II Rettor Maggiore.
Torino, 24 maggio 1950.
Figliuoli carissimi in G. C.,
1. Con il cuore ancora ripieno delle soavissime emozioni provate a Roma durante lo svolgersi delle solenni feste in onore del novello Beato Domenico Savio, v´invito a innalzare con fervore più ardente a Dio l´inno della nostra riconoscenza.
Già prima del 5 marzo le Basiliche romane erano insolitamente affollate di numerosi gruppi di alunni dei nostri Istituti, di Ex allievi, Cooperatori e Cooperatrici convenuti alla Città Eterna ben possiamo dire da ogni parte del mondo.
La domenica, il tempio massimo della Cristianità non riusciva a contenere i devoti. Quando, dopo la lettura del Decreto, cadde il velo e apparve nella gloria del Bernini l´angelica figura dell´impareggiabile alunno di S. Giovanni Bosco, l´applauso fu incontenibile e la commozione si traduceva in lacrime di gioia.
Non mi dilungo a descrivere l´imponente cerimonia perché il Bollettino ve ne riferì i particolari.
Nel pomeriggio la funzione fu di una grandiosità straordinaria. Si doveva incominciare alle cinque e mezzo, ma già alle quattro fu necessario sbarrare le porte, perché la Basilica, pur nelle sue proporzioni gigantesche, non poteva più capire le migliaia di devoti ancora affollati nella immensa piazza di S. Pietro. Anche molti dei nostri ebbero la pena di rimanere fuori. Quando, dopo la benedizione, m´inginocchiai ai piedi del S. Padre per offrirgli la magnifica statua di argento, nel cui piedestallo era racchiusa una reliquia insigne del novello Beato, il Papa visibilmente commosso, mi disse: « Non abbiamo mai visto tanta folla nella Basilica né fuori ‑ per una Beatificazione ».
Per questo motivo, facendo una eccezione al cerimoniale delle beatificazioni, volle affacciarsi alla Loggia di S. Pietro per benedire l´immensa moltitudine: anzi non pago di ciò e per soddisfare alla pietà della moltitudine ammassata nella piazza si affacciò ancora alla finestra della sua camera privata benedicendo effusivamente i pellegrini che lo acclamavano in tutte le lingue.
Ma la bontà del S. Padre andò oltre. Il giorno dopo si degnò accogliere nella Basilica di S. Pietro tutti i Salesiani, allievi, Ex allievi, Cooperatori, pellegrini convenuti per la Beatificazione. Il tempio era insolitamente gremito: l´entusiasmo, specialmente dei giovani, al passaggio del Papa sorridente e benedicente fu delirante. Pio XII espresse in sette lingue la sua gioia e il suo ringraziamento lasciando nei presenti un ricordo imperituro.
Anche il triduo celebrato nella nostra Basilica del S. Cuore fu solennissimo e devoto. Era per noi motivo di giubilo constatare l´ammirazione suscitata in tutti gli ambienti dalla Beatificazione dell´angelico alunno dell´Oratorio.
Dopo Roma le feste si svolsero imponenti nella Basilica di Maria Ausiliatrice. La sera della vigilia del triduo, con cerimonia semplice ma suggestiva, fu trasportata l´artistica urna contenente le gloriose spoglie del Beato dalla chiesetta di S. Francesco di Sales alla Basilica di Maria Ausiliatrice.
La domenica, 23 aprile, il concorso dei devoti e pellegrini fu immenso, ma soprattutto commovente la loro frequenza ai Sacramenti. La Messa a otto voci del compianto Don Pagella fu di effetto sorprendente. Da quel giorno si susseguono ininterrotti i pellegrinaggi al nostro Santuario per venerare il nuovo Beato.
Anche a Mondonio, presso l´umile casetta dalla quale l´anima eletta del Savio prese il volo verso il Cielo, si svolsero speciali festeggiamenti onorati dalla presenza del Vescovo di Asti, S. E. Rev.ma Mons. Umberto Rossi, che fece il Pontificale e l´Omelia. Erano presenti parecchi Superiori del Capitolo, e al completo le Case del Colle e di Castelnuovo Don Bosco. La numerosa partecipazione dei fedeli e pellegrini accorsi dai paesi vicini ci obbligò a compiere le solenni funzioni all´aperto: la compostezza e devozione della moltitudine orante era commovente.
So che ormai in tutte le nostre Case si vanno succedendo le celebrazioni con crescente entusiasmo e concorso, e ne benedico con voi il ,Signore.
