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Orientamenti sulla formazione iniziale nella Conferenza CISBRASIL

DIREZIONE GENERALE OPERE DON BOSCO

Via della Pisana 1111 – 00163 ROMA

Il Consigliere Generale per la Formazione

Roma, 20 luglio 2006
Prot. 06/0559

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Molto Reverendi Ispettori
e Delegati ispettoriali di formazione
Regione AMERICA CONO SUD - CISBRASIL

Oggetto: Orientamenti sulla formazione iniziale nella Conferenza CISBRASIL

Carissimi Ispettori e Delegati,

vi presento gli “Orientamenti sulla formazione iniziale nella Regione America Cono Sud - CISBRASIL”. Essi sono il risultato di un lungo lavoro: la mia visita alle comunità formatrici, la valutazione della loro consistenza quantitativa e qualitativa, la revisione dei Direttori ispettoriali - Sezione formazione, le vostre risposte al mio Rapporto sulla formazione iniziale ed infine lo studio da parte del Rettor Maggiore e del Consiglio generale.
Vi ringrazio di cuore per la collaborazione offerta durante questo processo; spero che esso sia stato un utile esercizio anche per voi. Con questa lettera intendo sottolineare alcuni aspetti positivi della formazione iniziale nella Conferenza ed altri che sembrano richiedere più attenzione. Vi segnalo in particolare alcuni orientamenti da parte del Rettor Maggiore e del suo Consiglio.
Per favorire il confronto e il coordinamento della formazione nella Regione America Cono Sud, si sta costituendo la Commissione regionale di formazione, formata dai Delegati ispettoriali, che può prevedere la possibilità di articolazione nei due settori della EFOSUR e della CNF del Brasile. Pur avendo alcune situazioni comuni, a causa del cammino fatto finora, alle due Conferenze della Regione si offrono “Orientamenti” distinti.

 

1. COLLEGAMENTO TRA ANIMAZIONE VOCAZIONALE E FORMAZIONE

La Conferenza CISBRASIL sta sperimentando un leggero aumento vocazionale. Nel periodo 1990 - 1995 c’era una media di 37.3 novizi l’anno; la media è giunta a 38 nel periodo 1996 - 2001; nel periodo 2002 - 2005 si è avuta una media di 41 novizi l’anno. Alla fine dell’anno 2005, esclusi i prenovizi, nella Conferenza c’erano 221 formandi.
Nel periodo 1990 - 1995 c’era una media l’anno di 18.3 professi temporanei e di 6.5 professi perpetui, che lasciavano la Congregazione, per un totale di 24.8 professi; nel 1996 - 2001 c’era una media di 19.1 professi temporanei e di 5.3 professi perpetui, che lasciavano la Congregazione, per un totale di 24.4 professi; nel 2002 - 2005 si è avuta una media di 13.6 professi temporanei e di 1 professo perpetuo, che lasciavano la Congregazione, per un totale di 14.6 professi.
La Ratio chiede che prima del prenoviziato il candidato faccia “un serio cammino di pastorale vocazionale” (FSDB 329) e che venga ammesso al prenoviziato solo “quando ha fatto l’opzione per la vita salesiana” (FSDB 330). Nei Regolamenti generali all’articolo 17 tale cammino che precede il prenoviziato viene chiamato “aspirantato”.
Pur nella possibile diversità di terminologia e di realizzazione, l’aspirantato è essenzialmente un’esperienza di accompagnamento dei giovani che mostrano interesse per la vocazione consacrata salesiana. Tale esperienza comprende la direzione spirituale, il discernimento vocazionale, la conoscenza e il coinvolgimento della famiglia, la partecipazione alla vita e missione della comunità salesiana, lo studio e il consolidamento culturale.
Tutte le Ispettorie hanno qualche esperienza per aspiranti prima del prenoviziato; ci sono aspiranti studenti di scuola secondaria, universitari, volontari vocazionali, candidati di provenienza indigena. Alcune Ispettorie hanno iniziative occasionali; altre hanno proposte continuative; tutte stanno approfondendo come aggiornare e rendere sistematiche le loro esperienze di aspirantato.
Non tutti i candidati giungono al prenoviziato con una chiara opzione per la vita salesiana. La loro formazione umana e la loro vita cristiana inoltre risultano carenti. In un anno di prenoviziato poi non si riesce a fare il cammino richiesto per poter iniziare il noviziato; non è però consigliabile fare due anni di prenoviziato. Occorre perciò rafforzare il cammino vocazionale precedente; in particolare risulta strategica l’esperienza dell’aspirantato.
Un problema che necessita di essere affrontato riguarda gli studi universitari. Alcuni giovani, che arrivano ai nostri cammini formativi, desiderano iniziare o continuare tali studi oppure hanno già raggiunto un titolo accademico. Anche le tappe formative, soprattutto il postnoviziato, prevedono studi che offrono un titolo riconosciuto. Occorre studiare tale problema, per accompagnare le scelte vocazionali dei giovani durante gli studi universitari e per non allungare troppo le fasi formative.

