DIALOGO
INTORNO ALLA SACRAMENTAL CONFESSIONE
Battista. Buon dì, caro Toniuzzo. Toniuzzo. Lasciami stare, ho il malanno addosso.
Batt. Che è?
Ton. Nulla sarebbe ma il colera... io non ci credeva, dicendo che il colera io l´aveva già nella scarsella, per chè sempre vuota di danari ora però che ho veduto morire due de´ miei compagni, i più robusti che io conoscessi, comincio a pensarci, e mi arrabbio di paura..... ah colera mal
Batt. Peggio abbandonarsi all´affanno ci vuole temperanza , polizia , e sovratutto tranquillità d´animo; questo è il più eccellente preservativo.
Ton. Fa bel dire tranquillità d´animo, ma quando non si può avere?
Batt. E la cercasti tu mai?
Ton. Se sapessi dove io me la procurerei a qualunque costo , poichè alla fin fine tu mi fai invidia con quel tuo
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aspetto così calmo ed io mi divago fo di tutto, ma è inutile ho il malanno qui dentro che pare un demonio
Batt. Ho tutto inteso, mio caro, tu non ti trovi bene in fatto di coscienza, io invece, essendomi andato a confessare, mi sono. tolto ogni peso, e posso starmi tranquillo.
Ton. Che ha dà fare il colera colla confessione? Quelli che si confessano , non muoiono forse più del colera?
Batt. Sì, possono morire come gli altri , ma almeno potranno gettarsi in braccio della misericordia divina e morir rassegnati, e questo è già un gran bene; ma bisogna dire che chi si confessa bene, non provando più un crudele rimorso che lo lacera , rimane più tranquillo, ed eccolo più sicuro di non incontrare il colera. Vatti a confessare anche tu, e vedrai
Ton. Io confessarmi? Oibò ci andava una volta , e veramente non provava tante furie dentro di me Ma mi hanno poi detto che la confessione era
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stata inventata dai preti e moltissime altre storie... ed io non ne ho più voluto sapere.
Batt. Tutt´altro , la confessione è di istituzione divina, ed è strettamente necessaria per ottenere il perdono dei peccati. Non vi ha sacramento che mostri maggiormente la misericordia di Dio.
Quindi, fa proprio compassione veder cristiani cosi ignoranti o maligni che deridono o calunniano ciò che non conoscono, e di cui hanno estremo bisogno.
Ton. Io però non sono di quelli che vogliono calunniare la confessione.; soltanto vorrei accertarmi bene che Gesù Cristo l´abbia istituita, e che d´allora in poi sempre sia stata in uso. Tu che vai alle istruzioni della parrocchia, mi sapresti dir qualche cosa da buon amico?
Balt. Te ne potrei dire moltissime e del tutto convincenti , che ho udite dal mio buon curato. Quella è la scuola per imparare le verità, premunirsi dagli errori e conoscere i proprii doveri! Alla fin fine chi ascolta i suoi
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legittimi pastori, ascolta Iddio medesimo. Non così chi impara la religione da scritti empi e bugiardi. Ma veniamo al nostro proposito. Tu vorresti in primo luogo qualche prova intorno all´ istituzione del sacramento della penitenza?
Ton. Senza dubbio , anzi la vorrei dalla Scrittura.
Balt. Eccola: basta aprire il Vangelo di S. Giovanni al capo 20 per trovarvi queste chiarissime parole : Gesù Cristo, dopo la sua risurrezione comparso agli Apostoli, disse loro : Pace a voi. Come mandò me il Padre, andai() mando voi, e dello questo soffiò sopra di essi , e disse : ricevete lo Spirito Santo : saran rimessi i peccati a chi li rimetterete; e saran ritenuti a chi li riterrete. Queste parole vanno d´accordo con quelle che aveva già dette altra volta a S. Pietro concedendogli il primato della sua Chiesa. A te darò le chiavi del regno de´ cieli: e qualunque cosa avrai legata sopra la terra, sarà legata anche ne´ cieli: e qualunque cosa avrai sciolta sopra la terra, sarà sciolta anche ne´ cieli. Qui
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si vede affidata al sacerdozio, che co minciando dagli Apostoli durerà. fino alla fine del mondo, il potere di assol vere dai peccati colla facoltà delle chiavi, epperò chiunque abbia peccato, abbisogna del loro ministero.
