Rettor Maggiore

Cari Confratelli_7, 09-2016

 

Miei Cari Confratelli, vi saluto con l’affetto di sempre.

Sono tornato da poco dalla Giornata Mondiale della Gioventù nella quale tra l’altro i nostri giovani hanno rilasciato una dichiarazione sulla loro esperienza dell’Anno della Misericordia.
E io ho scritto a tutti voi una lettera, che avrete ricevuto circa tre settimane fa, dal titolo: “Misericordiosi come il Padre. Lettura salesiana dell’anno giubilare”.
Voglio fare riferimento proprio a tutto ciò.
Voglio dirvi, in primo luogo, che parlare di misericordia nel contesto di quest’anno che ci ha proposto Papa Francesco significa innanzitutto sentire e riconoscere che Dio è Misericordia, che il nome di Dio è Misericordia, come ha detto in maniera speciale il nostro Papa.
E questo si traduce, a mio avviso, in alcune conseguenze concrete, che possono essere le seguenti: in primo luogo, desiderare questa misericordia che ci viene da Dio, cercarla, domandarla, per la nostra propria vita e per poterla poi offrire agli altri, per poter essere noi misericordiosi come il Padre.
Allo stesso tempo c’è un elemento che trovo molto importante: nella lettera dico che le nostre presenze nel mondo sono disseminate in luoghi segnati da dolore, sofferenza, guerre, alle volte dal dramma dei rifugiati …
Persone che vivono in grande povertà, che soffrono la fame o che, in altre parti del mondo, patiscono una forte xenofobia e un marcato razzismo.
Misericordia per noi significa che non possiamo restare indifferenti a questa realtà.
Dobbiamo dare delle risposte a questa realtà.

Un altro elemento che voglio comunicare, e lo dico anche nella lettera, è il seguente. Ed è lo stesso che dicono i giovani.. tradurre la parola misericordia nella nostra vita quotidiana significa continuare a scegliere di vivere la vita con gioia, significa prendersi realmente cura dello spirito di famiglia, come un tratto distintivo propriamente nostro significa che il Sistema Preventivo, che è prima di tutto un sistema di educare e vivere la fede e la vita, si deve tradurre concretamente in relazioni umane tra di noi, fatte di rispetto e fatte di fiducia da parte di ragazzi e giovani, che devono potersi sentire veramente amati.
Tutto questo è parte dei nostri tratti caratteristici e propri.

E infine nella lettera dico anche – e per questo v’invito a leggerla con attenzione – che quando parliamo di misericordia dobbiamo anche tradurre la misericordia in giustizia, nei nostri ambienti.
Significa che nelle nostre case la giustizia deve essere un criterio e un’opzione preferenziale, nel modo in cui ci relazioniamo con le persone che sono con noi nelle opere, nel modo con il quale le trattiamo, nel modo in cui le salutiamo e le accogliamo, nei giusti salari che diamo loro per il lavoro che svolgono …
In breve, una casa salesiana dovrebbe avere un clima speciale per questi tratti distintivi.
A mio modo di vedere, questo è un modo molto salesiano e molto di Don Bosco di rendere concreto e di tradurre questo essere “Misericordiosi come il Padre”.

Il Signore ci benedica e l’Ausiliatrice ci accompagni in questo cammino, sempre sotto la protezione di Don Bosco
A presto, miei Cari Confratelli, e grazie.


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