SINTESI DELLO STUDIO DELLE REGIONI D’EUROPA
A cura di don Adriano Bregolin - sdb
E’ prassi del Rettor Maggiore con il Consiglio procedere, lungo il sessennio di governo, procedere ad uno studio particolare delle varia Regioni Salesiane. Normalmente questo studio viene effettuato durante una riunione del Consiglio intermedio cui partecipano, oltre al Rettor Maggiore ed al suo Vicario, tutti i Consiglieri di Settore e i Consiglierei Regionali interessati.
In questa mia breve relazione intendo offrire le sintesi scaturite da di questi tre studi evidenziando in modo particolare alcune convergenze di problemi e di orientamenti ed alcune sfide caratterizzanti delle tre Regioni Salesiane dell’Europa.
Statistiche
Confratelli Salesiani Professi
Anno
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Europa Ovest
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Italia - MO
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Europa Nord
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2000
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1960
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2974
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2939
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2005
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1789
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2631
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2630
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2009
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1555
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2411
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2448
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Novizi
Dal 2004 al 2009
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Europa Ovest
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Italia - MO
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Europa Nord
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36
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115
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269
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Confratelli che hanno lasciato la Congregazione
Dal 2004 al 2009
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Europa Ovest
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Italia - MO
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Europa Nord
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93
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94
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187
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Confratelli defunti
Dal 2004 al 2009
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Europa Ovest
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Italia – MO
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Europa Nord
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220
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445
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304
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Alcuni rilievi
Per facilitare omogeneità, animazione e governo, tutta la Regione è divisa in tre zone: zona Atlantico – tedesca (GER, IRL, GBR, AUS, BLN) zona di Polonia(KSIP) e Circoscrizione dell’EST (PLE, PLS, PLO, PLN, EST), zona CIMEC (SS. Cirillo e Metodo: UNG, SLO, CRO, SLK, CEK). Da una parte si nota grande ricchezza con differenti contesti culturali e diversi modi di vita religiosa e salesiana, ma comporta anche tante difficoltà di comprensione reciproca e di collaborazione.
Nella Zona Atlantico - Tedesca si sente forte problema dell’invecchiamento dell’Europa con tutti i sintomi di laicismo e indifferentismo religioso.
Zona CIMEC rimane nella fase della riscoperta del carisma salesiano in una nuova situazione di postcomunismo.
Le ispettorie di Polonia vivono il momento del cambiamento di società con influssi dell’occidente, ma ancora con una forte dimensione di religiosità popolare.
Invece la Circoscrizione dell’Est con la Delegazione ucraina sta passando attualmente momento di una forte crisi che richiede la nuova impostazione della presenza salesiana.
Nonostante le diversità, si è visto durante la presentazione e la discussione in sede del Consiglio che in tutta la Regione si possono individuare alcuni punti fondamentali comuni che costituiscono le sfide per il futuro con le sfumature legate al contesto locale delle diverse ispettorie.
1. Le sfide generali
1.Rafforzare l’identità carismatica della vita consacrata.
Come prima necessità si presenta il rinnovo dell’identità di vita consacrata salesiana “approfondendo la teologia della consacrazione e più specificamente l’itinerario spirituale di don Bosco, rivivendo oggi la sua passione evangelica” (CG26, n. 3), per far risplendere il fascino del suo carisma. Nella zona atlantico - tedesca bisogna insistere sulla fedeltà alla consacrazione salesiana evitando le forme e le concezioni troppo riduttive o privilegianti i progetti personali, spesso in forte dissonanza con il carisma salesiano e perciò con le stesse Costituzioni SDB. Invece nella KSIP - Est e CIMEC si nota necessità di accentuare maggiormente identità salesiana nella vita comunitaria e dei singoli confratelli, evitando le tendenze di identificazione con i modelli di vita molto vicini al clero diocesano.