Ton. Ebbene, basterà presentarsi al ministro di Dio , ed egli ci dovrà assolvere senz´altro.
Batt. Ma, caro mio, affinchè il sacerdote possa giudicare se deve assol verci o no, secondo il potere ricevuto e le intenzioni di Cristo , ha bisogno di conoscere lo stato della nostra coscienza; e chi glielo potrà manifestare se non il penitente medesimo con una sincera manifestazione delle colpe?
Ton. Hai ragione: siccome niun giudice può dar sentenza senza cognizione di causa, così nel tribunale della penitenza. Ma vi è poi sempre stato l´uso di confessarsi ?
Batt. Sì certamente. Gli Apostoli erano oltremodo fedeli e zelanti a far praticare tutte le cose ordinate da Gesù Cristo , e quindi anche la confessione secondo
8 An. 11, 11 Galant.
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il bisogno , e il popolo cristiano non trascurava all´uopo questo efficacissimo mezzo. Dai primi secoli del cristianesimo si vede la confessione dei peccati´ sia segreta, sia pubblica, fatta al sacerdote e susseguita dalla sacramentale assoluzione come la condizione necessaria del perdono. Sempre e dovunque la si vede praticata come istituzione divina. In ogni secolo i Padri ne hanno parlato con termini precisi. Furonci conservati dalle storie finanche i nomi di alcuni confessori di Monarchi. Si trova che vi avevano sacerdoti destinati ad udir« le confessioni dei militari, -e che alcuni Vescovi per troppa calca di penitenti li rimettevano ai religiosi insigniti del sacerdozio. Questi e mille altri documenti mostrino a sufficienza che sempre nella Chiesa fu. praticata la sacramentai confessione ; per modo che gli eretici e scismatici dell´Oriente, che si separarono dalla vera Chiesa già da tanto. tempo , conservarono anch´essi la Confessione come sacramento istituito da Gesù Cristo e conosciuto e praticato fino allora. Oh!
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metti un po´, che la confessione fosse invenzione de´preti; possibile, che niuno dei fedeli d´allora, o, quel eh´ è più, dei nemici della religione avesse richiamato?
Ton. Ho capito la forza di queste ragioni; ma dove adunque sono andati i confessionali antichi di quei primi tempi?
Batt. Nelle catacombe di Roma se ne ritrovarono alcuni, ma quand´anche niun confessionale di quel tempo ci sia rimasto, che importa ? Quando erano vecchi e tarlati, si distruggevano rimpiazzandoli con altri nuovi , come si fa anche al presente. Ma tale difficoltà è una vera facezia.
Ton. L´aveva proposta appunto per facezia, onde cacciare il mio malumore, ora però non mi puoi negare che la confessione è una cosa troppo umiliante.
Batt. Fino ad un certo punto è umiliante , lo vedo anch´io , ma ella è ri-. medio dei peccati , e i peccati hanno la loro. origine dalla superbia. Anche per guarire i mali del corpo si usano dei rimedi amari e delle incisioni dolorose. Chi ha peccato non deve
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guardarla tanto nel sottile , purchè ad ogni costo giunga a riconciliarsi con Dio. Egli è l´offeso , e il penitente deve da lui prendere la legge senza occuparsi della maggiore o minore gravezza di questa istituzione. Bisogna però dire che tale umiliazione diviene così dolce così consolante, così vantaggiosa, che fa vincere facilMente ogni ripugnanza: dirò di più , diviene un atto glorioso, perché atto di giustizia degno della .compiacenza di Dio e di tutto il paradiso. Quella tanta umiliazione poi che si va esagerando, in che consiste ?
Tòn. Te lo dirò subito Quel dover dipendere da un altr´uomo in quanto al perdono dei peccati, quel ricorrere a lui inginocchiarsegli davanti, mani festargli i nostri affari più segreti
tutto questo lo conti forse per nulla
.io mi ci sento ribrezzo.