Orientamenti

1.1. Prima del prenoviziato ci sia un tempo adeguato per un’esperienza di accompagnamento personale, direzione spirituale, discernimento vocazionale, vita comunitaria, studio, esercizio nella pastorale salesiana, ossia si faccia un’esperienza di aspirantato. Particolarmente bisognosi dell’esperienza comunitaria prima del prenoviziato sono quei candidati che non provengono dai nostri cammini educativi o provengono da ambienti umanamente e culturalmente poveri. Durante questo periodo, qualora fosse necessario, si concludano gli studi della scuola secondaria.
1.2. Essendo l’aspirantato il punto di raccordo tra la pastorale giovanile e il cammino formativo, a livello di Ispettoria è necessario un confronto circa questa esperienza tra delegati di pastorale giovanile e di formazione, animatori vocazionali, incaricati degli aspiranti, incaricati dei prenovizi. Anche a livello di Regione può essere utile il confronto tra delegati ispettoriali di pastorale giovanile e di formazione.
1.3. Problemi che devono essere studiati insieme tra pastorale giovanile e formazione riguardano: i criteri di scelta dei giovani inviati a fare l’esperienza dell’aspirantato, gli elementi di formazione umana e cristiana in coerenza e continuità con il cammino della pastorale giovanile e con le esigenze del prenoviziato, il ruolo dell’aspirantato nell’animazione vocazionale ispettoriale, le modalità di accompagnamento e di discernimento per l’opzione di vita salesiana prima del prenoviziato, la preparazione di animatori vocazionali per l’aspirantato, gli studi universitari e l’armonizzazione con gli studi successivi.
1.4. Nell’aspirantato si chiede di rafforzare la presentazione di entrambe le vocazioni alla vita salesiana, quella del salesiano prete e quella del salesiano coadiutore, senza che in questo momento il candidato venga invitato a prendere una decisione.

 

2. PRENOVIZIATO

Consistenza numerica

Tutte le Ispettorie della CISBRASIL hanno il proprio prenoviziato; quindi nella Conferenza ci sono 6 prenoviziati. In tutte le Ispettorie il prenoviziato è inserito in una comunità salesiana apostolica: Belo Horizonte - Colégio di BBH, Campo Grande São Vicente di BCG, Manaus Alvorada di BMA, Recife Bongi Don Bosco di BRE, Lorena di BSP e Viamão di BPA.
E’ preferibile che il prenoviziato abbia un legame con una comunità apostolica; in questo caso i prenovizi costituiscono un gruppo con loro formatori, programma e ambienti, ma partecipano anche alla vita della comunità salesiana e al suo impegno apostolico.

