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Attenzione ai migranti e missione salesiana nelle società multiculturali d’Europa (V.Orlando)

IV INCONTRO DEGLI ISPETTORI DI EUROPA

 

 “SALESIANUM” - ROMA

30 novembre - 2 dicembre 2012

ATTENZIONE AI MIGRANTI e MISSIONE SALESIANA

nelle società multiculturali d’Europa

Premesse

La scelta fata del CG 26 (n.401) di “rilanciare il carisma salesiano in Europa” (n. 108) è stata precisata nella strategia di attuazione del PE[1], come intervento significativo della Seconda Area: “Risignificazione, ricollocazione e ridimensionamento delle presenze salesiane in Europa”, nel biennio 2011-2012.

Per “I settori per la missione salesiana” è stata programmata un’azione di conoscenza approfondita dell’impegno verso i migranti nelle singole ispettorie europee.

Il lavoro ha visto coinvolti alcuni Dicasteri della Casa Generalizia (PG e Missioni) e anche alcuni confratelli impegnati con i migranti in vari contesti europei.

Insieme, sono stati rintracciati alcuni punti strategici: far diventare questo campo un’opzione condivisa a livello ispettoriale; raccogliere materiali per la sensibilizzazione dei confratelli; coinvolgimento degli stessi migranti nella missione salesiana”; le motivazioni di fondo che devono farci riconoscere come irrinunciabile il nostro impegno verso i migranti e l’opportunità che tutto questo ha per il rilancio della nostra missione educativa in Europa.

Le felici intuizioni della Commissione per il PE hanno consentito di dare il giusto senso e valore alla scelta della ricerca circa l’attenzione dei salesiani ai migranti nei contesti europei.

“MISSIONE PER I MIGRANTI: tema generatore e contributo per la nuova evangelizzazione

·         Un campo profetico per diventare credibili davanti alla Chiesa

·         Un campo carismatico - costitutivo perché dall’inizio della Congregazione

·         Un campo umanitario testimoniale - visibile davanti ai non credenti

·         Un campo vocazionale

·         Un campo nuovo per sviluppare possibili sinergie (e provocazioni!) tra i salesiani e lo Stato secolare

·         Un campo pienamente realizzato con i laici: nella scia del CG24 (n.35,38,183,186)

·         Un campo che facilita un possibile coinvolgimento

·         Un campo di formazione e preparazione specifica dei Salesiani

Le intuizioni della Commissione aprono orizzonti veramente stimolanti che richiedono attenzione, comprensione, approfondimento e valutazione della loro effettiva portata. È necessario fondare l’impegno per i migranti come tema generatore e risorsa rivitalizzante (e questo ci ha portato a fare memoria delle origini: la cura di don Bosco per i giovani immigrati a Torino), ma è anche indispensabile essere consapevoli e attrezzati per la giusta attuazione della missione educativa nella società multiculturale attuale (di qui l’attenzione ai giovani migranti nelle società europee).

Questi due aspetti sono un po’ giustificativi e fondativi della stessa ricerca e, soprattutto, possono aiutare a comprendere la prospettiva più feconda per la realizzazione dell’intero Progetto Europa.

Il contributo del nostro lavoro si muove secondo due direzioni generali:

a.      Entrare con più consapevolezza nel nuovo paradigma dell’educazione interculturale, comprendendo meglio la realtà della società multiculturale e le condizioni per dare centralità ed efficacia all’educazione seguendo il paradigma educativo dell’educazione interculturale.

b.      Individuare, aiutati anche da approfondimenti di analisi, strategie e percorsi operativi che possono farci comprendere meglio il “come” si possono acquistare e mettere in atto strategie operative che facciano riconoscere e valorizzare la diversità, rendendo tutti protagonisti costruttori di novità.

Gli strumenti della ricerca e i dati raccolti

Il percorso fatto, ci ha aiutato a precisare quattro livelli di analisi, con la conseguente preparazione dei quattro questionari che sono stati valutati, verificati e offerti ai rispettivi destinatari per la loro compilazione.

 

Primo Questionario : Attenzione a ciò che si sta facendo nell’ispettoria per i migranti

Secondo questionario: Attenzione di analisi a livello di comunità educative-pastorali ordinarie: (scuola, parrocchie, oratori...) che hanno migranti presenti nelle proprie attività

Terzo questionario : Attenzione di analisi a livello di opere specifiche per i migranti presenti nelle ispettorie europee.

Quarto questionario : Attenzione di analisi circa il coinvolgimento diretto dei migranti nella missione salesiana nelle ispettorie dell’Europa

I quattro questionari sono stati strutturati in due parti:

-          La prima parte è stata orientata  a raccogliere informazioni sulla situazione attuale in base all’ambito di riferimento;

-          La seconda parte è stata finalizzata piuttosto a raccogliere indicazioni per migliorare la situazione.

Le risposte pervenute per ciascun questionario sono presentate nella tabella seguente.

Questionari

Q 1

Q 2

Q 3

Q 4

TOTALI

TOTALI

54

90

40

42

226

 

 

 

Abbiamo raggruppato le ispettorie secondo le Conferenze ispettoriali e il quadro sintetico è il seguente.

CONFERENZA ISP.

ISPETTORIE

NUMERO DI QUESTIONARI

ATLANTICA

AUS, BEN, GER, GBP, IRL,

54

CISI

ICC, ICP, ILE, IME, INE, ISI

46

CIMEC

CEP, CRO, SLK, SLO, UNG

47

KSIP

EST, PLE, PLN, PLO, PLS

15

IBERICA

FRB, POR, SBA, SBI, SLE, SMA, SSE, SVA

64

Il rapporto di ricerca e la presentazione agli ispettori d’Europa

Per ogni questionario abbiamo realizzato un’attenta analisi dei risultati, mettendo in evidenza gli andamenti più significativi e sottolineando le differenze rilevanti in riferimento alle singole conferenze ispettoriali.

Oltre ai quattro capitoli di analisi dei singoli questionari, il rapporto di ricerca ha un primo capitolo che è fondativo: cerca di fare memoria delle origini  e apre prospettive di realizzazione attuale del nostro sistema educativo. Un capitolo finale, inoltre, presenta i risultati delle analisi fattoriali, a cui abbiamo fatto seguire alcune proposte operative per l’attivazione di laboratori di educazione interculturale ai vari livelli dei campi di indagine.

Seguendo la struttura del Rapporto di Ricerca faremo una rapida presentazione delle singole parti e ci soffermeremo soprattutto sull’ultimo capitolo, per una presentazione più dettagliata delle prospettive che l’azione con i migranti apre alla missione salesiana in Europa.

 
1.LA MEMORIA DELLE ORIGINI E L’ATTUALIZZAZIONE DEL “SISTEMA PREVENTIVO”

Abbiamo bisogno di capire come reinserire la nostra missione nella società attuale, come vivere in modo autentico il nostro compito e rivitalizzare il nostro carisma. Per questo è importante fare memoria delle origini, approfondire quello che ha fatto Don Bosco con i giovani arrivati a Torino, da ogni parte del Piemonte.

“Don Bosco è stato sensibile ai processi di trasformazione e di modernizzazione della società del suo tempo, rispetto ai quali è entrato nel merito come attore protagonista e non semplice spettatore”[2]. Come protagonista in una società in forti cambiamenti, Don Bosco ha portato la sua attenzione al fenomeno migratorio. L’ottica che guidò i suoi interventi, sia a Torino che, in seguito, a Buenos Aires, fu senza dubbio quella religiosa, la salvezza dell’anima; ma la sua originalità si espresse nella ricerca di strategie e metodi in grado di garantire scelte di vita e di inserimento sociale valorizzando al meglio le risorse e capacità di ciascuno, anche per il bene della società.

Dall’insieme delle esperienze e strategie operative vissute da Don Bosco e da lui ispirate possiamo sottolineare alcuni elementi che possono essere di grande rilevanza anche oggi.

Il dato antropologico, che si riassume negli obiettivi di fondo da lui espressi con l’espressione “onesti cittadini e buoni cristiani”, guidava il suo stare vicino, aderire alle situazioni concrete; si traduceva in impostazioni di interventi che erano primariamente educativi e questo dava senso umanitario, di indiscutibile efficacia, nella diversità delle situazioni.

Ottica religiosa, quindi, ma metodo fondamentalmente educativo, con sensibilità sociale e promozione del protagonismo, con attenzione e adattamento culturale nella diversità delle situazioni, che si traducono in un operare “realistico sincretico”.

La prospettiva vincente della strategia operativa di Don Bosco era, in fondo, la stretta connessione di educazione-cultura-umanizzazione. Una connessione che va ben compresa e che ha inclusa, proprio perché si tratta di una educazione integrale, l’apertura alla trascendenza e la realizzazione del sommo bene per l’uomo, che nel linguaggio di Don Bosco si esprimeva come “salvezza dell’anima”.

1.1.                       Centralità dell’educazione e cura dei giovani nello slancio missionario di Don Bosco

Don Bosco poneva al centro di ogni suo progetto la gioventù e l’impegno educativo che, con le dovute attenzioni e adattamenti alle situazioni culturali particolari, doveva essere quello stesso di cui sperimentava l’efficacia: il sistema preventivo.

