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Europa - Terra di Missione - Progetto Europa nel contesto delle Chiese d'Europa

Europa - Terra di Missione

 

Progetto Europa nel contesto delle Chiese d'Europa

P. Václav Klement, Consigliere per le missioni

 

1 novembre 2013
Torino - Valdocco

1. Introduzione
2. Quale Chiesa sará nell'Europa del 2050?
3. Europa - Terra di missione e Terra dei missionari
4. Indicatori per il futuro della Congregazione in Europa
5. Confratelli missionari aiutano sviluppo del Progetto Europa
6. Conclusione

 1. Introduzione

Auguro buona giornata a tutti voi! Anzitutto voglio dire, che la Congregazione Salesiana è fiera di voi! Essere missionario in Europa oggi è una grazia ed anche un compito non facile! Ringrazio per la vostra risposta di ogni giorno alla chiamata di Dio per essere discepoli e missionari di Gesú oggi in Europa!

Iniziamo un nuvo giorno qui a Valdocco, un quartiere di Torino, in Italia, uno dei paesi europei! Sono contento di incontrarvi proprio qui! Compito di questa conferenza è di far nascere in voi una riflessione continua sulla Chiesa in Europa! Come seconda Congregazione maschile piú numerosa nella Chiesa, possiamo facilmente perdere il nostro 'sentire cum Ecclesiae' (Cost. SDB, art. 6). Il Progetto Europa, lanciato dal Capitolo Generale 26 dei Salesiani, ha messo in moto varie dinamiche, puó essere disgiunto dalla Chiesa in genere, ed anche dalla realtá ecclesiale che affrontano I Cristiani in Europa.

Questa riflessione é un secondo tentativo di guardare attorno a noi non tanto per seguire I trend culturali, religiosi o giovanili, ma di riflettere sulle emergenti esperienze della Chiesa in Europa oggi. Alcuni di voi avete giá letto e commentato la mia prima riflessione sullo stesso tema, condivisa a Lione (Francia, Visita d'insieme della Regione Europa Ovest, agosto 2011).

Gli ispettori salesiani d'Europa si sono giá radunati 4 volte (2004, 2008, 2010, 2012) con il Rettor Maggiore per discernere il cammino del Progetto Europa. Molti ospiti d'onore hanno aiutato gli ispettori a leggere i segni dei tempi. Hanno approffondito 3 priorità, obiettivi o principi del Progetto Europa: la rivitalizzazione endogena, il ridimensionamento della missione, l'invio e l’accoglienza dei missionari in Europa.

Sicuramente non é facile motivare i 6000 Salesiani presenti nelle 29 ispettorie d'Europa. Non è facile cogliere i differenti movimenti del rinnovamento nel Vecchio continente, nelle diocesi, di vita consacrata o di vari movimenti ecclesiali. Nel 2012 il Rettor Maggiore ha detto che ancora il 34% dei confratelli europei sono poco convinti degli obiettivi del Progetto Europa. Gli obiettivi sono chiari, però il cammino è lento. In veritá se vogliamo una conversione, cambio di mentalitá - dobbiamo puntare su un processo a lungo termine. Questa breve riflessione vuol guardare il contesto delle Chiese e specialmente della Chiesa cattolica in Europa. E' un tentativo  per offrirvi alcuni punti per una continua riflessione. Essere mandato come Salesiano dall'Africa, America o Asia in Europa è un privilegio non facile. Questa riflessione vuole aiutarvi ad aprirvi dagli orizzonti locali (la mia comunitá, la mia scuola/parrocchia e la mia ispettoria) verso una visione e mentalitá piú europea come cittadini, fedeli e confratelli d'Europa. Ci aiuterà ad abracciare il significato della vostra presenza (più di 60 confratelli missionari) tra i più di 6000 salesiani in Europa.
Per ciascuno dei quattro punti della riflessione si trovano due domande che vi aiutano oggi e nel futuro a pensare e respirare di più con la Chiesa in Europa!

