Nasce a Villa Miroglio (Alessandria) il 1 febbraio 1860
Muore a Barcelos (Brasile) il 17 agosto 1927
le difficoltà ma con l’aiuto di Maria Ausiliatrice,
apparsa in visione al loro capo, 130 Bororos si presentarono alla colonia
sacro Cuore nell’Aprile 1903.
Nel 1906 fondò la Colonia San Giuseppe sul Rio Sangradouro.
Nel 1909-1910 eseguì per ordine del governo federale, il censimento
di tutta la tribù, visitando tutti i villaggi sul fiume San Lorenzo.
Nel 1914 si trasferì nel Rio Negro dove fondò varie residenze:
quelle di San Gabriel (1916), di Taracuà (1923), di Barcelos
(1924).
E’ tra le figure dei missionari salesiani che hanno contribuito
alla conversione delle tribù nelle vaste foreste dell’
Amazzonia. La sua opera più importante è stata l’evangelizzazione
dei Bororos e il contributo dato a quella dei Tucanos.
Don Antonio BELLONI
Nasce a Sant’ Agata di Oneglia (Imperia) il 20 agosto 1831
Muore a Betlemme il 9 agosto 1903
Part� per le missioni del Patriarcato Latino di Gerusalemme il 22 Aprile 1859, dove gli venne affidato da Mons. Valerga, patriarca latino, l'insegnamento della Sacra scrittura in seminario e la direzione spirituale dei seminaristi. Il 2 Gennaio 1869 incominci� a Beitgala, presso il seminario, una specie di oratorio, che ben presto venne trasferito a Betlemme. Pi� tardi l'oratorio si trasform� in orfanotrofio. Fond� nel 1874 la societ� religiosa dei Fratelli della Sacra Famiglia e si diede all'educazione dei giovani. Per dare continuit� alla sua opera, si rivolse ben due volte a Don Bosco nel 1874 e nel 1887. La seconda volta ottenne da don Bosco la promessa che i Salesiani si sarebbero recati in Palestina per aiutarlo. Questo avvenne con il rettorato di don Rua primo successore del Santo. Nel 1890 fuse la sua opera con quella dei Salesiani. L'anno seguente, l' 8 Ottobre 1891 giungevano a Betlemme i primi figli di Don Bosco. Non mancarono le difficolt�: alcuni Fratelli della Sacra Famiglia se ne andarono; altri si fecero salesiani compreso don Belloni che rimase a dirigere la Casa di Betlemme. Si fece amare dai cattolici, dagli armeni, dagli scismatici e dai Turchi. Nel monumento eretto in suo onore fu posta l'iscrizione " Padre degli Orfani".
Don Pietro BERRUTI
Nasce a Torino il 7 marzo 1885
Muore a Torino il 1 maggio 1950
Don Fagnano, Prefetto Apostolico di Punta Arenas, impressionato
dalla figura dignitosa e gentile di Berruti, chiese e ottenne da don
Rua di portarlo con se in Missione.
Le qualità umane, culturali e morali di don Pietro conquistarono
tutti. Divenne ben presto : Docente di scienze teologiche, Maestro dei
novizi, Direttore a Macul (1917-1926), Ispettore dei Salesiani in Cile
(1927-1932).
Nel 1932, rientrato in Italia, la sua fama di uomo e di pastore saggio
e santo conquistò i responsabili delle varie Ispettorie Salesiane
del mondo. Don Pietro venne eletto prefetto generale della Società
Salesiana, Vicario del Rettor Maggiore e Visitatore straordinario del
mondo salesiano
Era deifinito “l’aristocratico della bontà”.
La carità fu la caratteristica più importante della sua
opera. Raggiunse il culmine quando, durante la seconda guerra mondiale,
volle che ogni Casa Salesiana aprisse le porte ai giovani abbandonati,
orfani e in difficoltà. Questo gli meritò il titolo di
“ Padre dei ragazzi di strada ”.
