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ACG 428_La formazione specifica del Salesiano Laico

La formazione specifica del Salesiano Laico

Conclusioni dopo il seminario di 12-15 ottobre 2017, Genzano

Ivo Coelho, SDB
Consigliere Generale per la Formazione

[per l’ACG 428 2018]

Il 12-15 ottobre 2017 si è svolto a Genzano un seminario sulla formazione specifica del salesiano laico, convocato dal dicastero per la formazione, con la partecipazione di 20 salesiani da tutte le regioni del mondo, più 4 membri del dicastero. Nel gruppo c’erano non solo i direttori e qualche altro membro dei centri, ma anche 3 giovani salesiani laici che hanno portato un contributo speciale al seminario, essendo tutti e tre ex-allievi dei nostri centri per la formazione specifica del salesiano laico. Alcuni degli invitati non hanno potuto partecipare, e così, purtroppo, la regione Mediterranea e la regione Asia Sud non hanno avuto loro rappresentanti nell’incontro.

L’obiettivo del seminario era di verificare quanto si sta portando avanti per la formazione specifica dei salesiani laici, e imparare dall’esperienza dei centri, sia quelli attuali (CRESCO-Guatemala, Yaoundé-Camerun, Sandor-Paranaque), sia quelli che han sospeso la loro attività (Torino-Valdocco, Shillong-India, Sunyani-Ghana).

I partecipanti sono arrivati preparati con (1) un commento sulla parte rinnovata della Ratio riguardante il salesiano laico (cfr. edizione online 2016), (2) un commento sulla verifica della formazione intellettuale fatta dal dicastero per la formazione nel 2012, e (3) una verifica del centro per la formazione specifica per i salesiani coadiutori che di cui, in qualche modo, ciascuno ha avuto esperienza.

Dal lavoro del seminario, sono emersi alcuni punti interessanti:

  • Ci sono ispettorie che non vedono la necessità oppure l’utilità della formazione specifica per i salesiani laici.
  • Anche se la nostra Ratio (2016) è apprezzata per la chiarezza e solidità del percorso formativo per il salesiano laico, c’è bisogno di prendere in considerazione la diversità delle situazioni personali e regionali.
  • I due fattori importanti nell’esperienza dei centri per la formazione specifica del salesiano laico sono la qualità e preparazione dei formatori e la qualità del programma di studi.
  • Per quanto riguarda il programma di studi, bisogna dire che la teologia non è soltanto una preparazione per chi diventa prete; è soprattutto un dono per pensare la fede e per poter dare ragione della speranza che è in noi (1 Pt 3,15).
  • Non è vero che il programma di studi ha sempre fatto difficoltà. Quello dell’Institut de Théologie e de Pastorale pour les Religieux, Yaoundé, è molto apprezzato, come anche il corso catechetico online di Maryvale University, che faceva parte del programma in Sunyani.
  • La formazione specifica del salesiano coadiutore deve avere un indirizzo più pratico. Deve mirare di più alla crescita nella vocazione, e allo sviluppo delle capacità pastorali-educative. In questa linea, bisogna dare più attenzione alla teologia spirituale. La formazione specifica dei salesiani laici si può sviluppare come una esperienza prolungata di “esercizi spirituali”.
  • Per assicurare una buona componente di studi salesiani e della vita consacrata salesiana, bisogna preparare salesiani, non solo preti ma anche laici, come formatori e docenti. Conviene, dunque, che alcuni salesiani laici intraprendano il baccalaureato in teologia.
  • Importante l’accompagnamento pastorale – il “fare esperienza” dei valori della vocazione salesiana (C 98). Con una buona preparazione dei formatori, l’accompagnamento e il discernimento (C 119) possono diventare il cuore del metodo formativo. 

Conclusioni

Sul percorso formativo del salesiano laico:

  1. Il Dicastero per la Formazione verifichi le “sezioni sulla formazione” dei Direttori Ispettoriali, per quanto riguarda il salesiano laico, così da assicurare un percorso formativo in sintonia con la Ratio (2016).
  2. Il Dicastero per la Formazione offra alla congregazione dei criteri per il discernimento delle due forme della nostra vocazione, e agli incaricati dei prenovizi e ai maestri di novizi un corso pratico su tale discernimento.
  3. Gli ispettori dialoghino con i confratelli coadiutori già durante il postnoviziato, per stabilire con loro un percorso formativo chiaro e personalizzato, assicurando che la professionalizzazione non sia improvvisata e tardiva, e che sia sempre in vista dei bisogni dell’ispettoria, codificati nel POI e nel piano ispettoriale di qualificazione dei confratelli, e della congregazione.