2. Quale Chiesa nell'Europa nel 2050?

Negli ultimi 100 anni la Chiesa di Europa è cambiata moltissimo. Uno sguardo attento sul
mosaico ecclesiale ci aiuterà puntare sui segni veramente essenziali per il futuro della Chiesa cattolica in Europa. Invito ad immaginare quale sarà il volto delle Chiesa e della vita salesiana d'Europa nel anno 2050, a quaranta anni dal oggi.
E' un dato di fatto, che mentre la Chiesa sta numericamente crescendo in quasi tutto il mondo, in Europa diminuisce. Ci sono molteplici motivazioni di questa situazione. Nello stesso tempo magari non vediamo tanti segni di rinascita, di purificazione, della nuova primavera. Però crediamo che da ogni crisi nasce una nuova vita ancora più dinamica.

La Chiesa del 2050 in Europa sarà probabilmente una minoranza creativa: dopo alcuni secoli del monopolio della Chiesa a livello di Stato o della società, passerà a diventare una minoranza numerica. In alcuni paesi è già diventata oggi una Chiesa della diaspora, dove tutti i cristiani formano neppure il 10% della popolazione. Altrove il comunismo ha quasi distrutto tutte le strutture ed istituzioni non facili da ricostruire; in parecchi paesi mancano due generazione di fedeli e di pastori della Chiesa. Invece in altri posti vediamo alcune comunità molto vivaci animate dalla prima o seconda generazione di cattolici provenienti dal Sud Globale. Dopo alcuni secoli dell’impegno missionario ad extra, la Chiesa di Europa diventerà veramente una Chiesa che dà e riceve nello stesso tempo. Sicuramente sarà una Chiesa più cattolica nel senso della varietà dei gruppi etnici o nazionalità, dei nuovi ed antichi movimenti ecclesiali, con più laici impegnati al servizio delle comunità con i religiosi e sacerdoti provenienti dagli altri continenti. Nello stesso tempo il secolarismo e il rinnovamento, invecchiamento e giovani sono un quadro molto complesso.

Alcune tendenze riportate nelle statistiche sulla Chiesa in Europa: “Quando esaminiamo i
dati della Cristianità in Europa, vediamo alcuni schemi coerenti. Numericamente tutte le Chiese cristiane in tutto il continente sono in declino grazie alle defezioni (ateismo e agnosticismo, secolarismo), mentre il numero dei cristiani cresce grazie alle nascite nelle famiglie cristiane e grazie all’immigrazione. Sia l’emigrazione in declino, sia le conversioni non esercitano nella crescita un ruolo sostanziale. Così la crescita delle comunità cristiane in Europa sembra essere nelle mani degli immigrati dai paesi non-europei. Inoltre è in declino la partecipazione attiva nella vita ecclesiale nell’Europa occidentale. Questo mostra che il rinnovamento della Chiesa diventerà la priorità: per esempio nel 1910 il Movimento carismatico contava in Europa solo 26.000 aderenti, mentre nel 2010 conta circa 31 milioni”(Atlas of Global Christianity, Edinburgh, 2010, p.156 – elaborato da un gruppo ecumenico per il centenario del primo congresso missionario ecumenico a Edinburgh).

Dalla visione ormai classica del cardinale Leo Suenens nel suo libro “La Chiesa in stato di missione” (1956) fino al Sinodo sulla Nuova evangelizzazione convocato per il 2012 possiamo rintracciare un cammino che porta al futuro: Cominciando dal primo annuncio di Gesù ai post-cristiani o mezzo-cristiani d’Europa con tanti pregiudizi fino ad una pastorale missionaria ed un continuo impegno per le missioni ad gentes negli altri continenti.
Per esempio nel Regno Unito (UK) la Conferenza episcopale promuove la Giornata missionaria del 2013 sul tema 'Come aiutare i 4 milioni di cattolici 'spenti' nel ritorno alla comunità ecclesiale'.

Per una riflessione personale o comunitaria
Quale immagine di Chiesa in Europa del 2050 stiamo sognando e preparando?
Siamo aperti per l'aproffondimento personale dello sviluppo ecclesiale in Europa oggi?

