Indice
Personale interessamento del S. Padre Leone XIII.
Conferma della elezione di Don Rua e relativo decreto della Santa Sede.
Prima udienza avuta dal S. Padre: importanti direttive di Sua Santità.
Commendatizia del S. Padre per i Missionari Salesiani partenti per il Messico.
Tratto di bontà del Papa verso di noi.
Formula di Consacrazione al Sacratissimo Cuore di Gesù prescritta da Sua Santità Papa Leone XIII coll'Enciclica 25 maggio 1899.
Congresso Salesiano. Breve del Papa.
Il Card. Rampolla nuovo Protettore dei Salesiani.
Primieramente giova sapere le circostanze, che precedettero ed accompagnarono la elezione e la conferma del Successore di Don Bosco nella persona del Rev.mo Don Rua.
Fin dal mese di ottobre del 1884 il Santo Padre Leone XIII, gloriosamente regnante, avendo saputo che la mal ferma salute del lamentato nostro Padre andava ogni giorno deperendo, mosso dalla grande sua benevolenza verso dell'umile nostra Congregazione, venne nel pensiero di provvedere all'avvenire di questa facendolo consigliare che designasse uno a succedergli, ovvero a prendere il titolo di suo Vicario con successione. È pregio dell'opera il qui riferire parte della lettera, che sua Eccellenza Reverendisima Mons.- Domenico Jacobini, Segretario della Congregazione di Propoganda Fide, per incarico di Sua Santità scriveva in proposito all'Eminentissimo Signor Cardinale Gaetano Alimonda, veneratissimo Arcivescovo di Torino, grandemente benevolo verso Don Bosco e l'Opera sua. La lettera accenna da principio alla elezione di Monsignor Cagliero a Vescovo, e poscia prosegue così:
« Sua Santità in questa occasione mi ha ordinato di scriverle sopra un altro oggetto interessantissimo. Egli vede che la salute di Don Bosco deperisce ogni giorno e teme per l'avvenire del suo istituto. Vorrebbe dunque che Vostra Eminenza con quei modi che sa sì bene adoperare parlasse a Don Bosco, e lo facesse entrare nell'idea di designare la persona che egli crederebbe idonea a succedergli, ovvero a prendere il titolo di suo Vicario con successione. Il Santo Padre si riserverebbe a provvedere nell'uno o nell'altro modo, secondo crederebbe più prudente. Brama però che V. E. faccia subito questo, che riguarda così da vicino il bene dell'Istituto.
« La prego, se non è ardire, di fare a Don Bosco i rallegramenti da mia parte pel nuovo onore che ottiene l'Oratorio, ed io chinato al bacio della s. Porpora passo all'onore di segnarmi
Della Em. V. Rev.ma
Roma, Propaganda, 9 ottobre 1884.
Um.mo Dev.mo Servo
Domenico, Arcivescovo di Tiro.
«P.S. - Le sarei obbligatissimo se mi desse risposta subito circa l'affare suddetto ».
Questa lettera del Capitolo Superiore tornò molto gradita al Cardinale Protettore il quale nell'udienza dell'11 febbraio riferendo a Sua Santità quanto spettava al Successore di Don Bosco, ne otteneva la conferma di Don Rua a Rettor Maggiore della Congregazione secondo il comun desiderio. L'Eminentissimo Parocchi aveva la grande bontà di darne avviso della stessa sera a Mons. Cagliero con questa lettera:
Ill.mo e Rev.mo Monsignore,
« Líeto di aver ottenuto dalla Santità di N. Signore l'esaudimento della giusta brama di V. S. Ill.ma e de' suoi degnissimi confratelli, m'affretto a parteciparle, Monsignore carissimo, l'avventurata novella.
In questo punto il S. Padre ha riconfermata la nomina di Don Rua a Rettor- Maggiore della Congregazione Salesiana per 12 anni.
« Sia Lodato il Signore, qui mortificat et vivificar, deducit ad inferos et reducit!
« Dica per me tante cose ai soscrittori della lettera inviatami da V. S. Ill.ma, alle cui sante orazioni mi raccomando.
Di V. S. Reverendissima
Roma, 11 febbraio 1888.
