Rettor Maggiore

Visitatoria Maria Sede della Sapienza, UPS, Roma, 2014.09.30

Il Rettor  Maggiore
  Omelia nella Visitatoria Maria Sede della Sapienza
  UPS, Roma
  2014.09.30

Carissimi fratelli della Visitatoria  “Maria Sede della Sapienza”, carissimi e carissime tutti qui presenti per  questo incontro di famiglia, di ringraziamento a don Joaquim, che finisce il  suo mandato, e per l´avvio del servizio del nuovo superiore, don Eugenio Riva.
  Dice il Vangelo di Luca, appena  sentito, che “Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso  Gerusalemme...” e così, Luca mette in moto non solo Gesù, ma tutti i suoi  discepoli e tanti altri e altre che incontrerà nel suo percorso e nei paesi che  visiterà fino a raggiungere Gerusalemme. E ben sappiamo che sarà a Gerusalemme  dove Gesù compirà pienamente la volontà del Padre e la sua missione. Sarà un  cammino affascinante, ma che si indirizza verso la donazione totale di sé, disposto  ad amare i suoi fino alla morte in croce...
  Anche voi qui, in diversi modi, avete  preso la vostra decisione di mettervi in cammino. Io voglio ringraziarvi a nome  mio e di tutta la Congregazione perché voi siete qui per fare un prezioso  servizio alla Congregazione e in Lei alla Chiesa. Chi arriva qui viene per vivere in un modo intenso  la sua vocazione salesiana, in modo pieno, anche se in un modo particolare. Ci  sono tra voi professori, studenti, e confratelli che prestate un servizio di  sostegno al funzionamento di questa grande struttura educativa pastorale.  Grazie di cuore a tutti voi, perché so che tante di queste mansioni diventano  per voi un grande sacrificio personale.
  Non si può decidere di camminare con  Gesù verso Gerusalemme senza questo spirito di abnegazione e sacrificio. E voi siete  stati chiamati a dare il meglio di voi stessi, ognuno secondo la sua  condizione, come professore, come studente o negli altri servizi.

 