 

Sulla formazione specifica:

  • Spetta al dicastero per la formazione e ai consiglieri generali per le regioni avere la situazione aggiornata, ispettoria per ispettoria e anno per anno, dei salesiani laici che devono inserirsi in questi cammini.
  • Si propongano nei vari centri di formazione specifica moduli formativi che possano essere valorizzati anche da confratelli laici, che per età o altri motivi, non possono frequentare il centro, come pure per la formazione permanente dei confratelli laici. 
  1. In vista di formare i salesiani laici alla conoscenza di sé, al discernimento e all’accompagnamento, il dicastero per la formazione offra ai formatori, cominciando con i formatori dei centri per la formazione specifica dei salesiani laici, un corso di metodologia esperienziale di formazione.
  • Il Dicastero prepari e diffonda materiali formativi in varie lingue per la formazione specifica e permanente (temi specifici, storia dei coadiutori, strumenti comuni da usare nei percorsi di formazione) con l’aiuto del ISS e del sito creato da sig. Marco Bay:

 

Decisioni del Rettor Maggiore con il suo consiglio

  • Il CRESCO di Guatemala e il Salesian Brothers’ Formation House “Blessed Stephen Sándor Community di Parañaque studino e modifichino il loro programma accademico, per renderlo più idoneo alla formazione di laici consacrati, che ha peculiarità e accenti diversi rispetto alla preparazione teologica di chi si sta preparando al sacerdozio.  I programmi degli “Istituti Superiori di Scienze Religiose”, come per esempio quelli offerti da vari centri come l’Instituto Superior de Ciencias Religiosas Don Bosco, Martí-Codolar – Barcelona, e l’Institut de Théologie et de Pastorale pour les Religieux, Yaoundé, possono diventare un interessante punto di riferimento.
  • Nella formazione specifica si preveda per i confratelli laici un’esperienza di una o due settimane sui luoghi salesiani, possibilmente in preparazione alla professione perpetua.
  • Assicurare e seguire la formazione professionale dei salesiani laici, secondo i vari contesti.
  • Ogni regione, attraverso la Commissione regionale per la formazione, verifichi la possibilità di offrire nel postnoviziato studi differenziati, secondo quello che dice la Ratio (2016 # 408): “Gli studi del postnoviziato tengono presenti le caratteristiche proprie della vocazione del salesiano coadiutore. Data l’importanza della filosofia per la formazione alla vita religiosa e per la preparazione di un educatore dei giovani, anche il salesiano coadiutore ne affronta lo studio nella forma e misura più confacente alla sua specifica vocazione. Il programma di studi include anche la preparazione pedagogica, gli elementi pastorali e catechistici e un’educazione sociale-politica che tiene primariamente conto dell’insegnamento sociale della Chiesa e prepara per una specifica azione educativa nel mondo. Perciò occorre che a livello ispettoriale, oppure inter-ispettoriale, ci sia per i coadiutori un ‘curriculum formativo serio, ma flessibile e adattabile sia alla natura propria dei diversi compiti, sia alle [loro] possibilità concrete’ (CG21 301).”
  • Nel 2016, il Rettor Maggiore don Ángel Fernández Artime ha deciso di creare un nuovo centro di formazione, principalmente per i salesiani laici di Europa, a Martí-Codolar, Barcelona. Così, con CRESCO, Yaoundé e Sandor, avremo 4 centri per la formazione specifica del salesiano laico. Per il momento, i confratelli della regione Asia Sud, e i confratelli anglofoni della regione Africa-Madagascar, sono indirizzati a Sandor Community, Parañaque.

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“Illuminato dalla persona di Cristo e dal suo Vangelo, vissuto secondo lo spirito di Don Bosco, il salesiano si impegna in un processo formativo che dura tutta la vita e ne rispetta i ritmi di maturazione. Fa esperienza dei valori della vocazione salesiana nei diversi momenti della sua esistenza e accetta l'ascesi che tale cammino comporta.

Con l'aiuto di Maria, madre e maestra, tende a diventare educatore pastore dei giovani nella forma laicale o sacerdotale che gli è propria.” (C 98)

Come la formazione è un modo di essere che abbraccia tutta la nostra vita, così anche la cura della nostra identità salesiana consacrata nella forma laicale e sacerdotale che ci è data per vocazione, è un dono che raggiunge tutti e fa bene a tutti. La formazione specifica dunque non è una questione per ‘addetti ai lavori,’ o solo per chi si trova in quella periodo del suo itinerario di vita salesiana: è una responsabilità e un dono che riguarda ciascuno di noi a vantaggio di tutti i salesiani di don Bosco nel mondo, di oggi e di domani.