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Cagliero11 e preghiera di maggio 2016

CAGLIERO11 e INTENZIONE MISSIONARIA SALESIANA - MAGGIO 2016

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Per le comunità salesiane in tutta l´Oceania (Australia, New Zealand, Samoa, Fiji, Papua New Guinea e Isole Solomon): affinché la preghiera comune del Rosario porti la gioia del Vangelo nelle nostre opere, tra i nostri giovani e laici collaboratori.

L´Australia, come tutto il continente dell´Oceania, è tra i primi paesi del mondo affidati alla cura materna di Maria Ausiliatrice. Ricordando i 200 anni della celebrazione della prima festa liturgica di Maria Ausiliatrice (1816-2016), rilanciamo il Santo Rosario nelle comunità e nelle opere salesiane, ma specialmente nelle famiglie dei nostri giovani, laici collaboratori e nella famiglia salesiana. La Giornata Missionaria Salesiana del 2016 ci invita al Primo Annuncio di Gesù Cristo in Oceania, quindi mettiamo il Rosario missionario nelle mani di tutti i Salesiani d´Oceania!

 


Titolo notiziario Nome società N. 89 - maggio 2016 Bollettino di Animazione Missionaria Salesiana Pubblicazione del Settore per le Missioni per le Comunità Salesiane e gli amici delle missioni Salesiane LA PARROCCHIA: UNA FRONTIERA SEMPRE PIÙ MISSIONARIA C ari fratelli, cari amici, illuminati dalla Strenna 2016, con Gesù, continuiamo percorrendo insieme questa avventura missionaria dello Spirito. Per questo motivo il Rettor Maggiore ci ha invitati in quest’anno a educarci e a educare i giovani a stimare e a gustare in tutti gli ambiti dell’esi-stenza la solidarietà con chi soffre, la rinuncia al proprio io per servire l’altro, l’accettazione della vita come dono, come servizio che ci rende migliori, che libera dal proprio egoismo e dà senso alla nostra vita.

“Queste abilità devono essere proposte ed esercitate”, dice don Ángel. Molto spesso all’origine di una vocazione missionaria si trova un primo e forte desiderio di essere vicino a chi soffre. Pensiamo, per esempio, al particolarissimo appello che ha avuto il Beato don Luigi Variara, missionario salesiano, chiamato a servire i lebbrosi in Agua de Dios (Colombia), e a fondare, dal carisma di Don Bosco, una congregazione religiosa tutta centrata su questa solidarietà con chi soffre.

Buon proseguimento di questa avventura dello Spirito!

D. Guillermo Basañes SDB Consigliere per le Missioni B enché nel corso della sua vita Don Bosco avesse accettato 7 parrocchie, era sempre considerato il parroco dei ragazzi poveri e abbandonati senza parrocchia. In effetti, l’Oratorio a Valdocco era “una parrocchia che evangelizza”. Perciò non è una sorpresa che nel passato non molto lontano il ministero parrocchiale non è stato visto come un apostolato tipicamente salesiano. È stato il 19° Capitolo Generale, che ha riconosciuto la parrocchia come luogo per “una cura esemplare della comunità giovanile” (CG19, IX, 3). Poi nel 1971 il Capitolo Generale Speciale ha riconosciuto il ministero parrocchiale come “un vero apostolato salesiano” perché ci dà “vaste possibilità e favorevoli condizioni per adempiere alle finalità proprie della nostra missione e, in particolare, per l´educazione dei giovani di estrazione popolare e povera” (GC20, 400-401). In breve, la scelta della parrocchia era giustificata dalla possibilità di raggiungere i giovani e la classe operaia e di lavorare con loro, così come indicato nell’art. 42 delle Costituzioni e nell’art. 26 dei Regolamenti. In questa luce le parrocchie sono state collocate sotto la Pastorale Giovanile e il Quadro di Riferimento per la Pastorale Giovanile Salesiana inserisce “la Parrocchia e il Santuario affidati ai Salesiani” tra le Attività e Opere della Pastorale Giovanile Salesiana (Cap. VII), insieme a Oratorio-Centro Giovanile, Scuola e Centro di Formazione Professionale, Istituzione di Educazione Superiore e servizi sociali per i giovani a rischio!

Ma nel nostro mondo globalizzato oggi il contesto è cambiato drasticamente. La parrocchia - sia in città, che in zona rurale o nella foresta - è diventata “un santuario dove gli assetati vanno a bere per continuare a camminare, e centro di costante invio missionario” (Evangelii Gaudium, 28). In essa si incontrano non solo i cattolici ‘lapsi’, ma anche i rifugiati, i migranti, i seguaci di altre religioni e gli atei di tutte le età: “i popoli non ancora evangelizzati” a cui si riferisce l’art. 30 delle Costituzioni.

Quindi, nel territorio di ogni parrocchia si trovano non solo i fedeli impegnati, ma anche molti di coloro che ritengono di aver già conosciuto Gesù abbastanza e sono contenti di vivere la loro fede in un modo di routine o come qualcosa di culturale.

Ci sono anche quelli che hanno ricevuto un debole primo annuncio del Vangelo, e quindi, avendo una identità cristiana debole e vulnerabile, probabilmente abbandonano la loro fede in Gesù Cristo o la vivono come un fatto culturale, senza celebrare con la comunità né ricevere i sacramenti, né lasciarsi coinvolgere nella vita e nelle attività della Parrocchia. Allo stesso modo, ci sono coloro che non hanno sentito parlare di Cristo, coloro che cercano Qualcuno o qualcosa che essi percepiscono, ma non sanno nominare, come pure quelli che vivono la vita quotidiana priva di ogni senso.

