessa; e quindi, se sarà possibile e conveniente di farne un voto al Signore. Da tale sera fu posto il nome di Salesiani a coloro che si proposero e si proporranno tale esercizio ».
Così nascono le cose grandi che fa il Signore: gli uomini spesso non sanno quali disegni abbia Iddio; ma prestandosi umilmente a compiere le sue sante ispirazioni, diventano esecutori del piano divino di redenzione.
Ed ecco che cosa è ora, a distanza d'un secolo, il nome Salesiano! Tutti lo vediamo con santo orgoglio, che il nostro nome è venerato e stimato ben oltre i nostri meriti, perchè coloro che per primi l'hanno portato in tutti gli angoli della terra, con la loro santità, col loro ardimento, col lavoro indefesso, ne hanno fatto un titolo di nobiltà santa, nel corpo della Chiesa Cattolica.
Sentite che cosa disse del Salesiano il Cardinal Spinola, Arcivescovo di Siviglia, di cui è in corso la causa di beatificazione e che comprese a fondo Don Bosco e la sua missione. È un brano del suo opuscolo Don Bosco y su obra: « Il Salesiano è l'uomo della abnegazione e dell'umiltà, che vive morto senza saper di esserlo; che fa il bene credendo di non fare nulla; che si sacrifica senza darsene conto e quasi ignorandolo, e che giunto all'ultima ora si stima l'ultimo tra i servitori della Chiesa. Va dove lo mandano; prende le cose e le accetta come gliele danno, e fabbrica il suo nido tra i rami d'un albero frondoso, come sulla pietra più alta di impervia e nuda roccia. Le sue virtù caratteristiche sono non lamentarsi mai, anche se tutto gli è contrario e non scoraggiarsi mai sperando sempre nella Provvidenza.
Il Salesiano ha qualche cosa dell'energia, dell'attività, dell'altezza e vastità di ideali e dell'incontrastabile fermezza del Gesuita; ha qualche cosa della popolarità del Cappuccino; qualche cosa del raccoglimento e dell'abitudine al lavoro del monaco; infine ha qualche cosa degli Istituti religiosi conosciuti, pur essendo un tipo nuovo » (M. B., XVIII, 641).
È un ritratto che, pur essendo stato scritto nel secolo scorso, se davvero potessimo realizzarlo tutti e dappertutto, ci farebbe molto onore e sarebbe testimonio d'un lavoro immensurabile a pro delle anime. Confrontiamoci con senso di umiltà e di sincerità, per vedere come onoriamo il nostro bel nome con la nostra vita intima e col nostro lavoro.
b) Il colera del 1854. Pochi giorni prima che scoppiasse il morbo in Torino, alla vigilia della festa di Maria Assunta in Cielo, compariva all'Oratorio Don Vittorio Alasonatti, col breviario sotto il braccio, e chiedeva a Don Bosco: « Dove devo mettermi a recitare il Breviario? ». Era il primo di una bella schiera di sacerdoti secolari che, attratti dal fascino del Santo e dall'opera sua apostolica, vennero di tempo in tempo a rinforzare le nostre file. Ed era una vocazione provvidenziale, perchè « Don Bosco fin dal 1853 era oppresso da gravi cure, e non poteva più da solo rispondere al bisogno morale e materiale della direzione interna della Casa, che andava assumendo maggiori proporzioni ». E proprio il giorno 15 di agosto Don Alasonatti cominciava la sua missione in Valdocco coll'assistere un coleroso.
Don Bosco aveva predetto il colera nel maggio, ma insieme aveva assicurato i giovani: « Se farete quanto vi dico, sarete tutti salvi da quel flagello ». E diede la ricetta famosa: « Vivere in grazia di. Dio, portare al collo la medaglia di Maria SS., recitare la preghiera a S. Luigi, scelto come patrono contro la peste ».
I capi IX, X, XI e XII del 50 volume delle Memorie Biografiche narrano le prodezze dei giovani dell'Oratorio, di Don Bosco, di mamma Margherita, il riconoscimento ufficiale delle loro benemerenze ed il prodigioso intervento celeste, che non permise alcuna infezione negli improvvisati inesperti infermieri.
Ed è in questo tempo che s'inserisce la malattia di Giovanni Cagliero, il quale aveva dimostrato coraggio e abilità straordinarie nel curare gli ammalati, ma fu colto da febbri tifoidee che lo tennero a letto per due mesi. La visione di Don Bosco al letto del piccolo infermo è a noi tutti ben nota e venne certamente a confortare Don Bosco della generosità con cui aveva prestato la sua opera di soccorso e accolto nel suo incipiente ospizio decine di orf anelli. Quale sprazzo di luce dovette proiettare nell'avvenire della sua incipiente famiglia la vista della colomba col ramo d'olivo sul capo del piccolo infermo e poi dei selvaggi attorno al letto del piccolo Missionario in atto di implorare da lui soccorso! Era una delle tante « televisioni» di cui fu favorito dal Cielo e che gli diedero coraggio nel suo improbo lavoro. La malattia infatti si concluse con la vestizione clericale, che fissò per sempre la vocazione salesiana ed ecclesiastica del futuro Cardinale.
c) Il Beato Domenico Savio. Ma l'avvenimento di massima importanza di quell'anno benedetto, il dono più bello della Madonna al suo fedel servo, doveva verificarsi nell'ultimo
scorcio del 1854, dal 2 ottobre all'8 dicembre. Il giorno del primo incontro col Beato Domenico Savio fu il lunedì dopo la prima domenica d'ottobre. Il colloquio narrato da Don Bosco è un capolavoro d'intuizioni e di rivelazioni d'anima, tanto che il Santo afferma: « Siamo entrati in piena confidenza, egli con me ed io con lui; conobbi in quel giovane un animo tutto secondo lo spirito del Signore ».
Dice il nostro Don Caviglia: « Come l'esperto mercante che sente al tocco la qualità del panno, Don Bosco al tocco dell'anima del Savio sente la stoffa del santo: " Eh mi pare che ci sia buona stoffa! " gli dice. E il fanciullo, sveglio nell'ingegno e non meno nello spirito, afferra l'immagine e la segue: " A che può servire questa stoffa'? ". " A fare un bell'abito da regalare al Signore ". E Domenico pronto svolge il pensiero e lo commenta da maestro: " Dunque io sono la stoffa: ella ne sia il sarto; dunque mi prenda con lei e ne farà un bell'abito pel Signore " ».
Era stato sempre pronto a seguire le divine ispirazioni e ora, all'invito del nuovo maestro di spirito, il fanciullo si apre mente e cuore e si fa guidare docile e sorridente nelle vie di Dio. Gli bastano poche settimane: al 29 d'ottobre entra nell'Oratorio e nel nuovo colloquio le confidenze si accentuano. L'occasione è il cartello con la scritta: Da mihi animar caetera lolle, e il ragazzo l'intende subito per sè: « Ho capito: qui non si fa negozio di danaro, ma negozio di anime. Ho capito: spero che l'anima mia farà anche parte di questo commercio ».
Alla fine di novembre l'impegno straordinario per fare a perfezione la Novena in preparazione alla festa e alla proclamazione del dogma dell'Immacolata Concezione di Maria SS., la confessione generale e la rinnovazione fervente dei propositi della prima Comunione svelano a Don Bosco, espertissimo conoscitore di anime, l'eccezionale virtù del fanciullo come in una visione di cielo, punto dissimile da quella che gli aveva svelato l'avvenire del giovane Cagliero. Riconosce nel piccolo Domenico un'anima angelica privilegiata e lo segue attento, con cuore di padre e di santo, grato a Maria SS. del nuovo dono col quale Ella si degna di confortarlo nello spinoso pergolato che deve percorrere.
d) S. Maria Domenica Mazzarello. Oh, la dolce sorpresa da me provata in questi giorni, quando leggendo alcune pagine della biografia della Santa, per preparare una conferenza alle Figlie di Maria Ausiliatrice, m'incontrai nuovamente in questa data a noi tanto cara: 8 dicembre 1854. Anche la giovane diciassettenne di 1VIornese ebbe in quel giorno una grazia singolare, che s'inserisce tra le tante provvidenziali coincidenze della sua vita. Fu in quella occasione che Don Pestarino formò
il primo nucleo della Pia Unione delle Figlie dell'Immacolata, il cui regolamento, riveduto e corretto dal teologo Giuseppe Frassinetti di Genova, due anni dopo diffuse l'Unione in tutta Italia.
Tra le prime cinque aggregate e la più fervorosa era stata la nostra futura Santa.
Si sono dunque uniti nel culto alla Vergine Immacolata in quell'8 dicembre 1854 attorno a Don Bosco, il Beato Domenico Savio e il Venerabile Don Rua, e da lungi, a Mornese, ma col medesimo fervore, anche la giovane santa Maria Mazzarello.
- Mi pare doveroso informarvi ufficialmente della posizione attuale della Causa di Canonizzazione del nostro piccolo Santo. I giornali hanno annunciata prossima la canonizzazione di Domenico Savio e le hanno persino assegnato la data. Ma l'esame dei miracoli essendo ancora in corso, non possiamo fare previsioni nè progetti di sorta; perciò continuiamo a moltiplicare le nostre preghiere, affinchè i vari esami e consulti, che sono a farsi sui due miracoli presentati per la Canonizzazione, abbiano esito favorevole. State tranquilli, che appena sia possibile annunciarvi la lieta novella e il programma generale delle feste, non mancheremo di farlo, con quella sollecitudine che i mezzi moderni dì comunicazione ci permetteranno. Intanto preghiamo e facciamo pregare la Vergine Immacolata Ausiliatrice, che si compiaccia di glorificare quel suo figliuolo, che cent'anni fa Le presentò in omaggio uno dei fiori più profumati di quel giorno di gloria.
—Parecchi Confratelli e recentemente i rev.mi Ispettori d'Italia riuniti a convegno a Torino hanno presentato ai Superiori il voto che in giornata opportuna i Confratelli, le Case, gli Ex allievi e i Cooperatori fossero invitati a unirsi in ispirito coi Superiori di Torino, per consacrare tutta la Famiglia Salesiana concordemente e solennemente al SS. Cuore Immacolato di Maria.
Probabilmente lo stesso Sommo Pontefice ci ha pensato e a suo tempo renderà noto il suo pensiero sul medesimo argomento. Allora la cosa più bella sarà unirci a Lui, Vicario di Gesù Cristo, e a tutte le Gerarchie ecclesiastiche in quest'atto di omaggio e di offerta alla Vergine SS. Per noi la data più bella sarà 1'8 dicembre 1954.
Tuttavia in attesa di quanto penserà di fare il Sommo Pontefice, sono certo d'interpretare il vostro pensiero inviando appunto a Lui una petizione, a nome di tutta la nostra Famiglia, per invocare tale consacrazione e assicurargli il nostro impegno per celebrare l'Anno Mariano col massimo fervore. Mentre qui all'Oratorio ci prepariamo a celebrare solennemente la data dell'il febbraio con un discorso, che sarà tenuto da 5. E. Mons. Vincenzo Gilla-Gremigni, Vescovo di Novara, e con cori classici dei nostri Teologi del Pontificio Ateneo Salesiano, mi è caro chiudere queste brevi notizie salutandovi e inviandovi la benedizione più ampia del nostro caro Padre e della Vergine SS. Immacolata Ausiliatrice.
Vostro aff .mo
Sac. RENATO ZIGGIOTTI.
AVVISO IMPORTANTE
In questi anni di centenari e celebrazioni solenni credo che sarà utile raccogliere per i Bollettini e per i giornaletti una statistica che ci dia:
I Rev.mi Ispettori favoriscano raccogliere questi dati per "Archivio loro e per i nostri uffici centrali; inoltre ci facciano un'ampia relazione delle manifestazioni più solenni delle Case
e dell'Ispettoria, che avranno luogo nel corso di questo Anno Mariano.
Marzo-Aprile 1954 N. 179
SPEDIZIONE MISSIONARIA DELL'ANNO 1953 •
Per comune soddisfazione ed incoraggiamento, diamo il resoconto statistico del cou tributo delle varie Ispettorie alle Missioni e della distribuzione dei nuovi Missionari:
CONTRIBUTO DELLE ISPETTORIE DISTRIBUZIONE DEL PERSONALE
NELLE SINGOLE MISSIONI
ISPETTORIE Sac. Chier. Coad. Tot. MISSIONI Sac. Chier. Coad. Tot.
Argentina Antille 1 4 1 6
Buenos Aires — 1 — 1 Argentina:
Cordoba -- 2 — 2 Buenos Aires — 2 — 2 ,
Cecoslovacchia 4 — — 4 Patagonia — 3 — 3
Francia Rosario 1 1 — 21
Parigi — 1 — 1 Brasile:
Lyon I — — 1 Mato Grosso — 4. 2 6
Germania — 4 — 4 Rio Negro l 4 — 5
Inghilterra — 3 — 3 Centroamerica — 6 — 6
Italia Cile 2 4 1 7
Centrale — 9 5 14 Cina 2 3 1 6
Ligure 1 I — 2 Equatore l 5 1 7
Lombarda — 1 — 1 Giappone l 5 -- 6
Sicula — I — 1 Perù 1. 2 — 3..
Subalpina 2 1 1 4 Siam — 2 — 2
Veneta 3 9 12 Stati Uniti:
Jugoslavia 1 — — 1 Est 2 8 1 11.
Olanda — 1 I 2 Ovest
Spagna Uruguay 1 1 1 3
Betica --- 7 _____ 7 Venezuela -- 8 — 8
Celtica -- 20 — 20
Tarragonese 1 4 l 6 Totale 13 66 8 87
Stati Uniti: Est — 1 — 1
Totale 13 66 8 87
Diminuzione rispetto all'anno Rogate Dominum messis mittat operarios in messem suoi anteriore 17 9 13 39
IL RETTOR MAGGIORE:
1. Curiamo gli Oratori festivi e quotidiani. — 2. Raccomandazioni del Sommo Pontefice. — 3. Convegni Interispettoriali dei Direttori di Oratori festivi e quotidiani. — 4. Pensieri di S. Em. il Cardinale Schuster, Arcivescovo di Milano. '— 5. L'Oratorio è la missione in patria. — 6. Il 23 maggio. — 7. La nuova edizione delle Costituzioni e dei Regolamenti.
IL PREFETTO GENERALE:
1. Importanza degli Atti del Capitolo Superiore. — 2. Norme per l'uso degli altoparlanti.
IL DIRETTORE SPIRITUALE:
1. Importanza degli Esercizi Spirituali. — 2. Cura delle vocazioni. IL CONSIGLIERE PER LE MISSIONI:
1. Occorrono molti buoni missionari. — 2. Aiuti economici alle Missioni. — 3. Viaggi dei Missionari.
II. - COMUNICAZIONI E NOTE
ATTI DEL CAPITOLO SUPERIORE
Il Rettor Maggiore.
Dal Belgio, 24 marzo 1954.
Figliuoli in G. C. carissimi,
— Tra gli anniversari di aprile, che nel calendario salesiano ci ricordano avvenimenti di grande importanza, vi invito a segnare il 6 aprile, giorno del sereno transito del Venerabile Don Michele Rua, quarantaquattro anni or sono.
Ero nel mio primo anno di professione, studente a Valsalice, quando durante la scuola del mattino ci giunse la notizia, ormai da parecchi giorni temuta, ma non per questo meno dolorosa. Ricordo la camera ardente, le folle innumerevoli che accorsero a venerare il santo primo successore di Don Bosco, il funerale e il corteo che parvero un'apoteosi, con la presenza di tutte le Autorità, in quell'epoca di perfetto liberalismo.
L'anno scorso, quando la Sacra Congregazione dei Riti emanò il decreto dell'eroicità delle virtù, abbiamo esultato di poterlo invocare col titolo di Venerabile, e ce lo siamo proposto come modello nell'imitazione del nostro Fondatore, San Giovanni Bosco.
Ma ora mi pare doveroso tornare a presentarlo alla vostra filiale considerazione sotto un aspetto che diventa di urgente attualità in tutte le Nazioni, ove lavoriamo, chiamati dalla Divina Provvidenza.
L'amore di Don Bosco per la gioventù s'accese al contatto coi ragazzi della sua frazione dei Becchi, che si raccoglievano nei giorni di festa: egli si improvvisò giocoliere e catechista nell'età sua più tenera, e poi non smise più questo apostolato: alla cascina Moglia come garzone di campagna, a Chieri come studente e seminarista, e finalmente come sacerdote. Possiamo ben dire che la sua vocazione specifica si è sviluppata in questo lavoro oratoriano e che tutte le altre opere trovarono la loro radice e il loro sviluppo graduale in seguito e accanto alla primitiva missione dell'Oratorio.
Il Venerabile Don Rua, entrato a otto anni sotto la tutela del Santo nell'Oratorio festivo di Valdocco, fu anche il primo e più valido suo aiutante come chierico e come sacerdote, dapprima a Valdocco, poi successivamente all'Oratorio di S. Luigi a Porta Nuova e a quello dell'Angelo Custode in Vanchiglia, fino a quando dovette prendere la direzione del collegio di Mirabello. Dai 16 ai 26 anni egli aggiunse a tutte le altre occupazioni quella dell'Oratorio festivo, e per tutta la vita ne serbò viva la passione, come ben appare dalle sue circolari e dalle osservazioni che lasciava dopo le visite alle singole Case.
« Vorrei che teneste sempre a mente essere la istituzione degli Oratori festivi e degli Ospizi di giovani poveri la prima opera di carità verso i giovanetti abbandonati, di cui Don Bosco abbia incaricata la Congregazione » sono sue parole.
— Se ai tempi di Don Bosco e di Don Rua si parlava di gioventù povera e abbandonata da soccorrere, oggi si può dire che la gioventù povera è insidiata e ricercata con tutte le arti, più che mai, dai nemici di Dio, i quili hanno scoperto il segreto di moltiplicare il loro numero e la loro potenza, iniziando il reclutamento tra i fanciulli. L'allarme lanciato dai Vescovi e dai Parroci di parecchie regioni d'Italia, può valere anche per le altre Nazioni, ove forse la maggiore ricchezza e l'abbondanza dei mezzi di divertimento e di perversione rendono meno palese il pericolo, ma più facile la corruzione.
Se diamo ascolto alle parole che il Sommo Pontefice ripete ad ogni occasione per la educazione e Salvezza della gioventù, troviamo uno sprone a lavorare per essa. Egli si preoccupa dei giovani che, inesperti della vita, facilmente sono preda del nemico delle anime. Negli Atti del Capitolo di settembre — n. 176 — ho voluto riportare per intiero il discorso del S. Padre agli Assistenti Diocesani della Gioventù Italiana di Azione Cattolica, tenuto a Roma 1'8 settembre, e il Bollettino Salesiano d'ottobre ne riportò un largo stralcio sotto il titolo « Salviamo la gioventù ».
Cari confratelli!
S. Giovanni Bosco ci lasciò come testamento: « La parola del Papa deve essere la nostra regola in tutto e per. tutto. Se vogliamo essere cattolici, dobbiamo pensare e credere come pensa e crede il Papa. Tutto col Papa, pel Papa, amando il Papa ».
Ora S. S. Pio XII ci disse: « Non vi è anima pensosa delle sorti del mondo che non viva in apprensione per i giovani, mentre non è difficile accorgerci che sul loro cammino sono in agguato ladri e malfattori, pronti ad assalirli, a depredarli, a ferirli, e poi a scomparire, lasciandoli semivivi sulla via ».
« Occorrono giovani di integra fede, pronti a rinunciare alla mediocrità, ad uscire dall'equivoco, se mai vi fossero caduti; giovani che vogliano la vita divina e la vogliano abbondantemente; giovani che, studiando o lavorando, parlando, pregando e soffrendo, abbiano in cuore, come fiamma che li brucia, l'amore appassionato per Gesù, l'amore per le anime ».
Ora se la nostra missione educativa è sempre di altissimo valore ed efficacia tra i giovani che frequentano le nostre scuole come interni o esterni, studenti o artigiani, e se tutti dobbiamo preoccuparci di arginare la marea crescente del male che dovunque cerca di invadere i nostri campi di lavoro, è indubitato che i giovani dei nostri Oratori vivendo a continuo contatto col mondo, esposti a tutte le influenze malefiche della strada, delle compagnie pericolose, degli spettacoli, della stampa, meritano cure tutte speciali.
Nel convegno degli Ispettori d'Italia, che ebbe luogo a Torino dal 18 al 24 gennaio scorso, uno degli argomenti trattati fu appunto l'Oratorio Festivo e quotidiano. Pur nella brevità della trattazione restammo tutti convinti della necessità di approfondire l'argomento, invitando i direttori dei nostri Oratori a mute speciali di Esercizi Spirituali e a convegni ben preparati, con relatori di larga esperienza, sui temi che interessano l'organizzazione e la vita oratoriana del nostro tempo.
Sono ormai trascorsi parecchi anni dalle riunioni che indisse il Servo di Dio Don Filippo Rinaldi e non dobbiamo indugiarci: anzi credo che ogni Ispettoria o gruppi di Ispettorie, a seconda delle possibilità, debbano al più presto prepararsi a studiare lo stato attuale dei loro Oratori e i mezzi di miglioramento.
Daremo l'esempio per primi in Italia, ove sarà agevole riunire in due gruppi i direttori d'Oratori Festivi dell'Alta Italia e dell'Italia meridionale, durante o dopo le prossime vacanze in epoca adatta, sotto la presidenza di due Capitolari e dei rispettivi Ispettori. Le riunioni, di almeno tre giorni intieri, avranno il compito di studiare l'argomento sotto questi aspetti:
Costituzioni: Art. 4. - Si procuri sempre con maggior impegno l'apertura e lo sviluppo degli Oratori ovunque le circostanze locali e l'approvazione delle autorità ecclesiastiche lo consentono.
Regolamenti: Art. 162. - Se alla Casa è annesso l'Oratorio, [: d'intesa coll'Ispettore ne affidi la gestione ad un sacerdote, sempre sotto la sua dipendenza, e da lui si faccia mensilmente dar conto della gestione stessa e dell'andamento dell'Oratorio. ' Lo lasci libero da ogni occupazione incompatibile con tale ufficio, e gli dia gli aiuti morali e materiali di cui può avere bisogno.
