Intenzione preghiera Cagliero11
INTENZIONE MISSIONARIA SALESIANA
ALLA LUCE DELL’INTENZIONE DI PREGHIERA DEL SANTO PADRE
Per le famiglie in Asia
Perché le famiglie, grazie a una vita di preghiera e di amore, divengano sempre più “laboratori di umanizzazione”.
La presenza salesiana in Asia è stata benedetta dal Signore. Si tratta di una presenza giovane, in 32 Paesi con quasi 600 comunità. Preghiamo affinché Don Bosco in Asia continui a diffondere lo spirito di Famiglia e a promuovere solide famiglie come fonte di umanizzazione e di vita cristiana.
CAGLIERO11_128, AGOSTO 2019
Cari confratelli, cari amici,
Cari confratelli, cari amici,
in questo tradizionale mese della nascita del nostro caro Padre Don Bosco, lasciamo risuonare, con Papa Francesco, la settima Beatitudine:
“Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio”
“Seminare pace intorno a noi, questo è santità” [GE 89]
E giustamente così fanno instancabilmente i missionari salesiani. In tante nazioni il missionario salesiano è conosciuto e amato come uomo di pace, amico di tutti. Sa irradiare pace, anche in momenti durissimi di persecuzione, di rifiuto, di diverse prove. E soprattutto, sa pacificare i giovani specialmente attraverso l’educazione: “l’azione missionaria mobilita tutti gli impegni educativi e pastorali propri del nostro carisma” (C. 30). Li dove i giovani non riescono a vivere insieme per causa di profonde divisioni etniche, religiose o politiche, il fronte missionario dell’oratorio salesiano riesce a fare questo miracolo di unità e di pace. “L’oratorio di Don Bosco sembra le nazioni unite”, diceva una volta - con ammirazione e riconoscenza - il capo militare, musulmano, nella nostra missione di Sarh, nel sud del Ciad.
Seminare pace intorno a noi, tra i confratelli, tra i giovani, in mezzo al popolo: ecco una caratteristica tipica del salesiano missionario.
D. Guillermo Basanes, SDB
Consigliere per le missioni
MANUALE DEL D.I.A.M.
I l Manuale del Delegato Ispettoriale per l’Animazione Missionaria è stato approvato dal Rettor Maggiore e dal suo Consiglio il 26 gennaio di 2017. Adesso, nel luglio 2019, è stato pubblicato in forma cartacea, in cinque lingue, insieme ad altri importanti allegati per l’Animazione missionaria:
Certamente che l’intero manuale sarà un ricco strumento di animazione.
Questo sussidio sarà molto utile ai DIAM delle Ispettorie e alle equipe di animazione missionaria per un processo continuo di sensibilizzazione e di animazione della co-munità Ispettoriale e locale, in vista di una più profonda coscienza missionaria, di un servizio rinnovato nel con-tenuto e nella metodologia, rivolgendosi contempora-neamente all’interno e all’esterno della propria comuni-tà. Questa AM mira a mantenere vivo - in ogni salesiano e nella comunità educativa-pastorale - l’ardore missio-nario e a promuovere la cultura missionaria.
“Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito”
Dall’opuscolo della GMS 2019: Don Papi Reddy è un giovane mis-sionario salesiano, proveniente dall’Ispettoria di Guwahati, India (ING). Subito dopo la sua ordinazione sacerdotale è stato inviato per l’apertura della presenza salesiana nell’insediamen-to di rifugiati a Palabek, Uganda, nel 2017. Attualmente è missionario nel Sud Sudan.
La mia esperienza nel campo è stata forte e arricchente. Ci sono stati momenti in cui mi sedevo con le persone e piangevo, perché le loro storie erano così toccanti e com-moventi. Non hanno cibo, vestiti, sono preoccupati per i figli sparsi nel campo, alcuni loro familiari sono morti lungo la strada. Era molto duro ascoltare questi racconti.
