La Formazione Missionaria SDB
Roma (ITALIA) 18 gennaio 2014. Il Dicastero per le Missioni e il Dicastero per la Formazione hanno già iniziato a stampare il documento revisionato sulla formazione missionaria dei Salesiani di Don Bosco. Si tratta di una guida per i Delegati di anim link: www.sdb.org/Formazione_Missionaria_2013
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Riunioni
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Animazione - Lettera di Don Filiberto
Cari amici e amiche,
Vi saluto nel giorno della memoria di Laura Vicuña, ragazza che ha fatto un percorso di maturità spirituale nel breve tempo e spazio della sua esistenza, ma la Newsletter sarà spedita, come facciamo al solito, il 24 gennaio, festa di San Francesco di Sales, patrono dei salesiani e dei giornalisti: tanti auguri !
Attendiamo con gioia, questo 24 gennaio, il messaggio di Papa Francesco riguardo la XLVIII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, 2014 - Comunicazione al servizio di un'autentica cultura dell'incontro. Vi incoraggio a studiarlo personalmente e con la vostra equipe, per poi mettervi d’accordo e celebrare le giornate salesiane annuali di CS con le comunità in formazione iniziale SDB e FMA e altri membri della FS.
Come l’anno scorso, vogliamo “inondare” di brevi pensieri significativi, banners, logo, canti e di diverse fotografie di Don Bosco i social network, a partire dal 24 fino al 31 gennaio 2014. Si tratta di far presente Don Bosco come Padre, Maestro e Amico, con la creatività della diversità culturale e con l’affetto e la gratitudine che nascono dal cuore di tutti i membri della FS e dai giovani delle nostre opere. Animate i giovani, genitori e collaboratori delle vostre opere e delle vostre Ispettorie.
Vi informo pure, che il 6 febbraio si terrà a Roma la Conferenza Stampa per il Bicentenario della nascita di Don Bosco, davanti ai Media Internazionali, con una conferenza stampa offerta dal Rettor Maggiore accompagnato da altre personalità della vita ecclesiale e civile che hanno a che vedere attualmente con Don Bosco. In ANS e SDB.org, troverete informazione per seguire direttamente per internet l’evento, e pure materiali che offriremmo ai Media. Vi invito a fare lo stesso nelle vostre città o paesi, offrendo questa cartella informativa, o altra arricchita e con accenni locali, alla stampa, a TV, a radio, a riviste, a pagine Web, a bloggers, ecc.
Tutti insieme i membri del Dicastero vi augurano belle feste di San Francesco di Sales e di Don Bosco.
Informazione: Conferenza Stampa per il Bicentenario di Don Bosco
Roma (Italia). Il giorno 6 febbraio 2014, dalle 11 alle 13 ore, si terrà, presso l’Associazione della Stampa Estera in Italia (Roma, Via dell’Umiltà, 83 c), la Conferenza Stampa per il Bicentenario della nascita di Don Bosco davanti ai Media mondiali.
Questa conferenza stampa sarà presieduta dal Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana
accompagnato da alcune personalità della Chiesa, dello Sport, del mondo dello spettacolo e da un giovane italiano.
Una cartella, distribuita a tutti i partecipanti, conterrà il materiale ufficiale e altre informazioni importanti relative alla celebrazione del Bicentenario. link: www.sdb.org/it/Don_Bosco/Bicentenario_iniziative
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Formazione: Messaggio del Santo Padre per la 48ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali
Città del Vaticano, 23 gennaio 2014 (VIS). "Comunicazione al servizio di un'autentica cultura dell'incontro" è il titolo del Messaggio di Papa Francesco per la XLVIII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, unica giornata mondiale fissata dal Concilio Vaticano II (Inter Mirifica, 1963), che si celebra la domenica precedente la festa di Pentecoste (1° giugno nel 2014). Il Messaggio è datato 24 gennaio, festa di San Francesco di Sales, Patrono della stampa cattolica. Di seguito riportiamo il testo integrale del documento.
"Cari fratelli e sorelle,
oggi viviamo in un mondo che sta diventando sempre più 'piccolo' e dove, quindi, sembrerebbe essere facile farsi prossimi gli uni agli altri. Gli sviluppi dei trasporti e delle tecnologie di comunicazione ci stanno avvicinando, connettendoci sempre di più, e la globalizzazione ci fa interdipendenti. Tuttavia all’interno dell’umanità permangono divisioni, a volte molto marcate. A livello globale vediamo la scandalosa distanza tra il lusso dei più ricchi e la miseria dei più poveri. Spesso basta andare in giro per le strade di una città per vedere il contrasto tra la gente che vive sui marciapiedi e le luci sfavillanti dei negozi. Ci siamo talmente abituati a tutto ciò che non ci colpisce più. Il mondo soffre di molteplici forme di esclusione, emarginazione e povertà; come pure di conflitti in cui si mescolano cause economiche, politiche, ideologiche e, purtroppo, anche religiose.
