Dicasteri

Giornata Missionaria Salesiana (GMS) 2013 - Invio di materiale (digitale)

3 Il poster Indice

Spiegazione delmanifesto . . . . . . . . . .2

Indice . . . . . . . . . . . .3

Lettera del RettorMaggiore. . . . . . . .4

Lettera del Consigliere Regionale per l’Africa eMadagascar

e del Consigliere per leMissioni . . . . . . . . .6

GiornataMissionaria Salesiana - una tradizione che continua . . .8

GMS – come abbiamo celebrato? Raccolta delle buone pratiche . . . .10

Africae Munus – Esortazione Post Sinodale del Benedetto XVI. . . . . .12

35 anni del Progetto Africa ( 1978 – 2013) . . . . . . .14

Video 1 - Il cammino della Fede inAfrica . . . . . . .16

Video 2 - La fede inAfrica:Makalala scuola di catechisti. . . .18

Video 3 - La fede inAfrica: C’è del lievito a Luanda. . . . .20

Video 4 – La fede inAfrica:Operai nella suamesse. . . . .22

Video 5 – La fede inAfrica: La parrocchia scuola della fede . . 24

Testimonianze dei catechisti e catecumeni . . . . . .26

ProgettoGMS 2013 . . . . . . . . .28

Sussidi didattici . . . . . . . . . .30

Preghiera. . . . . . . . . .32

 

Tutto ilmateriale in 5 lingue: italiano, inglese, spagnolo, portoghese e francese è disponibile sul sito web: www.sdb.org e anche su DVD Il cammino della Fede in Africa

 

2 Il tema dellaGiornataMissionaria Salesiana è di grande attualità nel contesto dell’Anno della Fede indetto dal Santo Padre Benedetto XVI. Le celebrazioni di quest’anno portano necessariamente alla riflessione sulla rilevanza e l’importanza del PrimoAnnuncio delVangelo, che è stato pure il tema delle Giornate di Studio SDB-FMA in tutti i continenti nel corso di questo sessennio (2008-2014). I destinatari del Primo Annuncio non sono solo quelli considerati come “non-cristiani”,ma “coloro che non conoscono Cristo”, includendo, cioè, sia i non battezzati, sia i battezzati che non conosco personalmente Gesù Cristo. E così la Chiesa sente oggi l’urgenza di questo annuncio in tutti i continenti.

Il manifesto della Giornata Missionaria Salesiana 2013 mostra in primo piano una grande foto di Don Victor Mallesa, un salesiano dell’Ispettoria Africa Est, durante il rito del Battesimo. Ciò indica il legame del PrimoAnnuncio con il Catecumenato ed il cammino di Fede di ciascuna persona. Lo sfondo al centro del manifesto è dato da una foto scattata in Kenia, poco dopo il sorgere del sole, che, alzandosi, dà la consapevolezza di un nuovo giorno e una nuova vita. Su questo sfondo s’inserisce una foto di tre bambini che pregano emostrano così la loro risposta al PrimoAnnuncio in giovane età. Dietro i bambini si vede l’ombra di un’Ostia, chemostra come questo cammino di Fede dovrebbe portare all’Eucaristia.

Le quattro fotografie nella parte inferiore delmanifesto collegano il Primo Annuncio all’iniziazione cristiana tramite il cammino della Fede inAfrica effettuato dai Salesiani di Don Bosco, affinché sia possibile “ritrovare l’ardore degli inizi dell’evangelizzazione” (AfricaeMunus, 164): la Parola di Dio, la celebrazioni dei sacramenti, le devozioni popolari e la carità simbolicamente riprodotta dal rito della Lavanda dei piedi. Ecco perché i materiali in questo sussidio possono servire come esempi o modelli anche per i Salesiani e laici che si trovano in altri continenti.

Questo manifesto è stato realizzato da Don Sebastian Koladiyil SDB e dal suo team di collaboratori dello studio BEAMS (Bosco EastAfricaMultimedia Service) dell’Ispettoria salesiana Africa Est.

4 5 Lettera del RettorMaggiore Roma, 27 Maggio 2012, Solennità della Pentecoste mollo, Domenico Savio, Francesco Besucco e Michele Magone, Don Bosco offre ai suoi figli, educatori alla fede, e ai giovani, deimodelli concreti di discepoli diGesù.

La Società salesiana è nata da un semplice catechismo (cfr. Cost. SDB 34). Siamo coscienti che se un salesiano riprende dopo anni la sua vocazione-missione catechetica, rinnova il senso della sua fede e del suo essere educatore alla fede dei giovani. Il tema della GMS 2013 vuole aiutarci ad essere più disponibili come accompagnatori spirituali dei giovani, ritornando noi per primi alla pratica della direzione spirituale personale nel cammino di fedeltà vocazionale.Per tutti noi rimane paradigmatica la foto di Don Bosco che confessa il suo futuro successore, il piccolo PaoloAlbera.

2. Evangelizzare il cuore Salesiano nell’Anno della Fede Ci troviamo, inoltre, nel contesto dell’Anno della Fede (11 ottobre 2012 – 24 novembre 2013). Con queste parole, il 16 ottobre 2011, Papa Benedetto XVI ha rilevato la motivazione di fondo: “Ritengo che, trascorso mezzo secolo dall’apertura del Concilio, legata alla felicememoria delBeato PapaGiovanni XXIII, sia opportuno richiamare la bellezza e la centralità della fede, l’esigenza di rafforzarla e approfondirla a livello personale e comunitario, e farlo in prospettiva non tanto celebrativa,ma piuttostomissionaria, nella prospettiva, appunto, dellamissione ad gentes e della nuova evangelizzazione”.

Il tema della GMS 2013 ci aiuta a comprendere l’urgenza del cammino di fede personale, che non si può mai fermare. Siamo discepoli in cammino che cercano ogni giorno, sempre di più, di seguire il Maestro.

Se il nostro cuore non è evangelizzato non possiamo diventare evangelizzatori dei giovani che ci aspettano, non possiamo animare i nostri catechisti nel loro importante compito.

3. Aprire il nostro cuore alle frontiere missionarie Unodeimodiper rafforzare la culturamissionaria è diffondere ogni giorno la conoscenza dellemissioni inmodoattraente.Grazie aidiversi video prodotti inmolte parti delmondo salesiano, come per esempio quelli di “Missioni Don Bosco” (Torino), laCongregazione e la FamigliaSalesiana è al corrente della vita missionaria di oggi.Ogni anno circa 15 DVD raggiungono 53 emittenti televisive e 4000 case salesiane (SDB e FMA) in 133 paesi del mondo. Visitando le comunità salesiane, però, ho visto due estremi: in alcune case i cofanetti restano chiusi nel loro involucro di cellophane, in altre i DVD vengono duplicati e distribuiti agli animatori e ai catechisti di tutte le stazionimissionarie o delle comunità di base delle grandi parrocchie. Ci sono comunità che vedono insieme ogni settimana un breve video missionario. La GMS 2013 offre cinque brevi video sul cammino di fede, in sette lingue - italiano, inglese, spagnolo, portoghese, francese, polacco e tedesco – che possono aiutare a riscoprire nelle comunità la grande ricchezza della nostraCongregazione.

Decine di filmati missionari a portata dimano! Carissimi, vi invito ad accogliere la sfida di aiutare i giovani ad intraprendere il cammino di fede e ad accompagnarli da pazienti catechisti.

Vi ringrazio per la vostra risposta coraggiosa al suo invito finale «... Sarete miei testimoni!» (At 1,8), affidando questa Giornata Missionaria Salesiana 2013 alla guida e protezione diMaria,Madre dellaChiesa.

Don PascualChávezVillanueva RettorMaggiore Con affetto, in Don Bosco Pascual Chávez Villanueva Rettor Maggiore Carissimi confratelli e amici dellemissioni salesiane, vi saluto nel giorno della Solennità di Pentecoste, con il cuoredi undiscepolodiGesù che sperimenta specialmenteoggi l’AmorediDio in prima persona e lo vuole condividere con gli altri.

Per la 26ª volta il Rettor Maggiore propone allaCongregazione un temamissionario per aiutare a conoscere l’impegno dei confratelli e, così, aprire gli occhi e i cuori alle nuove realtàmissionarie.

Nell’anno 2013 la nostra attenzione si rivolge al continente africano dove, grazie allo slanciomissionario dimolte Ispettorie con il ProgettoAfrica (1978-2005), lamaggioranzadei confratelli cheoggi opera in questa regione è autoctona: quasi 1000 salesiani africani! La freschezza di fede delle Chiese giovani, che ormai contano circa 150 milioni di fedeli, diventa veramente un polmone spirituale per l’umanità.

Come ogni anno voglio indicare le motivazioni di fondo per laGiornataMissionariaSalesiana, che in molte Ispettorie già prevede un suo posto nel progetto educativo pastorale.