Bati. Hai torto, .mio caro, a sentire tal ribrezzo. Tieni a mente prima di tutto che, non essendovi altro mezzo a cui appigliarci per riacquistare l´ amicizia di Dio e l´eterna salvezza che
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questo della confessione , rimane inutile scandagliar tanto le difficoltà suggerite solo dall´amor proprio. Del resto non è poi gran cosa dipendere da un altro uomo in ciò che gli spetta , non dipendi forse dall´avvocato quando si tratta di- liti ; dal medico quando sei anima-lato? dal sarto quando hai bisogno di un
vestito? dal calzolai() quando ´Vuoi delle scarpe? Gli uomini dipendono gli uni dagli altri a vicenda , perehè appunto hanno bisogno gli uni degli altri a vicenda. Ti pesa poi tanto dipendere dai sacerdoti nelle cose del loro ministero? Anzi l´istituzione della Confessione in questo modo è un tratto della misericordia divina. .Chi oserebbe mai presentarsi p. e. ad un angelo creatura così santa? Al contrario l´uomo confessore essendo anch´egli circondato d´infermità sa pure compatire l´infermità altrui , persuaso d´esser lui capace di peggio, se il Signore l´abbandonasse. E uion sai che i confessori essendo essi i rappresentanti di Dio e i dispensatori delle sue grazie , tu alla- fin dei
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conti dipendi da Dio, e domandi loro un benefizio che non essi , ma Gesù Cristo ti procurò coi meriti del suo sangue , e di cui i sacerdoti medesimi alla loro volta hanno bisogno come gli altri?
Ton. Questo mi piace; quelli che confessano gli altri, si confessano essi pure, la legge è giusta per tutti. Ma qui mi si presenta una difficoltà. Se è- indispensabile il ministero dei sacerdoti , dunque chi morisse senza aver potuto far venire un confessore dovrebbe andar dannato
Balt. Niuno ha mai detto questo. Nel caso che uno non si potesse confessare per mancanza di sacerdoti, allora supplirebbe al bisogno la contrizione perfetta col sincero desiderio di confessarsi. Iddio, che non vuole là perdizione delle anime , tien conto di quella buona volontà
Ton. Dunque in qualche caso si può far senza confessione. È-questo appunto che. io voleva. Dunque aneli´ io, senza andarmi a confessare , posso esser pen
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bio , avei desiderio di confessarmi, .ed ecco tutte fatto.
Balt. 11 caso è diverso , mio caro : altro è non volersi confessare , altro è non poterlo fare. Chi non si vuole sottomettere al ministero dei sacerdoti , vuole esentarsi da una legge indispensabile ; chi vorrebbe confessarsi ma non può, costui solo merita qualche riguardo dalla diVina misericordia. Quella volontà che; potendosi ridurre all´atto, non si riduce, non è volontà sincera , ma è una burla, e con Dio non si burla certamente.
Ton. Hai ragione. Ma ora vorrei sapere a che serva la confessione ?
Bott. A che serve la confesSione ? Te lo dirò io coi sentimenti di un autore che scrisse un buonissimo libretto (1), e che ho già letto molte volte.
Priraieramente , bisogna che serva a qualche cosa la confessione , perchè fu istituita da Dio, e .Dio non opera senza
(1) Brevi e famigliari risposte alle obbieúoni che si fanno più, frequentemente contro la´ religione, dell´ abate de Begur. — Torino, per Giacinto Marietti.
