I Salesiani sono arrivati nel Paese dell'elefante bianco (o delle toghe
gialle) nel lontano 1927, chiamati dai Padri della Società delle
Missioni Estere di Parigi a sviluppare la nuova Missione di Ratchaburi,
cioè la lunga penisola (circa 1.500 km) lungo il confine con
la Birmania-(odierna Myanmar), un territorio che comprendeva diciannove
province con una superficie di 118.000 km quadrati ed una popolazione
di 6.600 cattolici su due milioni di abitanti. Le chiese esistenti si
trovavano tutte nelle tre province lungo il fiume Mekhlong (80 km ovest
di Bangkok). A sud di Ratchaburi per la lunghezza di 1.250 km non c'erano
chiese o comunità cristiane. Don Gaetano Pasotti fu il superiore
della nuova Missione. I Salesiani arrivarono in molti: dopo tre anni
erano già 75, di cui solo 11 sacerdoti, il resto erano tutti
chierici. Nell'arco di 10 anni, i confratelli arrivati nella nuova Missione
erano 102. Purtroppo molti non resistettero e ritornarono. In compenso
però i Salesiani ebbero presto un buon numero di vocazioni locali
Primo compito fu quello della formazione dei giovani Salesiani, per
prepararli al sacerdozio ed alla missione.
Secondo compito fu di occuparsi delle comunità cristiane esistenti
(erano solo 9). Come avrebbe fatto Don Bosco, la prima scelta dei Salesiani,
oltre la cura pastorale, fu a favore dei giovani: le scuole, lo sport,
la ginnastica, la banda, il teatro, gli scout e la stampa per la gioventù;
tutte novità per quei tempi in Siam, che diedero vita alla cristianità.
Terzo compito fu l'azione missionaria nelle altre 16 province del sud
lungo la lunga penisola. Questo iniziò nel 1934, con l'aiuto
dei primi novelli sacerdoti. Lo stesso Mons. Pasotti, Don Mario Ruzzeddu
e Don Giobbe Carpini furono i pionieri per i viaggi missionari; essi
si alternavano nei loro spostamenti usando solo mezzi pubblici, treno,
bus o jeep e scrivevano la cronaca di tutto ciò che facevano
e trovavano. Questi viaggi, che duravano ogni volta da 25 a 40 giorni,
portarono presto all'a pertura delle prime 3 chiesette: Hua Hin, Hat
Yai e Betong.
Nel 1940 i Salesiani, ormai con un buon numero di sacerdoti, stavano
preparando l'apertura di nuove stazioni missionarie, quando arrivarono
la guerra e le persecuzioni. Nel 1941, a causa della guerra dei Thai
contro la Francia in Indocina, i Salesiani rimasero l'unico gruppo di
missionari, accanto a circa 40 sacerdoti indigeni, anche loro timorosi
della persecuzione, chiamati dalla Santa Sede per dar coraggio alle
comunità cristiane che vennero perseguitate in tutta la Thailandia
per circa tre anni. Dopo la guerra, le opere salesiane cominciarono
a svilupparsi rapidamente: nel 1946 venne aperta la scuola professionale
Don Bosco a Bangkok. Questa scuola, destinata solo a poveri e orfani
fu l'unica nel suo genere per circa 25 anni, ma anche dopo che lo Stato
ebbe aperto le scuole professionali la scuola Don Bosco conservò
la sua identità di scuola per i poveri, che insegnava veramente
un mestiere. Ora gli ex allievi di questa scuola (circa 8.000 diplomati)
sono inseriti nel tessuto lavorativo ed imprenditoriale della Nazione.
In seguito sorsero altre scuole professionali: Don Bosco Banpong (80
km ovest di Bangkok), Don Bosco Suratthani (centro della Diocesi del
sud), Don Bosco Ronphibun (160 km più a sud) e Don Bosco in Cambogia
(ormai in 4 posti). Si è già iniziata una presenza in
Laos con un gruppo di ex allievi e si spera di poter aprire presto una
scuola Don Bosco anche qui. Quindi un'altra scelta dei Salesiani sempre
a favore dei giovani poveri per inserirli nel campo del lavoro con una
qualifica professionale.
Oltre alle scuole professionali, i Salesiani hanno aperto alcune scuole
con l'internato. Le scuole salesiane (ognuna con almeno 2.600 allievi)
e quelle delle altre Congregazioni, sono un modo di raggiungere tanta
gente di tutte le religioni, che saranno i leader della società
di domani.
La musica, lo sport e le attività libere fino a tardo pomeriggio
sono ancora le attrazioni che danno entusiasmo e gioia ai giovani nelle
scuole salesiane; e attraverso l'educazione si riesce in parte a trasmettere
i valori cristiani in una esperienza di gioia e di famiglia nella scuola.
Certamente le scuole cattoliche hanno dato alla nazione personaggi di
spicco: imprenditori, dirigenti in tanti campi, ministri etc. L'incidenza
delle scuole in termini di conversioni è minima, ma l'organizzazione
delle scuole cattoliche è una realtà che riesce a risolvere
tanti problemi. I nostri ex allievi riescono in parte a condizionare
alcune scelte del Governo, quando ce n'è bisogno e costituiscono
sempre una nostra difesa.
La famiglia salesiana che lavora con lo "Spirito di Don Bosco",
così come era stata l'ispirazione nel passato, è ancora
oggi un punto di riferimento per le attività giovanili a livello
di Diocesi e delle scuole dei religiosi.
La missione iniziale ricevuta dai Salesiani ha ora due Diocesi: Ratchaburi
e Suratthani, rispettivamente con 35 e 39 chiese ciascuna.
Ogni chiesa con la scuola può educare la gioventù cristiana
e poi con le attività di catechismo estivo, per la durata di
circa un mese, continua la formazione cristiana. II 26 dicembre scorso,
l'onda killer dello Tsunami si è abbattuta sulle spiagge di sei
province del mare andamano, che sono parte della Diocesi di Suratthani,
causando ingenti danni e uccidendo tante persone sia thai sia stranieri.
Immediatamente la Chiesa in Thailandia, soprattutto la Diocesi di Suratthani,
con l'aiuto di personale proveniente
da Congregazioni religiose maschili e femminili, sacerdoti e seminaristi
da varie Diocesi, si è impegnato a portare conforto e speranza
ai malcapitati. I sacerdoti, le suore e i religiosi hanno piantato tende
in tanti posti e sono rimasti là giorno e notte per consolare
e dare coraggio alla popolazione: sacerdoti e suore capaci di comprendere
il profondo senso del dolore e di dare parole di speranza poiché
tanti avevano bisogno proprio di questo per ritrovare il coraggio di
andare avanti.
Se il turismo rispetta la natura, le persone e i tesori della cultura
della gente locale, va molto bene; altrimenti i danni provocati dalle
distruzioni, anche se non dovyti all'onda distruttrice dello Tsunami,
in termini di costumi e tradizioni sono incalcolabili.
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