Condizioni formative

In BCG i prenovizi si trovano nella stessa casa degli aspiranti; in BPA e BSP il prenoviziato si trova nella stessa casa del postnoviziato. La Ratio non favorisce l’unione di fasi formative diverse nella stessa comunità. Tuttavia nei casi in cui realmente non sia possibile la differenziazione tra aspiranti - prenovizi oppure prenovizi - postnovizi, si chiede che si assicurino le seguenti condizioni: un numero sufficiente di formatori per ogni fase, ambienti distinti e itinerari formativi ben definiti.
Il prenoviziato è la prima vera fase formativa con finalità proprie. Talvolta esso è considerato come una semplice introduzione al noviziato; per questo non sempre è impostato come un’autentica fase di preparazione umana e cristiana, in vista della forte esperienza di vita consacrata del noviziato.
Spesso il programma di formazione risulta incerto. C’è bisogno di un confronto tra gli incaricati dei prenoviziati per definire un buon programma. In particolare, avendo BPA - BSP e BCG - BMA il noviziato in comune, è necessario continuare il confronto tra gli incaricati dei prenovizi e il maestro dei novizi circa il progetto di prenoviziato; in tal modo i prenovizi potranno accedere al noviziato con un livello più omogeneo di formazione.
Il programma formativo del prenoviziato è impegnativo e richiede tempo, riflessione, condivisione e preghiera, oltre all’interazione frequente con la guida spirituale. Attualmente capita che nella maggior parte dei prenoviziati della CISBRASIL si faccia il primo anno degli studi filosofici. Questo fa sì che l’anno di prenoviziato venga occupato prevalentemente da interessi accademici.
La Ratio domanda che “l’impegno degli studi che si fanno deve armonizzarsi con i compiti che si chiedono per il prenoviziato. La somma degli obblighi accademici non dovrebbe distogliere dagli obiettivi fondamentali di questa fase” (FSDB 342). L’attuale impostazione degli studi nei prenoviziati corre il rischio di svuotare l’esperienza formativa tipica che in essi è richiesta.
Un passo nella direzione giusta potrebbe essere quello intrapreso dall’Ispettoria di Recife e di Manaus, in quanto l’anno di prenoviziato include lo studio della filosofia solo per il primo semestre, per lasciare il resto del tempo alla formazione vera e propria del prenoviziato. BBH, BCG, BPA ritengono che sia meglio mantenere il primo anno di filosofia durante il prenoviziato; una soluzione diversa chiederebbe di allungare la formazione iniziale di un anno.
A proposito della formazione umana, le Ispettorie usufruiscono dei servizi di uno psicologo. Questo ricorso, mentre da una parte diventa necessario per verificare la base umana e la struttura psicologica del candidato alla vita salesiana, rimane un aiuto. Tocca ai formatori seguire da vicino la formazione umana dei candidati, facendo uso dei mezzi come l’autobiografia, il progetto personale, la direzione spirituale e tutto ciò che serve per una formazione più personalizzata.
E’ utile il confronto tra gli incaricati dei prenoviziati per definire meglio un programma di formazione simile tra le Ispettorie. E’ necessario anche il confronto con il maestro dei novizi sul progetto di prenoviziato, condizioni formative, programmi.

Equipe dei formatori

Per svolgere il compito formativo del prenoviziato, oggi ci vogliono formatori con una preparazione specifica e con l’esperienza necessaria, particolarmente per la formazione umana e per la direzione spirituale. E’ necessario investire nella preparazione del personale per affrontare i non facili compiti della formazione di questa fase. “Oggi un incaricato dei prenovizi ha bisogno della stessa preparazione ed esperienza di un maestro dei novizi” (ACG 385 p. 45). Alcune equipe di formatori risultano un po’ deboli, perché inserite in comunità complesse e con poco personale.
Nel prenoviziato si continua la presentazione di entrambe le vocazioni salesiane, quella di salesiano prete e quella di salesiano coadiutore; il discernimento e la scelta vengono fatti durante il noviziato. E’ importante perciò che nei prenoviziati ci sia la presenza del salesiano coadiutore, perché questo aiuta i prenovizi a confrontarsi con la duplice forma della vocazione salesiana, mentre stanno ancora approfondendo la loro scelta.

Orientamenti

 

2.1. Nel prenoviziato, vi sia un serio impegno di formazione umana e cristiana, avvalendosi di mezzi come la direzione spirituale, la catechesi, l’autobiografia, il progetto personale di vita, l’aiuto dello psicologo. Si curi l’integrazione dei candidati, che spesso provengono da aree geografiche culturalmente diverse.
2.2. Si presti attenzione al fatto che gli studi accademici non impediscano il raggiungimento degli obiettivi del prenoviziato. Nei prenoviziati dove viene svolto il primo anno di studi filosofici, si verifichi la possibilità di raggiungere gli obiettivi di questa fase e si resti aperti alla ricerca di soluzioni diverse.
2.3. Le Ispettorie della Regione, attraverso la Commissione regionale di formazione, si confrontino sul progetto formativo del prenoviziato e sulla formazione intellettuale di questa fase. In particolare si armonizzino i cammini di prenoviziato da parte di quelle Ispettorie che hanno il noviziato interispettoriale.
2.4. Le Ispettorie preparino i formatori incaricati del prenoviziato e costituiscano delle equipes formative, con la presenza della figura di un salesiano coadiutore e del confessore.
2.5. E’ necessario che nel prenoviziato si continui la presentazione di entrambe le vocazioni della vita salesiana, quella di salesiano prete e quella di salesiano coadiutore; non bisogna però anticipare il discernimento e la scelta, che vengono fatti nel noviziato.

