La proclamazione dell’avvio ufficiale del Capitolo Generale 29 è stata fatta da Alphonse Owoudou, Regolatore del Capitolo, alle 18,15 di domenica 16 febbraio nel teatro della Casa Madre di Valdocco. Ha formalizzato così il raduno di 230 ispettori e delegati della Società di San Francesco di Sales per alimentare il carisma di Don Bosco espresso nel titolo “Appassionati per Gesù Cristo, dedicati ai giovani”.
A confermare il fatto che i salesiani siano riusciti, attraverso un capillare lavoro nelle singole ispettorie, a mettere a fuoco il tema chiave per questo tempo, è stata la sequenza degli interventi che si sono succeduti in sala. Don Stefano Martoglio, Presidente del Capitolo, ha espresso con voce sensibilmente toccata dall’emozione, è il compito assegnato a questo Capitolo: “riprogettare la congregazione a tutti i livelli”. La preoccupazione attuale nella vita religiosa e consacrata presenta oggi una caratteristica specifica che si configura come “profetica”. I figli di Don Bosco vivono la condizione presente che vede alzarsi il livello delle sfide: grandi e nuove povertà, dalle persone semplici e laboriose si alza una forte richiesta di aiuto. “Dobbiamo lasciarci scuotere, non rimanere tranquilli, dare risposte personali e istituzionali” ha sottolineato, “questo è il cammino della Chiesa intera con la guida di papa Francesco”.
Questa chiamata è stata prefigurata dall’arcivescovo di Torino, il card. Roberto Repole, nel corso dell’omelia che ha tenuto durante la celebrazione eucaristica nella basilica di Maria Ausiliatrice nel primo pomeriggio. “Non si tratta di affrontare un compito organizzativo ma di esprimere la missione della Chiesa quale è: portare al mondo e all’umanità lo guardo di Cristo, chiamando le ingiustizie con il loro nome. Poiché Lui solo viene a capo di ingiustizia e oppressione”.
Il sindaco di Torino, Stefano Lorusso, ha portato il saluto della città, augurando che la “la riflessione che vi terrà impegnati possa fornirvi risposte importanti non solo all’opera salesiana ma ciascuno di noi impegnati nel servizio pubblico”.
Suor Simona Brambilla, prefetto del Dicastero per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica (lo stesso al quale è stato chiamato a operare il card. Artime) ha portato non solo un saluto ma anche l’incoraggiamento che scaturisce dall’esperienza dei discepoli di Emmaus: “La strada ci porta lontano da Gerusalemme, dall’esperienza sofferta e faticosa della Croce. Ma, dopo l’incontro con Gesù, ecco delinearsi il ritorno pur nella notte, ma senza paura, verso la comunità, verso la vita.
Suor Chiara Cazzuola, superiora generale dell’istituto FMA, ha sottolineato che “il futuro del carisma è nelle mani di ciascuno di noi, ma è soprattutto nelle vostre mani come assemblea capitolare mondiale SDB. È un evento di grazia e di sinodalità. Può irradiare la sua grazia nella quotidianità delle nuove generazioni ed assicurare a loro un futuro migliore”.
Antonio Boccia, coordinatore mondiale dei Cooperatori salesiani, ha invitato i capitolari a “rafforzare l’interiorità, a scoprire motivi di miglioramento: vostro dovere è mantenere la fiamma del carisma di Don Bosco, incardinato nella comunità spirituale costituta dall’intera Famiglia salesiana”.