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In dialogo con il Signore (parte 3)

In dialogo con il Signore

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Parte terza

MALATTIA E RITORNO ALLA CASA DEL PADRE

1. CELEBRAZIONI COMUNITARIE PER UN FRATELLO ANZIANO O MALATO

1.1. SOLIDALI CON LA MALATTIA
E LA SOFFERENZA

La nostra solidarietà affonda la sua radice in Cristo, che nella sua vita terrena ha preso parte alla sofferenza degli infermi e per loro ha compiuto prodigi. La nostra partecipazione al dolore altrui è testimonianza di vita di famiglia, che chiama tutti i membri a condividere gioie e sofferenze e a valorizzarle nell'accettazione fiduciosa della divina volontà.

1.2. PROPOSTA CELEBRATIVA

Presentiamo celebrazioni della Parola, riti benedizionali, il rito della comunione ai malati, dell'unzione degli infermi e del viatico, la preghiera di raccomandazione dell'anima. Ricordiamo inoltre, tra le Messe per circostanze particolari proposte dal Negale Romano, quella per gli infermi. Questi momenti celebrativi aiutano a portare con coraggio il peso dell'anzianita e della sofferenza.

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SCHEMA di CELEBRAZIONI DELLA PAROLA

È quello usuale: canto di inizio con eventuale momento penitenziale, ascolto della Parola, riflessione personale guidata o su testi, preghiera di intercessione e congedo. Tale schema può rientrare anche in una adorazione eucaristica.

CANTO DI INIZIO

SALUTO DEL CELEBRANTE

CT Nel nome del Padre...

C In questo nostro incontro di preghiera

ricordiamo al Signore il nostro fratello...

che Dio ha visitato con la sua croce,

affinché come ora partecipa dei patimenti di Cristo,

partecipi pure delle sue consolazioni.

C «Signore, ecco, colui che tu ami è ammalato» (cf Gv 11,3).

T Proteggi il tuo servo che confida in te.

C Come abbondano in lui le sofferenze di Cristo,

così per mezzo di Cristo

abbondi pure la sua consolazione

(cf 2 Cor 1,5).

T Perché il momentaneo e leggero peso

delle tribolazioni presenti

produca una sublime magnificenza di gloria,

superiore ad ogni conforto (cf 2 Cor 4,17).

C Donagli la grazia di essere lieto

nelle sofferenze in cui si trova.

T E di completare nella sua carne

ciò che manca alla passione di Cristo,

a favore del suo corpo che è la Chiesa (cf Col 1,24).

C Preghiamo.

Guarda con bontà, o Signore, il nostro fratello

afflitto nel corpo dalla malattia,

e donagli forza e consolazione

affinché, purificato dalla prova

e ristabilito nella salute,

possa nuovamente lodarti

e servirti con noi nella tua Chiesa.

Per Cristo, nostro Signore.

T Amen.

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Oppure

C Signore, che ci ha chiamati all'unità in un corpo solo,

vi doni la pienezza della carità

nella preghiera scambievole e nel servizio fraterno.

T Benedetto nei secoli il Signore!

C Preghiamo.

O Signore, che isiti questa famiglia

nella sofferenza del nostro fratello N.:

accogli la preghiera

che ti innalziamo per la sua guarigione

e concedi che nel nostro servizio e nel nostro amore

egli ovi sollievo e conforto.

Per Cristo nostro Signore.

T Amen.

1.   Vicini ai fratelli nel dolore PRIMA LETTURA (1 Cor 12,12-13.24b-27)

La solidarietà affonda le sue radici in Cristo. Incorporati a lui nel Battesimo, uniti da una stessa chiamata, siamo responsabili gli uni degli altri, soprattutto di chi è debole, di chi soffre.

SAL 14: Guarda, Signore, le mie sofferenze.

Rit. Signore, ascolta la mia preghiera e il mio grido giunga a te.

SECONDA LETTURA (Mt 8,1-17)

Cristo è vicino a chi è nel dolore. I miracoli sono i segni della sua solidarietà col nostro dolore. Sono l'amore che diventa per noi liberazione.

2.   La sofferenza come via alla salvezza in unione con Gesù «Servo sofferente»

PRIMA LETTURA (IS 52,12-53,12) 436

Il piano di Dio è misterioso. Ha scelto la croce per rivelare e comunicare il suo amore. La morte come strada alla vita. La sofferenza dell'innocente per salvare i peccatori. Quando il dolore bussa alla porta della nostra vita è il momento di unirci più profondamente a Cristo crocifisso per essere con lui salvatori. Gli evangelisti hanno visto nel servo sofferente di Isaia il volto di Cristo.

SAL 39,1-6: Il Signore salva il suo servo.

Rit. Spero nel Signore, poiché si è chinato sul mio dolore. SECONDA LETTURA

Molte volte è duro accettare il disegno di Dio sulla nostra vita, specialmente quando è diverso dai nostri progetti. L'insuccesso, la sofferenza ci fanno paura. In questi momenti solo la preghiera perseverante ci aiuta ad aderire con amore al piano di salvezza del Padre.

Gesù nel Getsemani è il modello di ogni cristiano.

3.      La salute «consumata» nel lavoro apostolico è il «Sacrificio» salesiano

PRIMA LETTURA (2 Cor 4,5-18)

La salute è un dono di Dio. Per questo noi la curiamo. Non è però un valore assoluto. Tutte le nostre energie, anche quelle fisiche, le impegniamo nel lavoro apostolico. Sull'esempio di Don Bosco, molti salesiani «si consumano» perché i giovani abbiano la vita.

Il lavoro per il Regno è il nostro olocausto. Molte sofferenze hanno questa origine apostolica. È vero quello che diceva Don Bosco: «Quando avviene che un Salesiano muore lavorando per le anime, la Congregazione ha riportato un grande trionfo». Le parole di san Paolo sono luce per la nostra vita e consolazione nella sofferenza.

SAL 115: Ho creduto anche quando dicevo: Sono troppo infelice.

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Rit. Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore.

In luogo della seconda lettura si può leggere un brano patristico o salesiano.

4.      Essere per sempre con il Signore o continuare il lavoro per il regno di Dio!

PRIMA LETTURA (Fil 1,19-26)

Il Salesiano, come Paolo, è diviso tra due desideri: quello di continuare a lavorare per il regno di Dio, e quello di dare compimento alla propria vita nell'incontro definitivo col Signore. La vita non è più sua: l'ha donata al Signore e ai giovani. Per questo, quando per la malattia o per altro motivo non può più lavorare nella vigna del Signore, egli resta pienamente aperto alla volontà di Dio.

SAL 41: Come la cerva anela.

Rit. L'anima mia ha sete del Dio vivente.

In luogo della seconda lettura si può leggere un brano patristico o salesiano.

5.      Un pezzo di paradiso aggiusta tutto PRIMA LETTURA (Ap 21,1-7)

Don Bosco ci ha educati a guardare sempre avanti. Specialmente nei momenti duri della vita, la visione della Gerusalemme celeste è consolazione e gioia. Una gioia che vogliamo condivisa da tanti. Per questo accettiamo di soffrire con Cristo. Il Salesiano non vuole andare da solo in Paradiso.

SAL 121: Andremo alla casa del Signore.

Rit. La pace per chi sempre ha confidato in te.

In luogo della seconda lettura si può leggere un brano patristico o salesiano.

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Numerose indicazioni scritturistiche si possono trovare nel rituale: Sacramento dell'Unzione e cura pastorale degli infermi, nn. 297-361. È riportata anche la Passione del Signore secondo i testi dei quattro evangelisti. Può costituire una meditazione nella sua lettura completa, o in qualche stralcio adatto alle circostanze.

RIFLESSIONE

Per un momento di riflessione guidata o spontanea. Suggeriamo di cercare qualche brano di Don Bosco di cui diamo un esempio.

1. Al punto di morte sarai contento del bene fatto

«2 giugno. — Da più mesi, Don Bosco è infermo negli occhi e non ha speranza di vicina guarigione. Egli ha detto che non prega per ottenerla; i giovani al contrario pregano, pia pon scorgono nessun indizio di miglioramento.

Il 7 giugno, martedì, disse a parecchi e poi fece dire da chi parlava in suo luogo alla sera dalla cattedra, di voler metter Besucco alla prova in questo inodo: — Se io guarisco entro tre giorni sarà segno certo che Besucco appena morto andò subito in paradiso; se non guarisco avrò questo argomento di meno per la mia persuasione —. A molti parve un po' temeraria questa prova, copie se fosse un tentare il Signore; ed essendo breve il tempo, tutti stavano in ansiosa aipettazione. Aveva ancor fatta questa promessa, o meglio dato questo segnale: — Se venerdì sera andrò io a parlare ai giovani, vorrà dire che la grazia fu ottenuta; se no, sari indizio ghe le cose non sono mutate.

Il giorno 8 mercoledì i suoi occhi andavano peggio, il 9 andavano male, il 10 a mezzogiorno meglio. Era venerdì. Il dopo pranzo alle ore 2 poté occuparsi e continuò tutta la sera a leggere e a scrivere senza occhiali. Dopo cena andò a parlare ai giovani, e appena lo videro fu una commozione universale. — È guarito, è guarito! — si udiva ripetere da ogni parte. Sali sul pulpito e-tutti batterono le mani in segno di allegrezza. Egli quindi annunciò la grazia ottenuta ed in prova fissò per qùalche istante la figmnia del becco a gaz, il che da molto tempo non aveva più potuto fare. Gli era solo rimasto un po' di infiammazione esterna. La notte però non poté pigliare riposo e il domani sabato, primo giorno della novena della Consolata, i suoi occhi erano di nuovo alquanto aggravati; ma alla domenica 12 giugno si videro di nuovo limpidi.

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In questa domenica Don Bosco concludeva la sua predica in questo modo: — Io voglio che stamattina pigliate questo riflesso che mi faccio. Osservate! Io ho già veduto tanti a morire, ho già letto la morte di tanti, ma non ho mai veduto alcuno che al punto della morte si lamentasse di aver fatto troppo bene. Per lo contrario non ho mai udito che uno sia stato contento in punto di morte del male che aveva commesso. La ragione di ciò è assai chiara. Pensate, o miei cari figliuoli; il male appaga per quel momento breve in cui si commette, ma poi non lascia più altro che il rimorso. Il bene invece appaga il cuore mentre si fa e poi lascia una contentezza che dura tutta la vita. Al punto poi della morte quale dei due ci farà più piacere? Al ricordo desolante di aver praticato il male, sovraggiungerà il timore o almeno il dubbio del castigo tremendo di Dio. Il bene invece ci porterà in quel punto la certa speranza del premio» (MB 7,672-674).

In alternativa proponiamo alcuni brani patristici e di maestri di vita spirituale.

2. La pazienza unita alle altre virtù

Bisogna tollerare con pazienza non solo di essere ammalati, ma anche di esserlo della malattia che Dio vuole, dove egli vuole, tra le persone che vuole e con i disagi che vuole: e così per tutte le altre sofferenze. Quando sopraggiungerà il male, adopera pure tutti i rimedi che saranno possibili e conformi al volere di Dio, perché fare diversamente sarebbe tentare la sua divina Maestà. Ma poi, fatto questo, attendi con piena rassegnazione quell'effetto che Dio vorrà. Se a lui piacerà che i rimedi vincano il male, lo ringrazierai umilmente; se invece gli piacerà che il male prevalga sui rimedi, benedicilo con pazienza.

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Io sono del parere di san Gregorio: quando verrai accusata giustamente per una colpa da te commessa, umiliati profondamente e confessa di meritare l'accusa mossa contro di te. Se invece l'accusa è falsa, scusati in bel modo, negando di essere colpevole, perché devi questo riguardo alla verità e all'edificazione del prossimo: se però, dopo la tua vera e legittima scusa, continuano ad accusarti, non turbarti e non cercare di fare accettare la tua scusa, perché — dopo aver reso omaggio alla verità — devi renderlo anche all'umiltà. In questo modo non verrai meno alla sollecitudine che devi avere per tua buona fama, né all'affetto che devi nutrire verso la tranquillità, la dolcezza del cuore e l'umiltà.

