Cari amici,
la nostra Congregazione delle “Suore Catechiste di Maria Immacolata Ausiliatrice”, co-munemente note come Suore di Maria Immacolata (SMI), è stata fondata il 12 dicembre 1948 da Mons. Louis LaRavoire Morrow, SDB a Krishnagar, Bengala Occi-dentale, India. Il suo scopo è l'evangelizzazione e la cate-chesi attraverso la visita domiciliare e l'apostolato nei villaggi.
Il nostro motto è “Amare Dio e aiutare gli altri ad amare Dio”, e il nostro carisma spiri-tuale è l’“esperienza Abbà” di Gesù secondo la Piccola Via dell’Infanzia Spirituale di Santa Teresa di Gesù Bambino. L'“Apostolato del Sorriso” è una virtù unica che il Fondatore ha vissuto e trasmesso a noi come mezzo per portare tutti a Cristo. Seguiamo i principi del Sistema Preventivo di San Giovanni Bosco nella vita e nella missione.
Auguro il meglio a tutti i lettori del bollettino Cagliero11.
▀ Suor Jane Nadackal SMI (Sisters of Mary Immaculate) Superiora Generale
Può sembrare quasi normale, oggi, chiedersi: “Che futuro avrà la vita salesiana in Europa?” Uso “salesiana” in senso lato, volendo includere tutti i gruppi della nostra Famiglia. Immersi in un’atmosfera di profondo secolarismo, dove la religione sembra essere sempre più relegata alle scelte personali e alla sfera del privato; nel pieno di una crisi di vocazioni sia alla vita consacrata, ma anche alle scelte di impegno laicale cristiano… dove stiamo andando?
Basandomi sulla mia esperienza personale, vorrei dire che vedo sprazzi di luce per il futuro. Innanzi tutto, in Spagna, Belgio Nord, Italia, Regno Unito (solo per fare alcuni esempi) cresce il numero di laici e laiche che sono corresponsabili con i consacrati per la missione affidataci da Dio. Molti di essi sono già membri della Famiglia Salesiana ed altri si possono definire “Amici di Don Bosco”. Il carisma e la spiritualità di San Giovanni Bosco attirano moltissimo ed ispirano tanti a mettersi al servizio dei bambini, adolescenti e giovani più bisognosi. Vedo belle ed entusiasmanti iniziative di collaborazione tra SDB ed FMA, specialmente a livello ispettoriale, nel campo della Pastorale Giovanile e Vocazionale, con profonde esperienze di accompagnamento personalizzato dei giovani per aiutarli a fare una scelta di impegno, anche nel mondo sociale e politico.
Infine, incontro giovani confratelli molto seri ed entusiasti. Uomini di preghiera, che credono profondamente nel “sacramento della presenza” accanto ai giovani affidati alle loro cure, mettendosi anche in ricerca creativa dei lontani. Tra di essi, voglio sottolineare la presenza molto incoraggiante di un buon numero di giovani missionari SDB che fanno parte del Progetto Europa – uno dei progetti missionari più complessi della storia della Congregazione Salesiana. La loro presenza in varie Ispettorie europee sottolinea la volontà di riaccendere la spiritualità salesiana in quest’Europa che sembra diventata fredda, gelida, nei confronti della Chiesa, includendo anche la prospettiva di far ripartire la proposta della vocazione alla vita consacrata salesiana autoctona. Non tappabuchi, quindi, ma stimolo di crescita e di entusiasmo vocazionale.
Che futuro salesiano per l’Europa? Un futuro ancora tutto in salita, ma certo ricco di prospettive di vita e di gioia.
▀ Don Gianni Rolandi SDB - Visitatore ad nutum
Caro Volodymyr, come vedi l’attuale presenza salesiana in Ucraina, dove c'è ancora la guerra? È possibile fare qualcosa anche con i giovani?
La vita in Ucraina con gli allarmi e i missili che arrivano ogni giorno e con le corse ai ripari è molto difficile. Come salesiani cerchiamo di essere vicini in particolare ai giovani, ai poveri e ai rifugiati. I nostri sacerdoti si recano vicino le zone di combattimento portando viveri e medicine ai poveri. Stanno vicino ai nostri giovani militari che combattono sul fronte e offrono anche un aiuto psicologico necessario. Nonostante la situazione difficile, si continua con le scuole, con le attività sportive e gli oratori e nella parrocchia. Certo, con una grande attenzione alla sicurezza.
Cosa ne pensi dell'aiuto che i Salesiani danno agli ucraini nei vari Paesi in cui si trovano?
I salesiani ucraini non possono aiutare i loro compatrioti che sono fuggiti all’estero. Come maschi, non possono uscire dal Paese per l’obbligo militare. Siamo grati che i salesiani di tutto il mondo li aiutano molto - offrendo delle case, dando il cibo, aiutando in tanti modi possibili.
Riesci a vedere qualcosa di positivo dalla tua esperienza nella situazione in Ucraina?
Il positivo dell’esperienza che abbiamo in Ucraina è il fatto che la gente è unita, si aiuta l’uno con l’altro, è sensibile verso chi è in difficoltà. Posso dire che ci siamo adattati alla situazione che c’è, abbiamo superato i primi mesi più difficili della guerra e pian piano siamo riusciti a ricominciare a vivere “normalmente” anche se la guerra continua.