Card., L. M. PAROCCHI ».
EX AUD. SS.
Die XI Februarii 1888.
« SS. D. N. Leo PP. XIII, audita relatione subscripti Cardinalis Salesianorum Protectoris, decretum confirmavit datum sub die 27 novembris 1884, relatore E.mo Nina tunc praefatae Congr. Protectore, quo decreto scilicet Sanctitas Sua Rectoris Maioris eiusdem Sodalitatis nominationi et successioni providit ( loco fundatoris optime meriti, quem SS.mus diu incolumem voluisset ), de persona Rev.mi D.ni Michaélis Rua, Salesianae Congr. Sacerdotis professi.
« Voluit insuper Sanctitas Sua, ut praelaudatus Sacerdog Michaél Rua nomen cum officio Rectoris Maioris haberet ad annos duodecim, juxta Congr. Salesianae statuta, quorum annorum computatio initium ab hodierna die sumat, idque officium et nomen tali modo susceptum singulare adeo habeatur, ut nunquam in exemplum adduci possit.
« Demwn mandavit SS.mus, ut de secuta decreti confirmatione et renovatione certior fieret S. C. Epp. et Regg., nec non electus cum Sales. Sodalitatis senioribus.
L. M. PAROCCHI
Sal. Congr. Card. Protector ».
Era il giorno 21 di Febbraio dell'anno corrente 1888. Ammesso pel primo all'udienza di quel dì verso le 10 antimeridiane, il S. Padre Leone XIII mi accolse con grande bontà e chiamandomi per nome mi disse:
— Don Rua, voi siete il successore di Don Bosco: mi condolgo con voi per la perdita che avete fatta, ma mi rallegro perchè Don Bosco era un Santo e dal Cielo non mancherà di assistervi.
Io risposi al S. Padre:
— Santità, io la ringrazio di queste consolanti parole che mi infondono grande coraggio. Intanto per la prima volta che ho la fortuna di presentarmi a V. S. nella qualità di Rettor Maggiore Le offro gli omaggi miei e di tutta la Pia Società di S. Francesco di Sales. Tutti i Salesiani vogliono essere sempre figli devoti, rispettosi, obbedienti, affezionati di V. S. e della Chiesa, continuando a lavorare quanto possono alla gloria di Dio ed al bene delle anime, sostenendo leopere iniziate dal compianto nostro Fondatore.
— Bene, rispose il Papa, continuate quelle sante imprese, ma per ora procurate di assodarle bene. Per qualche tempo non abbiate premura di estendervi, bensì di sostener bene e sviluppare le fondazioni già fatte.
— È precisamente, risposi, la raccomandazione fattami per iscritto dal nostro caro Don Bosco, che in un Promemoria fra le altre cose mi notò di sospendere per qualche tempo l'apertura di nuove Case per completare il personale in quelle già esistenti.
— Sì, sì, disse Sua Santità, conviene fare in questo modo, tanto pei Salesiani quanto per le Figlie di Maria Ausiliatrice:
affinchè non avvenga come a qualche altro Istituto che si estese troppo rapidamente e poi non potè sostenersi in modo convenevole; mandando solo due o tre persone a fondare nuove Case ed abbandonandole a se stesse fecero poco buona riuscita.
Qui io feci notare al Santo Padre che i Salesiani devono, secondo la Regola inserta dalla S. Sede nelle loro Costituzioni, essere in numero di sei per ogni nuova fondazione e che questo era una buona salvaguardia.
Il Papa continuando il suo ragionamento soggiunse: — Sovratutto procurate che le persone che dovete mandare nelle varie Case siano ben ferme nella virtù. Al che si deve provvedere specialmente nel noviziato. E voi lo fate far bene, il noviziato? Per quanto tempo?
— S. Padre, risposi, il noviziato si suol fare da noi per un anno dagli aspiranti alla carriera Sacerdotale e due dai coadiutori.
