Cettina Cacciato, fma
Questo contributo mette in rilievo alcuni aspetti dello spirito di don Bosco che le Superiore generali dell’Istituto delle FMA hanno evidenziato nelle Lettere Circolari. Non è un’analisi storica, né una sintesi teologica dei vari elementi emersi, il contributo intende semplicemente dar voce ai riferimenti allo spirito di don Bosco più ricorrenti nelle Circolari e, nel suo insieme, esprimere alcuni aspetti caratterizzanti la spiritualità “boschiana”.[1]
Pur potendo documentare il tema con diverse fonti che costituiscono il Magistero dell’Istituto delle FMA,[2] ho preso in considerazione, in quanto non ancora esplorate da quest’ottica, le Lettere Circolari inviate dalla Superiora generale dalla morte della Confondatrice Maria Domenica Mazzarello (1881), denominata “prima Figlia di Maria Ausiliatrice e di D. Bosco”,[3] fino alla sua Canonizzazione (1951). Le Lettere Circolari sono presentate seguendo una linea storica scandita in base agli anni di governo della Superiora generale.[4]
Le Lettere Circolari del primo trentennio dell’Istituto non hanno una periodicità costante,[5] né una numerazione prima del 24 novembre 1914, anno in preparazione al centenario della nascita di don Bosco, con la Circolare n.1.[6] Sono considerate veicolo privilegiato di valori spirituali e salesiani, dunque di natura formativa. Il contenuto, infatti, lungo il mese doveva essere oggetto delle conferenze settimanali delle direttrici e fare da supporto alla preoccupazione di dare forma alla “figlia di D. Bosco e di Maria Ausiliatrice”,[7] di configurarla al modello di religiosa quale voleva il Fondatore.
L’Istituto delle FMA ha continuamente fatto riferimento allo spirito di don Bosco come garanzia di vitalità e continuità della sua missione e questo riferimento, ampiamente documentato,[8] mi piace ipotizzarlo come un proseguimento dell’intuizione di Maria Domenica Mazzarello che, in occasione del suo primo incontro con don Bosco a Mornese, proclama apertamente la sua risonanza spirituale: Don Bosco è un santo e io lo sento.[9]
(22 gennaio 1882 – 24 giugno 1924)
Le prime Lettere Circolari sono una condivisione di semplici orientamenti spirituali che sgorgano spontanei dal cuore della Superiora generale così “com’era solito fare don Bosco”[11] a principio di un nuovo anno con la consegna della tradizionale Strenna. Madre Caterina Daghero conosce personalmente don Bosco, con il quale collaborò sette anni,[12] gli è teneramente affezionata e riferendosi a lui nelle Lettere Circolari gli attribuisce il titolo di “amato e santo fondatore”, di “venerato caro nostro Padre” di cui riconosce l’infaticabile operosità che deve caratterizzare anche le sue figlie.[13] In una Lettera Circolare del 1894 compare per la prima volta l’espressione spirito di don Bosco,[14] spirito che deve continuare a vivere nella vita della Figlia di Maria Ausiliatrice.
Le FMA hanno don Bosco come padre e Maria Ausiliatrice come madre[15] e questo le rende membri di una nobile famiglia di cui mostrarsi sempre degne. È frequente, infatti, nelle Lettere Circolari l’esortazione della Superiora a dare “onore a D. Bosco ed alla Congregazione”[16] con la santità di vita. Questo tipo di esortazione è spesso messo a conclusione quale auspicio che quanto proposto nella Lettera Circolare sia accolto e praticato ricordando gli esempi del Padre don Bosco che dal cielo veglia continuamente sulle sue figlie, e sorride nel vederle “degne di lui e della divisa che portano.”[17] La FMA nel vivere le pratiche di pietà e nello svolgere le occupazioni assegnate[18] dev’essere certa dell’aiuto di don Bosco che “dal cielo protegge visibilmente” le sue figlie e le assiste insieme a Maria SS. Ausiliatrice.[19]
Se per la FMA l’abito religioso è un richiamo continuo alla promessa fatta al Signore, nel giorno della professione religiosa, di osservare la Regola di don Bosco, ciò che la distingue e la rende “vera figlia di Don Bosco”[20] è la carità, è l’avere buone maniere con tutti. “Carità dolce e paziente”, “zelo infaticabile” sono espressione di quel “carattere che il venerabile fondatore ha voluto imprimere in tutto quello che è suo e di Maria Ausiliatrice”.[21]
L’osservanza della Regola, segno della fedeltà a don Bosco
Per conservare “lo spirito del venerato Fondatore”[22] è fondamentale l’osservare la Regola che oltre a rendere le FMA vere Figlie di D. Bosco garantisce loro la salvezza eterna.[23] Questa costante esortazione si fonda sul dato storico che le prime Costituzioni delle FMA sono state redatte da don Bosco stesso e sono, nella coscienza collettiva delle suore, la loro carta d’identità, l’eredità spirituale del Fondatore.