1. Ritornare a Don Bosco – accompagnatore dei giovani nella fede Nel secondo anno di preparazione al Bicentenario della nascita di Don Bosco siamo invitati ad approfondire la sua pedagogia.

Nelle quattro biografie dei giovani Luigi Co- Lettera del Consigliere Regionale per l’Africa eMadagascar e del Consigliere per leMissioni 27 Maggio 2012, Solennità della Pentecoste Con cuore pieno di gioia pasquale offriamo un saluto di pace e gioia a tutti i confratelli! Salutiamo inmodo speciale tutti iSalesiani impegnati in prima linea, che condividono l’esperienza conGesù Risorto tra i giovani di diverse culture e religioni in tutti i continenti. Siamo convinti che vostra testimonianza è la miglior immagine di Don Bosco oggi. La Solennità di Pentecoste èperogni salesianoinvitoa crescere nella dimensione missionaria del nostro Carisma! Vi presentiamo i materiali di animazione della 26°GiornataMissionariaSalesiana (GMS) del 2013 –Camminodella Fede inAfrica!Èil frutto della sinergia delle 12 Ispettorie e Visitatorie dellaRegioneAfrica –Madagascar e dei settori per leMissioni e per laComunicazione Sociale.

Molti Salesiani ci chiedono quali obiettivi vogliamo raggiungere ogni anno con laGMS.

I primi destinatari dellaGiornatamissionaria salesiana siamo noi stessi, Salesiani di Don Bosco. Siamo invitati a fare nostra la convinzione di Benedetto XVI: “La prima povertà dei popoli è di non conoscereCristo!”.

Fatta questa precisazione, possiamo indicare tre obiettivi specifici per laGiornataMissionaria Salesiana 2013: 1. ImpararedallegiovaniChiesed’Africa –polmoni per laChiesa universale Il Papa nella recente Esortazione Apostolica Post-SinodaleAfricaeMunus ha ribadito ancora una volta che l’Africa è per il mondo e per la Chiesa “un immenso polmone spirituale” (n.13;177). Nel saluto indirizzato alla Curia Romana il 22 dicembre 2011: “Incontrare (inAfrica) questa fede pronta al sacrificio, e proprio in ciò gioiosa, è una grande medicina contro la stanchezza dell’essere cristiani che sperimentiamo in Europa”.

In molti paesi del mondo, infatti, abbiamo già dimenticato che la Chiesa può generare nuovi figli nel cammino catecumenale. La freschezza delle storie dei giovani catechisti e dei loro giovani catecumeni d’Africa ci sfida. Ben 147 millioni dei cattolici d’Africa (2011), con un incremento di 6.5 millioni ogni anno, costituiscono un segnodi vitalità e speranza. LaGiornataMissionariaSalesiana 2013 è quindi un ulteriore invito a vivere più attenti allaChiesa, veramente cattolica - universale. Siamo chiamati a conoscere il voltopiùbellodellaChiesaAfricanaoggi.

Invitiamo dunque tutte le comunità ispettoriali ad ascoltare le esperienze delle giovani Chiese africane ancora poco conosciute. Invitiamo anche i giovani dei gruppimissionari e del volontariato a lasciarsi ispirare dalla iniziazione cristiana dei loro coetanei, catechisti o giovani catecumeni d’Africa.

2.Confrontarsi con la figura del giovane catechista africano Inmolte zonedel continente ci sonoChiesegiovani, molte di esse hanno appena un secolo di storia d’evangelizzazione. Nella maggioranza dei casi il Battesimo è ricevuto in età giovanile.

Viene seguito ordinariamente il camminodi catecumenatod’iniziazione cristiana, che culmina con la celebrazione dei tre sacramenti dell’iniziazione cristiana: Battesimo, Cresima ed Eucaristia.

Inmolte diocesi si tenta articolare l’iniziazione cristiana con quella tradizionale, che èmolto viva in tante zone e culture africane. Il catechista nellediocesi africane non è solo colui che imparte le lezioni di catechesi,ma il leader della comunità cristiana, soprattutto nelle aree rurali.Nelle zonedovedifficilmente il sacerdote riesce ad arrivare, sono loro ad animare la preghiera della comunità, preparare la gente ai sacramenti, amministrare lo sviluppo e anche l’economia della comunità. In molti casi sono stati i veri guardiani delle fede e custodi della Chiesa, fino almartirio.

Dice Benedetto XVI nell’Africae Munus: I catechisti sono preziosi operatori pastorali nellamissione di evangelizzazione. Il loro ruolo è stato molto importante nella prima evangelizzazione, nell’accompagnamento catecumenale, nell’animazione e nel sostegno delle comunità. «Con naturalezza, essi hanno operato una inculturazione riuscita che ha portato fruttimeravigliosi (cfrMc 4,20). Sono i catechisti che hanno permesso che la “luce risplenda davanti agli uomini” (Mt 5,16), perché vedendo il bene che essi fanno, popolazioni intere hanno potuto rendere gloria alNostro Padre che è nei cieli. Sono Africani che hanno evangelizzato degli Africani». Questo ruolo importante nel passato, rimane essenziale per il presente e per il futuro della Chiesa. Li ringrazio per il loro amore allaChiesa (n.125).

Da Salesiani di Don Bosco, nella nostra vita di missionari dei giovani in ogni Ispettoria, lasciamoci confrontare con lo zelo dei giovani catechisti d’Africa! 3. Progetto dellaGMS 2013 – Formazione dei catechisti emateriali di catechesi La formazione dei catechisti e la pubblicazione dimateriale catechetico nelle lingue locali non sonovociordinarieneiprogettidi sostegnomissionario delle nostre Ispettorie. I materiali audiovisivi della GMS 2013 mettono a fuoco tre esperienze del cammino di fede (Angola, Tanzania eTogo).

Il progetto da sostenere quest’annomira a raccogliere fondi per la formazione dei catechisti (sia volontari, sia a tempo pieno) e per la produzione dei materiali di catechesi nelle lingue locali delle tre ispettorie di ANG, AFE, AFO.

Ogni Ispettoria è invitata amandare eventuali contributi raccolti durante la campagna GMS 2013 alla Fondazione Don Bosco nel Mondo, Roma.

Ringraziamo, infine, tutti i confratellidelle ispettorie africane coinvolti nella preparazione dei materiali. Come segno della stretta collaborazione dei settori per laMissione Salesiana, ringraziamo sopratutto i collaboratori del Dicasteroper laComunicazioneSociale eDonBosco Media - EurofilmdiTorino.

Un caro saluto, implorando l’Aiuto diMariaMadre edAusiliatrice per tutti i Salesiani, collaboratori laici e giovani che camminano insieme ai giovani versoGesùCristo! D.Václav Klement Consigliere per lemissioni D.Guillermo Basaňes Consigliere per la regioneAfrica-Madagascar 6 7 9 GiornataMissionaria Salesiana una tradizione che continua un sussidio stampato, unDVDcon filmati sul tema, unDVDcon ilmateriale didattico e audiovisivo in varie lingue; lungo l’anno anche altromateriale digitale, scaricabile dal www.sdb.org (GMS 2013) e le video disponibili anche inYoutube.

Per altre copie dei materiali basta rivolgersi al Dicastero per le missioni, Roma - (cagliero11@ gmail.com).

L’IMPORTANZA DELLA PREGHIERE PER LE MISSIONI Tutti imembri dellaComunita’Educativo-Pastorale vivono l’ansia missionaria della loro fede offrendo la loro collaborazione all’attività missionaria della Congregazione con la preghiera CHECOSASIGNIFICA? Un temamissionario è proposto a tutta la Congregazione, a partire dal 1988.Ogni anno tutte le comunità salesiane possono conoscere una realtàmissionaria di un specifico continente.

È unmomento forte dell’AnimazioneMissionaria nelleComunità salesiane ispettoriali o locali, nei Gruppi giovanili, nella Famiglia salesiana.

Non si tratta di un evento isolato,ma piuttosto di un’opportunità per coinvolgere le comunità SDBe le comunità educative – pastorali nelle dinamiche della Chiesa universale, rafforzando una culturamissionaria.

PERCHÈ? Per dare un impulso all’AnimazioneMissionaria offrendo una proposta che diventi progetto annuale concreto. Per aiutare tutta la FamigliaSalesiana a conoscere l’impegnomissionario della Congregazione, aprire gli occhi alle nuove realtà missionarie, superare ogni tentazione di chiudersi dentro il proprio territorio o contesto e ricordarsi del respiro universale del carisma salesiano.

“Le attività di animazionemissionaria vanno sempre orientate ai loro specifici fini: informare e formare il popolo diDio allamissione universale dellaChiesa, far nascere vocazionimissionarie ad gentes, suscitare cooperazione all’evangelizzazione” (Giovanni Paolo II, RedemptorisMissio, 83).

QUANDO? Non c’è una data fissa per laGMS al livellomondiale.