— Va bene, soggiunse Sua Beatitudine, ma raccomandate a chi li dirige di attendere diligentemente alla riforma della vita dei novizi. Questi quando entrano portano con sè della scoria; e quindi hanno bisogno di essere purgati e venir rimpastati allo spirito di abnegazione, di obbedienza, di umiltà e semplicità e delle altre virtù necessarie alla vita religiosa; e perciò nel noviziato lo studio principale e direi unico dev'essere di attendere alla propria perfezione. E quando non riescono a correggersi, non abbiate timore di allontanarli. Meglio qualche membro di meno, che avere individui che non abbiano lo spirito e le virtù religiose.
— Santità, la ringrazio di questi santi consigli e procureremo di farne tesoro, come provenienti dal Capo della Chiesa, dal Vicario di Gesù Cristo, a cui il nostro amato Don Bosco c'inculcava cotanto di professare la più illimitata obbedienza, rispetto ed affezione. Anzi ricordiamo benissimo, come in quest'ultima malattia, anche quando non aveva più che un filo di voce, di tratto in tratto parlando ai Superiori, che circondavano il suo letto, loro diceva: Dovunque vadano i Salesiani procurino sempre di sostenere l'autorità del Sommo Pontefice, e di insinuare ed insegnare rispetto, obbedienza ed affetto alla Chiesa ed al suo Capo.
A queste parole il S. Padre parve commuoversi e disse:
— Oh! si vede che il vostro Don Bosco era un santo simile in questo a San Francesco d'Assisi, che quando venne a morire raccomandò caldamente ai suoi religiosi di essere sempre figli devoti e sostegno della Chiesa Romana e del suo Capo. Praticate queste raccomandazioni del vostro Fondatore e il Signore non mancherà di benedirvi.
Domandò poi notizie delle Case d'Italia, di Francia, Spagna, d'Inghilterra, Austria ed America, fermandosi con particolare compiacenza a parlare delle Missioni della Patagonia e della Terra del Fuoco. Mi chiese pure se conosceva tutte quelle Case, specialmente quelle d'Italia: udita la risposta affermativa, dimandò notizie di Mons. Cagliero. Risposi che Mons. Cagliero per devozione al S. Padre, per partecipare al suo Giubileo sacerdotale erasi recato in Italia, e che il Signore lo aveva ricompensato con fargli avere la consolazione di poter assistere l'amato nostro Padre nella sua ultima infermità e nella sua morte, raccogliendo dal suo labbro le ultime raccomandazioni e consigli, anzi di potergli amministrare i Sacramenti.
— Ma c'eravate anche voi?
— Sì, Santo Padre, anch'io l'ho assistito: ma essendo Vescovo Mons. Cagliero, ho creduto conveniente lasciare a lui tale incarico.
— Bene, era a proposito.
A questo punto io ripresi la parola per ringraziare S. S. della benevolenza usata–finora alla nostra Pia Società ed anche delle
parole piene di bontà indirizzate a nome suo dall'Em.mo Card. Segretario di Stato nell'occasione della morte di Don Bosco, ed intanto pregarla di continuarci l'alta sua benevolenza. Il S. Padre rispose:
— Ho sentito anch'io vivamente la perdita del vostro Padre, e quando il Cardinal Segretario di Stato me ne diede da parte
vostra la notizia, ho voluto indicargli precisamente le parole che avrebbe avuto ad usare nella risposta. Ora tutto l'affetto e la benevolenza che portavo a D. Bosco, l'avrò per voi e per la Società da lui fondata.
— La ringrazio tanto, Santità: e queste parole mi sono del più grande conforto. Ora la prego rispettosamente a voler benedire me, i miei cari confratelli, tutte le Figlie di Maria Ausiliatrice, tutti i Cooperatori e le Cooperatrici Salesiane, come pure tutti i nostri allievi e dipendenti.
— Sì, volentieri e di cuore benedico voi, i vostri Confratelli, le Figlie di Maria Ausiliatrice, i vostri buoni Cooperatori e Cooperatrici e tutti quelli che vi stanno a cuore.
— Santità, se permettete chiamerò a ricevere la benedizione anche il nostro Procuratore Generale ed il mio Segretario che sono nell'anticamera ad aspettare.
— Sì, chiamateli che vengano anch'essi.