La preoccupazione dell’osservanza come fedeltà allo spirito di don Bosco emerge in toni più apprensivi dopo la revisione delle Costituzioni del 1905, dalla quale si hanno le nuove “Costituzioni dell'Istituto delle figlie di Maria ausiliatrice fondate da Don Bosco”.[24] Nel presentarle la Superiora precisa che vengono dalla Santa Sede e che don Bosco “teneva per comando fino ogni desiderio del Sommo Pontefice”.[25]
Nelle prime FMA è chiara la consapevolezza che la carità è il cuore della spiritualità del Fondatore. Don Bosco “ha sempre raccomandato con l’esempio e con le parole”[26] la carità da vivere tra le sorelle e con la gioventù. È quella carità pastorale che don Bosco impara da Gesù buon pastore, che ha le sue radici nella sacra scrittura,[27] e che rende fecondo l’apostolato, infatti: “soltanto con mezzi soprannaturali si riesce a rendere la propria missione eminentemente educativa”.[28]
Carità dalle mille sfumature: “binario salesiano verso il paradiso”[29]
La carità è tra le virtù più ricorrenti nelle Lettere Circolari, anche come termine è presente più volte nella stessa Circolare.[30] “La pratica della carità e dello zelo infaticabile” [31] dimostrano lo spirito del sempre amato Padre il quale, trattando con ogni genere di persone, “sapeva essere sempre sì amabile e cortese che tutti riportavano le più gradite impressioni”.[32] Insieme a “pazienza, zelo e spirito di sacrificio, diligente vigilanza e fermezza”[33] la carità è la condizione fondamentale per riuscire nella pratica del sistema preventivo, che richiede un vero lavorio su se stesse. Ogni FMA ha il dovere di applicare il “metodo preventivo”, il “metodo salesiano” secondo gli insegnamenti di don Bosco,[34] e la Superiora generale sollecita più volte a studiarlo personalmente.[35] Le FMA esercitando la carità nei pensieri e nelle parole mostreranno, in particolare alle giovani, il “timbro paterno”[36] che è in loro.
La carità sta anche a fondamento dello spirito di famiglia,[37] come pure dello spirito salesiano.[38] Insieme all’allegria e alla santa letizia,[39] la carità è la condizione imprescindibile per una feconda missione educativa e vocazionale.[40] La storia documenta che la carità è aperta a tutti ed è attenta a tutti[41]… ai figli dei richiamati sotto le armi,[42] ai militari feriti: è una carità all’insegna di un sano realismo storico.
Gli elementi formativi ‘boschiani’ ricorrenti nelle Circolari dei 43 anni di governo di C. Daghero sono sintetizzati nella prima Lettera Circolare di chi le succede, madre Luisa Vaschetti, che così scrive: “…inculcava soventissimo di coltivare in noi e attorno a noi lo spirito del venerabile Padre e Fondatore, ritraendone specialmente la dolcezza, la serenità, l’affabilità delle maniere”.[43]
(24 settembre 1924 - 24 ottobre 1943)
Molti riferimenti a don Bosco[44] sono in continuità con quelli delle Lettere Circolari precedenti ma appare più intenzionale ed esplicita l’attenzione al sistema educativo di don Bosco,[45] alle missioni,[46] alla catechesi,[47] anche a motivo della beatificazione del Fondatore, evento che interpella all’imitazione delle sue virtù ed anche illumina di luce nuova la vita di Maria Domenica Mazzarello chiamata da don Bosco a lavorare in conformità del suo spirito.[48]
Nell’imminenza dell’apertura dell’anno santo del 1925 la Superiora commenta l’invito rivolto da Papa Pio XI alla cristianità: santificarci per santificare il piccolo mondo che ci circonda.[49] La santità di vita è il risultato del dovere ben fatto nella consapevolezza di compiere la volontà di Dio,[50] argomento poi ripreso nell’approssimarsi della beatificazione di don Bosco.