Ciascuna Ispettoria sceglie una data o periodo, che si adatta di più al proprio ritmo e calendario.

Alcunedate tradizionali nelle ispettorie (vicino alla Festa di Don Bosco di Gennaio o al suo compleanno in Agosto, Quaresima, Festa deiSantiMartiriMissionari, LuigiVersiglia eCallisto Caravario – 25 Febbraio; mese di Maggio; Mesemissionario diOttobre oppure 11Novembre).

Innanzitutto è importante offrire un itinerario educativo - pastorale di alcune settimane - di cui laGiornataMissionaria Salesiana costituisce il punto culminante. LaGMS è l’espressione dello spirito missionario di tutta la Comunita’ Educativo-Pastorale tenutovivotuttol’annocon diverse iniziative.

COMEVIENEANIMATA? A partire da un raduno dei Direttori, dove il Delegato diAnimazionemissionaria spiega l’obiettivo e distribuisce gli strumenti disponibili per la GMS nell’Ispettoria (web ispettoriale oppure un link alwww.sdb.org–GMS).Così tutte le comunitàSDBsono i primidestinataridelledinamiche diGMS.

Concentrando ogni anno l’attenzione su unContinente e su un aspetto concreto della cultura missionaria;pregandoper imissionaripresentati nellaGMS e raccogliendo sostegni concreti per alcuni progetti presentati nei sussidi dellaGMS.

LaGMS dovrebbe essere un giorno di festa, capace di far respirare lamissione.

CHICELEBRA? Il primo destinatario è la comunità salesiana SDB. Poi, a secondo delle Ispettorie, ci sono vari modi come organizzare secondo gli ambienti dellamissione salesiana (scuole, centri di formazione professionale, parrocchie, gruppi giovanili specialmente volontariato missionario) e della Famiglia Salesiana (SalesianiCooperatori, Exallievi, Gruppi ADMA etc) aperto a tutto il movimento salesiano e degli amici di Don Bosco.

QUALIMEZZI? Il Dicastero per le Missioni offre il materiale a tutte le comunità salesiane: un manifesto, 8 GMS NEGLI ANNI 1988 - 2014 accompagnata dai sacrifici per imissionari salesiani e per le vocazioni missionarie salesiane sopratutto ogni 11 del mese. Ogni anno una preghiera viene composta seguendo il tema dellaGMS ed ognimese una IntenzioneMissionaria Salesiana viene proposta proprio per sottolineare l’importanza di questa dimensione spirituale dell’attivitàmissionaria.

LAVERIFICA La verifica dopo la GMS è importante quanto la preparazione e la celebrazione. È da considerare come laGMSha potuto favorire una cultura missionaria nella comunità locale o ispettoriale tramite il tema proposto dell’anno tenendo presente i suggerimenti correttivi per il futuro.

1988 Guinea -Conakry: Il sogno continua 1989 Zambia: Progetto Lufubu 1990 Timor Est -Venilale:Giovani evangelizzatori 1991 Paraguay: Ragazzi di strada 1992 Perù -Valle Sagrado Incas 1993 Togo - Kara: Don Bosco e l’Africa 1994 Cambogia:Missionari costruttori di pace 1995 India -Gujarat: In dialogo per condividere la fede 1996 Russia -Yakutsk: Luci di speranza in Siberia 1997 Madagascar: Ragazzo te lo dico, alzati 1998 Brasile -Yanomami:Vita nuova inCristo 1999 Giappone: Il difficile annuncio diCristo 2000 Angola:Vangelo seme di riconciliazione 2001 PapuaNuovaGuinea:Camminando coi giovani 2002 Missionari tra i giovani rifugiati 2003 Promozione umana nel compito della evangelizzazione 2004 India -Arunachal Pradesh: Il risveglio di un Popolo 2005 Mongolia:Una nuova frontieramissionaria 2006 Sudan: Lamissione salesiana in Sudan 2007 Sudan: Lamissione salesiana in Sudan 2008 HIV/AIDS: Risposta dei salesiani, educare per la vita 2009 Tieni viva la tua fiammamissionaria 2010 Europa: I Salesiani camminano con i Rom 2011 America:Volontari per proclamare ilVangelo 2012 Asia: RaccontareGesù 2013 Africa:Cammino di fede dei giovani 2014 Europa: Salesiani camminano con imigranti 10 11 GMS Come abbiamo celebrato? Raccolta delle buone pratiche 2010-2012 vanili, omelia –SMA). Èmolto significativo che tante ispettorie hanno fatto grandi sforzi per la traduzione dei materiali nella propria lingua (CIN,GIA, KOR, Polonia,CEP,CRO, SLK etc).

QUANDO? Ogni Ispettoria o Conferenza ispettoriale è libera di scegliere una data o periodo più adatto.

Alcune date scelte negli ultimi tre anni: domenica dopo la Memoria del Beato Luigi Variara (Gennaio – Italia), vicino alla Festa dei protomartirimissionariS.

LuigiVersiglia eCallistoCaravario (Polonia - Pila), dopo la Pasqua (Spagna), mesemissionario d’Ottobre, 11°Novembre.

Una data stabile nel calendario ispettoriale ha permesso un cammino educativo – pastorale più efficace nelle singole comunità.

COMEVIENE ANIMATA? Per garantire che tutte le comunitàSDB siano i primi destinatari delle dinamiche diGMS, ilDelegato diAnimazioneMissionaria invia alle comunità diversi materiali prodotti dall’equipe ispettoriale d’Animazione Missionaria (SDB, FMA, animatori e volontari missionari – Italia, Torino).

Concentrando ogni anno l’attenzione su un Continente edunaspettoconcretodella cultura missionaria le ispettoriedirettamente coinvolte nella preparazione deimateriali ne guadagnano per la propria animazione: 2010 – Ispettorie della Slovacchia SLK, Repubblica Ceca e Bulgaria – CEP; Ungheria –UNG: che svolgono lamissione per gliZingari; 2011 –molte ispettoria hanno rilanciato o consolidato il loromovimento o strutture di gruppi missionari o del volontariato missionario (CIL, MEM,MEG, SLK); 2012 – diverse ispettorie dell’Asia hanno per la prima volta preso conscienza delle direttive missionarie del Primo Congresso Missionario dell’Asia –ChiangMai, 2006; 2013 – sette ispettorie d’Africa coinvolte nella preparazione o raccolta dei diversimateriali ne hanno aproffittato per l’animazione dei gruppi missionari o della catechesi giovanile.

CHI HA CELEBRATO? Varie comunità di formazione (UPS – Gerini) hannosvoltoun’animazionemissionariadurante laQuaresima, raccogliendo i fondi per il Progetto dellaGMS.

Un noviziatodell’Asiaha contributoper caricare suYoutube tutte le nove video del GMS 2012 ‘RaccontareGesù’ come parte del loro apostolato.

Vari gruppimissionari di giovani hanno usufruito per la loro formazione primadelle attivitàdei tempi forti (Natale, Pasqua) attraverso brevi video (DVD 1).

RILANCIO DELLA GMS Una delle sfide principali è di rilanciare la stessa GMS nell’ispettoria, dove per vari ragioni non eramai celebrata o la pratica non è ancora diventata una parte della culturamissionaria.

Diverse comunità ispettoriali hanno rilanciato latradizionedellaGiornatamissionariasalesiana in vari modi. Tra le strategie la più efficace è quelladiportareil temabenpreparatoall’incontro dei direttori (parroci, presidi di scuole, oratori, centri giovanili), dove ilDelegato ispettoriale di PastoralegiovanileoIncaricatoper l’Animazione missionaria spiega lemotivazioni e distribuiva i materiali ricevuti da Roma oppure anche altri adattati e prodotti in loco (PLN, SUO). Altri producono già ogni anno una serie di buone notti o buon giorno per diverse fascie d’età o ambienti educativi (scuola,oratorio,gruppigio- QUALI MEZZI? Diverse ispettorie hanno tradotto e adattato i materiali prodotti dal Settore per lemissioni e per la Comunicazione sociale nelle loro lingue.

Altre ispettorie invece hanno ricevuto più copie dei materiali secondo loro richiesta al Settore per lemissioni a Roma (DVD, poster, preghiera o sussidio diddatico).

PREGHIERA PER LEMISSIONIALCENTRO? Lapreghiera compostaogni annosecondoil tema dellaGMSè stata distribuita a tutti i confratelli (laici impegnati, animatori o volontarimissionari).

LAVERIFICA? Molte Ispettorie hanno svolto bene la verifica della GMS. Con grande soddisfazione, come frutto della verifica, alcune ispettorie hanno rilanciato i gruppi o volontariato missionario, altre hanno motivato i direttori o altre hanno deciso di addattare imateriali per la situazione del loro paese.

12 13 La primaAssembleaSpeciale per l’Africa delSinodo dei Vescovi è stata celebrata nel 1994.