Siccome penso che tale trattazione potrà poi essere oggetto di studio e di regolamentazione nel prossimo Capitolo Generale, raccomando a tutti coloro che si sono occupati e che lavorano negli Oratori di apportare il proprio contributo di esperienza, e nelle conversazioni private col loro Direttore, e nelle adunanze preparatorie che saranno indette dai singoli Ispettori, affinchè i Convegni interispettoriali possano usufruire di tutto il tesoro raccolto nelle varie discussioni, private e
pubbliche.
A titolo di informazione e stimolo di zelo, trovo opportuno far conoscere alcuni pensieri espressi da S. Em. il Card. Ildefonso Schuster, Arcivescovo di Milano, nella lettera di convocazione d'un Congresso Diocesano degli Oratori parrocchiali, indetto nello scorso settembre:
Si vuole, in genere, un aggiornamento della nostra antica e veneranda istituzione parrocchiale, che altri in Italia c'invidiano. Di più; dove gli " oratori" tendono a trasformarsi in. " ricreatori ", è necessaria una seria riforma, perchè non si " snaturi " tale salutare istituzione milanese. Critiche e lamenti contro gli Oratori, ne ascoltiamo parecchie. Giorni sono, abbiamo dichiarato ad un parroco: " Come ci vuole il Seminario a formare dei buoni preti, così ci vuole altresì l'Oratorio a formare dei buoni cristiani ".
» ... Purtroppo dobbiamo riconoscerlo francamente, ci sono oggi parecchi Oratori di cui non possiamo essere soddisfatti. Non " formano ", non " insegnano ", non " edificano " sul solido, ma sull'arena!
» ... Si confonde la formazione soprannaturale delle coscienze cogli allettamenti del giuoco e dello sport. Si fanno inconsulti debiti, si edifica sulla sabbia, ed alla prima ventata, crolla tutto: il Coadiutore (viceparroco) se ne va altrove e lascia i debiti dietro di sè. Colpa del parroco, che ha lasciato fare! Quanto diversamente agivano il nostro San Filippo, a Roma, e Don Bosco! Erano così " paternamente autoritari ", che esercitavano persino il ministero di confessori e di direttori spirituali dei ragazzi. Gli Oratori andavano come volevano i due Santi e non altrimenti.
» ... A conservare all'Oratorio la sua caratteristica originaria, bisogna assolutamente che il Parroco lo consideri siccome il suo proprio " Seminario di fedeli ". Nel Seminario egli deve essere il maestro, il plasmatore degli spiriti, l'educatore ed il direttore.
» ... Di tutte le molteplici attività del Parroco, la direzione spirituale e pedagogica dell'Oratorio deve considerarsi la prima e la più importante; quella che meno d'ogni altra vuole essere affidata ad altri, specialmente se ancora immaturi. Un buon Oratorio lo si distingue soprattutto dalle vocazioni che indirizza al Seminario.
» ... Non pochi nuovi Coadiutori (viceparroci), travolti dai giovani, nei giorni festivi riducono al minimo l'insegnamento del Catechismo, per poi volare subito al divertimento ed al cinema... Grave errore e dannoso sistema, che trasforma addirittura il tipo dell'Oratorio Ambrosiano. Questo vuol essere anzitutto e principalmente una scuola di Catechismo, con programmi ordinati dall'Autorità Episcopale, con distinte e decorose aule, idonei insegnanti, orario prestabilito. La ricreazione viene dopo.
» Dicono che il Card. Ferrari, di santa memoria, dichiarasse in Seminario ai chierici: " Se qualcuno fra voi non se la sente di assumere il peso della cura dell'Oratorio parrocchiale, lo dica per tempo, perchè io non lo ordino sacerdote.
» Purtroppo, non pochi candidati risultano affatto inadatti all'Oratorio; e così riescono di danno alla parrocchia, di tormento ai Parroci e di croce all'Arcivescovo, che deve tramutarli di paese in paese!
» Sarà necessario che i Superiori dei Seminari colmino questa lacuna — se pure c'è — nella formazione del giovane clero, escludendo dalla sacra ordinazione quanti per difetto fisico o intellettuale o morale non sono idonei a sostenere il grave peso pastorale nelle nostre parrocchie lombarde ».
— Uno dei regali più graditi che mi fu presentato il 12 novembre scorso in occasione dell'onomastico, fu un albo contenente le relazioni e statistiche dei 162 Oratori salesiani d'Italia. Per cura del rev.mo sig. Don Seriè, ciascun Direttore, fu invitato a dare relazione sui seguenti punti: personale, locali, registri, orario, oratoriani, cappella, frequenza ai Ss. Sacramenti, catechismo, associazioni varie, teatro, cinema, radio, attrezzi, giuochi, biblioteca, Conferenze S. Vincenzo, doposcuola, vocazioni, prime Comunioni, servizio Ss. Messe, cassa, cronaca osservazioni.
E tali relazioni, raccolte in un bel volume, mi furono dedicate con questa promessa: « I 162 Oratori Salesiani d'Italia in queste umili pagine recano l'omaggio filiale e riconoscente per le sue sagge direttive con la promessa di maggior zelo per l'opera che è " prima e principale " della Società Salesiana ».
Non vi dispiacerà conoscere pure che su 221 Case abbiamo 162 Oratori con 47.731 giovani inscritti. Ho voluto leggere le diligenti e talvolta accorate relazioni, a mia edificazione e ammaestramento; e vi assicuro che man mano andava crescendo in me la convinzione che San Giovanni Bosco ci domandi uno sforzo generoso in questo campo veramente missionario, accessibile a tutti i confratelli volonterosi, senza uscire di casa, senza abbandonare patria e parenti. L'Oratorio dobbiamo considerarlo tutti come la nostra Missione in Patria; e se lo zelo missionario porta i più generosi a chiedere la croce e salpare o volare dove scarsi sono gli operai e arduo il lavoro per l'ambiente, la lingua e il clima tanto differenti, qui, nelle nostre città, accanto ai nostri Istituti, non dobbiamo risparmiarci, vedendo coi nostri occhi quante siano le necessità delle anime giovanili e quante difficoltà si frappongano quando si cerca di salvarle dai pericoli e dalle attrattive insidiose che le allontanano da Dio.
All'esempio del nostro santo Fondatore e del Ven. Don Rua, che ho citato in principio, aggiungo quello di un veterano, allievo carissimo di Don Bosco, Don Francesco Piccollo, che fondò a Catania il 10 Oratorio festivo di Sicilia nel 1885 e lo diresse per sette anni. Don Piccolo — disse Don Antonio Orto nella sua lettera mortuaria — meritò che Don Bosco dicesse dell'Oratorio S. Filippo Neri di Catania che era « il migliore della Congregazione dopo quello di Torino ». Il Santo si compiaceva della devozione di- quei giovani per Savio Domenico e giunse a dire un giorno a Don Piccollo: « Conosco i tuoi giovani: ve ne sono cento e più che passano un anno e più anni senza commettere colpe gravi, e ve ne, sono di quelli che sono veri angeli ». E- glieli nominò come se li avesse conosciuti di persona: una decina di essi si fecero salesiani e parecchi altri entrarono nel clero secolare.
Ecco i frutti dell'Oratorio secondo il cuore di Don Bosco: far buoni i giovani, conservarli buoni, creare l'ambiente propizio per la pietà, l'apostolato, la vita cristiana nel mondo, e per ottime vocazioni.
Cari figliuoli, tutti siete persuasi dell'importanza di questo campo di lavoro salesiano, ma io vengo a raccomandare a tutti di cooperare a renderlo fruttifero: gli Ispettori, mettendo personale adatto, zelante, sufficiente; i Direttori, assumendone in pieno la responsabilità e non risparmiando premure e aiuti ai confratelli che vi lavorano;, i confratelli, prestandosi generosamente e accettando il superlavoro, specialmente nelle varie associazioni, nei giorni festivi, nei periodi di vacanze; tutti, incoraggiando, plaudendo agli sforzi di chi si adopera a far del bene, favorendo le buone iniziative anche con sacrificio personale di comodità e di orari.
Insomma l'Oratorio dev'essere da tutti considerato come l'opera prediletta di Don Bosco, la più popolare, la più meritoria e più cara al cuore dei buoni salesiani. t una vera Missione a portata di tutti.
— Sarà la giornata mondiale di preghiera dei fanciulli per la Pace. R stata promossa dal Santo Padre; e tutta la Gerarchia Ecclesiastica, l'Azione Cattolica, Istituti e Associazioni di Educazione d'ogni grado hanno fatto eco all'invito, mettendo a disposizione -tutti i mezzi moderni di propaganda. Noi, che in quel giorno celebriamo la vigilia della festa di Maria Ausiliatrice, è inteso che saremo un cuor solo e un'anima sola col Papa e coi nostri Vescovi per promuovere tale giornata e farla apprezzare degnamente alle folle dei nostri giovani. Sarà un'occasione bellissima per inserire nel nostro Anno Mariano una manifestazione di alto valore sociale, mentre vediamo gli uomini politici riunirsi a discutere, lasciando deluse le nostre aspettative. La preghiera dei giovani e dei bambini innocenti avrà certamente maggior efficacia al trono di Dio, per intercessione della Vergine Ausiliatrice. E non è senza un'intenzione precisa che fu scelta la data, vigilia della festa della nostra Madonna, aiuto e difesa del popolo cristiano: sarà Essa ancora, come sempre, Colei che difenderà il mondo intiero nei più gravi pericoli.
— Ho il piacere di dirvi che è ormai ultimata e pronta per la spedizione la nuova edizione delle Costituzioni e dei Regolamenti, che porterà le varianti studiate e approvate dagli ultimi due Capitoli Generali. È stata posta una cura speciale per non alterare la numerazione degli articoli dei Regolamenti, pur avendo dovuto aggiungere molte nuove disposizioni.
Come ben sapete, con questa promulgazione ufficiale, le norme introdotte diventano obbligatorie e tutti procureranno di attuarle in spirito di obbedienza per il sempre maggior incremento della nostra vita religiosa salesiana.
Concludo: il Beato Domenico Savio, che ci disponiamo a sentire proclamato santo, ci stimoli tutti a imitare Don Bosco nel fare di tutti i nostri giovani veri cristiani praticanti e convinti, e, dei migliori di essi, apostoli di bene o nel mondo, o nella vita religiosa, sacerdotale, salesiana.
Ci aiuti e ci infervori la Vergine Santissima, la Maestra del nostro caro Padre dal suo primo sogno dei nove anni.
Pregate per me, vostro aff.mo
Sac. RENATO ZIGGIOTTI.
Il Prefetto Generale.
Il Direttore Spirituale.
— Raccomanda vivamente ai sigg. Ispettori le mute non più tanto lontane degli Esercizi Spirituali affinchè esse riescano in quest'Anno Mariano particolarmente fruttuose.
Gli Esercizi Spirituali, scriveva il Servo di Dio Don Filippo Rinaldi, sono il « tempus acceptabile, tempo veramente prezioso, dal buon impiego del quale dipende non solo il profitto di ciascuno di noi nelle virtù cristiane e religiose, e il progresso nostro verso quella perfezione che è il fine precipuo a cui dobbiamo tendere, ma anche il risultato stesso delle nostre fatiche di educatori della gioventù » (Atti del Capitolo, n. 45, pag. 673). Per questo il Codice di Diritto Canonico (Can. 595, § 1) e le nostre Costituzioni (art. 159) stabiliscono l'obbligo annuale degli Esercizi Spirituali.
Non v'è però dubbio che la loro buona riuscita, oltre che dalla Grazia del Signore da tutti implorata, dalla buona volontà dei confratelli, paternamente incoraggiata e suscitata particolarmente in questo Giubileo Mariano, dipende dall'opera dei predicatori.
La loro scelta sia fatta per tempo, ma specialmente col massimo discernimento. Il criterio che vi deve spingere a questa scelta è il vero bene spirituale dei nostri cari Confratelli e la salvaguardia dello spirito del nostro Santo Fondatore, che è la garanzia del successo spirituale del nostro lavoro fra i giovani.
Più che oratori forbiti e ricercati, facili accontentatori delle orecchie degli uditori, preoccupatevi di trovare per le vostre mute Confratelli che ardano di vero zelo per le anime e siano attaccati allo spirito di Don Bosco: li troverete fra quelli dalla parola semplice, calda, convincente; fra gli umili, fra i sacerdoti di preghiera.
Avvertite i predicatori che si attengano al nostro metodo, che parlino delle verità eterne, della Confessione, che incoraggino alla perfezione religiosa, salesiana, che abbiano parole particolarmente calde per inculcare la divozione alla Madonna, l'amore a Don Bosco, al suo spirito, alla virtù angelica. Si ricordi sovente ai nostri predicatori quanto scriveva per essi il compianto. Don Ricaldone: « E assolutamente necessario seguire in tutto e sempre le vie tracciate da S. G. Bosco, allontanando dalla nostra mensa spirituale anche certi intingoli e manicaretti di una certa ascetica farfalleggiante che, se possono solleticare il gusto, rovinano però il palato e lo stomaco. Nutriamo le anime nostre e quelle dei nostri carissimi figliuoli con alimenti sodi e sostanziosi, anche se di fattura casalinga: Don Bosco Santo ci ha abituati così ». (Atti del Capitolo, n. 118, pag. 263).
Quanto alla forma facciano loro il proposito di Don Bosco: « Il mio studio nel predicare e nello scrivere fu sempre e unicamente rivolto a farmi\ intendere da tutti, sia nell'esposizione, come nell'uso dei vocaboli più semplici e conosciuti ».
Se non stiamo attenti, con facilità gli Esercizi Spirituali mancano del frutto desiderato. Tutti noi vorremmo che la spiritualità della Congregazione, lo spirito di umiltà, di sacrificio, di purezza aumentasse nello stuolo veramente imponente dei nostri Confratelli. Ebbene, il mezzo più potente a ciò ottenere saranno sempre gli Esercizi, quando la Grazia di Dio lavora nelle anime. Facciamo il nostro meglio perchè la meschinità umana non impedisca il lavoro della Grazia.
- Si sente dire talora, da qualche sconsigliato, che per la coltivazione delle vocazioni vi sono gli aspirantati, e che pertanto gli altri collegi non hanno bisogno di scomodarsi; quasi che gli altri collegi non avessero l'obbligo di coltivarne fra gli allievi e gli oratoriani. Ciò sarebbe come dire che nella maggior parte dei nostri istituti noi dovremmo rinunciare a quelli che sono i frutti più preziosi del nostro lavoro educativo. Se dobbiamo aver, sempre di mira l'educazione cristiana dei nostri giovani, con tanto maggior ragione dobbiamo cercare di creare negli allievi il desiderio della perfezione della vita cristiana, che è appunto la vocazione religiosa. Nessuno vorrà negarsi alla ricerca di vocazioni, quando si soffermi un momento a pensare al bisogno estremo che c'è, nel mondo, di sacerdoti, di catechisti, di buoni coadiutori, di missionari. Non possiamo pensare che con grande pena alla sterilità che grava su certi collegi. Non ci farebbe onore se tanti nostri novizi provenissero, non da collegi salesiani, ma da fonti estranee. Sarebbe doloroso davvero se si vedessero giovani accorrere da ogni parte a Don Bosco, meno che dai suoi collegi!
Sentiamo che cosa ne pensava Don Rua: « Voi non farete le meraviglie, se io confesso che, formato alla scuola di Don Bosco non so chiamare vero zelo quello di un religioso o di un sacerdote, il quale si tenesse pago di istruire ed educare i giovani del suo istituto o della sua scuola e non cercasse d'avviare al santuario quelli in cui scorgonsi segni di vocazione e che sogliono essere i migliori » (Don Rua, cire. 17).
Gli Atti del Capitolo Superiore (n. 36, pag. 477), parlando di questo argomento concludono come segue:
1. Le vocazioni furono uno dei fini principali che Don Bosco prefisse all'opera sua;
Facciamoci tutti un dovere di contribuire, nella misura delle nostre responsabilità e delle nostre possibilità, all'allontanamento di questi germi roditori, e alla coltivazione di numerose vocazioni che assicurino l'esistenza e lo sviluppo sempre maggiore della nostra amata Congregazione.
Il Consigliere per le Missioni.
1. - Ha visitato in questi ultimi anni, per incarico del Reverendissimo Rettor Maggiore, diverse Ispettorie e Missioni, tanto dell'Oriente, come dell'America Latina.
È ritornato all'Oratorio con una profonda impressione del lavoro straordinario che compiono quei nostri cari confratelli. Ogni lode al loro spirito di sacrificio gli sembra inadeguata.
In alcune Missioni dell'Oriente innumerevoli anime pagane, ben disposte ad abbracciare il cattolicesimo, assediano i confratelli; ma essi si sentono impotenti ad accogliere tutte le loro suppliche.
Anche la scarsità di clero, che si nota nella maggior parte delle Repubbliche Americane, è dolorosa e impressionante. Vi sono città di dieci e quindicimila abitanti, che non hanno sacerdote. Alcune di queste sono state affidate ai Salesiani. Si aggiunga lo straordinario proselitismo intrapreso dai Protestanti in queste Nazioni cattoliche. Il fatto desta preoccupazione ogni giorno più. Essi aprono a profusione chiese, ospedali, istituti, internati e persino università. Vi sono città di recente creazione, di trenta e più mila abitanti, totalmente in mano ai Protestanti, per mancanza di sacerdoti cattolici.
Davanti a questo stato di cose, cari confratelli, si spiega come i nostri si siano lanciati ad opere e attività che oltrepassano di molto le loro forze. Il pericolo di esaurimento è vero ed imminente per non pochi confratelli.
Potessimo noi andare presto in loro aiuto... Forse con un po' di buona volontà e spirito di sacrificio da parte di tutti, possiamo farlo.
Alcuni potranno partire per andare in loro aiuto nella prossima spedizione missionaria. Altri invece rimarranno, ma, compresi della grave situazione dei nostri missionari, si sentiranno incoraggiati e spinti ad aggiungere altro lavoro a quello che hanno già, onde permettere a molti di partire. Così tutti contribuiranno perchè il gruppo partente da ogni Ispettoria sia più numeroso. Un contributo più forte, in questo Anno Mariano, sarà di sollievo ai nostri missionari, di grande conforto al Veneratissimo Rettor Maggiore, e attirerà più copiose benedizioni su tutte le nostre case.
Tutti quelli che si sentono chiamati dal Signore a un apostolato di, maggior sacrificio nei paesi lontani, inoltrino la domanda, se non l'avessero già fatta in questi ultimi tempi.
2. - AIUTI ECONOMICI ALLE MISSIONI. — Richiama l'attenzione su quanto fu stabilito nell'ultimo Capitolo Generale.
« Aiuto economico delle Case. Ogni Casa della Congregazione deve sforzarsi di promuovere iniziative per raccogliere mezzi economici per le Missioni.
» stabilita per ogni casa una speciale Festa annuale per le Missioni Salesiane. Mezzi per raccogliere offerte possono essere: una lotteria con l'interessamento degli allievi, ex allievi -e cooperatori; accademie e recite teatrali a favore delle Missioni; salvadanai collocati nella prefettura o altrove; ecc.
» Il danaro raccolto sia inviato all'Ispettore, il quale a stimolo di tutti farà conoscere la somma raccolta da ogni casa.
» Aiuto economico delle Ispettorie. - Ogni Ispettoria per conto suo mandi tutti gli anni al Rettor Maggiore il contributo della Cassa Ispettoriale, per il sostegno delle Opere missionarie.
» Uffici Missionari Ispettoriali. - Raccoglieranno per inviare al Rettor Maggiore le offerte fatte per le Missioni in genere, accompagnandole con la distinta delle singole case o persone offerenti, per eventuali premiazioni. Invieranno invece direttamente ai destinatari quelle che siano fatte per una Missione o un Missionario, o uno scopo determinato, informando però il Rettor Maggiore, anche di queste offerte.
» Stimoleranno nell'Ispettoria l'interesse per le Missioni Salesiano, cooperando colle attività e iniziative dell'Ufficio Centrale, e con iniziative proprie ».
Solleviamo la vita durissima di numerosi confratelli delle Missioni. Non sono pochi quelli ai quali manca un tetto un po' decoroso e l'alimento più indispensabile, per essi e per i numerosi ragazzi abbandonati che debbono accogliere. La nostra carità servirà ad attirare più copiose benedizioni dalla nostra Ausiliatrice.
3. - VIAGGI DEI MISSIONARI. — Chiama l'attenzione dei Signori Ispettori e dei Missionari, sulle modifiche introdotte dall'ultimo Capitolo Generale, negli articoli del Regolamento che si riferiscono ai viaggi dei Missionari.
COMUNICAZIONI. E NOTE
I. - Conviene spedire al Capitolo Superiore copia delle Circolari dirette alle Case, ai Cooperatori, agli. Ex Allievi ecc.; come anche copia delle Relazioni delle Riunioni di Direttori, di Categorie di Confratelli ecc., che si celebrano lungo l'anno o in occasione degli Esercizi Spirituali; se contengono cose d'importanza e non di carattere privato. Tutto questo può fornire materiale interessante per la cronistoria della Congregazione o della Ispettoria.
2. - Si ricorda che le Case non erette canonicamente non sono considerate giuridicamente case religiose esenti. Per la erezione canonica basta mandare alla Segreteria del Capitolo Superiore il benestare del Vescovo locale, secondo il can. 497. Conviene mettersi in regola.
IL RETTOR MAGGIORE:
1. Domenico Savio, SANTO! — 2. Le feste di Roma e di Torino. 3. Grazie da domandare a San Domenico Savio. — 4. La sede del Pontificio Ateneo Salesiano. — 5. Le visite compiute in Europa: urgente bisogno di vocazioni.
IL PREFETTO GENERALE:
1. Via Maria Ausiliatrice, 32. — 2. La cronaca delle Case. — 3. Uscite-premio.
IL DIRETTORE SPIRITUALE GENERALE:
1. Ammissione alla Professione e alle Sacre Ordinazioni. — 2. Vacanze dei Confratelli e dei giovani. — 3. Invio dei documenti per l'anagrafe salesiana.
II. - COMUNICAZIONI E NOTE
1. Decreto di approvazione dei miracoli del Beato Domenico Savio. 2. Decreto del Tuto per la Canonizzazione del medesimo. — 3. Decreto per la raccolta degli scritti dei Servi di Dio, vittime della rivoluzione rossa in Ispagna (Ispettoria Tarragonese).