 3. Europa – terra dei missionari e terra di missione

Già Don Bosco si è sentito dire da un vescovo missionario Mons. Amando Joseph Fava di Grenoble, che “… purtroppo anche i nostri paesi cattolici non sono forse diventati, per dire così, terre di missione? L’ignoranza religiosa e l’indifferentismo, fiancano l’odio contro la religione alimentato dall’ignoranza e fomentato da empi eccitamenti, fanno progressi ogni di maggiori. Sia mille volte ringraziato il Signore per quello che si degnò di suscitare qui, sotto il manto verginale della Madre sua, uno stuolo cioè di operai istruiti e zelanti, che, laici o sacerdoti, verranno a suo tempo in aiuto della Chiesa, mantenendo nelle anime il rispetto, la conoscenza, l’amore e la pratica della nostra santa religione(MB 17,20, del Gennaio1885).

Cento anni fa erano presenti in tutto il mondo circa 60.000 missionari di tutte le Chiese cristiane, 40.000 di loro erano europei. Ora contiamo al livello globale circa 400.000 missionari cristiani, dei quali solo 132.000 vengono dai paesi Europei. Nello stesso tempo l’Europa riceve circa 90.000 missionari cristiani, lo stesso numero come l’Africa. Lo scenario delle missioni è cambiato profondamente, vediamo i movimenti missionari multi direzionali.

Nello stesso tempo la percentuale dei cristiani in Europa è scesa di circa 20%. Quasi totalità della popolazione cristiana oggi conta un quinto dei agnostici, atei e musulmani.
Cento anni fa, le grandi religioni mondiali non avevano le loro missioni. Invece oggi già troviamo in tutti i continenti le missioni dei buddhisti, dei musulmani o induisti. A volte loro copiano le strutture, le strategie e i metodi delle missioni cristiane.

Nello stesso tempo cambia anche il volto dei sacerdoti e dei religiosi/e in Europa. In tutti i paesi dell’Europa cresce la cattolicità grazie all’arrivo del clero non europeo e di alcune vocazioni provenienti dai migranti presenti in Europa. Secondo dati recenti la percentuale del clero non europeo supera in Francia il 10% , in Spagna il 15%, in Belgio il 14% , nella Svizzera francese circa il 22%. Ovviamente nel 2050 queste percentuali saranno più alte! Nello stesso tempo in Italia lavorano circa 15.000 religiose non italiane, quando circa 8.000 suore italiane missionarie ad gentes lavorano all’estero. Anche i sacerdoti diocesani di “Fidei Donum” presenti nell'Italia sono già circa 2000, però i sacerdoti italiani impegnati all’estero sono circa 900. Nelle diocesi della Germania lavorano già più di 30 sacerdoti vietnamiti nati in Germania! Questi dati non è facile trovarli, solo la Conferenza episcopale francese li offre in modo ufficioso (i missionari francesi nel mondo erano nel 1994: 7000 e 40 anni dopo nel 2005 erano solo 3700. Invece le suore straniere presenti in Francia sono 5000, i sacerdoti 11009. (www.coop-miss75.org).

L’Esortazione apostolica post-sinodale Ecclesia in Europa di Giovanni Paolo II (n.46) invita al primo annuncio di Cristo e ad una rinnovata proclamazione del Vangelo, riconoscendo nel continente vaste aree sociali e culturali le quali hanno bisogno della vera missione ad gentes'. Quasi tutte le conferenze episcopali d’Europa negli ultimi dieci anni invitano per un rinnovato slancio missionario: la Germania (nel 2004, La salvezza per tutti i popoli), la Spagna (nel 2008, Actualidad de la Misiòn ad gentes en España), il Portogallo (nel 2010, Para um rostro missionario da Igreja em Portugal). E' interessante che questo impegno mette in risalto uno stretto collegamento tra la missio ad gentes all'estero e la rievangelizzazione nel proprio paese. Il messaggio dei pastori è chiaro: se la Chiesa in Europa non diventa una Chiesa missionaria, non può avere un futuro. Mons. Luc Van Looy non è l’unico missionario che è stato nominato come vescovo di una diocesi dell’Europa occidentale negli ultimi anni. Mons. Luc Van Looy ha scritto un libro insieme a molti collaboratori sacerdoti e laici “Per una Chiesa missionaria” (Gent, 2009) su questo argomento.