L’Esortazione Apostolica Post-Sinodale (Giovanni Paolo II,1995) Ecclesia inAfrica, presenta la Chiesa inAfrica come Famiglia di Dio. La secondaAssemblea, celebrata nel 2009, ha come documentoPost-Sinodale l’EsortazioneAfricae Munus, firmata da Papa Benedetto durante la sua visita nel Benin (Africa) in novembre 2011.

I lavori sinodali di 2009 si sono concentrati sulla chiesa inAfrica, al servizio della riconciliazione, della giustizia sociale e della pace: Voi siete il sale della terra, voi siete la luce delmondo (Mt 5, 13.14). Al Sinodo del 2009 hanno partecipato otto salesiani (un cardinale, cinque vescovi e due sacerdoti).Attualmente nellaRegioneAfrica –Madagascar ci sono ottoSalesianiVescovi: quattro africani e quattromissionari degli altri continenti.

CRISTIANI, COSTRUTTORI DI UNA NUOVA AFRICA L’Africa è purtroppo spesso conosciuta internazionalmente solocome il continentedelleguerre, della povertà e delle calamità. Paradossalmente lì si trova una delle porzioni della chiesa cattolica che cresce con più vitalità. L’appello del Papa e dei PadriSinodali in questa occasione è stato quello di rendere i cattolici in Africa più protagonisti di una trasformazione sociale e culturale, a partire delVangelo, che sia segnata dalla riconciliazione, dalla giustizia sociale e dalla pace.

L’Africa cristiana e cattolica è ricca in senso spirituale e religioso, di amore per la preghiera e per i sacramenti, di santità e perfino dimartirio.

Però – ecco la principale sottolineatura del Sinodo e dellaEsortazionePost-sinodale – si trova ancora lontana dal poter rispondere alle sfide sociali dei 54 paesi che compongono questo vasto continente. Dunque, l’Africae Munus è fondamentalmente un accorato appello per l’impegno sociale dellaChiesa inAfrica. La centralità della Dottrina Sociale della Chiesa è indiscutibile.

Perché la Chiesa in Africa diventi - Chiesa, Famiglia di Dio riconciliata e riconciliatrice – deve percorrere con coraggio e generosità il cammino della conversione evangelica, e questo incominciando dai suoi propri leader (vescovi, sacerdoti, consacrati, catechisti, laici impegnati).

NOI, SALESIANI Per noi, figli diDonBosco, questa voce che parla alle Chiese dell’Africa – per mezzo del Successore di Pietro e dei suoi pastori – è molto illuminante ed incoraggiante. Ci incoraggia di fatto ad essere inAfrica autentici evangelizzatori dei giovani attraverso l’educazione.Uno sguardo veloce ad alcune voci tipiche del nostro vocabolario carismatico e missionario, presenti nel testo della Africae Munus, ci fa percepire subito quanto la Chiesa e il Papa si aspettano daiSalesiani inAfrica.

Per esempio: – Giovani (n. 60 - 64).Questa gioventù è un dono e un tesoro di Dio (n. 60). Cari giovani: per acquisire il discernimento, la forza necessaria e la libertà di resistere a simili pressioni [ideologie, sette, denaro, droga, sesso facile, violenze], vi incoraggio a mettere Gesù Cristo al centro di tutta la vostra vita (n. 63); – Educazione (n. 134 – 138). Frequentare una scuola: è una questione di giustizia per ogni bambino e, molto più, ne dipende l’avvenire dell’Africa (n. 134). Le comunità e le istituzioni cattoliche non supereranno tale sfida (educativa) se non mantenendo la propria identità ecclesiale e ri- manendo gelosamente fedeli al messaggio evangelico e al carisma del fondatore (n. 77); – Evangelizzazione (n. 159 – 171; 173 – 174).

La MISSIO AD GENtES impegna tutti i cristiani dell’Africa (n. 162 ).Alzati,Chiesa inAfrica perché ti chiama il Padre celeste, che i tuoi antenati invocavano come Creatore prima di conoscerne la vicinanzamisericordiosa, rivelata nel suo Figlio unigenito,Gesù Cristo. Intraprendi il cammino di una nuova evangelizzazione con il coraggio che proviene dalloSpirito Santo (n. 173); – Catechesi. Per la Chiesa che è in Africa è necessario guidare le persone alla scoperta della pienezza dei valori delVangelo,mediante una catechesi ed un’inculturazione profonde (n. 93). Convienemantenere un legame vitale tra il catechismo imparato amemoria e la catechesi vissuta, inmodo tale che esso conduca ad una conversione di vita profonda e durevole (n. 32).

AFRICAEMUNUS - Esortazione Post Sinodale del Benedetto XVI SecondaAssemblea deiVescovi sull’Africa Servizio fotografico dell’Osservatore Romano 15 Il volto africano di Don Bosco 35 anni del Progetto Africa (1978 - 2013) Guardando alla spettacolare epopea di attuazione del ProgettoAfrica, deve essere evidente a tutti che nulla sarebbe stato possibile se il Signore non avesse scelto di lavorare attraverso i nostri confratelli.DonViganò lanciò ilProgetto Africa in risposta a una ispirazione dall’Alto, come egli soleva dire, e davvero unamano invisibile ci ha guidati lungo sentieri rapidi e sicuri perché tutto diventasse stupenda realtà.

Alcuni importanti fattori che hanno contribuito al successo del Progetto: a) La velocità con cui siamo stati capaci di estenderci in tutta l’Africa è dovuta all’entusiasmo con cui tutte le Ispettorie accettarono l’invito del Rettor Maggiore a partecipare alProgetto.Questoha suscitato grande entusiasmo missionario in tutta la Congregazione. Si può veramente dire che fu un progetto dell’intera Congregazione.

Ritengo che sia stato uno dei migliori esempi di sinergia a livello mondiale per la realizzazione di un progetto comune. Senz’altro potrebbe servire come stimolo per altri progetti.

b) Lagenerosità e lospiritodi sacrificiodeimissionarimerita tutta la nostra ammirazione.

Molti di essi ebbero serie difficoltà ad iniziare tutto da capo ed inserirsi nei luoghi ai quali erano destinati. Con coraggio affrontarono tutte le difficoltà e perseverarono, nonostante gli ostacoli che sembravano insormontabili.

Molti di questi pionieri prestano tuttora la loro opera in varie parti dell’Africa.Un segno questo del loro amore per le popolazioni africane e della loro identificazione con la causa dell’Africa.

c) L’aiuto finanziario fornito dalle Ispettorie madri, da diverse Procure salesiane, dalle ONG, e lamiriade dimodi con cui la Divina Provvidenza ci ha assistito sono un altro fattore.

L’assicurazione di Don Bosco che, fino a quando noi lavoreremo per i poveri e per la salvezza delle anime, la Divina Provvidenza non ci abbandonerà mai, si è verificata alla lettera nella realizzazione del ProgettoAfrica.

d) LaCongregazione ora ha un volto africano.

Il numero dei Salesiani africani cresce costantemente.

Ciò è dovuto all’impegno dei nostri confratelli nel cercare vocazioni locali fin dal principio del Progetto. Il risultato è che oggi abbiamo strutture per la formazione ben organizzate in tutta la Regione e ogni anno ci sono più di 100 novizi. Tutto questo è possibile con un buon piano di pastorale vocazionale.

