Atti del Consiglio generale, n. 337 (1991)
Questa breve comunicazione deve essere letta in continuità con la recente lettera del Rettor Maggiore , “Apello del Papa per le Missioni' (ACG 336, p.3-43), e nel contesto dell'Enciclica Redemptoris Mission (RM) di Giovanni Paolo II. Sia il Santo Padre che il Rettor Maggiore sottolineano il ruolo essenziale del missionario, le sue qualità e la peculiarità della sua vocazione.
Qui desidero sopratutto focalizzare l'importanza dei criteri di scelta e della metodologia d'invio dei candidati alle missioni salesiane, alla luce della nostra centenaria tradizione e dei nuovi avvenimenti collegati specialmente al Progetto Africa. Indichero' soprattutto alcuni criteri operativi, conosciuti ed approvati dal Rettor Maggiore.
1. La tradizione salesiana
E' un fatto storicamente assodato che la Congregazione salesian fin dall'inizio, nella stessa persona di Don Bosco, e' stata percepita come Congregazione di essenziale dimensione missionaria (cf. ACG 336, p. 5-10). Fin dall'inizio quindi si e' preoccupata della scelta adeguata dei candidati alle missioni.
Don Bosco, consapevole che la vocazione missionaria era l'espressione generosa della vocazione di tutti i suoi figli, sceglieva con semplicità I suoi primi missionari, convinto, come interpreta il Rettor Maggiore, che ogni confratello era di per se' disponibile, in dialogo d'obbedienza, ad essere inviato in missione (cf. ACG 336, p.11). Sceglieva uomini profondamente salesiani, uomini di preghiera convinta, creativi, flessibili, eroici, anche se umanamente limitati. Attraverso di essi Don Bosco inizio' in forma irreversibile l'universalizzazione e l'inculturazione del carisma salesiano nel mondo. E I missionari salesiani sono tuttora lo strumento storico della cattolicità della Congregazione.
Sono note le modalità con cui venivano scelti ed inviati I missionari salesiani dai tempi di Don Bosco (1875) fino al Capitolo Generale Speciale (1971):
- I candidati, convinti della loro 'vocazione speciale', presentavano direttamente la propria domanda al Rettor Maggiore.
- Il Consigliere per le Missioni Salesiane (e prima ancora, il Prefetto Generale) s'incaricava direttamente del discernimento, della destinazione e inivio dei candidati.
- La grande maggioranza riceveva Crocifisso missionario nella Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino.
- Si nota come il contesto ecclesiologico e costituzionale salesiano sottolineava la verticalità e centralità nella Congregazione, come espressione di unità.
- Questo metodo favori' molto l'internazionalizzazione delle comunità missionarie con l'intervento diretto del Rettor Maggiore attraverso il Consigliere per le Missioni.
2. La prassi attuale
Alla luce del Concilio Vaticano II, e sopratutto secondo la dottrina ecclesiologica della Lumen Gentium, la Congregazione Salesiana nel CGS assunse nel proprio testo costituzionale I principi dell'unità nella partecipazione e nella corresponsabilità, sussidiarietà e decentramento (C 122-124), principi applicati non solamente all'esercizio dell'autorità, ma alla stessa vita ed organizzazione della Congregazione. Quindi anche alla vita missionaria.
A livello di Congregazione, l'assunzione del Progetto Africa come progetto d'insieme coinvolgente tutte le Ispettorie, rese più facile il cambiamento di modalità nel discernimento, nella scelta e invio dei missionari.
La nuova prassi puo' essere descritta cosi:
- Un buon numero di confratelli presentano (per iscritto od oralemente) il loro desiderio missionario al proprio Ispettore. Questi, a volte, suggerisce e stimola la scelta in un dialogo di obbedienza.
- L'Ispettore stesso sceglie ed invia I missionari nel proprio territorio di missione (specialmente in Africa e nelle nuove frontiere dell'Asia e America). Alcuni sono mandati “ad tempums”, altri con un impegno permanente e definitivo.
- Normalmente ricevono il Crocifisso di missionari in una celebrazione comunitaria ispettoriale o locale.
