Focus

Focus 2005

Thailandia - THA01-12-2005


Proyecto: Opere dei Salesiani in Thailandia
Fecha de Fundación: 1927
Lugar: Suratthani,Hua Hin, Hat Yai, Betong
Inspectoría: Thailandia (THA)

I Salesiani sono arrivati nel Paese dell'elefante bianco (o delle toghe gialle) nel lontano 1927, chiamati dai Padri della Società delle Missioni Estere di Parigi a sviluppare la nuova Missione di Ratchaburi, cioè la lunga penisola (circa 1.500 km) lungo il confine con la Birmania-(odierna Myanmar), un territorio che comprendeva diciannove province con una superficie di 118.000 km quadrati ed una popolazione di 6.600 cattolici su due milioni di abitanti. Le chiese esistenti si trovavano tutte nelle tre province lungo il fiume Mekhlong (80 km ovest di Bangkok). A sud di Ratchaburi per la lunghezza di 1.250 km non c'erano chiese o comunità cristiane. Don Gaetano Pasotti fu il superiore della nuova Missione. I Salesiani arrivarono in molti: dopo tre anni erano già 75, di cui solo 11 sacerdoti, il resto erano tutti chierici. Nell'arco di 10 anni, i confratelli arrivati nella nuova Missione erano 102. Purtroppo molti non resistettero e ritornarono. In compenso però i Salesiani ebbero presto un buon numero di vocazioni locali.

Primo compito fu quello della formazione dei giovani Salesiani, per prepararli al sacerdozio ed alla missione.

Secondo compito fu di occuparsi delle comunità cristiane esistenti (erano solo 9). Come avrebbe fatto Don Bosco, la prima scelta dei Salesiani, oltre la cura pastorale, fu a favore dei giovani: le scuole, lo sport, la ginnastica, la banda, il teatro, gli scout e la stampa per la gioventù; tutte novità per quei tempi in Siam, che diedero vita alla cristianità. Terzo compito fu l'azione missionaria nelle altre 16 province del sud lungo la lunga penisola. Questo iniziò nel 1934, con l'aiuto dei primi novelli sacerdoti. Lo stesso Mons. Pasotti, Don Mario Ruzzeddu e Don Giobbe Carpini furono i pionieri per i viaggi missionari; essi si alternavano nei loro spostamenti usando solo mezzi pubblici, treno, bus o jeep e scrivevano la cronaca di tutto ciò che facevano e trovavano. Questi viaggi, che duravano ogni volta da 25 a 40 giorni, portarono presto all'a pertura delle prime 3 chiesette: Hua Hin, Hat Yai e Betong.

Nel 1940 i Salesiani, ormai con un buon numero di sacerdoti, stavano preparando l'apertura di nuove stazioni missionarie, quando arrivarono la guerra e le persecuzioni. Nel 1941, a causa della guerra dei Thai contro la Francia in Indocina, i Salesiani rimasero l'unico gruppo di missionari, accanto a circa 40 sacerdoti indigeni, anche loro timorosi della persecuzione, chiamati dalla Santa Sede per dar coraggio alle comunità cristiane che vennero perseguitate in tutta la Thailandia per circa tre anni. Dopo la guerra, le opere salesiane cominciarono a svilupparsi rapidamente: nel 1946 venne aperta la scuola professionale Don Bosco a Bangkok. Questa scuola, destinata solo a poveri e orfani fu l'unica nel suo genere per circa 25 anni, ma anche dopo che lo Stato ebbe aperto le scuole professionali la scuola Don Bosco conservò la sua identità di scuola per i poveri, che insegnava veramente un mestiere. Ora gli ex allievi di questa scuola (circa 8.000 diplomati) sono inseriti nel tessuto lavorativo ed imprenditoriale della Nazione. In seguito sorsero altre scuole professionali: Don Bosco Banpong (80 km ovest di Bangkok), Don Bosco Suratthani (centro della Diocesi del sud), Don Bosco Ronphibun (160 km più a sud) e Don Bosco in Cambogia (ormai in 4 posti). Si è già iniziata una presenza in Laos con un gruppo di ex allievi e si spera di poter aprire presto una scuola Don Bosco anche qui. Quindi un'altra scelta dei Salesiani sempre a favore dei giovani poveri per inserirli nel campo del lavoro con una qualifica professionale.
Oltre alle scuole professionali, i Salesiani hanno aperto alcune scuole con l'internato. Le scuole salesiane (ognuna con almeno 2.600 allievi) e quelle delle altre Congregazioni, sono un modo di raggiungere tanta gente di tutte le religioni, che saranno i leader della società di domani.

La musica, lo sport e le attività libere fino a tardo pomeriggio sono ancora le attrazioni che danno entusiasmo e gioia ai giovani nelle scuole salesiane; e attraverso l'educazione si riesce in parte a trasmettere i valori cristiani in una esperienza di gioia e di famiglia nella scuola.

Certamente le scuole cattoliche hanno dato alla nazione personaggi di spicco: imprenditori, dirigenti in tanti campi, ministri etc. L'incidenza delle scuole in termini di conversioni è minima, ma l'organizzazione delle scuole cattoliche è una realtà che riesce a risolvere tanti problemi. I nostri ex allievi riescono in parte a condizionare alcune scelte del Governo, quando ce n'è bisogno e costituiscono sempre una nostra difesa.

La famiglia salesiana che lavora con lo "Spirito di Don Bosco", così come era stata l'ispirazione nel passato, è ancora oggi un punto di riferimento per le attività giovanili a livello di Diocesi e delle scuole dei religiosi.

La missione iniziale ricevuta dai Salesiani ha ora due Diocesi: Ratchaburi e Suratthani, rispettivamente con 35 e 39 chiese ciascuna.

Ogni chiesa con la scuola può educare la gioventù cristiana e poi con le attività di catechismo estivo, per la durata di circa un mese, continua la formazione cristiana. II 26 dicembre scorso, l'onda killer dello Tsunami si è abbattuta sulle spiagge di sei province del mare andamano, che sono parte della Diocesi di Suratthani, causando ingenti danni e uccidendo tante persone sia thai sia stranieri. Immediatamente la Chiesa in Thailandia, soprattutto la Diocesi di Suratthani, con l'aiuto di personale proveniente da Congregazioni religiose maschili e femminili, sacerdoti e seminaristi da varie Diocesi, si è impegnato a portare conforto e speranza ai malcapitati. I sacerdoti, le suore e i religiosi hanno piantato tende in tanti posti e sono rimasti là giorno e notte per consolare e dare coraggio alla popolazione: sacerdoti e suore capaci di comprendere il profondo senso del dolore e di dare parole di speranza poiché tanti avevano bisogno proprio di questo per ritrovare il coraggio di andare avanti.
Se il turismo rispetta la natura, le persone e i tesori della cultura della gente locale, va molto bene; altrimenti i danni provocati dalle distruzioni, anche se non dovyti all'onda distruttrice dello Tsunami, in termini di costumi e tradizioni sono incalcolabili.


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