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motivo. Confessati anche tu , t vedrai a che serve. Serve a divenir buono da malvagio, a correggersi dei vizi, e ad avanzare a gran passi nelle virtù le più eroiche. Nati giovanetti erano immersi in vergognose abitudini, il cui vitupero si imprimeva già. sulla . loro
faccia andarono a confessarsi´, continuano a confessarsi , ed eccoli cambiati nel fisico come nel morale. A che serve la confessione? Te lo saprebbe dire quell´operaio poc´anzi sì libertino, sì passionato per le osterie, attualmente così casto , così sobrio , così ordinato , così laborioso; in poco tempo diventato il modello dei suoi compagni ! La sua moglie ed i suoi figliuoli trovano che la confessione serve a qualche cosa. A che serve la confessione? Domandalo a quel, la povera donna nel colmo della miseria , carica di prole , maltrattata dal
suo marito Ella già si sarebbe gettata giù da una finestra per disperazione se non fossero i consigli del suo confessore, il quale le inspira la rassegnazione, e coll´esempio della sua pazienza
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riesce a guadagnarsi il cuore del suo medesimo marito. La confessione ,pertanto impedisce un suicidio , conserva una madre a sei o sette figliuoli, e ricompone nella pace una famiglia che era lo scandalo del paese e il vitupero del parentado. Ma io non te li posso tutti enumerare i vantaggi della confessione. Frequenti sono i casi di restituzioni d´onore e di roba, Che.altrimenti non mai sarebbero avvenute. La: confessione previene un´infinità di delitti , rende la pace al cuore , fa migliorare i costumi , induce l´avaro a soccorrere con limosine i poveri , apre l´adito ad ogni più bella virtù. Tutto questo si deve .alla confessione, e troppo fortunata e felice sarebbe una popolazione qualunque se niuno mancasse a questo santo e salutare dovere.
Ton. In teoria , la cosa è bella e buona , ma in pratica , oh ! in pratica succede diversamente. Quelli che vanno a confessarsi ,. sono peggiori degli altri , e guai a chi ha da fare con un bigotto !...
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Batt. Hai torto a parlare così , mio caro, una cosa che sia bella in teoria, deve esserlo anche in pratica. E veramente i buoni effetti della confessione, non si possono negare, se non da chi vuol chiudere gli occhi alla verità , e negare 1´ evidenza dei fatti. Quelli poi che si vanno a confessare, e sono peggiori degli altri, 1101I sono in gran nu« mero e ciò avviene , non perchè si confessano , ma perchè si confessano male, non volendo emendarsi. Non vorrei però, che le mancanze di coloro che frequentano il Sacramento della Penitenza, si esagerassero. Tutti gli uomini hanno le loro passioni , e non si può pretendere, che tutti quelli che si confessano, abbiano subito ad essere perfetti. Certamente che uno, anche confessandosi bene, non diventa impeccabile: ilSacramento non cangia la nostra natura, ma dà forza bastante per mantenersi in grazia. Nei maligni però regna. pur troppo un certo astio contro coloro che fanno una vita cristiana. Nulla si lascia passar loro; per piccolo che sia un
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difetto, in cui cadono, se ne fa un gran caso, e non si finisce più dr gettar loro in faccia la confessione. Ma le censure medesime, che si fanno sul loro conto, dimostrano, che il confessarsi e il rimanere frattanto sempre cattivi, è una cosa strana, e quindi non tanto comune. Per ordinario, chi sta più lontano dai tribunali di penitenza , sono i disonesti, gli ubbriaconi,. gli usurai, i libertini´ e tutti quelli che vogliono vivere a loro capriccio , cioè secondo le loro passioni. Ninno tralascia di confessarsi per divenir migliore, bensì molti si determinano di confessarsi per tralasciare le cattive loro costumanze, e divenir buoni. Chi vuol cangiar vita davvero, comincia sempre dal purgarsi la propria coscienza colla confessione. Questa è una cosa di esperienza.
Ton. Io non aveva mai fatto queste riflessioni , e le trovo giustissime ; ma per quanto riguarda il mio particolare, non conchiudono niente affatto. Che bisogno avrei io di confessarmi, .e che cosa andrei a dire al confessore ? Non
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faccio torto a nessuno o rubando o par landone male qualche umana fragilità, già s´ intende-, ma di queste non si può far-senza. Perché, mai disturbare i confessori- per tali bagattelle ?
Batt. O mio caro , e. lo star più di un anno senza confessarti; il trasgredire per giunta il precetto pasquale, non è già forse un grave peccato ? Quelle
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Ton. È vero, è vero, ma facendo come tu mi dici, temo di mettermi in un imbroglio, da cui non mi possa più trarre
cosi facilmente. Esami, piagnistei , an- -- dirivieni, malinconie , penitenze gravo sissime ed umilianti Parliamo d´altro per ora... sono abbastanza tristo senza cacciarmi in maggiori impicci.