Progetto Africa, frutto della sinergia della Congregazione (D. Chàvez, ACG 399 (2007Settembre), Lettera del RettorMaggiore «IO SONOVENUTO PERCHÉ ABBIANO LAVITA E L’ABBIANOINABBONDANZA» (Gv 10, 10b) Presentazione della RegioneAfrica-Madagascar 14 LE CASE SALESIANE APERTE INAFRICA NEGLIANNI 1979 - 2012 1979 Monrovia 1980 Malabo,Tambacaunda, Johannesburg, Robertsham, Maputsoe, Dodoma, Iringa,Mafinga, Korr 1981 Tappita,Ankililoaka, Bemaneviky,Mahanjanga,Tulear, Duéqoué, Porto Novo, Sikasso,Touba, Dondo, Luena, Goma 1982 Akure,Ondo, Ljely, Korhogo, Lomè,Malkerns, Luanda, Nairobi-Upperhill, Dilla 1983 Ebolowa,Chingola, Luwingu, Parakou, Kazembe,Moatse 1984 Ivato,Oyem, Lusaka, Embu 1985 Mikoneseng, Bamako, Kara,Wau,Abrigat 1986 Lungi,Conakry,Cononou, Kanakan,Thies, Karthoum, Mafinga,Makuyu, Nairobi, Nairobi-Utrume,Zway 1987 Betafo, Kandi,Calulu,Mafinga 1988 Onithsa, Lomé, Dodoma, Kinshasa-Luckunga, ospedale Lubumbashi, Lubumbashi-Studentat,Adua 1989 Bombo,AddisAbeba-Gotera 1990 Ivato, Lusaka,Cintasse 1991 Abijan-Koumasi, Luanda 1992 Sunyani, Brazzaville,Yaounde, N’Dalatando,Moshi, Nzaikoni 1993 Fianarontsoa, Bobo-Dioulasso,Osterbay, Shinyanga, Moambe 1994 Bangui, Lomé, Naitobi-Boys Home, Lubumbashi-Tabaconda 1995 Sarh, Harare, Lilongwe, Luanda-Lixeira, Famuli, Bujumbura, Lubumbashi-Bacania,Mbuji-Mayi, Dekemhare,Ashaima 1997 Nkhotakota, Shambyu, Lufubu, Rynfield, Benguela, Luanda,Goma-Ngangi, Lubumbashi-Procura 1998 Tulear, D’jamena, Lubumbashi-Jacaranda,Mekanissa 1999 Kinshasa, Debrezeit,Matunda 2000 Rosenhill-Mauritious, Bangui,Yaunde, Kakuma, Kabgayi, Gatenga, ElObeid, Nairobi-Dybes 2001 Liana 2002 Mansa, St.Louis, Kinshasa-Mansina,Uvira,Gambela 2003 Ambohidratino, Hwange, Kabwe, Lubumbashi-Ruashi 2004 AddisAbeba – St. Joseph, Bujumbura, Kinshasa - Maria Ausiliatrice, Lubumbashi – Ferme Jacaranda, Ennerdale, Viana 2005 Butare, ElObeid, Ibadan, Yaoundé –teologato, 2006 Asmara, Ashaiman, Freetown, Sunyani, Port Louis 2007 Adamitullu,Tonj,Wau, Kamuli 2008 Kakuma, Dakar, Ebolowa 2009 Morogoro 2010 Juba, Kigali, Lusaka –Makeni, Nkhotakota 2011 Porto Tokpota 2012 Shire, Soddo Sin Progetto Africa (secondo il 21.

CapitoloGenerale nuovi sono emanifatturiero.Salesiani africani.

Hwabgasin, Addis Abeba Adamitullu Kakuma Juba Novo – S dal principio del Capitolo Generale 1978) sono sorti, fino al 2003, 139 centri di Don Bosco. Tra questi perlomeno 45 centri istruttivi di carattere professionale agricolo e manifatturiero. Al presente ci sono più di 900 17 Il cammino della fede inAfrica Un tesoro prezioso è presente nell’anima dell’Africa, in cui scorgo «un immenso “polmone” spirituale per un’umanità che appare in crisi di fede e di speranza», grazie alle straordinarie ricchezze umane e spirituali dei suoi figli, delle sue culture multicolori, del suo suolo e del suo sottosuolo dalle immense risorse. (AfricaeMunus, 13) L’Africa, spesso conosciuta come il continente delle guerre e della povertà, è una terra dai mille volti. La sua principale risorsa è la popolazione che, ricca di tradizioni, guarda con dignità e determinazione il futuro.

IlDicastero per leMissioni dedica laGiornata Missionaria Salesiana del 2013 al continente nero. Un invito a conoscere meglio le peculiarità di questa terra e, in modo particolare, il lavoro che i Salesiani svolgono oggi.

Il carisma di Don Bosco inAfrica La presenza salesiana inAfrica ha radici lontane.

Don Bosco ebbe varie richieste, ma fu Don Rua, suo primo successore, a inviare i primi salesiani. Continuando il programma del fondatore, egli sostenne e sviluppò le attività della nascente congregazione, includendo l’Africa nel programma di espansione.

Nel 1891 i primi salesiani di origine francese, guidati da don Charles Bellamy, giunsero in Algeria per iniziare la fondazione dell’oratorio di san Luigi. Poi fu la volta della Tunisia, Egitto, Sudafrica, Mozambico, Repubblica Democratica del Congo,Marocco,… Ma la svolta si ebbe dopo ilCapitoloGenerale 21, quando ilVII successore di Don Bosco, Don EgidioViganò, lanciò in prossimità degli anni ’80 il Progetto Africa. Alcune Ispettorie furono chiamate ad inviare confratelli e a sostenere opere in Kenya, Lesotho, Senegal, Tanzania e altre nazioni africane. La presenza salesiana in questo vasto continente è senza dubbio frutto di questo grande progetto che la congregazione e la famiglia salesiana hanno compiuto. Oggi sono quasi 1500 i salesiani in Africa; la maggior parte di loro sono africani e sono il volto africano di Don Bosco! In questo momento i salesiani sono in 38 paesi dei 54 che compongono l’unione africana. Un progetto durato 25 anni: dal 1980 quando fu avviato, al 2005, quando il IX successore di Don Bosco, Don Pascual ChávezVillanueva, nel corso della una visita d’insieme alla regione Africa Madagascar lo dichiarò concluso.

Il catecumenato: cammino di fede La Giornata Missionaria Salesiana, oltre la conoscenza del lavoro salesiano in un particolare continente, offre anche un percorso di approfondimento tematico. Il focus per il 2013 è il catecumenato così come viene proposto e vissuto inAfrica.

Lo slogan scelto da Dicastero per leMissioni è “Il cammino della fede in Africa” e aiuta a mettere in evidenza diversi temi: • L’evangelizzazione dei giovani nella prospettiva dell’impegno educativo salesiano.

Don Bosco amava dire, riferendosi agli inizi della sua attività, che tutto era nato con la catechesi.

• Il catecumenato vissuto come cammino di educazione alla fede; un percorso di apprendimento, conoscenza e testimonianza che il cristiano è chiamato vivere in preparazione ai sacramenti dell’iniziazione Cristiana.

E, infine, la figura del catechista, testimone ed educatore di vita cristiana; una figura molto significativa e importante nella pastorale della chiesa africana.

L’Africa è senza dubbio il continente della vita: le statistiche lo descrivono come un continente giovane, con un’etàmedia di vent’anni.

Nonostante le guerre e lemalattie, che a volte possono cancellare intere generazioni, la presenza dei giovani è numerosa e vivace.

La proposta cristiana e salesiana viene accolta con serietà e grande entusiasmo.

1video 16 18 Negli anni il seme delVangelo è cresciuto grazie al lavoro dei sacerdoti, dei religiosi,ma soprattutto dei catechisti laici, veri missionari e testimoni della Parola.

Nella diocesi di Iringa, dopo i primi cento anni di annuncio delVangelo, è in corso una seconda evangelizzazione. La diocesi, insieme ad altre dellaTanzania, deve affrontare due sfide: il numero esiguo di sacerdoti e la vastità dei territori rurali. La risposta a queste due sfide è, consolidata da una lunga tradizione, l’azione dei catechisti laici. In molte diocesi africane, i catechisti sono importanti per la pastorale cristiana e hanno un compito fondamentale.

I catechisti sono chiamati ad essere i primi evangelizzatori nelle loro famiglie, nelle piccole comunità cristiane rurali, nelle stazionimissionarie e anche nelle parrocchie.Sono gli operatori dell’evangelizzazione e della pastorale catechistica lasciando ai sacerdoti il compito di amministrare i sacramenti.

Per svolgere questo compito, i catechisti devono avere una preparazione specifica, ben curata.

Il Centro di formazione Catechistico di Makalala assolve a questo compito con un corso biennale residenziale.Vengono impartite lezioni diBibbia,morale,magistero della chiesa, introduzione di psicologia e di metodologia, matematica, educazione civica, swahili, la lingua nazionale, e di inglese. A Makalala i salesiani, insieme alle Suore Missionarie di Santa Teresa diGesù Bambino della diocesi di Iringa e Tosamaganga, hanno creato un ambiente formativo centrato sulla condivisione del quotidiano.

Il percorso accademico prevede anche un inserimento graduale nell’attività pratica con un apostolato guidato e verificato dai responsabili del centro.

Quando ho detto al mio parroco che desideravo fare il catechistami ha risposto dicendo che avrebbe chiesto al centro catechistico di Makalala.Quando sono arrivato qui ho iniziato ad imparare le cose dello spirito, della fede e lamia fede ha iniziato a crescere emi ha aiutato ad andare a proclamare la Parola di Dio a tutti. (Yoanne) Asud diDar esSalam, capitale dellaTanzania, si trova la regione di Iringa che in lingua locale hewe significa “forte”. Una regione ampia circa 57milametri quadri, a circa 1500metri di altitudine sul mare. Qui, la fede cristiana è stata portata daimissionari benedettini tedeschi nell’ottobre del 1896. Poi, con la prima guerra mondiale, giunsero i Missionari della Consolata.