Ogni parrocchia sta, infatti, diventando sempre più una vera frontiera missionaria in cui vi è un urgente bisogno di attività pastorale ordinaria, missione ad gentes e nuova evangelizzazione, come sottolineò San Giovanni Paolo II nella Redemptoris Missio (n.32-33) già nel 1990!

È necessario ripensare le nostre parrocchie salesiane per renderle più missionaria, che siano veramente parrocchie in uscita! In una situazione così veramente missionaria è urgente che ogni parrocchia salesiana superi una pastorale di mantenimento che porta all’accidia pastorale e, invece, riscopra l´importanza e l’attualità del primo annuncio, come la chiave per una conversione pastorale che, a sua volta, promuove l’entusiasmo missionario e porta la gioia dell´evangelizzazione (Evangelii Gaudium, 79, 82-83).

D. Alfred Maravilla, SDB Settore MissioniI Salesiani arrivarono in Samoa nel 1981 su richiesta del Cardinale Pio Taofinu´u “per fare qualcosa per i giovani”. Nel 1989 il Don Bosco Technical Centre fu fondato con l’obiettivo di dare una “seconda possibilità”, addestrando i ragazzi poveri e svantaggiati in un mestiere.

Più di 25 anni dopo stiamo ancora servendo circa 180 ragazzi che seguono un programma di quattro anni che fornisce, in primo luogo, una formazione tecnica generale e poi la possibilità di specializzarsi in uno dei cinque campi: automobilistico, saldatura, meccanica, falegnameria ed elettromeccanica. Molti dei nostri ragazzi non hanno avuto la possibilità di entrare nel sistema scolastico tradizionale e pochi hanno sperimentato il successo nella vita. Quindi, i nostri programmi in laboratorio e in aula sono integrati con una serie di attività sportive e culturali. I nostri ragazzi sono riconosciuti come uno dei migliori grandi gruppi di danza nel Paese e spesso vengono invitati a esibirsi in occasione di particolari eventi nazionali. L’equipaggio del nostro fautasi (barca lunga) è uno dei più riusciti nel Paese e recentemente ha rappresentato Samoa alle cerimonie d’indipendenza della Samoa Americana. Utilizziamo una combinazione di formazione commerciale, formazione professionale, formazione spirituale, attività sportive e culturali per offrire agli studenti una educazione e un percorso ricco per un futuro felice e positivo.

Samoa è un Paese profondamente religioso e quasi esclusivamente cristiano. La fede cristiana è forte in Samoa ed è un aspetto vitale della cultura samoana. Le preghiere quotidiane sono parte integrante del patrimonio culturale. Utilizziamo questo aspetto della cultura al fine di garantire che la preghiera, la liturgia e la formazione alla fede siano integrati nella vita quotidiana scolastica. Gli studenti hanno una educazione religiosa in classe, guidano la preghiera nelle assemblee quotidiane e partecipano alle numerose giornate di ritiro e di riflessione. I giorni di festa sono celebrati con grande gioia ed entusiasmo. Ciò completa e approfondisce la formazione professionale che offriamo agli studenti per prepararsi al mondo di lavoro. Questi vari aspetti del nostro programma consentono agli studenti di sviluppare conoscenze, abilità e atteggiamenti per essere buoni cristiani e attivi cittadini.

La sfida è quella di fornire opportunità ai nostri ragazzi per approfondire la loro fede in Gesù Cristo e per scoprire la gioia che viene da un incontro con Lui non solo nella preghiera quotidiana e nelle celebrazioni liturgiche, ma anche nel mettere la fede in azione nella vita quotidiana attraverso il servizio ai bisognosi. In questo modo li aiutiamo a vivere e celebrare la loro fede in un modo personale nel contesto di una comunità cristiana.

D. Chris Ford Australiano, missionario in Samoa Intenzione Missionaria Salesiana Diamo una “seconda opportunità” ai ragazzi poveri e svantaggiati.

Testimonianza di santità missionaria salesiana Don Pierluigi Cameroni SDB, Postulatore Generale per le Cause dei Santi Ricordiamo il Servo di Don Carlo Crespi (1891-1982), missionario in Ecuador. Imitò Cristo nel suo amore preferenziale per i poveri, nell’avvicinarsi ai piccoli, nella sua preoccupazione per i peccatori, nel disinteresse per se stesso e tutto con grande umiltà, riflessa nella semplicità dei suoi atti. Scrive in una lettera del 1929: “Rev. Don Ricaldone sono pronto al lavoro, al sacrificio, a tutto: ogni giorno però il Signore mi manifesta le tenerezze del suo amore e mi guida al sacrificio. Volesse il cielo che potessi corrispondere, e lavoro sempre per la sua gloria”.

L´Australia, come tutto il continente dell´Oceania, è tra i primi paesi del mondo affidati alla cura materna di Maria Ausiliatrice. Ricordando i 200 anni della celebrazione della prima festa liturgica di Maria Ausiliatrice (1816-2016), rilanciamo il Santo Rosario nelle comunità e nelle opere salesiane, ma specialmente nelle famiglie dei nostri giovani, laici collaboratori e nella famiglia salesiana.

La Giornata Missionaria Salesiana del 2016 ci invita al Primo Annuncio di Gesù Cristo in Oceania, quindi mettiamo il Rosario missionario nelle mani di tutti i Salesiani d´Oceania!