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Cap. VI Al seguito di Cristo obbediente povero casto (art.60-63) Sez. I La nostra obbedienza (art.64-71)

IL PROGETTO DI VITA

 

PARTE SECONDA CAP.VI, I

 

IL PROGETTO DI VITA DEI SALESIANI DI DON BOSCO

Guida alla lettura delle Costituzioni salesiane

Roma 1986
Editrice S.D.B.
Edizione extra commerciale

Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
Casella Postale 18333
00163 Roma, Bravetta

 

CAPITOLO VI

AL SEGUITO DI CRISTO OBBEDIENTE POVERO E CASTO

«Ho lasciato perdere tutte queste cose.._ al fine di guadagnare Cristo..o perché anch´io sono stato conquistato da Gesù Cristo (Fil 3,8.12).
La vivace asserzione paolina di totale donazione a Cristo è stata scelta per esprimere quella radicalità della sequela già ricordata a proposito della professione religiosa (Me 1,17-18). In effetti sono le conseguenze di essa che vengono qui riprese (cf. Cost 60). Si tratta di assumere per sé la «forma vitae» di Gesù, di cui i tre consigli evangelici sono classica espressione.
Paolo è nel NT colui che meglio ci ha fatto intravvedere la straordinaria relazione sua con Cristo (1 Cor 4; 2 Cor 10-13; Gal 1-2). Ed ora lo fa, non senza punta polemica, scrivendo ai Filippesi. Infatti al gruppo di giudaizzanti che gli contestano il tradimento dell´eredità ebraica proponendosi essi stessi cristiani perfetti, Paolo risponde mostrando anzitutto che la rottura avvenuta in lui con un passato giudaico del tutto glorioso (3,4-6) è stata provocata dal fatto che Cristo lo ha afferrato (la conversione di Damasco, Atti 9,5-6), per cui Egli ha un primato su di lui tale che tutto il resto che appaia anche soltanto come alternativo vale, deve valere come ´sterco´ (3,8). Ma se Cristo ha afferrato Paolo in un caldo abbraccio, Paolo ha coscienza di dover continuamente guadagnare Cristo. Non è così perfetto, come i suoi denigratori ritengono di se stessi. La vita di Cristo si snoda come una via che da Betlemme si conclude a Pasqua, ed «io - dice con umiltà l´Apostolo, sigillando ancora meglio la sincerità del suo donarsi a Cristo - non ritengo ancora dì esservi giunto. Questo soltanto so: dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la meta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù in Cristo Gesù» (3,13-14)
Non si potrà facilmente dimenticare ciò che per Paolo significa seguire Gesù: il riconoscimento che Gesù ha l´iniziativa di averlo afferrato, il coraggio di una rottura dolorosa verso valori anche buoni ma esaltati indebitamente al di sopra di Gesù stesso, la pazienza di accettarne le con

seguente persecutorie, l´umile ammissione di essere sempre in cammino, ed infine la tensione escatologica generatrice di speranza.
È in fondo quanto le Costituzioni vanno proponendo a proposito dei consigli evangelici: non semplicemente pratica di virtù, ma soprattutto sequela radicale del Maestro, con la grazia, traducendo le parole di Paolo, di «acquistare il senso supremo della vita in Cristo Salvatore» (Cost 62).
* * *
Dopo aver presentato gli impegni della missione apostolica e dopo aver approfondito il carattere comunitario di questa missione e di tutta la vita del salesiano, le Costituzioni descrivono nel capitolo VI il terzo elemento fondamentale che, insieme con i due precedenti, concorre a dare il volto completo della nostra consacrazione apostolica: la sequela
di Cristo nella pratica dei consigli evangelici della obbedienza, povertà e castità.
Come è noto, la professione dei consigli evangelici è - fin dalla prima tradizione cristiana - una caratteristica della vita consacrata nelle sue diverse forme: t è la risposta alla chiamata gratuita di Dio da parte dell´uomo che vuole conformarsi a Gesù fino ad assumere la sua stessa forma di vita verginale povera e obbediente, impegnandosi totalmente per Dio e per il suo Regno. Questo tipo di esistenza è riconosciuto pubblicamente dalla Chiesa come appartenente alla sua vita e