La centralità dell’educazione, la strategia operativa che coinvolgeva i giovani come componenti della sua visione missionaria è certamente oggi per noi una provocazione. Siamo provocati dall’esperienza di don Bosco a essere protagonisti nel nostro mondo e nella nostra storia. Dobbiamo imparare a riconoscere le sfide da affrontare e le strategie da attivare per poter dare il nostro contributo per l’umanizzazione e la scoperta degli orizzonti di verità e di pienezza nelle scelte di vita.

Oggi siamo sfidati dalla moltitudine di giovani immigrati che chiedono da noi accoglienza, educazione e orientamento per le loro vite”. Cerchiamo per loro e con loro una casa, una scuola, una parrocchia e un cortile da condividere come amici”[3].

Questa presenza, sempre più crescente, ci chiede di verificare e di ripensare la nostra azione educativa e di trovare le strategie più efficaci per aiutare i giovani migranti a superare emarginazione e precarietà, e formare cittadini protagonisti delle nuove realtà sociali.

La centralità dell’educazione, il primato dell’educazione nella nostra missione salesiana deve saper valorizzare la situazione multiculturale e realizzarsi secondo il paradigma interculturale.

Dobbiamo riuscire ad attivare percorsi educativi capaci di ridare efficacia al sistema preventivo nei suoi riferimenti essenziali e che faccia puntare sui giovani come mediatori efficaci con le famiglie per aiutarle a integrarsi socialmente, riuscendo, a loro volta, ad offrire il contributo della loro specifica identità culturale e religiosa.

1.1.            Il bisogno di un nuovo paradigma per la missione educativa salesiana: l’educazione interculturale

Per una efficace realizzazione della missione educativa salesiana nel nostro tempo, per una risignificazione della presenza e della missione salesiana in Europa, dobbiamo entrare in una visione diversa della nostra missione educativa.

Con l’impegno educativo noi vogliamo rispondere alla costruzione di una umanità nuova, valorizzando tutte le risorse che possono contribuire a questo progetto di Dio. Dobbiamo riuscire a guardare la realtà in modo diverso; dobbiamo cercare di realizzare un nuovo paradigma che riguarda tutta la nostra missione educativa e tutti quelli che possono sentirsi coinvolti in questa stessa missione. Riuscire a pensare e operare secondo la logica complessiva di un rinnovamento della condizione umana è anche mettere in sintonia le disponibilità e ispirazioni presenti in tutti e valorizzare le risorse di tutti, perché non possono bastare le buone disponibilità e il coinvolgimento dei soli migranti, giovani e adulti.

Il nuovo paradigma è quello che nella società multiculturale appare come il più efficace perché cerca di valorizzare le risorse di tutti: l’educazione interculturale, che non potrà attivarsi se non si opera instancabilmente per far riconoscere la dignità umana di ciascuno e fare in modo che, insieme, si possa divenire artefici di questa nuova umanità, collaborando al progetto di Dio. Proprio questa ispirazione deve consentirci di ripensare il sistema preventivo oggi e di dare nuovo vigore alla missione educativa salesiana nella società attuale.

L’educazione interculturale appare come una vera rivoluzione da compiere a livello culturale e pedagogico. Si tratta di un modello educativo che accompagna i soggetti alla realizzazione di una specifica identità, ma nello stesso tempo aperti alla diversità e capaci di rapportarsi a un orizzonte mondiale; un modello educativo alla luce di principi universali e di diritti umani, capace di salvaguardare i diritti e di impedire discriminazioni.

In questa prospettiva, non si tratta più di una necessità dettata dalla situazione socio-culturale, ma va vista come obiettivo in sé del percorso formativo; come “principio base sul quale fondare l’intero processo educativo, da impostare secondo valori universali condivisibili, in vista di un arricchimento culturale e umano”[4].

Per la missione educativa salesiana nell’attuale Europa multiculturale, dobbiamo valutare attentamente le modalità di una possibile attuazione di questo nuovo paradigma educativo, tenuto conto delle realtà territoriali che emergeranno dalla ricerca e in fedeltà dinamica al nostro sistema educativo.

 
2.LE ISPETTORIE EUROPEE E LA LORO ATTENZIONE AI MIGRANTI

(alcuni risultati della ricerca)

L’obiettivo della raccolta delle informazioni e opinioni in ambito ispettoriale era anche quello di verificare, in forma più o meno diretta ed esplicita, la percezione del coinvolgimento della vision e mission salesiana nella nuova realtà europea, per valutare accuratamente tutto ciò che potrebbe aiutare a comprendere il futuro, a breve, medio e lungo termine, della realtà salesiana in Europa.

L’analisi della realtà attuale dell’azione salesiana verso i migranti è stata orientata anzitutto a verificare le modalità di attuazione e gli operatori più coinvolti.

·         Opere salesiane con la presenza di migranti : sono più coinvolte le opere che si trovano in zone con una forte presenza di immigrati (37%) .

·         I protagonisti e l’attenzione ispettoriale ai migranti : il 46.3% ha sottolineato che operano insieme salesiani e  laici. È diffusa, tuttavia, l’attività solitaria di qualche salesiano (25.9%).

·         Attenzione a livello ispettoriale:  per più del 50% l’argomento è stato motivo di riflessione nei capitoli ispettoriali. Il 33.3% ha detto che la riflessione è confluita nel POI (Piano Organico Ispettoriale) e il 22.2% che è diventata una parte del PEPS.

·         Attività di sensibilizzazione e iniziative di formazione : i confratelli che lavorano con i migranti offrono informazioni sulla loro azione (38.9%). Si sono attivate iniziative per sensibilizzare i confratelli (27.8%) e si cerca di partecipare (29.6%) a iniziative della chiesa locale (20.4%).

·         L’attività formativa è rivolta soprattutto ai salesiani che attualmente stanno lavorando con i migranti (29.6%), ma vi sono iniziative che coinvolgono anche i laici collaboratori (27.8%).

[Benefici che possono venire ai salesiani d’Europa a partire dalla loro attenzione ai migranti ne parleremo in seguito]

Le indicazioni emerse per la crescita della sensibilità e capacità di intervento verso i migranti

Aspetti più positivi e quelli più problematici, le sfide e le provocazioni avvertite nell’attuale impegno con i migranti:

·         tra ciò che appare maggiormente problematico, un elemento si impone su tutti gli altri: il 48.1% ha indicato la difficoltà attuale di riuscire a fare una vera educazione interculturale;

·         ciò che viene ritenuto più adatto a promuovere la missione salesiana con i migranti, sono le attività di carattere educativo sociale (68.5%) e formativo scolastico (38.9%); anche le attività che cercano di far collaborare migranti e autoctoni (35.2%); quelle che riescono a coinvolgere i genitori (31.5%) e a fare cooperare enti e associazioni locali (37%).

·         Le sfide per il futuro delle attività dell’ispettoria con i migranti:  la necessità di attivare una formazione adeguata (57.4%) soprattutto per i salesiani giovani (46.3%). L’ispettoria deve assumere il lavoro con i migranti come suo compito specifico (46.3%);

·         per un maggiore coinvolgimento dell’ispettoria nella missione per i migranti occorre fare scelte coraggiose, attivare centri e impegnarsi per l’inserimento sociale dei migranti (35.2%);

Si possono sottolineare due linee di pensiero fondamentali:

·         la prima è quella di una maggiore integrazione della pastorale dei migranti all’interno dello stile pastorale proprio di ogni ispettoria. Non più dunque un impegno accanto ad altri, ma una riscoperta vocazionale capace di illuminare il cammino di tutta quanta la comunità salesiana;

·         la seconda è legata al bisogno di produrre innovazioni significative, saldando lo sguardo sul futuro salesiano con quello dell’intera società locale in cui ogni ispettoria opera, assumendo un tratto ulteriore  di generosità che possa essere profetico nella globalizzazione contemporanea.

3. LE COMUNITÀ EDUCATIVE-PASTORALI ORDINARIE E LA LORO ATTENZIONE AI MIGRANTI

(alcuni risultati della ricerca)

Qual è la risposta nelle opere ordinarie delle ispettorie europee alla presenza dei migranti.

Iniziative per i migranti nelle opere salesiane d’Europa

-          Presenza dei migranti nelle opere salesiane: negli oratori e nelle parrocchie; nelle scuole e nei Centri di Formazione professionale, a seconda delle attività pastorali nelle varie nazioni.

-          Le attenzioni suscitate dalla presenza dei migranti vengono espresse in modi diversi. Non solo iniziative particolari (40%). Se ne tiene conto nella progettazione educativa pastorale (55.6%); tutta l’azione pastorale è ripensata a partire dalla loro presenza (12.2%). Bisogna creare nuova sensibilità per la diversità culturale (44.4%), con interazione tra gruppi (36.7%).

-          Protagonisti dell’attenzione ai migranti: agente primo è la comunità (44.4%); si opera insieme salesiani e laici (54.4%). Gli organismi competenti (i consigli) assumono la responsabilità (21.1%). In alcuni contesti i migranti fanno tutto come gli altri (22.3%).