“Fare don Bosco”
La Circolare del 24 giugno 1929[51] è tutta una lode di ringraziamento a Dio perché “il Fondatore e Padre è salito al soglio dei beati”, con gioia la Superiora esorta a “fare D. Bosco”, parola d’ordine in occasione della sua beatificazione. Ma, per “fare D. Bosco”, per diventare sante come lui, “bisogna restare molto vicine a nostro Signore” nelle occupazioni e preoccupazioni della giornata.[52] Agli occhi di tanti nostri contemporanei forse la spiritualità ‘boschiana’ potrebbe apparire poco impegnativa e di debole spessore. Di fatto esige fortezza ed equilibrio interiore, capacità di vivere la contemplazione nell’azione per fare del lavoro e degli incontri quotidiani il luogo della comunione con Dio;[53] esige allenamento per conservare l’uguaglianza d’umore e il “brio dell’anima, anche nelle attempatelle”,[54] e impegna a portare il piatto della buona cera a tavola. È la mistica del quotidiano a portata di tutti, anche delle ragazze, fatta di atteggiamenti e gesti che vivificano e fecondano le case rendendole aperte alle giovani.[55]
Nella fedeltà allo spirito educativo di don Bosco è la garanzia della santità[56]
Tratto caratterizzante la spiritualità della FMA è la spiritualità educativa,[57] verso la cui piena assunzione da parte delle FMA molto contribuisce il magistero di don Filippo Rinaldi.[58] Afferma madre L. Vaschetti: “Noi donne non raggiungeremmo la perfezione del nostro stato se non conseguissimo appieno lo spirito del nostro Istituto…” cioè l’essere pienamente “educatrici delle fanciulle”.[59] Ora, lo spirito dell’Istituto è quello “di cui viveva e con il quale esercitava le virtù Don Bosco” e per comprenderlo bisogna penetrare la grandezza del suo cuore apostolico,[60] cuore instancabile nell’opera di salvezza delle anime. Il da mihi animas coetera tolle è il motto che ricorre spesso nelle opere salesiane e che imprime ad esse lo stile caratteristico.[61]
È, dunque, nell’impegno costante di “santificazione della gioventù, per mezzo della sua cristiana educazione”[62] che si merita il “nobilissimo titolo di educatrici”[63] e si realizza la santità della FMA, secondo gli esempi di don Bosco e della serva di Dio Maria Mazzarello.[64]
Nella cura per le missioni e la catechesi
L’attenzione alle missioni, “eredità assegnataci dal nostro padre Don Bosco”,[65] ritorna più viva nel governo di madre Vaschetti, sia per esperienza personale[66] sia per sollecitudine della Santa Sede.[67] Più volte madre Vaschetti perora la causa delle missioni.[68] Vuole che le missionarie siano ben istruite nella dottrina cristiana e in grado di attirare le ragazze “ad ascoltare volentieri la spiegazione del catechismo”[69] e fare come don Bosco che “con un'abilità tutta sua propria e sempre a base di sacrificio”[70] rese attraente la catechesi. Nell’anno giubilare del primo sogno di don Bosco[71] è frequente nelle Lettere Circolari l’incoraggiamento ad intensificare lo studio del catechismo. Per questo la Superiora non manca di invitare le suore a una seria verifica sulla catechesi “per vedere se si vive secondo lo spirito voluto da don Bosco e tracciato nel sogno”.[72] Il principio e il fine dell’azione educativa di don Bosco è l'istruzione catechistica. La sua opera iniziò con una lezione di catechismo e da noi, afferma la Superiora, San Giovanni Bosco vuole che l'insegnamento catechistico sia “un insegnamento formativo”.[73]
Nell’approssimarsi della Canonizzazione, le Lettere Circolari insistono sull’imitare il Fondatore nella passione per la salvezza delle anime ed esplicitano gli elementi caratterizzanti la vita religiosa salesiana.[74]
(24 ottobre 1943 – 24 novembre 1957)[75]
Lungo i 14 anni di governo di madre Linda Lucotti si celebrano diversi anniversari, tra cui il centenario dello stabilirsi di don Bosco a Valdocco.[76] Così la Superiora commenta l’evento: “che cosa portò don Bosco a casa Pinardi il 12 aprile 1846? …portò il suo spirito multiforme e composto di preziosissimi elementi” tra i quali due virtù, la “luce di purezza e la eroica povertà”, entrambi fonte di fecondità apostolica insieme a spirito di mortificazione, di distacco e di temperanza.[77]