Lamentati il meno possibile dei torti ricevuti: perché è certo che, in genere, chi si lamenta cade in qualche peccato, dato che il nostro amor proprio ci fa sempre sentire le ingiurie più grandi di quanto non siano: ma soprattutto non lamentarti con persone facili a sdegnarsi e a pensar male. Se fosse opportuno dolerti con qualcuno — o per rimediare all'offesa o per calmare il tuo spirito — devi procurare che ciò avvenga con anime miti e che amano veramente Dio, perché altrimenti, invece di sollevarti il cuore, lo getterebbero in maggiori inquietudini e invece di cavarti dal piede la spina che ti punge, te la ficcherebbero dentro più di prima...

Il vero paziente non piange il suo male, né desidera essere compianto dagli altri, ma ne parla con un linguaggio schietto, verace e semplice, senza lamenti, senza rammarichi, senza esagerazioni. Se lo compiangono, lo sopporta pazientemente, tranne quando lo compatiscono di un male che non ha; perché allora dichiara modestamente che non ha quel male e se ne sta tranquillo tra la verità e la pazienza, dicendo il male che ha, senza lagnarsene... Quando sarai malata, offri tutti i tuoi dolori, pene e debolezze al Nostro Signore e supplicalo di unirti ai tormenti che egli ha sofferto per te. Obbedisci al medico, prendi le medicine, gli alimenti e gli altri rimedi per amore di Dio, richiamando alla mente il fiele che Gesù ha preso per nostro amore. Desidera di guarire per servirlo; non rifiutare di patire per obbedirgli e sii disposta anche a morire se così gli piace, per lodarlo e godere in lui. (San Francesco di Sales, Filotea. Introduzione alla vita devota, parte III, capo terzo).

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3. Nell'angustia io sono con lui

Nell'angustia io sono con lui, dice Dio. E io, sulla terra, cercherò altro che l'angustia? Quanto a me, mio bene è stare vicinò a Dio; non solo, ma porre la mia speranza nei Signore Dio (Sal 72,28), perché egli dice: Io lo libero, io gli dò gloria (Sai 90,15).

Nell'angustia io sono con lui. Mia delizia è stare tra i figli dell'uomo (Prv 8,31). Emmanuele, Dio con noi... È disceso per essere Vicino a chi ha il cuore colmo di dolore, per essere con noi nell'angustia. Verrà il giorno in cui saremo rapiti sulle nubi incontro al Signore, nell'aria, e così saremo sempre col Signore (1 Ts 4,17), purché adesso ci preoccupiamo di averlo con noi come compagno di strada, che ci restituirà la nostra patria celeste; o piuttosto come via, lui che allora sarà la patria stessa.

È bene per me, Signore, essere nell'angustia, purché tu sia con me; lo preferisco al regnare senza di te, all'essere senza di te nei piaceri, senza te nella gloria. È meglio per me stringermi a te nell'angustia, averti con me nel crogiolo della prova, che essere senza di te sia pure in cielo. Chi altri infatti c'è per me nel cielo? Fuori di te che cosa posso desiderare sulla terra? (Sal 72,25). L'oro è provato nella fornace, e i giusti nella tentazione dell'angustia (cf Sir 27,5). Qui, Signore, qui tu sei con loro; qui tu sei presente in mezzo a quelli che si radunano nel tuo nome...

Perché abbiamo paura, perché esitiamo, perché cerchiamo di sfuggire a questo crogiolo? È vero, il fuoco infuria; ma il Signore è con noi nell'angustia. Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? (Rm 8,31). E se è lui che ci libera, chi ci rapirà dalla sua mano? Chi potrà strapparci dalla sua mano? Infine, se è lui che ci dà gloria, chi potrà gettarci nell'ignominia? Se lui stabilisce nella gloria, chi ci umilierà?...

Lo soddisfo con la lunghezza dei giorni (Sal 90,16). È come se, più chiaramente, dicesse: so quello che desidera, so quello di cui ha sete e quello che gusta di più. No, egli non gusta né argento né oro, né i piaceri, né la curiosità o gli onori mondani. Tutto ciò è per lui una perdita: egli disprezza queste cose e le considera come spazzatura. Si è svuotato di se stesso fino in fondo e non sopporta di essere occupato da qualcosa che non può colmarlo. Sa bene a immagine di chi egli è stato creato, di quale grandezza è capace, e non tollera di accrescersi con cose meschine per poi perdere il bene supremo. Lo soddisfo con la lunghezza dei giorni: sì, ma soddisfo solo chi non può essere appagato che dalla luce vera, chi non sa essere colmato che dalla luce eterna. E quella lunghezza di giorni non avrà termine, quella chiarezza non conoscerà tramonto, quella sazietà non provocherà disgusto.

(San Bernardo, Omelie sul Salmo «Qui habitat», 17,4,6).

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4. La pace nella prova

Tutti coloro che desiderano imitare veramente il Dio Redentore, nostro Signore Gesù Cristo, devono prendere umilmente, senza mormorare, sulle loro spalle la croce delle sofferenze interiori o esteriori, meritate o no, e con questo carico, seguire gioiosamente il loro Signore. È il solo mezzo per arrivare un giorno dove Cristo ci ha preceduto...

Non è raro, certamente, trovare degli uomini che desiderano essere testimoni del Signore nella pace, cioè a condizione che tutto proceda secondo i loro desideri. Sono ben contenti di diventare santi, ma senza fatica, senza fastidi, senza difficoltà, senza che a loro costi qualcosa. Hanno l'ambizione di conoscere Dio, di gustarlo, di sentirlo, ma non vogliono provare amarezza. Così, quando occorre faticare, quando l'amarezza, la desolazione, le tenebre, le forti tentazioni vengono a visitarli, quando non sentono più Dio e si vedono abbandonati interiormente ed esternamente, le loro belle risoluzioni svaniscono. Non sono veri testimoni, i testimoni che il Salvatore desidera.

Non c'è niente di più comune tra gli uomini della ricerca della pace, della volontà di usufruire della pace dappertutto e in ogni azione. Ora, occorre abbandonare interamente il desiderio di una pace di questo tipo. Dobbiamo impegnarci con tutto lo sforzo possibile per avere la pace in ogni momento anche nelle sventure. È proprio dalla prova che deve scaturire la pace vera, duratura e certa. In realtà tutto quello che cerchiamo e amiamo al di fuori di questo non è che lusinga. Se, invece, ci applichiamo con tutte le nostre forze a conservare la gioia nella tristezza, la pace nell'agitazione, la semplicità nella molteplicità, la tranquillità nella sofferenza, saremo veri testimoni di Dio e di nostro Signore Gesù Cristo. Tali erano i suoi discepoli a cui Cristo stesso prima della sua morte e dopo la risurrezione augurava la pace. In realtà non trovarono mai la pace esteriore in questa vita: ciò che ebbero, fu la pace essenziale, la vera pace in mezzo all'agitazione, la felicità nel dolore, la vita nella morte. Abbondavano di gioia quando venivano odiati, processati, condannati a morte: ecco i veri testimoni di Dio.

(Giovanni Taulero, Quarto discorso per l'Ascensione).

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INTERCESSIONE E PREGHIERA DEL SIGNORE

G     O Dio, Padre buono,

ascolta la voce di questa tua famiglia:

T radunata in preghiera

per un fratello che soffre,

cresca nell'amore e nel servizio vicendevole.

G     Abbi misericordia del nostro fratello sofferente:

T assistilo con la tua bontà in questo tempo, consola il suo dolore,

donagli forza e pace nel compiere la tua volontà,

concedi a noi tutti la gioia della sua guarigione.

G     Ricordati di tutti coloro che soffrono:

T dona agli uomini di essere solidali con loro,

di assisterli con amore perché il loro dolore non divenga disperazione, ma in Cristo si apra alla speranza.

G     Con Cristo, insieme al nostro fratello ammalato rivolgiamoci con fiducia a Dio, nostro Padre, e diciamo insieme:

T Padre nostro...

G     Preghiamo.

O Signore,

che ci hai salvati nella Croce di Cristo,

ti offriamo ogni sofferenza

per la crescita del Corpo di Gesù che è la Chiesa.

Per Cristo nostro Signore.

T Amen.

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Oppure

G     Preghiamo.

m Signore,

Dio dell'amore e della gioia, donaci una speranza viva, sorgente di serenità e di pace anche nella sofferenza.

Per Cristo nostro Signore

T Amen.

Oppure

G     Preghiamo.

m Dio, Padre del Signore Gesù Cristo, dilata la nostra anima alla fede, apri il nostro cuore a un amore senza limiti perché possa seguirlo sulla via della Croce per giungere con lui alla risurrezione.

T Amen.

Oppure

G     Preghiamo.

Dio, nostro Padre,

noi ripetiamo le parole di Gesù:

se è possibile, allontana da me questo calice;

però non la mia, ma la tua volontà sia fatta.

La tua grazia ci aiuti

ad abbracciare con amore la Croce

per la salvezza del mondo.

Per Cristo nostro Signore.

T Amen.

BENEDIZIONE E CONGEDO CANTO FINALE

BENEDIZIONE DEI CONFRATELLI ANZIANI

La comunità, come una famiglia, ha i suoi anziani, carichi di esperienza e di preghiera. In una cultura che tende a emarginare i ritmi della vecchiaia, siamo chiamati ad essere segno di comunione e di rispetto verso coloro che sono ormai giunti nell'ultima fase del pellegrinaggio terreno. Invochiamo su di essi grazia, salute e serenità e maturiamo nella carità premurosa e paziente.

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Il rituale «De benedictionibus» presenta alcuni formulari di benedizione sugli anziani fuori della celebrazione eucaristica e unitamente ad essa. Suggeriamo di inserire questo rito nella Messa della comunità, in qualche particolare circostanza di ritiro o di incontro. Terminata l'omelia, si fa la preghiera comune, quindi il celebrante, stendendo le mani su tutti gli anziani, aggiunge la preghiera di benedizione. Una speciale benedizione finale completa il rito.

PREGHIERA DI INTERCESSIONE

C Il tempo della vecchiaia è dono di Dio e lo si deve accogliere con animo grato. Questi nostri confratelli già avanzati in età possono trasmettere a noi le ricchezze della loro esperienza di vita salesiana e l'impegno spirituale. Uniti a loro, rendiamo grazie a Dio e imploriamo per essi il divino aiuto, perché si ravvivi la loro speranza si rinsaldi in essi fiducia e serenità.

T Sii nostro aiuto, Signore, e nostro conforto.

G  O Dio, che a Simeone e Anna, assidui nel tempio in fiduciosa attesa della redenzione di Israele, hai misericordiosamente rivelato il tuo Figlio,

T concedi che questi tuoi servi fedeli,

consacrati nel Battesimo e nella vita religiosa, vedano nella fede la tua salvezza

gustino nella gioia

la consolazione del tuo Santo Spirito.

G  Tu che per mezzo del Figlio tuo inviato nel mondo

hai promesso a quanti soffrono pene e fatiche

il sollievo e la pace,

T aiuta questi nostri confratelli

a portare ogni giorno con pazienza la loro croce.

G  Tu che sei giustizia infinita

e premio a coloro che hanno lavorato con vera sapienza,

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T accogli il cesto di opere buone di questi tuoi figli, e fa' che non manchi loro affetto e comprensione.

G Tu che a nessuno neghi la dolcezza del tuo amore

e con chi è più debole e bisognoso

ti dimostri più tenero Padre,

T fa' che nell'umana convivenza

si riconosca la dignità degli anziani

e si dimostri loro venerazione e rispetto.

PREGHIERA DI BENEDIZIONE

C Signore,

che a questi tuoi fedeli,

elevati dalla grazia battesimale

a seguire il Cristo povero, casto e obbediente,

hai concesso di porre in te la speranza che non delude,

e hai fatto loro sperimentare e gustare

la tenerezza del tuo amore di Padre,

ascolta la nostra preghiera.

Ti benediciamo per i doni ad essi elargiti,

e per averli fatti strumento

della tua provvidenza tra i giovani

in un così lungo scorrere di anni.

Ti chiediamo che lietamente ringiovaniti nello spirito,

godano vigorosa salute

e dimostrino a tutti noi

una serena esemplarità di vita.

Per Cristo nostro Signore.

T Amen.

Oppure

C Dio onnipotente ed eterno,

ti rendiamo grazie e ti benediciamo

perché hai dato a questi tuoi fedeli

lunghi giorni di vita,

perseveranza nella vocazione

e costanza nel fecondare con il loro lavoro

la tua messe.

Concedi loro, Signore,

che confortati dalla nostra benevolenza, si facciano animo se la salute è buona, e non si abbattano se è malferma. Sostenuti dalla tua benedizione, facciamo della loro età matura un inno di lode al tuo santo nome.