Quale risorsa per l’evangelizzazione nelle ispettorie europee possiamo sfruttare dalla testimonianza di circa 1200 missionari salesiani europei impegnati nelle frontiere missionarie di tutti continenti? Come esempi molto recenti possiamo vedere il film sul P. Michal Moskwa (missionario polacco, 98 anni, lavora per 76 anni in Giappone) o l’altro film sul P. François Guezou (missionario francese in India 1952-2009).
Non a caso, tutti e due i film sono fatti per iniziativa di due missionari - un diacono polacco e uno studente indiano di teologia in Francia.

Illuminante è una confessione del vescovo di Erfurt, Joachim Wanke, responsabile della nuova evangelizzazione in Germania: “La visione della Chiesa? – Portare la luce sul lucerniere! Dobbiamo riscoprire il coraggio di parlare sulla nostra fede (in prima persona). Siamo pronti a parlare di Dio e della nostra fede? Alla Chiesa in Germania manca qualche cosa: Non sono i soldi, non sono i fedeli. La debolezza primaria della nostra Chiesa è che ci manca una convinzione: che possiamo generare i nuovi Cristiani! Siamo radicati nei pregiudizi, che le missioni valgono solo per l'Africa o l'Asia, però non valgono per la nostra Hamburg o Erfurt.(Lasst uns das Licht auf den Leuchter stellen, Impulse fűr Christen, St. Benno Verlag, GmbH Leipzig, 2001, p. 120).

Per una riflessione personale o comunitaria
Che cosa possiamo imparare dalla testimonianza delle migliaia di religiosi e sacerdoti che sono venuti in Europa negli ultimi 30 anni per contribuire alla vita cattolica?
Conosciamo, siamo in contatto con le direttive del Magistero ecclesiale in Europa oggi (conferenze episcopali, vescovi diocesani)?

 4. Indicatori per il futuro della Congregazione in Europa

Nonostante le poche vocazioni e l’invecchiamento dei Salesiani in Europa, siamo presenti nell’Europa con un numero notevole. Più di seimila (6000) Salesiani delle 28 Ispettorie, sono più di 40% della Congregazione, frutto di una storia ed eredità carismatica molto ricca. La mentalitá strategica sarebbe di formare la mentalità missionaria in ciascuno dei 6000 Salesiani. Se riconosciamo che i nostri paesi europei sono terra di missione, abbiamo giá fatto il primo passi nel cammino di una conversione radicale per addestrarci a questa nuova situazione: (cfr. La Formazione missionaria dei Salesiani di Don Bosco, ed. 2013 e Il Primo annuncio di Gesù Cristo in Europa, Praha 2010).

 a. La Vita consacrata è sempre un nucleo catalizzatore della missione.

I consacrati sono i migliori missionari nella storia della Chiesa. La vita religiosa è centro che sprigiona energie per la costruzione della Chiesa, per portare avanti la sua missione.
Guardando con onestà la nostra vita, scopriamo alcune strade che non portano verso il futuro voluto dal Signore che ci manda; è il primo passo della conversione da fare:
- Alcuni fanno finta come niente fosse cambiato nella società, nella Chiesa e nel mondo dei giovani e continuano vivere ed agire come ieri.
- Altri credono in alcune strade sbagliate che non portano verso il futuro (per esempio seguendo il modello liberale di Vita consacrata; lasciando il nostro posto al centro della missione ai laici, altri si arrendono davanti all’apparente sterilità vocazionale; altri ancora
si ritirano dai posti più strategici come la scuola o i centri di formazione professionale).
- Altri si abbandonano alla stanchezza vitale che non vede Cristo al centro della storia.
- Altri ancora si nascondono dietro alcune strategie esterne, senza una conversione e il nostro ripartire da Cristo come persone e comunità (una Chiesa 'mondana' sulla quale punta spesso il Papa Francesco).

b. Un altro passo della nostra conversione è di lasciarsi aiutare con umiltà:

Dobbiamo riconoscere che ci manca slancio ed entusiasmo di lasciarci sorprendere di nuovo da Gesù. Abbiamo bisogno di rinnovare la vita di fede per centrarci di nuovo sull'essenziale. Lasciare dietro le pretese che siamo già abbastanza evangelizzati. Significa anche investire molto di più per rievangelizzare il cuore del Salesiano. Vuol dire diventare i cercatori di Dio, sempre in cammino. Abbiamo bisogno non solo di una conversione personale, ma anche pastorale e comunitaria.

