I. DICHIARAZIONI
Nel decimo Capitolo Generale la Commissione incaricata pel coordinamento delle deliberazioni, nel presentare il suo lavoro, diceva fra l´altro, che l’esecuzione del mandalo .commessole dal Regolatore con Circolare 28 aprile 1904, esigeva di formare tre categorie delle deliberazioni dei Capitoli precedenti ; e cioè, mutazioni o -aggiunte alle Costituzioni, ossia 1° deliberazioni organiche da presentarsi bentosto all´ approvazione della Santa Sede; 2° deliberazioni precettive di carattere generale, e permanente, che tuttavia nè mutano nè aggiungono nulla- alle Costituzioni, ma solo autoritativamente si spiegano in alcune applicazioni pratiche, e queste diceva doversi coordinare nei regolamenti; 30 deliberazioni che hanno carattere transitorio od esortativo, o regionale da proporsi con apposite circolari .alle singole Ispettorie.
La prima categoria fu compilata e discussa nelle. sedute generali ed ornai ottenne pure l´approvazione .della Santa Sede.
Pel riordinamento della seconda categoria nelle sedute del 12 settembre venne nominala un´apposita Commissione, la quale durante il Capitolo Generale si adunò per discutere sulle norme con cui eseguire il lavoro e distribuirlo ai vagii suoi membri, i quali difatto compilarono i vanti regolamenti, lasciando quasi intatti o facendo lievi modificazioni a quelli redatti da D. Bosco.
Ed ora si presentano riuniti in un sol volumi, con numerazione continuata e copioso indice alfabetico, che facilita la ricerca di quanto v´è contenuto, divisi in tante sezioni quanti sono i regolamenti, e cioè : .1) regolamento delle Case — 2) delle .Case di Noviziato 3) degli Ispettori — 4) delle Parrocchie — 5) degli Oratori festivi — e 6) della Pia Unione dei Cooperatori Salesiani.
Parve alla .Commissione che erano da aversi per dichiarazioni autentiche dello spirito di Don Bosco non solo le deliberazioni rimaste dai varii Capitoli Generali, ma ancora parecchi precetti espressi nelle lettere di D. Bosco stesso, del suo Successore e nelle Circolari dei Superiori Maggiori.
Si raccolsero pure in un capo le preziose regole riguardanti la vita comune dei soci salesiani, la pietà, lo studio, ecc. che non poterono includersi nella categoria delle deliberazioni organiche.
INTRODUZIONE.
Nella lettera del Rev.mo sig. D. Rua . in data 24 agosto 1894, si leggono queste parole preziosissime non solo per ogni Direttore e Missionario, ma per ogni Confratello Salesiano.
«Applicali prima a le stesso, e poi. ad insegnare agli altri, sii perseverante in queste due cose, poiché cosi facendo salverai te stesso e coloro che ti ascoltano. ficco tracciala fa via, che deve battere un Direttore, un Missionario :Ecco come ha da essere ordinato lo zelo e la carità ben intesa ; occuparsi. .dapprima delle correzione dei proprii difetti, attendere al proprio avanzamento; e così renderci atti a lavorare con profitto per gli altri. Ciò pure ci inculcò il nostro amatissimo Don Bosco nel primo articolo delle Costituzioni, ove ci dice che scopo della nostra pia Società è prima la cristiana perfezione de´ suoi membri, e poi ogni opera di carità spirituale e corporale verso la gioventù ».
Dal pensiero ivi espresso dal successore di Don Bosco nacque l´idea di raccogliere e ordinare i varii consigli e norme sparse finora nelle deliberazioni capitolari, nei regolamenti delle Case ed in tante lettere circolari e formarne un solo Compendioso-Regolamento, il quale oltre alle Costituzioni e Deliberazioni organiche potesse facilmente essere consultato da ognuno, e servigli di guida autorevole per vivere secondo lo spirito di Don Bosco.
Il regolamento pertanto delle case, che va lasciato intatto sia nella parte che tratta del sistema preventivo, sia in quella che svolge gli uffici particolari, come nell´altra rivolta ai giovani, comprende tre parti.
La prima contiene gli articoli che devono guidare i salesiani, come religiosi, che tendono alla propria santificazione.
La seconda mira a regolare la vita attiva dei salesiani a vantaggio del prossimo, e specialmente della gioventù, ´e si suddivide in due sezioni, di cui la prima dichiara il metodo educativo che deve essere adottata dai Salesiani, riferendo quasi unicamente ciò che scrisse in proposito il mostro Fondatore e Padre; la seconda si occupa dei singoli che nelle nostre case di educazione sogliono essere affidati ai confratelli, lasciando che speciali regolamenti trattino di quelle. cose, che hanno scopi più particolari, quali sono i noviziati, studentati, oratorii festivi, parrocchie,. cooperatori ecc.
La terza parte contiene il regolamento generale per gli allievi.
Parrà nella ´prima parte che si sia invaso il campo riservato al manuale di letture spirituali proposto pei Salesiani, ma altro è il metodo, a cui ci siamo attenuti noi, . mettendo con sobrietà sott’occhio del Salesiano i suoi doveri affinché vi si attenga nella pratica.
N.B. Si è procurato di conservare le parole di D. Bosco, dei Capitoli e delle Circolari, quanto fu possibile, come potrà ,vedere chi ne voglia fare una prova.
PARTE I.
Vita religiosa.
CAPO I.
Vita comune.
1. Quantunque non sia possibile per le diversità dei climi e la varietà degli usi delle diverse regioni assegnare un orario unico per tutte le case della pia Società Salesiana, tuttavia i soci sono tenuti ad osservare esattamente l’orario della casa, in cui si trovano e dell’ufficio loro affidato. La trascuranza in un punto tanto importante produrrebbe ben presto rilassamento nella disciplina, e tiepidezza nella pietà di tutta la casa.
2. In ogni casa vi sia lo svegliatore pei confratelli, che devono alzarsi prima della levata comune, a fine di trovarsi pronti all´assistenza o alla, meditazione. Nel corso della giornata i segnali delle diverse occupazioni si affidano al portinaio, e ognuno nella casa li segua puntualmente, sicché il silenzio; il lavoro, lo studio, la ricreazione, la preghiera siano veramente comuni. La sera dopo le orazioni della comunità sono proibiti i privati colloquii ; perciò in silenzio ognuno si ritiri tosto nella propria camera a riposo.
3. Il vitto è comune per tutti i confratelli, sia nella quantità che nella qualità : fanno solo eccezione gli ammalati. I confratelli avranno a colazione caffè e latte, o altro secondo il costume del paese , a desinare due pietanze e frutta o cacio, a cena pietanza e frutta o cacio, in ambedue i pasti, dove le condizioni del paese lo consentono, vino in misura limitata, pane e minestra a piacimento. In tutto questo però si abbia riguardo ai costumi dei vari paesi, ai prodotti, al clima e alle stagioni.
4. Nelle solennità dell´Immacolata Concezione, di Natale, S. Francesco di Sales, S. Giuseppe, Pasqua, Pentecoste, Maria Ausiliatrice, S. Luigi Gonzaga, Sacro Cuore di Gesù e del patrono di ciascuna casa, come pure nell´ultimo giorno degli esercizi spirituali, nell´ultimo giorno di carnevale, e nel giorno onomastico del Rettor Maggiore, dell´Ispettore nella Casa ispettoriale, e di ciascun direttore nella sua casa si aggiungerà per tutti una pietanza al vitto ordinario.
5. Ne´ pranzi poi, in cui si hanno ospiti, e in occasione delle maggiori solennità se intervenissero persone autorevoli, o qualche insigne benefattore, si può stabilire il massimo a cinque pietanze.
6. Solamente il Direttore della casa, o chi ne fa le veci, può fare inviti, altri non ne farà senza previa intelligenza con lui.
7. In via ordinaria si dia ai soci la pietanza personale ; il piatto di servizio sia riservato ai forestieri di riguardo, di esso si serviranno pure nella casa ispettoriale l´Ispettore e il Direttore, e nelle altre case solo il Direttore, e chi ne fa le veci.
8. Nessuno può tenere a propria disposizione in nessun luogo bibite e commestibili di sorta. Non si permettono merende, e altre ´refezioni straordinarie. Il far uso di vino, caffè, o altre bevande fuori pasto è cosa da non permettersi. Per ogni bisogno in luoghi designati dal direttore potranno essere custodite e solo col suo permesso distribuite ai forestieri o confratelli, secondo. un .vero bisogno,´ tali bevande. I superiori invigilino perché si pratichi lo spirito di mortificazione.
9. Non si accettino inviti di pranzi e festini.
10. Sia data la dovuta importanza alla lettura in refettorio, destinata a nutrire lo spirito, mentre si nutrisce il corpo, ad evitare molti , inutili discorsi, a farci conoscere la vita dei santi ed altri utili libri, che forse non si avrebbe mai il tempo di leggere. Si cominci con dieci versetti della Santa Scrittura in latino,. e si termini col Martirologio, né si dispensi per ogni minimo pretesto.
11. refettorio si devono leggere a suo tempo le Costituzioni, i´ decreti della Santa Sede, che ci riguardano, le deliberazioni, i regolamenti; le lettere edificanti,´le circolari dei Superiori, il Bollettino Salesiano, e qualche biografia dei Salesiani defunti, o di personaggi celebrati per virtù e attaccamento alla Chiesa.
12. Nessun cerchi di avere oggetti di vestiario, fazzoletti calzature, o -abiti più eleganti degli altri confratelli, o .di materia più fina. Siccome per la foggia del vestire abbiam la regola di seguire gli usi del paese, ove siamo stabiliti, e in varie cose si richiedono disposizioni speciali per la diversità dei luoghi o dei climi, così ogni Ispettoria avrà il suo Costumiere, ove saranno notati gli usi e le costumanze dei diversi paesi. Detto costumiere è formato dalle risoluzioni, che. si prendono nei capitoli ispettoriali ; ogni casa dovrà averne una copia, e. le sue . prescrizioni obbligano le sole´ case dell´Ispettoria, per cui furono fatte.
13. La. biancheria è personale secondo le deliberazioni, e ad uso privato. Tutti gli oggetti di biancheria e di vestiario appartenenti .alla Congregazione. siano segnate colla sigla S. F. per distinguerle dalla roba altrui, e impedirne la perdita.
14. Non si esca .di casa senza necessità, nè senza il permesso del Superiore, il quale destinerà potendo un compagno : non si faccian visite nè presso parenti, nè presso amici ; nè si permetta di andare, in caso di viaggio , ad alberghi o caffè eccetto quando non si possa fare a meno. Non si vada a luoghi di grande concorso e sopratutto a trattenimenti profani.
15. Non si accettino senza motivi gravi, e riconosciuti dall´Ispettore, nè sacerdoti, nè secolari estranei alla nostra pia Società a convivere in comunità con noi.
16.. Le persone non appartenenti all´Istituto siano il meno possibile introdotte nell´interno di esso, ma si fermino in parlatorio, e quando il bisogno e. la convenienza richiedono altrimenti, per quanto si può, siano accompagnate.
17. Nell´adunanze del personale e alla mensa la disposizione dei confratelli sia la seguente :
a) Il Direttore col suo Capitolo secondo l´ordine del catalogo (esclusi i .consiglieri ché non hanno ufficio proprio) ;
b) I sacerdoti in ordine di anzianità di professione;
c) I chierici professi perpetui alla destra nello stesso ordine ; •
d) I coadiutori perpetui professi alla sinistra nello stesso ordine ;
e) I chierici professi triennali alla destra in ordine alfabetico ;
d) I coadiutori professi triennali alla sinistra nello stesso ordine alfabetico.
CAPO II.
Carità fraterna.
18. Tutti i soci salesiani devono essere talmente uniti dal vincolo della carità fraterna, che formino un cuor solo ed un´anima sola.
19. La carità fraterna deve ´estendersi, potendo, ad aiutare con ogni sorta di servizi, colle parole e colle operi confratelli. E carità accondiscendere alle oneste domande e specialmente pregare a vicenda gli uni per gli altri. E fomento della carità la pratica delle. regole di buona creanza con tutti.
20. E un gran mezzo di carità il chieder consigli, il conferire coi confratelli sulle occupazioni comuni, il mostrarsi grati di qualunque aiuto, consiglio, od avviso si sia ricevuto.
21. Giova- alla carità il rispettare i limiti delle attribuzioni ed uffici assegnati dal Superiore a ciascun confratello ; il non intrigarsi nelle cose che non gli spettano direttamente, il guardarsi con gran cura dal menomare con .detti o fatti l´autorità altrui ; il non costringere anche indirettamente a venir meno agli ordini ricevuti o ai doveri dell´ufficio.
22. Se avvenisse ad un confratello di aver offeso altri, subito cerchi di placarlo, sforzandosi di vincere la ripugnanza, che si sente nell´animo, e togliendo dal cuore ogni rancore. A ciò è di grande giovamento pregare per la persona offesa. Se poi un confratello si presenta a chieder perdono, si badi. bene di non riceverlo con cera brusca o con parole mozze, ma gli si dimostrino belle maniere, affetto e benevolenza.
23. Sommamente da evitare è la mormorazione verso i compagni, e più ancora verso i Superiori, interpretar male le azioni virtuose, o dirle fatte con mala intenzione ; il riferire al compagno ciò, che altri di male ha detto di lui, e le parole . pungenti ancorchè per burla, le contese, i contrasti sia pur per bagatelle, ma specialmente il fare questioni di nazionalità e di regione.
24. Un maestro non parli contro dell´altro sul modo d´insegnare, o sulle materie che spiega ; se scorgessimo qualche imperfezione in .alcuno dei confratelli asteniamoci dal censurarlo cogli altri, tanto meno. cogli alunni, e cogli estranei ; piuttosto avvisiamolo noi stessi o per mezzo -dei Superiori dell´errore in cui può essere caduto.
25. Segno di fraterna carità sarà il sostenere, introdurre nelle nostre case, e propagare altrove le produzioni letterarie ed artistiche dei confratelli, escludendo ogni minimo sentimento d´invidia, ó gelosia, e tanto più di disprezzo. Che se qualche cosa si scorgesse in tali produzioni, veramente degna di modificazione si faccia conoscere a chi di ragione, ma non si permetta che alcuno si eriga a giudice od a censore nelle famigliari conversazioni, e tanto meno sui giornali.
26. Si usi diligenza ed esattezza reciproca nella corrispondenza epistolare ´ordinaria, e specialmente in quella di ufficio ; ma si eviti di scrivere in cartolina aperta cose delicate, che potrebbero dar luogo a sinistre interpretazioni.
27. Devesi usare ´una delicata carità verso i confratelli ammalati, usando loro i riguardi necessari- e compatibili colla nostra povertà, con tale affetto, da sostituire le cure domestiche. Non si abbiano a noia le cure richieste nè si cerchi di mandarli altrove, se pure questo non è una necessità di salute.
• 28. I. confratelli ospiti, che vengono muniti della • debita lettera di presentazione, siano trattati con cortesia e delicatezza, e ciascuno dei confratelli premurosamente presti loro quei servizi, dia le informazioni che bramerebbe ricevere egli stesso.
29. Gioverà molto alla carità fraterna se fra confratelli coadiutori e sacerdoti e chierici si abbia reciproco rispetto ; se abbisognando qualche cosa la domanderemo in favore e non la esigeremo da nessuno, neanche da quelli, che hanno incarico di certi servizi nella casa;se ci acquieteremo subito, quando dalla persona richiesta sentiremo che la nostra domanda va contro gli ordini dei superiori : è questo un riguardo molto fecondo di pace e di stima.
CAPO III.
Della povertà.
30. Vivendo- noi di quotidiana provvidenza , per regola generale non. conserviam alcun possesso di. beni stabili fuori delle case di abitazione e scuole agricole.
31. Sebbene le nostre Costituzioni permettano il possesso e l´uso di tutti i diritti civili, tuttavia, entrando nella nostra Pia Società, noti si può più nè amministrare, nè disporre delle cose proprie, se non col consenso del Superiore, e nei limiti da questo stabiliti .a segno che nella pia Società ogni socio è .considerato letteralmente, come nulla possedesse.
32.. Il procurarsi danaro dai parenti o l´acquistarlo colla propria industria allo scopo di poterne usare liberamente, sia -pure in libri • o viaggi ´d´istruzione,
.è cosa contraria alla . povertà all´uguaglianza dei soci nella vita comune.
33. Chi è padrone assoluto di qualche sostanza, prima di emettere i voti, faccia testamento secondo le leggi del paese,, ove dimora, se pure ha già compiuto i 18 anni, prima dei quali il testamento non è valido.
34. Il testamento si devi scrivere in tre copie, .delle quali una si terrà presso di sè, la seconda si rimette all´Ispettore e la terza si spedirà- al Prefetto Generale della Pia Società.
35. Al principio di ciascun anno i Direttori si assicurino che tutti i soci da, loro dipendenti siano, o non siano attualmente proprietarii, abbiano fatto e consegnato ai .Superiori le loro disposizioni testamentarie, anche per quello che spetta ai beni di famiglia, affinché si possano esaminare. e si riconosca se sono redatte nelle forme volute dalla legge.
36. Quando un Confratello dovesse recarsi in paese straniero, se ancor non l´avrà fatto, passerà procura subdelegabile per l´amministrazione delle sostanze che possiede o che prevede di possedere, a chi d´accordo col Superiore crederà. opportuno.
37. Avvenendo il caso che un socio facesse alcun acquisto destinato alla nostra Pia Società, dovrà con sollecitudine fare il testamento se prima .non l´aveva fatto o modificarlo secondo il caso. Quando qualche confratello per eredità o in altro modo acquista il dominio di .qualsivoglia sostanza di qualche rilievo, dovrà subito informarne. il Direttore, il quale per mezzo dell´Ispettore, trasmetterà la notizia al Rettor Maggiore.
38. Ciascuno col permesso del Superiore può tenere in camera per uso sito quei libri che gli sono necessari, specialmente quelli, che gli occorrono per la scuola, o per l´esercizio del sacro ministero.
39. Cambiando residenza, nessuno può portar seco altro che il. breviario ed i libri riputati manoscritti. Per quelli che gli fossero strettamente necessari, ne ottenga prima speciale licenza dall´Ispettore. Da questa regola. non sono eccettuati i libri od oggetti che altri per avventura avesse provveduto al socio con mezzi non somministrati dalla. Congregazione.
40. Occorrendo di provvedere libri nuovi ad alcuno si segneranno col bollo della propria Casa. .
41. E anche parte della povertà l´evitare sprechi, e guasti negli arredi, negli abiti e nella biancheria ; l´aver cura delle vesti , delle calzature; come pure il non aver vergogna di usar oggetti, o portar abiti logori o rattoppati.
42 Si pratichi un´assennata economia nella mobilia nel vestito nel vitto vuoi pei confratelli, vuoi pei giovani sicché non ci sia nè troppa abbondanza né. eccessiva parsimonia.
43. Si vegli perché nelle scuole professionali non si. eseguiscano lavori di lusso e anche solo di qualche eleganza, se non quando sono ordinati . da persone esterne. Sotto pretesto di formar gli alunni si porge occasione a vari confratelli di .mancare alla povertà. nella calzatura o nel vestito ed inoltre si adornano le case salesiane di mobili, che disdicono alla nostra professione e che talora non possiedono neppure coloro, a cui noi chiediamo l´obolo della carità.
44. Si evitino le spese non assolutamente necessarie,
i telegrammi quando si può ottener lo stesso effetto con le lettere, i viaggi individuali, o collettivi senza . vero bisogno e viaggiando- non si faccia uso di vetture pubbliche quando si potrebbe fare il tragitto a piedi.
I denari, che in occasione di viaggio si ricevono di soprappiù non si potranno spendere in altro ; che anzi ogni socio al suo ritorno è tenuto render conto al prefetto o al Direttore nelle spese fatte e del denaro avanzato. Il prolungare il viaggio a piacimento od il comprare oggetti senza permesso è´ cosa contraria all´ubbidienza e alla povertà.
4 . Nessuno può accettar regali per sè, ma può ricevere le oblazioni, che per mezzo suo s´intendono fatte alla Congregazione.
46.. Le camere ´o celle siano possibilmente eguali e senza suppellettile di proprietà particolare o di valore non ordinario.
47. Ognuno da sè terrà in ordine ed assetto la per• sona, il letto, la propria camera; la nettezza e la povertà siano le note caratteristiche del Salesiano. Il Direttore di ciascuna casa, e quelli cui sarà .concesso per ragioni d´impiego e d´infermità potranno avere qualcuno incaricato della pulizia ed assettamento della loro camera.
48. Si abbia un impegno comune di evitare ogni spesa di fabbricazione ; non si cerchi poi mai nelle fabbriche l´eleganza, ma la solidità, l´igiene e, la corno-
dità disciplinare. •
49. Se per tratto particolare della Provvidenza giungesse nelle mani del Direttore qualche sussidio straordinario," lo consegni al suo Ispettore o tutto o in quella quantità almeno che dall´Ispettore stesso sarà ripu
tato conveniente. Anzi ciascuna casa si adopri con tina saggia economia per far qualche risparmio da consegnar all´Ispettore a sostegno delle nostre opere
di beneficenza. . .
só. Sono proibiti fuor che per l´uso del s. altare gli oggetti d´oro o d´argento, di metalli preiiosi o altrimenti di lusso, sia per uso personale che comune.
51. Si eviti anche di raccogliere in, camera .0 sulla scrivania gingilli , o dí far. collezioni di francobolli, cartoline ecc, che se non hanno un uso scolastico, sono vanità della moda e sanno di mondano.
52. Altrove è stabilito il corredo di ciascun socio per la biancheria personale qui si dice che nessuno può tener presso di sè più di un Vestito e di un paio di scarpe oltre quello che ha in dosso.
CAPO IV.
Della castità.
53. Si ricordi ognuno che trionfante d´ogni vizio, .e fedele custode della castità è l´osservanza esatta c´elle nostre Costituzioni , specialmente , dei voti e delle pratiche di pietà. La confessione. settimanale, la frequente comunione sono mezzi indispensabili per assicurare l´angelica virtù.
54. Scogli terribili della castità sono i luoghi, le persone e le•cose del secolo, che perciò i soci devono fuggire con grande premura.
55. Si eviti, la famigliarità colle persone di altro sesso. Le donne non siano mai a pranzo in refettorio comune, nè. si lascino entrare nei dormitori, nè vengano mai adibite nell´infermeria e nelle cucine.
56. Non si contraggano amicizie particolari nè tra i confratelli, nè coi giovanetti dalla. divina Provvidenza alle nostre cure affidati.
57. Durante la scuola o l´assistenza non si lascino salire. i giovanetti sulla cattedra accanto . al maestro, e si stia sempre da loro alquanto discosti per .modo di non avere contatto. Finita la scuola i maestri non si fermino mai da soli con alcuno degli scolari ; . nella scuola medesima, occorrendo dare qualche avviso particolare, o fare una correzione , chiamino l´alunno in presenza di tutta, la scolaresca o in luogo aperto. Lo stesso si dica degli assistenti.
58. Nessun maestro od assistente tenga gli alunni per mano passeggiando, od usi carezze secolaresche, nè faccia cogli alunni discorsi intimi, che lo. mettano in pericolo di ricevere confidenze di coscienza ; se vede che qualche alunno ha bisogno di aprire il suo cuore, lo rivolga al Direttore, o a persona da lui designata.
. 59. L´assistente o il maestro non permetta che gli allievi entrino nella sua camera o cella, nè lui presente, nè lui assente. Epperciò sarà bene che ognuno eviti di farsi servire in .qualunque modo dagli alunni.
60. Nessuno può entrare nei dormitori comuni o nelle celle altrui, se non hai qualche dovere speciale da compiervi, E a tutti indistintamente proibito .di trattenersi presso il letto di alcuno, eccettuato ´chi. deve esercitare cogli ammalati qualche ufficio di carità:
61. Si tengano a freno tutti i sensi del corpo, ma in special modo si usi temperanza nel mangiare e nel bere vino e castità non posson stare insieme.
62. Si vigili sulle affezioni del cuore, e si ritenga il dettò .di S. Girolamo aut aequaliter .ignora, aut aequaliter dilige. Nessuno si leghi agli alunni con regalucci o tratti di speciale benevolenza, che possono. riuscire inconsapevoli lacci del .demonio. Se per tener viva l´emulazione tra gli alunni occorre dar- prenaii o far regalucci si facCia sempre in pubblico.; secondo il merito. riconosciuto da tutta. la classe senz´ombra di parzialità.
