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Richiamo di alcuni elementi fondamentali della pastorale giovanile salesiana 2013

PASTORALE GIOVANILE - MESSAGGI

 

RICHIAMO DI ALCUNI ELEMENTI FONDAMENTALI DELLA PASTORALE GIOVANILE SALESIANA

 

1. Come il Buon Pastore incontriamo i giovani - le loro culture e le loro storie

Noi, Salesiani di Don Bosco, siamo chiamati ad essere pastori ed educatori dei giovani, soprattutto i più bisognosi. A loro offriamo un’esperienza integrale di maturazione umana, spirituale ed intellettuale. Accompagnando i giovani cerchiamo di conoscere le loro realtà, le loro culture. Inoltre, cerchiamo anche di rispondere ai loro bisogni e alle loro aspettative.
Siamo chiamati ad essere presenti tra di loro attraverso un impegno di accoglienza, ascolto, studio, riflessione e interpretazione che ci aiutano a conoscere meglio le loro situazioni. Con tale atteggiamento impariamo a discernere come accompagnarli con delle proposte educative e pastorali che rispondano alle loro vere necessità.

 
2. Annuncio del Vangelo di Cristo con il carisma educativo e missionario di Don Bosco

Come Salesiani di Don Bosco siamo chiamati a testimoniare la buona notizia che portiamo ai giovani. È una priorità frutto del mandato di Gesù alla sua Chiesa. Come Don Bosco incontriamo i giovani là dove si trovano, cercando di incarnare nella loro storia il lieto annunzio. Con una visione integrale dell’annunzio, in quanto evangelizzatori ed educatori, ci impegniamo a offrire loro processi graduali che incontrano il loro anelito e i loro bisogni.
Il criterio oratoriano della pastorale salesiana è alla base dei processi mistagogici e pedagogici che mirano all’incontro dei giovani con Cristo, con la sua buona notizia. Tale esperienza orienta i giovani a scoprire il progetto di Dio per loro verso un impegno vocazionale maturo nella società e nella Chiesa. È una sfida che chiede proposte integrali di spiritualità giovanile salesiana; proposte integrali di amicizia, cultura, solidarietà, celebrazione della fede, vita comunitaria, diaconia, catechesi.
Siamo chiamati anche a portare la buona notizia in quegli ambienti non-Cristiani, pluri-religiosi e pluri-culturali. In questi ambienti portiamo una proposta radicata nei valori del vangelo che si traduce in processi rispettosi delle persone, della loro cultura e della loro religione. Ci impegniamo a offrire quei processi che rispondono realmente al loro desiderio e diritto di crescita umana, trascendentale e intellettuale.
Sentiamo che, nell’attuale crisi educativa, ci giunge il bisogno di offrire un’attenzione particolare alla famiglia, soprattutto nel suo rapporto con la pastorale giovanile. In un contesto globalizzato, dove le relazioni umane diventano sempre più lontane e segnate dall’autonomia, ogni nostra presenza cerca di favorire uno spazio di accoglienza e ascolto alle famiglie, di promuovere la formazione dei genitori, e di offrire cammini di accompagnamento alle giovani coppie.

 
3. La dimensione comunitaria della pastorale giovanile salesiana

La nostra chiamata ad essere educatori e pastori dei giovani è un’esperienza che viviamo insieme ad un movimento di persone ed insieme testimoniamo e ci impegniamo a vivere la missione salesiana come risposta al mandato di Cristo nel servizio dei giovani.
La pastorale giovanile salesiana è un’esperienza comunitaria. Una comunità, Salesiani e laici co-responsabili, che è, allo stesso tempo, soggetto educativo e messaggio evangelico. È una comunità che educa e testimonia attraverso lo spirito di famiglia. È una comunità che è parte della Chiesa e vive la sua missione attraverso il carisma di Don Bosco, rendendo visibile la spiritualità della comunione.
I giovani, vivendo in un mondo in continuo cambiamento, con delle sfide che li lasciano impotenti e condizionati, sono per noi un invito ad accoglierli, ascoltarli e accompagnarli. Essi portano nel silenzio del loro cuore il grido di un vuoto esistenziale e, allo stesso tempo un’evidente e profonda ricerca di senso.
Sotto l’ispirazione e l’esempio di Don Bosco, che nel suo tempo offriva una comunità di laici, religiosi e giovani collaboratori, sentiamo il bisogno che nella nostra missione, a tutti i livelli, ci sia questa Comunità Educativa Pastorale (CEP), impegnata e adeguatamente formata ad incontrare queste nuove sfide.
Come CEP siamo chiamati ad accompagnare e a far crescere insieme i giovani, attraverso la proposta educatrice ed evangelizzatrice. In tale ambiente una CEP educa i giovani con la finalità che siano loro stessi i protagonisti di processi evangelizzatori ed educatori.

 
4.Formazione per la missione

Rispondere alla chiamata di Dio per servire i giovani, significa entrare in una logica di processi formativi che rafforzino una mentalità e un atteggiamento pastorale alla luce del carisma salesiano.
La storia dei nostri giovani ci impegna a percorrere questi processi formativi insieme – Salesiani, Laici, giovani collaboratori e membri della Famiglia salesiana.
Va anche sostenuta una proposta formativa sistematica e consistente nelle fasi iniziali della formazione dei Salesiani. Per questo, accanto all’importanza di conoscere e studiare il modello della pastorale salesiana, come presentato nel Quadro Fondamentale di Riferimento della pastorale giovanile, bisogna offrire processi di riflessione pastorale e mentoring pastorale ai giovani salesiani nelle fasi formative.
Un bisogno pastorale sempre più richiesto da parte dei giovani è l’accompagnamento spirituale. Questa esigenza della pastorale giovanile, ci chiede di essere pronti a offrire percorsi formativi che preparano Salesiani e laici collaboratori ad essere pastori ed educatori con capacità di discernimento e di guida.

 
5. Mentalità e prassi del progetto educativo pastorale

Come parte del servizio di animazione e di governo ispettoriale, ci sia un accompagnamento alle comunità che le aiuti a una comprensione didattica più chiara e facilmente applicabile del PEPS. Questo include anche la capacità di verificare l’impiantazione di questi processi.
Sentiamo anche l’urgenza di cogliere la fondamentale intenzionalità pastorale del PEPS, in quanto espressione della nostra missione e non solo come uno strumento di efficienza.
Va anche rafforzata una mentalità e prassi di gestione in rete, che coordina nel migliore dei modi, le risorse umane, istituzionali, pedagogiche e finanziarie disponibili.