ATTI DEL CAPITOLO SUPERIORE
Il Rettor Maggiore.
Roma, 12 giugno 1954.
Figliuoli in G. C. carissimi,
ho voluto attendere a scrivervi questo numero degli Atti nei giorni della canonizzazione del nostro Santo Domenico Savio, a Roma, affinchè vi portasse l'eco dell'intima letizia dei nostri cuori durante queste celebrazioni che la Vergine SS.ma ci ha concesso di godere nel cuore dell'Anno Mariano.
Avevo pregustato questa giornata venendo a Roma il 29-30 maggio per la canonizzazione di San Pio X, che ha raccolto ben 500 Vescovi e 45. Cardinali, nell'imponenza dei riti svoltisi nel pomeriggio del 29 in Piazza San Pietro e la mattina del 30 nella Basilica immensa, dinanzi a folle innumerevoli. Quale conforto provai nel vedere il Sommo Pontefice in sedia gestatoria, benedicente tra gli osanna altissimi dei fedeli, nel sentirne la voce sonora, vederlo assistere a tutta la funzione pontificale, rinnovato nella sua salute per evidente grazia della Vergine SS.ma, così universalmente invocata nell'inverno scorso dalle preghiere di tutto il popolo cristiano.
E ieri ed oggi nuovamente ci fu dato di vederlo sorridere paternamente agli evviva festanti delle nostre masse giovanili, venute a Roma insieme con le folle dei fedeli e devoti degli altri quattro giganti dello spirito, ché furono canonizzati insieme al nostro adolescente. Mi parve che San Domenico Savio tra quelle grandi figure di Santi, tutt'altro che esserne oscurato, risultasse più glorioso e più caro agli occhi di tutti. Unito nella gloria a un Missionario come San Pierluigi Chanel — protomartire dell'Oceania —, a due fondatori di Congregazioni come San. Gaspare del Bufalo e Santa Maria Crocifissa di Rosa, a un rinnovatore delle glorie della Compagnia di Gesù come San Giuseppe Pignatelli, il piccolo eroe quindicenne, ultimo nato anche in ordine di tempo e di beatificazione, ed eguagliato a loro nella gloria dinanzi al popolo cristiano dalla parola infallibile del Sommo Pontefice, acquista un valore universale, additato come modello a tutta la gioventù e come monito ai genitori cristiani del mondo intero.
San Giovanni Bosco previde questo giorno e non cessò in tutta la vita di invocare il suo alunno e di preparargli il piedestallo prezioso del monumento o meglio dell'altare della sua santità.
Ma Colei che noi vogliamo ringraziare oggi in modo tutto particolare è la Vergine Immacolata, Ausiliatrice nostra, che volle associare alla gloria sua, nell'Anno centenario del dogma del suo immacolato concepimento, la glorificazione del piccolo devoto, il quale quel giorno stesso, ignorato da tutti ma non da Lei, Madre tenerissima, Le aveva giurato perenne amicizia, promettendoLe di vivere immacolato come un angelo, alla scuola del suo confessore ed educatore San Giovanni Bosco.
Sono appena trascorsi quattro anni dal giorno della sua beatificazione — 5 marzo 1950 — e i due miracoli operati a favore di due mamme, il 9 e il 20 dello stesso mese, l'hanno portato quasi di corsa alla completa glorificazione della santità. Chi non vede in questo nuovo prodigio un tratto squisito di benevolenza materna per un beniamino tra tanti suoi figli e per la Famiglia nostra che lavora per la gioventù a Lei tanto cara! Voi ben vedete, figliuoli carissimi, che la Madonna continua a darci attestati di predilezione, come ai tempi di Don Bosco, per tutta la Congregazione come per i singoli e per ciascuna Casa: è un tessuto di grazie che si svolge di giorno in giorno e che il nostro occhio distratto talvolta non vede o non apprezza nel loro giusto valore.
Quello che avveniva a Valdocco nel 1854, negli anni di San Domenico Savio e del Ven. Don Rua, mi pare che avvenga, moltiplicato per mille, in tutte le nostre Case, con i nostri Allievi, Ex-allievi e Cooperatori: Maria SS.ma veglia, protegge, incoraggia, benedice, guarisce e corregge, difende e procura aiuti, precorre le nostre preghiere, suscita vocazioni» e fondazioni senza posa, specialmente dove trova anime ferventi e cuori innocenti, apostoli umili e generosi.
Rileggiamo le Memorie Biografiche dei brevi anni in cui visse all'Oratorio San Domenico Savio (vol. V) e osserviamo come la mano invisibile di Maria SS.ma sta sempre a indicare a Don Bosco la via da seguire, e ne regge la fede e la speranza moltiplicando il suo amore per la gioventù. Essa è il movente segreto della nostra storia dalle origini ad oggi, ed è con intimo compiacimento che a distanza d'un secolo osserviamo lo svolgersi dei fatti nella luce di Maria. L'angelica figura di Domenico Savio compare allo schiudersi del secondo decennio, quando Don Bosco ha costruito il piccolo ospizio, ha dettato il primo suo studio sul sistema preventivo, all'apparire del Grigio a difesa dell'intrepido apologista contro le mene protestanti, in un clima politico di persecuzione, alla vigilia degli incameramenti dei beni ecclesiastici. Chi non vede che questo è il dono della Madonna più prezioso, l'assicurazione celeste che non gli mancherà l'aiuto necessario, la luce che rischiara il sentiero? Da una parte è Domenico Savio con i suoi carismi eccezionali, dall'altra il chierico Michele Rua, primo aiutante diciassettenne, che si pongono ai fianchi del Padre, arditi e generosi, mentre sta per spegnersi la vecchia madre, mamma Margherita, testimone dell'infanzia e delle prime vicende del sacerdozio prodigioso.
Oh la mirabile epopea di grazie e di eroismi che ci è dato di contemplare nella storia delle nostre origini! Non sarà completa la festa della Canonizzazione di Domenico Savio senza una lettura di quelle pagine, che illustrano a meraviglia la vita del piccolo santo e ravvivano in noi la stima verso il nostro Fondatore e Padre, richiamandoci all'imitazione delle sue eccelse virtù.
2. - LE FESTE DI ROMA E DI TORINO. - A Roma il triduo solenne si svolge in questi giorni, immediatamente successivi alla Canonizzazione, nella Basilica del Sacro Cuore. Ne leggerete i particolari nel Bollettino Salesiano.
Il nostro carissimo Don Celia ha preparato una nuova edizione della biografia del santo allievo dettata da San Giovanni Bosco, da distribuire per le feste nostre. Ci è sembrato che nessun altro autore poteva eguagliare la importanza storica e letteraria di questa biografia' del Maestro e del Padre che guidò alla santità l'eletto fiore del suo giardino. Tale pure fu il parere dei Rev.mi Consultori della S. Congregazione dei Riti, trattandosi d'un caso unico nella storia dei Santi.
Tuttavia una seconda biografia, di media mole, popolare, fu preparata dal nostro Don Luigi Castano, Consultore alla S. Congregazione dei Riti, alla cui attenzione dobbiamo la scoperta di uno dei miracoli, comparso sul Bollettino Salesiano come una semplice grazia. Anche il nostro Postulatore Don Bianchini ha preparato la vita breve per la diffusione massima e propaganda della nostra Festa. I vari articoli che Confratelli ed amici hanno descritto per giornali e riviste in questi giorni, saranno pure raccolti e pubblicati fra breve, a nostra edificazione e come fonte di studio e di consultazione per l'avvenire.
Mi par doveroso qui porgere un grazie alla nostra Postulazione, che segue le cause dei nostri Servi di Dio con diligenza somma, e prepara alla Congregazione questi trionfi, la cui importanza non è valutabile se non nella luce della Fede.
E a Torino? Il Capitolo Superiore, considerando che giugno è in Italia tempo di vacanza per tutte le scuole e che non vi è più stagione adatta fino a novembre, ha deciso di rimandare la solenne celebrazione del triduo nella Basilica di Maria Ausiliatrice ai giorni 18-19-20 novembre, concludendolo il 21,_ domenica ultima dopo Pentecoste, festa della Presentazione di Maria SS.ma. In quei giorni procureremo di raccogliere attorno alla piccola.. urna il massimo numero di giovani, di genitori e di educatori per' additare loro un modello di figlio e di allievo nella- luce sovrana del grande Educatore e Padre San Giovanni Bosco. Intanto, anche prima di noi, nel mondo salesiano, voi comincerete a esaltare questo nostro eroe di santità giovanile con i vostri Vescovi e Parroci, con le Autorità civili e scolastiche, in gara di festosità e di entusiasmo, allo scopo di farlo conoscere, amare e imitare dovunque.
3. - GRAZIE DA DOMANDARE A SAN DOMENICO SAVIO. ‑
Quali grazie domanderemo in questa felice occasione al nostro novello Santo? Tra i tanti bisogni generali della Congregazione mi è sembrato opportuno invocare uno speciale intervento di San Domenico Savio in questi:
1° - Chiediamo santità e purezza per la nostra gioventù e specialmente per coloro che il Signore ha chiamato e chiama al suo diretto servizio.
2° - Al discepolo del Ven. Don Rua ancor chierico deve star a cuore che anch'egli cammini velocemente verso la gloria degli altari. Don Rua sarà il modello e il protettore speciale di tutte le Case di formazione, perchè ha corrisposto perfettamente alle cure di San Giovanni Bosco da fanciullo all'età matura, lasciandosi educare alla santità e al lavoro salesiano come meglio Don Bosco stesso non avrebbe potuto desiderare. E tra i Servi di Dio che fanno corona a Don Bosco, egli è ora il più prossimo alla beatificazione. Interceda dunque il nostro novello Santo, affinchè presto anche per il Ven. Don Rua giunga l'ora di Dio per la sua beatificazione.
E se chiederemo anche la grazia che nella bella serie dei nostri Servi di Dio si possa aggiungere presto anche la figura di un Confratello coadiutore, uno dei tanti morti in concetto di santità, credo che il nostro novello Santo non tarderà a ottenerla dal Signore.
3° - Una delle imprese più importanti che l'ultimo Capitolo Generale affidò ai Superiori è la costruzione della sede del Pontificio Ateneo Salesiano. Mi pare perciò ottima l'occasione per chiedere a San Domenico Savio l'intercessione sua potente presso la Vergine Immacolata, affinchè entro l'Anno Mariano ci sia dato di concretare il piano d'azione per tale impresa grandiosa, cui dovrà concorrere tutta la Congregazione. Urge determinare il luogo ove dovrà sorgere, ottenere tutte le autorizzazioni necessarie, preparare i disegni, impegnarci in un piano di finanziamento graduale ma sicuro, invocare soprattutto l'aiuto della Divina Provvidenza, che non dovrà mancarci, se offriremo tale monumento in onore della Vergine SS.ma Immacolata, all'inizio del secondo secolo di vita della Famiglia Salesiana. Nati sotto gli auspici di Maria Immacolata saremo felici di continuare il nostro apostolato a gloria di Dio e della Vergine SS.ma, preparando la sede di studio per coloro che dovranno in tutte le Ispettorie essere i più efficaci difensori e propagatori dello spirito salesiano con la loro pietà e dottrina, e con lo zelo apostolico.
5. - LE VISITE COMPIUTE IN EUROPA. — Sono rientrato il 23 maggio dall'ultimo giro per le Case d'Europa e ho deposto agli altari di Maria SS. Ausiliatrice, di San Giovanni Bosco, di Santa Maria Mazzarello e di San Domenico Savio le preghiere, le promesse e le offerte raccolte dappertutto dalle Comunità riunite di Confratelli, di Figlie di Maria Ausiliatrice, di giovani, di Ex-allievi, Cooperatori e fedeli. Benedico mille volte il Signore d'avermi data l'ispirazione e le propizie occasioni per realizzare queste visite, talora un po' frettolose, è vero, ma che procurarono a me soddisfazioni e commozioni continue, a tutti ore di letizia e novello fervore. Abbiamo constatato tutti la realtà del versetto del Salmo 132: « Mirate che bella e gioconda cosa è l'abitare i fratelli in unione coi fratelli! ».
Come avete potuto comprendere dalla lettura del Bollettino Salesiano, ho approfittato di varie occasioni per visitare la maggior parte delle Case d'Italia, Spagna, Portogallo, Francia, Germania, Austria, Belgio, Olanda, Inghilterra, Irlanda e Malta, completando così in meno di due anni la visita alle Ispettorie d'Europa.
Mi è caro comunicare a tutti che la mia vocazione salesiana si è confortata e rassodata a mille doppi nel vedere con i miei occhi quanto San Giovanni Bosco è amato e venerato nel mondo e come Maria SS. Ausiliatrice continua a ritmo ognora crescente l'opera sua di vera Madre e Maestra della nostra Famiglia. Mi pare che quella parola profetica del primo sogno: « Io ti darò la Maestra » continui ad essere una consolante realtà in tutti i luoghi ove noi siamo chiamati a piantar le tende. Ogni Casa può ripetere ciò che diceva Don Bosco del Santuario di Valdocco: « Ogni mattone è una grazia di Maria Ausiliatrice; nulla abbiamo fatto senza il diretto intervento di Lei; Essa si è edificata la sua casa ed è una meraviglia agli occhi nostri ».
Dappertutto si sente bisogno di aumentare i locali per dare posto ai giovani che chiedono ospitalità; dappertutto è un lavoro intenso per aumentare il nostro personale e per provvedere Case di formazione sempre più adatte; le Autorità ecclesiastiche e civili, benefattori e amici insistono per affidarci opere educative e assistenziali per la cura della gioventù, ricorrono alla S. Sede, invocano pietà, reclamano l'adempimento di promesse antiche e recenti. È l'ora nostra adunque, e dobbiamo preoccuparci tutti di non lasciar passare il Signore invano. Siamo troppo pochi, mentre la messe sarebbe copiosa dappertutto.
Da parte mia non cesserò di gridare al soccorso: prendiamo tutti a cuore il problema delle vocazioni; ogni Casa cerchi e prepari buone vocazioni al sacerdozio, alla vita salesiana; ogni Ispettoria abbia Case di formazione per Chierici e per Coadiutori; ogni Confratello nel disimpegno del suo ufficio abbia presente che deve dimostrare amore alla sua vocazione, se non vuole essere responsabile della perdita della vocazione di qualche allievo.
Mi pare che la canonizzazione di San Domenico Savio sia la squilla che ci invita a preparare apostoli per il regno di Dio e per la Congregazione. Una delle cose più belle ch'io potei trovare in Francia, in Belgio e in Germania fu l'Opera dei Figli di Maria Ausiliatrice per le vocazioni tardive, preparando belle vocazioni per il clero secolare e religioso: parecchie centinaia di Sacerdoti sono frutto di queste Case e costituiscono una delle nostre glorie più ambite.
Ora però urge lavorare molto per preparare anche degli ottimi Coadiutori per le nostre Scuole professionali e per i bisogni essenziali delle Case: ogni Ispettoria deve pensare a procurarsene, perchè la Congregazione è composta di Sacerdoti, Chierici e Coadiutori; e quando nelle Case mancano Chierici e Coadiutori restano deficienti la vita comune e lo spirito salesiano.
San Domenico Savio sia eletto dovunque a patrono delle nostre vocazioni e stimoli tutti a lavorare per dare alla Chiesa, alla Congregazione e alle organizzazioni cattoliche laiche fiori d'apostoli.
Carissimi figliuoli, restiamo sempre più uniti nel vincolo della preghiera e nell'amore alla nostra sublime missione educativa. È immenso il bene che possiamo fare nel mondo se tutti lavoriamo con l'unico scopo di dare gloria a Dio ' e di portare a Lui le anime nostre e dei nostri fratelli. Nei cuori santissimi di Gesù e di Maria purifichiamo ogni giorno le nostre intenzioni e raddrizziamo i nostri sentieri, sull'esempio dei grandi Santi che Iddio ci ha donati.
Vogliate ricordarvi sempre nelle vostre preghiere di tutti i Superiori e particolarmente del vostro
aff.mo in C. J.
Don RENATO ZIGGIOTTI.
Il Prefetto Generale.
3. — Richiamiamo l'attenzione sull'osservanza dell'art. 123 dei Regolamenti, che proibisce le così dette « uscite-premio » degli allievi interni alla domenica. Se è vero che è spesso odioso negare simile permesso, tuttavia sono assai gravi i motivi che ci devono indurre a rimaner fermi. Li conosciamo tutti:
Il Direttore Spirituale Generale.
1. — Ricorda agli Ispettori, Consiglieri ispettoriali, Direttori, Capitoli delle Case, Maestri di Noviziato, nonchè ai Confessori, il gravissimo dovere che tutti hanno di vagliare coscienziosamente i candidati al Noviziato, alle professioni ed alle Sacre Ordinazioni. Pensino seriamente che chiunque, potendo, non impedisce che un inetto o un indegno sia ammesso a professare e a ricevere Ordini Sacri, si rende colpevole non solo del mancato adempimento di un dovere grave, ma anche delle tristissime conseguenze che da tali professioni e ordinazioni provengono alla Santa Chiesa, alla Congregazione, alle anime. L'esperienza c'insegna che quasi la totalità di coloro che sono divenuti di gravame doloroso alla Congregazione è formata di quei soggetti, che furono accettati o promossi indebitamente.
Si raccomanda pertanto ai Consigli ispettoriali, ai Capitoli delle Case, di leggere all'inizio delle loro riunioni deliberative quei punti delle Costituzioni e dei Regolamenti, come pure dell'opuscolo Norme per l'accettazione, che ci devono servire di guida in tali deliberazioni.
In modo particolare si tenga presente l'art. 303 dei Regolamenti, che ci indica tassativamente chi si deve escludere assolutamente. L'essere deboli nell'applicazione di tali prescrizioni è fonte di infiniti mali per la Congregazione. In tali deliberazioni la santa Chiesa non ci permette di essere benigni, ma esige che si sia tuzioristi, ci obbliga a non lasciarci commuovere da suppliche e promesse. Il nostro santo Fondatore a questo riguardo ci dà ammaestramenti precisi e sempre di santa severità. Leggiamo nelle Memorie Biografiche che, pur bisognoso di accrescere il numero dei soci, non spalancava le porte neppure agli aspiranti perchè entrassero oves et boves (XI, pag. 268); nelle ammissioni seguiva le norme dettate dai teologi più severi (V, pag. 401); quanto alla moralità, la voleva a tutta prova. Nel 1885 enunciava il suo principio: «In quanto alla moralità si usi più rigore per chi va agli Ordini sacri che per chi farebbe i voti. In ambo i casi però sempre rigore! » (XII, pag. 622). Oseremmo noi scostarci dalle direttive del nostro Padre e Maestro, e sperare di conservarne lo spirito?
Una particolare vigilanza si raccomanda a coloro che vanno a campeggi, in montagna, al mare, perchè si evitino i pericoli corporali e molto più quelli spirituali, ed il tempo di riposo non ci apporti rovina e lutto.
COMUNICAZIONI E NOTE
DECRETUM ASTEN. SEU TAURINEN. CANONIZATIONIS BEATI DOMINICI SAVIO, CONFESSORIS, ADULESCENTIS LAICI, SALESIANI ORATORII ALUMNI.
SUPER DUBIO
An et de quibus miraculis, post indultam eidem Beato ab Apostolica Sede venerationem, constet in caso ed ad ellectum, de quo agitur.
« Qui par illi arti, quae dirigendae animae et efformandae iuvenis menti et indoli incumbit? Quid maius quam animis moderari, quam adulescentulorum fingere mores? », scribit S. Ioarines Chrysostomus (Hom. 60 in e. 18 Matth.). Educatores enim animos iuvenum ita effingunt et movent, ut eorum vitae cursum etiam in posterum quodammodo dirigant, divino eloquio testante: « Adolescens iuxta viam suam, etiam cum senuerit, non recedet ab ea» (Prov. 22, 6). Omnis autem « educandi ratio ad eam spectat hominis conformationem, quam is in hac mortali vita adipiscatur oportet, ut destinatum cibi a Creatore finem supremum contingat» (Pius Pp. XI, Litt. Encycl. Divini illius Magistri). Inde patet « plenam perfectamque educationem dari non posse, nisi eam, quae christiana vocatur» 5 ibid.). Perspicue id intellexere Ecclesiae Catholici viri et mulieres sanctitate vitae eminentes, qui opera et instituta condiderunt fiorenti aetati rette, instituendae christianis preceptis christianisque conformandae moribus. Huiusmodi inter Instituta notum est quantum utilitatis contulerint illa a Sancto Joanne Bosco fundata tum quae Festiva vocantur Oratoria, tum ephebea pueris alendis instituendis. In eis namque vel ab initio ipso prudentissimo et sapientissimo moderatore, non defuerunt adulescentes, qui ad christianam usque perfectionem et ad heroicam virtutum exercitationem perducti sunt, quorum unum, DOMINICUM SAVIO, Ecclesia per Summum Pontificem Pium Papam XII f.r., Anno Iubilaei 1950, summo universae catholicae iuventutis gaudio, Beatorum cummulavit honoribus. Vix autem duobus annis ab celebratae Beatificationis die elapsis, eo quod de miris ipso intercedente a Deo patratis fama esset, Decretum S. Rituum Congregationis prodiit de reassumptione Causae ad effectum Canonizationis. Duo, cetera inter, miracula ab actoribus Sanctae Sedis iudicio, ad iuris normam, exhibita fuere, de quibus singillatim aliquid referre praestat.
I. Maria Porcelli, Gulielmi Gianfreda uxor, gravissimo morbo fuit attacta, cuius diagnosis a medico curante, a peritis ex officio atque ab ipso nostrae Congregationis medico Collegio edicta fuit: anhaemia acuta ob intraperitonalem haemorrhagiam. Prognosim fuisse infaustam iidem medici asseverant. Ipse medens a cura, qui apud aegrotam in imminenti mortis periculo versantem noctu remanserat, incassum terapeuticis remediis cedentibus, Beati DOMINICI SAVIO auxilium ante lucem diei 24 Martii a. 1950 imploravit. Paullo post infirmae conditio melior est fatta vespertinisque horis omnia morbida ac mortifera phaenomena omnino evanuerunt. Quam sanationem perfectam fuisse atque in instanti praeter naturae vires unanimi sententia iidem affirmant.