-          Bisogno avvertito di una preparazione specifica nelle diverse opere salesiane per la presenza dei migranti: l’avvio è avvenuto per l’iniziativa di singoli (43.3%); qualcuno ha cominciato e in seguito la comunità si è coinvolta (27.8%). Si sottolinea anche l’intervento di operatori esterni.

Come si possono valutare i livelli di sensibilità che sono stati raggiunti nelle opere salesiane a partire da questa attenzione ai migranti?

·         Disponibilità dei salesiani (25.6% molto+46.7% abbastanza d’accordo), nuova significatività del carisma (18.9%+51.1%) e coinvolgimento dei laici (22.2%+41.1%);

·         Attenzione ai migranti e nuove capacità operative: attenzione alla diversità culturale nelle proposte pastorali (24.4%+46.7%); capacità di valorizzare la diversità come risorsa superando tensioni e conflitti (20%+ 45.6%); essere divenuti riferimento per l’attenzione ai migranti nel territorio (22.2%+38.9%).

·         Livelli di competenze acquisite nel lavoro con i migranti: la soddisfazione per la consapevolezza riconosciuta circa il collegamento tra ciò che si fa e il rispetto e la difesa dei diritti umani: molto (30%) o abbastanza (41.1%) soddisfacente.

Impatto dell’attenzione ai migranti sulla missione salesiana

Nelle comunità salesiane si sta verificando

·         Apertura al territorio (33.3% + 47.8%) e valorizzazione delle strutture (20% + 46.7%)

·         Risorse umane necessarie (bisogno di nuove figure educative pastorali 24.4% + 40%) per il lavoro con i migranti (migliori disponibilità collaborative 17.8% + 42.2%)

·         Il valore dell’educazione interculturale (28.9% + 40%) : non si può fare a meno di una seria formazione a livello educativo interculturale.

·         Una strategia coordinata per il servizio ai migranti (10% + 31.1%): necessità che cresca il coordinamento ispettoriale per rafforzare le stesse risposte da dare ai problemi dei migranti.

Accrescere sensibilità e capacità di intervento verso i migranti nella comunità locale

·         La comunità e la prospettiva di futuro della sua attività educativo pastorale: rendere attori protagonisti gli stessi migranti; una nuova mentalità ispettoriale e corresponsabilità locale; importanza della formazione e crescita della sensibilità e disponibilità dei salesiani.

·         Scelte operative specifiche delle comunità nella loro azione per i migranti: condizioni interiori fondamentali: rispetto, apertura (24.4%); superare pregiudizi (5.6%); costruire disponibilità positive e riconoscere i migranti come campo significativo della missione salesiana (21.1%).

·         Rendere multiculturali le comunità salesiane d’Europa: valutare attentamente che ciò sia possibile (36.7%), che sia utile per la missione salesiana (27.8%), che tutti siano d’accordo circa la sua necessità (15.6%), e che sia accettata da parte di tutti i confratelli presenti (5.6%).

Quello che conta è che tutti siano disposti a vivere insieme (57.8%) e che soggetto pastorale sia l’intera comunità (28.9%).

 
4.LE PRESENZE EDUCATIVE-PASTORALI SALESIANE IN EUROPA AL SERVIZIO DEI MIGRANTI 

(alcuni risultati della ricerca)

L’impegno dei salesiani con i migranti si svolge da tempo in attività e opere avviate per questo.

Origine e contesto dell’opera per i  migranti

Tre su quattro hanno detto che l’opera è stata una risposta a un’emergenza, e, spesso, si è trattato di una iniziativa di qualche salesiano pioniere. Nella quasi totalità, le opere non hanno subito interruzioni. Le trasformazioni non hanno interrotto l’attività. Le caratteristiche attuali sono quelle dell’origine (circa un terzo) e, rinnovandosi, hanno continuato a svolgere il servizio (45%).

Destinatari e tipo di lavoro svolto

I destinatari sono sia giovani che adulti (45%). Destinatari più diretti delle attività sono ragazzi e giovani figli di migranti (32.5%). In alcune situazioni, i destinatari sono di una sola nazione; in alcuni contesti, le attività sono rivolte a gruppi etnici particolari (15%).

Il tipo di lavoro che viene svolto prevalentemente in queste opere per i migranti:

Il 45% identifica come lavoro sociale quello prevalente, ma si può lavorare anche su più fronti (40%). Il 35% precisa che le iniziative più importanti sono di tipo educativo formativo, comprese quelle di animazione religioso pastorale (27.5%). Si sta cercando di creare nuova sensibilità per la diversità culturale (20%), e si fa anche attenzione all’incontro interculturale (15%).

La partecipazione dei migranti alle attività svolte dai salesiani

I migranti sono coinvolti in tutto quello che si fa (57.5%) e cerca anche di coinvolgere gli autoctoni nelle iniziative con i migranti (32.2%). Gli stessi migranti sono coinvolti nella progettazione educativa pastorale(25%) e si cerca di creare occasioni per attivare l’interazione tra i vari gruppi.

Difficoltà incontrate nel lavoro con i migranti

Le difficoltà più rilevanti si riferiscono alla capacità di mettere in campo strategie operative che aprano migliori prospettive di futuro e alla consapevolezza circa la necessità di una formazione adeguata per le problematiche situazioni attuali. Non mancano, tuttavia, buoni frutti e soddisfazioni nel lavoro con i migranti

L’identità salesiana del servizio migranti delle opere specifiche in Europa

L’attenzione all’identità e alla missione salesiana nell’attività a con i migranti, aiutano a verificare:

è La salvaguardia dell’identità salesiana e il coinvolgimento in essa

·        disponibilità di accoglienza per tutti (67.5%); stile di relazioni, clima all’interno dell’opera caratterizzato da un vero spirito di famiglia (65%),

·        sostegno ai più poveri (57.5%),

·        attenzione educativa (55%).

è fare propria una vision e uno stile operativo richiede necessariamente  del tempo ed è sempre un processo graduale: tre su quattro hanno sottolineato la cura di un processo ancora in atto per la comprensione e la condivisione della vision e mission salesiana da parte di collaboratori.

è Missione salesiana delle opere specifiche per i migranti: caratteristiche significative:

·        Significatività del carisma salesiano (75%), sensibilità dei confratelli (60%) e collaborazione con i laici: tre su quattro (75%) hanno indicato come molto (32.5%) o abbastanza soddisfacente (42.5%) la nuova significatività che il carisma salesiano sta acquisendo in queste opere per i migranti; il 60% riconosce il maturare di una disponibilità diffusa dei confratelli nell’attenzione ai migranti; la soddisfazione è anche significativa per il coinvolgimento dei laici in tutto quello che si fa (15% + 57.5%).

·        Preparazione e capacità operativa raggiunte nel servizio ai migranti (17.5% + 42.5%): La nuova significatività del carisma salesiano e la valorizzazione dei confratelli sono collegati direttamente con la preparazione che è stata raggiunta per un lavoro efficace con i migranti.

·        il contributo che si riesce a dare per una migliore attenzione alla diversità culturale: per il 30% questo contributo è molto soddisfacente e per il 37.5% lo è abbastanza.

Sfide attuali e prospettive di crescita delle opere specifiche nel servizio ai migranti

La sfida maggiormente individuata (62.5%) è quella riferita alla capacità di riuscire a cogliere bene gli attuali cambiamenti per essere sempre in grado di tenerne conto nel lavoro che si svolge.

Questa indicazione è seguita dalla consapevolezza di doversi attrezzare con una formazione più adeguata (45%) per poter operare efficacemente.

Anche l’attenzione specifica ai migranti riconosciuta come nuova prospettiva della missione salesiana ha trovato una notevole convergenza (45%).

Il 40% riconosce, inoltre, l’importanza di operare con un vero spirito missionario e di riuscire a trovare modalità efficaci per coinvolgere gli stessi  nelle attività che si svolgono a loro vantaggio.

Come migliorare il lavoro educativo interculturale

La vera prospettiva di futuro per la missione salesiana in contesti di società multiculturale è l’educazione interculturale.

Circa i due terzi dei rispondenti (65%) hanno evidenziato la necessità di aiutare anzitutto a riconoscere i valori comuni e il 57.5% sostiene che questo impegno non sia separabile dal rispetto di cui ciascuno ha diritto.

La diversità va sperimentata cogliendo la validità del contributo di persone e di visioni diverse in azioni concrete (50%).

L’interculturalità si sperimenta e si mette in atto attivando veri laboratori (50%) in cui ciascuno può dare il suo contributo e valorizzare, per sé e per gli altri.

Il 40% sottolinea l’utilità di moltiplicare iniziative di incontro tra diversi e anche le interazioni tra migranti e autoctoni (37.5%).

Servizio migranti e attenzione alla dimensione vocazionale

È necessario creare anzitutto un clima di accoglienza nella nostra opera (72.5%) e cercare di fare spazio ai giovani coinvolgendoli nelle attività che svolgiamo (60%).

Bisogna cercare di dare al lavoro con i migranti un vero spirito missionario (42.5%) e farsi carico della formazione cristiana di ragazzi e giovani, aiutandoli nel discernimento delle scelte della loro vita (32.5%).