63. I superiori di ogni casa siano molto vigilanti sull´osservanza dei suddetti mezzi nei confratelli, e quando vedono che alcuno è vacillante in. questa virtù, per amor di Dio,e delle anime, e per affetto alla. Congregazione si adoprino perché ne sia escluso..
64. Poiché ammolliscono il cuore e lo preparono agli assalti di questo demonio le letture frivole , sentimentali; romanzesche e gli stessi classici non purgati, ognuno. ritenga per suo obbligo di coscienza l´astenersene, anche se sacerdote, tranne il caso di necessità riconosciuto dal Direttore.
CAPO V.
Dell´obbedienza.
65. I soci Salesiani non dovrebbero appagarsi di non peccar contro il voto di ubbidienza,´ ma studiarsi di praticarne la virtù e ricordarsi che l´ubbidienza importa altresì di mostrarsi arrendevoli anche nelle. cose più difficili e contrarie al nostro- amor .proprio e di compierle coraggiosamente ancorchè ci costino pena e sacrificio, .Si obbedisca volentieri i• prontamente aft finché i superiori possano compiere l´Uffizio loro con gaudio e non tra gemiti e sospiri.
66. Quelli che hanno qualch´ufficio di superiorità, diano agli altri l´esempio nell´ubbidienza. Siano scrupolosi osservatori delle Costituzioni e Deliberazioni dei Capitoli generali ; in esse troveranno una guarentigia del buon ordine in casa, ed il segreto della loro perfezione. Siano inoltre sinceramente e religiosamente obbidienti a qualsiasi ordine dei Superiori. Veglino perché l´anzianità, e l´autorità, di cui sono investiti, e la Scienza, di cui si credessero adorni, non li autorizzino a pronunciare. parole di critica o di mormorazione contro le loro disposizioni. Non si adduca il pretesto che i Superiori. essendo lontani non possono essere .piena-Mente informati e che perciò le loro decisioni-non sono convenienti nè opportune. ´Si ubbidisca e poi si lasci tutto nelle mani della Provvidenza, che mai non permetterà che il religioso abbia a pentirsi d´aver ubbidito. Dalle nostre Costituzioni e dalle Deliberazioni . dei Capitoli generali prendano le norme per trattare .coi confratelli cogli allievi , e cogli estranei.
67. Quando un socio riceve l´ordine di recarsi ad altra casa o di mutar ufficio, pensi che un ritardo anche breve pòrta ´turbamenti generali ed incresciosi a tutti.
68. Appena ricevuto un incarico si abbia premura di leggere quelle parti del regolamento che vi si riferiscono, chiedendo in proposito al Direttore le norme opportune, e si.. rinnovi tale lettura specialmente nel ritiro mensile per l´esercizio´ di buona morte.
• 69. Non -si assumano incarichi nè di lavori, nè di commissioni estranee senza espresso consenso dei superiori.
70. Qualora alcuno conoscesse che una cosa gli è nocevole, la . esponga rispettosamente al superiore, che si darà massima cura di provvedere ai suoi bisogni ma nessuno -dei confratelli dia per sè ordini, o brighi. per cose di cucina o di infermeria, a per oggetti di vestiario, scrittoio, libreria, nè per esenzioni,. riparazioni o provviste.
CAPO VI
Delle occupazioni e delle vacanze.
71. Stiano sempre in mente ai Salesiani le parole di D. Bosco :. «- il lavoro e la temperanza faranno fiorire la Congregazione Salesiana » Il campo del lavoro. poi è designato nel primo capo delle Costituzioni, e negli ordini che vengono impartiti dai Superiori.
72.. Nessun lavoro imposto dai Superiori sia trascurato reputandolo poco onorifico, o poco importante. Ognuno nelle sue occupazioni cerchi di procedere con quell´ordine e tranquillità che mostrano il pieno dominio di sè come si conviene al religioso, e si industri. di riprodurre lo spirito del nostro fondatore per rettitudine d´intenzione, dolcezza; prudenza e zelo.
73. Si eviti che il troppo lavoro • costringa qualche. confratello a trascurar abitualmente alcuna delle prescritte pratiche di pietà, specialmente la Meditazione, che è nutrimento della vita religiosa.
74. Colle nostre parole. e col nostro esempio fra i giovanetti, e le persone che hanno relazione con noi, diffondiamo a tutto potere i libri buoni e religiosi specialmente quelli pubblicati dalle nostre tipografie che meglio rispondono alle intenzioni del nostro venerato padre.
75. La musica vocale- ed istrumentale sia coltivata come. mezzo per promuovere la gloria di Dio e per educare i giovani ; ma nessuno v´impieghi vanamente il tempo per soddisfazione individuale a scapito di occupazioni più importanti.
76. Lo spirito di sacrificio e di povertà proprio della nostra Congregazione non permette ai soci vacanze propriamente dette, e tanto meno viaggi di piacere o di lusso, e l´andata in famiglia per sollievo e ristoro delle fatiche.
77. Ma considerati i bisogni di sanità, il Direttore conceda ai confratelli alcuni giorni . di sollievo nella propria casa secondo chè la loro, stanchezza e sanità chiede. Anzi i Direttori osservino se alcuno dei confratelli ha bisogno di sollievo speciale e d´accordo coll´aspetto :e provvedano di mandarli per qualche tempo in riposo nelle case vicine.
78. Non si chieda .di andare in famiglia, se non per gravi bisogni, ed anche in tali casi i permessi non dovranno mai eccedere gli otto o al. massimo i quindici giorni, se affari intricati esigessero tal dilazione.
Tali permessi .si devono chiedere all´Ispettore pel tramite del Direttore Quando la risposta fosse affermativa l´Ispettore la comunicherà, sempre però per iscritto, all´interessato e per mezzo del Direttore medesimo, che né prenderà, nota ed invigilerà affinchè. non si eccedano i limiti stabiliti, e se sarà possibile si assegni un compagno al confratello , che dovrà carsi in famiglia.
79. Le vacanze devono servire .a rinvigorire le forze fisiche, e ravvivare lo spirito di zelo e di fervore nel divino servizio con letture di opere ascetiche, teologiche; vite di Santi, libri di educazione e sopratutto con una lettura meditata di qualche commento delle sante scritture.
80. I Direttori nelle vacanze non abbandonino intieramente. i soci a se stessi; curino che tutti facciano la meditazione,- la lettura spirituale, qualche visita a Gesù Sacramentato vigilino perchè nessuno passi il tempo in ozio, assegnando all´uopo qualche´ lavoro adatto alla capacità del socio, ed a lui utile.
81. Per le passeggiate solite a farsi nei tempi di vacanza; sia regolato dall´obbedienza il tempo- di uscita la scelta dei compagni; il luogo, la durata. della passeggiata, .é si eviti ogni abuso contrario alla modestia religiosa, alla povertà, ed all´igiene.
82. Coincidendo colle vacanze la stagione dei bagni si mettono qui le norme relative.
1) Non si concede permesso nè ai Salesiani nè ai famigli di recarsi ai bagni se non in seguito a prescrizione esplicita e per iscritto del medico, e per ragioni sanitarie. È noto quanto ai bagni di mare che essi. per alcuni e .per certi incomodi sono gravemente dannosi
2) Ai bagni si vada non sull´aperta spiaggia ma, da apposita cabina propria od affittata, con mutande e camicia
3) Il Direttore fissi pei singoli bagnanti giorno e l´ora pel bagno in modo. che non abbia danno l´andamento regolare della casa, ed egli sia; sempre informato. Procuri inoltre che. non si vada mai soli ma almeno in due determinando egli il compagno o d i compagni
4) Nessuno né -prete nè chierico anche se assistenti pigli il bagno coi, giovani> nè si vada a passeggiare sulla spiaggia, mentre ivi sono persone, che prendono il bagno. Ciò sarebbe pericoloso per la moralità, e tornerebbe di poca edificazione ai bagnanti
5) Non si accettino persone esterne, fossero pure Cooperatori pei bagni e neanco Salesiani di altre Case senza i dovuti permessi
6) Ispettori e Direttori si offrano volontieri e generosamente a fornir istruzioni, suggerir alloggi in paese a- quei nostri Cooperatori e Benefattori, che non si possono accogliere nell´Istituto
7) -Ove occorresse mandare a prendere i bagni di mare qualche Salesiano, il rispettivo Direttore ne tratterà prima coll´Ispettore, e richiederà sempre il certificato medico poscia -ne scriverà al Direttore della Casa, ove il confratello dovrà recarsi ed al medesimo raccomanderà di sottomettersi in tutto al regolamento
8) Gli stessi Direttori non permettano mai l´andata ai bagni nè agli alunni, nè agli altri se non sono prima bene assicurati che, si quanto al come quanto alla moralità, furono prese tutte le necessarie precauzioni atte ad ovviare a disgrazie fisiche o morali ;
9) Prima che incominci la stagione balnearia, i Direttori spieghino in conferenza le norme qui date, e ne inculchino ed esigano l´assoluta osservanza, informando in tempo opportuno i rispettivi Ispettori dello stato delle cose, i quali Ispettori ne informeranno alla lor volta il Direttore Spirituale.
CAPO VII.
Ai Sacerdoti.
83. I sacerdoti in una Casa Salesiana devono essere l´esempio delle virtù cristiane e religiose, e l´aiuto primo del Direttore pel buon andamento della comunità. Anch´essi passino.´ le ricreazioni non segregati o in ..crocchi, ma giocando coi giovani; ed. intrattenendoli -con piacevoli ed utili conversazioni.
84. I sacerdoti devono precedere tutti gli altri nella -pietà, però sia loro somma. cura di celebrare la santa • messa con edificante posatezza e di fare la dovuta preparazione e ringraziamento a questa sacra azione.
85.. Rileggano sovente, specialmente negli esercizi. spirituali. le Rubricae Alissalis; prendano volentieri parte alle sacre funzioni. E per correggere le inesattezze in cui fossero inconsiderevolmente caduti negli. -esercizii delle sacre cerimonie, ricevano con gratitudine le osservazioni che loro venissero fatte in proposito.
86. Ogni sacerdote si dia premura di abilitarsi collo studio e cogli esami opportuni al ministero della Confessione e della predicazione.
87. I sacerdoti confessori non- si tengano paghi di quella scienza teologica che. già possiedono, ma rileggano e studino ogni giorno qualche pagina della teologia morale per esser meglio in grado. di provvedere ai bisogni di qualunque anima loro si presenti. Procurino su certi punti più importanti di conoscere le varie opinioni degli autori per servirsi all´occorrenza di. quelle sentenze più benigne che pur non sono da addottarsi come regola di condotta senza declinare ad un deplorevole lassismo.
88. Non si ommetta mai la soluzione del caso mensile, utilissima per unir la pratica alla teoria, due cose egualmente necessarie.
89. Per evitare ogni sospetto sul sigillo sacramentale evitino di parlare con leggerezza di confessione e specialmente se ne astengano a mensa ed in ricreazione.
90. E pur necessario, che i confratelli sacerdoti faccian tesoro dei saggi consigli. che il sapientissimo Pontefice- Leone XIII ci diede riguardo alla predicazione... con lettera circolare a tutti gli Ordinarii e Superiori degli.
..Ordini e Congregazioni religiose in data del 31 Luglio. 1894.
9x. Si occupino assiduamente del modo di spiegar dottrina cristiana, .e di amministrare in genere la parola divina secondo inculca S. S. Pio X´ nella sua Enciclica Acerbo nimis. All´uopo prendano cognizione dei libri, .che in materia Sono più sicuri, pratici e facili, sopratutto conoscano le opere dei Santi. Troveranno molto opportuni alcuni libretti usciti dalle letture cattoliche.
92. Procurino i novelli Sacerdoti di scriversi le. prediche, perchè sarebbe poco rispetto alla parola di. Dio ed all´uditorio, andar in pulpito a dire ciò che si presenta allora allora alla mente. Preparino con serietà quello che hanno da dire, perchè la loro predicazione riesca religiosa, soda e per quanto si può, attraente, Si ricordino che poco si può trarre dai libri adatto alla predicazione secondo lo spirito di D. Bosco. ; anche le migliori letture non si possono rendere confacienti al nostro uditorio senza meditazione e molto lavoro di. riduzione. Siano ben persuasi che non possono far nulla .da sè ; ricorrano quindi con fervorosa preghiera al Padre dei lumi per ottenere. la grazia di far un po´ di bene alle anime, e di riuscire meno indegni strumenti delle misericordie divine.
93. Nei primordii del loro ministero in modo particolare studino di riuscire naturali e dignitosi nel gesto, nella voce, ed in quelle esteriorità, che tante volte aumentano il valore di una predica, ma spesso sono un ostacolo al buon frutto.
94. Riguardo alla materia si preparino istruzioni e meditazioni, che non oltrepassino la mezz´ora ; scritte con vivacità e facilità per esercizi spirituali ai giovinetti e al popolo, preparazione alla ´Cresima e prima Comunione, funzioni di quarant´ore e le principali feste dell´anno. Abbiano- di mira di rassodare i giovani nella fede, d´inculcare una soda pietà, d´inspirare orrore al. vizio impuro e pel rispetto umano, d´insegnare ad accostarsi ai santi Sacramenti colle dovute disposizioni. Parlando di vocazione, secondo il consiglio di D. Bosco, facciano vedere che a ciascuno è tracciata la strada per cui arrivare al cielo, e che quindi ciascuno colla preghiera e colla riflessione deve sforzarsi di conoscerla.
.95. In ogni casa i sacerdoti abbiano a disposizione copie:sufficienti della Santa Scrittura e del catechismo ad parochos. con qualche periodico ecclesiastico che pubblichi i decreti delle Congregazioni romane e le loro autorevoli decisioni ; oltre a ciò alcuni libri stimati più adatti pel nostro genere di predicazione (i).
(i) Per le meditazioni : Alfonso, S. Leonardo; il Biamonti il Guerra, Frassinettí, .0armaghola, il Da Ponte, il Cattaneo, il Granata, il Belasio, lo Schouppe, il Chaignon, il Bourclaloue, il Nasi, il ven. Cafasso.
:Per le istruzioni: La. Filotea, il Cristiano istruito del Segneri, -il Colletti, l´Igiene dell´anima del Martinerigo, il Guerra, Fede «e Virtù. di E. Girelli, il Biamonti, IVInns. Rossi, ven. Cafasso, Le Prétre dtt P. Berthier, il Deharbe, il Giordano, Maccono : la Cresima, .Ségur : varie operette e molti fascicoli delle Letture Cattoliche. Jamsens : La Confirmation. Autore delle Pagliette d´oro ». Varie opere catechistiche.
--Per le Quarant´ore: Pagani - L´anima divota; Giórdano. - I Giovedì Eucaristici ; Faber - Tutto per Gesù, é il ,SS.. Sacramento.; Bruathier , Il Sacrifizio;- S. Alfonso - Pratica.. di amar Gesù Cristo ; Frassinetti - Il Convitto Eucaristico : Ségur - Vedi
opuscoli; Di. Pietro: Il, SS. Sacramento. •
Per -i Catechismi: Doupanloup • Metodo generale -del Cfqe. affino ; L´Opera per eccellenza : Noser catechetica; Arosín Corso d´istruzioni catechistiche ; Schouppe, Gerola, Guillois, Gatune, Noél, Schinid - Catechismo´ storico ; Zamoyska - Ragionamenti sull´educazione ; • Baunard, Frassinetti, Opere di Don Bosco e molti fascicoli delle Letture Cattoliche.
CAPO VIII.
Ai Chierici.
96. Non si considerano in questo Capitolo i chierici
raccolti nelle case di studentato, ma solo i chierici. sparsi per le altre case ed addetti per ordinario al triennio pratico.
97. Non si cerchi abbreviare questo .tempo ; i Direttori non appoggino facilmente le domande di coloro che cercano di abbreviarlo ; anzi sciolgano le difficoltà che detti chierici possono produrre, specialmente col far loro vedere che, essi possono già adempiere la missione affidataci dal Signore di occuparci dell´educazione dei giovanetti.
98. In ogni casa vi sarà un assistente pei chierici, il quale, per regola ordinaria, dovrà essere il Catechista od il Consigliere Scolastico, secondo esigeranno le circostanze. Tale fraterna assistenza sia loro procurata. in una sala di studio comune se pure non si potesse introdurre la bella usanza, che i chierici facciano studio insieme cogli allievi.
99. I Direttori notifichino a tempo il programma stabilito pei chierici del triennio, scelgano opportunamente per ciascuno i libri di lettura ed invigilino perché le disposizioni prese dai Superiori a loro riguardo siano coscienziosamente adempite.
100. Non si ommetta la scuola di canto ecclesiastico e di cerimonie, procurando che tutti i chierici prendano parte, per turno almeno, al servizio nelle Sacre. funzioni.
101. .Similmente vi sia pei chierici la lezione settimanale di Testamentino, ove abbiano da recitare dieci versicoli a memoria, possibilmente l´assegnino i Direttori stessi ; così avranno occasione di indirizzare sovente la loro parola in particolare ai chierici, il che potrà riuscire di grande utilità.
102. Si applichino i chierici con zelo all´adempimento degli uffici loro assegnati, rileggano sovente quelle parti del regolamento, che più li riguardano, studiandosi di praticarle scrupolosamente ; ma soprattutto diffidino di se stessi, si mettano fiduciosamente nelle mani del proprio Direttore, ed a lui o ad altri soci anziani, da lui designati, facciano umilmente ricorso in ogni loro difficoltà.
103 Non -trascurino i chierici di prestarsi ai diversi servizi, di cui fossero talora richiesti, anzi godano di esercitare così l´umiltà e la carità e d´impratichirsi per esempio nel curare infermi, nell´ordinare la dispensa, e nei preparativi di feste, le quali cose tutte potranno in seguito tornar loro di grande utilità.
104 Il tempo libero dalle occupazioni sia dai chierici utilmente impiegato negli studi del proprio stato ed in letture sode ed educative, non lasciandosi sopra- • tutto fuorviare da letture frivole, leggere ed estranee alla nostra condizione. I Direttori poi non lascino mancare i libri o testi a tal fine necessari.
105. Si. guardino dalla presunzione di saper fare ; nella difficile impresa dell´educare giovanetti di indole sì varia non se. ne sa mai abbastanza. Siano dipendenti in tutto dai loro superiori diretti, ad essi rendano conto dell´operato e mostrino le difficoltà, che incontrano sia nella pietà e nella vocazione che nel disimpegno dell´ufficio loro assegnato.
106 Siano ossequenti verso i maggiori di loro, specialmente ai sacerdoti,.e grati a chi li ammonisce o corregge.
107 Ricordino di essere scrupolosi nel disimpegno del loro dovere : se non.si assuef ano fin d´ora ad obbedire in tutto, e sempre alla voce del dovere non potranno formarsi la coscienza. religiosa. E il triennio pratico con quella certa libertà , in cui li mette necessariamente nel passaggio dallo studentato alle varie case contiene per loro un pericolo.
108 Cerchino di impiegar bene il tempo. evitando le frivolezze. Non è il più delle volte il tempo, che manca agli studi ed alle occupazioni, manca invece la volontà energica ed industriosa di utilizzare ogni più piccola parte.
109. Si distribuiscano con opportuno orario le occupazioni per modo da soddisfare agli uffici loro assegnati ed al programma di studi a cui devono attendere.
110 Se avranno qualche dispiacere od. amarezza si confidino col Direttore e potranno così superare col suo aiuto le prime difficoltà della vita salesiana : se si facessero muti, sappiano che potrebbero mettere in rischio la loro vocazione.
111 Preghino assiduamente Iddio, affinché non abbiano da avvilirsi alle prime prove, si confessino con frutto, siano fedeli alle pratiche di pietà, imposte dalle Costituzioni. In fine ricordino che la vita religiosa ´è. vita di incessante correzione, quindi vi attendano coraggiosamente.
112 Per l´occupazione dei chierici durante il triennio pratico, e per coltivare in esso la loro mente, fu stabilito un programma unico per tutte le case della Congregazione data licenza agli Ispettori di modificarlo secondo i bisogni dei proprii chierici e dei varii paesi. Il programma comprende lo studio delle lettere latine , delle lingue moderne, letture di genere filosofico, e pedagogico, lo studio della storia sacra, ecclesiastica, ed anche. civile per quelli che ne avessero bisogno. Gli Ispettori costituiscano una commissione per gli esami da darsi con tutta serietà, e che dei voti riportati si tenga quel conto che si tiene dei. voti dei corsi di filosofia e teologia.
Il programma adunque comprenda
a). Due opere latine, una sacra l´altra profana ; quest´ultima d´indole filosofica morale ;
b) Una breve storia ecclesiastica, la quale, mentre giova alla formazione morale dei chierici, dà loro un´idea di quanto dovranno studiare poi ;
c) Due letture una religiosa e l´altra pedagogica ; una delle quali sia sempre in italiano.
Queste letture siano- scelte dagli Ispettori dall´elenco del Consigliere Scolastico., ed anche fuori, ma rispondente allo scopo e coll´assenso del proprio Consiglio. Gli Ispettori potranno d´intesa col Consigliere scolastico aumentare o diminuire questo programma ; l´aumento si faccia specialmente per le lingue straniere ; la diminuzione non distrugga sostanzialmente il programma suesposto ; se ne sarà il caso, delle due opere, di cui alla lettera a) si preferisca la sacra ; delle due letture, di cui alla lettera c) la religiosa.
Si diano almeno due esami all´anno, semestrale e finale, e nori solo a voce ma per iscritto con due versioni la 1a dal latino in volgare, e questa fissata dal Consigliere Scol., la 2a dal volgare in latino con facoltà di assegnare anche un componimento originale in latino per i chierici, che hanno più abilità, e questi siano fissati dall´Ispettore (i)
- (i) Gioveranno assai ai giovani confratelli i seguenti volumetti : Theoger delle Scuole Cristiane, Virtù e doveri di un buon maestro. — Scaloni - Conseils aux jeunes confrères qui déboutent dans l´apostolat salésien. - Maccono - Un aiuto all´educatore. - Micheletti - I prefetti nelle case di educazione,
CAPO.IX.
Ai Coadiutori.
113. I confratelli coadiutori son chiamati ad esercitare un vero apostolato in favore della gioventù in tutte le nostre case, ma specialmente nelle scuole professionali.
114. Sarà cura particolare del Prefetto di ciascuna casa l´assistere ed invigilare affinché compiano i loro doveri religiosi e materiali separatamente dalle persone esterne, specialmente dai famigli ; abbiano mensa e dormitorio comune.
115. Esercitino sempre una qualche autorità sopra gli esterni.
116. Stia sommamente a cuore a tutti i Direttori di non esporre a-troppo grave pericolo la virtù e la vocazione dei Coadiutori. Né cessino di raccomandare che, uscendo per commissioni o per la passeggiata, evitino di fermarsi a guardare nelle bacheche dei giornali; alle vetrine dei negozi fotografie cartoline o stampe indecenti,, e non si permettano mai di entrare in caffè, osterie o altri luoghi di pubblico ritrovo, non conveniente a persone religiose.
117. Anche pei coadiutori si fissi una qualità di panno, e,. per quanto è possibile, nella varietà dei paesi,. una foggia di vestito, dalla quale non possa ognuno allontanarsi a capriccio.
118. L´abito di uscita dovrà essere eguale per tutti i coadiutori qualunque sia l´età o l´ufficio loro. Potrà variare di forma e di colore dove lo esigano i costumi ed i bisogni delle varie regioni, ma in ciascuna regione i confratelli, che vi hanno dimora vestiranno. tutti alla stessa foggia. Dove ragioni speciali, da lasciarsi al giudizio degli Ispettori, non esigano di fare altrimenti, il colore del vestito sarà nero.
119. Il taglio da scegliersi in ciascuna regione sarà uno di quelli, che sono in uso tra i secolari di mezzana condizione e di costumi gravi.
120. Sono proibiti- gli spilloni alla cravatta, le catenelle di Metallo, i ciondoli all´orologio, le cinture di colmi ed ogni altra vanità secolaresca.
121. I confratelli che hanno qualche amministrazione al loro carico Siano persuasi del loro dovere di dare i conti volta per volta, ed i prefetti od altri incaricati non dimentichino. il loro obbligo di esercitare il dovuto controllo, ricordando gli uni e gli altri che il prefetto è il centro delle entrate e delle uscite.
122. I Direttori chiamino spesso a sè i coadiutori, s´informino dell´andamento del loro ufficio, delle difficoltà che incontrano, e diano loro quei consigli, che servono ad incoraggiarli ad adempiere sempre meglio il loro uffizio.