II. Concordi iudicio medens a cura, periti ex officio cunctumque medicum S. Rituum Congregationis Collegium affirmant Antoniam Micelli, Eugenii Miglietta uxorem, fuisse affectam a sinusite maxillari purulenta chronica reacutizata dextera cum prognosi « reservata» quod ad valetudinem; item sanationem die 8 Martii a. 1950 evenisse extemplo atque fuisse perfectam, definitivam atque extra naturae vires.
De utraque mira sanatione in Praeparatorio S. Rituum Congregationis coetu disceptatum est die 16 Martii anni huius decurrentis atque in Generali coram Ss.mo D. N. Pio Papa XII die 4 Maii, in quo Rev.mus Cardinalis Alexander Verde, Causae Ponens, dubium posuit discutiendum: An et de quibus miraculis constet in casu et ad effectum de quo agitur. Rev.mi Cardinales, Officiales Praelati Patresque Consultores suam quisque affirmativam protulit sententiam, quam Beatissimus Pater attente auscultavit ratamque habuit. Quare edixit: Constare de instantanea perfectaque sanatione cum Mariae Gianfreda Porcelli ab anhaemia acuta ob intraperitonealem haemorrhagiam, tum Antoniae Miglietta Micelli a sinusite maxellari purulenta chronica reacutizata dextera.
Hoc autem decretum promulgari et in acta S. R. C. referri mandava.
Datum Romae, die 4 Maii, Anno 11 Iarfali 1954.
CAIETANUS Card. CICOGNANI, S. R. C. Praefectus.
ALFONSUS CARINCI, Archiep. Seleucien., Secretarius.
DECRETUM ASTEN. SEU TAURINEN. CANONYZATIONIS BEATI DOMINICI SAVIO, CONFESSORIS, ADULESCENTIS LAICI, SALESIANI ORATORII ALUMNI.
SUPER DUBIO
An, stante duorum miraculorum approbatione, post indultam eidem Beato ab Apostolica Sede venerationem, TUTO procedi possit ad sollemnem eiusdem Beati Canonizationem.
Magnifica in Sacris Litteris proponuntur praemia eis, qui divina servant praecepta auresque verbi Dei praeconibus praebent.
Beatus DOMINICUS SAVIO sancti loannis Bosco, sui animi tenerrimi patris, qui donum bonum ei tribuit, in suo corde verba suscepit; eius praecepta, sapientia et sanctae prudentiae piena, vigil custodivit, eas virtutes possedit, ne minimum quidem a magistri verbis declinavit, ea avide arripuit, arde est amplexatus, unde augmentis gratiarum, fuit ornatus eiusque caput inclita et ampliore corona mox, ut videtur, est redimendum, (Cfr. Prov. 4, 1-9).
DOMINICUS SAVIO, adulescens adhuc, christianae perfectionis semitam cito percurrens, tempora explevit multa atque Beatificationis honores die 5 Martii mensis, anno 1950 est assecutus. Novis accedentibus approbatisque miraculis per decretum diei 4 Maii anni huius, late patet via ad hune Beatum elevandum ad supremos honores. Ut autem iuridice constet Sacram }lane Rituum Congregationem omnia adamussim peregisse, quae a sacris canonibus requiruntur ut aliquis Beatus ad ulteriora possit elevari, ab iisdem praescribitur ut omnes Rev.mi Cardinales, Officiales Praelati Patresque Consultores asseverent TUTO procedi posse ad eiusdem Beati Canonizationem; hoc autem factum est, omnesque hi affirmativum votum emiserunt, quod Beatissimus Pater, laetus excipiens, ratum habuit, iussitque Sacram }lane Congregationem hac super re decretum edere, rite promulgare ed inter eius acta illud referre.
Datura Romae, die 8 mensis Maii, Anno Mariali 1954.
CAIETANUS Card. CICOGNANI, S. R. C. Praefectus.
ALFONSUS Card, Archisc: Seleucien., Secretarius.
Luglio-Agosto 1954 N. 181
IL RETTOR MAGGIORE
1. La nostra Consacrazione a Maria SS. Ausiliatrice nell'Anno MARIANO. — 2. Morte di S. E. Mons. Paolo Mariaselvam. — 3. 11 nostro Ve- scovo Mons. Trochta, in catene. — 4. Nuove Ispettorie. 5. Don Luigi Càstano, nuovo Procuratore Generale presso la Santa Sede. — 6. Riflessioni sui dati statistici della nostra Società. 7. Conclusione Mariana
IL PREFETTO GENERALE
La Televisione e il suo uso nelle nostre Case.
ATTI DEL CAPITOLO SUPERIORE
Il Rettor Maggiore.
Torino, 5 agosto 1954 - Madonna della Neve. Figliuoli in G. C. carissimi,
fra quattro mesi saremo alla conclusione dell'Anno Mariano. Ora, assecondando il desiderio di non pochi confratelli, ma soprattutto tenendo presente l'esempio del Venerabile Don Michele Rua, che all'apertura del secolo volle dettare un atto di consacrazione di tutta la Congregazione al S. Cuore di Gesù, mi parve opportuno approfittare di si bella occasione e del fervore straordinario suscitato ovunque dalle parole del Sommo Pontefice, invitandovi tutti a una consacrazione della intera Famiglia Salesiana nel giorno 8 dicembre - festa di Maria Immacolata.
Ai motivi generali noi dobbiamo unire una serie di grazie particolari di cui fummo oggetto da parte di Maria Vergine Immacolata fin dalle origini dell'opera nostra. Rileggete, vi prego, l'ampia trattazione dettata dal compianto D. Ricaldone «La nostra devozione a Maria Ausiliatrice » nella ricorrenza dell'80° anniversario della consacrazione del tempio 1868-1948 (Atti del Capitolo, n. 149) e specialmente le pagine 52-64 « Don Bosco alla scuola di Maria Ausiliatrice » e poi giudicate se vi è stato mai finora un santo che abbia avuto tante illustrazioni dalla Vergine Santa, che sia stato preso dall'infanzia, guidato, consigliato, sostenuto, favorito di grazie straordinarie, possiamo dire giorno per giorno, come San Giovanni Bosco. «Io ti darò la Maestra, sotto la cui disciplina puoi diventare sapiente e senza cui ogni sapienza diviene stoltezza » è la parola fatidica del primo sogno, pronunciata dal personaggio misterioso, « il Figlio di Colei che tua madre ti ammaestrò di salutare tre volte al giorno ». E' dunque Gesù che dona a Don Bosco la Madre sua come Maestra e guida infallibile nel duro cammino dell'intera sua vita. Come ringraziare abbastanza di questo dono straordinario che fu fatto dal Cielo alla nostra Famiglia? Non si tratta per noi di qualche apparizione fugace; è un'intera vita, sono centinaia di visioni che si prolungano le notti intiere, è un intervento quotidiano di grazie e miracoli, di illustrazioni e di profezie concesse al nostro buon Padre, è, ben si può dire, tutta la storia dell'Oratorio e del Santuario, la storia della Congregazione che s'impreziosiscono degli interventi materni di Maria SS.ma durante la vita del santo Fondatore e poi ancora sempre, visibilmente dappertutto.
Mi pare che questo edificio mirabile delle due nostre Famiglie, la Società Salesiana e l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, dedicate all'educazione di tanta gioventù, costituisca la massima gloria di Maria SS.ma e il vero motivo della nostra riconoscenza.
Che dire poi dell'ultimo attestato di sovrana benevolenza concessoci nel Centenario della proclamazione del dogma dell'Immacolata Concezione con la canonizzazione di San Domenico Savio? La felicissima coincidenza delle date, resa più meravigliosa dalle varie difficoltà superate provvidenzialmente nello sviluppo della Causa presso la S. Congregazione dei Riti, forma un altro poema di celeste benevolenza che ci fa esclamare: a Domino factum est istud et est mirabile in oculis nostris: tutto ciò è opera di Dio e ci riempie di meraviglia.
La nostra consacrazione adunque diventa un doveroso omaggio di riconoscenza per tanti benefici antichi e recenti; sicchè mentre ogni mattina già protestiamo a Maria SS.ma la nostra personale devozione, 1'8 dicembre prossimo vuol essere una solenne universale preghiera che ci riunisca ai piedi di Gesù Sacramentato in tutte le nostre chiese e cappelle coi nostri Superiori, quasi per chiudere un secolo di gloriosissima storia e iniziarne un altro con ardore di apostoli e con amore di figli.
E per facilitare l'unione delle menti e dei cuori credo che la più bella preghiera di consacrazione possa essere quella che recitavamo a conclusione della nostra meditazione prima che venisse abbreviata: è la preghiera cara a tutti gli anziani e che merita di essere conservata e ripetuta ogni tanto per noi e per i nostri giovani. La troverete nel Manuale delle Pratiche di Pietà delle edizioni precedenti all'attuale, o nel « Giovane Provveduto ».
A Torino, nel Santuario di Maria Ausiliatrice, la reciteranno i Superiori con la massima solennità, e da tutte le nostre Case, in tutte le lingue, farete eco anche Voi, mentre dal Cielo la Vergine Santa godrà di tale omaggio e si disporrà certamente a moltiplicarci i favori e le grazie.
Non occorre che vi raccomandi di celebrare la festa di Maria SS.ma Immacolata con la massima solennità, partecipando alle pubbliche manifestazioni che in tutte le Diocesi saranno indette per unire i fedeli tutti al cuore del Papa, a Roma, nella probabile proclamazione della Regalità di Maria SS.ma.
2. - MORTE DI S. E. MONS. PAOLO MARIASELVAM. - I giornali hanno riferito la penosa notizia della morte del nostro Vescovo di Vettore (India) S. E. Mons. Paolo Mariaselvam. Nominato appena da un anno e tre mesi, quando non aveva ancor preso visione di tutto il lavoro da compiere, fu colto da un tumore maligno al cervello ed entrato all'ospedale di Vellore il 4 giugno, nella notte dal 24 al 25 già era stato chiamato a festeggiare in Cielo la Vergine Ausiliatrice e il Cuore SS.mo di Gesù, di cui ricorreva la festa liturgica.
Era il nostro primo Vescovo indiano ed una delle prime vocazioni salesiane di quell'immensa Nazione. Possiamo sperare che la sua intercessione verrà a moltiplicare le vocazioni, sacerdotali e salesiane in corrispondenza dei nuovi impellenti bisogni della Chiesa Cattolica in India.
Intanto porgo a nome di tutti le condoglianze a S. E. l'Arcivescovo di Madras, Mons. Mathias, che aveva preparato con; tanto zelo la nuova Diocesi e il novelle Vescovo, già suo Vicario generale, e a tutti i nostri confratelli, primo tra tutti Don Giuseppe Sandanam fratello del Vescovo e Parroco della chiesa dell'Assunzione a Madras.
Sto preparando la lettera mortuaria, ma desidero accelerare i vostri comuni suffragi con questo annunzio ufficiale.
' fratelli, che son venuti a trovarsi in condizioni di testimoniare la loro fede anche a costo della vita.
L'Ispettoria Germanica forte di trenta Case e di oltre 500 confratelli si è creduto bene di dividerla in due Ispettorie:
1) Maria Ausiliatrice, con sede ispettoriale a Monaco; 2) San Bonifacio, con sede ispettoriale a Bendorf.
In Spagna si venne alla divisione delle Ispettorie Celtica e Betica, creandone due nuove. Sicchè risulteranno:
. In America si procedette alla divisione dell'Ispettoria Argentina IV con le Ispettorie: 1) N. S. del Rosario, con sede Ispettoriale a Rosario di Santa Fé; 2) Ispettoria Maria SS. Assunta, con sede ispettoriale ad Asunción.
L'Australia, già appartenente all'Ispettoria S. Andrea degli Stati Uniti Ovest, abbiamo creduto di erigerla in Visitatoria indipendente, nominando Visitatore l'attuale delegato Ispettoriale.
Siamo aumentati, grazie a Dio, di 335 nell'anno in corso, sicchè il nostro numero tocca ora i 17.659, compresi i 1074 Novizi. Ma non vi nascondo la mia pena nel constatare che il numero dei Novizi nel 1953 era arrivato a 1145 e che questo anno è diminuito di 29 unità in Italia, di 36 in Europa, di 17 in America, mentre solamente nelle Ispettorie Asiatiche ha segnato un aumento di 12.
Vi è stata, è vero, la fortissima diminuzione delle Ispettorie Polacche, che ebbero 46 novizi in meno per le ragioni evidenti della loro situazione religiosa, ma se tale deficit non fosse stato compensato dalla Spagna e dal Portogallo, dall'India e dal Giappone, la nostra pena sarebbe stata ancor maggiore.
Spero tuttavia che le insistenti raccomandazioni fatte nel corso di quest'Anno Mariano, ci abbiano a dare buoni frutti dappertutto. Sarei lieto di poter informare tutti i confratelli sui miglioramenti del nuovo reclutamento nei Noviziati che iniziano al 15 agosto.
Ma voglio pregare i Maestri di Noviziato di inviarmi col numero totale anche l'indicazione della Casa di provenienza di ciascun novizio. Desidero inviare una lode personale ai Superiori delle Case fertili e un monito a quelle che non hanno dato il frutto ambito di qualche vocazione. Dev'essere una santa ambizione di ogni Casa procurarsi il personale che provveda all'avvenire della medesima.
I Rev.mi Ispettori tengano presente che non sarà loro concesso di accettare nuove fondazioni se non a proporzione dell'aumento effettivo del loro personale in attività di servizio.
Lavoriamo dunque tutti con lo spirito del nostro santo Fondatore e potremo concorrere sempre più alla dilatazione del regno di Dio nelle anime.
In unione di preghiere vostro aff.mo
Sac. RENATO ZIGGIOTTI
Il Prefetto Generale.
LA TELEVISIONE. - Un grave e delicato problema che viene a preoccupare i Superiori è l'uso della Televisione nelle nostre Case. Ogni scoperta scientifica, quando entra a far parte dei mezzi di divertimento mondano e viene sfruttata per accontentare il gran pubblico, diviene anche un pericolo prossimo di pervertimento. Se già l'uso della Radio dovette essere moderato e sottoposto al controllo degl'Ispettori e dei Direttori, ora la televisione, con certi programmi che presenta, costituisce ,ana vera preoccupazione anche per le autorità e per i genitori pristiani. L'allarme è stato dato dal Sommo Pontefice e da tutta Vescovi; crediamo nostro dovere di metter in guardia lutta la Congregazione contro questo pericolo prossimo di scandalo è di corruzione. I programmi sogliono talora essere com.:, binati con malizia raffinata: accanto alla funzione religiosa: dopo un'esecuzione musicale sacra o una conferenza educativa o un documentario sportivo, vengono presentati uno spettacolo immorale, una festa mondana, un ballo, scene procaci di film, e tutto questo senza preavviso e con ,dolorosissime' sorprese.
La Televisione è dunque un pericolo prossimo e una tentazione dalla quale dobbiamo difenderci. Perciò l'uso di essa dovrà essere eccezionale e limitato unicamente a visioni dì avvenimenti religiosi e civili d'alta importanza. Tali visioni però non giustificano l'acquisto e la presenza abituale di un apparecchio televisivo nelle nostre Case. Dove tali apparecchi sono in fabbricazione nei nostri laboratori, si vigili sul loro uso sperimentale. Raccomandiamo agli Ispettori la più severa' vigilanza.
IL RETTOR MAGGIORE:
1. Convegni pro Oratorio Festivo. — 2. Nuovo Vescovo e nuovo Prelato salesiani. — 3. Istituto Internazionale Sacro Cuore; Studentato Catechistico delle Figlie di Maria Ausiliatrice. — 4. Festeggiamenti torinesi a San Domenico Savio. — 5. Viaggio nell'Oriente salesiano. — 6. Consacrazione dell'8 dicembre. — 7. Strenna per il 1955.
IL PREFETTO GENERALE:
1. Cura dei famigli. — 2. Prudenza e buone maniere con estranei. IL DIRETTORE SPIRITUALE GENERALE:
1. Sul Cinema nelle nostre Case. — 2. Modestia cristiana nei vestiti. 3. Per i Direttori e Capitoli delle Case. — 4. Ai Direttori degli Aspirantati. — 5. Il digiuno del venerdì.
IL CONSIGLIERE SCOLASTICO GENERALE: 1. « Orientamenti Pedagogici e.
IL CONSIGLIERE PER LE MISSIONI: 1. Aiuti alle Missioni.
II. - COMUNICAZIONI E NOTE 1. Erezione canonica delle nuove Ispettorie.
ATTI DEL CAPITOLO SUPERIORE
Il Rettor Maggiore.
7 ottobre 1954. - Festa del 28. Rosario.
Figliuoli in G. C. carissimi,
1. - CONVEGNO PRO « ORATORI FESTIVI ». — Abbiamo concluso a Roma i Convegni dei Direttori e incaricati d'Oratori Festivi d'Italia e mi pare opportuno dare a tutti una succinta relazione di essi, data l'importanza delle trattazioni e la serietà con cui si svolsero.
A causa del numero degli invitati, si dovette suddividere in tre sedi: a Torino, a Bologna e a Roma, per dare maggior comodità di alloggio e di discussione, nei tre giorni di cui si poteva disporre. Ma all'atto pratico si constatò che in tal modo l'intesa e la familiarità furono complete e di piena soddisfazione comune. Fummo 90 a Torino, 110 a Bologna, 140 a Roma; e la presenza di almeno tre Capitolari, degli Ispettori della zona e di parecchi Parroci intervenuti spontaneamente, rese più solenne ogni adunata e ricca di esperienze salesiane molteplici.
A Torino fu fatta l'apertura dei convegni nella Basilica di Maria Ausiliatrice il 15 settembre, alla presenza di tutti i Confratelli della Casa Capitolare e dell'Oratorio di Valdocco, non-ciò dei giovani artigiani; a Bologna lavorammo sotto l'alto patronato della B. Vergine di S. Luca, che domina dal colle la sua città e alla quale è intitolato il nostro Istituto; a Roma il 30 settembre il convegno ebbe il suo coronamento con la visita al Santo Padre a Castelgandolfo e con una funzione mariana in S. Maria Maggiore, nella Cappella Paolina, centro dell'Anno Mariano.
A Torino fummo onorati dalla visita di S. Em. il Card. Maurilio Fossati, nostro Arcivescovo, e a Roma da quella di S. Em. il Card. Aloisi Masella, nostro venerato Protettore. Ambedue incoraggiarono e benedissero i nostri lavori, attestandone l'attualità e la necessità urgente per il bene della società e la salvezza di tanta gioventù.
Vi farà piacere conoscere i temi trattati in oiascuna sede, da relatori sempre diversi e con lunghe discussioni interessanti, pratiche, cordiali.
Delle relazioni e di tutta la trattazione prepareremo un ampio resoconto e lo pubblicheremo negli Atti del Capitolo, affinchè serva di incoraggiamento a tutti gli addetti a qualche Oratorio e di scuola a tutti i Salesiani.
Forse molti Confratelli non valutano abbastanza l'ampiezza e le difficoltà del lavoro apostolico tra i giovani oratoriani. Ma si persuadano tutti che, come il nostro santo Fondatore fu chiamato dal Signore a trasformare i ragazzi scapestrati
in docili agnelli e come i- due terzi della sua fama iniziale si dovette agli. Oratori aperti in Torino, così le nostre benemerenze sociali hanno tuttora la loro base e la- più vasta risonanza nelle città ove lavoriamo, prima di tutto per la cura che ci prendiamo dei ragazzi e giovani che sappiamo attirare ed educare cristianamente negli ambienti oratoriani. È un lavoro meno appariscente, affidato spesso allo spirito d'iniziativa e alle doti personali di Confratelli zelanti e sacrificati; ma l'influenza del loro lavoro penetra nelle famiglie ed è constatata dalle Autorità e dai benefattori, soprattutto, perchè è generosa, caritatevole, gratuita e di ogni ora del giorno e spesso anche della notte. Appunto per questo il voto che in primissimo posto voglio rilevare tra i voti fatti in questi convegni è il seguente:
I Confratelli delle Case che hanno annesso l'Oratorio debbono concordemente sentire la responsabilità e l'impegno sacro di favorire, aiutare, collaborare con i pochi Confratelli direttamente incaricati di esso. Anzi dico di più: i migliori Oratori, i più fiorenti, quelli ove meglio si farà il Catechismo a tutte le sezioni e gruppi, quelli che avranno assistenti salesiani in maggior abbondanza e di miglior capacità, i più dotati di locali e di attrezzature didattiche, di mezzi economici per gare, colonie, premiazioni, ecc. debbono essere gli Oratori annessi agli Istituti nostri.
I Direttori tengano ben presenti gli art. 162 e 378 dei Regolamenti e sentano la responsabilità dell'andamento dell'Oratorio, vorrei dire con una certa preferenza, procurando che tutti i Confratelli lo considerino come la sezione privilegiata e prediletta della Casa, cui dedicare anche con sacrificio di tempo e di energie, attenzioni fraterne.
Tra le- proposte che fiorirono dalle discussioni scelgo le seguenti:
Cari Confratelli, mentre attendete il resoconto completo delle nostre riunioni, cominciate subito a rendere al nostro caro Padre l'omaggio di una fervida attività oratoriana, dalla quale speriamo come frutto pregiato molte belle vocazioni per i nostri noviziati e una fioritura di ferventi cristiani, sole e luce delle Parrocchie e della Chiesa.
2. - UN NOVELLO VESCOVO SALESIANO E UN AMMINISTRATORE APOSTOLICO. - In data 28 agosto la Santa Sede nominava Vescovo della sede titolare di Bubasti, Coadiutore cum jure successionis di S. E. Mons. Giuseppe Selva nella Prelatura di Registro de Araguaya (Brasile), il sacerdote Camillo Faresin, attualmente docente di teologia dogmatica nello studentato di San Paolo-Lapa in Brasile. Egli apparteneva all'Ispettoria S. Alfonso de' Liguori e aveva lavorato colà come docente di filosofia nello Studentato filosofico e come Direttore a Cuyabà.
Siamo lieti che le sue giovanili energie e l'ardente zelo missionario che lo spinse ad arruolarsi tra le file salesiane subito dopo aver completato il corso liceale nel Seminario di Vicenza, abbiano ora modo di esplicarsi nel campo dei suoi sogni, a fianco del Vescovo, Mons. Giuseppe Selva, tra i nostri cari Bororos, conquista e vanto dell'apostolato salesiano di cinquant'anni.