- Rimane sempre la scelta di candidati che inviano la lettera personale al Rettor Maggiore, il quale interviene direttamente, attraverso il Consigliere per le Missioni: sono candidati disponibili per ogni progetto.
C'e da notare che:
- Questa metodologia favorisce una rapida espansione dei progetti missionari ispettoriali e stimola un nuovo entusiasmo missionario in quasi tutte le Ispettorie.
- Tuttavia il numero dei candidati al servizio di tutte le missioni diminuisce considerevolmente.
- La decentralizzazione della consegna del Crocifisso riduce la tradizionale solennità della cerimonia di consegna di Torino
- Alcuni laici volontari missionari, legati direttamente o indirettamente alla Famiglia Salesiana, partono per le missioni
- Il tutto riflette un contesto ecclesiologico di unità nella diversità, e di unità nel decentramento. Le due dimensioni (unità e decentramento) non si oppongono ma si comletano.
3. Orientamenti operativi
Alla luce della lettura storica della nostra prassi missionaria, desiderso sottolineare I seguenti orientamenti operativi, che sono approvati dal Rettor Maggiore, e quindi devono essere attuati in tutta la Congregazione.
- I candidati devono essere scelti specialmente tra quelli che manifestano un'autentica vocazione missionaria (Ad Gentes 23)
- Questi possono esprimere loro desiderio sia al Rettor Maggiore sia all'Ispettore rispettivo.
- I candidati che presentano la loro richiesta al Rettor Maggiore, rimangano a disposizione del Consigliere Generale per le Missioni per progetti missionari più ampi e per l'internazionalizzazione delle comunità. Il discernimento sulla qualità dei medesimi sarà fatto in dialogo con I rispettivi Ispettori.
- La preparazione immediata e la consegna del Crocifisso sarà fatta nella Basilica di Maria Ausiliatrice di Valdocco.
- Il Rettor Maggiore puo' sempre destinare alcuni confratelli a compiti specifici ed urgenti nelle Missioni, anche senza la mediazione d'una domanda esplicita dei medesimi, cosi' come faceva Don Bosco.
- Eventuali candidati volontari laici devono essere presentati dagli Ispettori del loro territorio: devono essere persone aperte ai valori della mondialità, di profonde convinzioni cristiane e con conscenza della pedagogia e stile salesiano.
- I candidati Salesiani che fanno la domanda al proprio Ispettore normalmente sono inviati nei territori di missione affidati alla propria Ispettoria. I loro nomi e la loro destinazione saranno comunicati al Consigliere Generale per le Missioni per motivi di comunione congregazionale e di informazione.
- Essi, normalmente, faranno la preparazione immediata e riceveranno il Crocifisso nella propria Ispettoria. I più vicini saranno invitati a partecipare alla funzione di Valdocco per sottolineare l'unità del progetto missionario salesiano.
- Si ricorda che gli Ispettori devono rispettare la peculiarità delle domande alla vita missionaria, non solo per le necessità universali e, a volte, specializzate delle missioni salesiane, ma sopratutto per un profondo rispetto del disegno di Dio in ogni vocazione missionaria 'ad gentes'.
Concludendo queste brevi riflessioni e la presentazione degli Orientamenti operativi, faccio un appello a tanti giovani salesiani affinche' pensino seriamente alla possibilità concreta d'essere chiamati da Dio verso orizzonti di generosità senza limiti. L'audacia e l'eroismo saranno sempre accompagnati dalla gioia che sgorga dal più profondo del cuore. Mi permetto anche di fare un appello alle Ispettorie affinche' siano sempre di più coinvolte in progetti missionari: essi sono uno dei mezzi più efficaci nel rinnovamento spirituale ed apostolico della Congregazione.
“L'impegno missionario ci sta liberando dai pericoli dell'imborghesimento, della superficialità spirituale e del genericismo. Nelle missioni percepiamo il gusto delle origini, sperimentiamo la permanente vitalità del criterio oratoriano, e ci sembra di veder rivivere Don Bosco nell'autenticità primigenia della sua missione giovanile e popolare” (ACG 336,p.12). In una parola, la vita missionaria, e quindi la vocazione dei candidati alla vita missionaria, e' una quotidiana sfida di santità e radicalità. (cf. RM 90).