IL SOGNO DELLE DUE COLONNE
IN MEZZO AL MARE
(Memorie biografiche di San Giovanni Bosco, Vol. VII, Capitolo
18, pp. 169-172)
DON Bosco il 26 maggio aveva promesso
ai giovani di raccontar loro qualche bella cosa nell´ultimo o nel penultimo
giorno del mese. Il 30 maggio a dunque raccontò alla sera una parabola
o similitudine come egli volle appellarla.
Vi voglio raccontare un
sogno. È vero che chi sogna non ragiona, tuttavia io, che a voi
racconterei persino i miei peccati, se non avessi paura di farvi scappar
tutti e far cadere la casa, ve lo racconto per vostra utilità
spirituale. Il sogno l´ho fatto sono alcuni giorni.
Figuratevi di essere con me sulla spiaggia del mare, o meglio, sopra
uno scoglio isolato e di non vedere altro spazio di terra, se non quello
che vista sotto i piedi. In tutta quella vasta superficie delle acque
si vede una moltitudine innumerevole di navi ordinate a battaglia, le
prore delle quali sono terminate da un rostro di ferro acuto a mo´ di
strale, che ove è spinto ferisce e trapassa ogni cosa. Queste
navi sono armate di cannoni, cariche di fucili, di altre armi di ogni
genere, di materie incendiarie, e anche di libri, e si avanzano contro
una nave molto più grossa e più alta di tutte loro, tentando
di urtarla col rostro, di incendiarla o altrimenti di farle ogni guasto
possibile.
A quella maestosa nave arredata di tutto punto, fanno scorta molte navicelle,
che da lei ricevono i segnali di comando ed eseguiscono evoluzioni per
difendersi dalle flotte avversarie. Il vento è loro contrario
e il mare agitato sembra favorire i nemici.
In mezzo all´immensa distesa del mare si elevano dalle onde due robuste
colonne, altissime, poco distanti l´una dall´altra. Sovra di una vi
è la statua della Vergine Immacolata, a´ cui piedi pende un largo
cartello con questa iscrizione: - Auxilium Christianorum; - sull´altra,
che è molto più alta e grossa, sta un´Ostia di grandezza
proporzionata alla colonna e sotto un altro cartello colle parole: Salus
credentium.
Il comandante supremo sulla gran nave, che è il Romano Pontefice,
vedendo il furore dei nemici e il mal partito nel quale si trovano i
suoi fedeli, pensa di convocare intorno a sè i piloti delle navi
secondarie per tener consiglio e decidere sul da farsi. Tutti i piloti
salgono e si adunano intorno al Papa. Tengono consesso, ma infuriando
il vento sempre più e la tempesta, sono rimandati a governare
le proprie navi.
Fattasi un po´ di bonaccia, il Papa raduna per la seconda volta intorno
a sè i piloti, mentre la nave capitana segue il suo corso. Ma
la burrasca ritorna spaventosa.
Il Papa sta al timone e tutti i suoi sforzi sono diretti a portar la
nave in mezzo a quelle due colonne, dalla sommità delle quali
tutto intorno pendono molte áncore e grossi ganci attaccati a
catene.
Le navi nemiche si muovono tutte ad assalirla e tentano ogni modo per
arrestarla e farla sommergere. Le une cogli scritti, coi libri, con
materie incendiarie di cui sono ripiene e che cercano di gettarle a
bordo; le altre coi cannoni, coi fucili e coi rostri: il combattimento
si fa sempre più accanito. Le prore nemiche l´urtano violentemente,
ma inutili riescono i loro sforzi e il loro impeto. Invano ritentano
la prova e sciupano ogni loro fatica e munizione: la gran nave procede
sicura e franca nel suo cammino. Avviene talvolta che, percossa da formidabili
colpi, riporta ne´ suoi fianchi larga e profonda fessura, ma non appena
è fatto il guasto spira un soffio dalle due colonne e le falle
si richiudono e i fori si otturano.