La S. Congregazione di Propaganda in data 3 agosto nominava Amministratore Apostolico della Diocesi di Vellore (India Sud) il M. R.do Davide Tanjore, salesiano. Anche a lui le congratulazioni, gli auguri e le preghiere cordiali di tutta la Famiglia Salesiana.
Il 2 ottobre, festa dei Ss. Angeli, in un sobborgo di Torino-Lesna, presso S. Paolo, le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno inaugurato un ampio e bell'edificio che sarà la sede del loro Istituto Internazionale di Pedagogia, ove si formeranno con un corso biennale di studi pedagogici e teologici le migliori docenti dei loro Istituti. Mi tornò piacevole e onorevole insieme benedire i locali già pronti per l'inizio dei corsi e celebrare la prima Messa nella Cappella, per invocare da Dio le grazie più elette sulle Madri Superiore che hanno realizzato nel giro di due anni il progetto già caldeggiato dal venerato D. Pietro Ricaldone di s. m., sulle docenti e sulle allieve Suore, che verranno da ogni parte del mondo ad attingere con la cultura pedagogica e teologica lo spirito salesiano, nella vicinanza della Basilica di Maria Ausiliatrice, dei nostri Santi e delle Superiore che ne saranno gli angeli custodi.
Non sarà questo esempio uno sprone anche per noi e un invito ad intensificare le preghiere, affinchè la Madonna ci conceda la grazia sognata di creare una sede degna per il nostro Pontificio Ateneo Salesiano? Alcune speranze concrete si sono già profilate: procuriamo di meritarci che le speranze si mutino in realtà e non tarderemo anche noi a fare ciò che il Capitolo Generale XVII ha espresso chiaramente essere il desiderio della Congregazione tutta.
Si sono annunciati numerosi pellegrinaggi di giovani, ex-allievi e cooperatori anche dall'Estero, che daranno risalto alla sfilata di gonfaloni di tutte le Nazioni ove lavorano i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice. Speriamo e preghiamo che il nostro Santo ci ottenga giornate di sole anche in novembre, affinchè più gioiose e memorabili riescano le feste e più abbondante l'afflusso dei devoti al nostro Santuario.
Come vedete, il progetto è alquanto ardito; ma fidando nella protezione di Maria Ausiliatrice e dei nostri Santi, nonchè nelle vostre comuni preghiere, spero di realizzarlo con grande soddisfazione mia, di tutti i Confratelli, dei nostri allievi e Cooperatori. Sono persuaso che questo sia un filo d'oro che ci unirà maggiormente a Don Bosco e ai nostri grandi ideali di bene, suscitando vocazioni e confermando ovunque lo spirito di famiglia.
Italia, ma nell'Ispettoria Orientale. E son certo che vi sarà egualmente caro che io mi unisca a voi tutti nell'atto di. consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, dalla Casa di Betlemme ove s'iniziò il poema della Redenzione. Anzi sarà ancor più simbolico che il nostro radiomessaggio celeste abbia come , stazioni trasmittenti i tre punti della terra a noi più cari: Roma .; — Basilica di S. Maria Maggiore — con il Sommo, Pontefice, dal cuore del mondo cattolico; la Capanna di Betlemme con il Rettor Maggiore e gli orf anelli della Casa salesiana; e Torino — Maria Ausiliatrice — con i Superiori e giovani di Valdocco. Ascolti la Vergine SS.ma la nostra preghiera e il suo Cuore immacolato si muova a compassione di noi tutti, ci salvi dai pericoli e ci doni la vera pace.
7. - STRENNA PER IL 1955. — È San Domenico Savio che ce la dà per il prossimo anno, accompagnandoci, durante i festeggiamenti che avranno luogo dappertutto, con la sua amabile . protezione e con il suo mirabile esempio. Ecco come penso di presentarvela:
« San Domenico Savio addita ai nostri giovani la via della virtù; ricorda ai genitori e agli educatori la sapiente pedagogia di San Giovanni Bosco ».
Abbiamo così argomento di parlare del nostro Santo ai nostri giovani, affinchè lo prendano a modello della loro vita di studio, di lavoro, di formazione del carattere, di energia e di apostolato.
E i genitori e gli educatori si specchino nei due poveri operai di Mondonio, nei sacerdoti che furono i primi maestri del Santo, in San Giovanni Bosco, mirabile direttore di spirito.
Le pubblicazioni che comparvero ormai in tutte le lingue,' e che raccolsero o svilupparono gli episodi narrati da San Giovanni Bosco o da Don Lemoyne nelle Memorie biografie possono darci materia copiosa da presentare a tutte le cate. gorie di persone che approfittano della nostra "Strenna. Pe tutti gli educatori vorrei richiamare lo studio dell'Enciclica magistrale sull'educazione di Pio XI « Divini illius Magistri » da cui possiamo attingere i principi fondamentali dell'educazione cristiana. Si tenga pure presente il lavoro diligentissimo del compianto Don Ricaldone, Don Bosco Educatore, che possiamo ben denominare il suo « canto del cigno » perchè ne corresse le ultime bozze sul letto di morte. Ed ora che il nostro Pontificio Ateneo ha cominciato la pubblicazione della Rivista Orientamenti pedagogici, credo doveroso raccomandarne la lettura e la diffusione delle idee, da parte dei Superiori e dei Direttori delle nostre pubblicazioni.
In questo nostro tempo in cui molti pretenderebbero educare la gioventù abbandonandola ai suoi ciechi istinti, o indirizzandola allo sviluppo fisico, intellettuale, professionale, per la vita presente, con una morale opportunista, senza ideali superiori, è compito nostro di educatori cristiani sentire vivamente la missione educativa e trasfondere in tutti la nostra santa ansia di migliorare l'ambiente che ci circonda. I nostri Istituti e Oratori sono un campo sperimentale meraviglioso e le nostre Comunità, educate alla medesima scuola, se lavorano in piena armonia di mente e di cuore, se non trascurano nessuno dei mezzi sapienti che le nostre Regole e le tradizioni ci presentano, se si prefiggono di arrivare a rendere migliori i giovani, più religiosi, più forti contro le tentazioni, più energici nell'adempimento del dovere, più generosi con il prossimo e rispettosi dell'autorità, oh! come possono concorrere a dare alla società degli uomini di carattere, cristiani convinti e guide sicure delle masse spesso inconscie e traviate dai malvagi.
Questo aspetta da noi la Chiesa e la Società. A questo Programma santo dobbiamo portare gli allievi e indirizzare i nostri Cooperatori, gli antichi allievi e i parenti dei nostri ragazzi.
Sia quindi un anno di intenso lavoro educativo salesiano: nella, pratica del sistema preventivo, nelle istruzioni religiose, nelle pratiche di pietà, nelle scuole, negli stessi programmi ricreativi, nelle Compagnie religiose, nei convegni, negli esercizi spirituali, nelle nostre pubblicazioni anche le più modeste, nelle conversazioni, nelle mostre didattiche, nelle gite e nelle colonie estive: educare fortemente e santamente 'la gioventù, sull'esempio di San Domenico Savio.
Da questo lavoro il Signore saprà trarre dovunque una bella fioritura di vocazioni religiose e sacerdotali, nonchè belle schiere di militi dell'Azione Cattolica, che aiutino e completino il lavoro del clero secolare, insufficiente quasi dappertutto ai nuovi bisogni dell'educazione cristiana del popolo.
Figliuoli carissimi, vi anticipo gli auguri del santo Natale e del nuovo Anno, benedicendo di cuore tutte le vostre sante intenzioni, il vostro lavoro, la vostra Comunità e la più vasta Famiglia degli antichi allievi e dei Cooperatori .e Cooperatrici.
Nel Cuore SS. di Maria
aff.mo
Don RENATO ZIGGIOTTI
IL RETTOR MAGGIORE:
1. Dopo le feste a San Domenico Savio. — 2. Viaggio in Oriente.. 3. Visitatori Straordinari. — 4. Regolamento per gli alunni. 5. « Letture Cattoliche ». — 6. L'Anno Mariano si chiude.
IL PREFETTO GENERALE:
I. Il silenzio « sacro «. — 2. Pratica della povertà nel vitto e nel vestito.
IL DIRETTORE SPIRITUALE GENERALE: Circa la correzione fraterna.
II. - COMUNICAZIONI Circa le nostre Statistiche.
ATTI DEL CAPITOLO SUPERIORE
Il Rettor Maggiore.
Roma, 24 novembre 1954.
Figliuoli in G. C. carissimi,
1. - DOPO LE FESTE A SAN DOMENICO SAVIO. - Mi trovo già a Roma, in procinto di prendere il volo per l'Egitto, e approfitto di queste ore di attesa per inviarvi qualche pensiero a conclusione delle feste di Torino ed a preludio dell'anno nuovo in onore di San Domenico Savio.
La bontà del Signore e l'intercessione evidente della Vergine Ausiliatrice ci hanno procurato un esito superiore a ogni nostra aspettativa in tutte le manifestazioni che si succedettero dal 13 al 22 novembre. Si è visto che la Divina Provvidenza è intervenuta a favorire i nostri preparativi, dando loro un appoggio e uno sviluppo consolantissimi.
Da più di un mese avevo interessato tutti i giovani e le Comunità di Torino e dintorni affinchè supplicassero la Madonna — che ha come sgabello ai suoi piedi la luna — a regolare il tempo, data la stagione d'autunno inoltrato, in modo che i nostri cari giovani d'Italia e dell'estero potessero godere in pieno il pellegrinaggio, la sosta e la festa in onore del
loro modello incomparabile. E hanno ottenuto la grazia a perfezione! Tempo splendido fino alla conclusione.
Una delle difficoltà gravi era quella degli alloggi per le migliaia di giovani che attendevamo: una provvista eccezionalissima di materiale lettereccio favoritaci dall'Autorità militare risolse il problema, sicchè potemmo dare corso a tutte le richieste. Al nostro invito di concorrere a provvedere di doni il banco di beneficenza pro Missioni, l'adesione fu generosa, anzi veramente grandiosa per quantità e qualità di doni.
Ma quello che soprattutto riuscì solenne fu il programma delle conferenze, dei tridui predicati e della festa finale. Gli oratori che si succedettero nel nostro vasto, magnifico teatro dell'Oratorio, furono tutti applauditissimi e ricchi di pensieri edificanti, di originali applicazioni sulla vita del Santo, così breve ma intensa di santi fervori, sulla famiglia, sull'eroismo delle sue virtù. L'onorevole Edoardo Martino, deputato e già Sottosegretario al Ministero degli Interni, parlò alle Autorità e ai Cooperatori ed amici più insigni dell'opera nostra; S. E. Mons. Gilla Gremigni, Vescovo di Novara, parlò ai sacerdoti e religiosi; S. E. il Segretario all'Istruzione, on. Maria Jervolino, parlò alle mamme; il comm. Nazareno Padellaro, Direttore generale delle Scuole Popolari, parlò ai professori e maestri, e i due Vescovi, di Casale — S. E. Mons. Giuseppe Angrisani e di Asti — S. E. Mons. Giacomo Cannonero — parlarono al popolo nelle sere del triduo, completarono il quadro delle glorie del santo Fanciullo, alla presenza dell'urna di S. Giovanni Bosco e sotto le volte del tempio di Maria Ausiliatrice, la vera Maestra di .ogni virtù del Padre e del piccolo Domenico. La conclusione che S. Em. il Card. Maurilio Fossati, Arcivescovo di Torino, si degnò di pronunciare al pontificale solenne del 21 -- trasmessa per radio — fu un grave monito ai giovani, ai genitori e agli educatori di concorrere tutti a migliorare la società moderna ispirandosi agli esempi del Savio, dei suoi santi genitori e del Santo dei giovani, Don Bosco.
Questi discorsi quanto prima saranno stampati e formeranno un'aureola luminosa da cui prenderanno ispirazione coloro che avranno a parlare del novello Santo.
La domenica 21, festa della Presentazione di Maria SS.ma, giunse così gradualmente preparata in un crescendo di partecipazioni solenni e cordiali da parte di tutte le categorie di persone che in qualche modo partecipano alla vita della nostra Famiglia. I Vescovi del Piemonte e delle diocesi limitrofe avevano promosso pellegrinaggi della Gioventù Cattolica delle Parrocchie; in città tutte le Scuole medie avevano ricevuto dal Provveditore agli Studi e dai Professori di Religione invito a venerare le Reliquie del Santo dei giovani, gloria di Castelnuovo Don Bosco e del Piemonte; i nostri Istituti vicini e quelli delle Figlie di Maria Ausiliatrice, i Religiosi e le Suore, gli Ex-Allievi e i Cooperatori, gli educatori e le educatrici, sentirono gli appelli del loro amore a Don Bosco e al piccolo Santo, sicchè alla processione organizzata per il pomeriggio affluirono folle e folle di giovani -- se ne contarono oltre trentamila — e sfilarono compatti cantando, tra bandiere e vessilli, sostenuti da una ventina di bande, tra una folla plaudente nel cuore della città.
Il Governo era ufficialmente rappresentato da S. E. il Sottosegretario al Ministero degli Interni, on. Bisori; le Autorità tutte della nostra città vollero intervenire al pontificale e alla processione; S. Eminenza il Card. Arcivescovo, preceduto da una ventina di Vescovi, tra i quali i Salesiani Mons. Emanuel, Mons. Rotolo, Mons. Lucato, Mons. Iturriza, e gli Arcivescovi Mons. Tavella e Mons. Turcios, scortarono l'urna benedetta delle Reliquie di San Domenico Savio, sovrastante a un carro elegantissimo di velluto cremisi, ornato di fiori freschi della Riviera ligure, dono dei nostri allievi e Cooperatori; ai fianchi e al seguito, coi parenti del Savio e le Autorità di Mondonio, Castelnuovo Don Bosco e Riva di Chieri, l'elettissima schiera di 32 Presidenti o rappresentanti dei Presidenti nazionali degli Ex-Allievi, riuniti a convegno per l'occasione.
Al termine della processione, dall'altare di Maria SS. Ausiliatrice, prima di impartire la benedizione col SS.mo, S. Em. il Card. Arcivescovo volle personalmente dare lettura del telegramma-messaggio inviato dal Santo Padre al Rettor Maggiore come dono prezioso e ambitissimo, corona d'oro dei nostri festeggiamenti. Eccone il testo:
DEL VATICANO CITTÀ.
Rev.mo Sac. Renato Ziggiotti,
Rettor Maggiore dei' Salesiani.
Paternamente presente con la gioventù salesiana d'Italia e del mondo alla solenne celebrazione del novello Santo Domenico Savio, l'Augusto Pontefice è lieto di additare ad essa l'Angelico alunno di San Giovanni Bosco nuova fulgida gemma nella densa coorte dei giovani vincitori del secolo, seguaci del mistico Agnello. Da Lui implorando alle schiere giovanili di ogni paese che ne accompagnano il trionfo luce e conforto ai santi ardimenti della vita cristiana, ad esse sua Santità invia di gran cuore sprone alla virtù, auspicio di grazia per i più nobili entusiasmi del bene l'implorata apostolica benedizione.
DELL'ACQUA, Sostituto.
Il Bollettino Salesiano vi darà più ampia relazione di tutti i particolari notevoli delle gloriose giornate. Io mi limito ora a porgere i più vivi ringraziamenti, come facemmo la sera stessa del 21 nella nostra Basilica, con tutta la Famiglia dell'Oratorio riunita: ringraziamento a Dio, alla Vergine SS.ma e ai nostri Santi che ci favorirono il bel tempo, l'adesione cordiale di tutte le Autorità e l'entusiasmo incontenibile dei Confratelli, dei giovani; e poi a tutti coloro che coll'opera, col consiglio, con l'appoggio e col soccorso in danaro resero possibile la completa organizzazione dei festeggiamenti.
Del Convegno internazionale degli antichi Allievi e del ricevimento solenne al Municipio di Torino da parte dell'ill.mo Sindaco nob. avv. Amedeo Peyron, parlerà il sig. D. Seriè e troverete ampia relazione in Voci Fraterne e nel Bollettino Salesiano.
2. - VIAGGIO IN ORIENTE. — Sono sulle mosse per intraprendere domani il viaggio progettato nelle nostre Ispettorie del Sol Levante, come vi ho annunciato negli ultimi Atti Capitolari. Riceverete insieme con questo numero anche un fascicoletto, preparato a mano e riprodotto dalla Tipografia del Colle Don Bosco, in cui sarà più facile seguire l'itinerario e dar idea più esatta dell'opera nostra ai Confratelli, ai giovani, ai Cooperatori ed amici. Non mi parve inopportuno nè vanitoso interessare tutta la nostra Famiglia a questo viaggio, perchè son certo che susciterà profonda commozione nelle Case che andrò a visitare il sentire che la mia visita è accompagnata dal pensiero e dal cuore d'un'immensa folla di Salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice, allievi, Ex-Allievi e Cooperatori uniti quotidianamente in preghiere ed offerte d'ogni genere. Vorrei proprio realizzare sensibilmente dovunque la Comunione dei Santi, riunendo i palpiti di ognuno nei SS. Cuori di Gesù e di Maria, nell'intercessione potente dei nostri Santi e Servi di Dio per comunicare questo tesoro immensurabile a ogni famiglia e ad ogni persona che incontrerò. Lo stesso Santo Padre mi ha incoraggiato a questo con la sua benedizione e con altri favori spirituali.
Sia dunque un pellegrinaggio collettivo verso tutte queste nostre Ispettorie e Missioni: parlatene ai giovani, fatene conoscere il mirabile sviluppo verificatosi in questi ultimi trent'anni, e ciò serva a mantenere vivo nelle Case il fervore della pietà, l'amore alle Missioni e a Don Bosco, conquistatore di anime sempre più potente.
3. - VISITATORI STRAORDINARI. — Penso opportuno ricominciare le visite straordinarie dall'Italia. Durante quest'anno saranno visitate le seguenti Ispettorie:
Contemporaneamente il R.mo D. Giovanni Antal, Catechista generale, visiterà nelle altre Ispettorie d'Italia le Case di formazione e le Parrocchie con l'intento di raccogliere dati ed esperienze per una prossima riunione di Superiori delle Case di formazione e di Parroci.
Vi prego di accogliere questi Superiori con animo filiale e di concorrere tutti a rendere utili le loro visite per il miglior andamento delle opere nostre.
4. - « REGOLAMENTO PER GLI ALUNNI ». - 1\1 On vorrei che passasse_ dimenticato un centenario di grande importanza per la nostra storia. Nell'anno scolastico 1854-55 entrava in vigore a Valdocco il Regolamento per gli alunni, nell'anno stesso dell'entrata di San Domenico Savio. Invito tutti i Direttori a fare qualche conferenza ai. Confratelli e a commentarb opportunamente ai giovani questo capolavoro pedagogico che ha operato miracoli dappertutto, ove è stato applicato con intelletto d'amore. I docenti e gli studiosi di pedagogia ne facciano oggetto di lezioni e di articoli per le nostre riviste. Tutti facciamone tesoro, collegandolo con la Strenna 1955 che propone San Domenico Savio a modello dei nostri allievi.
5. - « LETTURE CATTOLICHE ». Un altro impegno che vogliamo favorire e sostenere è quello delle Letture Cattoliche. Abbiamo veduto nascere in parecchie nazioni questa pubblicazione, quasi polloni rinascenti sulle vecchie radici dal tronco piantato da San Giovanni Bosco un secolo fa. Anche noi a Torino abbiamo voluto rinnovare la veste e dar nuovo impulso alla gloriosa pubblicazione, studiando a lungo e assecondando i gusti dei lettori moderni, troppo viziati da una stampa senza scrupoli e seducente con tutti i mezzi più velenosi per le anime. Uscirà il primo numero di esse in questi giorni, con un sopra-titolo invitante: Meridiano 12. Ma la sostanza è sempre la stessa: il meridiano 12 è il meridiano di Roma e specifica e scolpisce meglio l'antico titolo che torna ancor più vivo e battagliero. Roma, il Papa, Gesù Cristo in terra; la via, la verità, la vita verace nel dogma e nella morale, nella vita individuale e sociale, per il popolo e per i potenti, a smascherare l'errore e glorificare la virtù, a premunire gli innocenti e incoraggiare i volonterosi.
. Il desiderio dei Superiori sarebbe che tali letture divenissero veramente universali in tutte le famiglie dei Confratelli e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, dei nostri allievi ed Ex-Allievi, tra i Cooperatori, nelle Case di cura, nelle biblioteche circolanti, nelle pie Associazioni e nei Circoli cattolici; vorremmo che anche all'estere, ne imitassero tutti l'esempio e che della buona stampa facessimo veramente una campagna, una crociata, in adesione all'articolo 8 delle nostre Costituzioni, che pone tra le nostre specifiche attività « la diffusione di buoni libri nel popolo, per porre un argine all'empietà e all'eresia, che tenta tutti i modi per insinuarsi tra i rozzi e gli ignoranti ».
6. - L'ANNO MARIANO SI CHIUDE. — Carissimi figliuoli, quest'Anno Mariano si chiude con un aumento di devozione a Maria SS.ma Immacolata Ausiliatrice, pellegrina d'amore in tutte le nostre Case e soprattutto nei nostri cuori. Oh, non perdiamo tale fervore salutare, ma alimentiamolo sempre in noi e negli altri: è Maria SS.ma la Madre e la Regina della Famiglia salesiana e non può dirsi Salesiano chi non ama Maria SS.ma. Ma l'amore è fatto di opere; Maria SS.ma ha dato a noi Don Bosco, la S. Regola, i Superiori come custodi di essa. Ecco la via sicura per dimostrare il nostro amore a Maria: vivere da santi Salesiani.
A commento della Strenna permettetemi di proporvi l'articolo 21 del Regolamento della Compagnia dell'Immacolata, dettato cent'anni fa da quel giovane dodicenne ardente d'amore a Maria e affamato di santità. Meditiamolo, commentiamolo in lungo e in largo e procuriamo di attuarlo noi per renderlo scuola di santità tra i nostri giovani:
Una sincera, filiale, illimitata fiducia in Maria, una tenerezza singolare verso di Lei, una devozione costante ci renderanno superiori a ogni ostacolo, tenaci nelle risoluzioni, rigidi verso di noi stessi, amorevoli col nostro prossimo ed esatti in tutto ».