3. NOVIZIATO

Consistenza numerica e collaborazione interispettoriale

Nella CISBRASIL ci sono 4 noviziati: Barbacena - BBH, Jaboatão - BRE, Dourados - BCG e São Carlos - BSP. Dourados è un noviziato interispettoriale per BCG e BMA; São Carlos è un noviziato interispettoriale per BPA e BSP.
BSP ha nel proprio territorio tutte le fasi di formazione; si potrebbe studiare, se ci fosse disponibilità da parte delle Ispettorie interessate, a trasferire il noviziato interispettoriale a BPA. Data la collaborazione tra 4 Ispettorie per il noviziato, è importante favorire il Curatorium per i due noviziati interispettoriali con vera responsabilità delle Ispettorie coinvolte.

Equipe dei formatori

Alcuni noviziati hanno un’équipe di formatori appena sufficiente o scarsa; dove è in atto la collaborazione tra Ispettorie, non vi sono equipes interispettoriali di formatori.
Non sempre c’è la presenza di un salesiano coadiutore in ogni noviziato. Ciò è importante, dato che questa è la fase in cui il novizio fa il discernimento e prende la decisione circa la sua vocazione di futuro salesiano prete o coadiutore. Nell’equipe dei formatori non sempre c’è il confessore che, per il suo ruolo, non è membro del consiglio locale.

Condizioni formative

In genere i novizi nelle vostre Ispettorie vivono una esperienza arricchente, in un ambiente di serenità, apertura e recettività. C’è un grande amore a Don Bosco e un senso forte di appartenenza alla Congregazione. Sarebbe utile un confronto tra i noviziati circa i programmi. Per questo sono da favorire incontri tra i maestri dei novizi della CISBRASIL.
A livello dei noviziati interispettoriali, l’incontro del maestro con gli incaricati dei prenovizi favorisce l’armonizzazione e la continuità dei cammini formativi; anche il Curatorium poi può aiutare ad arrivare a progetti e programmi convergenti dei prenoviziati di provenienza. Occorre pure garantire la continuità formativa tra noviziati e postnoviziati, mediante il confronto tra i formatori delle due fasi, l’approfondimento all’interno del Curatorium e lo studio nelle CIF.

Orientamenti

3.1. Le Ispettorie della Regione si confrontino attraverso la Commissione regionale di formazione sui programmi di formazione intellettuale dei noviziati e giungano ad una comune “Ratio studiorum”. In essi si preveda anche lo studio della lingua italiana.
3.2. Nei noviziati interispettoriali si curi il funzionamento del Curatorium e la costituzione di equipes interispettoriale di formatori. Tra BPA e BSP è da studiare, qualora ci sia la disponibilità tra le parti, una collocazione diversa del noviziato da trasferire eventualmente nell’Ispettoria BPA.

4. POSTNOVIZIATO

Consistenza numerica

Nella CISBRASIL ci sono 6 postnoviziati. Essi sono di durata biennale, eccetto il postnoviziato di BRE e BMA che sono di durata triennale. Salvo il caso che i postnoviziati della Conferenza dovessero avere durata triennale e che quindi il numero dei postnovizi dovesse crescere, per questa fase si potrebbe pensare a qualche collaborazione interispettoriale.

Centro di studi

Le Ispettorie di BCG, BMA, BSP e BRE hanno un centro salesiano di studi, che offre una qualificazione accademica universitaria con riconoscimento civile. BPA e BBH mandano i loro postnovizi ad una Facoltà di Filosofia a cui affluiscono altri religiosi In generale nei centri di studio sono carenti i docenti salesiani per la filosofia e le scienze umane.
I postnovizi coadiutori normalmente svolgono lo stesso curricolo di studi filosofici e pedagogici dei salesiani chierici; questo favorisce il senso di uguaglianza tra confratelli. Però è importante garantire, soprattutto a livello spirituale e pastorale, la crescita delle due identità vocazionali.