In una Lettera Circolare successiva la Superiora scrive: “le ragazze che frequentano il nostro oratorio trovano quello che i ragazzi di Don Bosco trovarono presso la tettoia Pinardi, cioè onesta e piacevole ricreazione… Una solida formazione religiosa e morale, e il calore di un cuore palpitante di carità?”[78]
L’Oratorio, in particolare nel periodo del dopo-guerra, è raccomandato come opportunità per la ricostruzione del tessuto sociale e religioso. A riprova di ciò, e anche della forza che un ambiente educativo esercita sulla formazione dei giovani, viene trascritta la testimonianza di un ex-allievo dei primi anni dell’oratorio di don Bosco: “Lentamente, frequentando l'oratorio festivo, rinascevo alla vita dello spirito”.[79]
La Lettera Circolare del 24 ottobre 1944 commemora l'80º anniversario del primo incontro a Mornese tra Maria Mazzarello e don Bosco.[80] L’enfasi del ricordo di quell’incontro, e certamente la preparazione alla canonizzazione di Maria Mazzarello, hanno consolidato un modo di richiamare due modelli di santità: don Bosco e Madre Mazzarello.[81] Don Bosco è santo, ed è “intimamente convinto che nulla vi è di meglio della volontà del Signore” e del conformarsi ad essa, per questo “nel praticarla pose ogni studio”.[82]
“E con Don Bosco Santo”, scrive la Superiora, “avremo anche una Madre Santa, quella su cui modellarci; avremo la guida sicura e la via della religiosa perfezione. La nostra beata ha sempre avuto come un assillo persistente quello di imitare Don Bosco. È nota l’espressione che era solita ripetere alle suore: ‘viviamo alla presenza di Dio e di Don Bosco’. Ebbene, Don Bosco fu canonizzato nell’anno santo della Redenzione esteso a tutta la cristianità, e la nostra Beata Madre sarà canonizzata in questo anno santo esteso a tutta la cristianità (24 giugno 1951). Perciò anche in questa suprema gloria il Signore dispone che Madre Mazzarello abbia imitato don Bosco”.[83]
Se la celebrazione delle feste centenarie è stata differita a motivo del primo conflitto mondiale,[84] quella verso il bicentenario della nascita di don Bosco ci trova invece riuniti in Congresso mondiale, come Famiglia Salesiana a celebrare don Bosco maestro di vita spirituale che ricorda ad ogni FMA di essere il monumento vivente della sua riconoscenza all’Ausiliatrice e il suo grazie prolungato nel tempo (cf Costituzioni FMA 4). “Vivere questa nostra identità è la migliore preparazione e il dono più bello che possiamo fare a don Bosco nel cammino verso il bicentenario della sua nascita”.[85]
[1] In riferimento alla spiritualità di don Bosco, afferma Giuseppe Buccellato, si dovrebbe iniziare a parlare di spiritualità “boschiana”, anche per dare ragione dell’originale sintesi operata dal santo e non solamente per il fatto che in molti dizionari di spiritualità la voce ‘spiritualità salesiana’ è riferita a san F. di Sales e santa M. F. di Chantal, cf Buccellato Giuseppe, Alle radici della spiritualità di san Giovanni Bosco. L’influsso di alcuni santi nella vita spirituale e apostolica del fondatore dei salesiani, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana 2013; Semeraro Cosimo, Presentazione, in ivi, 5.
[2] Rimando al contributo di Ruffinatto Piera, La fedeltà allo “spirito di don Bosco” chiave interpretativa della metodologia educativa delle FMA, in Ruffinatto P. – Sëide M., L’arte di educare nello stile del sistema preventivo. Approfondimenti e prospettive, Roma, LAS 2008.
[3] Lettera Circolare 24 aprile 1923.
[4] Mi è impossibile, in questa sede, riferire tutte le coordinate storiche, culturali e di spiritualità del lungo periodo preso in considerazione, rimando, perciò, agli altri contributi del presente Congresso.
