Il Rettor Maggiore.
Torino, 24 dicembre 1949.
Figliuoli carissimi in Gesù Cristo,
Di gigli e di rose vorrei inghirlandate le pagine della lettera, che oggi mi accingo a scrivere: sarebbe un segno ben espressivo della piena di gioia che m´inonda il cuore nell´annunciarvi ufficialinente per il 5 marzo prossimo la Beatificazione del nostro Domenico Savio.
Col Decreto di approvazione dei due miracoli presentati alla Sacra Congregazione dei liti e con l´altro detto del Tuto, con cui si dichiara potersi con ogni sicurezza procedere al solenne atto, il Santo Padre Pio XII ha compiute le ultime formalità che dovevano precedere il grande avvenimento, sicché a noi altro non resta che prepararci a celebrarlo con esultanza e nel modo più degno.
Domenico Savio Beato! Ci par di sognare. Dopo il 1° aprile del 1934, il 5 marzo del 1950 segnerà senza dubbio la data più bella e più gloriosa per l´umile nostra Congregazione. La più bella, perché in quel giorno la Chiesa porrà sull´altare il figlio accanto al Padre, alla cui eminente santità, farà magnifico riscontro il candore di una giovinezza fiorita nel giardino del suo Oratorio; la più gloriosa, perché con l´esaltazione del discepolo di Don Bosco il Vicario di Gesù Cristo consacra in certo modo il sistema di educazione cristiana, che il Santo fissò in norme sicure, applicò ai suoi alunni e lasciò in eredità alla sua famiglia, religiosa: insigne onore questo, che finora non è toccato a nessuna delle tante altre Congregazioni insegnanti.
Il fatto, oltreché un altissimo significato, racchiude in sé anche un serio ammonimento, che noi abbiamo tutto il dovere e tutto l´interesse di accogliere.
Il collaudo del sistema educativo di S. Giovanni Bosco non abbia soltanto un valore storico e passeggero, ma continui ad avere un´efficacia viva e sempre in atto.
Un buon esame di coscienza ci s´impone quale frutto immediato della prossima celebrazione. Il tempo che scolora troppe cose, non ha forse affievolito in noi, sia pure lievemente, la stima e l´amore e quindi lo zelo per la fedele attuazione del nostro sistema educativo? Ho detto nostro, non già per un tal quale orgoglio domestico, ma unicamente per sincero desiderio di solidarietà da parte di tutti noi.
Sì, tutti e singoli i figli di Don Bosco siano ben fermi, non solo nell´adesione teorica, ma anche nell´effettuazione pratica del metodo di educare la gioventù, che è basato sulla ragione e sulla religione e trae la sua forza vivificatrice dall´amorevolezza. Qui è proprio il caso di richiamare un monito che il Card. Cagliero amava ripetere nelle sue Conferenze: « Guardiamoci dal cadere nel genere comune, perdendo di vista la nostra differenza specifica ». Come educatori salesiani ci differenzia dalla comune degli altri il sistema preventivo, quale fu insegnato e praticato da Don Bosco e quale abbiamo oggi la consolazione di veder levato al cielo dalla Chiesa nella Beatificazione del nostro caro Domenico Savio.
Oh, il caro, carissimo piccolo e grande santo del nostro Oratorio di Valdocco! Lo conosciamo noi veramente e intimamente? La Vita che ne scrisse il suo impareggiabile Maestro corre veramente per le mani di tutti quanto sarebbe utile, anzi necessario? Quel libro è per me, e non per me solo, un vero gioiello, e vorrei aggiungere il capolavoro di Don Bosco. Leggetelo con qualche attenzione e vi scoprirete meraviglie.
Appunto per invogliare alla lettura abbiamo deciso che in questa circostanza si mettesse in circolazione una nuova edizione, non solo tipograficamente decorosa, ma corredata anche di altro contenuto attinto al Processo canonico. È cosa che riempie di stupore il vedere come autorevolissimi testi oculari traggano dalla loro memoria sotto il vincolo del giuramento una ricchezza di notizie sull´amabile e santo giovanetto, che, neppure quindicenne, emulò in grado eroico quelle virtù, che eravamo avvezzi ad ammirare nei campioni adulti della santità.