Carissimi tutti, come salesiani  consacrati, non possiamo dimenticare mai che noi siamo per i  giovani, soprattutto  i più poveri, abbandonati o in pericolo. Noi siamo stati chiamati a camminare  verso Gerusalemme con Gesù e i giovani! Vi prego, non  dimenticarli mai! I giovani sono il nostro “roveto  ardente” come ci ha detto il CG27 e io ho ribadito nell´ultima lettera;  loro sono il nostro “luogo teologico”, e, come dicevo nel  discorso di chiusura del Capitolo, saranno  loro a salvarci! Sempre sarà attuale la bellissima lettera di don Vecchi: “Io  per voi studio...” (ACG 361) Anche se è vero che secondo siete professori o  studenti di laurea, di licenza o dottorandi, il modo di vivere con e per i  giovani sarà diverso.
  Carissimi  studenti, voi avete  ricevuto un vero regalo dal Signore: il desiderio e la capacità per  approfondire diverse scienze, e di poter, in seguito, mettervi a pieno al  servizio delle vostre ispettorie, e soprattutto dei nostri amatissimi giovani.  Voi avete una grave responsabilità: cioè dovrete dar ragione del vostro  impegno. Le ispettorie fanno un grande sacrificio perché voi siate qui. Non  potete sprecare questa opportunità che non tutti i giovani come voi hanno. Il  vostro apostolato in questo tempo: vivere intensamente il vostro impegno nello  studio, che deve essere preso con la massima serietà, prendendo cura dei tempi  e approfittando dell´immensa ricchezza di risorse che l´UPS vi offre sia in  persone concrete come i vostri professori e i vostri compagni, sia in spazi  dedicati, libri, ecc.
  Per voi che state facendo la  formazione di base o anche la licenza per andare dopo in ispettoria per il  lavoro pastorale o formativo offrendo servizi di qualità, è opportuno non  perdere il contatto con i giovani “reali”, facendo qualche esperienza di  presenza educativo pastorale tra di loro. Ma  mai, nemmeno per questa bella ragione, dovete trascurare la vostra prima  responsabilità di questo tempo: formarvi, studiare, fare delle ricerche.
  E per voi che state facendo il  dottorato: carissimi, se siete arrivati a questo livello e state facendo questo  immenso sforzo, fatelo molto bene. Se uno fa il dottorato sarà soprattutto per  dedicarsi alla vita accademica, alla docenza, alla ricerca. La Congregazione  non ha bisogno di confratelli che portano un titolo come se questo fosse più  importante del suo nome o cognome, o essere sdb. Il titolo sarà semplicemente  l´indicativo di un confratello che si dedica a studiare, a condividere la sua  scienza, a fare delle ricerche, a pubblicare, e, soprattutto, a crescere in  saggezza. Nel vostro caso, il vostro principale apostolato tra i giovani dovrà  essere marcato dalla vostra presenza nel mondo accademico e di ricerca. Un buon  professore, se salesiano, non solo è buono per le lezioni, ma è un vero  formatore, comunicatore, amico dei suoi allievi, un buon pastore per loro.  Essere tra di loro sarà la sua missione.
  E voi carissimi  docenti, avete tra  le mani un prezioso e importantissimo servizio. Io e la Congregazione siamo  molto riconoscenti. Voi avete l´opportunità per dare il meglio di voi, sempre,   e, sicuramente con grande sacrificio, come ho detto prima. Prendete cura di voi  stessi, siete chiamati a essere custodi di voi stessi per evitare la routine, la tentazione che qualche volta vi può assalire come ladro del cuore e che  vi fa “sognare” con altri piani personali che non provengono della vostra  vocazione salesiana di servizio ai giovani e al mondo accademico. Un professore  in una università così importante come la nostra ha molti rapporti con diverse persone “importanti”. Attenzione alle tentazioni di potere, di prestigio o di andare  su, non si sa dove...
  Per questo, carissimi fratelli  professori, vi invito al costante miglioramento di voi stessi, a essere veri  creatori di scuola di pensiero e di vita. Vi invito alla ricerca approfondita,  a pubblicare, a dare accompagnamento serio e opportuno ai vostri studenti e  studentesse, a essere aperti al dialogo, la discussione, il dibattito che fa  crescere il pensiero e la qualità intellettuale in Congregazione.

Finisco, carissimi, qui non siamo  nell´unica università della Congregazione. Ricordate che anche il CG 26 ha  voluto cambiare la formulazione dell´articolo 13 dei nostri Regolamenti  Generali per includere la menzione delle Istituzioni di Educazione Superiore.  Oggi, la realtà della nostra presenza nel mondo universitario è in espansione,   con grandi università e diversi altri centri. In questo senso voi siete parte  di questa costellazione. Però non possiamo dimenticare che avete un compito  che, anche se non esclusivo, è proprio vostro e molto a cuore del Rettor  Maggiore e del suo Consiglio: prendere cura soprattutto della formazione  intellettuale dei salesiani e membri della Famiglia Salesiana prestando  così un grande servizio alla Congregazione.
  Carissimo don Joaquim, grazie di  cuore per il tuo servizio di questi 6 anni. Carissimo don Eugenio, a te viene  affidato adesso questo compito. In questa omelia ti ho lasciato qualche traccia  di quello che la Congregazione spera della Visitatoria. Coraggio! Sempre in  dialogo con il Consigliere per la Formazione e, certamente, con me e il resto  del Consiglio, saprai come aiutare tutti a vivere una approfondita fraternità  evangelica, come chiesta e indicata dal CG27. Anche voi siete invitati a vivere  uno stile di fraternità che rende attraente la nostra vita, anzi, la fa  irresistibile! Prendi cura anche di te e dei confratelli per aiutarli a vivere  sempre di più l´interiorità che abbiamo imparato dal nostro amato Don Bosco e ricordare quello di  Karl Ranher: “Il Cristiano del futuro sarà un mistico o non sarà affatto”.
 
  Maria Ausiliatrice, Maestra e Madre, Sede della Sapienza, vi accompagni ogni  giorno e vi faccia fare serenamente, ma con decisione, il cammino verso  Gerusalemme insieme a Gesù e ai suoi.