In questo mondo, i media possono aiutare a farci sentire più prossimi gli uni agli altri; a farci percepire un rinnovato senso di unità della famiglia umana che spinge alla solidarietà e all’impegno serio per una vita più dignitosa. Comunicare bene ci aiuta ad essere più vicini e a conoscerci meglio tra di noi, ad essere più uniti. I muri che ci dividono possono essere superati solamente se siamo pronti ad ascoltarci e ad imparare gli uni dagli altri. Abbiamo bisogno di comporre le differenze attraverso forme di dialogo che ci permettano di crescere nella comprensione e nel rispetto. La cultura dell’incontro richiede che siamo disposti non soltanto a dare, ma anche a ricevere dagli altri. I media possono aiutarci in questo, particolarmente oggi, quando le reti della comunicazione umana hanno raggiunto sviluppi inauditi. In particolare internet può offrire maggiori possibilità di incontro e di solidarietà tra tutti, e questa è una cosa buona, è un dono di Dio.
Esistono però aspetti problematici: la velocità dell’informazione supera la nostra capacità di riflessione e giudizio e non permette un’espressione di sé misurata e corretta. La varietà delle opinioni espresse può essere percepita come ricchezza, ma è anche possibile chiudersi in una sfera di informazioni che corrispondono solo alle nostre attese e alle nostre idee, o anche a determinati interessi politici ed economici. L’ambiente comunicativo può aiutarci a crescere o, al contrario, a disorientarci. Il desiderio di connessione digitale può finire per isolarci dal nostro prossimo, da chi ci sta più vicino. Senza dimenticare che chi, per diversi motivi, non ha accesso ai media sociali, rischia di essere escluso.
Questi limiti sono reali, tuttavia non giustificano un rifiuto dei media sociali; piuttosto ci ricordano che la comunicazione è, in definitiva, una conquista più umana che tecnologica. Dunque, che cosa ci aiuta nell’ambiente digitale a crescere in umanità e nella comprensione reciproca? Ad esempio, dobbiamo recuperare un certo senso di lentezza e di calma. Questo richiede tempo e capacità di fare silenzio per ascoltare. Abbiamo anche bisogno di essere pazienti se vogliamo capire chi è diverso da noi: la persona esprime pienamente se stessa non quando è semplicemente tollerata, ma quando sa di essere davvero accolta. Se siamo veramente desiderosi di ascoltare gli altri, allora impareremo a guardare il mondo con occhi diversi e ad apprezzare l’esperienza umana come si manifesta nelle varie culture e tradizioni. Ma sapremo anche meglio apprezzare i grandi valori ispirati dal Cristianesimo, ad esempio la visione dell’uomo come persona, il matrimonio e la famiglia, la distinzione tra sfera religiosa e sfera politica, i principi di solidarietà e sussidiarietà, e altri.
Come allora la comunicazione può essere a servizio di un’autentica cultura dell’incontro? E per noi discepoli del Signore, che cosa significa incontrare una persona secondo il Vangelo? Come è possibile, nonostante tutti i nostri limiti e peccati, essere veramente vicini gli uni agli altri? Queste domande si riassumono in quella che un giorno uno scriba, cioè un comunicatore, rivolse a Gesù: 'E chi è mio prossimo?' (Lc 10,29). Questa domanda ci aiuta a capire la comunicazione in termini di prossimità. Potremmo tradurla così: come si manifesta la 'prossimità' nell’uso dei mezzi di comunicazione e nel nuovo ambiente creato dalle tecnologie digitali? Trovo una risposta nella parabola del buon samaritano, che è anche una parabola del comunicatore. Chi comunica, infatti, si fa prossimo. E il buon samaritano non solo si fa prossimo, ma si fa carico di quell’uomo che vede mezzo morto sul ciglio della strada. Gesù inverte la prospettiva: non si tratta di riconoscere l’altro come un mio simile, ma della mia capacità di farmi simile all’altro. Comunicare significa quindi prendere consapevolezza di essere umani, figli di Dio. Mi piace definire questo potere della comunicazione come 'prossimità'.
Quando la comunicazione ha il prevalente scopo di indurre al consumo o alla manipolazione delle persone, ci troviamo di fronte a un’aggressione violenta come quella subita dall’uomo percosso dai briganti e abbandonato lungo la strada, come leggiamo nella parabola. In lui il levita e il sacerdote non vedono un loro prossimo, ma un estraneo da cui era meglio tenersi a distanza. A quel tempo, ciò che li condizionava erano le regole della purità rituale. Oggi, noi corriamo il rischio che alcuni media ci condizionino al punto da farci ignorare il nostro prossimo reale.