Questo per voi; ma e per i vostri giovani? Stimano essi ed amano il loro dolce coetaneo? Non dobbiamo forse a nostra somma confusione confessare che non pochi lo ignorano o quasi? Ecco venuto il momento opportuno di svelarlo in pieno al loro sguardo e alla loro mente col prendere e parlarne con frequenza, col tenerne esposta e in onore la soave figura e col diffondere la lettura della Vita scritta da Don Bosco. Ricordate? Un certo Provveditore agli studi, settario e ostile, protestava contro Don Bosco per questa biografia, perché? Perché suo figlio, leggendola, diventava fanatico: parola che nel linguaggio di taluno sta invece di pio e morigerato. Oh, io vedo già per tutti i nostri collegi ed oratori un risveglio di pietà e un rifiorire di buona condotta sotto l´influsso degli esempi di Domenico Savio, messi in così simpatica luce dalla penna di Don Bosco e dalle deposizioni dei mentovati testi.
Per carità, non si aprano mai nelle nostre case le porte a novità, che non siano in armonia con le sane nostre tradizioni pedagogiche! Una pedagogia che ha dato già alla Chiesa e alla società un Domenico Savio e una pleiade di giovani esemplari, non ha perduto nulla della sua salutare efficacia nemmeno al giorno d´oggi. Basta sapere e volere applicarla coscienziosamente e, dove occorra, con sacrificio. Sicuro, anche con sacrificio. Voi infatti non potete ignorare che Don Bosco, non che escluderlo dal suo sistema, lo ritiene indispensabile a ottenere la pienezza dei risultati che il suo sistema è destinato a produrre.
Uniti dunque in un cuor solo, mentre leviamo inni festanti al nostro caro Beato, rivediamo da capo a fondo l´andamento della nostra attività educativa e rendiamoci ben conto se essa risponda, come deve, all´ideale salesiano incarnato da S. Giovanni Bosco nel suo glorioso Alunno.
Esultante vi benedice di cuore il vostro
aff.mo in G. e M.
Sac. PIETRO RICALDONE.
Torino, 24 dicembre 1949.
Figliuoli carissimi in G. C.,
Ho saputo che nella pratica attuazione di quanto è stato da me pubblicato nel N. 155 degli Atti del Capitolo Superiore circa la GIOVENTÙ SALESIANA DI AZIONE CATTOLICA IN ITALIA è sorto qualche dubbio. Spero di poterlo chiarire con le seguenti dichiarazioni.
1. Scopo precipuo delle Compagnie è dare ai Soci una soda formazione religiosa e morale, ed anche un incoraggiamento all´apostolato compatibile con l´ambiente.
2. Scopo precipuo delle Associazioni della Gioventù Salesiana di Azione Cattolica invece è la formazione all´apostolato, pur senza trascurare il completamento della formazione religiosa e morale. Per questo nelle Associazioni della Gioventù Salesiana di Azione Cattolica si pensa già al lavoro da compiersi, oltre che nel Collegio, anche nella propria Parrocchia od altrove specialmente nel periodo delle vacanze, e a un conveniente attrezzamento per poterlo attuare adeguatamente.
3. Appunto perché vogliamo che gli iscritti alle Associazioni di Gioventù Salesiana di Azione Cattolica siano religiosamente e moralmente ben formati secondo lo spirito Salesiano, stabiliamo che essi siano e rimangano tutti membri effettivi delle nostre Compagnie. In tal modo, mentre saranno in grado di rendere sempre più completa, nello spirito Salesiano, la loro formazione spirituale, saranno al tempo stesso, nel seno delle Compagnie, un fermento salutare per conquistare altri all´apostolato di Azione Cattolica. Va da sé che in tal modo l´intesa tra la Gioventù Salesiana di Azione Cattolica e le Compagnie religiose sarà cordiale, costante e particolarmente proficua.
4. Resta inteso che quella massima libertà che vi fu sempre nei nostri Istituti per l´iscrizione dei giovani alle Compagnie Religiose dev´essere praticata anche nei riguardi di coloro che intendono iscriversi alla Gioventù Salesiana di Azione Cattolica.
5. La Convenzione ha la durata di tre anni. È necessario pertanto che noi in questo periodo ci sforziamo di applicare dappertutto nel modo più diligente le norme date, allo scopo di potere al termine del triennio vedere se sia necessario addivenire a qualche mutamento o aggiunta, per rendere così sempre più proficuo il lavoro che si compie nelle Compagnie e nelle Associazioni della Gioventù Salesiana di Azione Cattolica.
Faccio ferventi voti perché il prossimo novello Beato, l´angelico Domenico Savio, ottenga da Dio nel giorno della sua Beatificazione le benedizioni più copiose sulle nostre Compagnie e sulla nostra Gioventù Salesiana di Azione Cattolica, della quale, come è detto nella Convenzione, egli sarà l´ideale apostolico.
Vi auguro un felicissimo Areno Santo e mi raccomando alle vostre preghiere.
Vi benedice il vostro
aff.mo in C. J.
Sac. PIETRO RICALDONE.