[5] La periodicità mensile, con la data del giorno 24, come è tutt’ora, è da ricollegarsi ad una proposta presentata nel Capitolo generale VII dell’Istituto delle FMA.
[6] Nella Lettera Circolare del 24 novembre 1914, una delle tante scritte nell’anno che commemora il centenario della nascita di don Bosco, la Superiora generale esorta le FMA a dare consolazione al Santo Padre Benedetto XV seguendo fedelmente la via che ha tracciato il Fondatore e commemorando il più fervorosamente possibile il giorno 24 di ogni mese in onore di Maria SS.ma Ausiliatrice.
[7] Lettera Circolare del Marzo 1889; Lettera Circolare del 6 gennaio 1904.
[8] Cf Ruffinatto Piera, La fedeltà allo “spirito di don Bosco” chiave interpretativa della metodologia educativa delle FMA, in Ruffinatto P. – Sëide M., L’arte di educare nello stile del sistema preventivo. Approfondimenti e prospettive, Roma, LAS 2008, 19.
[9] Maccono Ferdinando, Santa Maria D. Mazzarello confondatrice e prima superiora generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Vol. I, Torino, Istituto Figlie di Maria Ausiliatrice 1960, 149. L’episodio è richiamato anche nella Lettera Circolare 24 ottobre 1944.
[10] Con la Circolare del 24 novembre 1914, com’era consuetudine presso i Salesiani, la Vicaria generale trascrive il pensiero della Superiora generale e delle altre Consigliere.
[11] Lettera Circolare 22 gennaio 1882.
[12] Cf Cavaglià Piera, Una formatrice coraggiosa in un tempo di svolte. Madre Caterina Daghero (1856-1924), Cumiana, 8 ottobre 2006, in (19 agosto 2010), Bancadati Istituto FMA.
[13] Cf Lettera Circolare 6 gennaio 1885; Lettera Circolare 24 gennaio 1917; Lettera Circolare 24 gennaio 1945.
[14] Cf Lettera Circolare 6 gennaio 1894.
[15] La Circolare del 29 gennaio 1914 e le successive, 17 febbraio 1914, 4 aprile 1914, 24 maggio 1914, 24 novembre 1914, ricordano l’approssimarsi dei due centenari: la nascita di don Bosco e il titolo mariano di Auxilium christianorum.
[16] Lettera Circolare 6 gennaio 1891.
[17] Lettera Circolare 6 gennaio 1892.
[18] Cf Lettera Circolare 6 gennaio 1898.
[19] Lettera Circolare marzo 1889.
[20] L. cit
[21] Lettera Circolare 17 febbraio 1914.
[22] Lettera Circolare 1 marzo 1917.
[23] Come garantisce don Bosco, cf Lettera Circolare 18 dicembre 1888.
[24] Lettera Circolare 15 ottobre 1906.
[25] L. cit.
[26] Lettera Circolare 6 gennaio 1891.
[27] Lettera Circolare 24 maggio 1918, in essa si fa esplicito riferimento all’opuscolo sul Sistema Preventivo.
[28] Lettera Circolare 24 marzo 1923
[29] L’espressione è presa dalle Circolari della Superiora Luisa Vaschetti, cf Lettera Circolare 24 maggio 1932.
[30] Lettera Circolare 24 maggio 1918; Lettera Circolare 24 luglio 1918; Lettera Circolare 24 luglio 1919.
[31] Lettera Circolare 17 febbraio 1914; Lettera Circolare 24 dicembre 1914; Lettera Circolare 24 maggio 1918.
[32] Lettera Circolare 6 gennaio 1904.
[33] Lettera Circolare 24 maggio 1918.
[34] L. cit. L’argomento è approfondito da Ruffinatto P., La fedeltà allo “spirito di don Bosco”, op.cit.
[35] Cf Lettera Circolare Epifania 1908; Lettera Circolare 17 febbraio 1914; Lettera Circolare 24 novembre 1914.
[36] Lettera Circolare 17 febbraio 1914; Lettera Circolare 24 dicembre 1914.
[37] Cf Lettera Circolare 24 luglio 1916; Lettera Circolare 24 ottobre 1916, Lettera Circolare 24 gennaio 1917.