Prendersi cura particolare di ragazzi e giovani figli di immigrati (40%) può suscitare e valorizzare orientamenti e scelte di vita tra i figli dei migranti, ed è per questo che diventa irrinunciabile la scelta di un intervento specifico in tal senso.

Opere specifiche per i migranti e possibile miglioramento di elementi significativi della missione salesiana

Dall’insieme emergono soprattutto due aspetti che saranno anche approfonditi in seguito. Un aspetto è più riferito alla valorizzazione del carisma e al coinvolgimento nella missione salesiana a livello socioeducativo e l’altro più legato all’aspetto pastorale ecclesiale e all’autenticità della testimonianza.

Dal servizio ai migranti nelle opere specifiche al Progetto Europa

Ciò che conta per rispondere alle nuove esigenze della missione salesiana nel contesto europeo è la capacità di riuscire a percepire i cambiamenti, le trasformazioni, le novità che si stanno realizzando nei diversi contesti di vita.

Uno degli aspetti rilevanti è certamente la nuova condizione antropologica e culturale: le nazioni europee stanno diventando sempre più società multiculturali e questo chiede di ripensare la missione educativa salesiana perché possa trovare il paradigma più efficace per la sua realizzazione.

L’educazione interculturale richiede una nuova sensibilità e capacità di attenzione alla diversità culturale, di riconoscere, nel rispetto, i valori antropologici comuni e quelli specifici per riuscire ad attivare una convivenza che sia capace di valorizzarli.

 
5.IL COINVOLGIMENTO DIRETTO DEI MIGRANTI NELLA MISSIONE SALESIANA IN EUROPA

(alcuni risultati della ricerca)

Non pochi migranti collaborano ormai nella realizzazione della missione salesiana sia nelle opere specifiche che in quelle ordinarie.

Quali gli spazi di partecipazione nelle diverse attività e i ruoli che essi hanno? Quali livelli sono stati raggiunti nella condivisione dello spirito salesiano? Quali le difficoltà e i buoni frutti di questa collaborazione?

Presenza e ruoli specifici di migranti nella missione salesiana in Europa

Si va dall’aiuto a ciò che fanno gli altri, alla condivisione di responsabilità: il 35.7% degli intervistati ha detto che essi sono coinvolti in tutte le attività e che i migranti svolgono iniziative comuni con autoctoni e altri gruppi per la mediazione di tutta l’azione pastorale (14.3%) e per la progettazione educativa pastorale (23.8%).

Coinvolgimento nella missione e condivisione dello spirito salesiano

Più della metà (52.4%) ha detto che si è  arrivati a buon punto. Poco meno di un terzo (31%) che si sta lavorando per far comprendere e accettare la visione educativa pastorale salesiana.

Questa condivisione della missione e dello spirito, si è concretizzata nel clima e stile di famiglia con il rispetto di tutti (66.7%); nell’accoglienza (50%) e disponibilità relazionale per un’attenzione educativa condivisa. Il 57.1% riconosce questa attenzione educativa come l’aspetto più significativo di uno spirito condiviso.

Difficoltà incontrate e risultati raggiunti nel coinvolgimento e collaborazione salesiani migranti

è  Difficoltà incontrate e resistenze da superare

Non è facile integrare visioni differenti (54.8%) e attuare un lavoro di collaborazione tra migranti e autoctoni (42.9%). Tra le difficoltà direttamente sperimentate è la necessità di una adeguata formazione (28.6%), per lavorare con i migranti e non solo per i migranti.

è  I buoni frutti della collaborazione attivata

Sostegno scolastico ai ragazzi figli di immigrati (61.9%); alcune collaborazioni tra migranti e autoctoni (33.3%); esperienze positive di educazione interculturale (28.6%) e anche l’attivazione del dialogo interreligioso (23.8%).

è  Collegamenti in rete con le altre realtà civili, ecclesiali e salesiane

Non si può operare da soli nelle attuali realtà sociali complesse. Si è cercata la partecipazione con le altre realtà nel territorio (26.2%) e con le altre strutture a livello sociale (45.2%). Si sono anche coordinate iniziative con le altre organizzazioni (33.3%), cercando di collegare tra loro gruppi diversi di migranti (28.6%).

Si sono effettuati anche collegamenti a livello ecclesiale (38.1%), coinvolgendosi in tutte le iniziative della chiesa locale per i migranti.

Consapevolezza del livello di salesianità nella collaborazione salesiani migranti

La valutazione della qualità che la collaborazione con i migranti ha dato alla presenza salesiana è molto elevata: la valutazione positiva va dal 59.5% all’88% (molto + abbastanza d’accordo).

è  Attenzione, disponibilità e consapevolezza degli obiettivi condivisi nella collaborazione

·         È cresciuta l’attenzione ai migranti nel territorio (molto d’accordo 42.9%)

·         Si lavora meglio per la difesa dei diritti umani (m.d. 31%)

·         Disponibilità a lavorare con i migranti (m.d. 23.8%)

·         Attenzione alle diversità culturali nelle proposte educative e pastorali (m.d. 19%)

è  Coinvolgimento dei migranti e conseguenze per il carisma e la missione salesiana:

·         Cresce il coinvolgimento di salesiani e laici iniziative specifiche (m.d. 26.2%)

·         Il carisma salesiano trova modalità significative di espressione (m.d.31%)

·         Si deve migliorare la conoscenza dello spirito e della missione salesiana (m.d. 31%)

·         Più collaborazione migranti autoctoni e salesiani per sentirsi partecipi della missione salesiana (m.d. 50%)

Sfide attuali e prospettive operative per il coinvolgimento salesiani migranti nell’opera salesiana

è  Sfide derivanti dalla collaborazione salesiani migranti

·         far riconoscere il lavoro che si svolge come una nuova prospettiva di realizzazione della missione salesiana (57.1%).

·         far maturare atteggiamenti profondi che riescano a illuminare il valore della diversità (50%).

è  La collaborazione salesiani migranti e il lavoro educativo interculturale

·         ripensare il paradigma educativo, nella convinzione che l’educazione del futuro non può che essere interculturale: nessuna educazione interculturale può essere realizzata senza il rispetto di ogni persona con la sua cultura (54.8%).

·         necessità di impegnarsi a cogliere tutti i valori comuni e condivisibili: moltiplicando le iniziative di incontro (38.1%), attivando anche interazioni con gli autoctoni (31%) e facendo diventare la presenza salesiana un vero laboratorio (35.7%).

è  Collaborazione salesiani migranti e attenzione alla dimensione vocazionale

·         L’attenzione alla dimensione vocazionale nella collaborazione salesiani migranti richiede anzitutto un vero clima di accoglienza (64.3%),  e il coinvolgimento dei giovani volontari  nelle attività (47.6%),

·        Occorre prendersi cura dei figli dei migranti (40.5%) per accompagnarli nelle scelte della vita e sostenerli in caso di scelta vocazionale specifica.

Collaborazione salesiani migranti e prospettive per la missione salesiana in Europa

[di questo ci occuperemo in seguito]

Aspettative e contributi per il Progetto Europa dalla collaborazione salesiani migranti nella missione salesiana

è  Aspettative provocate dal PE in coloro che stanno collaborando nel servizio ai migranti

·         una nuova sensibilità in tutti i salesiani (50%) e spirito missionario per operare efficacemente nella nuova realtà multiculturale (50%).

·         una adeguata formazione a quanti sono chiamati ad essere protagonisti (35.7%), valorizzando anche le opportunità di collaborazione consentite dalle risorse europee (35.7%).

Il PE richiede che i salesiani si sentano interpellati non solo a dare un nuovo assetto alle proprie strutture, ma a divenire protagonisti nella costruzione dell’Europa dei popoli (33.3%).

è  Contributi per il PE da parte di coloro che stanno collaborando per il servizio ai migranti

·         necessità di attivare un protagonismo allargato per la realizzazione del PE (33.3%),

·         attenzione alla diversità culturale(19%)

·         collaborazione e diffusione dello spirito salesiano e missionario (16.7%)

·         puntare sui giovani e prepararli a diventare protagonisti di un PE per la costruzione dell’Europa dei popoli (16.7%).

 
6.L’ATTENZIONE AI MIGRANTI E LE PROSPETTIVE PER LA MISSIONE SALESIANA IN EUROPA

(approfondimenti dei risultati della ricerca)

Valorizzando le indicazioni offerte dai sondaggi cercheremo di cogliere le disponibilità e le attese che stanno maturando nelle attività svolte dai salesiani a partire dall’attuale esperienza con i migranti nelle realtà territoriali europee.

6.1.            Attenzione ai migranti e prospettive per una nuova rilevanza del carisma salesiano in Europa

Che cosa può essere maggiormente significativo per realizzare qualcosa di veramente efficace per il futuro della missione salesiana in Europa? Quali i frutti, le conseguenze positive, i benefici per la missione salesiana dall’attenzione ai migranti?

Per poter dare una risposta a queste domande abbiamo due livelli di analisi su una domanda molto rilevante e comune ai quattro questionari.