447

T Amen.

BENEDIZIONE FINALE

Dc Inchinatevi per la benedizione.

C Il Signore Gesù Cristo rimanga accanto a voi per proteggervi.

T Amen.

C Sia dinanzi a voi per guidarvi, sia dietro a voi per difendervi.

T Amen.

C Rivolga a voi il suo sguardo, vi assista e vi benedica. T Amen.

C E su di voi qui presenti

scenda la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.

T Amen.

BENEDIZIONE DEGLI INFERMI

È consuetudine antichissima, risalente alla storia di Cristo e degli Apostoli, benedire gli infermi. Ogni comunità pertanto, oltre alle sollecite cure materiali, dovrà preoccuparsi del conforto spirituale dei suoi malati, per risolvere in Cristo tutte le circostanze della vita.

Il Rituale dell'Unzione e cura pastorale degli infermi e il «De Benedictionibus» prevedono le occasioni per impartire la benedizione agli infermi e ne indicano i formulari. Il formulario prevede un saluto del celebrante, un momento di ascolto della Parola, una preghiera, l'orazione di benedizione e il congedo. È bene che tale rito sia presieduto dal Direttore, con i confratelli in solidale partecipazione alle sofferenze altrui.

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SALUTO

C Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

T Amen.

C La pace del Signore sia sempre con voi.

T E con il tuo spirito.

Quindi il ministro prepara gli infermi e i presenti a ricevere la benedizione con queste parole o con altre simili:

C Il Signore Gesù, che passò beneficando e risanando malattie e infermità di ogni specie, raccomandò ai suoi discepoli di aver cura degli infermi, d'imporre su di loro le mani e di benedirli nel suo nome. In questa celebrazione raccomanderemo a Dio i nostri fratelli infermi, perché possano sopportare con pazienza tutti i dolori del corpo e dello spirito, consapevoli che, come sono partecipi delle sofferenze di Cristo, così lo saranno anche della consolazione.

Don Bosco che si preoccupò, anche con prodigi, della salute dei suoi giovani e dei Salesiani, orientandola a vantaggio dello spirito, sia di intercessione e di sollievo.

ASCOLTO DELLA PAROLA

Si scelgano le letture indicate nel Rituale dell 'Unzione e cura pastorale degli infermi e nel Lezionario delle Messe per gli infermi.

1.     Dio di ogni consolazione (2 Cor 1,3-7).

2.     Venite a me, e io vi ristorerò (Mt 11,28-30).

3.     Ponevano gli infermi accanto a lui (Mc 6,53-56).

Secondo l'opportunità, si può recitare o cantare un salmo responsoriale o un altro canto adatto.

Is 38,10.11.16

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Rit. Hai risparmiato, Signore, la mia vita.

Io dicevo: «A metà della mia vita me ne vado alle porte degli inferi;

sono privato del resto dei miei anni». Rit.

Dicevo: «Non vedrò più il Signore sulla terra dei viventi, non vedrò più riessuno

fra gli abitanti di questo rhondo». Rit.

Signore, in te spera il mio Cuore; si ravvivi il mio spirito.

Guariscimi e rendimi la vita. Rit.

Sal 101,2-3.25

Rit. Ascolta, Sighore, la mia preghiera.

Signore, ascolta la mia preghiera, a tè giunga il mio grido;

non nascondermi il tuo volto. Rit.

Nel giorno della mia angoscia piega verso di me l'orecchio;

quando t'invoco, presto, rispondimi. Rit.

Io dico: «Mio Dio,

non rapirmi a metà dei miei giorni; i tuoi anni durano per ogni generazione». Rit.

PREGHIERA COMUNE

Segue la preghiera comune. Fra le intercessioni qui sotto proposte, il ministro sceglierà quelle più adatte, o ne aggiungerà altre riferite a particolari situazioni o alla condizione degli infermi.

C Come comunità riunita dall'amore di Dio eleviamo fiduciosi la nostra preghiera a Cristo, nostro salvatore, perché conforti con la sua grazia i nostri fratelli infermi.

G     Diciamo insieme:

T Benedici, Signore, i nostri fratelli infermi.

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G     — Tu che sei venuto medico della carne e dello spirito per risanare le nostre infermità.

—  Uomo dei dolori,

che ti sei caricato delle nostre sofferenze e ti sei addossato le nostre pene.

—  Tu che hai voluto sperimentare la debolezza umana per liberarci dal male.

—  Tu che hai avuto partecipe dei tuoi dolori la Madre tua ai piedi della croce e l'hai data a noi come nostra Madre.

—  Tu che vuoi che completiamo nella nostra carne quello che manca ai tuoi patimenti, a favore del tuo Corpo che è la Chiesa.

In luogo della preghiera comune, o anche in aggiunta ad essa, si possono dire le litanie riportate nel Rituale dell'Unzione e cura pastorale degli infermi.

C Signore, che hai preso su di te le nostre sofferenze, e hai portato i nostri dolori,

abbi pietà di noi.

T Signore, pietà. (Oppure) Kyrie, eléison.

C Cristo, che nella tua misericordiosa bontà verso tutti sei passato beneficando e risanando gli infermi, abbi pietà di noi.

T Cristo, pietà. (Oppure) Christe, eléison.

C Signore, che hai detto ai tuoi Apostoli di imporre le mani sugl'infermi, abbi pietà di noi.

T Signore, pietà. (Oppure) Kyrie, eléison.

Oppure

C Per il nostro fratello infermo,

e per tutti coloro che lo curano e lo assistono,

preghiamo insieme dicendo: Ascoltaci, Signore. T Ascoltaci, Signore.

G — Perché tu rivolga a questo infermo il tuo sguardo pietoso, noi ti preghiamo.

—  Perché tu gli doni forza e salute, noi ti preghiamo.

—  Perché tu lenisca le sue sofferenze, noi ti preghiamo.

—  Perché tutti i malati sentano il conforto della tua grazia, noi ti preghiamo.

—  Perché la tua benedizione accompagni quanti assistono gli infermi, noi ti preghiamo.

—  Perché quest'infermo sul quale nel tuo nome imponiamo le mani ottenga vita e salute, noi ti preghiamo.

—  Perché la nostra comunità sia solidale con chi soffre e sensibile nel recare sollievo e conforto, noi ti preghiamo.

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PREGHIERA DI BENEDIZIONE

Il ministro, se sacerdote o diacono, secondo l'opportunità, impone le mani su tutti gli infermi insieme o su ciascuno di loro, e pronuncia la preghiera di benedizione.

C Signore, nostro Dio,

che hai mandato nel mondo il tuo Figlio perché si caricasse delle nostre sofferenze

portasse lui stesso i nostri dolori,

accogli la supplica che ti rivolgiamo

per questi tuoi fedeli infermi:

fa' che rinvigoriti nella sopportazione del male

rianimati nella loro speranza,

superino, con la tua benedizione, la loro infermità

con il tuo aiuto si rimettano in piena salute. Per Cristo nostro Signore.

T Amen.

Oppure, senza l'imposizione delle mani

C A te, Signore Gesù,

che sei passato beneficando e risanando tutti,

eleviamo la nostra supplica:

benedici questi tuoi fedeli

che fedelmente ti hanno seguito

nella via dei consigli evangelici,

dona loro robustezza di corpo e saldezza di spirito,

forza di sopportazione e ripresa piena in salute,

perché reinseriti nella comunità dei fratelli,

in letizia benedicano il tuo nome.

Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

T Amen.

Oppure, per un solo infermo

C Signore, Padre santo,

Dio onnipotente ed eterno,

che con la tua benedizione

rinvigorisci e rinsaldi

la fragilità della nostra condizione umana,

volgiti benigno a questo tuo servo

che liberamente ha scelto

di seguire il Figlio tuo unigenito, perché stroncata l'infermità

riacquistata in pieno la salute, benedica riconoscente il tuo santo nome

continui il suo lavoro a vantaggio dei giovani. Per Cristo nostro Signore. T Amen.

452

Dopo l'orazione di benedizione, il ministro invita tutti i presenti a invocare la protezione della beata Vergine Maria; lo si può fare opportunamente con la recita o col canto di un'antifona mariana, per es. «Sub tuum praesidium» o «Salve Regina».

CONCLUSIONE

C Dio Padre vi conceda la sua benedizione.

T Amen.

C Cristo, Figlio di Dio, vi doni la salute del corpo e dell'anima.

T Amen.

C Lo Spirito Santo vi guidi oggi e sempre con la sua luce.

T Amen.

C E su voi tutti qui presenti

scenda la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.

T Amen.

PREGHIERA PER GLI INFERMI

G Preghiamo per i nostri ammalati e per noi tutti:

T O Signore, che ai tuoi eletti porgi la tua croce

come tu hai interamente consumato il tuo sacrificio,

così dona a noi la forza

di offrire completamente il nostro.

Fa' che, sorretti dalla tua grazia,

mai rifiutiamo questa croce tanto preziosa e feconda, che non è mai troppo pesante per le nostre spalle, poiché tu ne porti sempre il peso più grave,

con la tua compagnia la rendi più leggera. Ispiraci una generosità assoluta, simile alla tua, nell'accettazione e nell'offerta delle nostre sofferenze;

donaci di comprendere sino a qual punto

questa generosità del sacrificio

può produrre una messe di frutti

per il tuo Regno.

L'intercessione di Maria Ausiliatrice

di Don Bosco

siano di sollievo e conforto

per tutti i malati della Famiglia Salesiana

garanzia di salute spirituale per noi. Amen.

453

RITO DELLA COMUNIONE DEGLI INFERMI

Riportiamo il rito per favorire la partecipazione comunitaria. I testi alternativi sono nel rito del «Sacramento dell'Unzione e cura pastorale degli infermi».

SALUTO DI PACE E BENEDIZIONE

C Il Signore della vita ti ricolmi di grazia

e benedica con la sua pace questa dimora:

nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

T Amen.

ADORAZIONE DEL SACRAMENTO

C O sacro convito,

T in cui Cristo è nostro cibo,

si perpetua il memoriale della sua Pasqua, l'anima nostra è colmata di grazia,

e ci ha dato il pegno della gloria futura.

C Fratelli, riconosciamo i nostri peccati,

per esser degni di partecipare a questo santo rito insieme al nostro fratello infermo.

Esame di coscienza.

454

C O Signore, che hai accolto e guarito gli ammalati che a te accorrevano con fede, abbi pietà di noi.

T Signore, pietà!

C O Cristo, che hai accolto nell'obbedienza al Padre la sofferenza e il dolore per la nostra salvezza, abbi pietà di noi.

T Cristo, pietà!

C O Signore, che risorto da morte sei per tutti gli uomini fonte di vita e di speranza, abbi pietà di noi.

T Signore, pietà!

C Dio onnipotente abbia misericordia di te,

perdoni i tuoi peccati e ti conduca alla vita eterna.

T Amen.

ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO

—  Gv 6,51

—  Gv 6,54-55

—  Gv 6,54-58

—  Gv 14,6

—  Gv 14,23

—  Gv 14,27

—  Gv 15,5

—  1 Cor 11,26

—  1 Gv 4,16

BREVE MEDITAZIONE RITI DI COMUNIONE

C E ora, tutti insieme, rivolgiamo al Padre la preghiera

che Gesù Cristo nostro Signore ci ha insegnato.

T Padre nostro...

C Beati gli invitati alla Cena del Signore.

Ecco l'Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo.

T O Signore,

non sono degno di partecipare alla tua mensa:

ma di' soltanto una parola e io sarò salvato.

C Il Corpo di Cristo.

Amen.

455

Pausa di preghiera personale.

C Signore, Padre Santo,

la comunione al corpo del tuo Figlio protegga e conforti questo nostro fratello, gli rechi sollievo nel corpo e nello spirito e sia per lui segno sicuro di vita eterna. Per Cristo nostro Signore.

T Amen.

C Dio Padre ti conceda la sua benedizione.

T Amen.

C Cristo, Figlio di Dio,

ti doni la salute del corpo e dell'anima.

T Amen.

C Lo Spirito Santo ti guidi oggi e sempre con la sua luce.

T Amen.

C E su voi tutti qui presenti,

scenda la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.

T Amen.

