Il suo testimone è stato poi raccolto dai suoi confratelli operanti a Manouba: don Domenico Paternò, don Bashir Souccar e Sebastien Anasambla Levilo, che hanno continuato la strada intrapresa ampliando l’offerta educativa e aprendo anche alle ragazze l’attività oratoriana.
Nel frattempo, i salesiani della nuova presenza del centro di Tunisi, l’“Ecole Don Bosco” – don Faustino García Peña, don Josè Antonio Vega Díez e Ferdinand Nadjikan Ropou – attivi in una presenza rilevata nel 2016 dai Marianisti, dopo aver ben studiato il terreno hanno avviato a fine novembre 2021 il nuovo oratorio del centro città, realizzando così, con qualche mese di ritardo, a motivo della pandemia, quanto avrebbero voluto fare già in estate.
Nei giorni appena trascorsi, approfittando delle vacanze scolastiche invernali di dicembre, salesiani e animatori hanno organizzato una giornata da passare insieme con i giovani dei due oratori. La giornata è stata collocata al termine delle due settimane di vacanze durante le quali i due oratori di Manouba e Tunisi hanno svolto varie giornate di attività e sport, coinvolgendo tanti ragazzi e ragazze.
Mercoledì 29 dicembre, circa 90 persone tra giovani e animatori e salesiani si sono ritrovati a Manouba dalle 9:30 del mattino alle 16 per attività di canto, bricolage, tornei di calcio, calcetto, pallavolo, tombolate, giochi di gruppo… in un clima di grande gioia, fraternità, condivisione.
Il benvenuto del Direttore di Manouba, don Paternò, ha inaugurato la giornata, chiusa poi dal pensiero della sera dato in arabo da don Souccar, insieme ad alcuni canti preparati per la occasione dalla nascente corale di Manouba.
“Tutto si è svolto all’insegna della fraternità, come vuole la lettera di Francesco Fratelli Tutti – ha commentato al termine della giornata don Paternò –. Musulmani e cristiani insieme, uniti per il bene dei ragazzi e dei giovani, per costruire insieme un futuro migliore per tutti, anche attraverso gesti come questo, che danno importanza alla vita quotidiana come semina di un mondo migliore. Grazie a Don Bosco, che non ha mai creato steccati, ma è sempre stato, con linguaggio di oggi, ‘inclusivo’ e solidale”.