Quale programma di vita apostolica, salesiana!
Vi rinnovo gli auguri per il santo Natale e pel nuovo Anno, invocando su tutti le più elette benedizioni di Gesù Bambino.
Aff.mo vostro in C. J.
Sac. RENATO ZIGGIOTTI
COMUNICAZIONI
LE NOSTRE STATISTICHE. — Ci sta molto a cuore perfezionare il lavoro statistico della nostra Società, tanto importante per la cronistoria della Congregazione, tanto richiesto dalla Santa Sede e dagli studiosi (sempre in aumento), delle Opere di Don Bosco.
I nostri MODULI STATISTICI sono cinque:
Siccome l'esperienza dimostra che se si lascia la redazione di questo modulo alle singole Case è molto difficile ottenere la precisione dei dati, l'unità di interpretazione di alcune voci e la puntualità della consegna, vorremmo proporre ai signori Ispettori di preparare questi dati durante la Visita ispettoriale. Basterebbe portare con sè i tre fogli per ciascuna Casa e, insieme col Direttore, compilare i dati richiesti, potendo controllare di presenza le cifre e le opere. Ottenute le tre copie uguali se ne lascia una all'Archivio della Casa, portando con sè le altre due: una per l'Archivio Ispettoriale e l'altra da spedire a suo tempo alla Segreteria del Capitolo Superiore.
NB. — Riguardo al tempo in cui si devono *spedire i cinque moduli sopra descritti alla Segreteria del Capitolo Superiore: In questi ultimi anni si chiedeva alle Ispettorie che cominciano l'anno scolastico più o meno come in Europa, tra ottobre e dicembre (I volume del Catalogo), che li spedissero già in gennaio dell'anno scolastico in corso. Ma siccome per alcuni dati risultava troppo presto, e a quell'epoca l'Ispettore non ha ancora completata la Visita ispettoriale, abbiamo pensato bene che si può attendere fino alla fine dell'anno, passate persino le vacanze; giungeranno così insieme con quelli del II volume, che devono essere anche pronti a quell'epoca. Così le Statistiche dell'anno scolastico 1954-1955 basterà che siano spedite in dicembre 1955 o al più tardi in gennaio 1956.
* Preghiamo tutti gli interessati di aiutare ad ottenere una più accurata compilazione delle nostre Statistiche!
IL RETTOR MAGGIORE:
Nota sul suo viaggio in Oriente.
IL PREFETTO GENERALE:
Infermeria e cura dei Confratelli ammalati.
IL DIRETTORE SPIRITUALE GENERALE:
1. Problema delle vocazioni. — 2. Fedeltà alle funzioni domenicali.
IL CONSIGLIERE SCOLASTICO GENERALE:
L'Epistolario di San Giovanni Bosco.
II. - COMUNICAZIONI E NOTE CATALOGO: Uniformità nel modo di elencare í nomi.
ATTI DEL CAPITOLO SUPERIORE
Il Rettor Maggiore,
come tutti ormai sanno, sta visitando le case dell'Oriente salesiano; passerà poi in Australia e agli Stati Uniti. Si spera che possa rientrare a Torino verso la metà di giugno. Le notizie che ci sono pervenute finora sono consolantissime: il Successore di Don Bosco è ricevuto con esultanza e venerazione da confratelli, allievi, ex-allievi e cooperatori dappertutto, e lascia in tutti le più soavi impressioni. Si rinnovano sul suo passaggio le scene di cui leggiamo nella vita del Venerabile Don. Rua. È facile immaginare la gioia dei confratelli soprattutto; a tutti è data la possibilità di parlare col Padre, almeno per quanto lo permettono le limitazioni dell'itinerario. Mi sembra superfluo ripetere le raccomandazioni che si preghi e si faccia pregare per il sig. Don Ziggiotti, affinchè il suo viaggio continui felice e fruttuoso. In molte case anche gli allievi sono aiutati a seguire lo svolgimento del viaggio attorno al globo, suscitando interesse ed entusiasmo che può anche sfociare in qualche vocazione; ma che sempre fa parte di quello spirito di famiglia che fa partecipare i nostri allievi a tutto quello che interessa la nostra amata Congregazione.
Il Prefetto Generale.
INFERMERIA. - Da qualche tempo è invalsa, in alcune case, la pratica di mandare i confratelli ammalati ad ospedali o cliniche, al di fuori della necessaria degenza dovuta ad ope‑
razioni o ragioni speciali.
a) Si adduce come ragione per questo procedimento il fatto che all'ospedale il malato può avere cure più abbondanti
e assistenza non sempre possibile in casa per la scarsità del personale.
b) In qualche casa si è addirittura abolita l'infermeria col pretesto che si aveva bisogno di locali per scuole od altro.
Forse non si è riflettuto abbastanza sulle conseguenze che nascono da simile pratica. Ci riferiamo, naturalmente, ai casi ordinari, per i quali è possibile la cura nelle nostre infermerie:
e) Nel caso di malattie che portano alla morte, si son visti confratelli morire senza l'amorosa assistenza di un Salesiano, e senza i conforti religiosi.
Grazie a Dio, abbiamo anche l'esempio ammirevole di malati che sono al centro delle attenzioni dei confratelli, che li assistono, li visitano spesso, li vegliano di notte, rendendoli felici in mezzo ai loro dolori. Facciamo voti che così sia in tutte le nostre case, anche a costo di sacrifici.
Quindi:
infermiere, scelto con prudenza, con esclusione assoluta di
donne.
e) Quando i confratelli devono ricorrere ad ospedali e
cliniche, vi dimorino il meno possibile, procurando di passare la loro convalescenza in comunità, circondati dalle necessarie attenzioni e dall'affetto dei confratelli. Gli ammalati cronici preferiranno la propria casa a. qualunque clinica od ospedale, se non mancherà loro la visita del medico, almeno due volte la settimana; se scorgeranno, in chi li assiste, fraterno affetto; se il direttore della casa farà la sua visita quotidiana; se infine si potrà dimostrare loro che non si fa economia nelle medicine
e nel vitto conveniente.
Affinchè poi i confratelli infermieri possano compiere con
profitto l'opera loro a pro degli ammalati e godere la fiducia dei loro assistiti, è necessario che siano istruiti in materia. Vi sono, a questo fine, dei corsi speciali di pronto soccorso e
scuole per infermieri.
Nelle comunità numerose l'infermiere non sia aggravato
da altri incarichi impegnativi che gl'impediscano di attendere
agli ammalati.
Si è fatto rilevare che i nostri Regolamenti dicono poco
su quest'argomento. Si potrebbe forse rispondere che sono superflue le norme ove regna la carità; come sarebbero inutili là ove mancasse. La norma migliore ci potrebbe esser suggerita da quelle parole di Gesù: « Ero infermo e mi avete
visitato ».
La cura dei nostri malati dev'esser tale da riflettere il nostro
spirito di fede e di famiglia.
1) PROBLEMA DELLE VOCAZIONI.
Visitando gli Aspirantati e Noviziati, ognor più mi convinco che facciamo ancora troppo poco per risolvere il problema delle vocazioni e sento il bisogno di fare eco alla parola accorata del Rev.mo Rettore Maggiore negli Atti del Capitolo Superiore del maggio-giugno 1954: « Prendiamo tutti a cuore il problema delle vocazioni ».
Gli Aspirantati languiscono, in alcuni casi, in edifici inadatti; il numero degli aspiranti è insufficiente per i bisogni delle Ispettorie, molti sono incerti ancora nella vocazione; non pochi di essi stanno con noi solo per terminare a poco prezzo i loro studi. Naturalmente quale è l'Aspirantato, tale sarà il Noviziato. Purtroppo anche raggruppando i novizi di due Ispettorie, i Noviziati risultano ancora meschini, alle volte di numero insufficiente per ottenere un ambiente formativo.
Eccovi alcuni suggerimenti per la soluzione del problema delle vocazioni:
e) Propaghiamo la devozione a Maria Ausiliatrice facendo erigere in ogni chiesa o cappella nostra la pia Unione dei Devoti di Maria SS. Ausiliatrice, e poi diamo vita a questa Associazione: non consista solo in un decreto di erezione incorniciato. Propaghiamo la devozione ai nostri Santi, a Don Bosco e a S. Domenico Savio.
d) Impegnamoci a creare un ambiente salesiano, di pietà, di purezza, di carità e di sacrificio. Solo in tale ambiente sbocciano e maturano le vocazioni. Vediamo che, ove le Compagnie religiose svolgono la loro attività salesianamente, i giovani si sentono attratti dallo spirito del nostro Padre e volentieri rispondono alla chiamata del Signore. I risultati finora ottenuti ci fanno sperare che con un po' di aumento di fervore zelante da parte dei dirigenti, i novizi provenienti dai diversi Istituti ed Oratori saranno ognor più numerosi.
e) Nostro impegno costante sia quello di allontanare i pericoli che minacciano la virtù dei nostri giovani. E qui ricordo il cinema, lo sport esagerato. Vi sembra, cari confratelli, che S. Giovanni Bosco tollererebbe certe proiezioni nelle sue case? Potete conciliare la grazia della vocazione di un giovane con una rappresentazione che sa di mondo?
Basta uno sguardo, una parola, un nonnulla per perdere il dono di Dio. Cristo e Belial non possono stare insieme.
Ci conceda il Signore di essere sempre fedeli alla mente ed al cuore del nostro santo Fondatore!
2) FEDELTÀ ALLE PRESCRIZIONI NELLE FUNZIONI DOMENICALI.
Richiamo l'attenzione sopra disposizioni date dal penultimo Capitolo Generale, che non giunsero ancora a conoscenza di tutti.
In quell'occasione si discusse e si deliberò anche a riguardo della seconda Messa e dei Vespri, obbligatori nei nostri internati. Queste deliberazioni furono pubblicate nelle Pratiche di pietà in uso nelle Case salesiane e sono le seguenti:
NEI GIORNI FESTIVI:
difficoltà non sia possibile cantarli, saranno sostituiti con altre pratiche: l'Ispettore ne otterrà il permesso dal Rettor Maggiore. Tuttavia per continuare la tradizione lasciataci da D. Bosco e per aderire al movimento liturgico, si lavori per introdurre i Vespri ovunque è possibile.
Prima o dopo i Vespri, vi sarà l'istruzione religiosa, la quale, nelle case dove le condizioni degli alunni sono molto disparate per età e cultura, ad una delle sezioni può essere fatta a parte, in sala apposita, con proiezioni ed altri sussidi.
Si concluderà per tutti con la Benedizione eucaristica.
Osservazioni:
S. S. Pio XII nell'Enciclica Mediator Dei, comparsa poco dopo il Capitolo Generale, raccomanda vivamente che non cessi la pia consuetudine di cantare i Vespri e che si richiami in vigore ove fosse scomparsa.
L'augusto ammonimento deve essere da noi accolto con la filiale devozione che S. Giovanni Bosco c'insegnò a nutrire verso il Vicario di Gesù Cristo.
L'Epistolario di San Giovanni Bosco.
È uscito in questi giorni il 10 volume dell'Epistolario dì San Giovanni Bosco, a cura di Don Eugenio Celia, contenente le lettere del Santo dal 1835 al 1868 (717 lettere).
Si tratta di un volume in-8, di pagine 624, nitidamente stampato dalla S. E. I. di Torino. Ne seguiranno tre altri per la raccolta completa.
Come nota il caro Don Ceda nell'introduzione, « in questa svariata corrispondenza intima, che si estende a tutte le fasi dell'esistenza del Santo, ci è dato veramente di leggergli nell'animo, di cogliere i palpiti segreti del suo cuore, di osservare da vicino le sue iniziative in disegno e in atto, assistere alle sue lotte e alle sue pene, non che alle sue gioie e ai suoi trionfi ».
Un libro che non deve mancare in nessuna Casa salesiana, accanto alle Memorie biografiche, agli Annali della Congregazione e alle Opera omnia di D. Bosco.
La pubblicazione non interessa solo i Salesiani, ma anche gli studiosi e gli amici delle Opere di Don Bosco; perciò i signori Ispettori e Direttori possono far richiesta di più copie per omaggi o per appagare persone studiose.
Le richieste devono essere dirette esclusivamente al Segretario Generale del Capitolo Superiore. Il prezzo del volume è di L. 2000.
COMUNICAZIONI E NOTE
Catalogo. — Per l'elencazione e la ricerca di nomi nel Catalogo è necessario seguire una norma comune, anche se gli usi locali possono esser diversi.
Si prega pertanto di porre sempre per primo il cognome del padre, e per primo nome di battesimo quello con cui il confratello è generalmente conosciuto. Quando fosse necessario usare il cognome della madre, esso venga dopo quello del padre.
IL RETTOR MAGGIORE:
1. Impressioni dall'Oriente. — 2. Cura delle Vocazioni.
IL PREFETTO GENERALE:
1. Sul viaggio del Rettor Maggiore. — 2. La « buona educazione «.
IL CATECHISTA GENERALE:
1. Cura spirituale dei confratelli tirocinanti. — 2. Pratiche di pietà dei giovani.
II. - COMUNICAZIONI E NOTE Nuova pubblicazione.
ATTI DEL CAPITOLO SUPERIORE
Il Rettor Maggiore.
Rangoon (Birmania), 16 febbraio 1955.
Carissimi figliuoli in G. C.,
Termino oggi la visita all'India e Birmania, e mi preparo a scendere nella Thailandia; approfittando di queste poche ore di attesa, vi mando un ringraziamento e qualche riflessione su quanto ho finora veduto.
Vi ringrazio dell'affetto col quale so che seguite il mio itinerario, elevando preghiere all'Altissimo per me e per tutte le Opere Salesiane, che di giorno in giorno vado incontrando. Sento l'effetto di questo vostro filiale aiuto spirituale, e mi accorgo che la Vergine Ausiliatrice e i nostri cari Santi Patroni vegliano e mi assistono, affinchè il mio piede non urti contro gli ostacoli e le mie labbra possano essere canali di benedizioni celesti, di letizia, di fervore di vita Salesiana.
Oh come ogni giorno sgorga fervente dal,mio cuore il ringraziamento a Dio per l'ispirazione che mi ha dato di venire a vedere i confratelli, le Figlie di Maria Ausiliatrice, i giovani e i cooperatori di queste lontane Ispettorie missionarie! Leggere le relazioni e studiare sulle carte geografiche i lavori e i viaggi degl'Ispettori, dei Missionari è ben altra cosa che vedere coi propri occhi, parlare a viva voce, percorrere le distanze, ammirare le opere compiute e gustare le lodi delle Autorità e 'dei cooperatori per il bene che si fa dappertutto.
Vorrei che tutti poteste accompagnarmi, per confermarvi nella vostra santa vocazione e cantare entusiasticamente l'inno:
« Cantiam di Don Bosco, fratelli, le glorie, l'ardito pensiero, il cuore gentil, le lotte giganti, l'eccelse vittorie: Don Bosco, è un canto infinito, che udranno del mondo le mille città ».
Se questo si poteva cantare già quaranta o cinquant'anni or sono, lo' si può con maggior ragione oggi, davanti a una realtà che, contemplata in queste terre lontane, commuove ed esalta ogni cuore di figlio devoto.
Una riflessione tra le più convincenti è questa, che io feci più volte a questi confratelli nelle conferenze. L'alba del nostro sole in Oriente (India, Siam, Cina, Giappone) fu nel 1906, con D. Giorgio Tomatis, che venne a Tanjore e poi a Madras a mettere il primo seme. Furono le sue prime vocazioni il defunto Vescovo, Mons. Mariaselvani, e un caro coadiutore, il veterano sig. Savarimuthu. La pianticella crebbe silenziosa e modesta fino alla grande guerra del 1915-18; ma per produrre i primi rampolli si dovette attendere il 1922, con le tre Case di Shillong, Raliang, Gauhati; il 1925 per Calcutta; il 1928 per Bombay e Bandel. Poi, dopo la canonizzazione di Don Bosco, con la grandiosa spedizione missionaria di quegli anni di grazia (che registrarono una media di 200, 230 all'anno, in Oriente e Occidente) è facile constatare col catalogo alla mano ciò che avvenne in India, in Cina e in. Giappone, dal 1930 al 1940: si moltiplicarono le Case e le Missioni, i confratelli e le opere. Purtroppo, durante la seconda guerra mondiale, vi furono dieci anni di sospensione; ma ora le vocazioni locali stanno rinsanguando di personale le' arterie impoverite, incoraggiate al lavoro dai vecchi' operai.
Le due Ispettorie dell'India noverano. infatti 64 case e 485 confratelli; attorno a ciascuna di queste case e sulle spalle dei confratelli sul campo del lavoro (ne vanno sottratti ben 130 che sono nelle case di formazione) gravita una massa di giovani, un esercito di fedeli e schiere senza numero di anime ancora lontane da Gesù Cristo, alle quali si vorrebbe arrivare almeno con qualche barlume di luce evangelica.
Quale tristezza infatti, per ogni anima cattolica e di vero senso religioso, passare in queste città pagane, buddiste, maomettane, induiste, e riconoscere che i cattolici sono tuttora una frazione così piccola, poche gocce, piccolo ruscello d'acqua dolce in un mare d'acqua salata! Specialmente nel Nord India si conta un cattolico su 323 persone e un sacerdote ogni 205.360 non cattolici. È la statistica dell'india Missionary Bulletin del marzo 1953. E in Birmania, su 16.800.000 abitanti, i cattolici sono 150.000 con 225 sacerdoti.
Ma va tenuto conto delle superfici immense sulle quali sono sparsi i nostri sacerdoti per lo scarso numero dei fedeli. Per fare un esempio: nella diocesi di Shillong, la residenza di Marbisu ha tre sacerdoti, e i 6700 cattolici sono sparsi in ben 114 villaggi, distanti dal capoluogo fino a cinque giorni di cammino, tra selve e colline, fiumi e valli. Eppure per la festa patronale li vidi affluire a squadre, devoti e sereni, sacrificando anche una intera settimana, per compiere i loro doveri religiosi e trascorrere le loro giornate, accampati alla meglio nei pressi della loro bellissima chiesa, testè costruita con offerte dei fedeli dell'isola di Malta.
In questo immenso campo si lavora tra una molteplicità di razze e di lingue, che fa pensare realmente alla torre di' Babele, donde i discendenti prossimi di Noè si divisero il mondo; il clima tropicale presenta gli estremi di siccità desertiche e di lussureggianti vegetazioni; vi sono popolazioni e tribù che, avvicinate dalla luce del Vangelo, lo abbracciano con spontaneo fervore; e altre che non dànno ancora speranza di conversione, o reputano la fede cattolica un derivato della loro religione; in alcune vastissime zone, le caste segnano barriere insormontabili; in altre, il matriarcato è in aperto contrasto con la legge naturale, che dà, all'uomo il primo posto nella famiglia, poiehè l'erede legittima viene ad essere l'ultima tra le figlie.
Ed ora, a sostenere e difendere lo spirito nazionalistico e le tradizioni millenarie, ecco la minaccia di una nuova legge che vieta ai missionari ogni proselitismo e chiude la porta all'entrata degli stranieri, sacerdoti e missionari.
Proprio ora che, col chiudersi del periodo bellico, a noi era dato di riprendere il ritmo del 1930-40, inviando bei gruppi di giovani ardenti, a rinforzare le file diradate e confortare i vecchi pionieri della fede, ecco che dobbiamo segnare il passo e attendere chissà quale ora provvidenziale, in aiuto alla Chiesa cattolica indiana, già bene organizzata ecclesiasticamente, ma povera di operai e di mezzi.
Però, est Deus in Israel!
Ho veduto a Tirupattur, a Bandel, a Shillong, a Sonada, a Kotagiri, a Yercaud, a Mawlai, sette case di formazione di aspiranti, novizi, filosofi e teologi, in massima parte indiani, ricchi di fervore e di pietà, amanti dello studio e del lavoro, uniti tra loro e coi Superiori, che si preparano a fare tutto ciò che occorre per addestrarsi al lavoro salesiano delle case e delle missioni. Ecco la divina Provvidenza, che trova subito la nuova via per mantenere viva la Chiesa e la Congregazione; sono oltre 300 aspiranti nelle case apposite; altri maturano un po' dappertutto, sicchè i due noviziati insieme sorpasseranno, già l'anno prossimo, i 50 novizi.
Le mie raccomandazioni dappertutto furono appunto sulla formazione immediata, costante, universale di vocazioni, e sul dovere di mantenerle e farle arrivare a maturità, quando i giovani confratelli arrivano a lavorare nelle case come chierici e come coadiutori. Non è forse ciò che dobbiamo fare ovunque, carissimi confratelli, figliuoli dilettissimi?
L'avvenire della Congregazione è tutto impostato sulla scelta e sulla formazione dei nostri giovani aspiranti e confratelli. Tutti devono sentire questo assillo pungente, in tutte le Case, senza eccezione, specialmente dove le vocazioni sono scarse e dove le domande di fondazioni costituiscono la quotidiana ansia degl'Ispettori e Direttori. Chi non vede la scarsezza dei docenti, dei sacerdoti da dedicare agli Oratori e alle Parrocchie, dei coadiutori per le Scuole Professionali, dei missionari che sappiano affrontare i rischi e le solitudini, le amarezze e le fatiche di una vita randagia, in cerca dei loro fedeli e delle conversioni che Gesù attende dovunque?
Per correre incontro a questi bisogni, dobbiamo tutti anelare a maggiore santità, vivere meglio la nostra obbedienza, accettare i nostri piccoli e grandi sacrifici, essere più generosi con Dio e col prossimo, praticare meglio il nostro sistema educativo, vivendo tra i giovani e per essi, sviluppare la pietà, la moralità, l'allegria sana, le nostre belle Compagnie religiose e tutti quei mezzi sapienti che il nostro Regolamento ci suggerisce e raccomanda.
È per l'inosservanza di qualcuno di tali mezzi che mancano le vocazioni e che se ne perdono tante nel momento più bello e più vicino alla mèta: nel nostro tirocinio pratièo! Oh la gioia di un Direttore che può consegnare all'Ispettore tutti i suoi chierici e coadiutori per la professione perpetua o per la teologia!