Non basta passare lungo le 'strade' digitali, cioè semplicemente essere connessi: occorre che la connessione sia accompagnata dall’incontro vero. Non possiamo vivere da soli, rinchiusi in noi stessi. Abbiamo bisogno di amare ed essere amati. Abbiamo bisogno di tenerezza. Non sono le strategie comunicative a garantire la bellezza, la bontà e la verità della comunicazione. Anche il mondo dei media non può essere alieno dalla cura per l’umanità, ed è chiamato ad esprimere tenerezza. La rete digitale può essere un luogo ricco di umanità, non una rete di fili ma di persone umane. La neutralità dei media è solo apparente: solo chi comunica mettendo in gioco se stesso può rappresentare un punto di riferimento. Il coinvolgimento personale è la radice stessa dell’affidabilità di un comunicatore. Proprio per questo la testimonianza cristiana, grazie alla rete, può raggiungere le periferie esistenziali.
Lo ripeto spesso: tra una Chiesa accidentata che esce per strada, e una Chiesa ammalata di autoreferenzialità, non ho dubbi nel preferire la prima. E le strade sono quelle del mondo dove la gente vive, dove è raggiungibile effettivamente e affettivamente. Tra queste strade ci sono anche quelle digitali, affollate di umanità, spesso ferita: uomini e donne che cercano una salvezza o una speranza. Anche grazie alla rete il messaggio cristiano può viaggiare 'fino ai confini della terra' (At 1,8). Aprire le porte delle chiese significa anche aprirle nell’ambiente digitale, sia perché la gente entri, in qualunque condizione di vita essa si trovi, sia perché il Vangelo possa varcare le soglie del tempio e uscire incontro a tutti. Siamo chiamati a testimoniare una Chiesa che sia casa di tutti. Siamo capaci di comunicare il volto di una Chiesa così? La comunicazione concorre a dare forma alla vocazione missionaria di tutta la Chiesa, e le reti sociali sono oggi uno dei luoghi in cui vivere questa vocazione a riscoprire la bellezza della fede, la bellezza dell’incontro con Cristo. Anche nel contesto della comunicazione serve una Chiesa che riesca a portare calore, ad accendere il cuore.
La testimonianza cristiana non si fa con il bombardamento di messaggi religiosi, ma con la volontà di donare se stessi agli altri 'attraverso la disponibilità a coinvolgersi pazientemente e con rispetto nelle loro domande e nei loro dubbi, nel cammino di ricerca della verità e del senso dell’esistenza umana' (Benedetto XVI, Messaggio per la XLVII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, 2013). Pensiamo all’episodio dei discepoli di Emmaus. Occorre sapersi inserire nel dialogo con gli uomini e le donne di oggi, per comprenderne le attese, i dubbi, le speranze, e offrire loro il Vangelo, cioè Gesù Cristo, Dio fatto uomo, morto e risorto per liberarci dal peccato e dalla morte. La sfida richiede profondità, attenzione alla vita, sensibilità spirituale. Dialogare significa essere convinti che l’altro abbia qualcosa di buono da dire, fare spazio al suo punto di vista, alle sue proposte. Dialogare non significa rinunciare alle proprie idee e tradizioni, ma alla pretesa che siano uniche ed assolute.
L’icona del buon samaritano, che fascia le ferite dell’uomo percosso versandovi sopra olio e vino, ci sia di guida. La nostra comunicazione sia olio profumato per il dolore e vino buono per l’allegria. La nostra luminosità non provenga da trucchi o effetti speciali, ma dal nostro farci prossimo di chi incontriamo ferito lungo il cammino, con amore, con tenerezza. Non abbiate timore di farvi cittadini dell’ambiente digitale. È importante l’attenzione e la presenza della Chiesa nel mondo della comunicazione, per dialogare con l’uomo d’oggi e portarlo all’incontro con Cristo: una Chiesa che accompagna il cammino sa mettersi in cammino con tutti. In questo contesto la rivoluzione dei mezzi di comunicazione e dell’informazione è una grande e appassionante sfida, che richiede energie fresche e un’immaginazione nuova per trasmettere agli altri la bellezza di Dio". link: www.news.va/it/news/messaggio-del-papa-per-la-xlviii-giornata-mondiale
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Preservazione: Ethnique Fest: Cibo, Musica e Cultura
Jorhat, India – gennaio 2014 – Nei giorni 4 e 5 gennaio l’Istituto per la Cultura e lo Sviluppo Rurale (I-CARD, in inglese), guidato dal salesiano don Thomas Kalapurackal, ha organizzato l’evento denominato “Ethnique Fest: cibo, musica e cultura”, per far conoscere la ricchezza delle tradizioni Mising. Negli ultimi 12 anni I-CARD ha formato 225 giovani come ambasciatori della cultura Mising e agenti del cambiamento sociale. link: www.infoans.org/6.asp?sez=6&doc=10176&Lingua=1
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