A suggello e coronamento di queste solennità v´invito a divenire tutti ferventi apostoli della devozione al Beato Domenico Savio. Questa devozione però deve avere una caratteristica: essa per noi è e dovrà essere sempre programma e stendardo di educazione cristiana e salesiana.
Mentre la lava devastatrice della pedagogia naturalistica, materialistica e atea, avanza minacciosa per travolgere e incenerire in fiore la civile società, noi - e vorrei dire specialmente noi ‑ figli del grande educatore S. Giovanni Bosco, dobbiamo correre ai ripari.
La Divina Provvidenza stessa mette oggi nelle nostre mani questo vessillo della cristiana educazione stimolandoci a sventolarlo in ogni parte, ricordando a tutti che la Beatificazione del 5 marzo presenta al mondo il più bel frutto del sistema educativo di S. Giovanni Bosco. Sono certo che ciascuno di voi saprà corrispondere con fattivo entusiasmo al pressante invito della Provvidenza Divina.
2. Avete già ricevuto la notizia della morte del nostro amatissimo Don Berruti. In questi giorni viene spedita a tutte le Case la lettera mortuaria, dalla quale apprenderete brevi notizie della sua vita e dell´ultima malattia e santa morte. Spero che presto verrà scritta una sua biografia a comune edificazione. Ringrazio coloro che inviarono condoglianze.
Ma la di lui scomparsa ha lasciato un vuoto, che urge riempire, anche perché la malattia che lo afflisse durò assai.
Dopo aver pregato, riflettuto e chiesto consiglio ai Superiori del Capitolo, ho eletto Prefetto Generale fino al prossimo Capitolo Generale il M. R. Don Renato Ziggiotti, che, essendo da molti anni membro del Capitolo Superiore, ebbe agio di conoscere e addestrarsi a trattare i più importanti affari della nostra Società. Al suo posto eleggo Consigliere Scolastico Generale il M. R. Don Roberto Fanara, antico Ispettore della Subalpina ed ora della Romana. Egli pure ha potuto arricchirsi di preziose esperienze che gli renderanno più agevole l´importante missione. Sono giovani, e noi pregheremo perché possano durante lunghi anni spendere le preziose loro attività a vantaggio dell´amata nostra Congregazione.
3. L´11 novembre del 1875 partivano dal Santuario di Maria Ausiliatrice i nostri primi Missionari. Nell´Argentina quei cari Confratelli celebrano la data memoranda con speciali festeggiamenti. Qui al centro non potremo fare grandi cose, anche perché abbiamo il cuore contristato per la condizione di molti confratelli e di opere assai importanti in parecchi Paesi dell´Europa e dell´Asia. Si tratta di circa centocinquanta case la cui sorte è forse inesorabilmente segnata: anzi si teme assai per la vita degli stessi nostri fratelli. Mai la Società nostra si è trovata in una situazione tanto grave e tormentosa: i Soci in pericolo sono ben più di milleottocento. Preghiamo perché abbiano termine alfine tante sventure.
Questo angoscioso stato di cose ci priva anche di un aiuto prezioso per le Missioni. Rivolgo pertanto un più caldo appello ai Soci delle altre Ispettorie perché vogliano onorare la data memoranda con generose domande di andare a lavorare in terra di missione. È vero che ormai pressoché in tutte le Nazioni sarebbero necessari Missionari e apostoli per contrarrestare l´ignoranza religiosa e l´immoralità dilagante: ma io sono certo che il Signore premierà con vocazioni sempre più abbondanti le Ispettorie che invieranno Missionari a salvare i fratelli lontani.
4. Si avvicinano gli Esercizi Spirituali e, mentre vi esorto a farli con santo raccoglimento per ricavarne frutti abbondanti, vi mando il ricordo che dobbiamo considerare come uno dei più importanti che siano stati inculcati finora. Eccolo:
IL BEATO DOMENICO SAVIO CI INCORAGGIA A PRATICARE DILIGENTEMENTE IL SISTEMA EDUCATIVO DI S. GIOVANNI BOSCO.
Il nostro santo Fondatore e l´angelico suo Alunno, ci aiutino a compiere dovutamente la nostra cara, nobile e altissima missione di educatori cristiani e salesiani.
Invocando su tutti l´abbondanza delle grazie celesti in questo Anno del grande Ritorno e del grande Perdono, mi raccomando alle vostre preghiere e mi professo vostro
aff.mo in G. e M.
Sac. PIETRO RICALDONE.