Figliuoli carissimi, ecco il mio ritornello solito: la lingua batte dove il dente duole! Ma so che i vostri cuori sono aperti e pronti ad accettare queste raccomandazioni, che trovo logiche, considerando i bisogni non solo delle Ispettorie missionarie, ma di tutte le Ispettorie d'Europa, d'Asia e d'America.
Continuate, vi prego, ad accompagnarmi con le vostre preghiere; studiate e praticate bene la strenna che ci ha mandato dal Cielo il nostro piccolo Santo; gradite i miei saluti,
e credetemi vostro aff.mo in C. J.
Don RENATO ZIGGIOTTI
Maggio-Giugno 1955 N. 186
COMUNICAZIONI E NOTE
NUOVA PUBBLICAZIONE.
È stato pubblicato dal nostro confratello Don Pietro Braido, Preside dell'Istituto Superiore di Pedagogia, IL SISTEMA PREVENTIVO DI DON BOSCO. Di esso è una esposizione completa e scientifica. Lo si potrà richiedere al predetto Istituto, Piazza Conti Rebaudengo, 22 - Torino.
RETTOR. MAGGIORE:
Note sul suo viaggio e la Strenna per l'anno 1956.
IL PREFETTO GENERALE:
1. Le vacanze estive. — 2. Le rette dei giovani.
ATTI DEL CAPITOLO SUPERIORE
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Il Rettor Maggiore
sta ultimando il suo lungo viaggio con la visita all'Ispettoria di New York. Egli intende fare colà anche i suoi Esercizi Spirituali, che gli serviranno di sosta riposante, prima di riprendere le sue ordinarie occupazioni al suo ritorno in sede.
Mi sembra superfluo rilevare quanto sacrificio debba esser costato all'amato Superiore questo lungo viaggio, con tutto quello che esso implica. Eppure egli si dice felice di averlo intrapreso, perchè ha potuto vedere quanta consolazione abbia portato ai confratelli la' visita del Padre, constatare di persona il loro continuo sacrificio e il frutto dei loro sudori, conoscere persone, cose, luoghi e necessità di tanti paesi lontani. Preghiamo il Signore che gli conservi forte la salute e il vigore. Sarà a Torino, a Dio piacendo, ai primi di luglio.
Sapendo quanto stia a cuore al Ven.to Rettor Maggiore il progresso spirituale dei suoi figliuoli, cerchiamo di fare col massimo impegno i nostri Esercizi Spirituali, per uscirne rinnovati nello spirito.
A chi ci chiede quali siano i Ricordi degli Esercizi, ricordiamo che essi sono contenuti nella strenna per il 1955: San Domenico Savio addita ai giovani la via della virtù; ricorda ai genitori e agli educatori la sapiente pedagogia di San Giovanni Bosco. Questo vale per tutto l'anno solare 1955.
Il Rettor Maggiore poi anticipa, per le necessità di coloro che devono preparare pubblicazioni, anche la strenna per il 1956, che servirà anche come « Ricordi degli Esercizi » per tutto quell'anno: Educatori, allievi, ex allievi e cooperatori salesiani diano la massima importanza all'istruzione religiosa, sostegno della fede e guida sicura* nella vita cristiana.
Il Prefetto Generale.
I. LE VACANZE ESTIVE DEI CONFRATELLI. - Non vorremmo certo che fossero « vendemmia del diavolo », mentre invece son destinate a rifarci nello spirito, per mezzo degli Esercizi Spirituali e di buone letture; e anche nel fisico, col necessario riposo.
Ma un pericolo esiste anche per noi: il rallentarsi delle attività solite e degli orari può condurre facilmente all'inosservanza religiosa, alla trascuranza delle pratiche di pietà e di comunità, alle facili uscite, ai viaggi superflui o non autorizzati. I confratelli, che sono liberi da speciali incombenze, procurino di sollevare lo spirito con quelle buone letture che non hanno potuto fare durante l'anno; per completare la necessaria cultura sacerdotale, scolastica, religiosa e tecnica, e preparare il lavoro di scuola e di ministero, per la ripresa delle scuole.
Raccomandiamo l'oculata assistenza degli allievi che rimangono in Casa can noi durante le vacanze, allontanandoli dall'ozio, padre di ogni vizio; l'assistenza coscienziosa nei campeggi e nelle colonie marine: guai a noi, se le vacanze che i giovani passano con noi avessero a riuscir loro fatali per colpa o incuria nostra!
Ricordiamo che le sante Regole e i Regolamenti vietano le vacanze in famiglia. D'intesa col proprio Ispettore, i soci potranno passare qualche tempo in altra Casa, allo scopo di prendere il necessario sollievo.
Vorremmo tributare una parola di lode e di compiacimento a quei confratelli che, dopo le estenuanti fatiche dell'anno scolastico, si dedicano ancora all'apostolato dell'assistenza nei campeggi estivi, che si vanno istituendo un po' dappertutto per allontanare i giovani dai pericoli delle vacanze e dai calori estivi delle città. Quest'apostolato risponde, almeno in parte, alla raccomandazione di Don Bosco, contenuta nei Regolamenti: « Si favorisca la permanenza degli alunni, sia studenti ehe artigiani, nelle nostre Case, durante le vacanze » (126).
Luglio-Agosto 1955 N. 187
IL RETTOR MAGGIORE:
1. Dopo il viaggio in Oriente. Alcune riflessioni sul viaggio. — 2. Nuova Crociata missionaria: Ai Missionari - a tutti i Confratelli - ai Giovani. — 3. La Strenna per il. 1956: Istruzione religiosa intensificata.
IL PREFETTO GENERALE:
1. Gli Atti del Capitolo Superiore.- loro importanza per tutto il mondo salesiano. Occorre far conoscere il loro contenuto a tutti i Confratelli.
IL DIRETTORE SPIRITUALE GENERALE:
1. Incremento e potenziamento delle nostre Compagnie religiose. 2. Fedeltà alle nostre Pratiche di Pietà.
IL CONSIGLIERE PER LE MISSIONI:
I. Prendiamo a cuore la nuova Crociata missionaria. — 2. Propaganda missionaria. — 3. Aiuto economico alle Missioni.
II. - COMUNICAZIONI E NOTE
1. Sull'uso della nostra Riduzione Ferroviaria in Italia. — 2. Compilazione dei moduli statistici del 1955. — 3. Pagelle per la nomina dei Direttori. — 4. Spedizione missionaria dello scorso anno 1954.
ATTI DEL CAPITOLO SUPERIORE
Il Rettor Maggiore
10 agosto 1955.
Confratelli e figliuoli carissimi,
è il terzo anniversario della nomina mia e dei rev.mi Capitolari, che nel giorno di S. Pietro in Vincoli fummo legati con aurea catena a rappresentare S. Giovanni Bosco nella direzione di questa nostra grande e prosperosa Famiglia. Sento sempre più vivo il bisogno di invocare uno specialissimo aiuto di preghiere da ciascuno di voi, perchè vedo chiaramente che soltanto l'intervento dell'Altissimo e l'intercessione di Maria SS. Ausiliatrice e dei nostri Santi possono rendere efficace il nostro povero lavoro, supplendo alle infinite manchevolezze involontarie e rimediando ai nostri difetti.
La visione recente del campo di lavoro assegnato dalla Provvidenza al nostro piccolo gregge mi ha poi talmente impressionato, che non vedo altra fonte a cui attingere coraggio e confidenza se non nella potenza del Signore. E fu in seguito a tale persuasione che, tornato all'ombra del Santuario di Maria Ausiliatrice, per prima cosa ho invitato tutti i convenuti ad accompagnarmi ai piedi dell'Altare e del quadro taumaturgo per cantare un solenne Magnificat. « Fecit nobis magna qui potens est et sanetum nomea Eius ». Grandi cose ha fatto davvero il Signore ai Figli di Don Bosco e alle Figlie di Maria
Ausiliatrice, anche dove apparentemente gli sviluppi non hanno potuto effettuarsi in misura grandiosa. Il terreno non dovunque è pronto alla coltivazione e talora esige lavoro e tempo e spese prima di dare i suoi frutti; ma generalmente ormai le strade sono aperte, i giovani accorrono alle nostre Case, i fedeli si moltiplicano, e in ogni Ispettoria il vivaio delle vocazioni promette l'espansione con gli elementi locali.
Ma per andare con ordine, permettetemi che, dopo il ringraziamento a Dio e ai nostri Santi, lo porga pure a voi tutti, alle rev.de Figlie di Maria Ausiliatrice, agli allievi ed ex allievi, ai cooperatori ed amici, per il copiosissimo tesoro di preghiere
con cui mi avete accompagnato di tappa in tappa nel viaggio davvero straordinario. Soltanto adesso, a un mese dal ritorno, dopo aver incontrato tanti che me ne fecero i complimenti e le meraviglie, mi rendo conto che altra cosa fu progettarlo sulla carta e suddividerlo di Ispettoria in Ispettoria, altra cosa fu percorrere tanta strada, in così breve tempo, vedere tante nazioni e tante case, parlare ai confratelli, alle Suore, agli allievi e amici, cambiare clima e costume, passare controlli di dogane e di passaporti, volare per cielo, per mare e per terra, alloggiare quasi ogni giorno in diverso luogo, e tutto e sempre senza incidenti, senza disturbi di salute che abbiano potuto inquietare o turbare l'andamento del viaggio.
Coi vari Ispettori e col segretario che mi accompagnavano si aveva la sensazione di essere scortati, sostenuti, rassicurati da schiere di Angeli, da un coro costante di anime in preghiera, che ripetevano per noi l'itinerario dei pellegrini e le antifone: « le vie storte si raddrizzeranno e le difficili diverranno piane. Dio diede ordine ai suoi Angeli di custodirti in tutto il tuo viaggio. - Ci guidi il Signore sulla via della pace e della prosperità, e l'Angelo Raffaele ci sia compagno di, viaggio, affinchè torniamo nelle proprie case in pace, sani e festanti ».
Le vostre preghiere ottennero in pieno il loro intento; ed eccomi a rendervene sentitissime grazie.
Ma insieme con me hanno goduto di tale comunione di preghiere tutte le Famiglie che ho visitate. Me l'hanno ripetuto cento e cento volte: si sentivano come, presi da un'ondata di affetto, di gioia, di ineffabile tenerezza, come se S. Giovanni Bosco passasse redivivo a confortare tutti e ad entusiasmarli nel loro arduo lavoro. E quando io parlavo loro di questa partecipazione universale e davo loro la benedizione di Maria Ausiliatrice, e comunicavo la benedizione pure del Sommo Pontefice, tutti provavano insolito fervore, vivevano come in un sogno di fede, di speranza e di carità che rinnova lo spirito.
La preghiera che dappertutto mi fu rivolta era che mi ricordassi di loro a Torino, nel nostro Santuario. Ora posso • assicurare tutti che ho mantenuta la mia promessa e che mi son fatto aiutare da tutte le grandi Comunità che ho visitate e a cui ho fatto relazione del viaggio; sicchè spero che anche questa petizione abbia trovato ascolto e sia esaudita in pieno dal Signore a complemento del viaggio felicissimo.
1. - ALCUNE RIFLESSIONI SUL VIAGGIO.
Sul Bollettino Salesiano di settembre ho scritto per i nostri cooperatori ed amici a grandi linee il mio viaggio e ciò che mi parve opportuno rilevare per loro. Ma tra noi in famiglia dobbiamo puntare l'obiettivo su problemi di apostolato molto più scottanti, per guardare alle Missioni e ai Missionari con maggior generosità e preoccupandoci dell'avvenire.
Il vicino Oriente, che noi per necessità abbiamo conglobato in una sola Ispettoria, abbraccia l'Egitto in Africa, Istanbul in Europa, la Giordania, Israele, il Libano, la Siria e l'Iran in Asia, con 13 case in 7 Stati; con allievi italiani, arabi, ebrei, greci, siriani, caldei, armeni, persiani; di religione cattolica, scismatica, mussulmana, israelitica, zoroastriana; di rito latino, greco, melchita, siriano, copto, armeno, maronita; di lingua araba, turca, persiana, ebraica, italiana, francese e inglese.
A queste difficoltà si aggiunge ora lo stato di armistizio tra la Giordania e Israele, e la situazione politica sempre tesa , tra le varie nazionalità nascenti, gelose dell'indipendenza, inquiete per le difficoltà dell'organizzazione interna ed esterna. Gli istituti nuovi di Teheran, Aleppo e Beyrouth sono sorti sotto ottimi auspici, prosperano e sono molto apprezzati; ma le difficoltà si accrescono proprio nel paese di Gesù, a causa della chiusura dei confini e della minaccia continua di ostilità nella stessa Città Santa, divisa da mura e trincee, guardie armate e frequenti conflitti. Quale pena per il pellegrino constatare questo contrasto; quale maggiore pena per me vedere a Betlemme, a Tantur, a Cremisan, Nazareth e Beitgemal, ove si lavora da oltre sessant'anni (anzi, per opera del compianto Don Belloni, fin dal 1863), vedere come a fatica si possono mantenere le posizioni per scarsezza di mezzi e di personale. A Gerusalemme la scuola nostra e quella delle Figlie di Maria Ausiliatrice hanno dovuto chiudere i battenti; da Caifa fummo consigliati a ritirarci.
È una gloria per i nostri confratelli lavorare nella patria del Divin Redentore e soffrire le conseguenze di secolari urti di razze e di religioni; ma è insieme una grande lezione di umiltà e di fede vedere come Dio permetta colà il perpetuo avveramento della sua parola: « Il mio regno non è di questo mondo » e quella dei suoi crocifissori: « Il sangue di lui cada su di noi e sui nostri figli
I Padri Francescani hanno organizzato in tutto il mondo il soccorso della Terra Santa: vedrei tanto volentieri che anche noi pensassimo ad aiutare le opere nostre, parlandone spesso, facendo preghiere, cercando offerte, ravvivando la devozione a
Gesù Adolescente e istituendo la confraternita del Perdono cristiano, o cooperando alla costruzione della Scuola professionale di Betlemme, tanto bisognosa di rinnovare i suoi laboratori.
Dall'India riceviamo spesso relazioni, e sappiamo come in trent'anni i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno fatto miracoli creando scuole, chiese, case, dando vita religiosa a 5 Diocesi, penetrando tra i boschi e le giungle in cerca di anime da istruire e portare a Gesù Cristo, vincendo le opposizioni delle lingue e del clima, delle caste e delle credenze false, delle sètte protestanti, delle malattie facili a contrarsi.
Tali difficoltà in una terra ricca di attrattive naturali e di avventure, ove nulla si poteva sperare da aiuti o beneficenza locale, hanno provocato iniziative ardite di propaganda mis sionaria presso tutti i paesi d'Europa e d'America, rendendo possibili costruzioni e conquiste che destano la meraviglia anche delle altre Famiglie religiose. La guerra del 1940-45 e poi la sospensione forzata delle spedizioni di giovani dalle Case missionarie hanno arrestato alquanto il ritmo crescente; ora il clima d'indipendenza e il controllo rigoroso della immigrazione creano un nuovo indirizzo e ci portano a intensificare la ricerca delle vocazioni indigene, coltivandole dappertutto, nei collegi e nelle missioni, con prospettive molto lusinghiere. Ho visto centinaia di giovani studenti e artigiani crescere nei vivai di Tirupattur, di Yercaud, di Bandel, Shillong e Sonada; ho trovato aspiranti in quasi tutte le case, fervorosi e di ottima volontà; ho ammirato nelle scuolette missionarie i gruppi disciplinati d'allievi catechisti che occupano le ore di riposo dei missionari...
Ecco le nuove costruzioni spirituali che ora vengono ad aggiungersi alle altre, e che debbono mantenere vivo il sacro fuoco della Fede e facilitarne la diffusione, se questi giovani corrisponderanno bene alla loro santa vocazione e se noi li aiuteremo con le nostre orazioni e con aiuti materiali.
Birmania e Siam. - Le terre classiche del buddismo sono la Birmania e il Siam. Rangoon, Mandalay, Bangkok sono tutte una fioritura di pagode, piccole come un chiosco, immense e ricchissime come cattedrali. Sono terre in cui il Signore ha profuso i doni della natura a larga mano, ove a nessuno manca la possibilità di vivere anche con poco lavoro. E forse perciò è più arduo il lavoro di penetrazione religiosa, essendo il buddismo facile a praticarsi, senza esigenze interiori, e di riti elementari, che costano poco e sono facoltativi. Ma anche qui le scuole si affollano e i ragazzi sono docili e amorevoli: a Rangoon si è cominciato ora, e già si pensa ad allargare le possibilità; a Mandalay è una festa di allievi artigiani e studenti e le vocazioni sono fiorite e fioriscono ogni anno; a Bangkok i nostri giovani furono oggetto di una visita da parte d'un corso universitario di pedagogia, perchè destò la meraviglia del professore la loro serenità, l'amore al lavoro e la familiarità coi loro superiori. Che dire di Bangpong, ove la nuova costruzione è già insufficiente per oltre 900 allievi e di Haad Yay ove i piccoli pagani andarono a gara coi cattolici nel recitare Rosari pel Rettor Maggiore che stava per visitarli?
L'opera grandiosa poi che sta attuando S. E. Mons. Carretto nella sua diocesi e per i suoi cristiani, bonificando larga zona di terreno, preparando le case e i lotti per le varie famiglie dei suoi cattolici, in modo da formare una vera « riduzione », un paese cattolico con scuola e chiesa, sarà certamente una benemerenza sociale, di prim'ordine, che darà grande lustro e prestigio alla nostra Religione.
Hong Kong e Macao. - In Cina, Hong Kong e Macao sono ormai le uniche città rimaste libere dall'occupazione bolscevica in questo tristissimo dopoguerra; e fortunatamente in esse avevamo già bene sviluppata l'opera nostra, sicchè ora ci è dato di lavorare con ottimi risultati e fondate speranze. Avete letto sul Bollettino le festose accoglienze fattemi; ma non sapete ancora quale ubertosa messe stava maturando al Nord in questi anni, e come l'occupazione rese impossibile il trapianto dei nostri valorosi aspiranti; essi però tuttora scrivono ai superiori e sperano di riprendere la via cui si sentivano chiamati. Con essi sono rimasti oltre cortina un sacerdote e un coadiutore a Shanghai, 3 coadiutori a Sii Chow; in prigione o randagi altri 6 sacerdoti, un chierico e 5 coadiutori: in tutto 17 confratelli.
Fa stridente contrasto con questo pensiero luttuoso la grandiosità e il fervore di lavoro delle 5 case di Hong Kong e delle 3 di Macao. A West Point-S. Luigi è una folla di 1500 allievi che corre alla nostra scuola; di essi 350 sono cattolici; ed anche a me fu dato di amministrare una cinquantina di battesimi ai giovani degli ultimi corsi. Bellissima la nuova chiesa parrocchiale. Ad Aberdeen da Scuola professi°, nale è apprezzatissima anche dal Governatore inglese e coltiva tra i più che 300 allievi un bel gruppo di aspiranti coadiutori, in un ambiente di fervòre, di disciplina, di famiglia. Alla scuola .« Don Filippo Rinaldi » di Shaukiwan accorre un altro migliaio di giovani, con un Oratorio festivo di 1500 giovani e scuole serali per 250; i cattolici sono 250 in tutto. Di recente costruzione la « Tang King Po », scuola professionale, supplemento di Aberdeen: è un dono grandioso di un venerando signore che, pur essendo pagano, ammiratore di S. Giovanni Bosco, volle darci modo di aumentare le nostre possibilità di lavoro costruendo amplissimi locali. Don Bosco premiò la sua generosità procurandogli la grazia della conversione.
A Macao, sul ceppo antico dell'Istituto Immacolata Concezione, ove iniziò il lavoro il Servo di Dio Mons. Luigi Versiglia nel 1906 .e che è tuttora un alveare di attività, ecco sorgere nel 1940 un istituto per i Portoghesi, dal 1951 tutto rinnovato col concorso di un grande benefattore portoghese; e nel 1942 una scuola per esterni cinesi, frequentatissima: 560 pagani e 150 cattolici.
Come vedete, anche qui, pur essendo ridotti in terra inglese e portoghese, l'elemento predominante degli allievi è pagano, confucianista, buddista; ma fortunatamente sono molto aperti e pronti ad accettare l'istruzione religiosa, a chiedere il battesimo e a vivere poi da buoni cattolici.
Isole Filippine. - La Provvidenza non ha mancato di consolare i nostri confratelli espulsi dalla Cina comunista aprendo loro il campo ubertoso delle Isole Filippine. Il terreno era preparato dalla virtù e dalla superlativa prudenza di S. E. Mons. Domenico Piani, che vi rimase come Delegato Apostolico per ben trent'anni e che si accaparrò l'affetto e la stima di, tutti. i Vescovi e del Clero locale. Nel 1950 avemmo il primo invito ad assumere le Scuole professionali di Victorias, e ora le ho trovate in piena efficienza, pur essendo ancora troppo pochi i nostri coadiutori addetti agli immensi e attrezzatissimi laboratori. Ma il Signore provvederà, come ha provveduto a far sorgere la città dei ragazzi di Cebu, la Scuola professionale di Manila, l'Oratorio-scuola di Mandaluyong e la Scuola superiore di Tarlac, nel giro di soli quattro anni. Qui il popolo è per la maggior parte cattolico e profondamente religioso; ma col crescere delle industrie, dei commerci, della ricchezza e delle moderne scuole di corruzione: stampa, radio, cine, televisione, moda e divertimenti, si sente anche là vivo il bisogno di moltiplicare gli operai evangelici e di educare la gioventù allo studio, al lavoro, all'obbedienza, alla pietà.
Giappone. - Sono arrivato in Giappone proprio a tempo per prender parte ai festeggiamenti in onore di Mons. Vincenzo Cimatti, che celebrava le sue nozze d'oro sacerdotali. Quale felice coincidenza anche per me, che fui chierico a Valsalice quasi cinquant'anni or sono e lo conobbi nel suo primo sacerdozio, nostro superiore amatissimo, maestro di musica, docente di pedagogia e di agraria, animatore delle feste, tutto a tutti, esemplarissimo e gioviale, lavoratore instancabile, salesiano al 100 per 100!È l'ho ritrovato a Tokyo, con la barba bianca fluente -- come bene ce l'ha presentato il Bollettino ‑ ma eguale di spirito, di energia, più ricco di esperienza, di meriti, di paternità.