2. Sostenere ed allargare la presenza educativa.
La presenza salesiana ha sempre nella sua dimensione carismatica l’aspetto educativo. Per questo bisogna tenere conto di questa dimensione nella verifica delle nostre opere. Ogni ispettoria dovrebbe fare una particolare attenzione a tutte le opere tipicamente educative. Nella zona CIMEC bisogna con coraggio allargare la presenza educativa tramite le scuole e centri di educazione. Nella zona atlantico – tedesca e in Polonia, dove la presenza educativa è abbastanza sviluppata, bisogna avere cura affinché le opere educative salesiane mantengano lo stile del sistema preventivo e la dimensione carismatica salesiana e cattolica tramite la presenza attiva e affascinante dei confratelli salesiani in questi ambienti oppure i collaboratori laici ben formati.
3. Aiutare a fare un processo della trasformazione salesiana delle parrocchie.
La Regione Europa Nord anima oltre 500 parrocchie. Per ragioni storici, in passato, nelle diverse zone questo tipo di attività fu unico modo di conservare la presenza salesiana. Oggi bisogna tenere conto che le nostre parrocchie rispecchino lo stile salesiano secondo le caratteristiche proposte del dicastero PG nel documento “Parrocchia Salesiana” (cfr. ACG ….). La salesianità della parrocchia consiste anche nella quasi obbligatoria presenza dell’Oratorio o del Centro giovanile in ambiente parrocchiale. Specialmente nella zona CIMEC e Polonia bisogna fare anche un discernimento sul futuro delle parrocchie, esaminando quali di esse dovrebbero rimanere ed essere affidate ad una comunità e quali ad personam con una prospettiva del prossimo passaggio alla diocesi.
4.Cura della pastorale vocazionale.
La sfida esistenziale del futuro è la cura delle vocazioni salesiane. Nella zona atlantico – tedesca questo problema è molto pressante. Seguendo il richiamo del CG26 (Cap. III, Necessità di convocare) è necessaria una felice e radiosa testimonianza della vita consacrata e il coraggio con fede di proporre questo stile di vita ai giovani. La pastorale giovanile deve avere come obiettivo ultimo l’orientazione vocazionale. Specialmente in Polonia e nella zona CIMEC dove ci sono le vocazioni bisogna ripensare e proporre in modo nuovo la cura vocazionale passando dalle occasionali azioni e impegno di un animatore vocazionale alla creazione di un clima vocazionale nelle nostre comunità con le proposte concrete indirizzate ai giovani che stanno con noi.
5.Organizzazione e ristrutturazione della Regione.
Per un reciproco arricchimento e collaborazione più stretta, bisogna pensare a un graduale superamento della divisione della Regione in zone.
Seguendo suggerimenti del “Progetto Europa” sarà necessario cominciare il processo della riorganizzazione e ristrutturazione delle ispettorie nella Regione soprattutto nella zona atlantico – tedesca.
La Circoscrizione del EST sembra non ha il futuro di esistere nello stato attuale. Secondo le indicazioni espresse nella Lettera di Rettor Maggiore, bisogna cominciare dallo studio delle opere, esaminando la loro consistenza quantitativa e qualitativa. Si cerchi di indirizzare le tappe di formazione in Ucraina verso la Slovacchia, secondo la proposta presentata dalla Delegazione Ucraina. In seguito si passerà ad un ulteriore dialogo e all’incontro con i confratelli dei superiori generali che porta alle soluzioni e decisioni istituzionali.
2.Linee di azione in alcuni settori principali
- Pastorale giovanile
- Coraggio di dare testimonianza evangelica personale e comunitaria nella pastorale giovanile secondo le indicazioni del CG26, andando oltre il livello filantropico e sociale, puntando ad una evangelizzazione coraggiosa e propositiva di contenuto evangelici.
- Offrire esperienze, cammini e itinerari di fede, di incontro con la parola in una maniera sistematica e continuativa.