123 Siano particolarmente incoraggiati ed aiutati nell´adempimento ed osservanza delle pratiche di pietà ; siano chiamati a far parte delle Compagnie, che esistono nelle nostre case. Nei giorni festivi ove è possibile, siano occupati come catechisti negli Oratori ; e non si tralasci la mezz´ora di catechismo ´stabilita per loro istruzione.
124. Si procuri di attuare quanto fu consigliato dal Rev.mo Sig. Rettor Maggiore nella Circolare 21 Gen. 1898, cioè di procurare ai confratelli Coadiutori. una sala, ove per mezzo di una piccola biblioteca adatta, abbiano la comodità di leggere buoni libri, e completare, quanto si possa, la loro istruzione.
125. I coadiutori possono fare la passeggiata settimanale nelle ore e nei luoghi, dove siano meno esposti ai pericoli del mondo, e non le protraggono oltre le due ore. Non escano mai da s´oli, ma in due o in tre con prudente scelta dei compagni, fatta dal Direttore.
126. Le relazioni coi clienti siano tenute dal Prefetto, o dal- Capo-Ufficio dei laboratorii, il quale riceve, in conformità di quanto è dettò agli art. 515-521 di questo Regolamento.
127. Quando i Capi-laboratorio debbano uscire per ragione del loro impiego siano sempre accompagnarti dal Capo-Ufficio o .da persona indicata dal Superiore.
CAPO X.
Pietà.
128. I superiori delle Case Salesiane siano persuasi che avessero pure la più bella apparenza, esse non camminano bene se non vi regna grande pietà e moralità.
129. Le pratiche di pietà prescritte o consigliate ai Salesiani sono alcune quotidiane, altre settimanali o mensili, o annuali.
130. Alla levata lo svegliatore o l´assistente dica ad -alta voce : Benedicamus Domino ; cui tutti rispondano : Deo gratias. Poi ciascuno privatamente faccia il segno della santa croce, indi offra il suo cuore a Dio dicendo i Gesù, Giuseppe e Maria vi dono il mio cuore e l´anima . mia; intanto si alzino colla massima modestia e dica giaculatorie e preghiere a sua scelta.
131 Ciascuno si trovi puntualmente. alle pratiche di. pietà, che si fanno in comune, coree pure alle orazioni ed al sermoncino della sera ; nessuno se ne creda dispensato senza esplicita dichiarazione del Superiore.
132. Ognuno procuri di ´trovarsi a tempo alle pratiche comuni di pietà anche se non è tenuto all´assistenza, e si industri per non giungere in ritardo o uscirne prima che siano finite interamente.
133. Si eviti pure, per quanto è possibile, di attendere a pratiche divote diverse da quelle, cui attende la comunità.
134. I Superiori facciano in modo che tutti, nominatamente i coadiutori e famigli, abbiano tempo di assistere ogni mattino alla santa messa, comodità di ricevere con frequenza la Santa Comunione, ed accostarsi regolarmente al Santo Sacramento della penitenza.
Si compiano tutte e con impegno le pratiche dell´esercizio mensile.. della buona morte e soprattutto si rifletta al progresso o regresso fatto nella virtù nel mese precedente, ai mezzi adoperati per correggerci dei nostri. diletti e crescere nel bene, all´osservanza e all´uso dei Sacramenti.
135. Il Capitolo Generale decimo volle rendere i Direttori responsabili effettivamente del progresso religioso dei soci, costituendoli • veri Direttori Spirituali di essi, sebbene non ne siano i confessori. A tal fine raccomandò loro che le anime siano il loro principale pensiero ; le opere spirituali, il perfezionamento morale .e il progresso religioso la loro precipua cura, acciocchè formetur in omnibus Christus e non abbiano solamente una società d´impiegati o di istitutori. Ordinò quindi di rinvigorire la disciplina regolare di esigere coll´esempio e con tenace costanza le pratiche di pietà in comune, ma sopratutto che all´esercizio di buona morte si dia la voluta importanza, e di esso raccomandò in modo speciale il rendiconto.
136. Chi deve rendere questo conto badi a vincere l´amor proprio : per quanto provetto di età, fornito di scienza o insignito di cariche, non v´è alcun religioso che non abbia da avvantaggiarsi assai del rendiconto, nè può trovare in alcuna occupazione un vero impedimento. Non consideri tale pratica come una dolorosa necessità nè la prenda come occasione di sfogo contro Superiori o confratelli o di chiedere unicamente favori. Invece con retta intenzione sveli coni semplicità e sincerità le pene che soffre, le passioni contro cui ha da combattere, le difficoltà che incontra nel cammino della perfezione.
137. Almeno in questa occasione del rendiconto mensile si compia quella Manifestazione delle infedeltà esteriori commesse contro le Costituzioni, di cui è parola all´art. 18 delle stesse Costituzioni, affinchè si possano ricevere consigli , conforti, e se sarò d´uopo anche le convenienti ammonizioni.
138. Si usi puntuale esattezza ´alla confessione Setti. risanale, voluta dalle nostre Costituzioni, si tenga presente la grande raccomandazione dei maestri di spirito intorno ai pericoli del confessore instabile, e ognuno si accosti ai pedi del confessore ben pentito e con pro- - posito determinato : si badi bene che molte confessioni . per mancanza delle dovute disposizioni da parte del penitente non abbiano a riuscire poco fruttuose.
139. Si procuri ogni mese, un confessore esterno od almeno .di altra casa salesiana : un confessore straordinario della casa stessa non basta ; l´esperienza insegna esser meglio che venga da altra casa,ovvero sia estraneo alla nostra Pia Società per maggior libertà. di tutti.
140. Venuto il tempo in cui la nostra Pia Società provvede a tutti il benefizio degli esercizi spirituali, . ognuno si disponga a farli con profitto. I Direttori ne parlino in qualche opportuna conferenza, preparando gli animi, gli Ispettori invigilino affinchè nessuno se ne esima, e insistano e ad ogni modo ottengano che si facciano come van fatti con vero raccoglimento. Il silenzio sia assoluto, eccezion fatta delle ricreazioni del dopo pranzo e dopo cena ; nessuno esca di casa o riceva visite da estranei, non si scrivano e non si ricevano lettere ; siano insomma .tutti convinti che gli. esercizi spirituali sono il tempo più importante di-tutto l´anno, e che fatti a dovere dovrebbero dare anno per anno un forte impulso verso la perfezione religiosa; Se non si esce dagli esercizi con quel frutto, che di per sè e. colla grazia del Signore. sogliono portare, è indizio che non furono fatti con sufficiente impegno.
141. I sacerdoti scelti a predicare gli esercizi ai confratelli si preparino molto accuratamente e notino che parte precipua degli esercizi sono le meditazioni. S. Ignazio sperava tutto da esse ; sono esse che devono riscaldare l´anima e muoverla al bene : si dia pertanto loro la massima importanza. Quelli, che sono incaricati di dettar le istruzioni, mettano ogni loro impegno per non predicare solo cose de communi sulle varie pratiche di pietà, e sull´esercizio delle virtù ; ma vedano che esse siano accuratamente adattate a religiosi prima, e poi ancora a quella qualità di religiosi, a cui predicano. In un modo si devono portare le istruzioni che si fanno agli aspiranti, in altro quelle che son dirette agli ascritti : in un modo quelle che van dirette ai confratelli in generale, e in altro quelle che si diriggono ai soli sacerdoti, in altro ancora quelle che son dirette agli ordinandi. Veda ciascun predicatore anche con sacrificio di prepararsi convenientemente pel ben della Congregazione.
.142. Le preghiere comuni sono :
a) Alla levata : Benedicamus Domino. Deo.ratias.
b) Al mattino : Segno della .S. Croce— Vi adoro Pater noster — Ave Maria — Credo Salve Regina — Angele Dei — I Comandamenti di Dio — I Comandamenti della Chiesa --- Sacramenti — Atto di fede — Speranza — Carità Contrizione.--= Gesù mio,- misericordia — Preghiera a S. Luigi col Pater, Ave e . Gloria versicolo ed Oremus Ab inni malo - Libera
nos Domino— L´Angelus (se non si è detto prima) Rosario colle litanie lauretane — Per la Pace in casa Ave. Maria e Gloria Patri, Pei nostri benefattori e persone raccomandate alle nostre preghiere : Pater, Ave e Gloria (3). — De Profundis coll´Oremus.
Dopa la messa vi è un po´ di lettura spirituale. Prima si dice il Veni, Sancte Spiritus etc. con l´Oremus apposito. Dopo l´ Agimus , Maria, Atizilium Christianorum.
_________________
(3) Mentre si tratta la causa di beatificazione di Don Bosco,
si aggiunga alle orazioni sopra notate il Veni, Creato,- Spirilns,
col versicolo ed oremus, e l´A ve, Maris .Stella, che si Potranno , anche cantare durante la Messa o la Comunione o alla sera prima della benèdizione.
____________
c) Alla sera: Vi adoro— Padre nostro— Dio ti salvi, o Maria Io credo Dio ti salvi, o Regina — Angelo di Dio — Tre volte : Cara Madre Vergine Maria, fate che. io salvi l´anima mia con Ave Maria Ciascuna volta e in fine il Gloria Patri " " Pei nostri Superiori e Missionari Salve Regina— Per D: Bosco: Pater, Ave e Requiem - Angelus e il De. Profundis (qualora non si fosse detto prima) Poi : fermiamoci alcuni istanti a considerare lo stato di nostra coscienza... Dopo breve pausa : -Se ci troviamo colpevoli ecc, Atto di contrizione – E mentre ci spogliamo ecc. colle giaculatorie Gesù, Giuseppe e Maria ecc. –. Pensando quindi alla presenza di Dio ecc. come nel Giovane Provveduto.
d) Prima del lavoro, della scuola, dello studio si-dirà l´Actiones coll´A ve-, Maria ecc. e Maria, Auxilium Christianorum, ora pro nóbis. Dopo il lavoro, la scuola e lo studio si dice l´ agimms coll´Ave, Maria, e la giaculatoria Maria, Auxilium Christianorum, ora pro nobis.
e) La meditazione comincia col : Vini, Sancte spiritus, col versicolo ed Oremus.
Poi: Mettiamoci alla presenza di Dio ; domandiamogli perdono dei nostri peccati e la grazia di far bene questa meditazione (pausa. Quindi tutti insieme:)
Mio Dio, - prostrato alla vostra presenza Vi adoro e Vi amo come Creatore, - Salvatore - e sommo mio bene - mi pento con tutto il mio cuore d´avervi offeso ; fatemi la grazia che ben conosca le verità che sono per meditare - e mi accenda d´amore per Voi. - Vergine Maria, Madre di Gesù, - Angelo mio custode, - Santi e Sante del Paradiso, - pregate per me.
La meditazione sia sempre divisa in varai punti, dopo ciascuno dei quali vi sia un tempo conveniente da meditare.
Alla fine della meditazione: Prendiamo qualche buona risoluzione e cerchiamo il modo di metterla in pratica (pausa).
Ringraziamo il Signore dei lumi che ci ha comunicati, e domandiamogli la grazia di mettere in pratica le prese risoluzioni (pausa).
Poi si recita da tutti insieme, facendo breve pausa ove avvi il tratto di linea, la seguente Preghiera e Consacrazione a Maria Ausiliatrice, che il Sommo Pontefice Leone XIII in data 17 Dicembre 1896, si degnava di arricchire in • perpetuo coll´indulgenza di 300 giorni.
O Santissima ed Immacolata Vergine Maria, - Madre nostra tenerissima, - e potente Aiuto dei Cristiani, noi ci consacriamo intieramente al vostro dolce amore al vostro santo servizio. - Vi consacriamo la. mente coi suoi pensieri, il cuore coi ´suoi affetti, - il corpo coi suoi sentimenti e con tutte le sue forze, - e promettiamo di voler sempre operare alla maggior gloria di Dio - ed alla salute delle anime.
Voi intanto o Vergine incomparabile, - che siete sempre stata l´Ausiliatrice del popolo cristiano, - deh.! continuate a mostrarvi tale - specialmente- in questi giorni - Umiliate i nemici di nostra santa Religione rendetene vani i malvagi intenti. - Illuminate e fortificate i. Vescovi e i Sacerdoti , - e teneteli .sempre uniti ed obbedienti al Papa, - Maestro infallibile ; preservate dalla irreligione e dal vizio - la incauta gioventù ; - promuovete le sante vocazioni - ed ´accrescete il numero dei sacri Ministri, - affinché per mezzo loro il regno di Gesù Cristo si conservi tra noi, e si estenda fino agli ultimi confini della terra. .
Vi preghiamo ancora, o dolcissima Madre, - che teniate sempre rivolti i vostri sguardi pietosi - sopra la Congregazione Salesiani, - a cui apparteniamo sopra i suoi Cooperatori e le sue Cooperatrice sopra i nostri genitori e congiunti, sopra la gioventù alle nostre cure affidata, - sopra i poveri, peccatori e moribondi e sopra le anime del Purgatorio ; -siate per tutti; o Maria, dolce Speranza, - Madre di misericordia - e Porta del Cielo.
Ma anche per noi Vi supplichiamo, —O gran Madre di Dio. - Insegnateci a ricopiare in noi le vostre virtù, in particolar modo l´angelica modestia - l´umiltà profonda e l´ardente carità, - affinché per quanto è possibile, - col nostro contegno, colle nostre parole, - col .nostro esempio rappresentiamo al vivo in mezzo al mondo - Gesù benedetto vostro Figliuolo, - e facciamo conoscere ed amare Voi, - e con questo mezzo-possiamo riuscire a salvare molte anime.
Fate altresì, o Maria Ausiliatrice; — che -noi siamo tutti raccolti sotto il vóstro manto di Madre, — e che nessuno mai Vi abbandoni. Fate che nelle tentazioni noi Vi invochiamo tosto con fiducia ; - fate insomma che il pensiero. di Voi sì buona, — sì amabile, sì cara, — il ricordo che siamo in Un Istituto da Voi prediletto, ci sia di tale conforto, = da renderci vittoriosi contro i nemici dell´anima nostra, — in vita ed in morte, — affinché possiamo andare a farvi corona nel bel Paradiso. Così sia.
Agimus — Ave Maria — Maria Auxilium Christianorum, ora pro nobis.
f) La Lettura spirituale si -fa in comune dietro un cenno di campana ad Gra fissa dicendo : Veni, Sante Spiritus. e relativo Oremus. Poi: Mettiamoci alla presenza. di Dio. Breve pausa. Quindi. lettura di alcune pagine del Rodriguez od altro libro .trattante delle virtù cristiane e religiose per circa dieci minuti e si finisce col : Tu autem Domine, etc. Visita a Gesù Sacramentato.
Comunione Spirituale. Gesù mio, credo che Voi siete realmente presente nel SS. Sacramento. Vi amo sopra ogni cosa e vi desidero nell´anima mia. Giacche ora non posso ricevervi sacramentalmente, venite almeno spiritualmente nel mio cuore (Breve pausa). Come già venuto., io Vi abbraccio e mi unisco tutto a Voi ; non permettete che io m´abbia mai a separare da Voi. Eterno Padre, io Vi offro il sangue preziosissimo di Gesù Cristo in isconto de´ miei peccati e pei bisogni di S. Chiesa ( 100 giorni d´indulgenza).
A San Francesco di. Sales : Pater, Ave e Gloria,. col rispettivo Oremus.
Agimus Ave, Maria — Maria Auxilium Christianorum, ora pro nobis.
g) Nel refettorio prima e dopo il cibo si dicono le orazioni come sono nel Diurna pro varietate temporum.
h) Gli esercizi spirituali pei confratelli sono governati da uno speciale regolamento, dal quale si prendono le norme per le pratiche di pietà in tal tempo.
i) Alla domenica mattina vi sono due funzioni. Alla prima messa si dicono le preghiere del mattino come sopra con le litanie ecc, come alla lettera b, giunta ´la messa- al Sanctus si recitano parola per parola alternativamente le preghiere in preparazione, poi quelle di ringraziamento alla Comunione : infine le cinque decine del Rosario.
Alla seconda funzione vi sarà l´Uffizio della Madonna: si. recita il Mattutino e le Lodi ; si cantano gli inni, le lezioni il Te. Deum, il Benedictus con l´Oremus e il Benedicamus Domino. La messa comincia. quando finisce il Mattutino : quando non vi è il Te Deum comincia un .po´ prima. Dopo messa vi è la predica, quindi si recita un Pater, Ave, Gloria e si canta la giaculatoria : Lodato sempre sia; uscendo si canta la lode : Luigi, onor dei vergini ecc:
Nelle solennità in cui la messa è cantata; si recita senza canto il solo Mattutino, quindi comincia la Messa cantata e. non vi è predica. Dopo messa un Pater, Ave e Gloria e giaculatoria e lode come sopra.
Alla domenica nelle ore pomeridiane si faccia in tutte le Case non meno di mezz´ora di Catechismo. Dove c´è l´usanza, si premette il canto dell´orazione domenicale e si finisce con la recita degli atti di Fede.
Quindi vi è vespro (possibilmente quello segnato dal Calendario, altrimenti quello della Madonna), indi predica e benedizione col SS. Sacramento. Prima della benedizione, quando non vi sono cantici speciali,. si cantino le Litanie Lauretane, e dalla domenica di Settuagesima a quella delle Palme il Miserere.
Nelle feste recentemente soppresse si raccomandi la Comunione al mattino alla sera poi prima, di cena vi sia, vespro, discorsetto e benedizione col SS: Sacramento.
l) Nell´esercizio di buona morte dopo la prima meditazione si recitano sul Giovane Provveduto la preghiera di Benedetto XIII, le litanie della buona morte, l´ora-zione per l´anime del Purgatorio, quelle a S. Giuseppe per la buona morte. quindi si dirà un Pater, Ave e Gloria secondo l´intenzione del Sommo Pontefice per l´acquisto dell´Indulgenza ; altro pei nostri benefattori, e persone raccomandate alle nostre preghiere, un terzo per colui che tra noi sarà il primo a morire, in fine il De profundis per tutte l´anime del Purgatorio.
Dopo la 2a meditazione della sera si legge l´esame di coscienza sui doveri del proprio stato, dopo del quale si fa il riflesso voluto dalle Costituzioni sull´avanzamento nella virtù e si chiude come ogni altra meditazione.
CAPO XI.
Suffragi pei defunti
della Pia Società Salesiana.
PEL RETTOR MAGGIORE.
143. Tutti i sacerdoti della nostra Pia Società celebreranno una Messa, e gli altri´ confratelli faranno la S. Comunione e per otto giorni reciteranno il rosario ed ´applicheranno il meritò delle loro buone opere.
144. In. tutte le case si canterà una messa ..solenne di requiem, preceduta dal canto di un notturno colle Lodi dell´ufficio dei morti.
145. Radunandosi il Capitolo Generale per l´elezione. del Successore si canterà una messa di requiem preceduta dal canto di un notturno colle Lodi.
146. Nella casa di sua residenza vi sarà il funerale solenne di Trigesima.´
147. Nella stessa casa il dì anniversario della sua morte si celebrerà una messa solenne di requiem. per lui e per i Rettori maggio-ri defunti.
148. I suffragi indicati ai numeri 143, 144, 145 si faranno pure pei Rettori maggiori emeriti che morranno in Congregazione.
PEI MEMBRI DEL CAPITOLO SUPERIORE, PEL PROCURATOR GENERALE E PEI VESCOVI DELLA NOSTRA PIA SOCIETÀ.
149. In ogni casa si celebrerà una messa,. e per tre giorni tutti i soci reciteranno il Rosario e applicheranno la´santa comunione.
150. Nella casa di lor residenza e nelle case ispettoriali si canterà una messa solenne da requiem, preceduta dal canto di un notturno colle Lodi.
151. Per quelli che morissero fuori d´ufficio si fa-, ranno tutti i suffragi sopra indicati, ma la messa solenne al n. 150 solo nella casa di lor residenza.
PER GLI ISPETTORI.
152. Oltre. i suffragi comuni di qualunque socio il primo. Consigliere disporrà, che siano prontamente celebrate nell´Ispettoria n. 100 messe, e per tre giorni in tutte le case dell´Ispettoria si reciterà da tutti i soci la terza parte del Rosario e si applicherà la santa . Comunione.
153. In tutte le case dell´Ispettoria si canterà una messa solenne preceduta dal canto di un notturno colle Lodi.
154. Nella loro Ispettoria inoltre si canterà la messa di trigesima preceduta dal canto di un notturno colle Lodi.
155 Nella casa ispettoriale si farà solennemente il primo anniversario. Morendo un ispettore fuori d´ufficio oltre i suffragi comuni a qualunque socio il Cap-Sup. farà celebrare pér lui n. 100 messe. .Si farà funerale solenne nella casa di sua dimora, e tutti i soci dell´Ispettoria che fu già retta da lui, reciteranno la terza. parte del Rosario ed .applicheranno la santa comunione.
PER I DIRETTORI.
156. Si. celebreranno n. 40 messe. I confratelli della casa reciteranno la terza parte del Rosario ed applicheranno la Santa Comunione per tre giorni.
157. Nella casa si farà un funerale solenne preceduto dal canto di un notturno colle Lodi.
158. Nella medesima si canterà solennemente la messa di Trigesima, e si celebrerà il primo anniversario.
159. Nelle case dell´Ispettoria si reciterà la terza parte del Rosario e si applicherà la santa Comunione.
160. Pei direttori, che morissero fuori d´ufficio, oltre i suffragi corrispondenti alla loro presente condizione; in tutte le case, che governarono, si applicherà una messa e si reciterà la terza parte del Rosario da tutti i confratelli.
PER TUTTI I . SOCI.
.161. Si canterà la messa da requiem preceduta dalla recita di un notturno colle Lodi nella casa di loro dimora.
162. Tutti i soci dell´Ispettoria reciteranno la terza parte del Rosario ed applicheranno una santa comunione. .
163. La casa di residenza:del socio farà subito applicare n. 30 messe.
PEI NOVIZI.
164. Nella casa di Noviziato si canterà la messa di requiem preceduta dalla recita di un notturno: colle Lodi.
165. Si celebreranno n. 10 messe.
166. Si reciterà.la terza parte del Rosario e si faràla Santa Comunione.
PEI GIOVANI ALLIEVI.
167. La casa farà celebrare una messa.
168. Si reciterà la terza parte. del Rosario e si farà la santa comunione.
SUFFRAGI COMUNI.
169. Il 30 gennaio tutti i sacerdoti celebreranno Pei confratelli defunti, e i direttori ne registreranno l´applicazione. Gli altri applicheranno la Comunione e la . recita del santo Rosario.
170. In tutti i corsi degli esercizi. Spirituali dei, confratelli si canterà una messa di requiem per tutti i Confratelli della Pia Società. La Messa sarà applicata, e l´Ispettore dovrà tenerne nota..Nello stesso giorno presenti agli esercizi • spirituali reciteranno la terza parte del Rosario, ed applicheranno la santa comunione.
PEI GENITORI DEI CONFRATELLI. .
0. Si applicheranno n. 10 messe.
1. Nella casa di residenza del Socio si reciterà la" terza parte del Rosario e tutti applicheranno la Santa Comunione.
PEI FAMIGLI CHE SERVONO NELLA CASA SENZA STIPENDIO, E CHE HANNO ALMENO PASSATO DUE ANNI NELLE CASE DELLA PIA SOCIETÀ.
2. Si canterà una messa da requiem e si reciterà la terza parte del Rosario.
3. Si applicheranno n. 5 S. Messe.
PER I BENEFATTORI.
4. Ogni anno durante l´Ottavario dei morti in tutte le case si canterà coll´applicazione,. e. non potendo, si celebrerà una messa. da requiem per tutti i benefattori.
5. In quel giorno il Rosario e le Comunioni siano applicate per questo .fine.
6. Morendo qualche benefattore insigne il Rettor Maggiore e gli Ispettori avviseranno i suffragi da fare.
CAPO XII.
Confratelli fuori della propria casa.
7. Per più motivi può succedere che un socio si trovi giustamente fuori della casa, a cui esso è addetto. •
8. Quando un socio deve recarsi da una casa ad un´altra per qualunque siasi motivo, il Direttore lo munisca sempre del denaro di andata e ritorno, con quel soprappiù, che potrà decorrere, d´una lettera di accompagnamento, in cui accenni la ragione. del viaggio il tempo che dovrà fermarsi, ed il denaro ché gli fu consegnato con tutte le altre indicazioni necessarie ed, opportune. Tale lettera abbia sempre il bollo della casa da cui il socio parte. Il Confratello porti seco in tale occasione quanto gli abbisogna della biancheria personale.
9. Arrivando poi alla casa a cui è destinato, sia anche per -poco tempo, per prima cosa presenti al Direttore od al Prefetto la lettera di accompagnamentó. Con questo atto s´intende posto sotto la sua dipendenza pel tempo, che ivi dimorerà.
