«Ecco la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua parola»
Festa dell’Annunciazione del Signore
Omelia nell’elezione del Rettore Maggiore
Is 7:10-14; Eb 10:4-10; Lc 1:26-38
Carissimi fratelli,
Celebriamo oggi la solennità dell’Annunciazione del Signore, una «celebrazione che è festa congiunta di Cristo e della Vergine: del Verbo che si fa figlio di Maria e della Vergine che diviene madre di Dio» (Marialis cultus 6).
Penso che non potrebbe esserci data migliore di questa per l’elezione del Rettore Maggiore, che come Maria oggi riceve una nuova annunciazione nella sua vita. Dio lo chiama, ancora una volta, per una missione particolare: incarnare Don Bosco.
L’annunciazione ci ricorda infatti che la vita umana, ogni vita umana, è una vocazione. Per questo davanti a ogni esistenza umana vi è una missione. Ed è stimolante credere che Dio ha un progetto per ogni uomo e donna, progetto che va rivelando progressivamente. La vita trascorre così tra chiamate che riceviamo e risposte che diamo di volta in volta. Quasi direi che ci sentiamo interpellati da tutto e da tutti. Cogliere la vita come vocazione o come missione specifica significa che la chiamata non è un avvenimento isolato, ma piuttosto un dialogo attento e amoroso da continuare durante tutti i giorni del nostro pellegrinaggio in questo mondo.
Il racconto dell’annunciazione di Maria ci dice inoltre che in ogni vita c’è un’annunciazione per qualcosa di totalmente nuovo a cui siamo invitati. Un bel giorno percepiamo con chiarezza che Dio ha pensato a noi e vuole contare su di noi per realizzare la sua salvezza. L’unica cosa che esige è la capacità di accoglienza di questa proposta divina e una risposta amorosa e generosa, sapendo in Chi abbiamo posto la nostra fiducia, e metterci in cammino con fede e gioia.
E’ normale che di fronte a un intervento di Dio nelle nostre vite sentiamo timore che venga a cambiare i nostri progetti personali e, in un certo senso, a complicarci un poco l’esistenza. Il piano di Dio non risponde mai del tutto ai nostri desideri, né ai bisogni più intimi. E’ allora quando si deve avere l’audacia e l’umiltà di cambiare i propri progetti, di educare il nostro cuore ed imparare a lasciarci condurre dallo Spirito.
L’annunciazione a Maria ci presenta gli atteggiamenti da coltivare per saper ascoltare Dio e rispondere a Lui, che non cessa di parlarci e chiamarci. Si potrebbe riassumere questo avvenimento capitato a Maria, credo, in tre grandi atteggiamenti:
La pagina evangelica dell'annuncio a Maria testimonia pure lo stile con il quale Dio si fa avanti per proporre e chiedere disponibilità alla persona, cioè il dialogo. Il dialogo evangelico si sviluppa nella forma del dono. Innanzitutto vi è il dono della gioia («Rallegrati, Maria»): la parola di Dio reca gioia; un’annunciazione è apportatrice di gioia. Viene quindi il dono della grazia («ricolmata di grazia»; «hai trovato grazia»). Poi si manifesta il dono dell'incoraggiamento («non temere»): la delicatezza di Dio scioglie la paura nei confronti di Lui, che rivela il volto misericordioso, la paura della sua impegnativa parola. Dopo si presenta il dono della vitalità e della fecondità («concepirai e partorirai un figlio»): il figlio è segno di vita e di futuro, esigenza di custodia e di servizio, responsabilità verso la vita. Viene poi ancora il dono dello Spirito («lo Spirito Santo scenderà su te»): è la prima pentecoste di Maria e lo Spirito indica l'intenzione di possesso e custodia da parte di Dio, la richiesta di collaborazione. Infine giunge il dono della fede («nulla è impossibile a Dio»): parola finale, chiave che apre alla disponibilità totale e consapevole.
Preghiamo Maria, umile serva del Signore, gloriosa madre di Cristo. Ella, la Vergine fedele, grembo sacro al Verbo, ci insegni a essere docili alla voce dello Spirito; a vivere nell'ascolto della Parola, attenti ai suoi richiami nel segreto del cuore, vigili alle sue manifestazioni nella vita dei fratelli, negli avvenimenti della storia, nel gemito e nel giubilo del creato. Ella, la Vergine dell'ascolto, creatura orante, accolga la preghiera dei suoi figli.
Roma, 25 marzo ’14
P. Pascual Chávez V., sdB