Per l’abolizione della tortura
Perché i salesiani in Burkina Faso si impegnino nell’assistenza alle vittime di ogni tipo di tortura
Preghiamo perché la comunità internazionale si impegni concre-tamente nell’abolizione della tortura, garantendo un sostegno alle vittime e ai loro familiari.
[Intenzione di preghiera di papa Francesco]
Carissimi,
come salesiana oblata del Sacro Cuore sono felice di condividere qualche notizia di famiglia.
Come spesso affermava il fondatore, “siete sgorgate dal Cuore stesso di Gesù”. La carità umana e pastorale di mons. Giuseppe Cognata, salesiano, vescovo di Bova (RC) si è incarnata inizialmente a servizio dei piccoli paesi della diocesi di Bova con lo spirito missionario, per estendersi presto in altre regioni. Dal 14 ottobre 1985 siamo missionarie in Bolivia, e dal 2006 in Perù. Mons. Giuseppe Cognata ci ha voluto consacrate con spirito missionario cosicché le case delle Oblate sono denominate “missioni”, perché tale deve essere la caratteristica peculiare del carisma, missionarie generose, umili, e pronte ad affrontare qualsiasi sacrificio per la salvezza delle anime.
Quest’anno si è celebrata una solenne Eucarestia nella Basilica del Sacro Cuore a Roma, dove 90 anni fa veniva consacrato vescovo di Bova, e nello stesso anno, l’8 dicembre 1933 nasceva la Congregazione delle Salesiane Oblate del Sacro Cuore a Pellaro (RC). Lode e grazie al Signore e alla Vergine Immacolata per averci accompagnate in tutti questi anni di Oblazione.
▀ Madre Graziella Maria Benghini, SOSC
Superiora Salesiane Oblate del Sacro Cuore
La creazione è un dono gratuito di Dio per noi. La sua bellezza riflette l’infinita bellezza del nostro Creatore. Il fondamento dell’insegnamento sociale della Chiesa è la santità intrinseca della vita umana e la dignità della persona umana, creata a immagine e somiglianza di Dio (Gn 1:26). Il rispetto e l’onore che dobbiamo a Dio, nostro Creatore, si traduce nel rispetto per la vita umana e per la dignità di ogni persona umana, nonché nella cura dell’intero creato. Perciò, non proteggiamo la natura per sé stessa. Il nostro impegno nella cura della creazione di Dio non è una concessione a nessuna ideologia, né a gruppi di lobby. È piuttosto un’esigenza della nostra fede cristiana.
Dio creò l’uomo e la donna e li pose nel giardino “perché lo coltivassero e lo custodissero” (Gn 2;15). La creazione, infatti, non è nostra proprietà, né proprietà di pochi, che possiamo sfruttare a nostro piacimento. Siamo semplici amministratori, non proprietari. Questo implica l’impegno a salvaguardare l’ambiente. Le gravi conseguenze della distruzione ambientale riguardano tutti noi, ma i poveri e i vulnerabili sono quelli che soffrono di più. Quindi, la giustizia sociale è inseparabile dalla giustizia ambientale (LS 16, 139).
Il pianeta è la nostra casa comune a prescindere dalla religione, dalla cultura o dall’origine etnica. Pertanto, dobbiamo prenderci cura della creazione e usarla per il bene comune di tutta l’umanità (GS 69). Di conseguenza, è necessario lavorare insieme per la trasformazione delle nostre strutture sociali ed economiche, attraverso l’advocacy per le questioni ambientali, sostenendo politiche e iniziative a livello locale, regionale, nazionale e globale che promuovano la sostenibilità ecologica.
Abbiamo bisogno, soprattutto, della “conversione ecologica” che trasforma i nostri cuori e le nostre menti per portarci verso un maggiore amore per Dio, per gli altri e per il creato (LS 217-219). Questo si può esprimere in gesti significativi e piccole azioni personali quotidiane, che portano alla protezione e al rinnovamento dell’ambiente: resistere alla cultura dell‘usa e getta’ e optare per uno stile di vita più semplice, riciclare, differenziare i rifiuti, risparmiare energia, piantare alberi, ridurre l'uso della plastica, usare di più i trasporti pubblici, usare più energia solare, diventare membri attivi del Movimento Laudato Sì o del Don Bosco Green Alliance. In effetti, non possiamo tardare. L’urgenza di prenderci cura del creato è adesso!
▀ Don Alfred Maravilla, SDB
Consigliere Generale per le Missioni
Padre Joseph, tu vivi e lavori in Burkina Faso; il lavoro missionario salesiano quali benefici porta ai giovani?
I Salesiani sono presenti dal 1993 a Bobo e dal 2009 a Ouaga. Il nostro lavoro missionario in Burkina Faso copre un campo abbastanza vasto che va dall'evangelizzazione alla formazione e all'integrazione socio-professionale. Nei nostri centri sono passati oltre 6.500 giovani con un tasso di inserimento professionale del 49% in meccanica, parrucchieri, sartoria, manutenzioni informatiche e d'ufficio, tessitura, manutenzioni industriali, carpenteria metallica, elettrotecnica.
Qual è per te la cosa più interessante dell'esperienza della missione salesiana in un paese a maggioranza musulmana?
Se c'è una cosa interessante in questa missione che svolgiamo in Burkina, Paese a maggioranza musulmana, è l'apertura e l'accoglienza: offriamo le stesse opportunità a tutti i giovani nel nome del nostro credo salesiano. La prova è che le nostre opere sono frequentate per quasi il 60% da giovani musulmani. Inoltre, il terrorismo in Burkina dal 2015 ha provocato un esodo rurale creando nuove situazioni di povertà e precarietà con gli sfollati interni (IDP) che sono emigrati in particolare a Ouagadougou e Bobo-Dioulasso. Molti di loro vivono nei nostri quartieri. Con i nostri partner distribuiamo periodicamente kit alimentari e copriamo le rette scolastiche di alcuni bambini e ragazzi. L'avvento del Covid 19 ci ha permesso di mostrare solidarietà combattendo il male distribuendo, anche nelle moschee, kit sanitari (lavamani e mascherine) realizzati dai nostri studenti.
Come possono i salesiani aiutare le vittime di ogni tipo di tortura?
Il primo atteggiamento che i Salesiani devono avere, di fronte a qualsiasi vittima, è quello che ci ispira il Buon Pastore: stare dalla parte delle vittime, rendendosi disponibili ad accogliere, ascoltare, accompagnare e sostenere ogni vittima, nella sua situazione particolare. Nella sua Strenna 2018, P. Ángel Fernandez Artime ci ha invitato a “coltivare la preziosa arte dell'ascolto e dell'accompagnamento”. Nel loro ministero pastorale, i Salesiani Cooperatori (SSCC) hanno creato un ufficio di ascolto e orientamento con l'accompagnamento dei Salesiani di Ouaga. I giovani e le famiglie vi trovano sollievo. La sfida sarebbe la creazione di un centro di ascolto.