Condizioni formative
Tutte le comunità formatrici di postnoviziato favoriscono la corresponsabilità attraverso il progetto formativo, che risulta uno strumento utile per la crescita comunitaria in ordine ai fini di questa fase.
L’esperienza formativa viene garantita dalle équipe di formatori. Alcune équipe sono consistenti, altre sono deboli; i formatori dovrebbero essere docenti nei centri di studio. Alcune comunità mancano del confessore. Molto complessa è la comunità di Lorena - BSP, che anima due fasi formative ed altre attività educative e pastorali; ciò provoca dispersione.
È quanto mai necessario in questa fase formativa assicurare una buona direzione spirituale comunitaria e personale, portata avanti con stile salesiano; il Direttore della comunità formatrice è la guida spirituale proposta a tutti. In tutte le comunità formatrici si accede al progetto personale di vita come strumento di crescita personale. Si raccomanda di garantire la continuità tra la formazione del noviziato e del postnoviziato, dando particolare attenzione alla vita spirituale e all’accompagnamento personale offerto dal Direttore della comunità.
BBH ha tutte le fasi formative all’interno dell’Ispettoria; ora la situazione del postnoviziato è migliorata. In prospettiva l’Ispettoria deve considerare se sarà in grado di condurre avanti tutte le fasi formative, particolarmente di preparare formatori e docenti per la filosofia e la teologia. Probabilmente, se non ci fossero forze sufficienti, sarebbe meglio concentrarsi nell’irrobustire la presenza nella comunità formatrice e nel centro di studio della teologia.

Orientamenti

4.1. Come già segnalato dal Rettor Maggiore a conclusione della Visita straordinaria, BSP costituisca la comunità formatrice di Lorena come comunità autonoma. BBH valuti se in prospettiva sarà in grado di condurre avanti tutte le fasi formative o se non convenga avviare, almeno per una fase, una collaborazione interispettoriale con altra Ispettoria.
4.2. Nei postnoviziati occorre garantire equipes consistenti di formatori e docenti. Si assicuri in queste equipes la figura del confessore e del coadiutore. Tutte le equipes vanno rafforzate, anche con la presenza di formatori che siano docenti.

5. TIROCINIO

Non sempre il tirocinio è realizzato come una vera fase formativa. Talvolta si evidenziano queste difficoltà: poca attenzione al cammino formativo del giovane confratello, non idoneità della comunità scelta, scarso accompagnamento spirituale e pastorale. C’è il rischio che i tirocinanti in poco tempo perdano i valori acquisiti nei cammini formativi precedenti.
La realtà degli scrutini trimestrali, che richiede più attenzione e precisione in tutte le fasi formative, ha bisogno di essere curata soprattutto dalle comunità che accolgono tirocinanti. Il progetto formativo per i tirocinanti è uno strumento utile per la comunità.
Sono importanti gli incontri ispettoriali periodici dei tirocinanti; è però altrettanto necessario il confronto e l’orientamento comune tra i direttori che hanno tirocinanti nelle loro comunità.

Orientamenti

5.1. I tirocinanti siano inviati in comunità in cui abbiano la possibilità di essere seguiti dal direttore, di fare un’esperienza comunitaria, di essere accompagnati dalla comunità, anche attraverso gli scrutini trimestrali. Il direttore è proposto come la guida spirituale del tirocinante. E’ consigliabile la presenza di almeno due tirocinanti per comunità.
5.2. La comunità abbia il Progetto formativo per i tirocinanti, supervisionato dall’Ispettore e dal Delegato ispettoriale di formazione, sulla base di una comune proposta elaborata dalla Commissione ispettoriale e confrontata con la Commissione regionale di formazione. Esso sia preparato e condiviso con i tirocinanti della comunità.
5.3. Si incoraggiano gli incontri ispettoriali periodici di tutti i tirocinanti; d’intesa con l’Ispettore, tali incontri potrebbero essere affidati al Delegato ispettoriale di formazione. E’ altrettanto necessario favorire il confronto tra i direttori che hanno tirocinanti nelle loro comunità e curare il loro orientamento formativo.