E scoppiano intanto i cannoni degli assalitori, si spezzano i fucili,
ogni altra arma ed i rostri; si sconquassan molte navi e si sprofondano
nel mare. Allora i nemici furibondi prendono a combattere ad armi corte;
e colle mani, coi pugni, colle bestemmie e colle maledizioni.
Quand´ecco che il Papa, colpito gravemente, cade. Subito coloro, che
stanno insieme con lui, corrono ad aiutarlo e lo rialzano. Il Papa è
colpito la seconda volta, cade di nuovo e muore. Un grido di vittoria
e di gioia risuona tra i nemici; sulle loro navi si scorge un indicibile
tripudio. Senonchè appena morto il Pontefice un altro Papa sottentra
al suo posto. I Piloti radunati lo hanno eletto così subitamente,
che la notizia della morte del Papa giunge colla notizia dell´elezione
del successore. Gli avversarii incominciano a perdersi di coraggio.
Il nuovo Papa sbaragliando e superando ogni ostacolo, guida la nave
sino alle due colonne e giunto in mezzo ad esse, la lega con una catenella
che pendeva dalla prora ad un´áncora della colonna su cui stava
l´Ostia; e con un´altra catenella che pendeva a poppa la lega dalla
parte opposta ad un´altra áncora appesa alla colonna su cui è
collocata la Vergine Immacolata.
Allora succede un gran rivolgimento. Tutte le navi che fino a quel punto
avevano combattuto quella su cui sedeva il Papa, fuggono, si disperdono,
si urtano e si fracassano a vicenda. Le une si affondano e cercano di
affondare le altre. Alcune navicelle che hanno combattuto valorosamente
col Papa vengono per le prime a legarsi a quelle colonne.
Molte altre navi che, ritiratesi per timore della battaglia si trovano
in gran lontananza, stanno prudentemente osservando, finchè dileguati
nei gorghi del mare i rottami di tutte le navi disfatte, a gran lena
vogano alla volta di quelle due colonne, ove arrivate si attaccano ai
ganci pendenti dalle medesime, ed ivi rimangono tranquille e sicure,
insieme colla nave principale su cui sta il Papa. Nel mare regna una
gran calma.
D. Bosco a questo punto interrogò D. Rua: - Che cosa pensi tu
di questo racconto?
D. Rua rispose: - Mi pare che la nave del Papa sia la Chiesa, di cui
esso è il Capo: le navi gli uomini, il mare questo mondo. Quei
che difendono la grossa nave sono i buoni affezionati alla santa Sede,
gli altri i suoi nemici, che con ogni sorta di armi tentano di annientarla.
Le due colonne di salute mi sembra che siano la divozione a Maria SS.
ed al SS. Sacramento dell´Eucarestia.
D. Rua non parlò del Papa caduto e morto e D. Bosco tacque pure
su di ciò. Solo soggiunse: - Dicesti bene. Bisogna soltanto correggere
un´espressione. Le navi dei nemici sono le persecuzioni. Si preparano
gravissimi travagli per la Chiesa. Quello che finora fu, è quasi
nulla a petto di ciò che deve accadere. I suoi nemici sono raffigurati
nelle navi che tentano di affondare, se loro riuscisse, la nave principale.
Due soli mezzi restano per salvarsi fra tanto scompiglio! - Divozione
a Maria SS. - frequenza alla Comunione, adoperando ogni modo e facendo
del nostro meglio per praticarli e farli praticare dovunque e da tutti.
Buona notte !
Le congetture che fecero i giovani intorno a questo sogno furono moltissime,
specialmente riguardo ai Papa; ma Don Bosco non aggiunse altre spiegazioni.
Intanto i chierici Boggero, Ruffino, Merlone e il signor Chiala Cesare
descrissero questo sogno e ci rimangono i loro manoscritti. Due furono
compilati il giorno dopo la narrazione di D. Bosco, e gli altri due
trascorso maggior tempo: ma vanno perfettamente d´accordo e variano
solamente per qualche circostanza, che l´uno omette e l´altro nota.
Memorie biografiche di San Giovanni Bosco, Vol. VII, Capitolo 18, pp.
169-172