[38] Lettera Circolare 9 gennaio 1902; Lettera Circolare 24 luglio 1921.
[39] L. cit; anche Lettera Circolare 24 marzo 1920; Lettera Circolare 24 marzo 1921; Lettera Circolare Torino 24 giugno 1930.
[40] Lettera Circolare 24 gennaio 1920; Lettera Circolare 24 dicembre 1922; Lettera Circolare 24 febbraio 1923. È un tema ricorrente anche nelle Circolari delle successive superiore, cf Lettera Circolare 24 dicembre 1944; Lettera Circolare 24 ottobre 1946.
[41] Cf Loparco Grazia - Spiga Maria Teresa (a cura di), Le Figlie di Maria Ausiliatrice in Italia (1872-2010). Donne nell’educazione. Documentazione e saggi, Roma, LAS 2011.
[42] Lettera Circolare 24 luglio 1916; Lettera Circolare 24 febbraio 1919.
[43] Lettera Circolare 24 settembre 1924.
[44] L. cit. Anche il Magistero della superiora Luisa Vaschetti è segnato da raccomandazioni alla fedeltà allo spirito di don Bosco.
[45] Cf Lettera Circolare 24 settembre 1926. La Strenna del 1929, a cura di don Rinaldi, presenta la vocazione educativa di don Bosco come forma della sua santità ed ha una notevole incidenza nella maturazione della spiritualità educativa delle FMA. “…la perfezione religiosa nell’Istituto delle FMA dipende tutta dallo spirito educativo che lo anima” (Rinaldi Filippo, Don Bosco Modello di Educatore e Maestro di vita Religiosa per le Figlie di Maria Ausiliatrice. Strenna per il 1929, 100-101).
[46] Il 1925-26, oltre ad essere l'anno giubilare delle missioni salesiane, è il giubileo d'oro delle Costituzioni dell’Istituto delle FMA, “delle prime regole scritte consegnate da don Bosco a M. Mazzarello” (Lettera Circolare 24 giugno 1925); “Lo spirito della regola ossia delle nostre Costituzioni, si trova nella vita del venerabile fondatore… e in quella di Madre Mazzarello perché ha copiato Don Bosco alla lettera” (Lettera Circolare 24 novembre 1925).
[47] Le Circolari dei primi mesi di governo contengono esortazioni a ben preparare tre grandi giubilei di famiglia che si celebreranno l’anno successivo, il 1925: “quello della Chiesa, del primo sogno di don Bosco, della consacrazione dell'Istituto al sacro cuore di Gesù, delle missioni salesiane” (cf Lettera Circolare 24 novembre 1924, Lettera Circolare 24 dicembre 1924).
[48] Nella Lettera Circolare del 24 novembre 1925 si dice che Maria Mazzarello, di fronte a qualche opposizione su quanto era stabilito, rispondeva semplicemente: “così vuole Don Bosco e così dobbiamo fare”. In merito anche le Circolari della Superiora C. Daghero: cf Lettera Circolare 15 novembre 1909: il cui “spirito religioso era pienamente informato allo spirito del venerabile fondatore”; Lettera Circolare 24 giugno 1911: “che fece ogni sacrificio per praticare il suo spirito ed imitarne la virtù”; Lettera Circolare 24 maggio 1916: “che ben comprese lo spirito del venerabile fondatore”.
[49] Cf Lettera Circolare 24 novembre 1924.
[50] Cf Lettera Circolare 24 ottobre 1928.
[51] Cf anche Lettera Circolare 24 maggio 1929.
[52] Lettera Circolare 24 ottobre 1929. La Circolare riporta alcuni versi in rima scritti da don Francesia su “Fare don Bosco”.
[53] Lettera Circolare 24 aprile 1930. La Lettera Circolare 24 gennaio 1931 ha una raccomandazione di don Rinaldi fatta alle direttrici: “Leggere e far leggere L'anima dell'apostolato del Chautard… perché questo libro fa chiaramente comprendere la pratica dell'unione con Dio, nella maniera stessa esercitata dal Beato Don Bosco”.
[54] Lettera Circolare 21 novembre 1932.
[55] Cf Lettera Circolare 24 dicembre 1926.
[56] Lettera Circolare 24 gennaio 1929; cf anche Lettera Circolare 24 maggio 1937.