6. FORMAZIONE SPECIFICA DEI SALESIANI PRESBITERI

Consistenza numerica

Nella CISBRASIL ci sono 2 comunità formatrici per i candidati al presbiterato a San Paolo e a Belo Horizonte. San Paolo è una comunità interispettoriale; essa accoglie gli studenti di BPA, BRE, BCG e BMA. L’equipe di Belo Horizonte è ispettoriale.

Centro di studi

Il centro di studio “Pio XI” di San Paolo è salesiano; mentre il centro di studio di Belo Horizonte è frutto di un consorzio di religiosi, a cui contribuiamo con il servizio di professori salesiani. Gli studi teologici sono strutturati in 4 anni. Tutti e due i centri di studio sono affiliati all’UPS. A San Paolo c’è la comunità “Beato Artemide Zatti”, appositamente costituita con lo scopo di far funzionare il centro di studio; essa non risulta sempre coordinata con la comunità formatrice “Pio XI”.

Collaborazione interispettoriale

Il teologato di San Paolo ha il Curatorium. C’è una iniziale condivisione di responsabilità; le decisioni cominciano ad essere prese collegialmente dagli Ispettori coinvolti, sia per ciò che riguarda la comunità formatrice che per il centro di studio. Il suo funzionamento ha bisogno di essere migliorato, soprattutto in ordine alla partecipazione e alla corresponsabilità. L’équipe formativa ha bisogno di essere rafforzata con formatori, che siano più stabili e che siano docenti.

Condizioni formative
Generalmente il clima delle comunità formatrici per teologi è sereno. Si devono tuttavia segnalare alcune situazioni che meritano riflessione da parte dei responsabili.
È importante assicurare la continuità dei formatori, in particolare la presenza del confessore stabile, che sia membro dell’equipe ma non del consiglio. Ancora carente è la pratica della direzione spirituale. Situazioni prolungate di terapia psicologica non possono essere affrontate durante questa fase; devono essere invece affrontate nelle fasi precedenti. E’ una debolezza il fatto che tra i formatori non ci siano docenti del centro di studio o che essi siano pochissimi.
Le pratiche pastorali non sono sempre convenientemente equilibrate; esse occupano troppo tempo, a scapito dello studio serio, della riflessione personale e della vita spirituale. La qualità della pratica pastorale può essere assicurata con un oculato accompagnamento.

Orientamenti
6.1. Si favorisca l’equilibrio delle esercitazioni pastorali con tutta l’azione formativa, preferendo la qualità alla quantità. Si presti un’attenzione più sistematica alla formazione pastorale nei suoi diversi aspetti: senso apostolico e zelo missionario, passione evangelizzatrice, coinvolgimento con i giovani poveri, cura delle vocazioni, studio dell’impostazione salesiana della pastorale giovanile. Nelle esercitazioni pastorali si favorisca il lavoro di equipe, la progettazione, realizzazione, valutazione, l’accompagnamento.
6.2. Si approfondisca la riflessione e la pratica circa la direzione spirituale e si studino le modalità di coordinamento tra le varie forme di accompagnamento personale: direzione spirituale, colloquio con il direttore, Confessione. È bene che le CIF facciano una riflessione al riguardo a partire dalla Ratio e i responsabili assicurino che sia chiara la proposta salesiana della direzione spirituale.
6.4. Per la collaborazione interispettoriale della comunità formatrice e centro di studio “Pio XI” si definiscano le modalità di corresponsabilità per mezzo di una Convenzione e si faccia funzionare il Curatorium. Si garantisca l’equipe interispettoriale di formatori e docenti, la condivisione del progetto formativo e l’assunzione degli impegni economici. Occorre chiarificare la situazione giuridica ed economica tra l’Istituto “Pio XI” e la comunità “Artemide Zatti”; si valuti poi se non convenga unificare queste due comunità e trasferire l’animazione dell’UNISAL ad altra comunità.