RITO DELL'UNZIONE DEGLI INFERMI

Riportiamo solo le parti essenziali per favorire la partecipazione dei confratelli e anche quale suggerimento di meditazione personale. Come religiosi siamo chiamati a essere vigilanti e prudenti nell'attesa e vivere questo momento con particolare impegno spirituale. È usanza lodevole amministrare l'unzione agli anziani e già infermi durante la concelebrazione comunitaria, celebrata con senso di festa attorno a questi confratelli.

SALUTO DI PACE E ASPERSIONE

C La pace del Signore sia con voi.

T E con il tuo spirito.

C Ravviva in noi, Signore,

nel segno di quest'acqua benedetta,

il ricordo del Battesimo

e la nostra adesione a Cristo Signore, crocifisso e risorto per la nostra salvezza. T Amen.

456

ESORTAZIONE

C Cristo nostro Signore è presente in mezzo a noi riuniti nel suo nome. Rivolgiamoci a lui con fiducia come gli infermi del Vangelo. Egli, che ha tanto sofferto per noi, ci dice per mezzo dell'apostolo Giacomo: «Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati».

Raccomandiamo dunque il nostro fratello infermo alla bontà e alla potenza di Cristo, perché gli dia sollievo e salvezza.

ATTO PENITENZIALE

C Fratelli, riconosciamo i nostri peccati, per esser degni di partecipare a questo santo rito insieme al nostro fratello infermo.

Esame di coscienza.

T Confesso a Dio onnipotente... Oppure

C Signore, che hai preso su di te le nostre sofferenze, e hai portato i nostri dolori, abbi pietà di noi.

T Signore, pietà!

C Cristo, che nella tua bontà verso di tutti sei passato beneficando e risanando gli infermi, abbi pietà di noi.

T Cristo, pietà!

C Signore, che hai detto ai tuoi Apostoli di imporre le mani sugli infermi, abbi pietà di noi. T Signore, pietà!

457

C Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna.

T Amen.

ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO (cf Rituale nn. 297-351) PREGHIERA LITANICA E IMPOSIZIONE DELLE MANI

C Fratelli, rivolgiamo al Signore la preghiera della fede per il nostro fratello N., e diciamo insieme:

CT Ascolta, o Signore, la nostra preghiera.

C Perché il Signore venga a visitare questo nostro confratello infermo e a confortarlo con la santa Unzione, preghiamo.

T Ascolta, o Signore, la nostra preghiera.

C Perché nella sua potenza lo liberi da ogni male, preghiamo.

T Ascolta, o Signore, la nostra preghiera.

C Perché nella sua bontà rechi sollievo alle sofferenze di tutti gli infermi, specie i più soli, preghiamo.

T Ascolta, o Signore, la nostra preghiera.

C Perché nella sua misericordia liberi quest'infermo da ogni peccato, preghiamo.

T Ascolta, o Signore, la nostra preghiera.

C Perché quest'infermo consacrato da Cristo nella professione religiosa (sacerdozio) mediante la sacra Unzione con l'imposizione delle mani ottenga vita e salvezza, preghiamo.

T Ascolta, o Signore, la nostra preghiera.

A questo punto il sacerdote stende le mani sul capo dell'infermo, in un momento di silenziosa preghiera. Se vi sono più sacerdoti, ognuno di essi può imporre le mani sul capo dell'infermo.

RENDIMENTO DI GRAZIE SULL'OLIO E SACRA UNZIONE

C Benedetto sei tu, o Dio, Padre onnipotente,

che per noi e per la nostra salvezza

hai mandato nel mondo il tuo Figlio. T Gloria a te, Signore!

458

C Benedetto sei tu, o Dio, Figlio Unigenito, che ti sei fatto uomo

per guarire le nostre infermità.

T Gloria a te, Signore!

C Benedetto sei tu, o Dio, Spirito Santo Paraclito, che con la tua forza inesauribile

sostieni la nostra debolezza.

T Gloria a te, Signore!

C Signore, il nostro fratello N. che riceve nella fede

l'unzione di questo santo Olio, vi trovi sollievo nei suoi dolori e conforto nelle sue sofferenze. Per Cristo nostro Signore.

T Amen.

Il sacerdote prende l'Olio santo e unge l'infermo sulla fronte e sulle mani, dicendo una sola volta:

C Per questa santa Unzione

e la sua piissima misericordia

ti aiuti il Signore

con la grazia dello Spirito Santo.

T Amen.

C Liberandoti dai peccati, ti salvi e nella sua bontà ti sollevi.

T Amen.

C Preghiamo.

O Gesù, nostro Redentore,

con la grazia dello Spirito Santo,

conforta questo nostro fratello,

che ha scelto di seguirti nel nome di Don Bosco.

Guarisci le sue infermità,

perdona i suoi peccati,

allontana da lui le sofferenze dell'anima e del corpo,

e fa' che ritorni al consueto lavoro

in piena serenità e salute.

Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

T Amen.

459

RITI DI CONCLUSIONE

C E ora come comunità raccolta dall'amore di Dio rivolgiamoci al Padre

con la preghiera che Gesù ci ha insegnato.

T Padre nostro...

Se l'infermo fa la comunione, s'inserisce a questo punto, dopo la preghiera del Signore, il rituale della comunione degli infermi: cf p. 455.

C Dio Padre ti conceda la sua benedizione.

T Amen.

C Cristo, Figlio di Dio,

ti doni la salute del corpo e dell'anima.

T Amen.

C Lo Spirito Santo ti guidi oggi e sempre con la sua luce.

T Amen.

C E su voi tutti qui presenti,

scenda la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.

T Amen.

RITO DEL SANTO VIATICO

Riportiamo le parti essenziali al fine di favorire la partecipazione comunitaria e la meditazione personale.

SALUTO DEL CELEBRANTE

C La pace del Signore sia con voi.

T E con il tuo spirito.

C O sacro convito,

T in cui Cristo è nostro cibo,

si perpetua il memoriale della sua Pasqua,

l'anima nostra è colmata di grazia,

e ci ha dato il pegno della gloria futura.

460

ESORTAZIONE

C Fratelli carissimi, il Signore Gesù Cristo, prima di passare da questo mondo al Padre, ci ha lasciato il sacramento del suo Corpo e del suo Sangue. Nell'ora del nostro passaggio da questa vita a lui noi riceviamo questo sacramento come viatico per la vita eterna e pegno di risurrezione.

Uniti nell'amore di Cristo al nostro fratello, preghiamo per lui.

ATTO PENITENZIALE

C Fratelli, riconosciamo i nostri peccati per essere degni di partecipare a questo santo rito. T Confesso a Dio onnipotente...

Oppure

C Signore, che nel tuo mistero pasquale

ci hai meritato la salvezza, abbi pietà di noi.

T Signore, pietà!

C Cristo, che nelle nostre sofferenze

rinnovi sempre le meraviglie della tua Passione, abbi pietà di noi.

T Cristo, pietà!

C Signore, che con la comunione al tuo Corpo ci rendi partecipi del tuo sacrificio redentore, abbi pietà di noi.

T Signore, pietà!

C Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati,

e ci conduca alla vita eterna.

T Amen.

INDULGENZA PLENARIA

Il sacramento della Penitenza o l'atto penitenziale si può concludere con l'indulgenza plenaria in «articulo mortis». Il sacerdote la concede con questa formula:

461

C In virtù della facoltà datami dalla Sede Apostolica, io ti concedo l'indulgenza plenaria e la remissione di tutti i peccati,

nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

T Amen.

LETTURA DELLA PAROLA DI DIO

Il pane di vita eterna (Gv 6,54-58). (o altro testo adatto).

PROFESSIONE DI FEDE

C Credi in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra?

T Credo.

C Credi in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore,

che nacque da Maria Vergine, morì e fu sepolto,

è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre?

T Credo.

C Credi nello Spirito Santo,

la santa Chiesa cattolica,

la comunione dei santi,

la remissione dei peccati,

la risurrezione della carne e la vita eterna?

T Credo.

PREGHIERA LITANICA

C Fratelli carissimi, uniti in un sol cuore,

invochiamo il Signore Gesù Cristo

per il nostro fratello N.

che liberamente ha scelto la via

dei consigli evangelici per seguirlo più da vicino.

Preghiamo dicendo insieme:

CT Assistilo, o Signore.

C Signore Gesù, che ci hai amati sino alla fine

e ti sei consegnato alla morte per ridarci la vita, noi ti preghiamo.

T Assistilo, o Signore.

462

C Signore Gesù,

che ci hai detto: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna», noi ti preghiamo.

T Assistilo, o Signore.

C Signore Gesù,

che ci inviti al banchetto del cielo

dove non ci sarà più né dolore né pianto,

né tristezza né separazione,

noi ti preghiamo.

T Assistilo, o Signore.

Si possono aggiungere altre invocazioni.

VIATICO

C E ora, tutti insieme, rivolgiamo al Padre la preghiera che Gesù Cristo nostro Signore ci ha insegnato.

T Padre nostro...

C Beati gli invitati alla Cena del Signore.

Ecco l'Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo.

T O Signore,

non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di' soltanto una parola e io sarò salvato.

Terminata la distribuzione della comunione, il sacerdote dice l'orazione conclusiva.

C Preghiamo.

Guarda, o Padre, a questo nostro fratello che hai consacrato nella professione religiosa (e nel sacerdozio)

e si affida alla tua promessa

nella fede in Cristo, via verità e vita: fa' che, fortificato dal Corpo del tuo Figlio, venga incontro a te nella pace del tuo regno. Per Cristo nostro Signore.

T Amen.

RITI DI CONCLUSIONE

C 11 Signore Gesù Cristo sia accanto a te per proteggerti.

T Amen.

463

C Sia dinanzi a te per guidarti, sia dietro di te per difenderti.

T Amen.

C Rivolga a te il suo sguardo, ti assista e ti benedica.

T Amen.

C E su voi tutti qui presenti,

scenda la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.

T Amen.

RITO DELLA RACCOMANDAZIONE DEI MORIBONDI

È opportuno, quale testimonianza della nostra dignità di cristiani e religiosi, ravvivare la fede e la speranza nel momento della dipartita di un confratello. Utilizzando lo schema del rituale, diamo alcune indicazioni.

FORMULE BREVI, PAROLE DI GESÙ, GIACULATORIE

—  Chi ci separerà dall'amore di Cristo? (Rm 8,35).

—  Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore (Rm 14,8).

—  Riceviamo una dimora eterna nei cieli (2 Cor 5,1).

—  Saremo sempre con il Signore (1 Ts 4,17).

—  Vedremo Dio così come egli è (1 Gv 3,2).

—  Siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli (1 Gv 3,14).

—  A te, Signore, innalzo l'anima mia (Sal 24,1).

—  Il Signore è la mia luce e la mia salvezza (Sal 26,1).

—  Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi (Sal 26,13).

—  L'anima mia ha sete del Dio vivente (Sal 41,3).

—  Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me (Sal 22,4).

—  «Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi» (Mt 25,34).

—  «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso» (Lc 23,43).

—  «Nella casa del Padre mio vi sono molti posti» (Gv 14,2).

—  «Io vado a prepararvi un posto, e vi prenderò con me» (Gv 14,2-3).

—  «Voglio che siano con me dove sono io» (Gv 17,24).

—  «Chiunque crede nel Figlio ha la vita eterna» (Gv 6,40).

—  Mi affido alle tue mani, Signore (Sal 30,6a).

—  Signore Gesù, accogli il mio spirito (At 7,59).

—  Santa Maria, prega per me.

—  San Giuseppe, prega per me.

—  Gesù, Giuseppe, Maria assistetemi nell'ultima agonia.

—  464

ASCOLTO DELLA PAROLA

a) Antico Testamento

Si può fare una scelta tra le letture bibliche seguenti:

—    Is 35,3-4.6c-7.10

—    Gb 19,1.23-27

S(11 22

Rit. Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome. R:t.

Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me.

Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza. Rii.

Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici; cospargi di olio il mio capo.

Il mio calice trabocca. Rit.

Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, e abiterò nella casa del Signore

per lunghissimi anni. Rit.

465

Sal 24

Rit. A te; Signore, innalzo l'anima yriia.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri.

Guidami nella tua verità e istruiscimi,

perché sei tu il Dio della mia salvezza. Rit.

Ricordati, Signore, del tuo amore,

della tua fedeltà che è da sempre.

Nori ricordare i peccati della mia giovinezza:

ricordati di me nella tua misericordia,

per la tua bontà, Signore. Rit.