Per qualificarsi come catechisti, i giovani di Makalala non solo si prodigano negli studi,ma affrontano anche sacrifici. Emmanuela, per esempio, ha lasciato temporaneamente la sua famiglia e affidato suo figlio di 10 anni ai parenti per potersi formare adeguatamente. Sono felice – dice - di imparare le catechesi suGesù Cristo, ho imparato tanto suGesùCristo dalle lezioni, prima non conoscevo tante cose, ma ora conoscoGesù e ringrazio Dio.

Il papa Benedetto XVI scrive: I catechisti sono preziosi operatori pastorali nella missione di evangelizzazione. Il loro ruolo è statomolto importante nella prima evangelizzazione, nell’accompagnamento catecumenale, nell’animazione e nel sostegno delle comunità...

Sono Africani che hanno evangelizzato degli Africani. Questo ruolo importante nel passato, rimane essenziale per il presente e per il futuro della Chiesa. Li ringrazio per il loro amore alla Chiesa. (AfricaeMunus, 125) 19 2video La fede inAfrica -Tanzania Makalala scuola di catechisti 20 21 Per la Chiesa che è in Africa è necessario guidare le persone alla scoperta della pienezza dei valori del Vangelo, mediante una catechesi ed un’inculturazione profonde.

(AfricaeMunus 93) Sin dal loro arrivo inAngola, i Salesiani si sono impegnati a promuovere i valori umani fondamentali, l’evangelizzazione e il carisma salesiano.

La situazione storica ben presto aprì delle sfide. DonMartin Lasarte dice: Il contesto dell’Angola èmolto particolare.Noi salesiani siamo qui inAngola da quasi da 30 anni.Una realtà all’inizio molto difficile per causa della guerra e dell’epoca comunista durante la quale era proibito ai salesiani avere opere educative: potevamo solo lavorare nella parrocchia.Per questo nei nostri centri si è sviluppata molto la catechesi parrocchiale.

Luanda, capitale dell’Angola, con oltre 5milioni di abitanti, è una città piena di vita. Come l’intero paese, il 60% della popolazione ha meno di 20 anni. Dopo 2 decenni i segni della guerra civile si vedono ancora. Il più evidente è la vasta periferia dovemilioni di angolani, lasciato l’entroterra, hanno trovato casa.

I salesiani, fedeli al loro carisma, si sono impegnati in un’azione di educazione e di evangelizzazione coniugando alfabetizzazione, formazione professionale e catechesi.ALuanda operano anche in 2 grandi parrocchie, ciascuna articolata con vari centri di aggregazione e catechesi giovanile: la parrocchia di san Paolo e la parrocchia di SanGiuseppe diNazareth.

Nel 2012, in totale, sono stati oltre 10.800 i catecumeni che hanno frequentato i 21 centri di formazione e 637 i catechisti che vi hanno operato.

Nella parrocchia diSanPaolo, seguendo le indicazioni dell’arcidiocesi di Luanda, il cammino di formazione ai sacramenti dell’iniziazione cristiana dura 4 anni. Il primo, di precatecumenato, è una introduzione almistero diDio. Il cammino prosegue con il primo anno di catecumenato che si apre con il rito del segno della croce e si conclude con la consegna del simbolo degli apostoli: ilCredo.Durante l’anno ai catecumeni viene presentato il kerigma: la buona novella portata e rappresentata daGesù diNazareth.

Nel secondo anno viene presentata la chiesa, volto delCristo edel suomistero.Aconclusione del cammino viene consegnata la preghiera del PadreNostro. L’ultimoannosi concentra sui sacramenti dell’iniziazione cristiana e sull’impegno di vita personale.

Per accogliere imolti catecumeni la parrocchia di San Paolo ha stretto un accordo di collaborazione con alcune scuole statali che il sabato pomeriggiomettono a disposizione le aule pei propri istituti.Una scelta pastorale è stata quella di chiedere ai catecumeni, man mano che crescononella fede,di impegnarsi inungruppo.

Questo aiuta anche a coinvolgere i giovani nel cammino del post cresima.Aspiegarcelo è don StefanoTollu, responsabile della comunità del Buon Pastore, succursale della parrocchia San Paolo: tutti quelli che devono ricevere il sacramento e hanno dai 17 anni in su devono svolgere un servizio comunitario in una delle realtà sociali della nostra cappella.Che cosa sta creando questo? Sta creando una coscienza delCristo vivo che cammina in mezzo a noi e stiamo avendo delle piacevoli sorprese.

Nella parrocchia san Giuseppe di Nazareth che sorge nel “barrio Lixeira” - che in portoghese vuol dire quartiere dell’immondizia - due grandi sfide attendono i salesiani: la formazione dei numerosi catechisti e la vita quotidiana che pone i giovani in situazioni non sempre facili.

Don Santiago Boix dice: …chi frequenta la catechesi fa un cammino sacrificato e per convinzionemolte volte superando tante difficoltà, dalla mancanza di tempo, di soldi, alle difficoltà strutturali. Il cammino che fanno i nostri giovani, nella crescita della fede e spiritualità, inizia con un lavoro nelle periferie che offre diverse porte di entrata dei giovani nella nostra opera. Molti di loro arrivano attraverso lo sport – capoeira, football, basket – altri arrivano da altre opere salesiane, attraverso la scuola,molti cattolici emolti altri di altre chiese e altri per approfondire la propria fedeAltri arrivano anche dalle opere di alfabetizzazione o altre attività giovanili che si svolgono nelle nostre piccole comunità.Molti arrivano direttamente attraverso il catecumenato, chiedendo un cammino di crescita nella fede.tutto questo processo che si fa qui inizia con il lavoro nella periferia.

3video La fede inAfrica -Angola C’è del lievito a Luanda 22 23 La chiesami ha affidato la cura di 104 comunità.

È un’esperienza di grande crescita per me, di tanto arricchimento per l’esempio che ricevo dai catechisti, specialmente quelli che hanno l’incarico di dirigere la comunità nella preghiera, nella catechesi, nella carità. Vedere questi nostri fratelli, che hanno tante difficoltà, soprattutto di sopravvivere giorno per giorno con il lavoro nei campi, vedere che hanno fede e la costanza di pregare tutti i giorni, di invitare altra gente a pregare… è una vera testimonianza per me! (Don Josè Francisco López) In Angola ci sono undici opere salesiane e alcune presenze in via di sviluppo. Il lavoro di educazione ed evangelizzazione è intenso nei centri abitati come nelle zone rurali. Allontanandosi da Luanda, verso sud-est, sorgono due opere salesiane, una a Dondo e l’altra a Calulo. Oltre le attività – come l’aspirantato, le scuole di alfabetizzazione e professionali – dai due centri s’irradia una azione di evangelizzazione e catechesi che si estende per un raggio di centinaia di km. Le parrocchie di ognuna delle due opere comprendono ognuna circa un centinaio di piccole comunità cristiane, distanti tra loro e sparse su un ampio territorio.

Due i protagonisti della vita cristiana di questi centri: il catechista e il sacerdote.

Al primo il compito di animare la preghiera, curare la preparazione ai sacramenti, guidare le celebrazioni della parola; al secondo l’impegno di visitare periodicamente le comunità e amministrare i sacramenti, soprattutto quelli della penitenza e dell’Eucaristia.

Le comunità sono visitate saltuariamente dai missionari. Il loro arrivo è sempre motivo di grande gioia e occasione di sentite celebrazioni come l’eucaristia o il conferimento dei riti preparatori al battesimo che caratterizzano, in modo particolare, l’intera settimana santa.

Don Agustín Pascualini ha 72 anni, originario dell’Argentina è da 22 anni inAngola.A lui sono affidate altre comunità che segue con dedizione, senza risparmio di tempo e di energie.

Dice: Delle attività che noi realizziamo in questi villaggi, la più importante é l’evangelizzazione, insegnare quello cheGesù ha insegnato.

[…] La preparazione principale la fanno loro due ed è tutta questa comunità che appoggia con le sue preghiere e parla al vicino di quello che si fa nella chiesa.

Ed è proprio il catechista il secondo protagonista dell’evangelizzazione e della promozione del vangelo in queste aree rurali.Anche in Angola - come scrisse Giovanni Paolo II nell’esortazione apostolica Ecclesia In Africa - Il ruolo dei catechisti è stato e rimane determinante nella fondazione e nell’espansione della Chiesa in Africa.

Sono loro i primi responsabili della vita della comunità e, alcune volte, non solo di quella spirituale. La loro azione non è individuale, ma coinvolge anche la famiglia. Domingos MarinhaGama è catechista dal 1974; nel 1998 è stato nominato catechista centrale di Munenga.

Dice: Da quando ho iniziato il lavoro come catechista centrale ho incontrato molti ostacoli;ma, con l’aiuto di Dio, ho iniziato a vedere un cammino aperto e mi è cominciato a piacere. […] Il lavoro di catechesi continua sempre, perché è la mia vocazione. In qualunque momento, in qualunque tempo ho sempre avuto un gruppo da preparare ai sacramenti, perché si conosca meglio la luce di Cristo.