7. FORMAZIONE SPECIFICA DEI SALESIANI COADIUTORI

Considerati il numero ridotto di giovani coadiutori e l’unità linguistica delle Regioni di America, negli orientamenti di chiusura della Visita d’insieme, il Rettor Maggiore ha chiesto di “orientarsi decisamente verso una proposta unica della due Regioni di America per la formazione del salesiano coadiutore nel postirocinio”. La collaborazione potrà favorire una buona proposta.
La soluzione, da trovare in dialogo con il Dicastero della Formazione, dovrebbe tenere in conto le indicazioni della Ratio, che chiede di offrire in questa fase una “seria formazione teologica, pedagogica e salesiana” (Reg. 98) della durata di “almeno un anno” (FSDB 449).
Per concretizzare questa fase formativa, il Dicastero di formazione ha preparato insieme ad alcuni salesiani coadiutori un curricolo di studi della durata di due anni, che è coerente con la Ratio e mantiene un equilibrio tra gli studi di teologia sistematica, sacra scrittura, storia, liturgia, morale, pastorale, spiritualità, studi salesiani e scienze umane. Tale curricolo ha la possibilità di riuscita dove c’è un centro salesiano di studio e dove è offerto anche ad altri religiosi fratelli, religiose, laici, permettendo così di continuare l’esperienza anche quando ci siano pochi coadiutori.

Orientamenti
7.1. Si continui il dialogo tra gli Ispettori della Regione America Cono Sud e si stabilisca il contatto con gli Ispettori della Regione Interamerica e con la comunità formatrice di Guatemala - CAM, che sta iniziando questa fase formativa della durata biennale. In questo momento tale comunità dipende dalla responsabilità degli Ispettori della Regione Interamerica ed è aperta alle Ispettorie della Regione America Cono Sud che intendono inviare salesiani coadiutori.

8. PREPARAZIONE PER LA PROFESSIONE PERPETUA

La preparazione alla professione perpetua inizia un anno prima della professione stessa, dopo che il confratello ha espresso all’Ispettore la volontà di cominciare tale preparazione.
L’anno di preparazione si prefigge di realizzare una verifica dell’esperienza religiosa salesiana vissuta, un discernimento prima della scelta definitiva ed un rafforzamento delle motivazioni vocazionali. E’ una fase decisiva.
La Commissione di formazione della Conferenza sta portando avanti un buon lavoro. Si incoraggiano le Ispettorie a continuare tale collaborazione.

Orientamenti

8.1. La CNF del Brasile favorisca la collaborazione tra le Ispettorie per questa preparazione. Ci si confronti anche con altre esperienze della Congregazione, soprattutto all’interno della Regione America Cono Sud ed anche con la Regione Interamerica.

9. STUDI SALESIANI
Si nota la carenza di tali studi soprattutto nella formazione specifica per salesiani presbiteri. Nelle Regioni della Congregazione il Dicastero per la formazione ha concluso una consultazione circa gli studi salesiani nella formazione iniziale. Il Rettor Maggiore ed il Consiglio generale hanno approvato gli Orientamenti per tutta la Congregazione al riguardo.
È da notare la ricchezza costituita dal Centro Regionale di Formazione di Quito, particolarmente nel preparare docenti di studi salesiani. A questi corsi hanno partecipato anche alcuni salesiani della CISBRASIL.

Orientamenti

9.1. Si chiede che ogni Ispettoria adotti i nuovi Orientamenti per gli studi salesiani, approvati dal Rettor Maggiore e Consiglio, e provveda alla preparazione di qualche confratello in tali studi, usufruendo oltre che del Centro Regionale di Quito, del curricolo di licenza e dottorato dell’UPS.
9.2. I centri di studio si impegnino ad inserire gli studi salesiani negli orari delle lezioni, con docenti del centro stesso, esami e riconoscimento accademico dei crediti. Coloro che studiano in un centro non salesiano, abbiano l’opportunità di fare questi studi nello stesso centro o in altra sede.

10. STILE DI VITA POVERO E COMUNITARIO

Oggi la cultura consumistica e l’individualismo rendono fragili i giovani di fronte alle difficoltà. La formazione iniziale deve sapere stimolare le energie migliori e deve vigilare sul rischio di formare generazioni deboli. Occorre formare al lavoro e alla temperanza e al vivere e lavorare insieme.
Il CG25 ci impegna a testimoniare “un modo di vivere semplice, sobrio e modesto, prendendo in considerazione l’ambiente che ci circonda, in un lavoro assiduo e sacrificato, disposti a fare anche i lavori più umili” (n. 35).
Lo stile di vita povero aiuta a coltivare sensibilità e solidarietà verso i più bisognosi e attenzione alle situazioni di emarginazioni ed esclusione. Nella formazione iniziale si richiede attenzione a formare nella dottrina e nella pratica della povertà evangelica.

