IL MESSAGGIO DEL RETTOR MAGGIORE
Don Ángel Fernandez Artime
IL VOLTO MULTICOLORE DI DON BOSCO OGGI
Tante stupende storie che ci consolano e incoraggiano
Miei carissimi lettori del Bollettino Salesiano vi saluto con tutto il cuore. Sapete bene che per don Bosco il Bollettino Salesiano era il mezzo più prezioso che aveva per far conoscere il gran bene che Dio fa attraverso la nostra Famiglia.
Questo è il mio messaggio per il mese di gennaio. Nei giorni della festa di don Bosco sarò a Panama City, una città che sente una esplosiva devozione per don Bosco: nel giorno della sua festa almeno settecentomila persone partecipano alla processione. Un cartellone proclama: San Juan Bosco tan panameño como el Canal! (Don Bosco è panamense come il canale!). Qualche giorno prima avremo partecipato con i giovani e Papa Francesco alle Giornate Mondiali della Gioventù.
Scrivo proprio mentre inizia la sessione del Consiglio Generale e i consiglieri si raccolgono intorno al Rettor Maggiore, dopo quattro mesi in cui hanno seguito e accompagnato nei cinque continenti l’una o l’altra delle 1936 presenze del mondo salesiano.
Per prima cosa abbiamo dedicato un po’ di ore a condividere le sensazioni e le vicissitudini di questi mesi; e il mio pensiero volava e volava nell’ascoltare testimonianze tanto varie e belle, talvolta anche stimolanti e provocatorie.
Per questo ho dato questo titolo al mio messaggio. Don Bosco oggi ha veramente un volto multicolore.
Mentre ascoltavo queste storie belle e commoventi pensavo a don Bosco. A quanto deve sentirsi felice per i suoi figli e la sua Famiglia Salesiana, che continuano così bene ad essere fedeli alla vocazione che Dio ha loro donato.
Impossibile non richiamare alla memoria il sogno di don Bosco del 1876, quando salì su un’alta roccia e vide «uomini d’ogni nazione, d’ogni vestito, d’ogni colore. Vidi tanta gente che non so se il mondo tanta ne possegga. Io conoscevo quelli delle prime file: vi erano tanti Salesiani che conducevano come per mano squadre di ragazzi e di ragazze. Poi venivano altri con altre squadre; poi ancora altri e altri che più non conoscevo e più non potevo distinguere, ma erano in numero in descrivibile. Nelle prime file sempre li conoscevo; poi andando avanti non conoscevo più nemmeno i missionari. Allora la mia Guida prese di nuovo la parola e disse:— Tutto questo che hai visto è tutta messe preparata per i Salesiani. Vedi quanto è immensa la messe? I Salesiani non solo in questo secolo, ma anche nei secoli futuri lavoreranno nel proprio campo...»
E mi ha fatto piacere sentire tutte che queste notizie sono solo la “punta dell´iceberg” del gran bene che viene fatto da tutti noi. E penso che oggi Don Bosco ha quel volto multicolore che probabilmente avrebbe solo sognato.
Condivido con voi queste riflessioni, cari lettori del Bollettino Salesiano, perché penso che dobbiamo comunicare le tante cose belle che esistono e che vengono realizzate. Qualche tempo fa ho imparato questa massima: «L’albero che cade è più rumoroso della foresta che cresce in silenzio». Mi pare assolutamente vero. E quello che ho condiviso con voi, è solo una minuscola parte di quella foresta che cresce silenziosamente.
Vi auguro una felice festa di Don Bosco. Ci ricorderemo tutti a Panama, nel bel mezzo di una moltitudine di giovani “da sogno”.