Passo ora ad un'altra notizia che non vi tornerà meno gradita. Vi sono noti, figli carissimi, i sentimenti di D. Bosco verso la Santa Sede e verso la persona del Vicario di G. C. Egli lo considerò sempre come il faro luminoso che doveva guidare i suoi passi. C'insegnò colla parola e coll'esempio ad amarlo, difenderlo e ad accoglierne gli insegnamenti col massimo rispetto e colla più scrupolosa obbedienza. Se noi amiamo il Papa, come teneri figli amano il padre loro, noi dobbiamo consolarci nel sapere che il sapientissimo Leone XIII ama pure l'umile nostra Società. Egli si tiene informato di tutto ciò che fanno i Salesiani in Europa e nelle missioni, e in varie circostanze si degnò mostrarsi soddisfatto di quel bene che per grazia di Dio noi cerchiamo di fare. Ne facciano fede i due documenti che qui vi trascrivo.
Trattavasi di fare una spedizione di Missionari al Messico. Non mi reggeva il cuore di lasciar partire all'avventura questi miei carissimi figliuoli per paesi tanto lontani ed a noi ancora quasi sconosciuti. Ebbi l'idea di chiedere al Santo Padre l'apostolica Benedizione ai Missionari colà destinati e una Commendatizia per l'Arcivescovo di quella Capitale, ed ecco quale fu la risposta che ne ebbi dal Card. Rampolla, Segretario di Stato di S. S.:
Rev.mo Padre,
Corrispondo ben volentieri al desiderio espostomi da V. P. R.ma nel suo foglio 14 corrente, Le unisco qui la lettera commendatizia all'Arcivescovo di Messico pei Sacerdoti che vanno a prendere possesso di quella Casa Salesiana. Il Santo Padre ha appreso . con viva soddisfazione la notizia della loro partenza, ed ha concesso con effusione di cuore la Benedizione Apostolica chiesta per essi e pei Cooperatori Salesiani della menzionata città.
Ben sicuro che questi suoi dipendenti daranno colà luminose prove di quello spirito che il benemerito Fondatore dei Salesiani ha infuso nella sua Congregazione, ho il piacere di raffermarmi con sentimenti di singolare stima
Di V. P. R._ Aff.mo nel Signore
M. Card. RAMPOLLA.
Roma, 19 Ottobre 1892.
Copia della lettera Commendatizia all'Ill.mo e Rev.mo Mons. Alarcos, Arcivescovo di Messico:
Recherà questo mio foglio a V. S. Ill.ma e Rev.ma il Capo dei Sacerdoti Salesiani che vengono a prendere possesso della Casa che è stata per essi aperta in cotesta Metropoli. Sebbene io sia pienamente convinto che Ella farà loro la più paterna accoglienza, e che si varrà del suo potere ed influenza per sostenerli e proteggerli nella loro missione e facilitare così ad essi il conseguimento del nobile scopo, per cui abbandonano la patria e si recano in coteste lontane regioni, con tutto ciò, non ho voluto mancare di munirli di questa mia Commendatizia, onde Ella sappia che in tal modo farà cosa graditissima al Santo Padre ed a me. Imperocchè questi benemeriti figli di D. Bosco meritano tutto l'appoggio della Santa Sede pel bene che fanno spiritualmente ed anche materialmente, in particolar modo con educare la gioventù alle lettere e alle arti, col prestarsi a soddisfare ai bisogni dei fedeli nelle loro svariate forme.
Ben sicuro che la S. V. non avrà che lodarsi della loro opera, dalla quale la città di Messico ritrarrà, come le altre ove sono stabilite, grandi vantaggi, passo a raffermarmi con sensi della più distinta stima