10. Abbisognando poi in tal tempo di alcuna cosa di qualche rilievo, se ne procurerà il- permesso dai proprio Direttore, presentando il quale sarà provveduto di quanto gli sarà necessario dai Superiori della Casa, dove provvisoriamente si trova ; essi poi addebiteranno la spesa fatta alla ´casa, da cui è partito.
11. Quando un socio, trovasi fuori della propria Casa, non intraprenda viaggi o cosa alcuna di rilievo senza permesso del suo Direttore.
12. Ritornato dal viaggio, ciascuno si presenti al Superiore e gli consegni il denaro sopravvanzato, od acquistato e gli renda conto d´ogni spesa fatta.
13. Chi per qualunque motivo si trovasse per qualche tempo obbligato ad abitare presso i parenti, od altre persone del secolo, non. dimentichi perciò di essere religioso.
14. Non trascuri le pratiche di pietà, se pure .non gli è dato di seguire un orario determinato.
15. Freni i sensi, fugga l´ozio, le occasioni per=ito-" lose, quali sono le letture dei giornali, trattenimenti mondani, conversazioni oziose, specialmente con persone d´altro sesso.
16. Nella conversazione con -chiunque si mostri alieno dalla politica e dai partiti per evitare il pericolo di attirare imprudentemente inimicizie e molestie a sè, e fors´anco alla Pia Società.
17. I Confratelli obbligati al servizio militare devono osservare, per quanto è compatibile col loro nuovo stato, le Costituzioni.
Secondo le prescrizioni speciali della S. Congregazione sulla Disciplina Regolare del 27 Novembre 1902, i confratelli obbligati al servizio militare, appena possono, debbono recarsi dal Vescovo diocesano o da chi ne fa le veci presentando la lettera commendatizia del Superiore che precede il regolamento speciale pei Salésiani sotto le armi.
Non cerchino altro ritrovo che quello indicato dal Vescovo o dall´assistente ecclesiastico dal Vescovo deputato, che- sarà certamente la Casa Salesiana, in quelle località ove questa esista.
Il Superiore di detta Casa rimane poi sempre in obbligo d´informare l´Ordinario intorno la condotta dei confratelli sotto le armi, acciò essi possano ottenere a suo tempo, e meglio ancora subito, le lettere testimoniali da tutti quei Vescovi nella cui diocesi abbiano dimorato almeno tre mesi (decreto citato).
Per quelli che appartengono alla prima categoria, e non possono essere certi di venire riformati, l´ammissione agli Ordini sacri dev´ essere ritardata fin dopo compiuto il rispettivo servizio attivo di un anno o di altro tempo necessario.
Quelli che finito il servizio militare di un anno o di tempo maggiore perseverano nella loro vocazione e risulta della buona condotta tenuta, verranno riammessi in Congregazione, dove per prima cosa faranno un corso di esercizi spirituali e non saranno promossi agli Ordini Sacri, se non dopo un tempo sufficiente non minore di un anno, perchè diano saggio della stabilità di loro vocazione e virtù.
Per altre disposizioni si rimanda al Regolamento Il Salesiano sotto .le armi, che tutti debbono provvedersi prima d´incominciare il servizio militare.
189. Si procuri ai confratelli che devono partire pel servizio militare, la comodità di fare. gli Esercizi spirituali, prescritti dal Decreto della S. Sede, 27 Nov. 1892.
190. I confratelli, che prestano servizio militare, per ogni bisogno si -rivolgeranno al Superiore di quella Casa, da cui sono partiti. Al medesimo Direttore faranno ogni mese un particolareggiato rendiconto della. loro vita, indicando specialmente se possono fare e se fanno le pratiche s di pietà.
191. Trattando colle persone del mondo non si manifestino le cose che hanno carattere intimo per la famiglia salesiana.
192. Neppur fanno bene quelli che si consigliano con parenti, od estranei sopra le loro aspirazioni, o cambiamento di casa, o di ufficio, o simili. Tali persone quand´anche parlino con retta intenzione, non possono generalmente liberarsi dall´affetto carnale, o da influenze mondane nel dare il loro consiglio o giudizio.
193. I sacerdoti in viaggio oltre la lettera accompagnatoria del Direttore portino seco il Celebret rilasciato dall´Ispettore.
194. Perchè non succeda che si domandino alle Congregazioni Romane favori, o già concessi, o inopportuni, si raccomanda caldamente che :tali domande Si facciano passare pel tramite ordinario, cioè per l´ufficio del Direttore Spirituale, che si prenderà cura di trasmetterle al Procurator Generale a Roma , perchè , secondo il Caso, siano inoltrate alle suddette Congregazioni.
CAPO XIII.
Relazioni fra le varie case.
195. L´impegno, che i soci addetti ad una casa aver debbono pel buon andamento della medesima, non. ci induca mai .a mancar di carità verso le altre case della medesima Congregazione:Dio ci guardi . da questa specie di egoismo ! Non s´abbia invidia se un´altra casa è più bella e più abbondante di allievi, poichè tutte le case appartengono alla famiglia salesiana, di cui . siamo membri.
196. Se in una casa è dato far qualche risparmio, il Direttore s´affretti d´inviarlo all´Ispettore, od al Capitolo Superiore rallegrandosi di poter per tal modo, venirgli in aiuto per sostenere le immense spese che occorrono pel bene generale della nostra Pia Società.
197. I Direttori e Prefetti dei Collegi devono regolarmente attenersi nell´accettazione degli alunni ai rispettivi programmi riguardo alla pensione, ed alle altre spese accessorie, suggerendo a chi avesse bisogno di riduzione di rivolgersi ai nostri Ospizi, quali sono in generale le case, ove si ha la categoria degli artigiani e le Colonie agricole.
198. Ogni trimestre ciascuna Casa mandi nota dei Crediti alla Casa debitrice. Ricevuta tale nota la Casa debitrice procuri di soddisfarla al più presto.
199. Il denaro sia inviato al Direttore od al Prefetto, indicando a quale debito intenda soddisfare. Se si tratta ´di pensioni ricevute a conto di altra Casa se né dia mensilmente annunzio colla data del versamento.
200. I debiti, che una Casa Salesiana avesse con un´altra, siano considerati come privilegiati, impegnandosi di saldarli avanti ogni altro. Ciò si osservi specialmente per le quote, che ogni Casa deve versare a sostegno dei noviziati, e case simili.
201. Nei casi di trasloco è stabilito che :
a) Dal giorno in cui sarà consegnata la lettera d´ubbidienza, il socio appartiene per tutti gli effetti alla Casa, alla quale è destinato ;
b) Ognuno che parte da una Casa per qualsiasi motivo sia provveduto oltre della lettera di presentazione, di tutto l´occorrente, per modo che non debba chiedere nè denari , nè oggetti di vestiario all´Ispettore o ad altri Superiori.
e) Il Prefetto o il Direttore personalmente vigilino a ciò nei cambiainenti di Casa, che i Confratelli portino subito seco i libri consentiti, e non manchino dell´abito e scarpe di riserva (1). Chi non avesse i due vestiti,li domandi in tempo a chi di ragione in modo da trovarsi pronto, all´ora del cambiamento.
d) Nel cambiar casa ognuno sia provveduto dei seguenti oggetti di biancheria: 4 camicie, 4 paia di mutande, .3 corpetti, 6 paia di calze, 10 fazzoletti, ed il prefetto presieda all´esecuzione di questo articolo per virtù di giustizia, carità e rispetto ai confratelli. Tutti poi siano disposti a sopportare umilmente le conseguenze, che a volte imponesse la povertà religiosa.
202. Nel passaggio temporaneo di un confratello per una Casa, se vi dimora un tempo notabile sia corrisposto alla Casa ospitale un equo compenso. I sacerdoti. celebrino tutti e sempre a favore della Casa, ove trovansi di passaggio, o fanno vacanza, o attendono agli esercizi spirituali.
203. Nel caso di passaggio definitivo di un socio ad un´altra Casa i Superiori informino della sua indole, capacità e impieghi esercitati.
204. Quando si sapesse che persone insigni per dignità e benevolenza debbano passare in luoghi, ove sono Case Salesiane, se ne avvisino sollecitamente i Direttori, perchè possano recarsi a presentare i convenienti omaggi. Se avvenisse di indirizzare qualche Cooperatore ad una Casa Salesiana per ospitalità o simili .servigi si prendano prima le opportune intelligenze..
___________
(1) Questi oggetti siano portati dal socio partente o, se questo non può essere, siano spediti col mezzo più economico, per es. . a piccola velocità, per via di mare, o a pacchi postali.
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205. Quando avviene che alcuno allievo o famiglio . debba essere allontanato da una Casa, non si largheggi in lodevoli attestazioni, .e tanto meno in raccomandazioni a- suo riguardo, anzi si procuri che l´individuo espulso non venga ammesso in altre Case, ingannando la buona fede dei Direttoti e rinnovando disordini altrove.
206. Ogni. anno al principio delle vacanze si rimettano i libri presi in prestito dai soci alla Casa, che ne è proprietaria.
CAPO XIV.
Difetti da evitare.
207. Si fugga prurito di riforma, e ognuno s’adoperi di osservare le nostre Costituzioni senza darsi pensiero di migliorarle o di riformarle:
208. Ciò si faccia specialmente per quanto concerne anche le disposizioni regolamentari e tradizionali. E riprovevole la troppa facilità ad ammettere ogni novità di metodi e di sistemi proposti da altri per l´insegnamento e l´educazione morale fisica ed intellettuale. Niente si innovi senza matura prova.
209. Si rinunzi all´egoismo individuale, quindi non si cerchi mai il vantaggio privato di noi stessi, ma con. grande zelo il bene comune per la Pia Società che non è cosa di un Solo, ma nobile ed essenziale retaggio di tutti.
210. Qualora venga a nostra notizia cosa che ci sembri materialmente e moralmente cattiva, non ce ne disinteressiamo, ma si esponga umilmente ai Superiori, che sono incaricati di vegliare sopra le cose e sopra le persone. Niente però si faccia contrariamente alle loro disposizioni o consigli in proposito.
211. Massimo difetto da evitare è la trascuratezza nella parte affidataci. Ognuno compia il. suo ufficio .con zelo, umiltà e confidenza in Dio, e non si sgomenti se. dovrà fare qualche sacrifizio.
212. Non si brighi per aver impieghi migliori , nuove residenze e più comode, ma si consideri ogni luogo come buono e fertile campo da. coltivare : se vi laVoreremdcon buona volontà più abbondanti saranno i nostri meriti.
213. Chi esce di carica si guardi dal pronunziare giudizi. e fare odiosi confronti relativamente alla gestione del suo. successore.
214. E grave difetto da evitare il lavorare senza spirito religioso, senza rettitudine d´intenzioni ; essendoci consacrati a Dio, per lui solo dobbiamo faticare, e da lui soltanto, che ricompensa con abbondante misura, attendere la nostra mercede.
In fin di vita quando ci presenteremo al suo divin tribunale, mirandoci con volto amorevole Egli ci dirà: bene stà servo buono e fedele, perchè nel poco sei stato fedele, ti farò padrone del molto. Entra nel gaudio del tuo Signore.
215. Nelle relazioni tra soci e tra Superiori ed alunni si guardi dal mancare alla buona educazione sia in fatto ché in parole. Ricordiamoci che S. Francesco di Sales chiamava il Galateo Carità, e D. Bosco lo considerava come una forma della modestia cristiana. Il Capitolo Superiore mostrò desiderio che a tavola si . leggano le regole di buona creanza, e si richiami all´osservanza delle stesse quanti ne abbisognassero.
216. Affine al sopranotato difetto è l´uso di parlar sempre noi e di voler sempre e dovunque fare scuola; alcuni riducono per tal modo la loro compagnia terribilmente pesante.
217. Esser negligenti nel mandar le proprie notizie ai parenti, o farsi muti coi benefattori nelle occorrenze • più solenni dell´anno è un difetto contro alla carità, alla gratitudine e alla prudenza.
CAPO XV.
Economia.
218. E nostro obbligo usare massima diligenza per fare risparmio in quello che non è necessario, per diminuire le spese quanto sia possibile e procacciare • qualche utilità nelle compere e nelle vendite.
A. ARTICOLI GENERALI.
219. Ciascun Confratello vedendo un oggetto in abbandono o in pericolo di guastarsi´ abbia cura di raccoglierlo o ne avvisi il Prefetto.
220. Anche per non cagionar- troppo gravi ´spese ai parenti, qualora un giovane d´un Collegio dovesse passare ad un altro, le divise degli alunni siano uniformi per tutti i Collegi di pari condizione. La distinzione potrebbe consistere nella cifra e nel berretto.
221. Si lasci libero ai parenti degli allievi di provvedere essi stessi la divisa anche con panno non affatto uguale, purchè sia dello stesso colore e di egual forma.
222. Non si spediscano lettere, pieghi, libri od altro per posta o per ferrovia senza bisogno, e si procuri di riunire, ove si possa senza inconveniente, in una sola busta quelle lettere che hanno la medesima destinazione.
223. Dovendosi far uso di cartoline. postali tra i soci, si faccia preferibilmente con cartolina doppia, cioè con. risposta pagata.
B. — PROVVISTE.
224. E stabilito un Provveditore per ogni Ispettoria. Ciascuna Casa stia in relazione col Provveditore della Ispettoria e con quello delle più vicine, interpellandosi e- consigliandosi nelle provviste di qualche entità.
225. E conveniente che ogni Casa Ispettoriale o quella che venisse dall´Ispettore designata, sia fatta centro dei principali acquisti, come quella che potrà più facilmente provvedere alla compra e alla distribuzione delle merci, secondo i bisogni generali delle singole Case da lei dipendenti.
226. Facciasi in modo di pagare sempre in contanti ed al più presto possibile ; le provviste siano. di primo acquistò e fatte . all´ ingrosso , ad eccezione solo di quelle di breve conservazione , le quali devonsi fare quando ve n´è bisogno, come sarebbe del pane, della´ carne e simili. Se a queste non si può soddisfare in contanti ogni volta, si procuri almeno che entro il mese tutti i conti siano Saldati (i).
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(i) Per nonna dei Prefetti e speditovi si nota che in commercio
pagandosi in contanti si ha ordinariamente almeno il 2 p. cento di .sconto.
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227. Il Prefetto. di ciascuna Casa studii le specialità del paese, ne esamini i prezzi, e se mai partecipi al Provveditore Ispettoriale la convenienza ed il modo di provvedere di primo acquisto, specialmente i prodotti del. paese e dei luoghi vicini. Trimestralmente ed in ispecie nel principio d´anno, ciascun Prefetto indichi loro quelle derrate di cui sia per abbisognare.
228. Il Prefetto s´intenda col Provveditore onde far pervenire direttamente le Merci richieste. Si eviterà così di pagare il doppio trasporto.
229. Quando si riceve la merce domandata si verifichi colla fattura e poi se ne accusi ricevuta.
230. E indispensabile che tutte le Case, nel fare le richieste, prendano le opportune misure, per poter soddisfare. agli assunti impegni nel Tempo e nei modi stabiliti, affinchè i Provveditori possano fare a tempo le provviste di primo acquisto.
C. — REGOLAMENTO
DEL PROVVEDITORE ISPETTORIALE.
231. A norma di quanto è detto nel Capo precedente, in ogni Ispettoria vi sarà un Provveditore speciale, che prenderà il nome di Provveditore Ispettoriale, e sarà incaricato delle provviste di .maggior rilievo per tutte le Case dell´Ispettoria stessa.
232. Egli dipenderà dal Direttore della. Casa a cui appartiene. Non avrà occupazioni che lo impediscano dal disimpegnare prontamente le commissioni ricevute.
233. A lui si rivolgeranno con fiducia i Prefetti dell´Ispettoria per le provvigioni all´ingrosso ed anche per averne consiglio nelle minute spese.
234. Farà le provviste nelle epoche più propizie; dandone avviso ai Prefetti ed esortandoli a dargli le commissioni per comperare all´ingrosso, poiché si ottengono per tal modo considerevoli ribassi.
235. Dalle relazioni che avrà coi Prefetti e con altri Provveditori potrà facilmente venir a, conoscere ove convenga meglio rivolgersi per ciascun genere di provvigioni. Conoscendo inoltre l´importanza degli acquisti da fare per la generalità delle Case, potrà stabilire le condizioni dei contratti, fissare le epoche dei pagamenti, ed in ultimo pensare al mezzo meno costoso di far pervenire a ciascuna Casa la merce domandata.
236. Se certi generi abbondano in qualche paese ove sono delle nostre Case, vedrà se sia il caso di far fare direttamente delle compere dai Prefetti delle medesime.
237. Se si presenta l´occasione di far acquisto di merce con grande vantaggio, prima di conchiudere il contratto, possibilmente si consigli col Direttore e si rimmetta a´ suoi suggerimenti.
238. Il Provveditore Ispettoriale non avrà magazzino, ma solo sarà un agente o corrispondente d´affari.
D. — ECONOMIA NEI VIAGGI,
239. Non si viaggi se non per ragionevole bisogno o per cose che riguardino gli affari della Congregazione.
240. Nelle ferrovie, anche per corse brevi, si approfitti sempre delle riduzioni, ove sono concesse.
241. Quando il viaggio non è molto lungo, o non avvi ragione in contrario, si prendano biglietti di terza classe e si approfitti delle circostanze in cui si presentano riduzioni ferroviarie.
E. — ECONOMIA NEI LIBRI.
242. Non si spenda in libri inutili e di poco valore o peggio, di passatempo, il denaro che è necessario si . adoperi .a comprare i libri di studio. Ma di questi si comprino i magistrali e più stimati lasciando le opericciuole onde soglionsi ingombrare tante biblioteche. Avremo così facendo risparmio di danaro e di tempo ed inoltre buon avviamento negli studi. Cosi Consigliano i veri dotti, così vediamo che fece D. Bosco, ricorrendo sempre ai più stimati maestri. E si noti che i libri magistrali son pochi in ogni disciplina.
243. Si riprovi .l´uso di´ alcuni che non forniscono i confratelli neanche dei vocabolari e dei libri indispensabili per gli studi che si debbono fare.
244. I libri scolastici usati si conservino per i giovani che godono beneficenza.
F. ECONOMIA NEI LAVORI
E NELLE COSTRUZIONI..
245. Nelle provviste di attrezzi domestici, come sedie, finestre, tavolini, scrittoi, invetriate, porte, finestre e simili; Si osservi prima. se non esiste in Casa qualche oggetto, che, mediante qualche riparazione, possa servire al bisogno.
246. Per le ordinarie riparazioni è cosa utile che in ogni. Casa si abbia qualche coadiutore capace di eseguire lavori da muratore e. da falegname, da vetraio, da gasista , per ottenere prontamente e con minor spesa le piccole ´opere che occorrono ai muri, ai tetti, alle porte, alle finestre ed alle serrature (i).. Quando non si abbia coadiutori che esercitino tali mestieri, non sarà difficile di addestrarne qualcuno, con non leggiero vantaggio materiale e morale.
247. In ogni Casa siavi un magazzino per riporvi i materiali vecchi e nuovi, gli usci ed altri legnami posti fuori d´uso, le ferramenta, gli utensili del mestiere da muratore ecc., come pure per deposito della sabbia e della calce. Converrà che il Prefetto conservi una nota esatta degli oggetti ivi esistenti.
248. Si tenga conto dei danni cagionati a motivo dei trastulli degli allievi, od altrimenti da essi recati ; e la spesa sia addebitata all´autore del danno, se è conosciuto ; del resto si può distribuire in parti eguali fra gli allievi.
G. — ECONOMIA NELLA CUCINA.•
249. Si fugga la ridicola economia di lasciar guastare le cose specie commestibili per voglia di conservarle.
250. Il cuoco conservi la rimanenza dei commestibili e ne approfitti per altro pasto, quando ciò può farsi con vantaggio. Ciò si addice a chi » ha fatto voto di povertà.
251. Ogni Casa faccia d´avere un orticello da coltivarsi a profitto della comunità.
(i) Si abbia anche cura di dare per tempo olio, biacca, vernice, catrame alle serrature, alle ferramenta, graticole, grondaie, usci, finestre e gelosie per la loro conservazione.
252. Chi deve far le provviste per la cucina conosco, quali che tornano di maggior gradimento ai giovani, e di minor costo.
253. Gioverà che ogni Casa a tempo debito faccia provviste di uva pel vino occorrente nel corso del l´anno , utilizzando -i raspi pel secondo vino e per l´aceto.
254. Per fare il caffè e per le cose di piccola ebollizione si faccia uso di un caminetto a parte, senza accendere il fuoco nel grande fornello. Ove esiste il gaz se ne potrebbe adottare l´uso nella cucina per il caffè e nelle infermerie.
255. Le legna siano comperate in quel tempo e in quei luoghi dove si spera qualche agevolezza. Ma non . si bruci legna verde, umida, o troppo grossa si abbia gran s cura delle legna, della cenere, del. carbone e della spazzatura.
256. Le legna in pezzi non grossi ma piccoli e corti danno maggior economia, non. essendo necessaria una forte corrente d´aria per alimentare la fiamma.
257. Si osservi che la bocca del fornello sia piuttosto piccola e capace della sola quantità necessaria per dare una fiamma moderata. Meglio aggiungere legna più sovente che bruciarne troppa .insieme.
258. Il cuoco non dimentichi. che economia, igiene e pulizia non devono mai essere separate.
H. — ECONOMIA NEI LUMI.
259. Non si metta maggior numero di fiamme di quanto fa strettamente bisogno ; non si accendano prima dell´ora dovuta e si spengano appena se ne possa far senza ; ma non si faccia risparmio dei lumi indispensabili Per la notte nei dormitorii, nei .corridoi, nelle latrine e nelle scale , anche per evitare qualunque inconveniente.
260. L´incarico della sorveglianza dei lumi sia affidato a persona speciale nelle singole Case e si assicuri sopratutto, che non si disperdano come che sia. il gaz o il liquido. combustibile per l´illuminazione.
I. - ECONOMIA NELLA CARTA.
261. Si raccomanda di avere gran cura della carta usata, della scritta, della carta da imballaggio e anche dei ritagli raccolti negli studi. o nelle scuole.
262. Ove non se ne abbisogni si mandi parimenti nelle nostre Case di beneficenza, quando occorre di farvi altre spedizioni, e s´indirizzi alla libreria o al. magazzino dell´Ispettoria, o alla più prossima tipografia.
263. Si procuri d´impedirne lo spreco negli altri, e non usarla noi senza necessità. Nelle buste, nelle lettere, nei quaderni si faccia uso di carta sottile.
La carta elegante, forte e di lusso non conviene alla nostra povertà. Quando però si deve scrivere a persone di riguardo, si adoperi carta conveniente alla dignità di coloro ´cui lo scritto è indirizzato.
L. — ECONOMIA NEGLI ABITI.
264. Gli abiti lasciati dai più anziani potranno essere rimessi ad uso dei soci novelli
265. Di quando in quando fra settimana un Coadiutore passi dai confratelli per raccogliere e far riparare abiti e le scarpe e a lui si consegneranno gli oggetti fuor d´uso.
CAPO XVI.
266. Le abitudini cattive od anche solo indifferenti, che possono diventare biasimevoli, riguardo ai luoghi o alle condizioni delle persone siano affatto eliminate.
267. Il far uso di vino, di caffè o di altre bevande fudri di pasto, l´andar ogni giorno a passeggio sono . cose. da non permettersi, salvo non esiga eccezioni la sanità ; ma ciò è rimesso al prudente´ giudizio del Direttore.
268. Il fumare o masticar tabacco come pure l´andar a letto dopo pranzo sono abitudini condannate fra noi. . Il fiutar tabacco per regola ordinaria non si concede a nessuno. Quelli che ne avessero già contratta l´abitudine prima di entrare nella Pia Società, dovranno ottenerne il Permesso dal Direttore, che lo potrà concedere solo dietro suggerimento del medico ed in limiti, che nella sua prudenza giudicherà opportuno, di fissare.
269. Chi prende tabacco si astenga dall´offrirne e non potrà mai usare tabacchiere d´oro od argento, o di altre materie preziose, neanche col pretesto che sono regali e memorie individuali.
270. Non si permette la lettura di giornali politici se non a quei confratelli, che per la loro occupazione debbono essere informati delle vicende pubbliche. Questa lettura suole appassionare molto i giovani alla politica che è cosa affatto estranea alla nostra vita e rubare motto tempo alle nostre faccende e cagionare anche discordie e parti faziose, ove deve regnare la pace e la concordia. Inoltre ci dà un modo di giudicare e di parlare che allontana da noi molti benefattori.