[57] Lettera Circolare 24 giugno 1929. Aspetto approfondito da Ruffinatto P., La fedeltà allo” spirito di don Bosco”, op. cit
[58] Don Filippo Rinaldi tiene alle FMA alcune Conferenze sul metodo educativo di don Bosco. Eletto Rettor maggiore riprenderà più volte l’argomento (cf Lettera Circolare 24 ottobre 1926).
[59] Lettera Circolare 24 gennaio 1929.
[60] Cf Lettera Circolare 24 maggio 1929.
[61] L’affermazione è del papa Pio XI e viene citata nella Lettera Circolare 24 maggio 1929. La Superiora ha a cuore la formazione salesiana delle FMA che avviene attraverso la lettura dei due volumi della vita di don Bosco e studiando il suo metodo educativo.
[62] Lettera Circolare 24 settembre 1925.
[63] Lettera Circolare 24 luglio 1927
[64] Lettera Circolare 24 settembre 1925; Lettera Circolare 24 ottobre 1928.
[65] Cf Lettera Circolare 24 maggio 1913.
[66] Ancora novizia, fu membro del gruppo di missionarie in partenza per l’Argentina nel 1883 (cf Lettera Circolare 24 giugno 1917). Prima della partenza, ricevette da don Bosco la corona del Rosario e l’esortazione ad avere come compagno fedele il crocifisso. Rimase in missione per 20 anni, fino al 1903 quando fu chiamata ad essere segretaria privata della Superiora generale C. Daghero.
[67] Pio XI nel gennaio 1924 desiderò che fosse allestita una mostra missionaria in Vaticano preparata con il contributo delle varie Congregazioni religiose, cf Lettera Circolare 24 gennaio 1924; Lettera Circolare 24 novembre 1924.
[68] Lettera Circolare 24 maggio 1925.
[69] Lettera Circolare 24 maggio 1924; cf anche Lettera Circolare 24 ottobre 1926; Lettera Circolare 24 febbraio 1928.
[70] L. cit.
[71] Lettera Circolare 24 novembre 1924; Lettera Circolare 24 dicembre 1924; Lettera Circolare 24 febbraio 1925.
[72] Lettera Circolare 24 novembre 1924.
[73] Lettera Circolare 24 dicembre 1939.
[74] Cf Lettera Circolare 24 marzo 1933.
[75] Prendo in considerazione le Circolari redatte fino al 24 giugno 1951, anno della canonizzazione di Maria D. Mazzarello. Per la conoscenza del pensiero e della spiritualità di madre Linda Lucotti si veda: Collino Maria (a cura di), Parole come sorsi di vita. Circolari di Madre Ermelinda Lucotti 4a Superiora generale FMA, Roma, FMA 1999.
[76] Cf Lettera Circolare 24 febbraio 1946.
[77] La mortificazione… è l’abc della vita spirituale (l.cit).
[78] Lettera Circolare 24 aprile 1946. In occasione del 50° della Basilica di M. Ausiliatrice c’è un risveglio di entusiasmo e di zelo per l’oratorio festivo. Madre C. Daghero considerava l’oratorio uno stile relazionale ed educativo: Cosa è Oratorio? Il segreto della fioritura consiste nelle buone maniere delle suore verso le giovanette; accoglierle e trattarle indistintamente con bontà, industriarsi di tenerle piacevolmente occupate, interessarsi del loro vero bene, consigliarle e aiutarle sempre e maternamente… Gioverà leggere il cap. 2° del manuale. Ricordiamo che il Ven.le Padre soleva ripetere: “per rigenerare una città o un paese non vi è di meglio che incominciare l’oratorio festivo” (Lettera Circolare 24 ottobre 1917).
[79] Cf Lettera Circolare 24 gennaio 1948, testimonianza documentata in MB XI, 936.
[80] La Lettera Circolare narra sinteticamente l’episodio e rimanda alla lettura delle MB VII, 760.
[81] Lettera Circolare 24 dicembre 1944; cf anche Lettera Circolare 24 marzo 1946; Lettera Circolare 24 maggio 1948.
[82] Lettera Circolare 24 febbraio 1946.
[83] Lettera Circolare 24 aprile 1951; cf anche Lettera Circolare 24 luglio 1945.
[84] Cf Lettera Circolare 24 gennaio 1915.
[85] Reungoat Yvonne, Lettera Circolare 13 luglio 2012 n. 942.