Abbiamo scelto anzitutto di costruire una tabella comparativa  sommando le percentuali dei livelli “molto e abbastanza d’accordo” per un confronto tra le risposte ai quattro questionari riferite alla domanda (comune ai quattro questionari) circa il rapporto tra l’attenzione ai migranti e i possibili benefici per la missione salesiana in Europa.

A livello più generale, una conseguenza positiva immediatamente evidente nei dati della tabella è senza dubbio la possibilità di poter offrire alla società un migliore contributo come salesiani; questo contributo può esprimersi come inserimento collaborativo nel territorio sia per obiettivi specificamente religiosi che civili. Un altro aspetto è riferito alla buona opportunità che si ha per la formazione dei salesiani all’educazione interculturale e anche uno stimolo per l’interazione con ispettorie non europee.

L’insieme delle indicazioni che si possono ricavare dalla Tabella può essere valorizzato per una migliore comprensione e valutazione delle esperienze in atto e, soprattutto, per le scelte che possono risultare più efficaci per il futuro.

Queste possibili scelte potranno essere ancor meglio illuminate dai risultati delle analisi fattoriali, sull’insieme delle variabili (item) della stessa domanda, che  abbiamo fatto per capire come il soggetto che risponde percepisce le cose e come le mette insieme nella sua mente. Se nelle analisi compiute emergono degli elementi che correlano le opinioni espresse (fattori), questi aiutano a capire la correlazione che vi è tra i vari aspetti su cui si esprime la propria opinione (variabili); a seconda della percentuale di varianza spiegata dai fattori (la variazione delle opinioni rispetto alla media) è possibile comprendere  la convergenza tra le opinioni dei vari rispondenti.

Le opinioni vengono espresse a partire dalla situazione in cui si opera, ma tutte riconoscono positivi benefici e si possono anche meglio apprezzare le diversità che esprimono sensibilità, attese, valutazioni specifiche per la missione salesiana dall’attenzione ai migranti. A seconda dei contesti e degli ambiti in cui si lavora si potrà avviare un processo di risignificazione della presenza cercando di discernere ciò che, in quel particolare contesto o ambito specifico, può essere possibile avviare.

 

Tabella n. 1: L’attenzione ai migranti e la consapevolezza dei benefici in alcuni aspetti della missione salesiana

L’attenzione ai migranti e possibili frutti per la missione salesiana in Europa

Percentuali somme di “MOLTO” e  “ABBASTANZA” d’accordo

Quest. n. 1 Ispettorie

Quest. n. 2

Opere ordinarie

Quest. n. 3

Opere specifiche

Quest. n. 4

Migranti collaboratori

1.      Item riferiti a “attenzione ai migranti, collaborazione ecclesiale e testimonianza cristiana”

Potrebbe migliorare il contributo dei salesiani alla chiesa locale

83.3

78.9

82.5

85.7

Potrebbe renderci più credibili anche di fronte ai non credenti

88.9

86.7

85.0

69.0

2.      Item riferiti a “riflessi sociali dell’attenzione ai migranti”

Potrebbe migliorare il nostro contributo alla società

90.8

87.8

90.0

83.4

Potrebbe farci impegnare di più per la difesa dei diritti umani

87.0

83.3

80.0

66.6

Potrebbe costituire un modo di inserirsi e collaborare nel territorio

74.1

74.5

85.0

78.6

3.      Item riferiti a “attenzione ai migranti fonte di vocazioni, ritrovamento di un aspetto rilevante del carisma e della missione salesiana”

Potrebbe essere anche una fonte di vocazioni salesiane tra gli stessi migranti cristiani

62.9

61.2

55.0

69.1

Potrebbe aiutarci a ritrovare un aspetto rilevante del nostro carisma

90.7

83.4

85.0

 

Potrebbe essere un tentativo di ritorno ai giovani più poveri e abbandonati

87.1

88.9

   

4.      Item riferiti a “attenzione ai migranti e crescita di condivisione in comunità, di collaborazione con i laici, di volontariato giovanile e di disponibilità nel nome di Don Bosco”

Potrebbe accrescere lo spirito di condivisione nelle comunità salesiane

74.1

63.3

77.5

88.1

Potrebbe farci trovare intese più consistenti nella collaborazione con i laici

68.6

81.1

85.0

85.7

Potrebbe stimolare la crescita del volontariato tra i giovani

87.1

     

Potrebbero maturale disponibilità e collaborazioni significative nel nome di Don Bosco

 

82.2

87.5

73.8

5.      Item riferiti a “attenzione ai migranti e spinta per l’educazione e la collaborazione interculturale”

Potrebbe costituire una spinta in più per la formazione dei salesiani per l’educazione interculturale

88.9

76.7

77.5

78.6

Potrebbe farci interagire meglio con le ispettorie non europee

53.7

60.0

55.0

59.5

Tenendo presenti queste considerazioni generali, possiamo adesso evidenziare alcune caratteristiche relative ai diversi ambiti della ricerca.

6.2.            Attenzione ai migranti e conseguenze possibili a livello ispettoriale

A livello ispettoriale supera il 90% il numero di coloro che pensano che dall’attenzione ai migranti i salesiani possono trovare una via significativa per dare un buon contributo alla società attuale e anche per mettere in evidenza qualche elemento rilevante del carisma.

Altre cinque valutazioni sfiorano il 90% e sottolineano, come conseguenze positive, una più credibile testimonianza, un impegno per la difesa dei diritti e anche una spinta per la formazione dei salesiani all’educazione interculturale.

A livello ispettoriale, pertanto, si sottolineano maggiormente i benefici istituzionali e la concreta possibilità di dare impulso a caratteristiche importanti dell’identità carismatica della missione salesiana.

Dall’analisi fattoriale (fatta sulla domanda n. 11 del primo questionario) sono emersi due fattori con consistenti correlazioni con i vari item, che aiutano a capire gli aspetti meglio evidenziati e collegati[5] nelle opinioni dei rispondenti.

Il primo fattore, come si può osservare nella tabella n.2, riesce a spiegare il 33.47% della varianza[6]. Ha una correlazione positiva con molte variabili e con alcune di esse è piuttosto elevata.

Viene percepita con particolare efficacia la possibilità che l’attenzione ai migranti possa stimolare i salesiani alla formazione interculturale e a una migliore interazione con le ispettorie non europee. 

Dall’impegno per i migranti, inoltre, potrà derivare un migliore contributo alla società da parte dei salesiani, il che potrebbe renderli anche più credibili di fronte ai non credenti, o divenire fonte di vocazioni tra i migranti cristiani e accrescere lo spirito di condivisione nella stessa comunità salesiana.

Le variabili, correlate in modo più significativo con il primo fattore, mettono in chiara evidenza le priorità e anche le interdipendenze che possono guidare le scelte operative più vantaggiose per le ispettorie europee in cerca di rilancio per la propria missione.

Come appare chiaramente, l’analisi fattoriale conferma le priorità segnalate e aiuta anche a coglierne le condizioni di attuabilità: il contributo alla società potrò venire a partire da una adeguata formazione all’interculturalità.

Il secondo fattore spiega il 25.16% della varianza e ha una correlazione con altri aspetti significativi.

L’attenzione ai migranti potrebbe far crescere il volontariato giovanile, spingere i salesiani a un ritorno ai giovani più poveri, costituire un modo di inserirsi e collaborare nel territorio, e trovare intese più consistenti nella collaborazione con i laici.

L’insieme dei due fattori spiega il 58.6% della varianza, ha pertanto un peso notevole per la comprensione delle opinioni dei rispondenti. Questo significa che investendo su questi aspetti si può incontrare una disponibilità da parte di chi viene coinvolto e, puntando su qualcuno di questi elementi, è possibile che si attivi un dinamismo che può coinvolgere e trainare anche il resto.

 

Tabella n. 2: L’attenzione ai migranti a livello ispettoriale e la consapevolezza di alcuni aspetti dell’azione salesiana [matrice rotata della domanda 11 del primo questionario e correlazione dei due fattori con le variabili che la costituiscono]

ROTAZIONE DI FATTORI ORTOGONALI:    13  VARIABILI    2  FATTORI

Variabili (ITEM)

Fattore 1

Fattore 2

1.      Potrebbe migliorare il contributo dei salesiani alla chiesa locale

.554    

-.415

2.      Potrebbe migliorare il nostro contributo alla società

.704    

-.206

3.      Potrebbe aiutarci a ritrovare un aspetto rilevante del nostro carisma

.549   

-.462

4.      Potrebbe accrescere lo spirito di condivisione nelle comunità salesiane

.622    

-.478

5.      Potrebbe renderci più credibili anche di fronte ai non credenti

.695    

-.168

6.      Potrebbe farci impegnare di più per la difesa dei diritti umani

.619    

-.293

7.      Potrebbe farci trovare intese più consistenti nella collaborazione con i laici

.584    

-.529

8.      Potrebbe farci interagire meglio con le ispettorie non europee

.717     

.014

9.      Potrebbe costituire una spinta in più per la formazione dei salesiani per l’educazione interculturale

.741    

-.330

10.  Potrebbe essere anche una fonte di vocazioni salesiane tra gli stessi migranti cristiani

.667    

-.206

11.  Potrebbe costituire un modo di inserirsi e collaborare nel territorio

.313    

-.789

12.  Potrebbe stimolare la crescita del volontariato tra i giovani

.088    

-.865

13.  Potrebbe essere un tentativo di ritorno ai giovani più poveri ed abbandonati

.201   

-.835

PERCENTUALE VARIANZA SPIEGATA DAI FATTORI ROTATI

33.473

25.160

TOTALE VARIANZA SPIEGATA (IN %)

58.6331

È interessante anche notare che alcune variabili hanno una correlazione significativa su entrambi i fattori. Tra queste vi è sia la crescita e condivisione nella comunità, che il possibile rinnovamento di aspetti rilevanti del carisma salesiano. In modo un po’ provocante potremmo dire: se si è veramente consapevoli che l’attenzione ai migranti aiuta a ritrovare un aspetto rilevante del carisma, si può scommettere veramente sull’attenzione ai migranti per migliorare tutto il resto.