Di V. S. Ill.ma e Rev.ma Servitor vero
M. Card. RAMPOLLA.
Prima di conchiudere vi comunico ancora una cosa che arrecherà piacere a tutti. Voi sapete che nello scorso Giugno io fui a Roma: non ebbi la consolazione di parlare col Santo Padre perchè eravamo alla vigilia del Concistoro e non riceveva nessuno. Ma portatomi dal Cardinal Rampolla, Segretario di Stato di Sua Santità, egli mi comunicò che, avendo avuto il Papa una eredità da erogarsi in opere di beneficenza, conosciuto che nella città dove viveva il testatore vi era una Casa Salesiana, dispose che due terzi di quella eredità fossero devoluti in nostro favore, lasciando l'altro terzo ad altra istituzione bisognosa. Io vi comunico questo perchè tutti conosciate quanto il Supremo Gerarca della Chiesa ci ama e quanto pensa alla nostra umile Congregazione ed anche affinchè tutti preghiate e facciate pregare i vostri giovani pel Vicario di Gesù Cristo in terra, che ha tante opere tra mano indirizzate tutte a produrre bene immenso per la gloria di Dio e la salute delle anime.
O Gesù dolcissimo, o Redentore del genere umano, riguardate a noi umilmente prostesi dinanzi al vostro Altare. Noi siamo vostri, e vostri vogliamo essere; e per poter vivere a Voi più strettamente congiunti, ecco che ognuno di noi oggi spontaneamente si consacra al vostro Sacratissimo Cuore.
Molti pur troppo non vi conobbero mai; molti, disprezzando i rostri Comandamenti, vi ripudiarono. O benignissimo Gesù, abbiate misericordia e degli uni e degli altri; e tutti quanti attirate al vostro Cuore Santissimo. O Signore, siate il re non solo dei fedeli che non si allontanarono mai da Voi, ma anche di quei figli prodighi che vi abbandonarono; fate che questi quanto prima ritornino alla casa paterna, per non morire di miseria e di fame. Siate il re di coloro che vivono nell'inganno dell'errore o per discordia da Voi separati; richiamateli al porto della verità e all'unità della fede, affinchè in breve si faccia un solo ovile sotto un solo Pastore. Siate il re finalmente di tutti quelli, che sono avvolti nelle superstizioni del gentilesimo, e non ricusate di trarli dalle tenebre al lume e al regno di Dio.
Largite, o Signore, incolumità e libertà sicura alla vostra Chiesa, largite a tutti i popoli la tranquillità dell'ordine: fate che da un capo all'altro della terra, risuoni quest'unica voce: — Sia lode a quel Cuore Divino da cui venne la nostra salute; a Lui si canti onore e gloria nei secoli. — Così sia.
Come ci tornò dolce il vedere che il Congresso trasse a Torino il fior fiore dei nostri buoni Cooperatori e delle pie Cooperatrici! Essi vennero da lontani paesi, portati unicamente dal desiderio di sempre più stringere i vincoli di carità che li uniscono all'umile Società Salesiana, sempre meglio intendersi sul modo di aiutare le Opere che si hanno tra mano e renderle ognor più feconde per la salvezza delle anime. Onorarono il Congresso collo splendore della loro altissima dignità tre Eminentissimi Cardinali di S. Chiesa e oltre a trenta Eccellentissimi Arcivescovi e Vescovi, i quali accesero tutti i cuori d'un santo entusiasmo colla loro autorevole ed eloquentissima parola.
Ma ciò che doveva mettere il colmo alla nostra gioia si fu il sapere che il Congresso Salesiano di Torino tornava di pieno gradimento al sapientissimo Pontefice Leone XIII, il quale, non contento d'averci inviato per telegrafo la sua apostolica benedizione, volle ancora rallegrarci con un Breve da lui stesso firmato, che qui voglio trascrivere tradotto in italiano per nostra consolazione.
Diletto Figlio, salute e apostolica benedizione.
Tu Ci dài il fausto annunzio che si radunerà prossimamente un Congresso Salesiano internazionale sotto la protezione di Maria Ausiliatrice, e che esso si chiuderà colla solenne incoronazione della Gran Madre di Dio. Questo avvenimento ci ha ripieno l'animo di gioia, specialmente perchè l'intervento di diletti Nostri Figli, Cardinali di S. Chiesa, di Pastori di diocesi e d'illustri membri del Clero e del Laicato, i quali colla loro pietà e virtù illustreranno il vostro convegno, porge non lieve motivo di sperarne frutti copiosi. Accresce di assai la Nostra aspettazione il patrocinio della Vergine Ausiliatrice che sappiamo favorire con particolare predilezione la Società Salesiana; e quindi abbiamo piena fiducia che tutto ciò riuscirà di grande vantaggio alla religione, e specialmente alla gioventù da voi educata. Il che si degni Maria Vergine Madre concedere e rendere duraturo.
