Rettor Maggiore dal 1952 al 1965
Giunse al vertice dopo autentiche esperienze "di gavetta", essendo stato militare e poi insegnante e animatore tra i giovani. Dopo le esperienze di Consigliere generale e Vicario, resse la congregazione nei difficili anni del dopoguerra spronandola all'unità
nella vita spirituale fervente e nel carisma di don Bosco.
Don Ziggiotti fu il primo Rettor Maggiore salesiano che, "trascorsa la generazione cresciuta alla scuola diretta del fondatore don Bosco" ritenne "doveroso rientrare nei ranghi" dopo un eccezionale servizio.
Il suo rettorato postbellico fu contrassegnato - oltre alle normali attività di governo - da uno straordinario giro del mondo che portò il Superiore a diretto contatto con la realtà della Congregazione, gli fece conoscere tutti i confratelli, gli diede modo di confermare e incoraggiare ardite programmazioni, lo spronò soprattutto a ricostruire nello spirito l'unità comunitaria che gli eventi bellici avevano insidiato con anni di separazioni e segregazioni.
Seppe ricostruire democraticamente, quasi in festa, ma non per questo meno incisivamente. Se aveva il dono del comando che un poco gli derivava dalle "origini" militari, da esso dissimulava anche una grande interiorità. Viveva di Dio, viveva di Chiesa. Viveva della Madonna e di don Bosco. Per conseguenza viveva per i suoi confratelli e per la loro missione. Tanto poco gli importò di se stesso che dopo il Concilio - a cui aveva partecipato con mente e con cuore di vero figlio di Chiesa - si annullò dimettendosi da superiore e ritirandosi umilmente, prima Rettore del Santuario di Don Bosco, sul Colle dei Becchi e poi ad Albaré, nel suo dolce Veneto, fino all'ultimo traguardo.