Guardando alla tradizione cristiana più antica, vediamo iI particolare onore che viene dato alla verginità o celibato per il Regno: i Padri della Chiesa sono concordi nell´esaltarla come un modo eccellente di seguire Cristo. Via via che nascono nuove forme di vita religiosa, prima eremitica e poi cenobitica, altri impegni si aggiungono a caratterizzare il tipo dì vita che è condotta da questi uomini e donne che vogliono dedicarsi al servizio di Dio; spesso si tende a portare a tre il numero degli impegni assunti nel momento della professione, ma non sempre - negli scritti dei Padri - questi corrispondono alla triade *povertà castità obbedienza (nel monachesimo latino, ad esempio, si cominciò a promettere obbedienza, ma non si prometteva esplicitamente celibato o povertà). II triplice impegno è chiaramente indicato da san Giovanni Climaco nel secolo VII (egli parla di rinuncia alle cose, alle persone e alla propria volontà). Solo nell´ambiente dei canonici regolari, cioè nella tradizione delle comunità sacerdotali, si giunge a legare strettamente il celibato con la comunione dei beni e con iI voto di obbedienza. San Tommaso parlerà espressamente dello stato religioso caratterizzato dalla professione dei tre consigli di povertà, continenza perpetua e obbedienza.
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santità: 2 essa non solo accoglie i voti, o altri vincoli sacri, con cui i singoli fedeli professano di voler seguire Cristo nella via dei consigli, ma si rende garante dell´autenticità della vita evangelica ispirata da Dio ai Fondatori dei diversi Istituti; 3 ogni Istituto, infatti, porta nel suo modo di vivere secondo il Vangelo tutta la ricchezza del suo carisma.
Don Bosco, chiamato da Dio per svolgere nella Chiesa una missione in favore della gioventù povera ed abbandonata, fu ispirato a fondare una Società - la Società di san Francesco di Sales - nella quale il servizio apostolico è vissuto nella donazione completa a Dio espressa nella professione pubblica dei consigli evangelici. Il Capitolo generale speciale, riflettendo appunto sul fatto che Don Bosco volle che i suoi più intimi collaboratori si impegnassero con voto in una vita evangelica di obbedienza povertà e castità (rivediamo il momento solenne della prima professione il 18 dicembre l859),4 spiega le ragioni per cui il Fondatore ha legato il servizio dei giovani alla pratica dei consigli evangelici.
Premesso che di per sé non c´è un legame assoluto (ci si può dedicare alla gioventù, anche ispirandosi allo stile salesiano, senza necessariamente essere religiosi), il CGS individua in un fatto vocazionale la ragione principale del legame, per noi essenziale, tra il servizio apostolico e la professione dei consigli. È l´iniziativa gratuita dello Spirito Santo che ha spinto Don Bosco a fondare una Società di educatori «evangelici», in cui gli impegni della vita attiva sono animati dalla piena conformazione a Cristo vissuta mediante i voti religiosi. Don Bosco ricevette indubbiamente dei segni dall´alto (basta pensare ai sogni del nastro che cinge la fronte dei collaboratori, del pergolato di rose, in particolare al sogno della ruota e a quello dei dieci diamanti),´ ma si affidò anche al consiglio di persone illuminate (D. Cafasso) e dello stesso Pontefice Pio IX.6
Possiamo comprendere ancor più a fondo il significato dei consigli evangelici nella vita salesiana. L´amore verso il prossimo è frutto di un´autentica carità verso Dio. Don Bosco, nel suo zelo, voleva che i
´ Cf. PC, 2; CIC can. 573. 576
4 Cf. MB VI, 335
5 Cf. MB II, 299; III, 32; V, 457; VI, 898-916; VII, 336; XV, 183.186
6 Circa il consiglio dato da don Cafasso cf. MB V, 685; riguardo al parere di Pio IX cf. MB IX, 345 e la stessa Introduzione alle Costituzioni scritta da Don Bosco.

suoi figli fossero pronti a impegnarsi a tempo pieno e a piena esistenza per la salvezza della gioventù in un´opera stabile e destinata a durare. Ora lo Spirito gli fece percepire, anche attraverso l´esperienza, tutte le risorse obiettive e le promesse di fecondità che derivano per la missione apostolica dalla vita vissuta nella perfetta imitazione di Cristo obbediente povero e casto. La pratica generosa e fedele dei consigli evangelici nel suo dinamismo interiore, mentre orienta verso Dio, tende a rafforzare la qualità e l´efficacia dell´azione apostolica e dello spirito che la caratterizza.´
Partendo da queste considerazioni, che stanno alla base della nostra vocazione, il capitolo VI delle Costituzioni si propone di approfondire il significato dei consigli evangelici per la nostra vita e missione di apostoli dei giovani.
Il piano del capitolo è semplice: dopo una breve introduzione, che considera globalmente la «sequela Christi» nella via dei consigli, tre sezioni presentano successivamente e in modo articolato i singoli voti di obbedienza povertà e castità.
Lo schema è il seguente: Art. 60-63. Articoli introduttivi
- Significato globale dei consigli evangelici nella nostra vita (art. 60)
- Fecondità di questa via evangelica per la vita di comunione fraterna e per il servizio apostolico (art- 61)
- Particolare valore di testimonianza
· nell´annunciare il Vangelo ai giovani (art. 62)
· della speranza portata dalla Pasqua di Cristo (art. 63)

Sez. I Art. 64-71: La nostra obbedienza
- Fondamento evangelico della nostra obbedienza (art. 64)
- Obbedienza e missione salesiana:
stile proprio dell´obbedienza e dell´autorità salesiana (art. 65)
´ Cf. CG8, 117-120

- Obbedienza nella comunità salesiana: uniti nella ricerca della volontà di Dio (art. 66)
- Obbedienza personale: