GIORNATE DI STUDIO SULLA PRESENZA SALESIANA TRA I MUSULMANI
Salesianum
Roma, 30 luglio-4 agosto 2012
Come Dialogare con i Musulmani da Bravi Testimoni di Cristo: Dialogo e Annuncio
P. Maurice Borrmans, M. Afr.[1]
« Ma il disegno di salvezza abbraccia anche coloro che riconoscono il Creatore, e tra questi in particolare i Musulmani, i quali professando di tenere la fede di Abramo, adorano con noi un Dio unico, misericordioso, che giudicherà gli uomini nel giorno finale » (Lumen Gentium, n. 16)
« La Chiesa guarda anche con stima i Musulmani che adorano l’unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini. Essi cercano di sottomettersi con tutto il cuore ai decreti di Dio anche nascosti, come si è sottomesso anche Abramo, a cui la fede islamica si riferisce volentieri. Benché essi non riconoscano Gesù come Dio, lo venerano come profeta ; essi onorano la sua Madre vergine, Maria, e talvolta pure la invocano con devozione. Inoltre attendono il giorno del giudizio quando Dio retribuità tutti gli uomini risuscitati. Così pure essi hanno in stima la vita morale e rendono culto a Dio soprattutto con la preghiera, le elemosine e il digiuno. Se, nel corso dei secoli, non pochi dissensi e inimicizie sono sorti tra Cristiani e Musulmani, il Sacrosanto Concilio esorta tutti a dimenticare il passato e a esercitare sinceramente la mutua comprensione, nonché a difendere e promuovere insieme, per tutti gli uomini, la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libertà » (Nostra Aetate, n. 3)
A commentare questi testi fondamentali ci sono le Encicliche : Ecclesiam Suam (1964) e Redemptoris Missio (1990), i Documenti del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso : L’atteggiamento della Chiesa di fronte ai seguaci di altre religioni (1984) e Dialogo e Annuncio : Due aspetti della missione evangelizzatrice della Chiesa (1991), il Testo della Commissione Teologica Internazionale : Il Cristianesimo e le religioni (1996) e quello della Dominus Jesus (2000) : Sull’unicità ed universalità salvifica di Gesù Cristo e della Chiesa (2000). E poi il Discorso di Giovanni Paolo II ai giovani musulmani di Casablanca, Marocco (19 agosto 1985), il Messaggio del Cardinal Martini alla cittadinanza di Milano (6 dicembre 1990) : Noi e l’Islam, e la Lettera delle 138 personalità musulmane ai capi religiosi cristiani (13 ottobre 2007) : Una parola comune tra noi e voi.
I Musulmani sono dei credenti per i quali « l’islâm consiste nel professare la fede islamica, nel compiere la preghiera rituale, nel dare l’elemosina legale, nel digiunare tutto il mese di ramadân e nel fare il pellegrinaggio alla casa di Dio, il tempio della Mecca, quando si può farlo ». Si chiamano Musulmani, sottomessi al Dio Unico, di cui meditano il Libro (il Corano) e imitano i Profeti ( Abramo, Mosè, Gesù e soprattutto Maometto). Vivono la solidarietà di una comunità di credenti, attestano della trascendenza di Dio e l’adorano sinceramente con culto semplice. Vogliono essere obbedienti e fedeli alle prescrizioni della Sua Legge ed alcuni cercano volentieri le sublimazioni ascetiche e mistiche del loro islâm. Molti tendono a far sì che religione e Stato si aiutino a vicenda per cambiare questo mondo in una « dimora di pace e di giustizia », e cioè la « dimora dell’islâm ». Per loro la vita è sacra, il lavoro viene elogiato, i beni terrestri dovrebbero essere condivisi con equità e la famiglia gode di prestigio sociale e di protezione giuridica. Però non sono cristiani. Anzi, rifiutano i misteri fondamentali del Cristianesimo (Trinità, Incarnazione, Redenzione), pur sapendo che il Vangelo esiste e che i Cristiani stanno vicini a loro. Dodici volte il Corano parla del Vangelo che Dio diede à Gesù (‘Îsâ). Vi è anche detto che questo Vangelo è « pieno di retta guida e di luce » (5, 46) e vi si lamenta che non è messo in pratica come lo si dovrebbe (5, 66). Certo, tale Vangelo, secondo loro, non ha niente da fare con i nostri quattro vangeli canonici : sarebbe un messaggio monoteistico affidato a Gesù e poi dimenticato o piuttosto falsificato dai Cristiani, i quali avrebbero anche esagerato nel loro amore per Gesù. Rimane però il carattere eccezionale della sua personalità : c’è quindi un mistero di Gesù (cristologie constrastanti). Nel Corano, viene detto a Maometto : « Troverai che i più cordialmente vicini a coloro che credono sono quelli che dicono : ‘Siamo cristiani’. Questo avviene perché tra di loro vi sono preti e monaci ed essi non sono superbi » (5, 82). E poi il Dio del Corano dice : « Ponemmo nei cuori di coloro che seguirono Gesù mitezza e misericordia, e poi il monachesimo, da loro istituito » (57, 27). Ma la definizione coranica della vera religione echeggia più o meno sia i dieci Comandamenti del Sinai (17, 22-40) sia il Discorso sulla Montagna : « La pietà non consiste nel volgere la faccia verso l’oriente o verso l’occidente, bensì la vera pietà è quella di chi crede in Dio, nell’Ultimo Giorno, negli Angeli, nel Libro, e nei Profeti, e dà dei suoi averi […] ai parenti e agli orfani e ai poveri e ai viandanti e ai mendicanti e per riscattare i prigionieri, di chi compie la Preghiera e paga la Decima, di chi mantiene le promesse proprie quando ne ha fatte, di chi nei dolori e nelle avversità è paziente e nei dì di sventura : questi sono i sinceri, questi sono i timorati di Dio ! » (2, 177).
Bisogna tener conto degli ostacoli attuali : conoscere e dimenticare le ingiustizie del passato, liberarsi da alcuni pregiudizi (l’islam sarebbe fatalismo, legalismo, lassismo, fanatismo, immobilismo), conoscere ciò che l’interlocutore pensa del Cristianesimo (Scritture falsificate, Misteri irrazionali, inaccettabili ed inutili, Monoteismo macchiato di politeismo, Chiesa istituzione politica, Cristiani infedeli al messaggio di Gesù). Bisogna impegnarsi nelle collaborazioni necessarie : il compimento del mondo, il servizio degli uomini, l’organizzazione della società (dignità del matrimonio e della famiglia, sviluppo delle belle arti e della cultura, equilibrio economico e sociale, armonia delle comunità politiche, istituzioni e pace internazionali), imitazione umana dell’azione divina. Bisogna pensare alle convergenze spirituali possibili : il mistero di Dio, il dono della Parola, il ruolo dei Profeti, la presenza delle Comunità, i segreti della Preghiera, le vie della Santità. Si tratta dunque di « gareggiare nelle opere di bene » come suggerisce il Corano (5, 48) e di crescere nel servizio di Dio a nome di una « emulazione spirituale » che tende alla « promozione della fede ». Evitando così quella forma indebita di proselitismo che presenta la fede come una merce e accumula le adesioni in forma di statistiche, l’impegno di testimonianza spirituale del Cristiano implica l’accoglienza dell’altro, la comprensione e il dialogo vicendevole, la collaborazione e la condivisione, osando e rischiando, diventando l’uno per l’altro un testimone di Dio, esigente e misericordioso come Lui : dialogo della vita quotidiana, dialogo delle opere (lavoro, scuole, ospedali), dialogo degli esperti (intellettuali, teologi), dialogo degli « spirituali ». Con tale impegno si può agevolare il passaggio graduale, mediante une quadruplice « conversione », ai valori del Regno di Dio (le Beatitudini), alle proposte di Dio (la sua Paternità), al fascino di Cristo (la sua Fratellanza) e alla comunione con al Chiesa (la Famiglia di Dio).
« Si danno a volte delle circostanze che, almeno temporaneamente, rendono impossibile l’annunzio diretto e immediato del messaggio evangelico. In questo caso, i missionari possono e debbono con pazienza e prudenza, e anche con grande fiducia, offrire almeno la testimonianza della carità e della bontà di Cristo, preparando così le vie del Signore e rendendolo in qualche modo presente » (Ad Gentes, n. 6. « L’interlocutore dev’essere coerente con le proprie tradizioni e convinzioni religiose e aperto a comprendere quelle dell’altro, senza dissimulazioni o chiusure, ma con verità, umiltà, lealtà, sapendo che il dialogo può arricchire ognuno […]. Il dialogo tende alla purificazione e conversione interiore » (Redemptoris Missio)
[1] Le mie due pagine costituiscono la traccia che intendo seguire, commentando e spiegando. Viene raccomandato la lettura e la meditazione del mio libretto ABC per capire i musulmani (Milano, San Paolo, 2007, 63 p.)