Orientamenti

10.1. Le abitazioni delle comunità formatrici siano semplici. L’impostazione della vita aiuti la crescita del senso comunitario. Si favoriscano ambienti e spazi comunitari. I formandi siano coinvolti nei servizi domestici; il personale di servizio sia ridotto all’essenziale.
10.2. La comunità formatrice abbia uno stile sobrio, essenziale e solidale. Occorre creare nei formandi una maggior vigilanza e moderazione sulle spese personali, l’uso dei veicoli, il possesso di strumenti personali, in particolare di quelli di comunicazione sociale e dell’internet.
10.3. La comunità formatrice concretizzi nel progetto comunitario le linee importanti della vita di povertà e faccia, almeno una volta all’anno, lo “scrutinium paupertatis”. La presentazione dei bilanci preventivo e consuntivo della comunità aiutano a formarsi sensibilità per la povertà.

11. FORMAZIONE DEI FORMATORI
I formatori di ogni comunità formatrice si incontrano periodicamente all’interno della comunità, confrontandosi su temi formativi a partire dalla Ratio; qualche comunità si incontra già almeno una volta al mese. Questo favorisce la costruzione dell’equipe e la convergenza formativa.
Le equipes dei formatori di tutta la Conferenza possono avere un incontro di formazione annuale; non si tratta di un incontro di singoli formatori, ma di tutta l’equipe. Durante questo incontro è da favorire il confronto tra i diversi gruppi di formatori: direttori di prenoviziati, noviziati, postnoviziati, formazione specifica.
I confratelli, che sono già formatori o che saranno immessi in comunità formatrici, facciano almeno il corso di aggiornamento per formatori dell’UPS, tenuto da febbraio a maggio, o facciano qualche corso del curricolo dei formatori dell’UPS per un semestre. Si prepari qualche confratello nel curricolo biennale per formatori dell’UPS.
Hanno urgente bisogno di essere approfonditi contenuti e metodologie riguardanti la formazione umana, la direzione spirituale, le esercitazioni pastorali, la continuità formativa tra le fasi, la crescita affettiva della persona nelle varie fasi, il contributo della psicologia.

Orientamenti
12.1. Le Ispettorie pongano tra le loro priorità dei prossimi anni la costituzione e il rafforzamento delle équipe formative, consistenti quantitativamente e qualitativamente.
12.2. Si diano opportunità ai formatori, attuali e futuri, di qualificazione e aggiornamento per il loro compito formativo; si favorisca la preparazione attraverso il corso di aggiornamento per formatori dell’UPS, il curricolo per formatori dell’UPS e le proposte del Centro Regionale di Quito. In particolare ai direttori delle comunità formatrici e ai maestri dei novizi sia dato un anno di preparazione, o almeno sei mesi di aggiornamento, precedente all’assunzione del loro incarico.
12.3. Si favorisca l’incontro annuale tra i formatori delle diverse fasi formative della Conferenza o della Regione. E’ importante formare alla direzione spirituale e alla sua pratica salesiana, che vede nel direttore la guida spirituale proposta a tutti. Come pure occorre preparare per la metodologia della personalizzazione, che tra l’altro richiede di essere attenti al passaggio del formando ad altra fase formativa solo se  ha raggiunto gli obiettivi che per essa la Ratio propone.

 

Vi ringrazio dell’attenzione e della collaborazione nell’attuazione di questi “Orientamenti”. Essi sono espressione della responsabilità del Rettor Maggiore e del Consiglio generale, che hanno la responsabilità prima sulla formazione di tutta la Congregazione e che hanno il compito di assicurare ambienti, equipes, programmi formativi validi ed efficaci.

Tali “Orientamenti” siano oggetto di studio specialmente da parte delle Commissioni ispettoriali di formazione e dei Consigli ispettoriali, della Commissione regionale di formazione, delle comunità formatrici.

In Don Bosco

Don Francesco Cereda