- Nelle tre zone della Regione bisogna rafforzare a vari livelli la collaborazione nella riflessione e azione, tra il pensiero dominante e la nostra risposta pastorale.
- Infine si nota la necessità di puntare ad una maggior sinergia tra i tre settori: pastorale giovanile, missioni e comunicazione sociale.
- Missioni
- Nella zona atlantico-tedesca maggiormente coinvolgere gli ispettori con rispettivi consigli ispettoriali e i confratelli nella convinzione, motivazione e validità del Progetto Europa; invece nella zona KSIP - Circoscrizione Est - CIMEC puntare sul coinvolgimento e partecipazione al Progetto.
- Promuovere e potenziare la formazione tra i confratelli della Regione l’aspetto evangelico di una mentalità missionaria dentro Europa.
- Accompagnare le Procure missionarie della Regione nel loro stile di gestione, affinché la loro animazione missione non sia solo filantropica, ma propositiva di valori evangelici.
- Comunicazione Sociale
- Approfondire e identificarsi con la convinzione che la Comunicazione Sociale non è un “aggiunta” esterna alla Missione Salesiana, anzi sgorga dal dentro di essa (cfr. C 6).
- Insistere affinché in ogni Ispettoria ci sia un Delegato della Comunicazione Sociale a tempo pieno con il compito di aiutare l’Ispettore e il suo Consiglio ad animare e coordinare quello che dentro la Congregazione si chiama Sistema Salesiano della Comunicazione Sociale (SSCS).
- Accompagnare i Delegati per la formazione, perché mettano in pratica gli orientamenti del 2006 fatti dai Dicasteri per la Formazione e Comunicazione Sociale e il quadro di riferimento (SSCS) sia studiato e assimilato durante la formazione iniziale.
- BS l’immagine stampata della Congregazione (stile popolare, temi del Europa)
- Famiglia Salesiana
- Promuovere la conoscenza e la comprensione della Famiglia Salesiana con riferimento diretto al Magistero del Rettor Maggiore soprattutto alla Strenna del 2009.
- Puntare sulla scelta di buoni delegati che credano nel compito di animazione della Famiglia Salesiana
- Costituire, dove non c’è, la Consulta della Famiglia Salesiana in tutte le Ispettorie, ma anche animare la sua operosità.
- Data la diminuzione notevole del numero dei Salesiani e l’incremento dei nostri collaboratori laici, soprattutto nelle scuole e nelle opere educative in genere, promuovere e offrire con maggior coraggio e sistematicità la proposta di un cammino come Salesiani cooperatori e valorizzare l’Associazioni degli Exallievi.
- Sopratutto nei paesi della zona atlantico-tedesca e localmente nelle due zone rimanenti puntare ad una maggior collaborazione tra SDB ed FMA (per concordare anche processi di ridimensionamento, esaminare la possibilità di collaborazione nel territorio o anche in opere specifiche, per una maggiore sinergia nell’animazione vocazionale).
- Coinvolgere gli Amici di don Bosco e Benefattori, aiuti concreti ed economici.
Regione Italia e Medio Oriente
Dal 22 al 25 marzo 2010 il Consiglio Generale ha affrontato lo studio della Regione Italia e Medio Oriente, sulla base della relazione predisposta dal Consigliere regionale, don Pier Fausto Frisoli.
Al termine della riflessione, il Consiglio traccia la seguente sintesi operativa, da portare a conoscenza degli Ispettori della Regione. Attraverso di esse, la Regione assume l’impegno a “rivitalizzare il carisma salesiano dal di dentro”, proprio del Progetto Europa.
1. Promuovere la consistenza qualitative e quantitative delle comunità per garantire la vitalità spirituale, fraterna e apostolica di esse.