I catechisti generali hanno anche il compito di seguire la formazione permanente degli altri catechisti. Alexandre Manuel, che aiuta don LuisVictor Sequeira nei villaggi lungo il fiume Cuanza, ha anche questo compito. Dice: Come catechista generale di questa parrocchia riuniamo tutti i catechisti, ogni duemesi, per la preparazione, e, dopo, li accompagniamo anche nella visitamissionaria ogni venerdì, sabato e domenica e seguiamo le loro attività e, in particolare, le attività della catechesi.

Il Papa BenedettoXVI nella EssortazioneApostolica Africae Munus ha scritto: Cari catechisti, ricordatevi che, per un gran numero di comunità, voi siete il volto concreto e immediato del discepolo zelante ed ilmodello della vita cristiana.

(AfricaeMunus 127) 4video La fede inAfrica -Angola Operai nelle suemesse 24 25 La parrocchia Maria Ausiliatrice è situata ad est della città di Lomé, in un quartiere molto popolare, con molta gente proveniente dalla tradizione e convertitasi al cristianesimo. […] In questo territorio è forte una vitalità e un dinamismo popolare: quando uno si converte, egli si dona con tutto il cuore e con tutta l’anima alla religione cattolica. (donFerdinand Zigui) I salesiani giunsero a Lomé nel 1982, nell’ambito del Progetto Africa. I primi missionari trovarono una realtà giovane e in continuomutamento sociopolitico.Povertà, analfabetismo, infrastrutture insufficienti non hanno fermato i salesiani nel dedicarsi all’evangelizzazione e all’educazione dei giovani e dei ceti popolari.

La parrocchia Maria Ausiliatrice di Lomè si estende su un ampio territorio e comprende 80mila persone. In essa convivono 5 comunità parrocchiali presenti in quartieri che si sono sviluppati inbase all’appartenenze etnicheodiorigine: Gbényédji, Ablogamé, Akodesséwa, Dékadjévi eKanyikopé. Il cuore dell’attività pastorale è data dalla catechesi che prepara ai sacramentieallavitacristiana; unveroepropriocammino di fede. Essa è aperta sia ai ragazzi delle famiglie cristiane e sia ai giovani ed adulti che decidono per una conversione vera e propria.

Importante è il primo passo, quello della preevangelizzazione che vede nell’oratorio e nella scuola i principali luoghi d’incontro. Don Lucas Camino Navarro dice: Il processo di evangelizzazione, prima di entrare nel cammino di catecumenato, si realizza principalmente con la presenza fisica in questo quartiere con l’oratorio che è una attività che attraemoltissimo i giovani attraverso attività culturali, ricreative e altro, che fanno si che la gente venga con simpatia nella nostra chiesa cattolica, e la buona organizzazione che abbiamo. Da qui sorge la prima domanda: cosa devo fare per farmi cristiano?.. e accedono alla tappa propriamente detta del precatecumenato.

La durata del catecumenato è di 4 anni: 3 per il battesimo più uno per il sacramento della confermazione.

Segue, poi, un altro anno di approfondimento della fede cristiana.

L’attenzione alla formazione permanente dei neo cristiani e dei catechisti rientra tra le iniziative principali della parrocchia Maria Ausiliatrice.

François Kalenon, responsabile Scuola della Fede, dice: La Scuola della Fede è iniziata nella nostra parrocchia negli anni 90, nel 1991/92. Si tratta di una struttura che riguarda i giovani, i catechisti, i responsabili deiMovimenti.

Essa contribuisce allo sviluppo della fede e alla formazione dei catechisti permigliorare le lezioni di catechesi. I temi approfonditi sono la famiglia, ilmatrimonio, i sacramenti e quanto riguarda la vita quotidiana.tutto ciò permette di maturare nella propria vita di fede.

Ma questo cammino è segnato anche dalla fatica della fedeltà e dall’esperienza del fallimento, dal ritorno alle pratiche religiose tradizionali o nelle sette. Don Ferdinand Zigui, dice: Dopo il cammino catecumenale e dopo l’inizio nella vita cristiana, sono tanti che incominciano con una grande forza interiore, molto calorosamente, ma poi “cadono” a poco a poco […] Dopo un periodo però riscoprono la fede accorgendosi che sono “vuoti” e che conviene loro di riprendere il cammino della fede.

Il triduo pasquale, come nelle prime comunità cristiane, costituisce il culmine del cammino di catecumenato. A seconda delle necessità e delle possibilità, nei giorni precedenti la Pasqua si celebrano i riti preliminari al battesimo come l’effatà – che apre alla grazia dell’ascolto dellaParola diDio e alla sua professione – la consegna del Simbolo della Fede, sintesi della dottrina cristiana, e l’unzione dei catecumeni. La notte di Pasqua, la grande chiesa parrocchialediMariaAusiliatricediventa piccola per lemigliaia di fedeli che partecipano alla veglia. LaVegliadiPasquadiventa così, non solo il memoriale della resurrezione di Cristo, ma la celebrazione della vita nelle fede.

L’ascolto, i segni, il corpo, il canto, la musica e la danza esprimono e comunicano la gioia della vita in Dio e la solennità della celebrazione.

5video La fede inAfrica -Togo La parrocchia scuola della fede 26 27 Cari genitori, siamo Essi riflettono in qualche modo ciò che noi siamo, ciò che è la nostra famiglia. Non temiamo di educare i nostri figli secondo la nostra fede! Cari catechisti, la nostra missione è di creare la relazione dei ragazzi, dei giovani con ilCristo: è una grande responsabilità. Non abbiamo paura di comunicare la nostra fede ai nostri catecumeni.

(LéaMarie KABORÉ è catechista e animatrice alla parrocchia Madonna degli Apostoli e all’oratorio Don Bosco di Ouagadougou, Burkina Faso).

Testimonianze lo specchio dei nostri figli.

Testimonianza di LéaMarie KABORÉ – unamamma catechista Nel 1993, ho iniziato ilmio impegno nel gruppo catechesi-ragazzi. Questo gruppo di laici s’impegna, nella testimonianza della propria fede, a diffondere la Buona Novella diGesù in particolare tra i bambini.Già da ragazza non ho voluto tenere perme ilGesù chemi avevano fatto conoscere, quindi ho cercato di educare i bambini in questa fede, facendo loro scoprire la gioia che si prova quando si incontra il Cristo.

Cerco di offrire loro una catechesi che non sia solo un insegnamento bensì una catechesivita, catechesi vissuta nel quotidiano.

La motivazione del mio impegno: aiutare i ragazzi a trovare una vita di fede.

All’Oratorio Don Bosco, viviamo questa catechesi nello stile salesiano con gioia e ottimismo.

Cerchiamo di educare i nostri oratoriani a scoprire Dio tramite le “buone notti”, la Parola di Dio e diverse attività gradite dai ragazzi… Amici, viviamo la nostra fede Cari giovani di tutto ilmondo, impegnatevi nei Movimenti affinché siate sale, luce e lievito per continuare a costruire la Chiesa e il nostro mondo nella pace, la riconciliazione e la giustizia.

Non abbiate paura di testimoniare che siete discepoli di Cristo.

Testimonianza di Hélène – una giovane catecumena Prima amessa catechesimi Ascoltavo attentamente la “Mamma catechista” le cui domande mi facevano riflettere sullamia vita.tre anni dopo sono stata battezzata e lamia conGesù, cheColui loromissione cristiana ad annunciare la Parola diDio. Ricordiamoci che il futuro è nostro; siamo gli adulti di domani.