c. Alcuni atteggiamenti e strategie per un terzo passo della conversionequale ci è richiesto per una vitalità della vita consacrata apostolica salesiana in Europa:

- Una mentalità più aperta verso i giovani, senza paura di incontrarli là dove si trovano
- Una mentalità più aperta per varcare senza paura i confini ispettoriali e nazionali
- Una mentalità più coraggiosa per lasciare il comodo dello stare in casa, per lasciare il comodo materiale delle strutture, per lasciarsi convertire dai “nostri” giovani.
- Un cuore salesiano attratto da Gesù fa sì che ogni attività educativa o “sociale” può diventare un’opportunità evangelizzatrice per ogni salesiano.
- Un cuore umile per camminare a fianco dei nostri collaboratori laici (anche delle altre religioni) per sviluppare con creatività la nostra presenza tra i giovani d'oggi.

Per una riflessione personale o comunitaria
Come ci influisce il modo rinnovato di essere Cristiano o religioso nell'Europa oggi?
Qual’è il nostro contributo specifico come missionari in Europa per aiutare i confratelli locali nel loro rinnovamento di vita consacrata, comunitaria e nel sviluppare i cammini creativi nella missione?

5. Confratelli missionari aiutano lo sviluppo del Progetto Europa

Negli ultimi dieci anni sono stati inviati nelle Ispettorie d’Europa circa 70 Salesiani. Non è un numero grande. Però la presenza dei missionari fa visibile Progetto Europa sia all’interno delle nostre ispettorie, sia all’esterno. Ci fa pensare sulle motivazioni della missione, esprime un forte segno della multiculturalità di alcune comunità o Ispettorie che pochi anni fa erano chiuse nella loro cultura. La loro presenza diventa anche un segno della mobilità che è fondamentale per la missionarietà. La maggioranza dei nuovi arrivati dopo l'inizio ufficiale del Progetto Europa sono ancora in formazione iniziale (tirocinanti o studenti di teologia). Siamo solo all'inizio del cammino.

Le ispettorie stanno imparando come accogliere, come accompagnare i nuovi arrivati, come aiutarli ad inserirsi nelle comunità, come affidare ai nuovi missionari le prime responsabilità nella vita e nella missione delle comunità. Inoltre abbiamo già alcuni direttori e un consigliere ispettoriale missionari in Europa. Il primo raduno dei missionari presenti in Europa nel novembre 2011 fu il primo passo di verifica nel cammino. Durante i due anni passati si sono tenuti raduni regolari ispettoriali o interispettoriali dei missoinari in Europa. Anche alcuni di voi hanno partecipato nei Capitoli ispettoriali del 2013 con molto frutto!

L’impatto dei nuovi confratelli venuti per il Progetto Europa non si può misurare solo con i parametri “del contributo al lavoro apostolico”. Secondo l’esperienza di alcune ispettorie italiane negli ultimi 20 anni, che hanno ricevuto decine di tirocinanti dall’Asia, dall’Est Europeo o dall’Africa, vi sono alcuni effetti della loro presenza:
 
a. A livello vocazionale, sono vicini ai giovani animatori e ai pochi giovani confratelli locali,
b. Ringiovaniscono le comunità che hanno dimenticato, come Salesiani, i giovani in cortile
c. Aiutano a creare le comunità più fraterne ed aperte.