Quale bella introduzione alla visita dei confratelli e delle case che egli nei trent'anni di suo lavoro vide nascere e crescere tra mille stenti, ma sempre a suon di musica (mi disse che furono oltre 4000 i concerti dati in ogni angolo del Giappone per far conoscere Don Bosco e la nostra Fede, il Papa, Roma, Gesù Redentore)! La Madonna Ausiliatrice ha davvero benedetto il lavoro dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice nella terra che si era generosamente aperta all'evangelizzazione di S. Francesco Saverio e che ora lentamente si lascia rischiarare dalla luce del Vangelo di Gesù Cristo nelle scuole cattoliche e col lavoro parrocchiale.
Anche per noi la guerra, che ha seminato tante rovine, ha contribuito a dare nuovo slancio ai nostri Missionari, a cercare vocazioni locali e a creare nuove scuole, nuove chiese, nuove attività sante. Dappertutto si sono ampliati o costruiti istituti; in Corea è già al tetto una nuovissima scuola professionale; a Tokyo sulle rovine dell'incendio sta ora risorgendo non solo la scuola distrutta, ma la chiesa parrocchiale da tempo desiderata; a Tokyo-Meguro una grande chiesa vede ora accanto una magnifica scuola parrocchiale delle Figlie di Maria Ausiliatrice; e poco più lungi va moltiplicando le sue file a oltre 1200 allieve la Scuola superiore femminile « Seibi Gakuen — Fulgida stella — con ben 35 Suore e 30 novizie giapponesi,. vero fulgido esempio di conquista santa.
E così a Kokubunji e a Nakatsu per artigiani, a Osaka e Miyasaki per studenti, .a Hita, a Beppu, a Tokyo-Meguro e Usuki per le parrocchie missionarie, al Don Bosco Sha per la propaganda libraria, è tutto un assedio alle anime per illuminarle e portarle al vero Dio.
Australia. - Che dirvi della lontana ma fermissima Australia, che ha il merito di aver finora accolto nelle case salesiane i più poveri e abbandonati tra i ragazzi, con poche speranze di vocazioni; ma che ora, fatta visitatoria, si accinge a dilatare le tende dedicandosi a scuole artigiane e di studenti, formando il suo bell'aspirantato e noviziato, decisa a divenire Ispettoria in breve volgere di anni? Quale conforto per me e per loro l'incontro e la constatazione del bene compiuto, lo studio dei progetti e dei piani per l'avvenire dell'opera nostra nel Continente nuovissimo!
Stati Uniti e Canadà. - La sosta di due mesi negli Stati Uniti e la visita di tutte le case e residenze dall'Ovest all'Est, dal Nord del Canadà al Sud della Florida e della Luisiana, mi hanno permesso di studiare bene la vicenda tutta speciale dell'Opera salesiana in quelle immense e gloriose nazioni e di intravvederne ormai il disegno provvidenziale per l'avvenire.
Vi bastino alcuni cenni: a Los Angeles ho inaugurato locali scolastici e una bellissima chiesa per la Scuola superiore di Bellflower, mentre S. Em. il Cardinale sta ora costruendo per noi una Scuola professionale al margine della città, i cui cinque padiglioni per laboratori misurano ciascuno alla base 24 metri per 45. A Richmond ho trovato una casa per 150 aspiranti appena finita e bellissima: quei giovani mi hanno aperto l'animo a ottime speranze. A Watsonville il mio entusiasmo, di fronte ai novelli sacerdoti e ai parenti ed amici, mi fece concludere il ringraziamento finale del convito col canto God bless America che fu causa d'una esplosione di gioia. ,A San Francisco ed Oakland, le nostre quattro parrocchie rappresentano bene i nostri gloriosi inizi negli Stati Uniti e raccolgono intorno a sè le simpatie dei vecchi emigrati e delle nuove generazioni Orinai perfettamente americanizzate.
In Canadà sono ormai cinque le case sorte nel breve giro di otto anni: a Edmonton ebbi la sorte di collocare la pietra angolare di una nuova scuola professionale, eretta col concorso dell'intera città, percorsa casa per casa da un comitato di amici, la maggior parte di religione protestante, che vedono nei Salesiani una forza educativa novella per la gioventù operaia.
E nell'oriente del medesimo Canadà, casa nuova a St. Louis Kent, nuova fondazione di quest'anno a Sherbrooke, con belle prospettive per vocazioni.
Nei dintorni di New York è ormai una raggiera di vie che conducono alle nostre belle case di New Rochelle, di Goshen, di West Haverstraw, una casa per aspiranti ideale, tra boschi e prati, silenziosa, mèta di pellegrinaggi e di comitive per esercizi spirituali, ornata di bellissime statue per il Rosario all'aperto e popolata di ottimi giovani, fior fiore delle case, vocazioni promettenti. Anche a Newton, verde, fiori, collina e laghetto rendono ameno il soggiorno dei novizi e dei filosofi e, durante le vacanze, in speciali casette, vengono ospitati i giovani dei campeggi, fino a 300. Paterson va costruendo nuovi laboratori per realizzare forse l'opera più preziosa per l'avvenire salesiano: il Magistero professionale, accanto alla Scuola tecnica superiore; mentre a Boston e Huttonsville la Scuola professionale e agricola sono nuove stelle della corona intessuta sul capo dell'Ausiliatrice e di S. Giovanni Bosco.
Ramsey s'è abbellita di una nuova sede scolastica, Tampa e Marrero lavorano per giovani poveri, eletta porzione del nostro mondo giovanile; le parrocchie di New York, Port Chester, Elizabeth e Paterson completano il quadro, riportandoci anche qui ai faticosi e gloriosi primi tempi della cura dei nostri emigrati.
Dappertutto insomma un clima di fervore, comitati di amici, cooperatori, fedeli uniti attorno a noi; ma su tutti solenne risuona la parola autorevole dell'Arcivescovo di Boston, che, in una riunione convivile di oltre 400 persone, tra le quali ben 12 rappresentanze consolari, disse con enfasi e convinzione profonda: <4Nella mia Diocesi vi sono 70 comunità di Suore e 40 di Religiosi. Tutti seguono le loro attività caratteristiche. Ad essi dobbiamo essere molto grati per l'aiuto che dànno all'Arcivescovo. Ma la riconoscenza maggiore la dobbiamo ai Figli di S. Giovanni Bosco. Meno di otto anni fa essi aprirono il " Club Don Bosco " con inizi più che umili. In breve si acquistarono la simpatia di tutti e nel 1949 apersero la scuola professionale. Iniziatasi con appena 20 giovani, ora essa ne conta 400. I Salesiani hanno una salutare influenza sulla gioventù, ed io devo darne le massime lodi. Sarebbe difficile enumerare i benefici ricevuti da essi, e al loro istituto si può applicare il motto: Hic domus mea - inde gloria mea ».
La visione complessiva del mondo orientale dall'Egitto al Giappone ha ravvivato in me la vocazione missionaria e il desiderio di fare appello allo zelo di tutti voi, confratelli e figliuoli carissimi, quasi per una nuova Crociata missionaria. Ma mentre nel 1926 il Servo di Dio, Don Filippo Rinaldi, coadiuvato dal compianto Don Ricaldone, hanno concentrato i loro sforzi nella creazione degli Istituti missionari, cui concorsero le varie Borse e le innumerevoli iniziative del nostro mondo salesiano, ora che gli Istituti sono fondati e che tutte le Ispettorie coltivano i loro aspirantati per le vocazioni, quale efficace mezzo abbiamo nelle mani per ottenere insieme più numerose vocazioni per le Ispettorie e più abbondante il contributo per le nostre Missioni!
Come non preoccuparci dei 350 milioni di Indiani, dei 500 milioni di Cinesi, degli 80 milioni di Giapponesi, e della Birmania, del Siam, dell'Arcipelago della Malesia e dell'Africa nera (ove però si lavora già nel Congo Belga, nel Mozambico e nello Swaziland) ossia di metà del genere umano che vive completamente fuori del Cristianesimo nella vera idolatria o nel paganesimo
Vi propongo quindi un generale, attivo, generoso interessamento per le Missioni salesiane d'Oriente e d'Occidente.
1. - Il primo invito alla Crociata missionaria lo rivolgo direttamente ai Missionari. Ormai si vede chiaramente dappertutto, fatta eccezione delle poche missioni che svolgono la loro azione fra i veri e propri selvaggi, la necessità di reclutare i Missionari tra i giovani cristiani del luogo, per concorrere alla formazione del clero indigeno, dei religiosi indigeni. Non cesseranno i paesi cattolici d'antica fede di inviare aiuti d'ogni genere per incrementare e rinforzare le file, per aprire nuove missioni, dare l'impressione della cattolicità della Chiesa; ma l'ambizione santa di tutti i Missionari nostri dev'essere di moltiplicare le vocazioni indigene, popolare seminari e noviziati, attrezzare bene le case di formazione, dalla scuoletta parrocchiale agli studentati filosofici e teologici. E per noi che facciamo della scuola l'occupazione principale urge preparare il personale a conseguire gli esami nelle scuole pubbliche di ogni grado, affinchè possano essi continuare e perfezionare l'insegnamento delle lingue e delle varie materie scolastiche locali. Non si risparmi fatica, spesa e sacrificio per mettere al primo posto questo programma d'azione: le altre opere siano considerate tutte di minore importanza sia dai nostri Vescovi, che dagli Ispettori e Direttori.
L'avvenire delle Missioni va preparato con le vocazioni locali ben scelte e ben educate all'altissimo compito tecnica superiore; mentre a Boston e Huttonsville la Scuola professionale e agricola sono nuove stelle della corona intessuta sul capo dell'Ausiliatrice e di S. Giovanni Bosco.
Ramsey s'è abbellita di una nuova sede scolastica, Tampa, e Marrero lavorano per giovani poveri, eletta porzione del nostro mondo giovanile; le parrocchie di New York, Port Chester,
Elizabeth e Paterson completano il quadro, riportandoci anche qui ai faticosi e gloriosi primi tempi della cura dei nostri emigrati.
Dappertutto insomma un clima di fervore, comitati di amici, cooperatori, fedeli uniti attorno a noi; ma su tutti solenne risuona la parola autorevole dell'Arcivescovo di Boston, che, in una riunione convivile di oltre 400 persone, tra le quali ben 12 rappresentanze consolari, disse con enfasi e convinzione profonda: « Nella mia Diocesi vi sono 70 comunità di Suore e 40 di Religiosi. Tutti seguono le loro attività caratteristiche. Ad essi dobbiamo essere molto grati per l'aiuto che dànno all'Arcivescovo. Ma la riconoscenza maggiore la dobbiamo ai Figli di S. Giovanni Bosco. Meno di otto anni fa essi aprirono il " Club Don Bosco " con inizi più che umili. In breve si acquistarono la simpatia di tutti e nel 1949 apersero la scuola professionale. Iniziatasi con appena 20 giovani, ora essa ne conta 400. I Salesiani hanno una salutare influenza sulla gioventù, ed io devo darne le massime lodi. Sarebbe difficile enumerare i benefici ricevuti da essi, e al loro istituto si può applicare il motto: Hic domus mea - inde gloria mea ».
La visione complessiva del mondo orientale dall'Egitto al Giappone ha ravvivato in me la vocazione missionaria e il desiderio di fare appello allo zelo di tutti voi, confratelli e figliuoli carissimi, quasi per una nuova Crociata missionaria. Ma mentre nel 1926 il Servo di Dio, Don Filippo Rinaldi, coadiuvato dal compianto Don Ricaldone, hanno concentrato i loro sforzi - nella creazione degli Istituti missionari, cui concorsero le varie Borse e le innumerevoli iniziative del nostro mondo salesiano, ora che gli Istituti sono fondati e che tutte le Ispettorie coltivano i loro aspirantati per le vocazioni, quale efficace mezzo abbiamo nelle mani per ottenere insieme più numerose vocazioni per le Ispettorie e più abbondante il contributo per le nostre Missioni!
Come non preoccuparci dei 350 milioni di Indiani, dei 500 milioni di Cinesi, degli 80 milioni di Giapponesi, e della Birmania, del Siam, dell'Arcipelago della Malesia e dell'Africa nera (ove però si lavora già nel Congo Belga, nel Mozambico e nello Swaziland) ossia di metà del genere umano che vive completamente fuori del Cristianesimo nella vera idolatria o nel paganesimo?
Vi propongo quindi un generale, attivo, generoso interessamento per le Missioni salesiane d'Oriente e d'Occidente.
1. - Il primo invito alla Crociata missionaria lo rivolgo direttamente ai Missionari. Ormai si vede chiaramente dappertutto, fatta eccezione delle poche missioni che svolgono la loro azione fra i veri e propri selvaggi, la necessità di reclutare i Missionari tra i giovani cristiani del luogo, per concorrere alla formazione del clero indigeno, dei religiosi indigeni. Non cesseranno i paesi cattolici d'antica fede di inviare aiuti d'ogni genere per incrementare e rinforzare le file, per aprire nuove missioni, dare l'impressione della cattolicità della Chiesa; ma l'ambizione santa di tutti i Missionari nostri dev'essere di moltiplicare le vocazioni indigene, popolare seminari e noviziati, attrezzare bene le case di formazione, dalla scuoletta parrocchiale agli studentati filosofici e teologici. E per noi che facciamo della scuola l'occupazione principale urge preparare il personale a conseguire gli esami nelle scuole pubbliche di ogni grado, affinchè possano essi continuare e perfezionare l'insegnamento delle lingue e delle varie materie scolastiche locali. Non si risparmi fatica, spesa e sacrificio per mettere al primo posto questo programma d'azione: le altre opere siano considerate tutte di minore importanza sia dai nostri Vescovi, che dagli Ispettori e Direttori.
L'avvenire delle Missioni va preparato con le vocazioni locali ben scelte e ben educate all'altissimo compito.
E anche queste verità naturali debbono essere spiegate ciclicamente, in modo adatto ai piccoli, ai medi, ai grandi dei nostri giovani e agli adulti, con testi e sussidi speciali, che possano essere esaminati e approvati anche dalle autorità scolastiche, e letti e studiati con vero profitto da chi non frequenta le scuole cattoliche.
Sarei orgoglioso di vedere tosto il frutto di quest'opera missionaria e di sottoporlo all'esame del Capitolo. Generale prossimo, nella Commissione che tratterà i problemi missionari. Credo che potrà essere un lavoro della massima utilità per la Catechesi tra gli infedeli d'ogni specie. E ben volentieri m'impegno a dare vistosi premi alle Missioni che sapranno preparare i migliori testi a giudizio dei competenti.
Abbiamo bisogno di vocazioni missionarie, di cuori generosi che si dispongano al sacrificio del distacco dalla Patria, dalla famiglia e dall'Ispettoria nativa, pronti a studiare nuove lingue e ad adattarsi a climi e ambienti diversi, forti fisicamente e moralmente per educare il loro spirito a costumi di vita diversi, a vivere in comunità internazionali, o nell'isolamento e nelle privazioni d'un vita veramente missionaria. Oh il premio che Dio riserba agli apostoli suoi delle moderne missioni!
E vengo a pregare i Rev.mi Ispettori di essere generosi e insieme molto prudenti nell'accompagnare le domande di nuovi missionari con le informazioni richieste e con le garanzie sincere di ottima riuscita nel campo difficile cui saranno assegnati. L'amore alle Missioni in ogni superiore deve ispirare viva fede nell'immancabile ricompensa del Signore per ogni sacrificio di personale compiuto a loro vantaggio.
Specialmente le Compagnie religiose si facciano zelatrici di propaganda di preghiere e di soccorsi tra i compagni e nelle loro famiglie. Ogni Compagnia abbia il suo gruppo dedicato allo studio, alla propaganda, al lavoro missionario, e i Superiori dirigano e concordino le varie iniziative.
Per mettere in attività le Compagnie, Ispettori, Direttori e Catechisti prendano in considerazione le Raccomandazioni dell'ultimo Capitolo Generale (Atti del Cap., n. 170, ottobre 1952, pagg. 15-19). Vi è una miniera preziosa che finora è stata trascurata, mentre darebbe un rendimento tale da superare l'incasso che i poveri missionari realizzano con le loro personali immani fatiche e coi loro viaggi di propaganda.
Affido questa bella impresa all'Ufficio del sig. Don Bellido, incaricato delle Missioni, e a tutti gli Ispettori. Son certo che coll'aumento del contributo pecuniario avremo l'aumento delle e vocazioni per le Ispettorie e per le Missioni, giacche il Signore è generoso con chi è generoso verso gli arditi della Fede. Il motto sia u Volo mittere aut mitti ». O andare o mandare.
Il contributo personale più immediato sia per tutti la pratica della Strenna 1956, che converrà subito annunciare e mettere in esecuzione al principio dell'anno scolastico, dove esso incomincia a ottobre.
Educatori, allievi, ex allievi e cooperatori salesiani diano la massima importanza all'istruzione religiosa, sostegno della fede e guida sicura nella vita cristiana.
Tale studio e tale scuola è in piena armonia col pensiero missionario. Infatti la prima maniera per mantenere in noi la Fede è ascoltare le istruzioni catechistiche e praticarle; per i pagani e per chi non ha la nostra fede, unica vera via per giungere alla Fede è essere istruiti, cercare la verità alle fonti sicure, abbracciarla generosamente.
Ben si adatta quindi questa strenna anche ai mille e mille nostri allievi non cattolici, che frequentano le nostre scuole specialmente in Oriente, pur essendo diversa la catechesi da farsi a chi non ha ancora il lume della Fede.
E unendoci tutti in questo importante lavoro, faremo opera missionaria e l'offriremo a Gesù Redentore, via verità e vita, affinchè si degni di dilatare il suo Regno sulla terra e di dissipare dovunque le tenebre dell'errore.
Spero di poter ritornare sull'argomento nel corso di quest'anno scolastico, per infervorare tutti, docenti e allievi, ex' allievi e cooperatori, in una gara catechistica e missionaria confortante agli occhi di Dio e di S. Giovanni Bosco, benedetta dal Sommo Pontefice, da tutti i nostri Vescovi e di grande profitto per le anime.
Continuate a pregare per le zone depresse ed oppresse dalla tirannia di Satana, per le Missioni e pel vostro
aff.mo in C. J.
Sac. RENATO ZIGGIOTTI
COMUNICAZIONI E NOTE
1) Viaggi dei confratelli d'Italia.
Si crede opportuno ricordare a tutti i confratelli d'Italia, quanto fu già altre volte richiamato, sul modo di comportarsi nei viaggi, usufruendo della Concessione IVa rilasciata in Italia.
Ricordarsi di compilare pure la matrice .con chiarezza .e conservarla per tempo notevole, affinchè in caso di controlli da parte degli Agenti ferroviari si possa rispondere con precisione a chi vennero rilasciate le singole richieste. I Segretari Ispettoriali sono parimenti pregati di prender nota a quali case o a chi consegnano i rispettivi libretti, segnandone i numeri d'ordine.
Di quanto sopra siano al corrente non solo i Sigg. Direttori e Prefetti, incaricati di rilasciare le Richieste dei viaggi, ma anche tutti gli altri confratelli.
Si raccomanda ai Sigg. Ispettori e loro Segretari di curare con speciale impegno la compilazione dei moduli statistici del corrente anno, spediti a suo tempo. Per le Ispettorie comprese nel 1° Volume del Catalogo i dati delle Case e del Prospetto statistico devono corrispondere all'anno scolastico 1954-55. Per le Ispettorie del 2° Volume devono comprendere l'anno scolastico 1955.
Se qualcuno mancasse di qualche modulo, favorisca richiederlo alla Segreteria del Capitolo Superiore e gli sarà spedito a giro di posta.
I moduli, debitamente compilati, devono essere di ritorno alla Segreteria del Capitolo Superiore entro il mese di gennaio 1956.
Attualmente per ogni Direttore eletto si mandano all'Ispettore quattro pagelle:
Una lettera « comunicazione » in italiano;
Tre tagliandi del Bollettario di nomina:
uno da conservarsi nell'archivio della Casa (mod. 1°);
uno da conservarsi nell'archivio ispettoriale (mod. 3°);
uno da rimandare a Torino all'Archivio con la dichiarazione che il
Direttore ha emesso il giuramento contro il modernismo (mod. 2°).
L'uso attuale implica i seguenti inconvenienti:
« Il sottoscritto dichiara che il M. R. Don ………………….. ha emesso la Professio catholicae fidei ed il giuramento contro il modernismo ». Data e firma.
Così si risparmia circa la metà della spesa postale e si è sicuri che nell'Archivio della Congregazione esiste il documento della avvenuta elezione.
Le 6 Ispettorie dell'Asia propriamente missionarie hanno aumentato il proprio personale in 36 chierici e 10 coadiutori.
Delle restanti 46 Ispettorie di Europa e di America hanno contribuito alla spedizione missionaria del 1954 le seguenti:
ISPETTORIE |
SACERDOTI |
CHIERICI |
COADIUTORI |
TOTALE |
Belgio |
5 |
— |
-- |
5 |
Brasile - Recite |
2 |
1 |
-- |
3 |
Brasile - Matto Grosso |
3 |
2 |
2 |
7 |
Francia (Lyon) |
1 |
-- |
— |
1 |
Germania |
2 |
1 |
|
3 |
Inghilterra |
— |
2 |
|
2 |
Italia - Centrale |
3 |
24 |
4 |
31 |
» Ligure |
--- |
— |
1 |
1 |
» Lombarda |
3 |
— |
— |
3 |
» Napoletana |
1 |
1 |
— |
2 |
» Novarese |
|
— |
1 |
1 |
» Romana |
— |
1 |
1 |
2 |
» Sicula |
2 |
1 |
— |
3 |
» Subalpina |
2 |
1 |
--- |
3 |
» Veneta |
4 |
3 |
— |
7 |
Portogallo |
1 |
— |
--- |
1 |
Spagna - Betica |
1 |
11 |
1 |
13 |
» Celtica |
2 |
17 |
1 |
20 |
» Tarragonese |
4 |
8 |
2 |
14 |
Stati Uniti |
1 |
— |
|
1 |
Totale |
33 |
74 |
16 |
123 |
|
|
|
|
|
Aumento rispetto all'anno anteriore |
20 |
8 |
8 |
36 |
Rogate ergo Dominum messi» ut mittàt operarios in messem suarit