Cari amici,
Il lavoro è una benedizione.
Una volta ho avuto l'opportunità di parlare con un dipendente. Gli ho chiesto: “Signore, vedo sempre che fa il suo lavoro con gioia. È davvero felice?” Lui ha risposto: “Padre, mantenere pulito il campus è certamente un modo per guadagnarmi da vivere e sostenere la mia famiglia. Ma oltre a questo, trovo che lavorare qui sia una benedizione sotto molti aspetti. Quindi come potrei non apprezzarlo? Sento la responsabilità di assicurarmi che loro e io diventiamo una vera benedizione per l'istituzione”. È davvero stimolante.
Credo che il lavoro, con tutto il suo valore, sia una benedizione. Ci permette di crescere come esseri umani e ci dà la possibilità di realizzarci. Ci permette di partecipare alla Sua creazione, di ricrearla e di “darle” dignità. In effetti, è una benedizione di Dio. Ovunque siamo, anche nelle missioni, quando guardiamo al lavoro in questo modo, iniziamo a goderne e gli permettiamo di renderci più umani e più divini.
Don Jose Lorbeth Vivo SDB
Membro del Settore per la Pastorale Giovanile
"Il lavoro fatto con amore era visto da Don Bosco come qualcosa di costitutivo dell'essere umano e, quindi, un dovere e una responsabilità verso se stessi, verso la società e verso Dio.” (Peresson, 2010)
Queste parole mobilitano i cuori e le mani di coloro che, in prima linea nell'educazione al lavoro, trovano in questa azione l'opportunità di trasformare il mondo con un atteggiamento creativo e produttivo che permette di dare dignità all'essere umano e consolidare una società giusta.
È quindi necessario definire con precisione i ruoli coinvolti in questo esercizio di considerazione tra il lavoro svolto e il pagamento equo per il suo svolgimento; secondo i dati dell'ONU (2020), alla fine del secondo decennio del XXI secolo, circa 500 milioni di persone non hanno un adeguato riconoscimento economico per il proprio lavoro, e si ritiene che 1 lavoratore su 5 non riceva una retribuzione sufficiente per sussistere e sostenere le proprie famiglie nelle condizioni minime necessarie, rappresentando per l'ILO (2024) un'ulteriore manifestazione di schiavitù moderna.
Prendendo solo questo dato e le sue implicazioni, ci troviamo allora di fronte alla sfida di assumere l'impegno di accompagnare chi vive queste esperienze di ricerca e di difficile accesso al lavoro, fornendogli gli strumenti necessari per affrontare il campo lavorativo con un compito definito e qualificato in base alle proprie competenze, ai propri interessi e alle proprie possibilità nel contesto in cui è inserito, come espresso dall'UNHCR (2024) quando fa riferimento al fatto che “l'educazione” è l'arma più efficace per contrastare questo squilibrio socio-lavorativo.
Il carisma di Don Bosco, che ha sostenuto il lavoro dignitoso e l'educazione per raggiungerlo, ci guida in questa sfida e ci mostra che “essere fedeli alla sua missione implica essere fedeli ai segni dei tempi” e che dobbiamo agire con la vocazione del padre che cura, del maestro che educa, dell'artigiano che insegna e del leader che responsabilizza, che dobbiamo formalizzare i rapporti tra scuola e impresa, specificando le funzioni lavorative richieste e offrendo la relativa formazione per rispondere a questa domanda, in modo che il valore del lavoro sia riconosciuto nel mercato e la qualità che esso rappresenta nel prodotto finale che arriva al pubblico.
Hernando Mendivelso Aponte – Coordinatore ispettoriale della formazione professionale, Colombia – Bogotá (COB)
Il tema di questo mese è il mondo di lavoro. Don Bosco formò i ragazzi poveri in modo che potessero trovare un lavoro dignitoso in buone condizioni. Pensi che i Salesiani lo facciano ancora?
Al DBI non solo lo pensiamo, ma è uno dei messaggi chiave che promuoviamo nelle istituzioni europee (UE): i Salesiani continuano a formare i giovani in condizione di vulnerabilità e a facilitare per loro un ingresso “giusto” nel mondo del lavoro, garantendo dignità e diritti. Lo dimostrano, per esempio, i partenariati con le imprese che sostengono la centralità ed il rispetto della persona, rispecchiando i valori della missione salesiana. Inoltre, è importante riconoscere che i Salesiani valorizzano la meritocrazia, spesso ignorata in molti settori. La testimonianza concreta che l’impegno, la serietà e la responsabilità porteranno frutti anche nel lavoro, aiuta i nostri giovani a non cadere in compromessi che possano ledere la dignità. In un mondo di conflitti e riarmamenti, queste sono domande importanti sulle quali riflettere e fornire gli strumenti per mantenere viva la speranza.
Nel contesto lavorativo, si parla spesso dei nostri CFP che, purtroppo, stanno diminuendo. Se volessimo "ripensarli", quale alternative vedresti?
Riflettiamo per un attimo sulla situazione europea: mancanza di figure professionali su larga scala, urgente necessità di competenze che rispondano ai rapidi cambiamenti del mondo del lavoro, nuovi investimenti da parte di imprese, governi ed UE per la formazione professionale dentro e fuori dall’Unione. Il dubbio sorge spontaneo: perché tanta difficoltà nel garantire la sostenibilità e sviluppo dei nostri CFP? Sappiamo che la realtà è molto più complessa e diversificata, ma vi è una potenzialità che non viene totalmente espressa: gli ottimi risultati, le buone pratiche e la dimensione globale della nostra rete spesso non raggiungono i tavoli decisionali, dove si modellano politiche ed investimenti. A tal fine, è essenziale mappare e raccogliere dati da promuovere attraverso una comunicazione chiara, coordinata e volta all’esterno. Ai nostri CFP non mancano l’esperienza, il giusto metodo e gli strumenti per offrire soluzioni efficaci ed innovative alle sfide attuali, ma la visibilità e la coesione, fondamentali per dialogare con i finanziatori, siano essi pubblici o privati, locali o internazionali. È cruciale lavorare insieme per fare capire che i CFP sono trampolini di speranza nel mondo di oggi, ponti tra politiche pubbliche, imprese e diritti umani.
Uno degli scopi principali del DBI è la transizione scuola-lavoro. In che modo il DBI sta riuscendo a raggiungere questo obiettivo?
La transizione scuola-lavoro rappresenta una delle tre priorità del DBI. Lo scopo principale è quello di creare un’incidenza politica, mantenendo viva la centralità del tema, promuovendo buone pratiche salesiane e partecipando alle piattaforme europee. Attraverso il networking costruiamo nuovi contatti per facilitare la collaborazione tra giovani, scuole, CFP e società civile, allineando i risultati educativi con le esigenze del mercato del lavoro. A tal riguardo, negli ultimi anni abbiamo collaborato proficuamente con il DB Tech Europe ed il DB Tech Africa, ma resta l’esigenza raccogliere dati e comunicare strategicamente con le istituzioni per dare maggiore visibilità alle realtà salesiane.