271. Il nostro padre D. Bosco non permise mai il giuoco delle carte : sia ognun di noi sollecito di non permetterselo
PARTE II
SISTEMA EDICATIVO SALESIANO
SEZIONE I
Il sistema preventivo
nella educazione della gioventù (1)
Più volte fui richiesto di esprimere verbalmente o per iscritto alcuni pensieri intorno al così detto Sistema Preventivo, che si suole usare nelle nostre Case. Per mancanza di tempo non ho potuto finora appagare questo desiderio, e presentemente volendo stampar il Regolamento, che finora si è quasi sempre usato tradizionalmente, credo opportuno darne qui un cenno, che però sarà come l´indice di un´operetta che vo preparando, se Dio mi darà tanto di vita da poterlo terminare, e ciò unicamente per giovare alla difficile arte della giovanile educazione. Dirò adunque: In che cosa consista il Sistema Preventivo, - e perché debbasi preferire ; sua pratica applicazione, e suoi vantaggi.
(i) Questo sistema d´educazione fu scritto da D. Bosco e s´è conservato tale e quale uscì dalla sua penna.
CAPO I.
In che cosa consista il -Sistema Preventivo, .
e perchè debbasi preferire.
272. Due sono i sistemi in ogni tempo usati nella educazione della gioventù : Preventivo e Repressivo. n Sistema Repressivo consiste nel far -conoscere la legge ai sudditi, poscia sorvegliare per conoscerne i trasgressori ed infliggere, ove sia d´uopo, il meritato castigo. Su questo sistema le parole e l´aspetto del Superiore debbono sempre essere severe, e piuttosto minacce-voli, ed egli stesso deve evitare ogni famigliarità coi dipendenti.
Il Direttore «per accrescere valore alla sua autorità dovrà trovarsi di rado tra i suoi soggetti e per lo più solo .quando si tratta di punire o di minacciare. Questo sistema è facile, meno faticoso e. giova specialmente- nella milizia e in generale- tra le persone adulte ed assennate, che devono da se stesse essere in grado di sapere e ricordare ciò che è conforme alle leggi e alle altre prescrizioni,
273. Diverso, e direi, opposto è il Sistema Preventivo. Esso consiste nel far conoscere le prescrizioni e i rególamenti di un Istituto e poi sorvegliare in guisa, che gli allievi abbiano sempre sopra di loro l´occhio vigile del Direttore o degli assistenti, che come padri amorosi parlino, servano di guida ad ogni evento, diano consigli ed amorevolmente correggano, che è• quanto dire : mettere gli allievi nell´impossibilità di commettere mancanze.
274. Questo sistemasi appoggia tutto sopra la ragione, la religione, e sopra l´amorevolezza ; perciò esclude« ogni castigo violento e cerca di tenere lontano gli stessi leggeri castighi. ´Sembra che questo sia preferibile per. le seguenti ragioni
a) L´allievo preventivamente avvisato non resta, avvilito per le mancanze commesse, come avviene
quando esse vengono deferite al Superiore. Nè mai si adira per la correzione fatta o pel castigo minacciato oppure inflitto, perchè in esso vi è sempre un avviso amichevole e preventivo che lo ragiona,..e per lo più riesce a guadagnare il cuore, cosicchè l´allievo conosce la necessità del castigo e quasi lo desidera.
b) La ragione,più essenziale è la mobilità giovanile, • che -in un momento dimentica le regole disciplinari, i castighi che quelle minacciano.. Perciò spesso un fanciullo si rende colpevole e meritevole di una pena, cui egli non ha mai badato, che niente affatto ´ricordava nell´atto del fallo commesso e che avrebbe per certo evitato se una voce amica l´avesse ammonito.
c) Il Sistema Repressivo "può impedire un disordine, ma´ difficilmente farà migliori i delinquenti ; e si è osservato che i giovanetti non dimenticano i castighi subiti, e per lo più conservano amarezza con desiderio di scuotere il giogo ed anche di farne vendetta. Sembra. talora che non ci badino, ma chi tiene dietro ai, l´oro andamenti conosce che • sono terribili le reminiscenze della gioventù ; e che dimenticano facilmente le punizioni • dei genitori, ma assai difficilmente quelle degli educatori. Vi sono fatti di alcuni che in vecchiaia vendicarono brutalmente certi. castighi toccati giustamente in tempo di loro educazione. Al contrario il Sistema Preventivo rende amico l´allievo, che nell´assistente ravvisa un benefattore che lo avverte, vuoi farlo buono, liberarlo dai dispiaceri, dai castighi, dai disonore.
d) Il Sistema Preventivo rende avvisato l´allievo in modo che l´educatore potrà tuttora parlare col lin- . guaggio del cuore sia in tempo della educazione, sia dopo di essa. L´educatore, guadagnato il cuore del suo protetto, potrà esercitare sopra di lui un grande impero, avvisarlo, consigliarlo ed anche correggerlo allora eziandio che si troverà negli impieghi, negli uffizi civili e nel commercio. Per queste e molte altre ragioni pare che il Sistema Preventivo debba prevalere al Repressivo.
CAPO II.
Applicazione del Sistema Preventivo.
275. La pratica di questo sistema è tutta appoggiata. sopra le parole di S. Paolo che dice: Charitas patiens est... ()mia suffeyt, omnia sperat,. omnia suskinet (I Cor. XIII 4, 7). La carità è´ benigna e paziente ; soffre tutto, ma spera tutto e sostiene qualunque disturbo. Perciò soltanto il cristiano può con successo applicare il Sistema Preventivo. Ragione e Religione sono gli strumenti. di cui deve costantemente. far uso l´educatore, insegnarli, egli stesso praticarli se vuol essere ubbidito ed ottenere il suo fine.
276. Il Direttore pertanto deve essere tutto consacrato a´ suoi educandi, nè mai assumersi impegni che lo allontanino dal suo uffizio, anzi trovarsi sempre co´ suoi allievi tutte le volte che non sono obbligatamente legati da qualche occupazione, eccetto che siano da altri debitamente assistiti.
277. I maestri, i capi d´arte, gli assistenti devono essere di moralità conosciuta. Studino di evitare come la peste ogni sorta di affezione od amicizie particolari cogli allievi, e si ricordino che il traviamento di un solo può compromettere un Istituto educativo. Si faccia in modo che gli allievi non siano mai soli. Per quanto possibile gli assistenti li precedano nel sito dove devonsi raccogliere ; si trattengano con loro fino a che siano da altri assistiti ; non li lascino mai disoccupati.
278. Si dia ampia libertà di saltare, correre, schiamazzare a piacimento. La ginnastica, la musica, la declamazione, il teatrino, le passeggiate sono- mezzi efficacissimi per ottenere la disciplina, giovare alla moralità ed alla sanità. Si badi soltanto che la materia del trattenimento, le persone che intervengono, i discorsi che hanno luogo non siano biasimevoli. Fate tutto quello che volete, diceva il grande amico. della gioventù S. Filippo Neri, a me basta che non facciate peccati.
279. La frequente Confessione, la frequente Comunione, la messa quotidiana sono le colonne che devono reggere un edilizio educativo, da cui si vuole tener lontano la minaccia e la sferza. Non mai obbligare i giovanetti alla frequenza dei santi Sacramenti, ma soltanto incoraggiarli. e porgere• loro comodità di approfittarne. Nei casi poi di esercizi spirituali, tridui, novene, predicazioni, catechismi si faccia rilevare la bellezza, la grandezza, la santità di quella Religione che propone dei mezzi così facili, così utili alla civile società, alla tranquillità del cuore, alla salvezza dell´anima, come appunto sono i santi Sacramenti. In questa guisa i fanciulli restano spontaneamente invogliati a queste pratiche di pietà, vi si accosteranno volentieri con piacere é, con frutto (i).
280. Si usi la massima sorveglianza per impedire che nell´Istituto siano introdotti compagni, libri o persone che ´facciano cattivi discorsi. La scelta d´ún buon portinaio è un tesoro per una casa di educazione.
281. Ogni sera dopo le ordinarie preghiere, e prima che gli allievi vadano a riposo, il Direttore, o_ chi per esso, indirizzi -alcune affettuose parole in pubblico dando qualche avviso o consiglio intorno a cose da farsi o da evitami ; e studii di ricavare le massime da fatti avvenuti in giornata nell´Istituto o fuori ;. ma il suo sermone non oltrepassi mai i due o tre minuti. Questa è la chiave della moralità, del buon andamento e. del buon successo dell´educazione.
.(1) Non é gran tempo che un ministro della Regina d´Inghilterra visitando un Istituto di Torino fu condotto in una spaziosa sala dove facevano studio circa cinquecento giovanetti. Si meravigliò- non poco al rimirare tale moltitudine di fanciulli - in perfetto silenzio e senza assistenti. Crebbe ancora la sua meraviglia quando seppe che forse in tutto l´anno non avevasi a lamentare una parola di disturbo, non un motivo di infliggere o di minacciare un castigo. — Come è mai possibile di ottenere tanto silenzio e tanta disciplina ? dimanda : ditemelo. E voi, aggiunse al suo segretario, scrivete quanto vi dice. — Signore, rispose il. Direttore dello. Stabilimento, il mezzo che si usa tra noi, non,si può usare tra voi. — Perchè ? — Perché sdno arcani soltanto svelati. ai cattolici. — Quali? — La frequente Confessione e Comunione e la messa quotidiana ben ascoltata. — Aveté proprio ragione, noi manchiamo di questi potenti mezzi di educazione. Non si può supplire con altri ´mezzi ? — Se non si usano questi elementi di religione, bisogna ricorrere alle,minacce ed al bastone. — Avete ragione ! avete ragione ! O religione, o bastone ; voglio raccontarla a Londra.
282. Si tenga lontano come la peste l´opinione di taluno che vorrebbe differire la prima Comunione ad un´età troppo inoltrata, quando per lo più il demonio ha preso possesso del cuore di un giovanetto a danno incalcolabile della sua innocenza. Secondo la disciplina della Chiesa primitiva si solevano dare ai bambini le ostie consacrate che sopravanzavano nella Comunione pasquale. Questo serve a farci conoscere quanto la Chiesa ami che i fanciulli siano ammessi per tempo alla santa Comunione. Quando un giovanetto sà distinguere tra pane e pane, e palesa sufficiente istruzione, non si badi più all´età e venga il Sovrano Celeste a regnare in quell´anima benedetta.
283. I catechismi raccomandano la frequente Comunione ; S. Filippo Neri la consigliava ogni otto giorni ed anche più spesso. Il Concilio Tridentino dice chiaro. che desidera sommamente che ogni fedele cristiano quando va ad ascoltare la santa Messa faccia eziandio la Comunione. Ma questa Comunione sia non solo spirituale, ma bensì sacramentale, affinchè si ricavi maggior frutto da questo augusto e -divino sacrifizio. (Conc. Trid. sess. XXII, cap. VI).
CAPO III.
Utilità del Sistema preventivo.
284. Taluno dirà che .questo sistema è difficile in pratica. Osservo che da parte degli allievi riesce assai più facile, più soddisfacente, più. vantaggioso. Da parte poi degli educatori racchiude alcune difficoltà, che però restano diminuite; se l´educatore si mette con zelo" all´opera sua. L´educatore è un individuo consacrato ,. al bene da´ suoi allievi, perciò deve essere pronto ad affrontare ogni disturbo, ogni fatica per conseguire il suo:fine, che è la civile, morale, scientifica educazione . de´ suoi allievi. .
285. Oltre ai vantaggi sopra esposti si aggiunge ancora qui che :
a) L´allievo sarà sempre pieno di rispetto verso l´educatore e ricorderà ognor con piacere la direzione avuta, considerando tuttora quali padri e fratelli i suoi maestri e gli ´altri´ superiori. Dove vanno questi allievi per lo più sono la consolazione della famiglia, utili cittadini e buoni•.cristiani. •
b) Qualunque sia il carattere, l´indole, lo stato morale di un allievo all´epoca della sua accettazione, i parenti possono vivere sicuri, che il loro figlio non potrà peggiorare, e. si può dare per, certo che si otterrà sempre qualche miglioramento. Anzi certi fanciulli che per molto tempo furono il flagello de´ parenti e perfino rifiutati dalle case correzionali, coltivati secondo questi principii, cangiarono indole, carattere, si diedero ad una vita costumata, e presentemente occupano onorati uffizi nella società, divenuti cosa il sostegno della famiglia,´ decoro del paese in cui dimo7 rano.
c) Gli allievi che per avventura entrassero in un Istituto con tristi abitudini non possono danneggiare
i loro compagni. Nè i giovanetti buoni potranno ricevere nocumento da costoro; perchè non avvi nè tempo, nè luogo, nè opportunità, perciocchè l´assistente che , . supponiamo presente,. ci porrebbe tosto rimedio.
CAPO IV.
Una parola sui castighi.
286. Che regola tenere nell´affliggere castighi ? Dove è possibile, non si faccia. mai uso dei castighi; dove la necessità chiede repressione, si ritenga quanto segue :
a) L´educatore tra gli allievi cerchi di farsi amare, se. vuole farsi temere. In questo caso la sottrazione di benevolenza è un castigo che eccita l´emulazione, dà coraggio e non avvilisce mai.
b) Presso ai giovanetti è castigo quello che si fa servire per castigo. Si è osservato che uno sguardo non amorevole sopra taluni produce maggior effetto che non farebbe uno schiaffo. La lode quando una cosa è´ ben fatta, il biasimo quando vi è trascuratezza; è già un gran premio od un castigo.
c) Eccettuati rarissimi casi, le correzioni, i castighi non si diano mai in pubblico, ma privatamente, lungi dai compagni, e si usi massima prudenza e pazienza per fare che l´allievo comprenda il suo torto colla ragione e colla religione.
d) Il percuotere in qualunque modo, il .mettere in ginocchio con posizione dolorosa, il tirar le orecchie ed altri castighi simili debbonsi assolutamente evitare, perchè sono proibiti dalle leggi civili, irritano grandemente i giovani ed avviliscono l´educatore.
e) Il Direttore faccia ben conoscere le regole, i premi ed i castighi stabiliti dalle leggi. di disciplina, affinchè l´allievo non si possa scusare dicendo : Non sapeva che ciò fosse comandato o proibito.
287. Se nelle nostre Case si metterà in pratica questò sistema, io credo che potremo ottenere grandi vantaggi senza venire nè alla sferza, nè ad altri violenti ´castighi. Da circa quarant´anni tratto colla gioventù, e non mi ricordo d´aver usato castighi di sorta, e coll´aiuto di Dio ho sempre ottenuto non solo. quanto. era.di dovere, ma eziandio quello che semplicemente desiderava, e ciò da quelli stessi fanciulli, cui sembrava perduta la speranza di buona riuscita.
Sac. GIOVANNI BOSCO.
CAPO V.
Articoli generali.
288. Quelli che :trovatisi in qualche ufficio o prestano assistenza ai giovani, che la Divina Provvidenza ci affida, hanno tutti l´incarico di dare avvisi e consigli a qualunque. giovane della casa, ogni qual volta vi è ragione di farlo, specialmente quando si tratta d´impedire l´offesa di Dio.
289. Ognuno procuri di farsi amare se vuoi farsi temere. Egli. conseguirà questo gran fine se colle parole, e più ancora coi fatti, farà conoscere ´che le sue sollecitudini sono dirette esclusivamente al vantaggio spirituale e temporale de´ suoi allievi. .
29o. Nell´assistenza poche parole, molti fatti, e si dia agio agli allievi di esprimere liberamente i loro pensieri ; ma si stie, attento a rettificare ed anche correggere le espressioni, le. parole, gli atti che non fossero-conformi alla cristiana educazione.
291. I giovanetti sogliono manifestare uno di questi. caratteri diversi : indole buona, ordinaria, difficile, cattiva. E nostro stretto dovere di studiare i mezzi che valgano a conciliare questi caratteri diversi per far del bene a tutti senza che gli uni siano di nocumento agli altri:
292. A coloro che hanno sortito dalla natura un carattere, un´indole buona basta la sorveglianza generale,. spiegando le regole disciplinari e raccomandandone l´osservanza.
293. La categoria dei più è di coloro che hanno carattere ed indole ordinaria, alquanto volubile e procliva all´indifferenza ; costoro hanno bisogno di brevi, ma frequenti raccomandazioni, avvisi e. consigli. Bisogna incoraggiarli al lavoro, anche con piccoli premi e ´dimostrando d´aver grande fiducia in loro senza trascurarne la sorveglianza.
294. Ma gli sforzi e le sollecitudini devono essere in modo speciale rivolti alla terza categoria che è quella dei discepoli difficili, ed anche discoli. Il. numero di costoro si può calcolare uno su quindici. Ogni superiore si adoperi per conoscerli, s´informi della: loro passata maniera di vivere, sì mostri loro amico, li lasci parlare -molto, ma egli parli poco ed i suoi discorsi siano brevi esempi, massime, episodi e simili. Ma non si perdano mai di vista senta dar a divellere che si ha diffidenza di loro.
295. I maestri, gli assistenti quando giungono tra i loro allievi portino immediatamente l´occhio sopra; di questi e accorgendosi che taluno sia assente lo faccia tosto cercare sotto apparenza di avergli che dire o . raccomandare.
296. Qualora si dovesse a costoro fare un biasimo, .dare avvisi o correzioni, non si faccia mai in presenza dei compagni. Si può nulladimeno approfittare di fatti, di episodi avvenuti ad altri per tirarne lode o biasimo, che vada a: cadere sopra coloro di cui parliamo.,
297.. ´Questi sono gli articoli preliminari del nostro Regolamento. Ma a tutti è indispensabile, la pazienza, la diligenza e molta preghiera senza cui sarebbe inutile ogni Regolamento.
CAPO VI.
Educazione.
a) EDUCAZIONE MORALE.
298. L´ educazione salesiana dev´ essere basata sul timor di Dio e sull´adempimento dei proprii doveri. I salesiani ben considerino che i giovinetti ricevono ciò, che loro si dà. Sia quindi costante unanime e generoso lo sforzo di tutti, superiori, maestri ed assistenti, perchè si allontani il peccato, e. si pratichi spontanea .1a vera e soda pietà..
299. Si richiami sovente agli alunni il pensier di Dio, e del proprio dovere ; i nostri ordini, le nostre ammonizioni si basino sul dovere imposto a noi 9 a loro dal Regolamento e dalla legge di Dio : si persuadano che la bontà dei costumi e la pratica della religione è necessaria ed utile ad ogni condizione di persone.
300. .. Tutto il nostro impegno sia a prevenire ed impedire il male, e a formare secondo la legge di Dio le coscienze e il criterio cristiano nella gioventù a noi affidata
301. Si trattino con carità i giovanetti, perchè riescono più buoni quando si. sanno amati e stimati dai superiori, come li fa cattivi il sentirsi poco stimati e non ben voluti.
302. Ognun di noi si dia massima cura di studiarne • bene il carattere, che secondo i principii di D. Bosco la chiave per avviarli al bene.
303. Mezzi principali per la buona riuscita dell´éducazione morale sono da parte nostra lo spirito di pietà;. e di zelo, l´esattezza e puntualità nel disimpegno del proprio dovere, e la cordiale unione dei giudizi e delle opere.
304. Anche dell´educazione morale poche parole e molti fatti: sopratutto si cerchi di mantenerci in quella superiorità di sentimenti e di azioni verso dei giovani., senza della quale non´ si ottiene autorità. Si evitino l´impazienza, .l´irascibilità, le affezioni sensibili, e le parzialità, che sono il verme roditore di ogni opera educativa.
305. Fin da principio dell´anno si faccia conoscere il Regolamento, e si impegnino gli alunni ´con tutti i mezzi dell´emulazione a farsi buoni. Si .inspirino continuamente l´amore al lavoro , all´ubbidienza , alla. schiettezza e sincerità ed alla bella virtù, che è il loro • tesoro maggiore.
306. Si facciano spesso conoscere gli esempi di virtù, che vengono giornalmente alla nostra cognizione nella lettura della storia, nelle vite dei buoni cristiani. e dei Santi ; si tragga occasione di moralità da tutto, come faceva con D. Bosco la buona mamma Margherita, e sempre in modo facile, caloroso, adatto alle giovani intelligenze.
307. Sia l´assistenza oculata e prudente e non abbandonata solo ai novellini nell´opera educativa, ma ai sacerdoti e alle persone anziane sia affidata con particolare impegno.
308. Queste in modo particolare, e i Superiori della casa osservino oculatamente come procede l´assistenza degli alunni, ed, avvicinandosi i giorni delle due conferenze mensili, ne riferiscano al Direttore i difetti e le mancanze affinchè esorti e provveda.
309. Nel sermoncino della sera il Direttore e qualche volta gli altri Superiori parlino dei doveri dei giovinetti, ed in ogni settimana un giorno. sia consecrato a spiegare qualche articolo del Regolamento, scegliendo a preferenza fra i più facili ad essere dimenticato dagli alunni.
310. A complemento della nostra educazione servirà molto l´istruire nelle regole del Galateo, sul modo di . comportarsi nelle conversazioni, e nelle varie occorrenze della vita, in casa e fuori di casa ; ma si noti che il Galateo senza la pratica è inutile, epperciò i Superiori tutti l´esigano e lo pratichino insieme cogli alunni.
311. Siano vietati i giuochi dove si- usano baci e ca, rèzze, e sempre e dovunque sia vietato il mettersi le !i mani addosso.
312. In ricreazione, a passeggio, nel luogo delle orazioni gli allevi, oltrechè bene assistiti, siano divisi secondo l´età e lo sviluppo ; a mensa, in dormitorio e scuola non stiano troppo ristretti e vicini gli uni agli altri.
313. La vigilanza occorre in modo particolare a principio dell´anno per ben avviare la Casa,. nei tempi di carnevale e dell´entrar della primavera, perchè allora si corrono maggiori pericoli 153er la moralità e perchè sembra che le cose- debbano andare da sè ; ma invece basterebbe il rilasciar un poco delle cure educative, specie dell´assistenza, per . perder in un momento il
frutto di tante fatiche. .
314. Fu motto di D. Bosco : salvate la moralità. Tollerate tutto; vivacità, insolenza, sbadataggine, ma non l´offesa di Dio e in modo. particolare il:vizio contrario alla purità. In ogni tempo- non sarà mai abbastanza l´impegno su tal argomento tanto scabroso e delicato.
Quindi si tengono lontani i discorsi ´cattivi, i:libri cattivi, le figure cattive. Ed è cattivo tutto ciò che è pericoloso e passionale, distoglie dagli studii; eccita le passioni nascenti, non è. conveniente all´età, al luogo, alla vocazione.
315. Non si permettano le vacanze in famiglia per. Natale, per Carnevale, per Pasqua. Non si conceda l´uscita per la città e nelle trattorie in occasione di visite da parte dei parenti ; se si può si assegni nella casa un luogo dove possano trattenersi a mangiare insieme genitori e alunni.
316. L´altro tempo che esige tutte le nostre cure è la fine dell´anno, perchè il caldo induce facilmente noi gli alunni alla fiacchezza, perchè i piccoli dispiaceri si sono andati accumulando coi mesi e perchè noi dobbiamo ciò non ostante lasciar buona impressione del collegio negli alunni, premunirli contro i pericoli delle vacanze, e farli persuasi che in collegio si vuole loro bene davvero. Prima che partano per le vacanze si inculchi loro con bei modi e ragioni come comportarsi coi genitori, benefattori, e maggiori durante quel tempo.
317. Sopratutto si tolgano gli scandali, si facciano conoscere al Direttore, e quando uno, malgrado i ripetuti avvisi, è recidivo e con discorsi e opere cattive riesce di scandalo, sia allontanato senza troppi riguardi a raccomandazioni e a vantaggi temporali. Seguiamo scrupolosamente le tracce di D. Bosco; che non sapeva tollerare i lupi rapaci in mezzo al gregge pur usando la massima correttezza per farli ritirare onorevolmente e se è possibile mantenerli sempre amici.
318. Non si permetta studiare o lavorare dopo le orazioni della sera se non per necessaria eccezione, e allora si pensi a far buona assistenza.
319. Non si lascino accessibili nascondigli per le scale e in altri luoghi pericolosi. Siano chiusi i dormitorii, le scuole, gli studii fuori del tempo destinato loro nell´orario giornaliero, e le chiavi siano depositate presso il prefetto o presso altro dei superiori. Maestri ed assistenti non permettano che gli alunni si sottraggano dalla 100 vigilanza, o più insieme stiano fuori della sorveglianza di un superiore. Siano vigilati i luoghi comuni e di passaggio : siano bene illuminati i luoghi pericolosi per la moralità.
320. S´impediscano le amicizie particolari e sensibili, la trasmissione di biglietti o. lettere- fra compagni, i crocchi e ogni speciale relazione tra interni ed esterni.
321. Di quando in quando si facciano visite ai libri, alle stampe, ai bauli, agli armadi degli alunni ; si vigili l´ingresso dei pacchi e degli involti loro indirizzati. .
322. Si faccia fare a principio . dell´anno la lista dei libri posseduti da ciascuno, alla quale si aggiungeranno quelli che saranno in seguito acquistati ; ma Si esiga la più perfetta sincerità e si conti come grave colpa il mancarvi.
323. Di grande vantaggio è il teatrino, ma si usi grande vigilanza riguardo alla materia da rappresentare, a quella da escludere, al contegno degli attori a quello degli spettatori e a tutto che, pur essendo accessorio, fa impressione buona o cattiva sempre notevole sui giovanetti.
324. Anche il parlatorio ha la sua efficacia sulla educazione morale di un collegio. Vi si trovi un superiore nelle ore di visita che sotto aspetto di accoglienze oneste, impedisca i cattivi discorsi, l´introduzione di libri e fogli pericolosi e ogni altra cosa nociva ad alunni e socii. Dal parlatorio senza uno speciale permesso non si conceda l´entrata nella casa, ed in parlatorio non siano chiamati gli alunni durante ´le ore di studio, di scuola e di -chiesa senza un permesso del Direttore o Prefetto..
325. Si vigilino fra gli altri luoghi in modo speciale, la bottega del barbiere, l´infermeria e la sagrestia e stanze annesse. La ´vigilanza sia come la volle il nostro D. Bosco, di poche parole e molti fatti.
326. Si usi molta diligenza per tener lontano dagli allievi ogni sorta di libri contro la fede, contro i costumi od anche solo pericolosi : in caso che alcuno ne . venisse imposto dall´autorità scolastica sia convenientemente purgato. Ove le scuole dipendessero da Municipii o Commissioni, si trovi il modo di persuaderli a lasciar la scelta dei libri di scuola e di premio al Direttore del Collegio.
b) EDUCAZIONE RELIGIOSA..
327. .. Secondo la preghiera fatta dal Successore di D. Bosco, Iddio non permetta nelle Case Salesiane la piaga moderna dell´educazione ed istruzione . della gioventù senza spirito. religioso : sarebbe toglier loro la. .fondamentale caratteristica. Abbia adunque la Religione il posto principale, e siano. innanzi tutto profondamente religiosi di coscienza , di mente , di cuore i Salesiani per riuscire educatori efficacemente religiosi.
328. Sulla dottrina di Gesù Cristo e sui mezzi da Lui lasdatici per la santificazione delle anime nei SS. Sacramenti basò D. Bosco la sua educazione religiosa. Sia adunque nostra cura principale perchè si mantenga nelle nostre case la bella frequenza ai Sacramenti della Confessione e della Comunione da parte dei socii e dei giovanetti.
329. Si continui anche l´esempio della santa libertà ch´Egli sempre lasciò per le confessioni, e si• chiamino a tal uopo confessori anche estranei.
330. Si continuino le tradizionali pratiche di pietà secondo il Giovane Provveduto.
331. Siano ben preparati dai Maestri, dal catechista, dal Direttore i nostri giovinetti all´esercizio mensile della Buona • Morte, al Triduo di cominciamento dell´anno ed agli Esercizi Spirituali circa la metà dello • stesso:
332. Per esercizio di Buona Morte si può far servire una qualche festa delle principali purchè cada alla fine del mese. Per gli esercizi spirituali si scelga bene il teMpo, si scelgano opportunamente i predicatori, fra cui uno è desiderabile abbia l´esperienza é l´autorità che vengono dall´ufficio di Direttore.
333. Senza esagerare in nulla per non far odiosa la pietà, non si tralascino le tradizionali industrie di render fruttuosi di vita religiosa i mesi di marzo, di maggio e di giugno e le funzioni della Via Crucis .e Settimana Santa.
334. Si ascrivano i giovanetti alle varie compagnie in uso presso di noi, scegliendo i meglio inclinati al bene ; ne abbia cura il Catechista e di tanto in tanto il Direttore presieda le. loro adunanze.
335. Si ascrivano tra i Cooperatori Salesiani i giovani che hanno terminata la loro educazione fra noi, e questo gioverà . a mantenerli affezionati alla Congregazione e buoni cristiani.
336. L´istruzione religiosa, che deve illuminare e render vive tutte le precedenti pratiche della vita religiosa e formare il carattere cristiano nei giovanetti, stia. sommamente a cuore di ogni salesiano, memore´ che quest´opera del catechizzare è quella´ assegnataci come nostra propria e caratteristica nelle Costituzioni approvate dalla S. Sede.
337. Pertanto sin da principio dell´anno sia cominciato il Catechismo nelle nostre scuole e nelle nostre chiese.
Tale istruzione non si faccia consistere in un semplice raccontino più o meno attraente ed a proposito, ma sia fatta secondo le disposizioni dell´enciclica Acerbo nimis, le quali sono imperative ed obbliganti con tutta • la forza dell´autorità´ apostolica.
338. Secondo la stessa enciclica dovremmo fare un´ora intera di catechismo ai fandulli nella domenica, ma dove ne .fu fatta un´ora nelle scuole durante la settimana, basta .la mezz´ora domenicale .fra noi consueta.
339. L´istruzione religiosa alla comunità riunita, nella domenica sia fatta secondo la legge predetta sul cathechismus ad Parochos e molto accuratamente.
340. Pur seriamente sia fatta la spiegazione del santo Vangelo (i)..
341. Secondo il suggerimento del Catechismo pubblicato da Sua Santità Pio X, e la pratica di D. Bosco, l´istruzione catechistica vada accompagnata colle nozioni di storia sacra e di storia ecclesiastica; non si . limiti alla perpetua esposizione dei soliti due o tre capi sui sacramenti, ma sviluppi un programma completo secondo l´età
(i) In alcune case con profitto si legge il tratto del S. Vangelo nella edizione vaticana, indi il sacerdote vi fa su brevi e opportune applicazioni morali.
342. Ai più grandicelli e nelle scuole di religione non si faccia l´istruzione religiosa per sole obbiezioni, che quantunque ben risolute sono sempre pericolose per i più ; ma applicando anche qui il metodo preventivo, si faccia Un´esposizione accurata nel dogma secondo il testo del Catechismo, se ne-sviluppi bene il senso, la connessione colle altre verità della fede, le sue applicazioni pratiche sia nella vita individuale che nella storia della Chiesa, per modo che le obbiezioni siano prevenute o per mezzo di domande ben condotte siano facilmente superate.
342. I Salesiani rammentino l´insegnamento di Sua Santità ; esser difficile assai aver un buon catechista ; studino adunque e discutano fra loro come meglio riuscire in questo compito tutto nostro.
343. Con tutto impegno trasmettiamo intatto ai nostri alunni il gran mezzo di preservazione degli errori incessantemente pullulanti nel mondo ; cioè l´obbedienza sincera e l´illimitata devozione al Vicario di G. Cristo ed alla santa Chiesa di Roma, alle sue leggi, alle sue.
pratiche.
e) VOCAZIONE.
344. Fu per D. Bosco una vera missione l´accrescere le vocazioni sì religiose che ecclesiastiche.
345. Non è vero zelo quello d´un religioso o d´un sacerdote, il quale si tenesse pago d´istruire e d´educare i giovati del suo istituto o della sua scuola, e non cercasse d´avviare verso il Santuario quelli in chi scorgonsi segni di vocazione e che sogliono essere i migliori.
346. Chi mostra inclinazione e piacere della nostra vita, e gode trovarsi nel. servizio della Chiesa dà segni. di vocazione. •
347. Tali giovani si tengano d´occhio, si preservano dal male e si sappiano guidare a conoscere la vocazione divina, e il grado di virtù tn cui Dio li vuole.
348. Coi parenti loro si insegni di mostrarsi dolcemente accondiscendenti, pur mantenendosi forti nel proposito di seguire la via per cui Dio li chiama.
349. Per i chiamati alla vita salesiana, quando sia conveniente si faccia fare una dichiarazione, in cui si attesti che i parenti non . hanno bisogno di aiuto dal figlio.
350. Si facciano sovente delle conferenze a quelli delle classi Superiori parlando della convenienza di scegliersi uno stato, non inculcando la necessità della vita religiosa o ecclesiastica, ma facendo conoscere tanto i beni di queste, quanto i beni di • altre strade e come in tutte si servi Dio, purché si faccia davvero la sua divina volontà secondo i detti di G. Cristo : Si vis ad vitam ingredi, serva mandata; si vis perfectUs esse, -vende quae habes... et sequere me.
EDUCAZIONE INTELLETTUALE.
352. Renderci sempre più perfetti nella cognizione delle materie che dobbiamo insegnare sia ritenuto come obbligo stretto di giustizia da ogni Salesiano.
353. Non ci scostiamo dalle tradizioni della nostra Pia. Società nel nostro insegnamento, ma intendiamole bene per praticarle, come si meritano.
354. Sia che lavoriamo all´istruzione degli artigiani, sia a quella degli studenti, usiamo la massima diligenza, . perché non passino il tempo nell´ozio od in • lavori inutili, e. dall´altro canto perché non siano sforzate le loro tenere intelligenze.
355. Si mantenga viva l´emulazione nelle scuole, ma si eviti di fomentare l´invidia e la vanità. Giovano all´emulazione le gare nelle diverse classi, e le accademie e i saggi generali quando siano opera degli alunni o esercizi di memoria e di declamazione bene intesi ed eseguiti.
356. Non si- faccia perdere il tempo in letture di giornali e di libri frivoli e distrattivi, ma si propongano sempre letture sane e nutrienti e se di genere ricreativo si preferiscano quelle che uniscono la moralità, il buon senso e il divertimento.
357. Non si lasci la tradizione dei lavori settimanali per le materie principali, é le esercitazioni almeno quindicinali per le secondarie. I lavori siano proporzionati alla capacità della scolaresca, e se avranno qualche difficoltà gli alunni sieno preparati a superarle, senza però chè il maestro le tolga affatto. Si avvezzino gli alunni ad esporre i proprii pensieri ton frequenti interrogazioni e sotto forma svariata.
358. Si diano gli esami bimestrali e con maggior solennità il semestrale. Non si abbandoni alla cura degli alunni la preparazione prossima agli esami specialmente finali, ma sia impegno particolare di ciascun maestro, aiutarveli caritatevolmente.
359. Si eviti dai maestri ogni vano sfoggio di erudizione e il criticare anziché spiegare il testo. La spiegazione. si adatti alla capacità intellettiva di tutti, anzi i più indietro della classe siano curati amorevolmente e nessuno sia abbandonato a sa, e tenuto in poco conto.. . 360. Se occorrono mutazioni, aggiunte sostituzioni
ai libri di testo si facciano prudentemente con chiarezza in modo che tutti arrivino a ben comprenderle,.
361. Le lezioni si preparino per modo che l´ordine e la chiarezza ne agevolino l´apprendimento.
362. Si, curi la disciplina della scuola, la quale risparmia ai maestri ed agli alunni perdita di tempo,.ed assuefa i giovanetti a prendere sul serio l´adempimento del proprio dovere.
363. Si adoprino classici purgati e scrittori cristiani per quanto si può in tutte le classi, e per regola generale i libri di testo escano dalle nostre collezioni, o da penne ben note per sicurezza morale, religiosa e tecnica. Qualora le autorità scolastiche comandassero qualche libro , s´introduca senza difficoltà nelle nostre scuole, ma se contenesse massime contrarie alla religione o alla moralità, non si dia in mano agli alunni senza purgarlo. •
364. Si inspiri amore alla lingua latina, che è la lingua della chiesa, si diffonda e se ne invoglino gli alunni delle scuole inferiori, ma s´insegni con gusto e con profitto, e si cerchi di farla apprezzare come elemento di. coltura e mezzo di sapere. Sarà bene ché ì maestri si comunichino le esperienze individuali in proposito per riuscire sempre meglio in questo insegnamento. Lo stesso impegno abbiano i soci fuori d´Italia per la lingua italiana, che può dar modo di esercitar largamente la carità verso gli emigrati italiani.
365. Per gli artigianelli l´istruzione teorica abbracci tutto ciò che •a giorni nostri in ogni paese si richiede per questo ramo importantissimo della nostra missione : l´istruzione pratica li metta in grado di lavorare egualmente bene colle macchine e senza.
366. Per tutti la scuola di musica e di canto gregoriano abbia le sue ore fisse d´insegnamento e di pratica, ma ogni anno si dia la preferenza al gregoriano sicchè i nostri alunni sappiano leggerlo ed eseguirlo secondo il desiderio della Santa Chiesa, secondo il motu proprio di S. S. Pio X.
367. Alla fine dell´anno èi sia un. saggio generale del profitto, sì per gli artigiani che per gli studenti, seguiti dalla distribuzione dei premii. Questa si farà con modesta solennità, ove siano declamazioni letture di alunni d´ogn i classe, pezzi di musica eseguiti da ciascuno degli allievi, e qualche cantata a coro, che dia prova délla capacità degli alunni. Un dialogo, o sermoncino di opportunità spieghi lo scopo dell´adunanza, si ringrazino gli intervenuti, si aggiunga sempre • qualche parola di ossequio alle autorità civili e religiose. E anche questo trattenimento non oltrepassi l´ora e mezzo. In esso come in qualunque altra occasione, in cui interviene il pubblico, per rispetto agli invitati si tenga la massima : poco ma ben eseguito.
e) EDUCAZIONE FISICA.
368. Nella educazione è nostro dovere occuparci anche del -corpo degli alunni e farlo crescer sano e vigorogó secondo 1´ antico detto mons- sana in corpore sano _e il detto diT S. Paolo : deinde quod spiritale (I Cor. XV, 46).
369. Oltre le cure dei superiori a provveder un vitto sano e nutriente, si adopri ognuno perchè sian osservate, in -ciò che dipende da lui, le regole più essenziali dell´igiene riguardo alla pulizia delle sale e degli ambienti, alla illuminazione, all´aereazione.
370. . Si insegnino agli studenti ed agli artigianelli le cure più elementari, che devono avere della pelle, della bacca, in genere del loro corpo.
371. . Si curi che non abbiano sopraccarico di lavoro sicchè fra scuola e applicazione individuale non abbiano più di dieci ore; ogni periodo d´applicazione men-tare non vada oltre le ore due e mezzo, e le ricreazioni non siano troppo lunghe.
372. Ognuno di noi s´adopri efficacemente per assuefare gli alunni alla pulizia della persona, degli. abiti, dell´ambiente. Si facciano lavar bene specialmente al mattino, e chi assiste al lavatoio non vi faccia atto di presenza o vi curi solo il silenzio, ma eseguisca bene il suo uffiCio di sorvegliante alla pulizia; ciò specialmente d´inverno e coi più piccoli. Di quando in quando gli alunni abbiano una pulizia più accurata e completa della persona e Si passino riviste apposite dai superiori.
373. La pulizia dei letti,. delle carriere, dei laboratorii,. degli studii stia specialmente a cuore agli assistenti,
i quali avviseranno il• prefetto quando vedano che vi si manchi.
374. Si guardi che nei corridoi , per le scale, nelle scuole, non manchi la pulizia: si esigano pochi o nessun ornamento nelle nostre case, ma molto spesso il bianco alle mura. Si ricordi che la decenza esteriore aiuta allo sviluppo e mantenimento della dignità cristiana nell´interno
375. Si curi assiduamente la disinfezione e la pulizia delle latrine, e il luogo dell´infermeria sia ben segregato dal resto della casa e facile a disinfettare.
376. Si abbia gran cura: della positura regolare degli allievi nostri sì studenti che artigiani al banco del lavoro. Nè l´economia di illuminazione, a cui è dovere attendere si volga mai in discapito della vista. Nel disporre scuole, laboratorii sale di studii, si osservino attentamente le disposizioni igieniche.
377. Ogni Salesiano s´impegni a cooperare perchè si mantengano in fiore presso di noi quelle ricreazioni a • giuoco ginnastico vivo e fervido, che sono ancora caratteristica delle nostre case. Si ricordi che non si può sperare dai giovani attività nello studio e nel lavoro, anzi non si può star sicuri nella loro virtù, quando fiori fanno buone ricreazioni.
378. Si preferiscano sempre i trastulli in cui ha parte • la destrezza della persona e i giuochi di movimento. Ognuno di noi senz´eccezione alcuna prenda parte ai giuochi dei fanciulli e non si facciano crocchi o conversazioni.
379. Si sviluppi fra i più grandi la scuola di ginnastica in palestra, e quella all´aperto e di agili e destri movimenti ; ma si eviti l´atletismo ed ogni forma di gin- nastica, che possa esser comunque; seriamente pericolosa per la giovanile età.
380. Dietro l´esempio di D. Bosco e. le raccomandazioni del suo´ successore si facciano a piedi le lunghe passeggiate preferendole alle scarrozzate in ferrovia, le quali non producono lo stesso vantaggio : "solo occorre che si osservino le prescrizioni e gli accorgimenti suggeriti dall´igiene.
381. E la passeggiata ordinaria non sia una corsa, non oltrepassi le due ore , non abbia fermata alcuna senza espressa licenza dei superiori.
SEZIONE II.
UFFICII PARTICOLARI.
CAPO I.
Del Direttore.
382. Il Direttore è il Superiore della Casa, e come tale´ riconoscerà pienamente, e farà riconoscere da suoi dipendenti l´autorità del Rettor Maggiore, di ciascun membro del Capitolo Superiore, e degl´Ispettori.
383. Egli comunicherà con premura ai soci . quanta loro spetta nelle circolari dei Superiori, formandone se occorre, argomento di conferenze, o leggendole in comune. Tutto ciò che parrà ai Superiori, in Domino, di comandare sia da lui accolto come manifestazione della volontà di Dio, nè mai per alcun pretesto di amor proprio, odi mal inteso attacco alla propria cav. ritardi l´esecuzione degli ordini ricevuti. Coll´eseguir prontamente quanto viene ordinato, e sovente colla parola :sia nelle comuni adunanze, sia nei privati colloquii, inculchi ai propri dipendenti l´obbedienza alle disposizioni dei Superiori e mantenga vivo fra i confratelli .ed alunni lo spirito e la memoria del nostro venerato Fondatore. .
384. Egli deve regolarsi in. maniera che possa ad ogni momento render conto della sua amministrazione a Dio ed a suoi Superiori. Non può nè comperare nè vendere immobili, nè costruire nuovi edifici, nè demolire i già fatti, nè assumere obbligazioni, nè variare lo scopo alla natura della Casa, cui presiede; e neanche introdurvi nuove scuole o nuovi laboratorii, anzi neppure compilare nuovi programmi, o introdurre mutazioni ai già pubblicati, senza il permesso dei Superiori.
385. Egli ha la cura e la responsabilità di tutto l´andamento spirituale, scolastico, e materiale della. Casa a lui affidata. Ed in questa si atterrà alle regole stabilite nel Capo X delle nostre Costituzioni.
386. . Egli può modificare la disciplina e l´orario stabilito e gli uffici de´ suoi dipendenti ;.ma di tali modificazioni darà notizia all´Ispettore : ne aspetterà il con-, senso. prima- di assegnare occupazione diversa ai confratelli, che fossero da´ Superiori investiti di un determinato ufficio con lettera di-ubbidienza.
387. Riserbi a sé le cose di maggiore importanza ; procurando che tutti gli altri uffici siano conveniente temente disimpegnati dai subalterni.
388: Della loro moralità e condotta nell´adempimento dei loro doveri, come dell´educazione degli allievi egli è totalmente responsabile. Perciò :
a) Il Direttore non dimentichi l´obbligo strettissimo, che ha di correggere í difetti del suo personale, e non permetta che s´introduca abuso alcuno, pure sforzandosi di ricopiare la dolcezza e longanimità ammirabile di D. Bosco.
b) Sii tutti i soci da lui dipendenti agisca diretta.- mente, li -indirizzi, li formi sviluppando in loro le atti:- vità di cui sono forniti. Pur non facendo egli nè il Prefetto, nè il Catechista, nè alcun altro ufficio, esiga che ognun dei suoi dipendenti compia bene la parte affidatagli. Esiga dal Catechista la nota dei cresimati, dei promossi alla prima comunione,. e la relazione´ almeno mensile sugli alunni e sui chierici, alla sua sorveglianza affidati. Dal Prefetto : il bilancio preventivo dell´annata e il consuntivo almeno mese per mese, la consegna del denaro avanzato alle spese giornaliere e di quando in quando il rendiconto della sua gestione, memore che egli non è padrone, ma depositario e che domandar regolarmente conto è un mezzo di pace in famiglia. Dal Consigliere Scolastico esiga i voti settimanali di studio e i mensuali di scuola e condotta. Da tutti frequente relazione del loro ufficio.
389..Cerchi di conoscere l´indole e la capacità, le doti fisiche e morali de´ suoi dipendenti per essere in grado di dare a ciascuno la .conveniente direzione ed affidargli l´ufficio per lui. più adatto.
390. Occupi tutti secondo le proprie forze sebbene limitate e veda di non avere alcuni soci sopraccarichi. di lavoro da mettere a pericolo la loro sanità, mentre altri non hanno sufficiente occupazione.
391. Si studi di esonerarsi dalle udienze inutili e dalla corrispondenza epistolare ad eccezione degli affari a lui riservati. Distribuisca l´esercizio del sacro ministero in modo che possibilmente a lui non rimanga?. che una predicazione .alla Domenica. .
392. Non cerchi e per quanto può .non accetti, occupazioni estranee alla -casa a lui affidata, e non se ne assenti se non brevemente e per vera. necessità riconosciuta dall´Ispettore. Visiti frequentemente la Casa, in guisa da farsi un´idea di tutto l´istituto ; passi nelle camere, nella cucina, nei refettori, nella cantina, nei laboratorii,. negli uffici in cappella, in sacrestia etc. e si ricordi che questo è un gran mezzo d´impedire disordini ; ma, vada e osservi a tempi ed ore- differenti quando i lavori, e il disimpegno degli uffici sono in atto di compirsi, e quando sono compiuti.´
393. Tenga regolarmente le due prescritte conferenze mensili, le quali sono di molto giovamento alle formazione del, personale secondo i bisogni ´e lo spirito delle. nostre Case. In esse corregga all´occorrenza gli abusi conto le regole, le mancanze al disimpegno dei varii uffici, insista sulla. necessità della virtù e della scienza, e si opponga ad ogni rilassamento della vita. religiosa. Raccomandi, come di necessità, l´attiva assistenza nella ricreazione ed altrove e stimoli alla pietà ed al lavoro.
394. Terrà capitolo ogni mese, ´ed in esso tratti delle cose più importanti al buon andamento della sua Casa, lasciando ai membri del Capitolo la piena libertà ´di parola e di apprezzamenti ; ne conservi il verbale in apposito libro. Si ricordi che Te deliberazioni prese in comune sono più volontieri messe in pratica da ´coloro che lo devono aiutare.
•
395. Accolga fraternamente i nuovi soci, li ammaestri sul modo di adempiere i loro uffici ;leggendone i regolamenti loro ne faccia una facile spiegazione.
396. Riceva il rendiconto tutti i mesi e da tutti i soci. Ciò faccia dando ai confratelli agio di manifestargli ogni pena , e conservando a questo intimo trattenimento il carattere di dolcezza´ ed affabilità ´a cui deve essere improntato. Se per qualunque • ragione alcuno non si presentasse spontaneamente, egli con bella maniera ne lo inviti, .e lasci che dia sfogo al proprio cuore. Nel rendiconto egli ha il mezzo migliore per formare lo spirito e il cuore dei soci che da lui dipendono, dagli ammonimenti e dalle correzioni paterne del. rendiconto dipendono la perseveranza nella vocazione, e la buona riuscita negli uffici per gran parte dei nostri confratelli.
397. Curi di sbandire- la politica dalla Casa e per quanto è possibile la lettura dei giornali fra i quali riterrà proibiti quelli che sono difettosi in qualche modo per moralità e sanità di dottrina. S´industri invece di aumentare la capacità dei propri dipendenti e se occorre, prepararli alle abilitazioni legali anche con . sacrifizi personali e pecuniarii.