La Conferenza degli ispettori
- individua le condizioni basilari per garantire la consistenza quantitative e qualitative delle comunità e la priorità della testimonianza di consacrati per la missione;
- condivide e verifica gli strumenti più idonei a favorire la vitalità spirituale, fraterna ed apostolica delle comunità (cfr. CG 25°);
- studia le modalità per garantire la identità del Direttore che è "padre, maestro e guida spirituale" della comunità e promuove iniziative specifiche di formazione dei Direttori;
- individua modalità di gestione che garatiscano l’efficacia del ruolo della comunità religiosa nella comunità educative pastorale, in un equilibrato rapporto tra comunità religiosa ed opera;
- condivide i criteri e le condizioni di affidamento ai laici di ruoli di responsbailità ed elabora specifici piani di formazione dei laici.
2. Promuovere nelle comunità salesiane locali un più forte “sensus Ecclesiae”
La Conferenza degli Ispettori
- favorisce nelle Ispettorie e nelle comunità locali, attraverso i Servizi nazionali, la conoscenza e l’assunzione del Programma pastorale della Chiesa italiana, per il decennio 2010-2020;
- promuove la riflessione dei membri CSPG e dei Centri di studio della Regione sul rapporto tra educazione ed evangelizzazione, in dialogo con il Dicastero della pastorale giovanile;
- assume il cammino di rinnovamento della iniziazione cristiana avviato dalla Chiesa italiana e sostiene il cammino di formazione dei catechisti nelle Ispettorie
- favorisce un maggiore inserimento delle comunità locali nella vita delle Chiese locali per offrire ad esse il contributo originale della vita consacrata, superando una visione puramente funzionale
- favorisce la partecipazione dei confratelli alle proposte delle Conferenze regionali e nazionale dei religiosi.
3. Assumere e confermare il Progetto di animazione vocazionale ispettoriale elaborato dal Servizio nazionale vocazioni.
La Conferenza degli Ispettori
- assume in forma unitaria ed attua il Progetto di animazione vocazionale ispettoriale;
- elabora, d’intesa con il Servizio nazionale vocazioni, specifici percorsi di formazione delle guide spirituali;
- promuove la elaborazione del Progetto di animazione vocazionale delle comunità locali, a partire dalle esperienze in atto.
4. Garantire la formazione continua dei confratelli e dei laici corresponsabili
La Conferenza degli Ispettori
- elabora, d’intesa con il Servizio nazionale di formazione, proposte di formazione continua dei confratelli e dei laici corresponsabili di interesse regionale, sotto il profilo spirituale, salesiano, pastorale;
- studia come valorizzare, a tal fine, i luoghi salesiani e la comunità di Cremisan;
- conferma le proposte di formazione indicate nel programma di animazione del sessennio rivolte ai confratelli in ruoli di responsabilità;
- rafforza con il personale necessario i servizi di animazione nazionale.
5. Affrontare il ripensamento sull’Ispettoria del MOR
La Conferenza degli Ispettori
- elabora un piano di collaborazione tra le Ispettorie italiane ed il MOR.
L’Ispettore ed il Consiglio ispettoriale MOR
- attuano l’orientamento indicato dal Rettor Maggiore al termine della visita straordinaria del 2004, in relazione al trasferimento della sede ispettoriale ed alla individuazione di un numero minimo di confratelli a tempo pieno (Vicario, Economo, Delegato di pastorale giovanile) che affianchino l’ispettore nel compito di animazione e governo delle comunità;
- studia come ristrutturare la presenza salesiana nel Medio Oriente per garantire la consistenza delle comunità e la possibilità di rigenerare le risorse.