Caro giovane, rifletti a queste domande:Chi sono oggi ?Quale è il senso dellamia vita?Su chi fondo lamia vita?Come sto costruendo ilmio futuro già da oggi? (Hélène) Testimonianza di Hrrvé – un giovane catecumeno Ho graditomoltissimo ilmio comunità nonostante alcuni compagni mi a giocare con loro.Ho fatto la prima comunione nel 2006 e, tre anni dopo, sono stato cresimato.Da allora sento ilmio cuore pieno di gioia e vado aMessa a seguire la catechesi, poiché siamo abbandonare tutto ciò che conduce almale diverse attività dellaChiesa. (Hervé) Testimonianza di Steve Jonas – un giovane catecumeno Il mio dellamia sabato, meravigliando la catechista con lemie risposte quasi sempre giuste. Quando ho ricevuto il corpo di Cristo per la prima volta ho sentito nelmio daCristo, Gesù fa risuonare nelmio cuore questa sua parola:tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. (Mt 25,40) (Steve Jonas) della cresima non andavo a messa né ascoltavo alcun consiglio da chiunque, e non conoscevo alcuna preghiera. Dopo aver iniziato la catechesi mi sono resa conto che ero come una pecora smarrita. Ascole ho deciso di vivere la mia vita con Gesù, impegnandomi nell’Azione Cattolica dei Ragazzi. Cresimata, ora, mi rendo conto che Colui su cui fissiamo il nostro sguardo ci dà la forza di affrontare gli ostacoli. Ai giovani dico: sì, Gesù è la via, la verità e la vita. E li invito a compiere la loro missione nella Chiesa: c’è tanto da fare e noi, giovani, siamo forti e dobbiamo aiutare la comunità cri- gradito moltissimo il mio cammino catecumenale : sono nato in una cattolica. Ogni giovedì e sabato sera partecipavo alla catechesi dicessero di andare piuttosto ia a Messa regolarmente ogni domenica. Invito tutti i giovani costruttori e non consumatori; ad al male e a partecipare piuttosto alle cammino nella catechesi è stato iniziato dalla mamma, radicato nella pratica cristiana della mia famiglia fino all’età di sei anni quando poi ho frequentato la catechesi in parrocchia, ogni giovedì e sasentito come un fremito nel mio essere. Conquistato da Cristo, sono stato cambiato da ciò che ho vissuto. Mi rivolgo a tutti i giovani del mondo, in particolare a quelli del Burkina Faso: siano pronti ad annunciare la Parola di Dio ora e sempre, ad abbandonare ogni atto che non ci aiuta a testimoniare la presenza di Dio. Su! siamo il lievito del nostro mondo. La mia esperienza con 28 29 Contribuisci alla formazione dei catechisti e alla produzione di sussidi catechetici in locali lingue africane! Dona borse di studio ai catechisti più poveri! Appoggia la produzione di sussidi per i corsi di formazione dei catechisti! Sostieni l’acquisto della Bibbia, del Catechismo, e di altri libri per la catechesi! Esorto i Vescovi e i sacerdoti a prendersi cura della formazione umana, intellettuale, dottrinale, morale, spirituale e pastorale dei catechisti, prestando grande attenzione alle loro condizioni di vita per salvaguardare la loro dignità. Non dimentichino i loro legittimi bisogni materiali, perché l’operaio fedele della vigna delSignore ha diritto ad una giusta retribuzione (cfr Mt 20,1-16), in attesa di quella che il Signore darà in maniera equa, perché Lui solo è giusto e conosce i cuori.

(Benedetto XVI, Africae Munus, 126) Per il trasferimento del denaro raccolto: Fondazione Don Bosco nelMondo Via della Pisana, 1111 – 00163 Roma Banca Popolare di Sondrio –Agenzia 2, Roma, Italia IBAN IT 26V 05696 03202 000008100X30 (per Euro) IBAN IT 13 Z 05696 03202VAR US 0008100 (per USD) SWIFT: POSOIT22 Causale: GMS 2013 Tel. (+39) 06 6561 2764 • E-Mail: donbosconelmondo@sdb.org web: www.donbosconelmondo.org ProgettoGMS 2013 In Angola a Luanda: Nel 2012, in totale, sono stati oltre 10.800 i catecumeni che hanno frequentato i 21 centri di formazione e 637 i catechisti che vi hanno operato.

(Vedi video 3) InAngola a Dondo e a Calulo: Calulo ha più di 100 villaggi, ciascuno con il suo catechista. A Moxico ci sono villaggi a 600 km dalla sede, quasi inaccessibili. Il sacerdote può arrivare solo una volta per anno. E là ci sono delle chiesette e delle comunità cristiane animate dai catechisti. (Vedi video 4) In Tanzania a Makalala: Il centro catechistico, organizzato come un vero e proprio campus, accoglie e prepara i catechisti laici di varie diocesi.Vengono impartite lezioni di Bibbia, morale,magistero della chiesa, introduzione di psicologia e dimetodologia,matematica, educazione civica, swahili, la lingua nazionale, e di inglese.

(Vedi video 2) InTogo a Lome: La Scuola della Fede. Si tratta di una struttura che riguarda i giovani, i catechisti e i responsabili deiMovimenti.

Essa contribuisce allo sviluppo della fede e alla formazione dei catechisti permigliorare le lezioni di catechesi. I temi approfonditi sono la famiglia, il matrimonio, i sacramenti e quanto riguarda la vita quotidiana.

(Vedi video 5) 30 31 Manifesto (poster) Opuscolo Immaginetta con una preghiera DVD con testi in diverse lingue, presentazioni (PowerPoint) e cartelle fotografiche DVD con 5 video: I video proposti per laGiornataMissionaria Salesiana 2013 raccontano il lavoro pastorale dei Salesiani in alcuni paesi dell’Africa e sono accomunati da alcuni elementi che di volta in volta emergono inmaniera differente: il catecumenato, la stretta collaborazione tra sacerdoti e catechisti, il triduo pasquale e i riti battesimali.Ogni video, inoltre, è commentato da una breve citazione dell’Esortazione Apostolica Postsinodale Africae Munus di Benedetto XVI.

Il primo video, Il cammino della fede inAfrica, a carattere generale, racconta brevemente il sorgere e lo svilupparsi del carisma salesiano nel continente africano e l’importanza della scelta pastorale fatta dallaChiesa in questa terra: il catecumenato come cammino di conversione e formazione alla fede cristiana.

Il secondo video, Makalala scuola di catechisti, è dedicato al catechista, figura importante nell’azione pastorale africana.Viene presentato il lavoro di formazione che si svolge aMakalala, nel sud dellaTanzania.

Il terzo C’è del lievito a Luanda e il quarto Operai nella sua messe, presentano il lavoro salesiano di evangelizzazione inAngola in due contesti diversi. Il primo caratterizzato delle problematiche dei grandi centri urbani; il secondo connotato dal lavoro capillare deimissionari chiamati a raggiungere gli innumerevoli villaggi sparsi su ampi territori. In ambedue le situazioni è forte e necessaria la stretta collaborazione tra consacrati e laici, sacerdoti e catechisti.

Il quinto La parrocchia scuola della fede, descrive il lavoro e l’organizzazione dell’ampia parrocchia Maria Ausiliatrice di Lomè, Togo. In modo particolare si sofferma sul culmine del cammino del catecumenato: il triduo pasquale, vissuto con grande profondità e gioia.

Domande per la riflessione Viste le ricche esperienze del cammino di fede inAfrica, nel tuo contesto quali sono le possibilità del primo annunzio, della catechesi e del catecumenato? Il continente africano spesso viene visto da una prospettiva di povertà, sofferenza e guerre. Quali attività potresti intraprendere per conoscere meglio la realtà africana, ricca di fede e di valori umani? Nell’Anno della Fede, come puoi far rivivere la tua fede e la fede dei giovani? Sussidi didattici AFRICA - colore verde Nell’Anno della Fede preghiamo il Rosario missionario Come comunità salesiana o Comunità educativo – pastorale contempliamo con gli occhi di Maria i misteri di Cristo rivelati e annunciati in cinque continenti.

AMERICA - colore rosso ASIA - colore giallo EUROPA - colore bianco.

OCEANIA - colore azzurro Campagna mondiale di preghiera Per l’Anno della Fede la Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli lancia una campagna mondiale. Attraverso la preghiera del Santo Rosario vuole accompagnare l’opera dell’evangelizzazione nel mondo intero e per tanti battezzati la riscoperta e l’approfondimento della fede’.

Il Papa Benedetto XVI dice ai Direttori nazionali delle Pontificie Opere Missionarie: Nei nostri giorni, la missione ha bisogno di una preghiera più intensa.( 11 Maggio 2012) Che cosa è il Rosario missionario? Nel Febbraio del 1951 il Venerabile Mons. Fulton J. Sheen (arcivescovo statunitense, 1895 – 1979) ha lanciato tramite la radio (The Catholic Hour) il ‘World Mission Rosary’ (Rosario missionario). Il Rosario è composto da cinque colori, che rappresentano i cinque continenti.

Le intenzioni principali sono per la pace nel mondo e per l’annuncio del Vangelo.

Preghiera Gesù, cammina con me Gesù, resta con me Gesù, fa risuonare la tua parola di vita in me Gesù, non lasciarmi mai La mia bocca pronunci sempre parole di pace Le mie orecchie siano sempre attente alla tua voce Il mio cuore non diventi mai insensibile Mai accada che io allontani da me i piccoli e i poveri Maria, regina dell’Africa, proteggi i tuoi figli Maria, Madre della Chiesa, sii nostro aiuto Rendici solleciti per aiutare chi è nel bisogno Insegna alle nostre labbra a cantare la grandezza di Dio Gesù, cammina con me Gesù, resta con me Gesù, fa risuonare la tua parola di vita in me Gesù, fa di me un tuo testimone.

Amen Direzione Generale Opere Don Bosco Via della Pisana, 1111 - 00163 Roma Tel. (+39) 06 656.121 - Fax (+39) 06 656.12.556 - e-mail: cagliero11@gmail.com Tipolitografia: Istituto Salesiano Pio XI - Tel. 06.78.27.819 - E-mail: tipolito@donbosco.it