Buono e retto è il Signore, la via giusta addita ai peccatori; guida gli umili secondo la giustizia, insegai poveri le sue vie. Rit.

Tutti i sentieri del Signore sono verità e grazia per chi osserva il suo patto e i suoi precetti. Per il tuo nome, Signore,

perdona il mio peccato anche se grande. Rit.

Sal 90

Rit. Proteggimi, Signore: è in te la mia speranza.

Tu che abiti al riparo dell'Altissimo e dimori all'ombra dell'Onnipotente, di' al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza, mio Dio, in cui confido». Rit.

Egli ti libererà dal laccio del cacciatore, dàlla peste che distrugge.

Ti coprirà con le sue penne

sotto le sue ali troverai rifugio. Rit.

Lo salyerò, perché a me si è affidato;

lo esalterò, perché ha conosciuto p mio nome.

Mi invocherà e gli darò risposta;

presso di lui sarò niella sventura,

lo salverò e lo renderò glorioso. Rit.

466

Sal 113

Rit. Il Dio vivo è con noi.

Quando Israele uscì dall'Egitto,

la casa di Giacobbe da un popolo barbaro,

Giuda divenne il suo santuario, Israele il suo dominio. Rit.

Il mare vide e si ritrasse,

il Giordano si volse indietro,

i monti saltellarono come arieti,

le colline come agnelli di un gregge. Rit.

Che hai tu, mare, per fuggire,

e tu, Giordano, perché torni indietro?

Perché voi monti saltellate come arieti

e voi colline come agnelli di un gregge? Rit.

Trema, o terra, davanti al Signore, davanti al Dio di Giacobbe, che muta la rupe in un lago, la roccia in sorgenti d'acqua. Rit.

Sal 114

Rit. Ti esalto, o Signore, perché mi hai salvato.

Amo il Signore perché ascolta

il grido della mia preghiera.

Verso di me ha teso l'orecchio

nel giorno in cui lo invocavo. Rit.

Mi stringevano funi di morte, ero preso nei lacci degli inferi. Mi opprimevano tristezza e angoscia e ho invocato il nome del Signore: «Ti prego, Signore, salvami». Rit.

Buono e giusto è il Signore,

il nostro Dio è misericordioso.

Il Signore protegge gli umili:

ero misero ed egli mi ha salvato. Rit.

467

Sal 120

Rit. Il mio aiuto viene dal Signore.

Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l'aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto cielo e terra. Rit.

Non lascerà vacillare il tuo piede,

non si addormenterà il tuo custode.

Non si addormenterà,

non prenderà sonno il custode d'Israele. Rit.

Il Signore è il tuo custode,

il Signore è come ombra che ti copre,

e sta alla tua destra. Rit.

Sal 122

Rit. Tu sei con noi, Signore, nell'ora della prova.

A te levo i miei occhi, a te che abiti nei cieli.

Ecco, come gli occhi dei servi alla mano dei loro padroni. Rit.

Come gli occhi della schiava alla mano della sua padrona, così i nostri occhi sono rivolti al Signore nostro Dio, finché abbia pietà di noi. Rit.

b) Nuovo Testamento

—  1 Cor 15,1-8

—  I Gv 4,16

—  Ap 21,1-7

—  Mt 25,1-13

—  Mc 15,33-37

—  Mc 16,1-8

—  Lc 22,39-46

—  Lc 23,42-43

—  Lc 24,1-8

—  Gv 6,37-40

—  Gv 14,1-6.23.27

468

LITANIE DEI SANTI

Signore, pietà Signore, pietà

Cristo, pietà Cristo, pietà

Signore, pietà Signore, pietà

Santa Maria, Madre di Dio prega per lui

Voi tutti santi Angeli di Dio pregate per lui

Coro universale dei Giusti pregate per lui

San Giuseppe prega per lui

San Giovanni Battista prega per lui

Santi Pietro e Paolo pregate per lui

Sant'Andrea prega per lui

San Giovanni prega per lui

Voi tutti santi Apostoli ed Evangelisti pregate per lui

Santa Maria Maddalena prega per lui

Voi tutti santi Discepoli del Signore pregate per lui

Santo Stefano prega per lui

San Lorenzo prega per lui

Santa Lucia prega per lui

Santa Maria Goretti prega per lui

Voi tutti santi Martiri pregate per lui

San Silvestro prega per lui

San Gregorio prega per lui

Sant'Agostino prega per lui

San Benedetto prega per lui

San Francesco prega per lui

San Camillo de Lellis prega per lui

San Giovanni di Dio prega per lui

San Vincenzo de' Paoli prega per lui

Santa Caterina da Siena prega per lui

San Giovanni Bosco prega per lui

San ... (santo patrono del confratello) prega per lui

Santi e Sante della Famiglia Salesiana pregate per lui

Voi tutti Santi e Sante di Dio pregate per lui

Sii misericordioso liberalo, Signore

Sii misericordioso liberalo, Signore

Sii misericordioso liberalo, Signore

Da ogni male liberalo, Signore

Da ogni peccato liberalo, Signore

Dalla morte eterna liberalo, Signore

Per la tua incarnazione liberalo, Signore

Per la tua morte e risurrezione liberalo, Signore

Per l'effusione dello Spirito Santo Paràclito liberalo, Signore

Noi peccatori ti preghiamo, ascoltaci
Perché tu perdoni i suoi peccati ti preghiamo, ascoltaci

Gesù, Figlio del Dio vivo ti preghiamo, ascoltaci

Cristo, ascoltaci Cristo, ascoltaci

Cristo, esaudiscici Cristo, esaudiscici

469

ORAZIONI

Quando sembra ormai imminente il momento della morte, uno dei presenti può recitare, secondo le disposizioni spirituali del moribondo, qualcuna delle orazioni seguenti.

Parti, anima cristiana, da questo mondo,

nel nome di Dio Padre onnipotente che ti ha creato,

nel nome di Gesù Cristo, Figlio del Dio vivo,

che è morto per te sulla croce,

nel nome dello Spirito Santo, che ti è stato dato in dono;

la tua dimora sia oggi

nella pace della santa Gerusalemme,

con la Vergine Maria, Madre di Dio,

con san Giuseppe,

con tutti gli Angeli e i santi.

Ti raccomando, fratello carissimo, a Dio onnipotente:

ti affido a lui come sua creatura

perché tu possa tornare al tuo Creatore,

che ti ha formato dalla polvere della terra.

Quando lascerai questa vita,

ti venga incontro la Vergine Maria

con gli angeli e i santi.

Venga a liberarti Cristo Signore,

che per te ha dato la sua vita;

venga a liberarti Cristo Signore,

che per te è morto sulla croce;

ti accolga in paradiso Cristo Signore,

Figlio del Dio vivo.

Egli, divino Pastore,

ti riconosca tra le pecorelle del suo gregge,

assolva tutti i tuoi peccati

e ti riceva tra gli eletti pel suo regno.

Mite e festoso ti appaia il volto di Cristo

e possa tu contemplarlo per tutti i secoli in eterno.

470

T Amen.

Accogli, Signore, il tuo servo N. nel luogo di salvezza

che egli spera dalla tua. misericordia. T Amen.

Libera il tuo servo, Signore, da ogni pena e da ogni tribolazione. T Amen.

Libera il tuo servo, Signore, come liberasti Noe dal diluvio. T Amen.

Libera il tuo servo, Signore,

come liberasti Abramo dalla regione dei Caldei. T Amen.

Libera il tuo servo, Signore,

come liberasti Giobbe dalle sue afflizioni. T Amen.

Libera il tuo servo, Signore,

come liberasti Mosè dalla mano del Faraone. T Amen.

Libera il tuo servo, Signore,

come liberasti Daniele dalla fossa dei leoni. T Amen.

Libera il tuo servo, Signore,

come liberasti i tre fanciulli dalla fornace ardente e dalla mano di un re iniquo. T Amen.

Libera il tuo servo, Signore,

come liberasti Susanna dai suoi calunniatori.

T Amen.

471

Libera il tuo servo, Signore,

come liberasti Davide dalle mani del re Saul

dalle mani di Golia.

T Amen.

Libera il tuo servo, Signore, come liberasti dal carcere gli apostoli Pietro e Paolo. T Amen.

Libera il tuo servo, Signore, per Gesù Cristo, nostro Salvatore, che è morto per noi sulla croce

ci ha fatto dono della vita eterna.

T Amen.

Ti raccomandiamo, o Padre,

questo nostro fratello N.;

se nella sua vita ha peccato,

egli ha conservato la sua fede in te,

Padre, Figlio e Spirito Santo,

creatore e Signore di tutte le cose.

Gesù Salvatore del mondo,

che nel tuo amore per lui sei disceso sulla terra,

accoglilo nella gioia del tuo regno.

T Salve, Regina...

Appena il morente avrà esalato l'ultimo respiro, si dice:

C Venite, santi di Dio,

accorrete, angeli del Signore. T Accogliete la sua anima

presentatela al trono dell'Altissimo.

C Ti accolga Cristo, che ti ha chiamato,

gli angeli ti conducano con Abramo in paradiso.

T Accogliete la sua anima

presentatela al trono dell'Altissimo.

C L'eterno riposo, donagli, o Signore,

splenda a lui la luce perpetua.

T Accogliete la sua anima

presentatela al trono dell'Altissimo.

472

C Preghiamo.

Ti raccomandiamo, Signore,

l'anima fedele del nostro fratello N., (sacerdote)

perché, lasciato questo mondo, viva in te,

e in tutto ciò che ha peccato per la fragilità

della condizione umana,

ottenga dalla tua clemenza

il perdono e la pace.

Per Cristo nostro Signore.

T Amen.

473

2. LA MORTE CI RICONGIUNGE A CRISTO

2.1. IL CONGEDO DA UN CONFRATELLO

Avvolta nel mistero pasquale è la morte, e le nostre labbra devono aprirsi come pietra rimossa dal sepolcro per annunciare che in Cristo i giorni non si perdono nella polvere della terra. La bontà rimane come tesoro nel cielo e quale eredità consegnata ai giovani. Al di là del velo di sofferenza e di angoscia, la morte deve essere celebrata come «il giorno natale» della vita nel regno di bio.

Quel «pezzo di paradiso che aggiusta tutto» è finalmente arrivato per il fratello che ha speso la sua esistenza in congregazione; è giusto che ne dimentichiamo gli inevitabili momenti negativi, così come il Padre lo ha liberato dai residui di peccato portando a compimento il suo cammino penitenziale attraverso la sacra unzione e il viatico per la vita eterna. La veglia attorno al feretro è un atto di fede e di testimonianza nella risurrezione.

Il ricordo riconoscente, anche se vissuto con cuore umanamente afflitto, diventa preghiera e desiderio di ricongiungerci, un giorno, al medesimo banchetto. La celebrazione eucaristica e le esequie devono manifestare chiaramente la Pasqua, il passaggio cioè da un'esistenza resa fragile dal peccato a quella piena in Cristo, forse ottenuta attraverso una profonda purificazione interiore. Il suffragio giornaliero e annuale diventa l'occasione per confermare l'unione della Chiesa militante con quella celeste.

474

2.2. PROPOSTE CELEBRATIVE

Presentiamo alcuni schemi di veglia comunitaria attorno al defunto, liturgia della Parola e rosario, non tralasciando di raccomandare la preghiera individuale.

Se il confratello è morto in casa, è bene trasferirlo nella cappella della comunità. In tal caso si recitano le preghiere previste per la deposizione nel feretro e poi si trasloca comunitariamente la salma con devoto raccoglimento e nella preghiera comune. Se il confratello è presbitero, è bene rivestirlo dei paramenti sacerdotali.

La sezione termina con il ricordo giornaliero dei defunti e uno schema per la visita comunitaria al cimitero. Tale sezione può anche offrire spunti per la meditazione personale sulla morte.

SCHEMA DI CELEBRAZIONE DELLA PAROLA

Può essere una veglia di preghiera anche prolungata con momenti di silenzio per il suffragio individuale e la meditazione sulla morte. La presente proposta segue ciò che è indicato nel Rito delle esequie.

SALUTO DEL CELEBRANTE

C Fratelli, siamo qui radunati attorno a N. che ci ha lasciati. Egli ha condiviso la nostra vita, ha creduto in ciò in cui noi crediamo, ha lavorato nella vigna del Signore, ed ora è tornato alla casa del Padre. Noi siamo nella sofferenza.