Ormai quasi in tutte le comunità dell'Europa incontriamo negli Oratori, Centri giovanili, Case famiglia, Parrocchie, Scuole e Centri di formazione professionale i giovani migranti. Dai tempi di Don Bosco i migranti nelle strade di Torino erano i nostri primi destinatari, i migranti nell'America Latina erano i primi destinatari dei nostri missionari ad gentes. Nel Progetto Europa dobbiamo vedere qual’è il nostro contributo specifico educativo – pastorale per i giovani migranti. La ricerca europea sul nostro impegno verso i migranti (Vito Orlando, L'attenzione ai migranti e la Missione salesiana nelle società multiculturali d'Europa, UPS 2012, 300p.) e la Giornata missionaria salesiana 2014 (Noi siamo gli altri, Condividere l'amore di Cristo con i migranti) porta il campo migratorio all'attenzione dei confratelli in tutto il mondo - sono le letture d'obbligo per tutti voi.
Probabilmente uno dei campi più adatti ai nuovi confratelli provenienti dalle Ispettorie non europee sta nella missione per i giovani migranti. Essendo voi stessi stranieri in Europa, anche se non parlate le stesse lingue degli immigranti, potete diventare migliori educatori ed evangelizzatori nel campo vastissimo della migrazione. Come missionari in Europa siete un gruppo piccolo nel grande movimento di 50 milioni di persone che si sono spostate da altri continenti in Europa negli ultimi 30 anni.

Per una riflessione personale o comunitaria
Che cosa possiamo imparare dall'esperienza degli altri religiosi missionari?
Quale potrebbe essere il nostro contributo specifico come missionari salesiani nel campo della missione per/con i migranti nell'Europa?

 6. Conclusione

Voglio ritornare alle parole del Rettor Maggiore sul Progetto Europa

Primo: nel secondo incontro con gli ispettori d’Europa nel novembre 2008: “Il progetto Europa è una proposta spirituale senza pari; non si tratta di evangelizzazione ad gentes, come ad esempio in Asia o in Africa, né di consolidamento di un’evangelizzazione ormai compiuta, come ad esempio in America Latina; in Europa è in gioco il recupero spirituale e culturale di un continente oramai non-cristiano o post-cristiano”. Sì, siamo nelle strade inedite, piene di sfide, però con la fede che il Signore cammina con noi e la Madonna ci precede.

Secondo: quando Don Chávez presenta la verifica del Progetto Europa (novembre 2012) durante il quarto incontro degli ispettori (Verifica della realizzazione del Progetto Europa e Linee del futuro): “In questi anni in cui stiamo realizzando il Progetto Europa l’invio ed accoglienza di missionari procedenti da ispettorie dell’Europa stessa verso ispettorie più deboli e bisognose di personale o da ispettorie di altri continenti è stata una delle dimensioni meglio riuscite, pur restando ferme alcune sfide, riguardanti la selezione dei confratelli che arrivano, la loro preparazione linguistica e culturale, la loro capacità di inserimento, l’accoglienza e l’accompagnamento da parte degli ispettori e direttori delle ispettorie che accolgono".

Io sono convinto che il Salesiano d’Europa è la prima terra di missione: soltanto rimanendo fedele alla sua intimità con Dio il Salesiano europeo missionario nella propria terra potrà essere il profeta che aiuta a scoprire le nuove strade nell’annuncio del Vangelo. Sentiamo un forte bisogno di continuare il cammino di rinnovamento del “Da mihi animas, cetera tolle” voluto dal CG26, specialmente nelle ispettorie d'Europa. Ad ogni salesiano è chiesto prima di evangelizzare il proprio cuore, affinché potesse diventare un testimone credibile e visibile del Vangelo in Europa oggi.

In verità la presenza umile, fedele e dinamica di migliaia di religiosi, sacerdoti e laici arrivati nel continente europeo (tra di loro troviamo anche 70 Salesiani) è prezioso contributo (come lievito o come catalizzatore) nel cammino della Chiesa in Europa.

Credo, che voi non aspettate molte e facili soddisfazioni, grandi risultati o applausi! Siete molto benvoluti dai giovani e da un buon numero di laici collaboratori, però vi trovate ancora in diverse difficoltá con i confratelli europei (alcuni ancora esitano e chiamarvi missionari). Sicuramente uno sguardo più largo sulla realtá di migliaia di missionari in Europa (sacerdoti, seminaristi, religiosi e laici) può aiutarvi sempre a prendere un nuovo respiro, radicare di più la vostra speranza e le convinzioni sul significato del vostro contributo in quest'ora storica dell'Europa.

Maria, Madre della Chiesa, prega per noi!
San Giovanni Bosco, prega per noi!
Beato Ceferino Namuncurá, prega per noi!