Noi intanto qual pegno delle grazie celesti amorevolissima-mente impartiamo a te e a quelli che verranno al Congresso l'Apostolica benedizione.
Dato a Roma presso S. Pietro, il 12 maggio 1903, anno ventesimosesto del Nostro Pontificato.
LEONE PP. XIII.
Questo prezioso documento non ha bisogno di commenti e però mi limito a baciare con cuore pieno di riconoscenza e venerazione l'augusta firma, invitandovi tutti a far caldi voti al Signore per la prospera conservazione del cotanto benigno e venerando Autore.
Lascio ai redattori del Bollettino Salesiano il compito di darvi un ragguaglio minuto degli argomenti trattati nel Congresso, dell'unanimità di idee e di sentimenti che si ravvisava in tutti i convenuti, dell'eloquenza e felicità degli oratori che certamente non potevano essere più scelti; ma non posso tacere la cosa che tutte ricercò le fibre del mio cuore, che mi fece passare le ore più deliziose, e si fu l'udire ad ogni istante sul labbro degli oratori, senza distinzione veruna, il nome dolcissimo del nostro Fondatore e Padre, di cui levarono al cielo la virtù specchiata, l'ardente zelo e l'opera provvidenziale. Non dubito che quanti Salesiani si trovarono presenti, sentirono in fondo al cuore un santo orgoglio d'esser figli d'un tanto padre, e resero grazie a Maria Ausiliatrice d'averli chiamati alla Pia Società Salesiana. Alcuni degli oratori, che presero la parola in questo Congresso, non si peritarono punto di chiamarlo un vero trionfo di Don Bosco e dell'Opera sua; ma ad esso doveva tenerne dietro un altro ancor più splendido ed ancor più consolante pei nostri cuori, il trionfo di Maria SS. Ausiliatrice.
Altra faustissima notizia debbo ufficialmente darvi. Rimasti senza Cardinal Protettore per la morte dell'Eminentissimo Lucido Maria Parocchi, era ardente desiderio di tutti i Superiori che fosse designato a succedergli in tale ufficio Sua Eminenza il Cardinal Mariano Rampolla, che in mille circostanze avevamo esperimentato veramente affezionato all'umile nostra Congregazione. Ma conoscendo quanto già egli sia occupato, qual Segretario di Stato di Sua Santità, quasi non osavamo neppure sperare un così segnalato favore. Or bene, rendiamo le più sentite grazie al Santo Padre Leone XIII, che usando con noi di una benevolenza senza limite, ci concesse ciò che peritosi manifestammo essere nostra brama; il Cardinal Rampolla fu nominato Protettore della Pia Società Salesiana, ed egli stesso ebbe la degnazione di significarmi colla seguente gentilissima lettera che di buon grado accettava l'incarico che dal Papa gli veniva dato.
Reverendissimo Signore,
Il Santo Padre si è degnato dirmi che, annuendo ad un desiderio espressogli in nome di V. S. Rev.ma, intendeva di affidarmi l'ufficio di Protettore della Congregazione Salesiana di cui Ella è degnissimo Rettore Generale. Io mi compiaccio di questo vincolo speciale che verrò ad avere coi benemeriti figli di D. Bosco, dei quali mi è noto lo zelo per la gloria di Dio e l'ardore della carità pel bene del prossimo, addimostrato anche in lontane regioni. Dal canto mio nulla ometterò di ciò che possa giovare ad estendere un Istituto che già ha reso importanti servigi alla Religione, e non dubito che gli alunni della Congregazione Salesiana corrisponderanno all'affetto del loro nuovo Protettore col farlo partecipe al frutto delle loro orazioni e delle opere buone da essi intraprese.
Mi è grato intanto attestare a Lei i sensi della particolare stima con cui sono
Di V. S. Rev.ma Aff.mo nel Signore
M. Card. RAMPOLLA.
Roma, 31 marzo 1903.