Regione Europa Ovest
Sfide principali
- Il rafforzamento della nostra identità consacrata
Diversi indicatori (relazioni sulla vita religiosa in Europa, lettere circolari del Rettore Maggiore, studi sugli abbandoni e le secolarizzazioni, incontri dei formatori...) sembrano sottolineare un indebolimento dell’esperienza credente e carismatica nella vita religiosa e salesiana in Europa. L’ atmosfera sociale, pur senza negare i numerosi aspetti positivi, è condizionata dalla postmodernità narcisista ed edonista e dalla modernità secolarizzata nelle nostre società complesse, e incide anche nell’ esperienza religiosa e può affievolire la nostra identità carismatica da consacrati. L’ esperienza credente personale può indebolirsi e l’impegno esistenziale può diventare fragile. In non pochi casi è il risultato di una stanchezza vitale e di certa demoralizzazione di fronte alle sfide sociali e religiose, che sembrano superare le nostre possibilità. Continuiamo impegnati nel lavoro pastorale ma, alle volte, con un certo disincanto e con una vita credente e religiosa alquanto debole.
Per questo:
- Siamo coscienti di dover superare la tentazione d’uno stile liberale di vita religiosa, senza profondità né capacità carismatica.
- La cosa più decisiva sarà curare le persone risvegliando in esse il senso del primato di Dio ed accompagnando con delicatezza dei processi personali e comunitari che ci conducano ad un vissuto più autentico, testimoniante, ecclesiale e credibile della nostra vocazione consacrata in mezzo ai giovani di oggi.
- La leadership delle ispettorie dovrà impegnarsi in questi anni nel risveglio della speranza e della fiducia nei confratelli per credere che è possibile, con l’aiuto di Dio, affrontare il futuro come un cammino di rinnovamento così come è proposto nel CG 26.
- Il compito sempre sfidante della vita religiosa in comunità e il servizio dell’autorità
Per superare la stanchezza esistenziale, il disincanto pastorale e i condizionamenti del contesto sociale che incidono nel nostro stile di vita consacrata sottolineamo alcuni compiti sfindanti:
- Il bisogno di essere comunità di consacrati che vivano un forte senso di Dio, della esperienza religiosa e della missionarietà insieme ad altri laici che condividono con noi il carisma e la missione di Don Bosco.
- Il vissuto della comunione e della fraternità evangelica sarà oggi, senz’altro, una profezia credibile nel nostro mondo confuso e diviso.
- La preghiera personale e comunitaria, e le celebrazioni sacramentali, specialmente l’Eucaristia, richiederanno dei salesiani un maggior impegno personale.
- La ricerca di stili di vita più semplici e che esprimano meglio e con più chiarezza il nostro impegno con la povertà evangelica, che ci fa liberi e felici, nelle società del benessere e dei contrasti sociali.
Una sfida prioritaria per la nostra Congregazione in questo momento di forte richiamo al rinnovamento personale e comunitario alla luce dei CG 25 e 26 è la formazione e l’accompagnamento della leadership che non si riduce al ruolo organizzativo o di manager. Gli ispettori e i direttori hanno un ruolo delicato e fondamentale nel far sorgere uno stile veramente carismatico di comunità religiosa. Il servizio dell’autorità nei nostri ambienti salesiani richiede oggi nei responsabili alcuni impegni personali:
- Cercare sempre Dio e condividere questa ricerca con gli altri (salesiani, laici, giovani...).
- Vivere in atteggiamento di conversione e mantenere lo sforzo della formazione permanente.
- Curare i salesiani: promuovere la fraternità evangelica, accompagnando i singoli salesiani, con una solicitudine personalizzata.
- Promuovere il dialogo istituzionale (società, Chiesa, agenti sociali), il dialogo comunitario e specialmente il dialogo personale, sapendo guarire le ferite, discernere, guidare, orientare.
- Incoraggiare la missione salesiana, assumendo i rischi dei processi decisionali.
- La Formazione iniziale e permanente
Di fronte alla complessità della situazione in cui viviamo e per poter affrontare le sfide del rinnovamento proposto dal CG 26 dobbiamo pensare alla formazione come strumento strategico di fronte al futuro:
- Una formazione umana, religiosa e salesiana che esige dedizione e sensibilità per percepire bene la situazione e che possa accompagnare il salesiano nell’assunzione di un progetto vitale, centrato nell’ esperienza di Dio, e nell’elaborazione di un pensiero ben articolato dal punto di vista carismatico, cioè, di un pensiero che possa essere strutturato su basi solide e convinzioni, un pensiero che possa illuminare la realtà.