L’esperienza più bella che ho avuto … Dopo due mesi che ero nel campo, una domenica ho battezzato 30 persone in una piccola cappella che abbiamo chiamato Santi Pietro e Paolo. Dopo la messa una donna cieca è venuta da me e mi ha chiesto: “Padre per favore apri il Vangelo di Giovanni e sottolinea i versi in cui dice «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito»”. Rimasi sorpreso che lei fosse cieca, non poteva leggere né vedere. Ho fatto ciò che mi aveva chiesto; ho aperto il vangelo, ho sottolineato le parole e gliel’ho dato. Dopo un po’ ha preso la bibbia ed è andata all’entrata della chiesa.
Dato che la messa era finita, le persone passavo di lì, lei le fermava e invitava ogni singola persona a unirsi in gruppo, dicendo: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito”. Le persone si sedevano, l’ascoltavano e le parlavano. Per me è stata una delle esperien-ze più belle: quello che la donna ha fatto quel giorno speciale era catechizzare e condurre più persone verso Dio. Queste persone hanno moltissime sofferenze psicologiche a causa dei problemi familiari, delle lotte quotidiane nel campo. E poi qualcuno parla loro di Dio, di perdono e amore … ho guardato questa donna e lei è stata una grande ispirazione per me. Lei era cieca; e noi non ci aspettavamo che una persona cieca potesse fare qualcosa di grande. Questa donna era piena della forza di Dio e andava in giro a diffondere la buona novella.
La mia esperienza più triste nel campo ... Dopo tre mesi e mezzo della mia permanenza ho creato, nel campo, il gruppo dei giovani. Alcuni di questi giovani mi hanno portato a trovare due nuovi arrivati al campo. Erano due ragazzi giovani, sdraiati, senza vestiti e senza un luogo appropriato in cui vivere. Ho chiesto: “Cos’è successo? Com’è possibile che loro siano in queste condizioni?”. “Padre, loro non hanno nessuno. Sono arrivati qui dopo due giorni di cammino nella foresta. Non hanno cibo, non hanno vestiti e sono praticamente in punto di morte”. Quando mi sono avvicinato, mi sono seduto e non ho potuto fare altro che piangere. Non sapevo cosa fare. Sono andato immediatamente a casa a prendere qualcosa da mangiare per loro. Ho preso alcuni vestiti e li ho dati lo-ro. Mi sono reso conto che erano timorosi e chiusi. Io mi sono seduto, li ho ascoltati e ho parlato loro. Ascoltavo le loro storie su come erano scappati dalla guerra, dalla situazione che c’è in Sud Sudan, come erano arrivati qui, io non sapevo davvero cosa fare. Ero seduto e piangevo. Dopo un pochino mi hanno detto: “Padre, grazie, grazie per essere venuto. Tu sei venuto da noi come Dio per aiutarci”. Ed io ero molto toccato. Questa esperienza drammatica, ma bellissima, mi ha aiutato a rafforzare il legame con i giovani. Adesso, quando vado in giro, i ra-gazzi mi chiamano “Abuna, ciao! Abuna, Ciao! Vieni, vieni!”. E sono felice di aver imparato la loro lingua. Cele-bro la Messa nella loro lingua. Riesco a conversare a un livello base nella loro lingua, ma soprattutto a dialogare cuore a cuore con loro.
Papi Reddy, missionario indiano nel Sud Sudan
Testimonianza di santità missionaria salesiana
Don Pierluigi Cameroni SDB, Postulatore Generale per le Cause dei Santi
La Beata Maria Troncatti (1883-1969), di cui ricorre - il 25 agosto - il 50° della nascita al cielo, così pregava: “Signore, voglio essere tua per sempre. O Gesù, ho lasciato tutto ciò che avevo di più caro per venire a servirti, per santificare l’anima mia. Sì, tutto ho abbandonato: Tu solo ora mi rimani, ma Tu mi basti. Gesù, fammi tanto buona e perseverante nello stato a cui mi hai chia-mata: fa’ che ti serva sempre fedelmente! Fa’ che io sia dimenticata da tutti per essere solo tua; allontanami da tutti per essere un tuo gingillo … Dammi tanto amore, tanto spirito di sacrificio, di umiltà, di abnegazione per essere strumento di bene a tante anime”.