6.3.          Attenzione ai migranti e miglioramenti possibili dell’azione salesiana a livello locale

Le risposte date da quanti stanno svolgendo la loro missione salesiana nelle opere ordinarie e si dicono “molto e abbastanza d’accordo” sulle conseguenze positive dall’attenzione ai migranti per l’azione salesiana superano l’80% in molti aspetti.

Un’indicazione, di poco inferiore al 90%, sottolinea l’attenzione ai migranti come via di un possibile ritorno ai giovani più poveri, che sono i destinatari privilegiati della missione salesiana. Altre conseguenze positive sono riferite all’aspetto sociale, sia come contributo istituzionale specifico che come impegno per la giustizia con la difesa dei diritti umani.

Tabella n. 3 : L’attenzione ai migranti a livello locale e miglioramento di alcuni aspetti dell’azione salesiana [matrice rotata della domanda 9 del secondo questionario e correlazione dei due fattori con le variabili che la costituiscono]

ROTAZIONE DI FATTORI ORTOGONALI:    13  VARIABILI    2  FATTORI

Variabili (ITEM)

Fattore 1

Fattore 2

1.      Potrebbe migliorare il contributo dei salesiani alla chiesa locale

.191     

.842

2.      Potrebbe migliorare il contributo della comunità alla società

.197     

.774

3.      Potrebbe aiutarci a ritrovare un aspetto rilevante del nostro carisma

.638     

.464

4.      Potrebbe accrescere lo spirito di condivisione nelle comunità salesiane

.667     

.127

5.      Potrebbe renderci più credibili anche di fronte ai non credenti

.632     

.262

6.      Potrebbe farci impegnare di più per la difesa dei diritti umani

.558     

.489

7.      Potrebbe farci trovare intese più consistenti nella collaborazione con i laici

.441     

.582

8.      Potrebbe farci interagire meglio con le ispettorie non europee

.770     

.213

9.      Potrebbe costituire una spinta in più per la formazione dei salesiani per l’educazione interculturale

.646     

.525

10.  Potrebbe essere anche una fonte di vocazioni salesiane tra gli stessi migranti cristiani

.771     

.231

11.  Potrebbe costituire un modo di inserirsi e collaborare nel territorio

.720     

.412

12.  Potrebbero maturare disponibilità e collaborazioni significative nel nome di Don Bosco

.750     

.317

13.  Potrebbe essere un tentativo di ritorno ai giovani più poveri ed abbandonati

.785    

.307

PERCENTUALE VARIANZA SPIEGATA DAI FATTORI ROTATI

39.489

22.496

TOTALE VARIANZA SPIEGATA (in %)

61.9855

 

L’analisi fattoriale applicata alla stessa domanda del secondo questionario ha evidenziato due fattori che riescono a spiegare il 61.98% della varianza delle opinioni, una percentuale veramente rilevante.

Il primo fattore ha una grande incidenza, giungendo a spiegare fino al 39.5 % della varianza. Nelle case ordinarie l’attenzione ai migranti viene vista soprattutto come possibilità di ritorno ai giovani più poveri e abbandonati e potrebbe essere anche fonte di vocazioni tra gli stessi figli dei migranti cristiani. L’analisi evidenzia anche la possibilità di interazione con le ispettorie non europee, la disponibilità di collaborazione nel nome di Don Bosco e di collaborare nel territorio.

Il secondo fattore spiega il 22.5% della varianza. Ha un peso un po’ più debole, ma le interrelazioni che  evidenzia tra due variabili è molto elevato: l’opera salesiana locale che si fa attenta ai migranti può trovare  il modo migliore per dare il suo contributo alla chiesa locale e anche alla società. Anche l’intesa con i laici coprotagonisti nella collaborazione ecclesiale e civile potrebbe essere maggiore.

L’attenzione ai migranti a livello locale, pertanto, viene pensata come strategia utile per ritrovare lo specifico della missione salesiana, per migliorare il contributo alla chiesa e alla società, inserendosi nel territorio. Tutto questo visto come aspetto rilevante del carisma, in quanto impegno educativo umanizzante (difesa dei diritti).

Perché si possa realizzare, si richiede una adeguata formazione interculturale dei salesiani.

6.4.  Aspetti soddisfacenti della missione salesiana realizzata nelle opere specifiche per i migranti

I protagonisti dell’azione salesiana in opere specifiche per il servizio ai migranti sottolineano come aspetti molto significativi di ciò che potrebbe conseguire per l’azione salesiana sia il contributo sociale e l’inserimento nel territorio, sia la collaborazione con i laici e la disponibilità a farlo nel nome di Don Bosco. Si sottolinea anche il miglior coinvolgimento nell’azione pastorale della chiesa locale e la credibilità verso i non cristiani. Tutti questi aspetti sono collegabili con una migliore risignificazione del carisma salesiano.

Nelle opere in cui si lavora da tempo con un’attenzione particolare ai migranti non sono emerse dimensioni sottostanti e comuni per vedere come migliorare quello che già si fa. Si può dire che in queste opere vi è già un orientamento fondamentale condiviso ed è la prospettiva che accomuna l’azione di tutti.

Abbiamo scelto di verificare altre variabili che si riferiscono al livello di soddisfazione raggiunto su alcuni aspetti della missione salesiana. È la domanda 12 della prima parte del terzo questionario. L’analisi fattoriale di queste variabili è stata positiva; ha messo in evidenza tre fattori che, nel loro insieme, riescono a dare ragione del 54.67% della varianza.

L’interrelazione sottostante alle dieci variabili della domanda evidenziata dal primo fattore è pari al 20.255% della varianza.

La soddisfazione per il lavoro svolto riferita al contributo che si riesce a dare per una migliore attenzione alla diversità culturale, al coinvolgimento di tutti, salesiani e laici, e al fatto che questa presenza di attenzione ai migranti risulta propositiva nel territorio: una migliore attenzione alla diversità culturale rende capaci di essere propostivi-innovativi nel territorio.

Un altro aspetto abbastanza significativo, che è in relazione positiva anche con il terzo fattore, è il riconoscimento e la valorizzazione della diversità culturale che consente di dare, come presenza salesiana, un contributo alle sinergie di reti territoriali.

Il valore del secondo fattore riesce a spiegare il 19.774% della varianza (ha la stessa portata del precedente).

Due sono gli elementi interrelati con questo fattore: la soddisfazione è collegata alla consapevolezza che quello che si fa è vera difesa dei diritti umani dovuti a tutti. Questo potrebbe essere inteso come l’aspetto motivazionale che sostiene la convinzione di aver ormai acquisito una capacità di rispondere alle sfide che la presenza dei migranti pone nel territorio.

A questo secondo fattore è anche correlata la soddisfazione per la nuova significatività del carisma salesiano che tutto questo richiama: è come se il carisma desse fondamento alla motivazione e anche il coraggio per affrontare le sfide.

Il terzo fattore, che aiuta a interpretare il 14.642% della varianza, evidenzia il peso della preparazione raggiunta per lavorare efficacemente con i migranti ed è proprio questo che consente di dare un contributo, come salesiani, nelle sinergie di rete territoriali.

 

Tabella n. 4 : Livello di soddisfazione raggiunto nel lavoro  con i migranti in riferimento ad aspetti della missione salesiana [matrice rotata della domanda 12 del terzo questionario e correlazione dei tre fattori con le variabili che la costituiscono]

ROTAZIONE DI FATTORI ORTOGONALI:    10  VARIABILI    3  FATTORI

Variabili (ITEM)

Fattore 1

Fattore 2

Fattore 3

1.      La disponibilità di tutti i confratelli nell’attenzione ai migranti

.259

-.423

-.054

2.      Il coinvolgimento di tutti, salesiani e laici, nelle iniziative specifiche che si fanno

.724    

-.153     

.067

3.      L’attenzione alla diversità culturale nelle proposte educative e pastorali

-.004    

-.125    

-.424

4.      La preparazione raggiunta per lavorare efficacemente con i migranti

.016    

-.348     

.788

5.      La capacità acquisita per rispondere alle sfide che la presenza di migranti pone

-.119     

.716    

-.021

6.      La consapevolezza che quello che si fa è vera difesa dei diritti umani dovuti a tutti

-.016     

.866    

-.050

7.      La soddisfazione  per la nuova significatività del carisma salesiano

.236    

.598     

.479

8.      Una presenza propositiva nel territorio nell’attenzione ai migranti

.719    

-.007     

.232

9.      Il contributo che si riesce a dare per una migliore attenzione alla diversità culturale

.740    

-.022    

-.287

10.  Il contributo che si riesce a portare come salesiani nelle sinergie di reti territoriali

.547    

-.138    

-.536

PERCENTUALE VARIANZA SPIEGATA DAI FATTORI ROTATI

20.255

 

19.774

14.642

TOTALE VARIANZA SPIEGATA (IN %):

54.670

La capacità di attenzione condivisa alla diversità culturale consente di essere propositivi nel territorio, la difesa dei diritti dà coraggio per affrontare le sfide, ma il tutto è dovuto alla  competenza raggiunta nel lavoro con i migranti. In tutto questo si esprime la nuova significatività del carisma salesiano, di cui si è veramente soddisfatti.