Questo evento provoca la nostra comunità e ognuno di noi, Dobbiamo leggerlo alla luce della fede. La Parola di Dio lo illumina e gli dà un senso.

La morte non spezza il nostro legame con N., lo trasforma soltanto. Noi possiamo ancora aiutare lui e lui può ancora aiutare noi. Il legame è la preghiera reciproca. Pregheremo per lui e pregheremo lui. Noi siamo certi d'avere in lui un amico presso Dio.

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PREGHIERE INIZIALI

Dopo una monizione introduttiva si può recitare a cori alterni o cantillare uno o più salmi. Questo momento si può avviare con un dialogo salmico e ciascun salmo concludersi con un'orazione salmica adatta alla circostanza e al ricordo del confratello.

Sal 129

Rit. A te, Signore, innalzo il mio grido.

Oppure

Rit. L'anima mia spera nel Signore.

Dal profondo a te grido, o Signore; Signore, ascolta la mia voce. Siano i tuoi orecchi attenti

alla voce della mia preghiera. Rit.

Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi potrà sussistere? Ma presso di te è il perdono; perciò avremo il tuo timore. Rit.

Io spero nel Signore,

l'anima mia spera nella sua parola. L'anima mia attende il Signore

più che le sentinelle l'aurora. Rit.

Israele attenda il Signore,

perché presso il Signore è la misericordia e grande presso di lui la redenzione. Egli redimerà Israele

da tutte le sue colpe. Rit.

Oppure

Sal 22

Rit. Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. Oppure

476

Rit. Ricordati di me, Signore, nel tuo regno.

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla;

su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome. Rit.

Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi dànno sicurezza. Rit.

Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici; cospargi di olio il mio capo.

Il mio calice trabocca. Rit.

Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, e abiterò nella casa del Signore

per lunghissimi anni. Rit.

Oppure

Sal 113A,1-8; 113B,1-12a

Rit. Cristo Signore ti accolga in paradiso.

Quando Israele uscì dall'Egitto,

la casa di Giacobbe da un popolo barbaro,

Giuda divenne il suo santuario, Israele il suo dominio. Rit.

Il mare vide e si ritrasse,

il Giordano si volse indietro,

i monti saltellarono come arieti,

le colline come agnelli di un gregge. Rit.

Che hai tu, mare, per sfuggire,

e tu, Giordano, perché torni indietro?

Perché voi monti saltellate come arieti

e voi colline come agnelli di un gregge? Rit.

Trema, o terra, davanti al Signore, davanti al Dio di Giacobbe, che muta la rupe in un lago,

la roccia in sorgenti d'acqua. Rit.

477

Non a noi, Signore, non a noi,

ma al tuo nome da' gloria,

per la tua fedeltà, per la tua grazia.

Perché i popoli dovrebbero dire:

«Dov'è il loro Dio?».

Il nostro Dio è nei cieli,

egli opera tutto ciò che vuole. Rit.

Gli idoli delle genti sono argento e oro,

opera delle mani dell'uomo.

Hanno bocca e non parlano,

hanno occhi e non vedono,

hanno orecchi e non odono,

hanno narici e non odorano.

Hanno mani e non palpano,

hanno piedi e non camminano;

dalla gola non emettono suoni.

Sia come loro chi li fabbrica

e chiunque in essi confida. Rit.

Israele confida nel Signore: egli è loro aiuto e loro scudo. Confida nel Signore la casa di Aronne: egli è loro aiuto e loro scudo. Confida nel Signore chiunque lo teme: egli è loro aiuto e loro scudo.

Il Signore si ricorda di noi, ci benedice. Rit.

Oppure altri salmi adatti. Quindi si può dire la seguente orazione:

C Preghiamo.

Ascolta, Signore, le preghiere della tua Chiesa

per il nostro fratello N. (sacerdote):

la vera fede lo associò al popolo dei credenti,

la tua misericordia lo unisca all'assemblea dei santi,

nella dimora di luce e di pace.

Per Cristo nostro Signore.

T Amen.

Oppure

478

C Dio, Padre misericordioso,

tu ci doni la certezza che nei fedeli defunti

si compie, il mistero del tuo Piglio

morto e risorto:

per questa fede che noi professiamo

concedi al nostro fratello N.,

che si è addorméntato in Cristo,

di risvegliarsi cori lui nella gioia della risurrezione.

Per Cristo nostro Signore.

T Anien.

Oppure per il defunto e la comunità in lutto

C Preghiamo.

Padre della misericordia

e Dio di ogni consolazione

che ci ami di eterno amore

e trasformi l'ombra della morte in anfora della vita,

guarda questa nostra comunità

segnata dal dolore

e avvolta dall'ombra della morte.

Ti preghiamo per il nostro confratello N. (sacerdote)

che ha lasciato questo mondo per ricongiungersi a te,

o Dio, datore di ogni bontà.

Accogli le sue buone opere,

perdona i suoi peccati,

donagli la luce del tuo volto.

Assisti noi tutti che in fiduciosa preghiera

ci congediamo dalla sua presenza qui in terra

nell'attesa di incontrarci tutti nel cielo.

Benedici il nostro lavoro

affinché i giorni della nostra vita non scorrano invano

così da giungere impreparati al giorno dei giorni.

Santifica il nostro cuore e fortifica la nostra mente

per poter testimoniare ai giovani

la speranza della risurrezione

che è gioia e coraggio per l'esistere di ogni giorno.

In Cristo Gesù e nostro Signore.

T Amen.

ASCOLTO DELLA PAROLA

Per la scelta dei brani si vedano le indicazioni scritturisti-che del Rito delle esequie (nn. 176-220) e del Lezionario dei defunti.

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RIFLESSIONE

Può essere spontanea o guidata. Si suggerisce di ricordare qualche episodio edificante del confratello defunto, oppure di leggere con pause opportune la morte di Don Bosco.

1. La morte di Don Bosco

Ogni Salesiano legge con commozione le pagine che ci descrivono gli ultimi momenti della vita terrena di Don Bosco. Sono qui riportati i dialoghi più significativi, i consigli, gli ultimi istanti prima della morte.

Siamo cristiani e si fa volentieri a Dio l'offerta della propria esistenza.

A quanti gli si accostavano, dava ricordi come se stesse per abbandonarli. A don Bonetti, catechista generale, disse stringendogli la mano: «Sii sempre il sostegno forte di don Rua». Più tardi al segretario: «Fa' che sia tutto pronto per il Santo Viatico. Siamo cristiani e si fa volentieri a Dio l'offerta della propria esistenza».

I Salesiani sono per la difesa dell'autorità del Papa. Venne monsignor Cagliero, al quale disse: «Hai bene a mente la ragione per cui il Santo Padre deve proteggere le nostre Missioni? Dirai al Santo Padre ciò che finora fu tenuto come un segreto. La Congregazione ed i Salesiani hanno per iscopo speciale di sostenere l'autorità della Santa Sede, dovunque si trovino, dovunque lavorino... Voi andrete, protetti dal Papa, nell'Africa... L'attraverserete... Andrete nell'Asia, nella Tartaria e altrove. Abbiate fede».

Dimentico di sé e attento agli altri fino all'ultimo.

Sedutosi presso di lui il missionario don Cassini, dopo il primo saluto gli sussurrò all'orecchio: «So che tua madre è in strettezze. Parlami liberamente, e solo a me, senza che nessuno venga a conoscere i tuoi segreti. Ti darò io stesso, senza che nessuno lo sappia, quanto credi necessario».

A tutti chiedeva con interessamento notizie della loro salute, se fossero abbastanza riparati dal freddo, se abbisognassero di qualche cosa. Domandava, e questo anche a Monsignore, come si fosse passata la giornata, quali le occupazioni di ciascuno, qual lavoro speciale si avesse tra mano. Con quelli che lo vegliavano e servivano, manifestava il timore che la privazione di riposo e di ricreazione potesse nuocere alla loro salute. Ma gl'infermieri erano instancabili.

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Troppo era l'amore che i suoi figli nutrivano per lui, perché non si sentissero disposti a qualsiasi sacrifizio in servirlo; ma a lui pure ardeva il cuore di vero affetto paterno per loro. Ma c'era una cosa più unica che rara in questa sua affezione: amava tutti in modo che ognuno si pensava di essere un suo prediletto.

Prima di mezzogiorno disse a don Durando: «T'incarico di ringraziare a nome mio i medici per tutte le cure che con tanta carità mi usarono».

Aiutatemi a ricevere Gesù.

Pochi istanti dopo entrò il suo confessore e condiscepolo don Giacomelli. Rimasero soli alcuni minuti. Il desiderio del Viatico era stato espresso in termini così risoluti, che nessuno volle assumersi la responsabilità di procrastinare; perciò la mattina del 24 si fecero i preparativi per amministrarglielo. Appena avvertito, egli disse a don Viglietti e a don Bonetti: «Aiutatemi, aiutatemi voi altri a ricevere Gesù... Io sono confuso... In manus tuas, Domine, commendo spiritum meum». La processione, formata da tutto il piccolo clero, e da quanti sacerdoti e chierici poterono prendervi parte, era uscita dalla porta grande della chiesa ed entrata nell'Oratorio per il portone. Don Bosco s'intenerì udendo i canti; ma al veder comparire il Santissimo Sacramento recato da monsignor Cagliero scoppiò in lacrime. Rivestito della stola, sembrava un angelo.

Morire senza un soldo in tasca.

Disse ancora a dbn Viglietti: «Fammi anche il piacere di osservare nelle tasche de' miei abiti; vi sono il portafoglio e il portamonete. Credo che non vi sia più niente; ma caso mai vi fosse denaro, consegnalo a don Rua.

Voglio morire in modo che si dica: Don Bosco è morto senza un soldo in tasca».

Dopo aver ricevuto l'unzione degli infermi non parlò che di eternità.

Tutte queste manifestazioni impressionarono talmente i Superiori che monsignor Cagliero volle amministrargli l'Estrema Unzione. Prima però Don Bosco domandò che si chiedesse per lui la benedizione del Santo Padre; il che fu immediatamente eseguito. Dopo aver ricevuto quell'ultimo sacramento l'infermo non parlò che di eternità, intercalando qualche avviso.

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Vogliatevi tutti bene come fratelli.

Sull'imbrunire fece chiamare don Rua e monsignor Cagliero e raccogliendo le poche forze che aveva disse per loro e per tutti i Salesiani: «Aggiustate tutti i vostri affari. Vogliatevi tutti bene come fratelli; amatevi, aiutatevi e sopportatevi a vicenda come fratelli. L'aiuto di Dio e di Maria Ausiliatrice non vi mancherà. Raccomandate a tutti la mia salvezza eterna e pregate. Alter alterius onera portate... Exemplum bonorum operum». Infine ripeté ancora: «Promettetemi di amarvi come fratelli... Raccomandate la frequente comunione e la divozione a Maria Santissima Ausiliatrice».

Accorrete presto a salvare quei giovani.

A un tratto si scosse, batté palma a palma le mani e gridò: «Accorrete, accorrete presto a salvare quei giovani!... Maria Santissima, aiutateli... Madre, Madre!».

In mezzo a' suoi dolori non poteva nemmeno procurarsi il sollievo di cambiare posizione. Chi lo assisteva, lo esortò a ricordarsi di Gesù, che sulla croce soffriva tanto senza potersi muovere né da una parte né dall'altra. Egli rispose: «Sì, è quello che faccio sempre».

La nostra Congregazione è condotta da Dio e protetta da Maria Ausiliatrice.

Ciò detto, congiunse le mani e si mise a pregare. Lasciatolo riposare alcuni minuti, don Sala ripigliò: «Don Bosco, ora si troverà contento, pensando che dopo una vita di tanti stenti e fatiche è riuscito a fondare case in varie parti del mondo e stabilire saldamente la Congregazione Salesiana...».

«Sì, rispose. Ciò che ho fatto, l'ho fatto per il Signore... Si sarebbe potuto fare di più... Ma faranno i miei figli... La nostra Congregazione è condotta da Dio e protetta da Maria Ausiliatrice».

Nelle tue mani, Signore, affido il mio spirito.

Lungo il giorno aveva detto al segretario: «Quando non potrò più parlare e qualcuno verrà per chiedere la benedizione, tu alzerai la mia mano, formerai con essa il segno di croce e pronuncerai la formula. Io metterò l'intenzione».