Balt. Ma non vedi, che ti vai fabbricando montagne di nebbia ? 1 Sacramenti sono fatti per gli uomini , e quindi le disposizioni necessarie per riceverli non oltrepassano l´umana possibilità. Ti dico dì più, che l´esperienza ti farà conoscère assai facile ciò che ora ti pare insuperabile: - l´esame? Basta che sia diligente, come sei solito a fare , quando vuoi aggiustare i conti coi tuoi creditori , ovvero intraprendi qualche altro affare d´ importanza. Il dolore ? Basta un po´ di considerazione del torto che si fa a Dio col trasgredire i suoi comandi ; dei castighi clic egli ci ha minacciati, ed altri siffatti motivi che ci sono suggeriti o dal catechismo, o da qualche libro divoto. ll proponi
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mento? Eh! giù s´intende, bisogna che sia efficace e sincero ; ma chi conosce d´ aver fatto un passo pericoloso , troverà poi forse tanta difiìcoltà a concepire il proposito di non più mettersi a siffatto cimento ? Del resto , chi ti ha detto , che dobbiamo far tutto da noi soli ? Non c´ entra forse per nulla Iddio ? Anzi egli stesso ci previene , e noi pregandolo di cuore saremo da lui mirabilmente aiutati colla sua grazia. In quanto poi ai piagnistei , ti dirò che non sono necessarii, e quand´anche tu non versassi una lagrima, non importerebbe, purché piangesse il cuore. Gli andirivieni, o non li avrai a fare , o ne farai ben pochi, qualora il confessore possa persuadersi, che vuoi far bene i tuoi affari. Le penitenze in ultimo, che ti darà il confessore, saranno sempre più leggiere della penitenza che fai già inutilmente pel continuo rimorso, che ti rode le viscere. Se temi qualche po´di penitenza, che il confessore ti vorrà imporre , ché sarebbe poi il bruciai´ nell´inferno per sempre 9
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Ton. E dàlli , sempre con quell´ inferno
Balt Se ti confessi bene , 1´ inferno non sarà più . aperto per te, ma invece potrai alzare gli occhi al cielo e dire nel tuo cuore : il paradiso è nuovamente mio. Qual consolazione!
Ton. Fosse pur così, andrebbe bene, ma se tornassi poi a ricadere ? Sarei sempre da capo.
Balt. Comincia un po´ ad assicurarti per ora la grazia di Dio, e poi farai di. tutto per non ricadere , e non ricadrai così facilmente. Chi è pentito davvero dei suoi peccati si tien ferme, col]´ aiuto di Dio, dì non più ritornare ai-passati disordini. Se uno fosse caduto in un pozzo, lascierebbe forse di gridare, e di farsi trarre di là, per timore di cadervi poi qualche altra volta ?
Ton. Ne ho abbastanza (li quanto mi hai (letto. Tutte le altre dicerie che- si fanno contro questo Sacramento e contro quelli che lo amministrano, le credo io pure assurde e insussistenti ; lasciamole stare. Ora voglio provare anelli()
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a fare una buona confessione, come hai fatto tu, e riacquistare la tranquillità del mio spirito e la vera pace (lel mio cuore. Un giorno passa presto , ed io in un giorno , anzi in qualche ora posso ritornare in uno stato ben migliore di quello in cui mi trovo al presente. Un´ora o due , ed eccomi alleggerito di un peso insopportabile ; un´ ora o due ed eccomi in grazia di Dio; un´ ora o due ed eccomi che se avessi poi a morire, mi troverei contento. Voglio sul momento andarmene in chiesa a fare le mie divozioni. Va bene così
Balt. Ed io ti accerto, che rivedendoti domani, mi avrai altro aspetto un po´ più da galantuomo , non sarai più adirato con te stesso e cogli altri , e benedirai con me la misericordia divina nell´istituzione del sacramento della Penitenza.