- Il compito decisivo della formazione in questo momento nell’Europa Ovest (e forse in tutta la Congregazione) sembra essere questo: partendo da una fondante esperienza di Dio, decostruire nei candidati e nei salesiani giovani la logica culturale ed articolarla di nuovo a partire dalla logica credente per far maturare la struttura interna del consacrato; in modo che questa scala di valori, ristrutturata alla luce della fede, possa fare possibile un’impegno per sempre che implica rinunce così profonde per i giovani d’oggi.
- Per questo sarà necessario il ripensamento e la ricollocazione delle case di formazione iniziale all’interno della Regione e il rafforzamento delle équipes formatrici in vista ad una sempre maggiore qualità della proposta formatrice.
- L’evangelizzazione e l’animazione vocazionale nella società complessa in cui viviamo:
Sappiamo bene di aver il coraggio per portare avanti con tutte le nostre forze l’annuncio della salvezza di Dio, rivelatasi nel Signore Gesú, essendo dei testimoni credibili e audaci sotto la guida dello Spirito. Solo una pastorale giovanile nella quale si esplicita la dimensione evangelizzatrice può essere feconda vocazionalmente:
- E così, l’impegno di questi anni sarà quello di convocare, proporre, accompagnare nel discernimento, incoraggiare i giovani per seguire Gesú con lo stile di Don Bosco nella vita consacrata e laicale nella Chiesa, sul cammino d’una vita, sostenuta sopratutto dalla preghiera, dalle celebrazioni sacramentali e dall’impegno personale e di gruppo.
- È dunque urgente continuare a incoraggiare, anche le decisioni di governo, la promozione vocazionale nelle ispettorie come impegno reale di tutte le comunità.
- Ci vuole un passo in avanti nella consapevolezza, nel coordinamento e nell’ accompagnamento di tutte le iniziative che possano contribuire a creare una cultura vocazionale nella quale fare emergere e maturare le vocazioni consacrate e laicali.
- Allo stesso modo, le ispettorie dovranno prendersi cura delle strutture e liberare le persone necessarie per aiutare ed accompagnare i giovani al discernimento e alla decisione vocazionali, anche in riferimento ai possibili nuovi aspirantati (casa di orientamento, comunità proposta...) e alle strutture specifiche per l’esperienza del prenoviziato.
5. Solidarietà di fronte alle sfide: l’organizzazione e ristrutturazione della Regione.
L’analisi della realtà che viviamo nella Regione ci spinge ad affrontare la situazione e le sfide che ne scaturiscono, cioè, il bisogno di ricollocare le nostre presenze d’accordo con criteri di significatività all’interno delle proprie ispettorie e di ristrutturare i territori delle ispettorie della Spagna e del Portogallo nel suo insieme:
- In fedeltà carismatica, la Regione è chiamata a ricollocarsi, particolarmente nella Penisola Iberica, in maniera differente per rispondere meglio alla chiamata dei giovani e all’urgenza di evangelizzare della cultura in Europa.
- Si dovranno, dunque, assicurare i cambiamenti opportuni nella vita e nell’organizzazione delle ispettorie e della Regione per rispondere meglio alla realtà attuale.
BREVI OSSERVAZIONI FINALI
- Facendo una tavola sinottica delle priorità indicate per le varie Regioni possiamo osservare delle particolari convergenze indicate nella tabella dai colori omogenei.
Regione Europa Ovest
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Regione Italia - MO
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Regione Europa Nord
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- Il rafforzamento della nostra identità consacrata
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- Promuovere la consistenza qualitativa e quantitativa delle comunità per garantire la vitalità spirituale, fraterna e apostolica di esse.