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Nel suo assopimento continuo nulla più intendeva, eccetto che gli si parlasse del Paradiso e di cose dell'anima. In questi casi faceva cenno di sì col capo, e se gli si suggeriva qualche giaculatoria, egli col muovere delle labbra la compieva. Avendogli don Bonetti suggerito: Maria, mater gratiae, tu nos ab hoste protege, egli continuò: Et mortis bora suscipe. Anche in quel giorno aveva ripetuto sovente: «Madre! Madre!», aggiungendo qualche volta: «Domani! Domani!». Verso le diciotto bisbigliò fra sé: «Gesù... Gesù... Maria... Maria...! Gesù e Maria, vi dono il cuore e l'anima mia... In manus tuas, Domine, commendo spiritum meum... Oh Madre... Madre... apritemi le porte del Paradiso». Poi andava ripetendo testi scritturali, di quelli che l'avevano guidato in tutta la sua vita e gli erano stati regola nelle sue opere: Diligite... diligi-te inimicos vestros... Benefacite his, qui vos persequuntur... Quaerite regnum Dei... Et a peccato meo... peccato meo... munda... munda me.

Al suono dell'Avemaria don Bonetti lo invitò a salutare la Madonna, dicendo: Viva Maria. Con voce sensibile e divota egli ripeté: Viva Maria. Una delle ultime parole dette da Don Bosco a don Rua fu questa: Fatti amare (MB 18, cap. 24).

In alternativa diamo alcune indicazioni patristiche o del Magistero rintracciabili nell'Ufficio delle Ore.

2.   Cristo trasfigurerà il nostro misero corpo (Anastasio; Ufficio dei defunti).

3.   Cristo risorto speranza di tutti i credenti (Braulione; Ufficio dei defunti).

4.   È cosa santa pregare per i morti (Gregorio Nazianzeno; venerdì XXI sett. tempo ordinario).

5.   Moriamo insieme con Cristo per vivere con lui (Ambrogio; Commemorazione dei fedeli defunti).

6.   Guardare la morte con serenità (Luigi Gonzaga; memoria del Santo).

7.   Portiamo sempre e dovunque la morte di Cristo (Ambrogio; sabato XXXI sett. tempo ordinario).

8.   Chi vincerà non sarà colpito dalla seconda morte (Fulgenzio di Ruspe; lunedì XXXIII sett. tempo ordinario).

9.   Cacciata la paura della morte pensiamo all'immortalità (Cipriano; venerdì XXXIV sett. tempo ordinario).

10. Morte di santa Monica (Agostino; memoria della Santa).

11. Esempio di san Martino morente (Sulpicio Severo; memoria del Santo).

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PROFESSIONE DI FEDE

C Questo è il messaggio che abbiamo ricevuto.

T Questa è la nostra fede:

Cristo morì per i nostri peccati,

secondo le Scritture.

Fu sepolto e il terzo giorno risuscitò

secondo le Scritture.

E apparve a Cefa

e ai Dodici.

C Il Signore è risorto,

primizia di quelli che sono morti:

T e come noi tutti in Adamo siamo morti così tutti risorgeremo in Gesù Cristo.

AZIONE DI GRAZIE

C Il Signore sia con voi. T E con il tuo spirito.

C In alto i nostri cuori.

T Sono rivolti al Signore.

C Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio. T È cosa buona e giusta.

C È veramente cosa buona e giusta renderti grazie

innalzare a te l'inno di benedizione e di lode,

Dio onnipotente ed eterno,

per Cristo nostro Signore.

Offrendosi alla morte per tutti gli uomini,

egli solo ha liberato tutti dalla morte

sacrificando per noi la sua vita

ci ha aperto il passaggio alla vita immortale.

Per questo mistero di salvezza

riconosciamo il tuo Nome santo, o Padre,

e nell'attesa del Regno di giustizia e di pace infinita

ti invochiamo con la preghiera che Gesù ci ha insegnato.

T Padre nostro...

484

Oppure

PREGHIERA DI INTERCESSI("

C Fratelli, per il Battesimo noi siamo uniti vitalmente a Cristo; per questo condividiamo la sua sorte. In lui siamo uniti fra noi anche oltre la morte. Rivolgiamoci al Signore con fiducia.

CT Ascoltaci, o Signore.

G — Per la Chiesa: sia nel mondo il segno della speranza, dell'amore e della vita. Preghiamo.

—  Per il mondo: la volontà di vita che Dio ha posto nelle sue creature possa vincere tutte le forze di morte, e soprattutto il peccato. Preghiamo.

—  Per coloro che credono che la morte è la fine di tutto: la testimonianza della nostra fede li aiuti a ritrovare la speranza. Preghiamo.

—  Per il nostro confratello N.N., che ha creduto in Cristo morto e risorto e in lui ha sperato: il Signore lo accolga per essere sempre con lui. Preghiamo.

—  Per il nostro confratello N.N., che ha risposto alla chiamata di Gesù e lo ha seguito fino al termine della vita: il Signore gli dia la ricompensa del servo buono e fedele. Preghiamo.

—  Per il nostro confratello N.N., che si è nutrito di Cristo, pane della 'vita: il Signore lo chiami alla risurrezione. Preghiamo.

—  Per il nostro confratello N.N., che come ogni uomo fu debole e fragile: il Signore misericordioso lo liberi da tutte le colpe. Preghiamo.

—  Per noi qui presenti: il Signore ci conceda di restare fedeli a lui fino all'ultimo respiro. Preghiamo.

T Padre nostro...

ORAZIONE FINALE

Si possono anche usare le orazioni del Rito delle esequie o della Messa dei defunti.

485

C O Signore,

tu sei il Dio dei vivi e non dei morti,

ascolta le nostre preghiere!

Dona a noi una fede operosa, un amore forte

e una perseverante speranza. Al nostro confratello

concedi la gioia senza fine. Per Cristo nostro Signore.

T Amen.

Oppure

C O Dio, gloria dei credenti e vita dei giusti,

tu che ci hai salvati

con la morte e risurrezione del tuo Figlio,

sii misericordioso con il nostro fratello N. (sacerdote);

quando era in mezzo a noi,

nel suo lavoro apostolico tra i giovani,

ha professato la fede nella risurrezione.

Donagli la beatitudine senza fine.

Per Cristo nostro Signore.

T Amen.

Oppure

C O Dio, in te vivono i nostri morti

e per te il nostro corpo non è distrutto, ma trasformato in una condizione migliore; ascolta la preghiera della nostra comunità

e fa' che il nostro confratello N. (sacerdote)

sia accolto dalle mani degli angeli

e condotto in paradiso con il tuo fedele patriarca Abramo,

in attesa della risurrezione,

nel giorno del giudizio universale;

e se rimane in lui qualche traccia di peccato, il tuo amore misericordioso lo purifichi e lo perdoni. Per Cristo nostro Signore.

T Amen.

CANTO FINALE

486

ROSARIO PER I DEFUNTI

Diamo due esemplificazioni di rosario per i defunti. Queste celebrazioni si possono organizzare sia in occasione della Commemorazione annuale dei defunti, confratelli o della Famiglia Salesiana, sia in morte di un confratello; in tal caso le intenzioni di preghiera devono essere opportunamente adattate.

A

Prevede la meditazione dei misteri dolorosi con un brano biblico e una riflessione stralciata da testi di Urs von Balthasar.

CANTO D'INIZIO

G     «Per il Salesiano la morte è illuminata dalla speranza di entrare nella gioia del Signore. E quando avviene che un Salesiano soccomba lavorando per le anime, la Congregazione ha riportato un grande trionfo.

Il ricordo dei confratelli defunti unisce nella carità che non passa coloro che sono ancora pellegrini a quelli che già riposano in Cristo» (Cost. 54).

Uniti a tutta la Chiesa, nel ricordo dei nostri fratelli defunti, preghiamo insieme perché il Signore ravvivi la nostra speranza davanti alla morte e ci aiuti a lavorare per lui fino alla fine.

S O Dio, vieni e salvarmi... Gloria al Padre... L'eterno riposo...

CANTO DELLA MADONNA

G     Primo mistero: Gesù ha pregato nell'orto del Getsemani e ha sudato sangue per noi.

L      Nella tremenda angoscia di non poter fare ciò che gli viene richiesto, Egli deve combattere per arrivare all'assenso. È una vera lotta con se stesso. Gesù deve conquistarsi il «Sia fatta la tua volontà» nello sforzo supremo dell'estrema debolezza. I discepoli non sono all'altezza della loro vocazione, lasciano il Signore solo. Noi

vediamo il loro fallimento: essi dormono per la tristezza, per il turbamento, ma anche per il difetto della loro obbedienza, che non è capace di pronunciare fino alla fine il «sì» della fede. Che non vigila e non prega abbastanza.

487

G     Preghiamo per tutti i moribondi che stanno per dare all'obbedienza della loro vita il compimento supremo.

S Padre nostro... Ave, o Maria... Gloria al Padre... L'eterno riposo...

G     Secondo mistero: Gesù è stato flagellato per noi.

L      Dopo la cattura, l'interrogatorio e la condanna Gesù viene condotto alla colonna della flagellazione. Le conseguenze del più grande errore giudiziario della storia cominciano a manifestarsi. Perché qui è raccolta tutta l'umanità. Quello che Dio Padre tiene nella sua mano tesa è l'Agnello di Dio, che prende su di sé i peccati del mondo. Qui si tratta, per così dire, di un sacramento perverso, che opera interiormente ciò che indica nel simbolo esteriore: i dolori inflitti al corpo di Gesù sono veramente tutti i peccati del mondo, confitti in tutto il suo essere teandrico... Tutto il cristianesimo è una continua incarnazione: di Dio in Cristo, del peccato dentro Cristo e di Cristo dentro la nostra esistenza.

·         Preghiamo per tutte le vittime della violenza insensata dell'uomo, di ogni età e condizione, perché, con Cristo, fatti giustizia di Dio, riparino le ingiustizie degli uomini.

S Padre nostro... Ave, o Maria... Gloria al Padre... L'eterno riposo...

G     Terzo mistero: Gesù è stato incoronato di spine per noi.

L      I quadri della passione si succedono, uno dopo l'altro, mostrando sempre nuovi aspetti dell'opera di salvezza, vista dall'esterno. La corona di re gli viene calata sulla testa e conficcata nella carne e nelle ossa. Le spine dello scherno penetrano ancora più in profondità. Sono composte di tutto ciò che respinge il Dio del sublime abbassamento, della lavanda dei piedi, dell'Eucaristia, donata senza risparmio: può essere una religione intesa come un ritualismo o una semplice tradizione, come una borghesia o una magia, può essere un ateismo tra i suoi due estremi, occidentale e orientale. È sempre il mondo che basta a se stesso, per il quale, Dio, se c'è, diviene un mezzo per conseguire i propri fini.

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G     Preghiamo per i nostri genitori defunti, che con la loro parola e la loro pietà ci hanno insegnato la «religione pura e senza macchia».

S Padre nostro... Ave, o Maria... Gloria al Padre... L'eterno riposo...

·         Quarto mistero: Gesù ha portato per noi il peso della croce.

L      «Per noi»: queste due parole compaiono in ogni mistero doloroso. Questo «per noi» è la parola primordiale della fede cristiana, la radice da cui si è sviluppato tutto l'albero del Credo e della dogmatica. In ciò il cristianesimo si distingue dalle altre religioni, in ciò sta la sua singolarità. Chi arriverebbe a dare la sua vita, fisica e spirituale, per i suoi nemici, nel nome di Dio, che viene misconosciuto e odiato, se non per un'inconcepibile intesa d'amore che presuppone precisamente il mistero della santissima Trinità? Ci dev'essere la libera offerta dell'amore di riconciliare il mondo con Dio: nel Figlio. Ci dev'essere il mandato, che concede liberamente il permesso di farlo nell'obbedienza: da parte del Padre. Ci deve essere l'unità inscindibile delle due libertà: lo Spirito. E, in questo mirabile scambio, si richiede ancora un'ultima cosa: il consenso di quel «noi» per cui soffre l'Uomo-Dio: il «sì» di Maria, pronunciato al posto di tutti gli altri, che ancora non possono formularlo, dà già efficacia all'atto sublime della rappresentanza vicaria.

G     Preghiamo per i nostri confratelli defunti e per tutti coloro che hanno continuato nel mondo la missione di Don Bosco.

S Padre nostro... Ave, o Maria... Gloria al Padre... L'eterno riposo...

