Consiglio Risorse

CS Newsletter in 2018-02


Bollettino n°. 92 in febbraio 2018

     

Cari Confratelli e amici,

Vi saluto da Nairobi. Insieme al Rettor Maggiore ci troviamo sei Consiglieri Generali dei settori, il responsabile del Segretariato per la Famiglia Salesiana, e tutti gli Ispettori e i loro Consiglieri della Regione Africa - Madagascar. Facciamo la Visita di Insieme all´ascolto dello Spirito Santo e della realtà dei giovani e dei poveri di questa Regione ricca di speranza.  Proprio ispirato da questo fatto vi faccio arrivare il messaggio di questo mese.

La comunicazione è un fatto divino - umano che tocca il centro di Dio e dell’uomo. La nostra realtà umana comincia con l’accoglienza nel grembo materno, e continua nella famiglia, nei gruppi di amici, nella scuola, nel lavoro, nella chiamata vocazionale, nella comunità religiosa, nella CEP. Tutto questo ha a che vedere nella nostra comunicazione fraterna e pastorale che è proprio sociale. La comunicazione sempre ci apre a un Altro e ad altro. Se la comunicazione nasce dall’incontro tra le persone e ha come fine il creare una cultura dell’incontro, allora non mettiamo al centro i media, le tecnologie, ma il desiderio e volontà di trovare gli altri per vivere a immagine di Dio.

Noi salesiani siamo consacrati, specializzati in Dio e nell’evangelizzazione ed educazione dei giovani, particolarmente dei più poveri. Se la nostra missione è comunicare l’amore di Dio ai giovani (C. 2), quindi la nostra comunicazione è marcata dal vivere la nostra identità carismatica[1] .  In questo senso la comunicazione salesiana è questione di ESSERE più che di fare, è questione di VIVERE più che di apparire, è questione di COMUNIONE più che di stare insieme. Il salesiano e la comunità hanno una esperienza di Dio da condividere: uomini di Dio e profeti di fraternità; una Buona Notizia da offrire: la Gioia del Vangelo come servi dei giovani più poveri (CG 27).

Da anni in Congregazione la Comunicazione viene promossa e sviluppata come un Sistema Salesiano di Comunicazione Sociale (SSCS[2] ). Il SSCS, approvato dal Rettor Maggiore e il suo Consiglio, presenta i criteri e i linguaggi comuni, la struttura e l’organizzazione, le aree d’intervento di questa realtà che ha un fondamento storico e carismatico in Don Bosco e nella nascita e sviluppo della Congregazione. Con la comunicazione ci troviamo davanti a un campo di grande importanza nelle nostre origini e di attualità formativa e pastorale, personale e istituzionale, culturale e sociale a un tempo[3] . Come Don Bosco, ciascuno di noi è il primo mediatore, messaggio e metodo, e per questo ci vuole autenticità di vita.

Dopo aver concluso la visita di insieme a tutte le regioni del mondo salesiano, questa è l’ultima, è chiaro che tutte stanno facendo il proprio cammino di comunicazione: secondo il proprio spazio geografico e digitale, tempo e cultura, con diverse storie, tradizioni, economie, preparazione del personale e visioni particolari che hanno bisogno di visione comune per un buon futuro. Diverse sono le strutture, le organizzazioni e le azioni nelle aree di animazione, formazione, informazione, produzione, arte e cultura. In realtà piano piano si cresce nella pratica del SSCS per diventare comunicazione alternativa a quella di consumo, emozioni e fake news.

Spero che il messaggio offerto da Papa Francesco per quest´anno 2018 rafforzi la qualità della comunicazione di ogni ispettoria al servizio dei giovani e delle famiglie più povere rendendo visibile la verità, l´incontro, la pace come alternativa a una comunicazione fatta di bugie, pettegolezzi e indifferenza verso i poveri.

Vi salutano tutti i membri del Dicastero per la Comunicazione Sociale.

Cordialmente in Don Bosco: d. Filiberto González

[1] Bisogna essere consapevoli che la nostra Congregazione e Missione sono nate da un Padre evangelizzatore, educatore e comunicatore. Sin dalle nostre origini la comunicazione forma parte del nostro essere salesiani e della nostra missione. Questo è un dato storico.
[2] “Le nostre pubblicazioni tendono a formare un sistema ordinato, che abbraccia su vasta scala tutte le classi che formano l’umana società”: Don Bosco, Lettera Circolare sulla diffusione di buoni libri. 19 marzo, 1885.
[3] “Il mondo digitale, “nuovo areopago del tempo moderno” ci interpella come educatori dei giovani: esso è “un nuovo cortile”, un “nuovo oratorio” che richiede la nostra presenza e stimola in noi nuove forme di evangelizzazione ed educazione” (CG27,62).


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