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- Rafforzare l’identità carismatica della vita consacrata
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- Attenzione al compito sempre sfidante della vita religiosa in comunità
e il servizio dell’autorità
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- Promuovere nelle comunità salesiane locali un più forte “sensus Ecclesiae”
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- Sostenere ed allargare la presenza educativa
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alla Formazione iniziale e permanente
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- Assumere e confermare
il Progetto di animazione vocazionale ispettoriale elaborato dal Servizio nazionale vocazioni.
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- Aiutare un processo di trasformazione salesiana delle Parrocchie.
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- Impegno per l’evangelizzazione e l’animazione vocazionale nella società complessa
in cui viviamo
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- Garantire la formazione continua dei confratelli e dei laici corresponsabili
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- Cura della Pastorale Vocazionale
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di fronte alle sfide: l’organizzazione e ristrutturazione della Regione.
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- Affrontare il ripensamento sull’Ispettoria del MOR
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- Organizzazione e ristrutturazione
della Regione
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- Possiamo notare che al di là di qualche scelta specifica si verifica una significativa convergenza su alcuni elementi che sono riconducibili alle indicazioni che il Rettor maggiore aveva dato in occasione del suo discorso del 28 Novembre 2008.
- Il rafforzamento dell’identità di consacrati e la cura delle nostre comunità in ordine soprattutto alla qualità della vita comunitaria risponde all’invito ad attuare una rivitalizzazione ‘endogena’ della vocazione salesiana.
- Le indicazioni al numero 5, per ciascuna Regione, indicano un impegno a “riorganizzare prontamente la mappa della presenza salesiana in Europa”, sempre secondo le indicazioni del nostro Rettor Maggiore. Nel caso dell’Italia, l’opera di ristrutturazione delle Ispettorie, in questo momento, si può considerare completata. Nella Regione Europa Ovest il processo è ancora in corso di discernimento. Per l’Europa Nord, il problema è più complesso e andrà affrontato con attenzione e prudenza. Sarà bene che ogni Regione tenga presente le esperienze positive e le difficoltà incontrate in analoghi processi già condotti a termine nella propria Regione o nelle altre Regioni del continente.
- Da sottolineare che i cammini di ridimensionamento o ricollocazione, da una parte renderanno manifesta la volontà di esprimere una maggiore significatività delle nostre presenze nel territorio, dall’altra dovrà tenere presente anche l’esigenza di una attenzione particolare alle nuove frontiere. Non si tratta infatti di un’operazione di ritirata strategica, quanto piuttosto di una ricollocazione intelligente e significativa delle nostre presenze.
- Tutte e tre le Regioni esprimono la volontà di un impegno rinnovato nel campo della animazione vocazionale. La sfida si presenta non facile e diversamente connotata nelle varie Regioni. Nell’Europa dell’Est il flusso spontaneo delle vocazioni si va esaurendo ed è necessario un’opera di animazione diretta e attenta, valorizzando il forte senso religioso ancora presente in queste nazioni.
Nei contesti più secolarizzati la proposta vocazionale, secondo le indicazioni della prossima Strenna del Rettor Maggiore, dovrà essere il frutto di una pastorale giovanile che conduce ad una scelta impegnata di vita e dovrà valorizzare tutti i possibili cammini di accompagnamento che possono facilitare la scoperta, il discernimento e la scelta (Gruppi, Esperienze di animazione, Volontariato, esperienze di missionarietà, Esercizi Spirituali per giovani impegnati, comunità proposta etc.ra…).
- Negli elementi di sintesi di studio delle Regioni entrano infine obiettivi particolari riconducibili alle particolari situazioni: allargamento delle presenze più tipicamente educative, formazione di laici… etc.ra.
Roma 26 novembre ’10
A cura didon Adriano Bregolin – sdb
Vicario del Rettor Maggiore