489

G     Quinto mistero: Gesù è morto sulla croce per noi.

L      Davanti all'ultima stazione della «Via Crucis», dove la Parola vivente di Dio viene inchiodata dagli uomini in una mortale immobilità, tutto diventa paradossalmente rivelazione suprema della Trinità. È la svolta, il passaggio, la Pasqua. E nel punto in cui avviene la svolta, nel Crocifisso, si trovano insieme: «l'ira di Dio», che non vuole scendere a patti con il peccato, ma può solo ripudiarlo e bruciarlo, e «l'amore di Dio», che comincia a rivelarsi proprio al posto di questa inesorabilità. Il Crocifisso è, come questa svolta, la parola che Dio rivolge al mondo. In questo momento la Parola non può ascoltarsi. Si dissolve in un grido verso Dio, che ha perduto.

I misteri della passione culminano nel grido dell'abbandonato da Dio sulla croce e nella sua caduta precipitosa nella notte della morte del peccatore. Essi formano senza dubbio la «corona dolorosa». Se però si guarda avanti alla terza «corona gloriosa», questa svela ciò che era occultamente previsto nella croce: la vittoria riportata da Dio sui nostri peccati nel corpo di Gesù Cristo e nel corpo di sua Madre, che lo ha accompagnato e ha sofferto con lui.

G     Preghiamo per i defunti di tutto il mondo, per i morti che riposano nei cimiteri ricoperti di fiori e nelle fosse comuni senza nome, perché di tutti il Signore faccia la sua famiglia.

S Padre nostro... Ave, o Maria... Gloria al Padre... L'eterno riposo...

Si può concludere con le invocazioni litaniche.

CANTO FINALE

B

Questo formulario può essere usato in alternativa al primo schema. Vengono proposte alla meditazione alcune fasi salienti della vita del Signore, con il riferimento biblico e la proposta di riflessione offerta dalle Costituzioni rinnovate. Al posto dell 'Ave Maria intera è suggerito l'uso della forma abbreviata (cf Marialis cultus) con l'indicazione dell'enunciato da ripetere dopo le parole frutto del tuo seno Gesù, che...».

490

CANTO D'INIZIO

G     «La fede nel Cristo risorto sostiene la nostra speranza e mantiene viva la comunione con i fratelli che riposano nella pace di Cristo. Essi hanno speso la vita nella Congregazione e non pochi hanno sofferto anche fino al martirio per amore del Signore. Uniti in uno scambio di beni spirituali, offriamo con riconoscenza per loro i suffragi prescritti. Il loro ricordo è uno stimolo per continuare con fedeltà la nostra missione» (Cost. 94).

S O Dio, che in modo mirabile ci hai creati a tua immagine,

in modo più mirabile ci hai rinnovati e redenti, sii misericordioso con i nostri fratelli defunti, che hanno professato la fede nella risurrezione,

dona loro la beatitudine senza fine. Per Cristo nostro Signore.

T Amen.

G     Primo mistero: l'istituzione dell'Eucaristia.

L      Quando fu l'ora, Gesù prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse: «Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, poiché ví dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio». E preso un calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e distribuitelo tra voi, poiché vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio». Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in ricordo di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi» (Lc 22,14-20).

G     La comunità salesiana è unificata dall'Eucaristia. «La comunità vi celebra il mistero pasquale e comunica al corpo di Cristo immolato, ricevendolo per costruirsi

in lui come comunione fraterna e rinnovare il suo impegno apostolico» (Cost. 88).

Ad ogni Ave Maria aggiungiamo: «...che si è fatto cibo per noi».

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S Padre nostro... Ave, o Maria... Gloria al Padre...

G     Secondo mistero: la via della croce.

L      Mentre conducevano via Gesù, presero un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù (Lc 23,26).

G     Un cammino di continua conversione.

«Consapevoli della nostra debolezza, rispondiamo con la vigilanza e il pentimento sincero, la correzione fraterna, il perdono reciproco e l'accettazione serena della croce di ogni giorno» (Cost. 90).

Ad ogni Ave Maria aggiungiamo: «...che si è avviato al Calvario».

S Padre nostro... Ave, o Maria... Gloria al Padre...

G     Terzo mistero: Maria madre della Chiesa.

L      Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa (Gv 19,25-27).

G     Maria nella vita del Salesiano.

«Maria è modello di preghiera e di carità pastorale, maestra di sapienza e guida della nostra Famiglia. Maria Immacolata e Ausiliatrice ci educa alla pienezza della donazione al Signore e ci infonde coraggio nel servizio dei fratelli» (Cost. 92).

Ad ogni Ave Maria aggiungiamo: «...che ci ha fatto suoi fratelli in Maria».

S Padre nostro... Ave, o Maria... Gloria al Padre... 492

G     Quarto mistero: la morte di Gesù.

L      Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò (Lc 23,44-46).

G     La morte del Salesiano.

«Quando giunge l'ora di dare alla sua vita consacrata il compimento supremo, i confratelli lo aiutano a partecipare con pienezza alla Pasqua di Cristo. Per il Salesiano la morte è illuminata dalla speranza di entrare nella gioia del suo Signore» (Cost. 54).

Ad ogni Ave Maria aggiungiamo: «...che è morto per noi».

S Padre nostro... Ave, o Maria... Gloria al Padre...

G     Quinto mistero: la risurrezione di Cristo.

L      Maria si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù lo disse: «Maria!». Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: «Rabbunì!», che significa: Maestro! Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dia vostro». Maria di Magdala andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto (Gv 20,14-18).

G     Condurre i giovani alla persona del Signore risorto. «Come Don Bosco, siamo chiamati tutti e in ogni occasione a essere educatori alla fede. La nostra scienza più eminente è quindi conoscere Gesù Cristo e la gioia più profonda è rivelare a tutti le insondabili ricchezze del suo mistero. Camminiamo con i giovani per condurli alla persona del Signore risorto affinché, scoprendo in Lui e nel suo Vangelo il senso supremo della propria esistenza, crescano come uomini nuovi» (Cost. 34).

493

Ad ogni Ave Maria aggiungiamo: «...che è risorto per darci la vita».

S Padre nostro... Ave, o Maria... Gloria al Padre...

G     Sesto mistero: l'ascensione.

L      Gesù fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fmo al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo» (At 1,9-11).

G     Contemplativo nell'azione.

Il Salesiano «coltiva l'unione con Dio, avvertendo l'esigenza di pregare senza sosta in dialogo semplice e cordiale con il Cristo vivo e con il Padre che sente vicino. Attento alla presenza dello Spirito e compiendo tutto per amore di Dio, diventa, come Don Bosco, contemplativo nell'azione» (Cost. 12).

Ad ogni Ave Maria aggiungiamo: «...che si è assiso alla destra del Padre».

S Padre nostro... Ave, o Maria... Gloria al Padre...

G     Settimo mistero: la pentecoste.

L      Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fm dal principio (Gv 15,26-27).

G   Una testimonianza di santità.

«L'azione dello Spirito è per il professo fonte permanente di grazia e sostegno nello sforzo quotidiano per crescere nell'amore perfetto di Dio e degli uomini. I confratelli che hanno vissuto o vivono in pienezza il progetto evangelico delle Costituzioni sono per noi stimolo e aiuto nel cammino di santificazione. La testimonianza di questa santità, che si attua nella missione salesiana, rivela il valore unico delle beatitudini, ed è il dono più prezioso che possiamo offrire ai giovani» (Cost. 25).

Ad ogni Ave Maria aggiungiamo: «...che ci ha mandato il Consolatore».

494

S Padre nostro... Ave, o Maria... Gloria al Padre...

CONCLUSIONE

S Concedi ai tuoi fedeli, Signore Dio nostro,

di godere sempre la salute del corpo e dello spirito,

e, per la gloriosa intercessione di Maria santissima,

sempre vergine,

salvaci dai mali che ora ci rattristano

e guidaci alla gioia senza fine.

Per Cristo nostro Signore.

T Amen.

ANTIFONA MARIANA

«Salve, Regina», oppure, nel tempo pasquale, «Regina dei cieli».

IL RICORDO GIORNALIERO DEI DEFUNTI

Ogni comunità deve stabilire il momento più opportuno per il ricordo quotidiano dei confratelli defunti (cf Reg. 47). Può essere anche durante l'Ufficio delle Ore e propriamente nel chiudersi delle intercessioni dei Vespri. Non si tralasci di tanto in tanto nella preghiera personale, o nelle intenzioni di preghiera comune, il ricordo di tutti i defunti della Famiglia Salesiana e in particolare dei giovani che repentinamente hanno lasciato questa vita.

Presentiamo alcune formule di introduzione e conclusione. Queste e altre devono esprimere il senso di riconoscenza a Dio per il dono dei confratelli e di suffragio per il loro destino celeste. Proponiamo anche qualche ricordo più delineato, ad esempio nella «buona notte», dei confratelli che si sono distinti a livello di congregazione, di ispettoria o nella casa.

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INTRODUZIONE

—  Ricordiamo i nostri confratelli defunti.

—  Ricordiamo i nostri confratelli dei quali domani (oggi) ricorre l'anniversario della morte.

—  Preghiamo per i nostri confratelli defunti, riconoscendo la nostra debolezza e povertà e insieme l'amore misericordioso del nostro Signore.

—  Preghiamo per i nostri fratelli che nel nome di Don Bosco hanno lavorato per il bene dei giovani nel desiderio di una vita santa.

—  Invochiamo la pace e la misericordia di Dio nostro Padre per i fratelli defunti, il cui nome vive in benedizione presso quelli che li hanno conosciuti e amati.

CONCLUSIONE

T L'eterno riposo dona loro, Signore, e splenda ad essi la luce perpetua, riposino in pace. Amen.

Oppure

G Dona il riposo eterno, o Signore,

T a tutti coloro che desiderano essere nella tua pace.

Oppure

G Dio Padre, che hai suscitato dai morti Gesù,

T dona la vita ai nostri corpi mortali per mano del tuo Spirito che abita in noi.

VISITA AL CIMITERO

Oltre il pietoso ufficio della sepoltura e il ricordo quotidiano, per tradizione cristiana antichissima si visita il luogo della sepoltura per invocare suffragio, riconoscendo il destino di risurrezione delle spoglie mortali.

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Nei luoghi ove c'è la possibilità è bene celebrare comunitariamente una Messa di suffragio per tutti i confratelli defunti nella cappella del cimitero o in altro posto adatto. Ci si può altresì fermare presso la tomba per una breve preghiera comune. Non è da escludere un rito processionale dalla cappella in cui si è celebrato ai luoghi della sepoltura per una preghiera particolare di suffragio.

Il Rito delle esequie indica salmi responsoriali, lettura, intercessioni e orazioni utilizzabili a tale scopo. Nella sosta alla tomba ci si può introdurre con invito, una lettura breve, un responsorio, il Padre nostro e un'orazione con aspersione.

PREGHIERA COMUNE

G     O Dio Padre,

nell'onnipotente tuo disegno di salvezza non consegni alla polvere della morte chi hai creato a tua immagine:

T Guarda, ti preghiamo, questi tuoi figli che si sono addormentati

nel desiderio della Patria del cielo.

G     O Cristo, figlio di Dio,

tu hai vinto la morte e la condanna antica

ricostruendo il tempio del tuo corpo

e riaprendo le porte del cielo:

T Accogli nella dimora di luce e di santità

coloro che hanno scelto di seguirti con cuore sincero

per servirti nei giovani.

G     O Spirito di pace,

tu sei stato di sostegno nella prova e nelle difficoltà

a questi nostri confratelli

che hanno lasciato questo mondo

per ritrovare coloro che li avevano preceduti

nella medesima fede:

T Non dimenticare anche noi

che ancora cerchiamo di accumulare tesori in cielo

nell'attesa della beata speranza.

Si può recitare il Padre nostro.

C Preghiamo.

Accogli, Signore, nella comunità dei tuoi Santi i nostri fratelli defunti (se ne possono dire i nomi)

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che per amore di Cristo

hanno seguito la via della perfetta carità: disponi che queste spoglie mortali

diventino partecipi della risurrezione finale e benedici ciò che da sempre hai destinato per la tua gloria.

Per Cristo nostro Signore.

Amen.

Si può aspergere la tomba mentre tutti i sacerdoti presenti benedicono.

Le anime dei nostri confratelli defunti e di tutti i defunti riposino in pace. Amen.

Si può cantare un'antifona mariana.

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