Don Carlo BRAGA
Nasce a Tirano (Sondrio) il 23 maggio 1889
Muore a Makati (Manila- Filippine) il 3 gennaio 1971
Rimasto orfano di madre la sua educazione venne affidata ai Salesiani di Sondrio. Con lo scoppio delle prima guerra mondiale venne reclutato nell’esercito per tre anni, alla fine della stessa fece domanda di essere inviato in missione nell’ Estremo Oriente. Arrivato a Shiuchow, al sud della Cina, conobbe don Versiglia, la cui santità era già nota. Venne designato direttore alla Scuola mMissione di Ho Sai. Nel 1930 divenne Ispettore della Cina. Diede un notevole impulso allo sviluppo dell’opera missionaria salesiana. Venne aperto l’orfanotrofio a Macau, e di cinque grandi centri a Hong Kong, per un totale di 10.000 studenti. Fondò a Pechino la prima scuola salesiana: si realizzava il sogno di don Bosco. L’opera salesiana, in netta espansione, vide i suoi sogni interrotti dal comunismo. Ogni attività di educazione, di carità e di evangelizzazione venne chiusa. Il crollo di tanto lavoro non lo demoralizzo. Volse la sua attenzione alle Filippine e all’ Indocina. Qui aprì una Scuola Salesiana. Intanto nel 1955 venne eletto Ispettore. Il suo zelo e il suo entusiasmo contagiarono gli altri missionari. In Filippine la presenza salesiana si diffuse con straordinaria profondità. Profondo ottimismo, bontà umana e allegria furono i tratti salienti di Don Braga. Dovunque andasse promosse un meraviglioso spirito di famiglia.
Don Angelo BUODO
Nacque nel 1867 a Udine, Italia�.�
Mor� l� 11 Maggio 1947, a Almagro, Buenos Aires,Argentina.
Durante trentatr蠠 anni
esercit� il suo ministero, il reverendo padre �ngelo Buodo, in una vasta zona
che abbraccia la provincia di La Pampa e parte delle province di Buenos Aires�
e di R�o Negro.
L�, con uno spirito veramente
apostolico, port� assistenza spirituale e materiale a migliaia di persone;
soprattutto� ai� pi�� umili.
Era nato a Barco (Udine,
Italia), dove aveva compiuto i suoi studi, e si era licenziato in agronomia
nel 1897. Poco tempo dopo, seguendo� la sua� vocazione� sacerdotale, entr�
nella Congregazione Salesiana a Torino, ed emise la professione salesiana,
come figlio di Don Bosco.
Durante i primi anni di
permanenza nel nostro Paese, fu professore a San Nicol�s e nella Scuola Agrotecnica
di Uribelarrea; ma poi volle consacrarsi in forma totale a percorrere La Pampa
in lungo e in largo.
La sua dedicazione constante
e generosa, la sua abnegazione genuinamente cristiana e la innata bont� dei
suoi sentimenti, resero la sua figura molto cara e popolare.
Su di un piccolo carretto
a due ruote, tirato da tre mule, percorreva miglia e miglia, sempre cordiale
e incoraggiante, perch� a nessuno dovesse mancare l� aiuto spirituale, o il
vestito, o l�alimento, o la medicina, di cui sempre andava provvisto per i
suoi poveri.
Non esit� a chiedere elemosina�
per i suoi �guachitos�, come chiamava, nel suo linguaggio� criollo, gli orfani
che tanto amava; nel suo desiderio di carit� generosa, di cui sapeva contagiare
il prossimo con la sua nobile franchezza e le sue maniere semplici e genuine,
riusc� molte volte a ricolmare innumerevoli valige, che, con il consentimento
degli impiegati della ferrovia, portava fino alle popolazioni pi� distanti.
E, insieme alle� provviste� delle cose pi� urgenti ed essenziali, non mancavano
mai il libro, la rivista..., giacch� non di solo� pane vive l�uomo, come ben�
sapeva il� missionario generoso.
Gli piaceva, poi, con
la solida cultura agrotecnica che possedeva,� consigliare i contadini nel
loro lavoro e nella coltivazione� della terra, specialmente nel coltivo della
vite e degli ortaggi.
Proprio questa attivit�
di cultura e di umanizzazione da parte� dei� missionari nella� Pampa, oltre
alla religione che insegnavano,� fu fattore di unit� e di coesione del popolo
di quella vasta pianura,. Il dinamismo che don Angelo aveva, lo spinse a costruire
chiese e cappelle, che ancor oggi� sono� la prova di una notevole capacit�
tecnica, che gli merit� la fama di � costruttore di Dio�.
Il grande missionario
della pampa mor�� l� 11 maggio 1947, nel Collegio Salesiano PIO IX di Almagro.