398. Vigili sulla predicazione dei sacerdoti specialmente novelli, insista che portino sul pulpito buona sostanza e buona forma, preferiscano il catechismo agli altri generi di predicazione. Eserciti nel fare il catechismo i chierici ed i coadiutori, ai novelli sacerdoti dia modo di presto abilitarsi alla confessione e somministri loro saggi indirizzi per bene esercitare questo santo ministero. E accuratamente diriga e sorvegli le letture dei confratelli giovani, togliendoli alle frivolezze, ai romanzi e indirizzandoli a stridii seri e religiosi.
399. Se avesse nella propria casa soci obbligati a relazioni con esterni od esposti a pericoli spirituali come sono per es. i militari e gli studenti. alle Università dello Stato, usi paterne sollecitudini pel loro spirituale vantaggio, li aiuti. per quanto può loro occorrere, nei limiti della nostra povertà,.-ma soprattutto usi buoni tratti con essi e curi in loro il mantenimento della pietà e dell´Umiltà, e della regolarità mentre pur abbisognano di speciali riguardi e di spese particolari in libri, dispense scolastiche, vestiarii e simili.
400. Abbia cura della sanità dei confratelli, insista sopra le cure igieniche che ognuno deve prendersi, avvisi di non fare inutile ´spreco di voce, non privarsi del necessario riposo, non lavorare mentalmente dopo la refezione ; curi i mali sul loro principio, e assista o faccia assistere con tutta carità gli infermi, quando il male venisse ad aggravarsi.
401. Dell´andamento e stato igienico, economico, scolastico, scientifico, morale e religioso di ciascun confratello renda conto ogni mese nei formolarii inviati dall´Ispettore, notando specialmente le particolarità di merito o demerito che .giovano, .affinchè i Superiori possano conoscere bene i membri della Pia Società.
. Ma queste note non siano guidate dall´ultima impressione ; bensì ponderate seriamente, con tutta coscienza, .sull´andamento dell´intiero mese.
402. Faccia scrivere la monografia della propria Casa, ove noterà le vicende della medesima e quelli atti di virtù, che possono essere esempio ai confratelli, non dimenticando quella serie di piccole note che fanno ai successori capire il carattere particolare della Casa. le .relazioni di amicizia,. gli obblighi di gratitudine che ogni nostro istituto ha verso amidi e benefattori.
403. Verso l´Ispettore abbia quella dipendenza affettuosa che è nell´ordinamento delle nostre Case ; lo tenga informato del bene e. del male, dei dolori e delle gioie, ed a lui. faccia capo nelle difficoltà colle autorità scolastiche, Municipali, ed ecclesiastiche. Nelle sue visite. lo accolga con pietà figliale, non lasci verso di lui i dovuti riguardi, compensandogli generosamente le spese e le fatiche del viaggio : gli risponda puntualmente alle domande ed alle richieste delle circolari mensili. Senza espressa autorizzazione dell´Ispettore mai porrà mano a costruzioni di sorta, ma prima .gli sottoporrà il disegno, il preventivo della spesa, la necessità di farla, accennando anche la probabilità di averne i mezzi, perché egli non può compromettére nella sua gestione le nostre aziende.
404. Curi colla massimi sollecitudine l´economia della casa, vegliando che nessuno de suoi dipendenti faccia spese dì sorta se non nei limiti e per quelle provviste per quegli oggetti, per cui furono espressamente incaricati. Provveda che di tutte le spese e di tutte le entrate si tenga esatta registrazione ed egli stesso terrà un registro delle sue spese private, che presenterà a suo tempo all´Ispettore. Sia fermo a volere in casa una sola cassa., ma badi bene che, se egli solo deve raccogliere e custodire il denaro, ha anche l´obbligo di provvedere pei pagamenti e di far onore agli impegni, che qual Direttore di una Casa. Salesiana può avere assunto.
405. Richiesto di qualche oggetto o libro da un socio faccia prima vedere se la Casa già lo possegga o ne sia provveduta , e non permetta nuovi acquisti senza necessità.
406. Tenga e bene ordinato .l´Archivio ove in speciali scompartimenti si devono trovare
a) La raccolta dei • nostri privilegi ;
b) Le Costituzioni — Deliberazioni déi Capitoli Generali e dei capitoli Ispettoriali. Cataloghi del personale — Biografie dei confratelli defunti ecc.;
c) Tutte, le circolari del Rettor Maggiore, del Capitolo Superiore, classificate col titolo di ciascun membro, dell´Ispettore e le bolle e i decreti dei SS. Pontefici e delle Sacre Congregazioni, che riguardano e possono interessare la nostra Congregazione (Vedi Collectio Quorumdant Decretoratn);
d) Gli istrumenti di acquisto e di vendita di immobili o beni posseduti´ dalla medesima colle relative piante e disegni ; •
e) Le scritture private che si fecero di qualunque genere siano gli affari. in ´esse trattati ;
f) Le autorizzazioni dei Superiori per lavori, acqui= sti, modificazioni etc. coi relativi disegni approvati dai Superiori e dall´autorità civili ;
g) Le procure intestate ai Membri della Casa, i testamenti depositati ;
h) Un registro delle obbligazioni di messe, di posti gratuiti, dei servizi dà prestarsi al parroco o ad altri e simili aggravi. In questo si noterà chi accollò tali impegni , quando , per quanto tempo é dietro quale somma.
i) La cronaca della Casa, la quale conterrà . quanto altrove è detto per farne conoscere lo spirito ed il fine della fondazione ;
k) La collezione di tutti i registri scolastici dove siano notati almeno i voti semestrali ed annuali degli alunni colle indicazioni, e generalità personali, degli stessi ;
l) I registri della prefettura detti dei Conti correnti e delle pensioni, classificati anno per anno, dal principio della Casa e copia .dei rendiconti amministrativi mandati al ´Capitolo Superiore ;
m) Tutte le lettere di personaggi riguardevoli o di affari .ché possono´ tornare necessarii o care in avvenire;
n) Gli avvisi od osservazioni ricevute in ciascuna visita ispettoriale, o di qualche visitatore straordinario ;
o) Le facoltà dei confessori della Casa, i diplomi titoli dei maestri o professori ; le lettere di elezione dei Direttori successivamente passati in quella casa ;
p) Un registro, ove sian notati i soci e tutti coloro che per un anno ebbero qualche occupazione. In questo .si indicheranno le generalità solite, la provenienza da altra Casa, gli uffici affidati, il risultato degli esami. di teologia se chierici, e durata della residenza.
407. Al Direttore come al capo dell´Istituto spetta. accettare e licenziare gli . alunni, ma potrà anche delegarvi il Prefetto.
408. Nelle Case. ove sono studenti ed artigiani si prenda uguale cura degli uni e degli altri. Pure il Direttore agisca sugli alunni più indirettamente che direttamente, cioè per mezzo dél suo personale. S´interessi pure non ostante con tutto impegno del loro benessere e profitto. spirituale e temporale, si trovi in mezzo agli alunni nelle ricreazioni, in chiesa, anche per vedere come agiscono i suoi dipendenti. Lasci che lo vadano a trovare gli alunni quando hanno qualche fastidio, o necessitano di un consiglio -per meglio dirigerli nell´anima e santificarli, e lasci agli. altri Superiori le disposizioni spiacevoli o disciplinari secondo le norme loro assegnate. L´incarico di punire gli alunni e gli altri uffici alquanto odiosi siano dal Direttore facilmente ceduti al Prefetto o ad altra persona.
409. Raccomandi ed esiga che si usi per la disciplina il metodo preventivo, e metta i .confratelli in guardia contro certe massime rigoriste, che di • quando • in quando serpeggiano anche fra noi. Dimostri loro di dare gran peso ai voti settimanali di condotta, e tener contò delle relazioni dei maestri e degli assistenti, affinchè operino in ciò rettamente e giudiziosamente.
410. Fin dai primi giorni dell´anno scolastico procuri che i -giovani siano in bel modo attirati alla frequenza dei SS. Sacramenti. Nelle istruzioni, nei tridui e nelle novene e specialmente sul cominciare. dell´anno scolastico procuri che s´insegni agli alunni l´accostarsi convenientemente alla confessione. Faccia spesso rilevare la bellezza, la grandezza la santità di quella religione che propone mezzi così facili, così utili alla civile società, alla tranquillità del cuore, alla salvezza delle anime.
411. Faccia almeno tre conferenze all´anno con tutto il personale insegnante ed assistente intorno alla pedagogia, ed alla educazione secondo il sistema salesiano ; ogni -due mesi tenga conferenza coi capi di laboratorio e col personale addetto alla Cura degli artigiani. In tali occasioni faccia vedere i danni della discordia fra´ superiori; e raccomandi caldamente che lavorino tutti di un cuor solo e d´un´anima sola.; di modo che tutti unanimi cooperino all´osservanza del .Regolamento e- degli ordini dei Superiori, e gli alunni da tutti e da ciascuno sentano sempre la stessa voce del dovere e della carità fraterna.
412. Per bene incominciare l´anno scolastico procuri che il triduo di predicazione sia tenuto quanto primi., con uno o più confessori esterni secondo il bisogno, é. bellamente si adopri e ´si assicuri che tutti i giovani ne approfittino. Si industri per far regnare nella Casa l´unione e la carità con qualche conferenza ben fatta con un rendiconto un po´ più particolareggiato a principio dell´anno colla lettura del Regolamento in refettorio e calde. insistenze sulla necessità. dello zelo e l´impegno per l’attuazione effettiva del metodo preventivo.
413. Nel corso dell´anno coll´azione sopra i Confratelli colle frequenti esortazioni, col dimostrare il suo .impegno affinché la casa salesiana, a lui affidata ti, . sponda all´ideale di D. Bosco e col sermoncino della sera dopo le orazioni, animi i giovanetti a pensare seriamente alla salute dell´anima, li aiuti nella correzione dei- loro vizi e nell´acquisto della virtù. Nei momenti più difficili dell´annata ricorra ai mezzi di speciali preghiere, avvisi l´assistenza, richiami ogni suo dipendente al disimpegno preciso del proprio dovere. Tenga come grande mezzo di riuscita l´esercizio mensile della buona morte e il buon trattamento degli alunni da parte dei confratelli.
414. Avvicinandosi la fine dell´anno confermi bene. nella pietà e nella .virtù i propri allievi ed impegni i suoi dipendenti a far sì che essi partano dal Collegio ben impressionati, portando seco l´affezione verso i Superiori. Arrivati al momento di partire, dopo di averli provveduti di saggi consigli per passar bene le vacanze, . consegni loro un foglio di raccomandazione pel -parroco, da riportarsi al -principio dell´anno scolastico, con qualche annotazione del Medesimo sulla loro condotta.
415. Ciascun Direttore s´adoperi quanto può per promuovere gli´ Oratori festivi, la condotta morale digli alunni esterni ; .ma in ciò proceda di buona intelligenza col parroco del luogo.
416. Nella distribuzione del personale fornisca l´Oratorio di confratelli adatti, soprattutto • sicuri in fatto di moralità, ai quali stabilirà a capo un sacerdote, come speciale incaricato dell´Orator. . Procurerà che egli sia libero dalle occupazioni non compatibili colla sua carica, e lo cambi il meno possibile. Veda che egli eserciti l´ufficio suo in piena dipendenza e riceverà dà lui relazione sull´andamento dell´Oratorio medesimo almeno una volta al mese. Riconosciute le sue necessità si dia amorevole cura di fornirgli. gli aiuti materiali e morali, che giudicherà indispensabili al buon procedimento e sviluppo dell´Oratorio. •
417. Terrà registro delle persone ´benemerite e benefattrici della Casa per invitarle ad assistere ´nelle consuete Occasioni a feste religiose, . ad accademie, o distribuzione di premi agli allievi.
418. Cogli esterni per sè o per altri usi premurose sollecitudini in modo da bene impressionarli di noi e delle nostre Case, e sempre risponda per sè o per altri, con sollecitudine alle lettere che riceve, anche quando fosse da mandare una negativa o sospensiva : ciò specialmente quando la persona gli fosse indirizzata dai Superiori. •
419. Abbia cura della Pia Unione dei Cooperatori Salesiani, cerchi di aumentarne il numero, ne promuova le annuali conferenze, ne raccolga le offerte che, secondo il Regolamento, rimetterà volta a volta al Rettor Maggiore. Se non potesse per sè stesso, designi un confratello, che in suo nome .si occupi dei Cooperatori, curi la trasmissione alla Direzione del. Bollettino dei nuovi iscritti, delle correzioni, cambiamenti o sospensioni di indirizzi, notifichi i Cooperatori defunti pel necrologio mensile, componga le brevi notizie dei .Cooperatori defunti più benemeriti, pei quali conviene una speciale menzione, proponga d´accordo col Direttore l´elezione dei Decurioni, zelatori o zelatrici.
420. Egli raccomandi le Associazioni Salesiane e specialmente le Letture Cattoliche.
421. Rilegga sovente, specie .nell´esercizio di buona morte, il Regolamento e i ricordi confidenziali di Don Bosco ai Direttori ; vi troverà sempre qualche cosa non messa in pratica, qualche utile mezzo- di profitto. per sè e per gli altri.
422. Si tenga informato delle facoltà che gli competono come ordinario della sua casa o per privilegio a noi concesso secondo l´elenco comunicato già dal Rettor Maggiore.
423. Nell´occasione del suo onomastico non permetta troppo larghi inviti ad estranei, nè sfarzi, sopratutto se questi si facciano dietro collette, che sono una vera tassa imposta agli alunni.
CAPO II
Capitolo di ciascuna Casa.
424. Il Capitolo di ciascuna Casa aiuta nell´amministrazione materiale e spirituale della medesima il Direttore, che è impossibile basti da solo a tutto. Perciò ciascun membro di questo consiglio agisca nella propria sfera colla maggiore cura possibile, affinchè tutti d´accordo giungano a quella perfezione di lavoro e di unità, che è necessaria, perchè una Casa proceda con ordine.
425. Ciascuno metta la propria gestione in tale ordine da non lasciar impacci a chi dovesse succedergli nell’ufficio.
426. Il Capitolo si raduna a consiglio ogni mese, e ogni qual volta, siccome prescrivono le Costituzioni Cap. X art. 85, sia dal Direttore convocato per affari di maggior momento.
427. Di ogni sua adunanza sia redatto il verbale da presentarsi qualunque volta l´Ispettore o Visitatore, o alcun membro del Capitolo Superiore ne desiderino visione.
428. Ciascuno dei convenuti esamini le questioni con tutta imparzialità pel buon andamento della Casa e per la gloria di Dio, pronunci liberamente il suo parere secondo che gli detta la coscienza e sicuro che nessuno dei. Colleghi in sì delicato ufficio propagherà quanto nel consiglio si sarà detto. Tale franchezza e maturità di giudizio si richiede in modo particolare quando si tratti l´ammissione di qualche postulante al noviziato, ai voti o agli ordini sacri ; ognuno quindi dovrà avere copia delle Norme per le proposte ed impossessarsi bene del contenuto.
CAPO III
Prefetto.
429. . Il Prefetto durante le eventuali assenze, fa le veci del Direttore. Regolarmente gli spetta la gestione generale e materiale della Casa. Perciò sono di sua attribuzione l´ordine generale, la pulizia, l´igiene in tutta la Casa, il tener nota ed inventario di quanto essa possiede di . mobile e di immobile,. pensare, a tempo alle provviste , ai pagamenti di. tasse, di debiti ed alla riscossione dei crediti. Particolarmente´ sorvegli alla pulizia delle camere, dei corridoi, delle sale di comune radunanza, e guardi che tutto sia abitualmente pulito. Ma di quando in quando e specie nelle stagioni di primavera e di estate, faccia nelle camere pulizia straordinaria alle pareti, ai mobili, veda che gli ambienti siano sempre bene aereati e riparati dai venti, giustamente illuminati sì di giorno che di notte, in modo particolare i luoghi più pericolosi durante i passaggi degli alunni e le ricreazioni.
430. All´avvicinarsi delle stagioni, invernale ed estiva, s´informi se alcuno dei soci abbisogna di vestiti, calzature, o del necessario pel letto.
431. Il prefetto è il centro contabile, da cui partono tutte le uscite e spese, e dove si concentrano tutte le entrate pecuniarie, che sotto qualunque denominazione appartengono alla Casa. Perciò da ognuno de´ suoi dipendenti esigerà. almeno ogni settimana rendiconto e presentazione dei libri di spesa e di entrata ; alla fine del mese si presenterà al Direttore per riportarne sui registri della prefettura le note di riscossioni e spese che egli abbia fatte per la Casa e per gli alunni.
432. Egli non ha cassa, ma deve raccogliere giornalmente tutto il denaro, che possa provenire alla Casa dai laboratorii , dai contratti di vendita, dalle oblazioni e pensioni, e deve passarlo al Direttore, dal quale riceverà solo volta Per volta quanto occorre. alla giornata e pei pagamenti a data fissa.
433. Egli perciò terrà conto almeno complessivo delle spese giornaliere che occorrono pei giovani, per il personale di casa, per le scuole, pei laboratori, pei commestibili e combustibili e per la manutenzione ; e a queste egli provvederà sempre nei limiti e secondo gli ordini stabilitigli dal regolamento e dal Direttore. Spese straordinarie e proviste all´ingrosso egli non potrà farne senza averne parlato col Direttore e dietro suo ordine.
434. Si renderà famigliare l´uso del «Manuale del Prefetto », appositamente compilato dai Stiperiori, e secondo esso ordinerà i libri, e la contabilità del suo ufficio. Abbia molta sollecitudine di tener in ordine i prescritti registri secondo le norme stabilite e procuri di stare in giorno col riportare le entrate e le uscite per esser in riguardo di dare alla fine del mese, e qualora ne sia richiesto, conto al Direttore, della sua gestione.
435. Sopra il libro dei postulanti egli scriverà Nome e Cognome, paese e condizione di coloro che domandano di essere accettati pel lavoro o per lo studio ; rileverà specialmente se il postulante trovisi in pericolo della moralità, che è circostanza per cui • se ne preferisce l´accettazione ad ´ogni altro. Noterà eziandio le condizioni per l´accettazione e quanto altro giudicherà opportuno.
436. . Nel caso che l´alunno sia presentat6a lui nel suo ingresso alla Casa, il Prefetto si faccia un dovere di accompagnarlo quanto prima al Direttore colle indicazioni necessarie. Ad ogni nuovo venuto farà assegnare un posto in refettorio e in dormitorio e se studente, lo invierà al Consigliere Scolastico, perchè lo collochi nella classe opportuna; se destinato al lavoro gli farà pure ´assegnare dal Consigliere professionale quel laboratorio, o quell´ufficio, a cui parrà più adatto secondo il bisogno. Di ogni nuovo entrato trasmetterà. il nome al Catechista.
437. . Quando un allievo cessa di appartenere alla Casa, il Prefetto noterà il giorno e il motivo di ciò, e se questo avvenisse per morte, farà le pratiche legali, procurerà di darne immediatamente avviso a chi di ragione, e prenderà memoria dei fatti e delle- particolarità, che possono tornare di grata ricordanza e di buon esempio.
438. . Ogni tre mesi procuri di spedire il rendiconto delle pensioni, provviste e riparazioni ai parenti o benefattori dei giovani allievi, e pure ogni trimestre, sistemi le proprie parate colle altre Case della Congregazione e colle persone esterne con cui si tengono conti aperti. Risponda prontamente e con cortesia alle lettere d´ufficio.
439. Nelle Case, che godono riduzioni ferroviarie o si. mili, vigili perché tali benefici non siano goduti se non da coloro che ne hanno diritto, e questi soddisfino alle condizioni e regole stabilite. Se la Casa è assicurata contro l´incendio o altro infortunio, paghi puntualmente le rate stabilite e ne conservi le -ricevute. Sia accurato nella conservazione di tutti i documenti di pagamento per poterli presentare a tempo e conservi anche la corrispondenza con le persone che hanno interessi colla Casa, sia per parte degli alunni; sia in altro modo.
440. . Dove son laboratorii, il Prefetto si tenga in relazione. diretta coi capi d´arte, cogli assistenti, e col Capo-ufficio ; faccia tenere nota del lavoro che si riceve e si eseguisce, dei prezzi pattuiti, di ciò che è pagato o no, del tempo dei pagamenti, e consegne, delle .spese e provviste occorse, affinché se ne possa dare conto minuto o almeno complessivo, a chi di ragione.
441. . Saranno a cura particolare del Prefetto in ciascuna Casa i Coadiutori, sui quali invigilerà affinché compiano i loro doveri religiosi, e le. occupazioni loro assegnate, separatamente dagli esterni e soddisfacciano a tutte le disposizioni che sono indicate in altra parte di questo Regolamento.
442. suo ufficio pagare lo stipendio pattuito- per coloro che lavorano in Casa nei laboratori od altrove. E pure da lui dipendono in via ordinaria, l´Economo, gli spenditori, i provveditori dei libri e degli altri oggetti minuti. Procurerà che siano di proprietà nostra gli utensili e gli oggetti di uso comune, astenendosi il più che sia possibile dal prenderli in affitto.
443. . Il Prefetto potrà avere in suo aiuto un viceprefetto o segretario, é altri collaboratori. secondo- il bisogno, purché siano Sufficientemente occupati Mediante attribuzioni ben determinate.
444. . E ordinaria spettanza del prefetto ricevere i genitori ò gli esterni che abbisognano di parlare cogli allievi, o di trattare di lavori fatti o da farsi, o di qualunque affare. Egli accolga. tutti con buon tratto e con gentili maniere, ma procuri di non lasciarli andare nei dormitori, nelle scuole e nei laboratorii ; indirizzi al parlatorio o all´ufficio dei laboratorii, ed anche quando debba dare negative non dimentichi che è Sacerdote, ed usi anche allora buoni modi. Si ricordi il Prefetto di non lasciarsi assorbire dalle faccende di scrittoio, si regoli l´orario in modo da attendere alla pietà, ed •alla coltura sacerdotale, trovarsi a.´ tempo nei luoghi vita. comune e • vigilare sulla Casa per quello che gli spetta.
445. Col Direttore e cogli: altri Superiori • usi speciale deferenza e dia esempio di prontezza e puntualità nell´eseguire gli ordini e i voleri manifesti.
CAPO IV.
Il Catechista.
446. Il Catechista ha per iscopo di vegliare e provvedere ai bisogni spirituali della Casa.
447. Appena gli sarà nota l´entrata d´un giovane procurerà di conoscerlo, d´informarlo intorno alle regole principali della Casa, e con massime e maniere dolci e caritatevoli indagherà di quale istruzione religiosa abbia particolare bisogno, e si darà cura, d´istruirlo al più presto. Badi che tutti imparino il piccolo catechismo ; a tal fine ogni settimana ne assegnerà non meno di una lezione, e provvederà fin dal principio dell´anno d´accordo col Direttore alla buona organizzazione del Catechismo domenicale con, a suo tempo, gli esami e le gare che tanto conferiscono al profitto di questo insegnamento.
448. Si darà impegno per la buona riusata degli esercizi spirituali, dei tridui, degli esercizi mensili di buona morte ; terrà nota da comunicare al Direttore, di quelli alunni, che sono già promossi alla Santa Comunione, e di quelli , che hanno ricevuto il Sacramento della Cresima. Cura speciale si prenderà di quelli che abbisognano di essere istruiti per ricevere degnamente questi Sacramenti, e li preparerà per qualcuna delle più solenni occasioni dell´anno, secondo le prescrizioni del-, l´Enciclica Acerbo nimis. Promuoverà le Compagnie di S. Luigi Gonzaga, del SS. Sacramento; del. piccolo clero, dell´Immacolata Concezione. Procurerà ´che ciascuno impari bene a servir la santa messa sia per la pronuncia chiara e distinta delle parole, sia per 1´ esecuzione divota delle cerimonie prescritte per questo augusto mistero , di nostra Santa Religione. Veglierà che gli allievi si accostino assiduamente ai Santi Sacramenti; si trovino per tempo alle sacre funzioni, alle preghiere del mattino e della sera e studierà di impedire quanto possa disturbare gli esercizi:comuni di cristiana pietà.
449. Nel suo ufficio in caso di bisogno, e specialmente per le conferenze alle varie compagnie potrà farsi aiutare da qualche • sacerdote o chierico scelto d´intesa col Direttore ; per l´assistenza agli esercizi comuni di pietà potrà essere coadiuvato dagli assistenti, dai. maestri o anche da appositi decurioni..
450. Vegli attentamente sopra i diffetti dei giovani per essere in grado nella parte che gli spetta di correggerli opportunamente e dare alla fine d´ogni mese con maturo giudizio il Voto. sulla .moralità di ciascheduno. Intorno alla condotta morale e religiosa degli allievi, per darne le opportune informazioni e fare le meritate correzioni, conferisca spesso cogli assistenti:di scuola, é coi maestri e col medesimo Consigliere Scolastico. Si darà cura di conferire spesso col Prefetto e cogli altri Superiori per prevenire in casa ogni disordine.