6.5.            Condivisione del lavoro tra salesiani e laici e prospettive per la missione salesiana in Europa

I dati più significativi, circa le positive conseguenze dell’azione per i migranti, che possiamo evidenziare dalle risposte di chi è già direttamente coinvolto nella missione salesiana sono i seguenti: la collaborazione con la chiesa locale, la crescita dello spirito di condivisione nelle comunità salesiane, la collaborazione con i laici e l’opportunità di suscitare vocazioni anche tra gli stessi figli dei migranti, oltre a una possibilità di apertura alle ispettorie non europee.

L’analisi fattoriale della domanda 15 del quarto questionario ha dato risultati molto significativi. I due fattori emersi riescono a spiegare poco meno del 70% della varianza ed hanno un peso quasi uguale.

 

Tabella n. 4 : Condivisione del lavoro tra salesiani e migranti e missione salesiana in Europa [matrice rotata della domanda 15 del quarto questionario e correlazione dei tre fattori con le variabili che la costituiscono]

ROTAZIONE DI FATTORI ORTOGONALI:    11  VARIABILI    2  FATTORI

Variabili (ITEM)

Fattore 1

Fattore 2

1.      Potrebbe migliorare il contributo dei salesiani alla chiesa locale nell’accoglienza ai migranti

.275    

-.742

2.      Potrebbe migliorare il contributo dei salesiani all’educazione nella società multiculturale

.153    

-.928

3.      Potrebbe accrescere lo spirito di condivisione e di corresponsabilità nelle comunità salesiane

.604    

-.403

4.      Potrebbe far diventare più credibile la missione salesiana anche di fronte ai non cristiani

.777    

-.328

 

5.      Si potrebbe svolgere un lavoro più efficace per la difesa dei diritti umani

.370    

-.702

 

6.      Potrebbe far trovare intese più consistenti nella collaborazione con i laici

.300    

-.715

 

7.      Potrebbe far interagire meglio con le ispettorie non europee

.629    

-.563

 

8.      Potrebbe costituire una spinta in più per la formazione dei salesiani per l’educazione interculturale

.547

-.641

 

9.      Potrebbe essere anche una fonte di vocazioni salesiane tra gli stessi migranti cristiani

.722    

-.425

 

10.  Potrebbe costituire un modo di inserirsi e collaborare nel territorio

.865    

-.106

 

11.  Potrebbero maturare disponibilità e buone collaborazioni nel nome di don Bosco

.829    

-.308

 

PERCENTUALE VARIANZA SPIEGATA DAI FATTORI ROTATI

35.878

33.644

 

TOTALE VARIANZA SPIEGATA (IN %)

69.5225

 

Il primo fattore spiega il 35.878% della varianza ed ha come punta più significativa di comprensione il fatto che la collaborazione salesiani migranti potrebbe essere un modo efficace di inserirsi e collaborare nel territorio e far maturare disponibilità a collaborare nel nome di Don Bosco. Da questa collaborazione, inoltre, la missione salesiana potrebbe divenire più credibile anche di fronte ai non cristiani, e divenire fonte di vocazioni tra i migranti cristiani.

Ciò che aiuta a comprendere queste correlazioni è la collaborazione vista come fattore efficace per entrare a far parte del territorio, del contesto della vita; è una sorta di corresponsabilità che fa apprezzare ancor più la ragione di tutto questo, che è il nome di Don Bosco.

Il secondo fattore spiega il 33.644% della varianza. Una convergenza altissima delle opinioni espresse (-.928) è anzitutto riferita al possibile miglioramento del “contributo dei salesiani all’educazione nella società multiculturale”.

A questa correlazione si collega un’altra, anch’essa molto significativa ed elevata, che è il contributo che i salesiani potrebbero dare alla chiesa locale nell’accoglienza ai migranti.

I fattori, come abbiamo cercato di dire più volte, esprimono elementi di convergenza delle opinioni e fanno emergere gli aspetti che nella mente dei protagonisti sono riconosciuti come significativi ed efficaci per la missione salesiana in Europa.

Alla luce di tutto questo, si deve necessariamente essere prudenti, ma questo non può nascondere l’intrinseca rilevanza di quanto le analisi fattoriali hanno evidenziato.

6.6. Per una nuova rilevanza del carisma salesiano in Europa

Le prospettive e strategie operative che sono presenti nella mente di quanti vivono la propria esperienza di vita e di coinvolgimento nell’attività salesiana attuale in Europa aprono orizzonti nuovi per l’efficacia e la continuità del carisma e della missione salesiana.

Le scelte vanno fatte ai livelli decisionali istituzionali e bisogna trovare le condizioni adeguate per renderle accette ed efficaci.

Tenendo conto dell’insieme dei risultati delle analisi fattoriali possiamo ricavare alcune indicazioni che emergono in modo trasversale e sono comuni ai vari ambiti.

È comune l’idea che l’attenzione ai migranti per la missione salesiana potrebbe essere un contributo significativo alla società attuale e un modo efficace di inserimento e di collaborazione territoriale.

Proprio questa ritrovata attenzione e inserimento nel territorio può stimolare l’attenzione ai giovani più poveri e trovare più disponibilità di collaborazione nel nome di Don Bosco. Questo consentirebbe di trovare una valorizzazione del carisma e di creare le condizioni per scelte vocazionali.

L’attenzione ai più poveri, l’inserimento nel territorio, l’allargata collaborazione con i laici aiuterebbero a renderci più credibili, anche di fronte ai non credenti, e a dare un significativo contributo alla chiesa locale.

Appare anche chiaramente che l’attenzione ai migranti dovrebbe stimolare la formazione interculturale, condizione per la qualità del nostro contributo alla società multiculturale e la possibile collaborazione con le ispettorie non europee.

Dall’insieme delle analisi e riflessioni sviluppate, tuttavia, il fondamento su cui ogni scelta e strategia operativa dovrebbe radicarsi è la “centralità dell’educazione”, ripensata nei contesti concreti di vita della società multiculturale attuale. Il paradigma di questo nuovo impegno educativo è l’educazione interculturale.

La “formazione dei salesiani all’educazione interculturale e il contributo dei salesiani all’educazione interculturale” sono le urgenze e le sfide messe in evidenza nella ricerca.

Se l’attenzione e la missione che i salesiani svolgono nel servizio ai migranti sono riconosciute come “tema generatore e come risorsa endogena del carisma salesiano”, devono trovare il coraggio e il modo di rendere operativa questa competenza.

Proprio in questa prospettiva possono essere illuminanti le parole del Rettor Maggiore don Pascual Chavez Villanueva, che ritiene importante “promuovere un rinnovamento della mentalità, di modo che la preoccupazione e l’azione a favore degli immigranti siano presenti in tutte le comunità salesiane ed educative, favorendone una apertura accogliente e superando la naturale resistenza dinanzi alle minoranze etniche. Si tratta in effetti di una priorità carismatica della nostra missione, che deve impostarsi come una dimensione trasversale a tutte le presenze salesiane. Si tratta di rinnovare la nostra mentalità educativa e pedagogica rendendola – convertendola – capace di assumere l’opzione pedagogica interculturale. Si tratta di ammodernare la nostra mentalità socio-politica per partecipare attivamente nella costruzione della nuova Comunità Europea, che deve trovare negli immigranti non tanto un problema quanto una risorsa, e non solamente economica, ma umana”.[7]

 
7. CONDIZIONI PER UN’OPERATIVITÀ EFFICACE NEI DIVERSI CONTESTI TERRITORIALI

(prospettive di applicazione della ricerca)

Le analisi che abbiamo fatto hanno già prospettato situazioni, bisogni, sfide, attese… ma anche concrete realizzazioni, disponibilità, prospettive operative intelligenti.

Dobbiamo ripensare, con intelligenza e creatività, il modo più efficace di mettere il carisma salesiano al servizio della missione, ricomprendendo l’uno e risignificando l’altra. Se siamo disponibili a conoscere meglio la realtà attuale e ad ascoltare più attentamente le persone siamo nella condizione di poter approfondire il rapporto tra “ispirazione e azione”, “ispirazione carismatica e missione educativa”.

La risignificazione della presenza e della missione salesiana in Europa potrà venire soltanto dalla nostra attenzione e impegno a coniugare in modo nuovo e fecondo “ispirazione e missione”. In fondo, questo significa che dobbiamo imparare a riconoscere che lo Spirito (che è in missione nel cuore delle persone) può aiutarci a condividere la missione con tutti quelli che sentendosi in sintonia con l’ispirazione, nel nome di Don Bosco, si coinvolgono con noi nella stessa missione.

Le condizioni di efficacia operativa devono tener conto di quanto abbiamo detto sull’educazione nella società multiculturale, del “nuovo paradigma educativo”.

Per la sua concreta attuazione dobbiamo immaginare il “COME”[8]: iniziative, atteggiamenti, attenzioni, disponibilità, mediazioni, ecc., e attuarlo mettendo in campo le strategie del possibile, valorizzando gli spazi di vita quotidiana.

Gli spazi della vita quotidiana non sono indifferenti per la qualità della vita e se si vuole che veramente la convivenza sociale migliori bisogna puntare a cambiare atteggiamenti. Nella realtà attuale, di condivisione di vita in uno stesso contesto tra migranti e autoctoni, se si riescono a superare distanze, diffidenze e si mettono in atto disponibilità di accoglienza del diverso, di collaborazione…, se si riesce a promuovere una “cultura dell’accoglienza” e a renderla sempre più diffusa e condivisa, la realtà, lo spazio di vita diventa umano e umanizzante.

Alla luce di questo semplice richiamo alla realtà concreta, possiamo anche pensare le “strategie del possibile” collegandole ad aspetti specifici del nostro sistema educativo, che è la cura dell’ambiente, lo stile di relazioni, la collaborazione, il protagonismo condiviso, promozione di iniziative e forme aggregative che possono avere una esplicita intenzionalità educativa (iniziative sportive, teatrali, religiose, culturali, ecc).

Le iniziative si preparano e si possono fare insieme (migranti e autoctoni, giovani e adulti), si realizzano interagendo insieme, spesso ci si incontra anche dopo che sono state fatte… Non si tratta di banalità, ma di vita, di esperienze che possono essere pedagogicamente valorizzate per imparare e aiutare a imparare.

Le iniziative che si possono promuovere sono le più diverse e non poche sono già in atto. Per aiutare a costruire delle “buone pratiche”, richiamiamo alcune attenzioni che possono garantirne la qualità e l’efficacia educativa.

7.1.            Riconoscere la diversità, educare alla differenza:

Fa parte strettamente del “COME” la maturazione di atteggiamenti giusti, soprattutto in riferimento a “diversità” e “differenza”.

Nello specifico dell’educazione interculturale nelle società multiculturali, bisogna imparare a riconoscere e valorizzare le diversità come risorsa che può contribuire al bene di tutti nel territorio concreto della convivenza sociale.

7.2.            Relazione e comunicazione interculturale

La condivisione di spazi e di esperienze di vita, l’attivazione di processi “dinamico-evolutivi” per la comprensione della diversità e del valore della differenza vengono resi fecondi da una capacità relazionale e comunicativa interculturale.

Per costruire “l’inter” tra le culture, a cui tende necessariamente l’educazione interculturale, bisogna curare soprattutto due abilità: quella relazionale e quella comunicativa, che potranno abilitare all’ascolto e al dialogo interculturale.

Non basta imparare la lingua per realizzare una interazione tra le culture. Bisogna puntare molto anche a “sviluppare capacità relazionali che consentano di comprendere effettivamente le diversità e di definire e ridefinire spazi di convivenza e cooperazione”.[9]

Le capacità relazionale e comunicativa vanno educate attivando esperienze concrete di pratica interculturale.

Relazione e comunicazione, attivate sulla base di esigenze pratiche e in situazioni particolari di contesto sociale e culturale, aiutano a superare le distanze perché facilitano la comprensione dei significati e questo dà qualità umana a forme di avvicinamento non solo formali o utilitaristiche.

7.3.            Valorizzazione della mediazione delle nuove generazioni

Per Don Bosco l’accoglienza e l’attenzione ai figli anche “dei selvaggi” era una via importante per poter entrare in contatto con le famiglie e avere la possibilità di avviare con esse un’opera di evangelizzazione.

Questa strategia può essere molto fruttuosa anche per l’integrazione sociale dei migranti. I ragazzi e i giovani figli di migranti, presenti nelle strutture salesiane, vivono, di fatto, in ambienti di vita diversi e sperimentano molte appartenenze.

“I figli e le figlie dei migranti, essendo quotidianamente impegnati nella negoziazione di significati, pratiche e stili di vita sia in famiglia che fuori dalla famiglia, potrebbero infatti essere visti come ´maestri´ nel saper coniugare  insieme una pluralità di appartenenze e una capacità critica e autocritica”.[10]

Ciò che per noi diventa veramente importante è riflettere bene su quello che può essere l’effettivo ruolo dei figli dei migranti per la concreta attuazione della relazione, interazione, comunicazione interculturale.

I “nuovi cittadini” delle attuali società europee sono di fatto una opportunità preziosa per le “potenzialità insite nel loro fare da ‘ponte’ fra le generazioni e costituiscono in questa prospettiva una risorsa che le nostre società non dovrebbero permettersi di sprecare”[11].

Nella logica della “strategia del possibile” e del “concreto”, “è importante partire dal fatto che gli allievi e le allieve, figli di genitori migranti condividono con i loro coetanei figli di genitori [autoctoni] l’esigenza di spazi effettivi di espressione, riconoscimento e partecipazione, che permettono loro di sperimentare e consolidare –entro una continuità di vissuto personale- sia una pluralità di appartenenze sia un’appartenenza condivisa a contesti significativi comuni”[12].

Se tutto questo viene vissuto e attuato con consapevolezza e capacità educativa interculturale nei nostri ambienti educativi, aiutando sempre a interpretare il quotidiano e nutrendo speranze per i futuri possibili, potremo riuscire a rendere i giovani cittadini responsabili delle nuove società europee e i figli dei migranti anche maestri e mediatori dell’integrazione delle loro famiglie.

Si tratta di attenzioni e prassi non occasionali, né temporanee. È un processo da attivare nella logica della continuità dell’apprendimento interculturale lungo tutta la vita e in tutti i luoghi ove la vita si vive. L’efficacia di tutto questo, inoltre, può essere garantita dalla disponibilità e capacità di verifica del percorso, per saper orientare le scelte secondo le novità del cambiamento, che impareremo a riconoscere.

Vito ORLANDO

 

[1] Il Consiglio Generale della Congregazione ha approvato il Progetto Europa nella seduta di martedì 27 gennaio 2009 e il 31 gennaio il Rettor Maggiore, con una lettera ai Confratelli ne indicava i passi per la realizzazione, Prot.09/0107.

[2] ROSOLI G., L’assistenza religiosa agli emigranti in America Latina nella visione e nell’opera di Don Bosco, in SEMERARO C. (a cura), Don Bosco a Brasilia. Profezia, realtà sociale e Diritto, CEDAM-Padova, 1990, 181.

[3] DOMENECH A., La presenza salesiana davanti al fenomeno dell’Immigrazione in Europa, Intervento del Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile, all’Incontro Europeo sull’Immigrazione il 20 febbraio 2003 (pro manoscritto).

[4] SILVA C., Educazione interculturale: modelli e percorsi, Edizioni del Cerro, Tirrenia (Pisa) 2002, p. 146.

[5] Quanto più il valore della correlazione con il fattore si avvicina all’unità, tanto più è forte la significatività di quella variabile per il fattore.

[6] La varianza indica la diversità delle opinioni rispetto alla media generale delle risposte. Quanto più le opinioni sono diverse tanto più è grande la variazione rispetto alla  media, sono cioè disperse secondo le alternative di risposta.

[7] P. Chavez Villanueva, Dare di più a chi ha avuto di meno, un ripensamento educativo per un cambio culturale, Atti del Seminario di Frascati 27-30 dicembre 2004, in CISI/Federazione SCS/CNOS, Roma 2005.

[8] La nostra attenzione, occupandoci del “COME”, è orientata all’operatività, alla prassi. Ovviamente non si deve dimenticare che non esiste una prassi educativa, senza un riferimento e un fondamento “etico antropologico” di cui abbiamo parlato nel paragrafo 2.4 del primo capitolo: Fondamenti e significato dell’educazione interculturale. Senza la chiara consapevolezza della visione antropologica che ci guida, rischieremmo di vedere la mediazione educativa operativa come abilità tecnica.

[9] Passasseo A. M., Educare alla comunicazione interculturale, in Mariani A., 25 saggi di pedagogia, op. cit. 175.

[10] Zoletto D., Dall’intercultura ai contesti eterogenei, op. cit., 61.

[11] Ibidem, 63. Su questi aspetti si possono consultare:  Granata A., Una città in cui perdersi e ritrovarsi. Appunti sui percorsi dei ragazzi di origine immigrata, “Animazione Sociale” novembre 2007, 10-18; Ambrosini M. (a cura), Né stranieri, né ospiti: cittadini al futuro, Roma, Federazione SCS/CNOS, 2009.

[12] Ibidem, 70.