451. Farà le sue correzioni in modo paterno ed efficace, ed avrà cura d´inspirare grande confidenza verso il Direttore della Casa e il Confessore.
452. Altro ufficio del Catechista è la cura della Chiesa, dei sacri arredi e del culto. Perciò curerà di apprender bene tutto ciò che la sacra liturgia prescrive, per modo da essere di guida anche agli altri confratelli.
454. Egli è inoltre, e in maniera speciale, incaricato della cura dei chierici, addetti a qualche ufficio nella Casa ; sarà il loro regolare assistente, procurerà che imparino le sacre cerimonie ed attendano a non perder tempo, ma ad occuparlo seriamente, negli studi loro prescritti.
455. Poichè dalle Costituzioni gli viene assegnato di curare le cose spirituali della Casa riguardo ai. soci e di avvisarne il Direttore, egli farà a questo conoscere le necessità e lagnanze dei Soci, e degli. alunni, giunte a sua conoscenza, e gli farà noto i difetti e le infrazioni delle regole, in cui anche il Direttore stesso può esser Caduto.
456. Per riguardo alle cose del culto, egli terrà catalogo degli oggetti esistenti nelle chiese, «cappelle, oratorii annessi alla Casa ; avrà- cura che abbiano quanto è necessario al divin culto, che gli arredi e vasi sacri siano ben tenuti e puliti, nulla si smarrisca ; a tempo debito si faccia il bucato, la stiratura, e la rappezzatura, ove ne sia il bisogno.
457. Ordinerà il servizio della chiesa e delle funzioni religiose, e le farà eseguire con quella solennità e decoro maggiore che sarà possibile e conveniente.
458. Invigili che si faccia uso moderato di cera, nè sia adoperata se non in chiesa ; occorrendo lumi altrove impedisca che si adopri la cera´ della Chiesa. In sacrestia faccia osservare rigoroso silenzio specialmente nel tempo dei divini uffici e procuri con particolare impegno che all´entrar degli alunni in chiesa, tutto sia pronto puntualmente , ministri, clero; altare per cominciare subitola funzione, e sbandire gli indugi e le aspettative, che sogliono prolungare inopportunamente le sacre funzioni.
459. Eserciti assidua vigilanza nell´infermeria provvedendo il necessario agli ammalati ed ai convalescenti, e impedendo che vi si trattengono gli estranei.
460. Intervenga alla visita del medico, prenda nota delle sue ordinazioni per medicine e per .vitto ; si assicuri che nessuno si allontani da esse, ed egli stesso non somministri mai medicine senza la prescrizione del medico.
461. La mattina durante la levata passi nelle camerate per vedere se vi siano ammalati e faccia condurre nell´infermeria, sotto la sorveglianza dell´infermiere, quelli che ne avessero bisogno, ed impedisca che altri si trattengano in letto per pigrizia. Degli ammalati dia al più presto, nella mattinata, notizia al Direttore, e si prenda cura :perché siano visitati a tempo opportuno dal medico.
462. Per l´orario delle messe, per i catechismi domenicali, per la predicazione, pei casi di provvista o di spesa di qualsiasi genere e per l´esecuzione di tutto ciò che riguarda al suo ufficio, egli prenderà gli opportuni accordi col Direttore e cogli altri Superiori della Casa.
463. In Sacrestia uno o più coadiutori avranno affidata la regolare esecuzione di quanto occorre, e nei Collegi in cui si ha chiesa pubblica e numeroso clero, potrà darsi in aiuto al catechista un prefetto di sacrestia.
CAPO V
Catechista degli artigiani.
464. Il Catechista degli artigiani oltre a quello che è notato nel capitolo antecedente deve procurare, che• i suoi allievi si accostino ogni quindici giorni od almeno una volta al mese alla santa Confessione e Comunione, e che niuno manchi alle pratiche di pietà sia nei giorni festivi, che nei giorni feriali.
465. Si terrà in relazione coi capi d´arte, cogli assistenti di laboratorio e di dormitorio, coll´Economo e collo stesso:Prefetto per dare e ricevere informazioni dei giovani alla sua cura affidati.
466. Procuri che gli allievi facciano silenzio quando entrano od escono di Chiesa, quando escono dai laboratori, vanno ed escono dal refettorio ; alla sera nel recarsi a riposo, e al mattino dopo la levata, quando. si portano in chiesa o altrove pei loro religiosi doveri.
467. Badi che niuno si fermi a chiaccherare né altercare, ed accorgendosi di qualche disordine usi somma diligenza e carità per prevenirlo ed impedirlo, e faccia in modo che nessuno rimanga vagando per la casa:
468. La sua Vigilanza dovrà pur estendersi alla scuola, di musica istrumentale, specialmente perciò che riguarda la moralità e la disciplina.
469. Faccia che tutti gli artigiani imparino a servir Messa, e promuova fra di loro qualche compagnia, come sarebbe quella di S. Giuseppe, e dell´Immacolata Concezione
470. Tutte le sere assista gli alunni in tempo che si recitano le orazioni, e dopo di esse raccolga ed annunzi gli oggetti smarriti, e per buona sera dia loro´un breve ricordo. morale. Sarà pur conveniente che li trattenga qualche volta sui punti più importanti di buona creanza.
CAPO VI.
Consigliere Scolastico.
471. Il Consigliere Scolastico è incaricato di regolare e far provvedere quelle cose, che possono occorrere agli allievi ed ai maestri per le scuole e per lo studio.
472. Ricevuto un allievo studente, esso lo collocherà nella classe, cui sarà giudicato idoneo, e gli farà segnare un posto nello studio.
473. Occorrendo bisogno di oggetti di scuola> vertenze tra gli studenti, lamenti da parte dei maestri, ciascuno s´indirizzi al. Consigliere Scolastico.,
474. Se per mancanza di. lavoro o per altro motivo taluno rimanesse disoccupato, il Consigliere gli assegni qualche cosa da fare o da studiare, leggere, scrivere e simili, ma. noi lasci inoperoso.
475. Si adoperi che gli studenti siano puliti quando vanno al passeggio, e che niuno si allontani dalle file. Conti grave mancanza a chi allontandosi dai compagni va a comperare commestibili, liquori od altro.
476. Assista gli studenti quando si recano alla chiesa, allo studio, alla scuola, al dormitorio, affinchè si osservi l´ordine ed il silenzio.
477. Toccherà al medesimo di far presenti al Direttore od al Prefetto le provviste e riparazioni che occorrono
478. Di concerto col Direttore stabilirà gl´insegnanti dei corsi principali, i supplenti e i maestri dei corsi accessori, assistenti, decurioni e vicedecurioni dello studio. e capi di passeggiata.
479. pur sua cura di promuovere il canto gregoriano, la musica vocale, e d´accordo col Direttore stesso stabilirne i maestri, gli assistenti e vegliare sulla disciplina da osservarsi in tali scuole.
480. Accolga dai maestri e dagli assistenti i riflessi intorno alla disciplina e moralità degli allievi, per dare loro quelle norme e consigli che egli ravvisasse necessarie. Ricordi sovente ai maestri che lavorino per la gloria di Dio, perciò. mentre insegnano la scienza terrena, non dimentichino ciò che riguarda la salvezza dell´anima.
481. Il fissare l´epoca degli esami semestrali e finali, le variazioni dà giorni di scuola, le vacanze, le dispense, i ripetitori e le ripetizioni, a chi ne avesse mestieri, sono-di competenza del Consigliere Scolastico, previa intelligenza col Direttore.
482. Procuri nell´assegnamento dell´orario che ogni giorno non vi sia meno di nove ore tra scuola e studio nè più di dieci e ´nel tempo estivo la. scuola pomeridiana sia ridotta ad un´ora e mezzo.
483. Si procuri la conoscenza piena ed intera delle leggi relative alle scuole, che sono nella Casa, ove egli esercita suo ufficio, e riguardo alle materie d´insegnamento. , ed ai programmi; ma tutto conformi e coordini colle istruzioni del Consigliere Scolastico del Capitolo Superiore, o del Consiglio Ispettoriale.
484. Il Consigliere Scolastico procurerà di far ogni mese un ´adunanza coi maestri e coi ripetitori o con quelli che in qualche modo sono addetti alla direzione degli studi . o all´assistenza degli alunni. Tratteranno in queste adunanze dei modi più acconci a promuovere lo studio ed il frutto del comun lavoro, come pure la disciplina secondo lo spirito nostro.
485. Sono per regola ordinaria sotto la sua dipendenza le declamazioni, le rappresentazioni teatrali, le accademie, e simili esercizi intellettuali,
486. Può essergli affidata la cura della disciplina, ed a. lui in tal caso si deve riferire ogni confratello per le mancanze disciplinari degne di castigo commesse dagli alunni in qualunque luogo : camera, chiesa, refettorio, ricreazione. Dove tal ufficio è disimpegnato dal Prefetto, a lui si rivolgano i confratelli per tali occorrenze, ma sia l´uno che l´altro si ricordino cheta chiave della disciplina è la costanza e la regolarità nell´applicazione delle disposizioni date, e con essa, una saggia graduatoria di castighi la quale sarà tanto più efficace quanto le punizioni saranno più brevi e più leggere, dati sempre con calma e con parole gravi che mostrino come non la passione, ma il dovere di mantenere la disciplina li • induce ad una tale misura. Non si permettano castighi a piacere del punitore : sono un grave errore morale e didattico, e neppure che siano inflitti dall´interessato, ma da persona neutrale, che giudichi imparzialmente; e punisca ad correctiogem o ad exerivphon.
Si tengano come perniciose e distruttive del metodo salesiano certe massime che di quando in quando si spargono fra i maestri ed assistenti contro la educazione amorevole e paziente.
487. Il Consigliere Scolastico riferirà sempre ogni cosa al Direttore e al Prefetto e consegnerà loro i voti settimanali di studio:i mensuali di scuola,. quelli di ciascun esame ed, anche quelli di condotta , perchè appartiene, per massima, soltanto al Direttore e al Prefetto dar notizie ai parenti dei convittori.
CAPO VII.
Il Consigliere Professionale.
488. Il Consigliere Professionale avrà cura di quanto spetta all´insegnamento delle arti e mestieri. Provvederà. che i lavori e l´istruzione tecnica professionale siano talmente regolati da bene addestrare i giovani nell´arte loro. Ove sia conveniente, istituisca esami dai quali possano gli alunni riportare patenti e diplomi. A lui incombe assegnare il programma da svolgersi nelle diverse scuole di arte, e nelle scuole di erudizione teorica durante l´anno come pure fissare il tempo dei relativi esami.
489. Faccia che a ciascun laboratorio sia preposto un capo d´arte, membro della nostra Pia Società o in difetto anche un estraneo di sicura moralità, fedeltà e -singolar abilità nella professione.
490. Promuova fra i giovani operai non solo il Pio., ingresso nel mestiere e nello studio professionale, ma la pratica altresì della religione e della. virtù. Invigilerà perchè ciascun laboratorio abbia per assistente un membro della Pia Società, che può essere anche un. coadiutore, in caso di bisogno ; attenda che fra gli alunni non s´introducano operai esterni, pericolosi per massime e costumi, e nemmeno libri o fogli contrari alla moralità ed alla religione.
491. D´intesa col Direttore disponga quanto può giovare alla buona riuscita delle esposizioni da farsi sia nella Casa stessa, .sia tra le Case della Congregazione dei lavori in essa eseguiti.
492. In tutta la sua gestione rispecchi in piccolo lo zelo del Consigliere Professionale della Pia Società, e s´impegni d´attuare le Sue disposizioni, ordini e programmi secondo le possibilità che presenta la Casa ove si trova.
CAPO VIII.
Dell´Economo.
493. . In quelle Case, dove è l´Economo, sia a lui affidata la cura del personale dei coadiutori, dei famigli, e in generale la pulizia dei giovani, dell´infermeria, cucine, refettorii, scuole, ed ogni altra cosa che riguarda´ la nettezza e la manutenzione della Casa.
494. Quanto alla manutenzione, la sua condotta ed autorità si limita a riparare ed .a osservare qualunque oggetto mobile ed immobile della Casa. Chiunque per. tanti)..avesse bisogno di lavori di questo genere, dovrà indirizzarsi all´Economo, ma egli non può far novità alcuna. senza. l´espresso . consenso del Direttore ; anzi, se trattasi d’opere di demolizione o fabbricazione o d´altre cose di qualche importanza, si dovrà attendere il permesso dell´Ispettore e del Rettor Maggiore. In simili casi le domande ed i permessi devono essere per iscritto e non semplicemente a voce che per lo più si lascia troppa elasticità d´interpretazione..
495. Riguardo ai famigli, d´accordo col Direttore provvederà un personale proporzionato al bisogno e veglierà che Ciascuno compia i suoi doveri, ed occupi il tempo, soprattutto che ninno s´incarichi di commissioni estranee al rispettivo ufficio. Raccomanderà però. che avanzando tempo si prestino volentieri aiuto tra loro, quando ve n´è bisogno.
496. Al mattino andrà, od incaricherà alcuno che vada a chiamare i coadiutori ed i famigli, affinchè tutti intervengano alla santa Messa e recitino insieme le orazioni ; procurerà di andar a recitar con loro le orazioni alla sera, ed indirizzerà quegli avvisi che giudicherà a proposito pel loro vantaggio spirituale e temporale. Si farà pur render conto delle proprie loro occupazione e dei disordini e guasti che si trovassero per la Casa.
497. A lui è in particolar maniera affidata la cura della pulizia della persona e degli abiti dei giovani. Almeno una volta per settimana li farà passare in rassegna per assicurarsi della nettezza dei loro abiti e della testa, badando a che ninno abbia troppo lunga capigliatura.
498. Vigilerà che le porte, gli usci, le finestre, chiavi, serrature non siano guaste. Trovando qualche guasto, avrà cura di farlo riparare al più presto possibile e nel modo più economico. Piccoli guasti non riparati a tempo e cori intelligente sorveglianza sono causa di grave spese in seguito.
499. Per sè o per mezzo di altri assisterà alla distribuzione del pane a colazione, a merenda ed a mensa.
Avvisi costantemente colui, il quale non sentesi di • mangiare qualche commestibile., lo riponga sulla. tavola. Chi guasterà volontariamente. pane, minestra, o pietanza, Si avverta severamente. e se non si emenda, si faccia immediatamente conoscere al Dírettore.
500. E cura dell´Economo che i, commestibili siano sani e ben condizionati, che il pane non si dia troppo fresco, che si pesino o si misurino le provviste quando. sono introdotte in Casa, e se ne tenga nota per confrontarla coi pesi. o colle misure effettuate dai venditori.
501. Ove la. carica d´Economo non può aver luogo, il. suo ufficio è affidato al Prefetto della Casa.
CAPO IX.
Capo-Ufficio
della Direzione dei laboratorii.
502. .. Tutto l´elemento materiale dei laboratorii. è sotto la sorveglianza e responsabilità del .Capo Ufficio della Direzione dei medesimi. Esso è dipendente dal Prefetto. .
503. Il Capo Ufficio tenga bene in ordine proprii e renda al Direttore ogni tre mesi un conto particolare dell´andamento dei laboratorii, rilevandone approssimativamente i debiti e crediti. .
504 Invigili perché anche nei laboratorii sia notato .giorno per giorno il lavoro eseguito. E autorizzato a fare le osservazioni che "crederà opportune. sulle produzioni dei laboratorii ai rispettivi capi, allo scopo di eccitare in loro l´impegno per l´economia ed una certa emulazione.
505. Dovrà far conoscenze e pratiche a. fine di procurare lavoro a ciascun laboratorio. Preferisca lavori svariati affinché i giovani possano meglio imparare il loro mestiere. Usi però molta prudenza per non suscitare gelosia e rivalità dalla parte di omogenee officine esterne. Si astenga anche per lo stesso motivo da pubblici appalti.
506. Trattandosi di provviste e riparazioni di molto rilievo, esponga il bisogno al Direttore della Casa e non provveda senza aver ottenuto la debita autorizzazione.
507. Per le provviste poi consulti il Provveditore Generale od Ispettoriale od altre persone competenti ; se ciò può procurare un´agevolezza nei prezzi, si serva della loro cooperazione.
508. Esiga dal Capo o dall´Assistente di esser avvisato in caso che i giovani debbano assentarsi dal laboratorio, specialmente se tale assenza assai prolungata ritardasse l´esecuzione del lavoro promesso.
509. Tutto il danaro che riceve lo rimetta al Prefetto ogni giorno. Non faccia cassa .da sè.
510. -Procuri che ogni laboratorio sia fornito del necesssario, affinchè i giovani non restino mai oziosi e sia .ben condotta l´esecuzione e la spedizione dei lavori comandati.
511. Invigili che non si lavori in ore straordinarie senza il permesso espresso del Direttore.
512. Visiti di quando in quando, insieme coi Capi di laboratorio, gli utensili di cui si serve ogni allievo per assicurarsi che se ne abbia cura.
513. Si tenga informato dei progressi delle arti ; procuri di conoscere le nuove macchine. che • si
vanno introducendo e di tutto faccia relazione al Direttore.
514. Raccomandi però ai Capi di abituare i giovani ad eseguire il lavoro anche senza l´uso delle macchine.
515. D´accordo coi. Capi stabilisca una tariffa di lavori variandola quando ciò sia necessario.
Veda che i Capi non accettino lavori essi medesimi e senza autorizzazione, così pure che non facciano essi medesimi delle spese pei bisogni dei laboratori.
516. Si procuri dei Bollettini a matrice per notificare al Capo di laboratorio la. commissione ricevuta, indicando il lavoro, le condizioni, il modo ed il tempo in cui dovrà esser reso.
517. Non dimentichi egli medesimo queste commissioni, e si assicuri che siano eseguite pel tempo fissato.
518. Si darà cura che sia ritirato dal laboratorio il lavoro terminato, col rispettiva bollettino su cui deve esser notato il prezzo, e subito ne prenda nota sul suo. registro, evitando di registrarlo- su fogli volanti.
519. Secondo le intelligenze spedirà per mezzo di persona fidata- il lavoro ai committenti, unendovi sempre la fattura.
520. . Tenga un libro Mastro di tutti i laboratorii e di tutti i lavori, curando diligentemente le esazioni.
. 521. E´ ottima cosa chiamare il Capo nell´assumere le commissioni.
522. Riguardo ai lavori per la propria Casa,.il Capo-Ufficio, ricevuto il biglietto. del Prefetto, coi soliti bollettini, ne comunichi la Commissione al Capo di laboratorio. Procuri che il lavoro sia eseguito nel modo. ordinata, evitando il lusso, che non se ne esagerino i prezzi e che se né prenda nota sul registro.
CAPO X.
Maestro di Schola.
523. Il primo dovere dei maestri è trovarsi puntualmente in classe ad impedire i disordini che sogliono avvenire prima e dopo la scuola. Accorgendosi che manca qualche allievo, ne diano- tosto avviso al Consigliere Scolastico ò al Prefetto.
524. Al principio dell´anno presentino al Direttore una sommaria distribuzione della materia, che devono insegnare, ed una raccolta di lavori di esercizi graduati. Sull´esecuzione di tale programma si esaminino mese per mese; . nella quale occasione tengano nota delle difficoltà incontrate dagli alunni.
525. Vadano ben preparati. a ciascuna lezione. Questa preparazione gioverà molto per far comprendere agli allievi le difficoltà dei temi e delle versioni, ed alleggerirà assai la fatica allo stesso maestro. Ma essa riguardi la quantità delle materie da insegnare, e il modo con cui insegnarla : l´ordine e la precisione fanno intelligibile a tutti ogni argomento.
526. Non abbondino di parole, interroghino tutti senza distinzione ´e con frequenza, dimostrino grande affezione per tutti gli allievi : i più idioti della classe siano l´oggetto delle loro sollecitudini ed evitino la perniciosa usanza di taluni , che abbandonano a loro gli alunni negligenti o di tardo ingegno.
527. Procedano assennatamente nello svolgimento del programma, non precipitino, ma procurino di essere seguiti da tutta la scolaresca : incoraggino, non avviliscano mai nessuno, e tanto meno si permettano espressioni insultanti o di rimprovero a tutti gli alunni. Queste riprensioni generali sono un grave errore, che semina il male, e scoraggisce anche i volenterosi.
528. Niuna animosità, ninna parzialità si permettano, avvisino, correggano se n´è il caso, ma perdonino facilmente. Sveglino ed eccitino l´attenzione e l´attitudine degli alunni prudentemente, ad ogni argomento premettano la ripetizione delle nozioni elementari, che i giovani devono bensì conoscere, ma molte volte hanno dimenticato.
529. Niente meglio mantiene la stima al maestro che il vederlo correggere accuratamente i lavori assegnati. Perciò ogni maestro ne assegni di convenienti e. fruttuosi, evitando l´usanza di alcuni, che danno lavoro unicamente per tener i discepoli occupati durante lo studio e poi non li:guardano nemmeno. Meglio assegnare lezioni a memoria, esercitazioni; specchi e sunti su cui interrogar nella scuola. Almeno una volta al mese diano un lavoro» di prova, e ne consegnino le pagine ben corrette al Direttore o almeno al Consigliere Scolastico.
530. Una volta per settimana i maestri di lingua latina facciano una lezione sopra un testo latino di autore cristiano, e dai classici sacri e profani´ traggano le conseguenze Morali, quando l´opportunità della materia ne porge occasione, ma con poche parole senza alcuna ricercatezza. Occorrendo. novena o solennità. con brevi parole, .e se si può con qualche esempio animino gli alunni a celebrarla divotamente. Veglino sopra la lettura dei libri cattivi, raccomandino e faccian conoscere. gli autori che si possono leggere e ritenere senza compromettere la moralità e la religione. Stiano attenti a non mai nominare, per quanto è possibile, il titolo dei libri cattivi, e per temi scelgano i passi più adatti a promuovere la moralità.´ Nella scuola stabiliscano una seria e prudente disciplina fin da principio, e costantemente esigano che sia osservata. Racco. mandino assiduamente nettezza nei quaderni, regolarità e chiarezza nella calligrafia, pulizia nei libri e sulle pagine da presentare. Essi poi ne diano. l´esempio tenendo la decuria in modo da poterla ogni giorno sottoporre a chi ne facesse domanda, come quando persona autorevole visitasse le scuole.
531. Evitino quanto è possibile, di. dare essi stessi castighi, ma occorrendone bisogno, li infliggano nella scuola, e non allontanino mai alcuno dalla classe. severamente proibito di battere ed infliggere castighi ignominiosi o dannosi alla sanità ; in casi gravi mandino a chiamare il Consigliere Scolastico, o facciano condurre il colpevole presso di lui.
532. Fuori di scuola i maestri si ricordino che spetta al Direttore o al Prefetto dare notizie degli allievi; e che devono riferire e rimettere ogni cosa al Direttore della Casa o al Consigliere Scolastico, quando avvenga il caso di infliggere castighi fuori di scuola o prendere deliberazioni d´importanza riguardo agli alunni. I . maestri, ;usciti di classe, non devono minacciare, nè infliggere punizioni di sorta, ma limitasi a curare il bene dei loro allievi avvisandoli e consigliandoli con modi benevoli e da sincero amico.
533. Nella ricorrenza del loro giorno onomastico .. o di. qualunque altra festa, i maestri o i professori non potranno avere altro segno di gratitudine, che, previo accordo col Direttore, la lettura .di qualche componimento in fine della scuola. I colleghi non promuovano, e i Superiori non permettano regalo di nessun genere.
CAPO XI.
Del maestro d´arte.
534. Il maestro d´arte ha l´incarico di ammaestrare i giovani della Casa nell´arte cui sono destinati dai Superiori. Egli deve .compartire il lavoro ai suoi allievi, e fare in modo che .niuno di loro rimanga diSoccupato:
535. Il principale suo dovere è la puntualità nel trovarsi presente nel tempo di entrata,.e ciò per dar tosto occupazione agli allievi, e per impedire Che s´incominci qualche disordine di chiacchere o trastulli.
536. Se il maestro d´arte dovesse uscire dall´officina per misure od altro suo dovere, ne dia avviso all´assistente.
537. Osservi e, d´accordo • coll´assistente, faccia osservare il silenzio durante il, lavoro.
538. Non deve mai fare contratti con giovani della Casa, nè assumersi alcun lavoro di sua professione per suo conto particolare, nè occuparsi in cose estranee ai lavori del laboratorio.
539. ; Non si incominci mai alcun lavoro in laboratorio , se prima non si è ricevuta la bolletta o l´ordine di lavoro dal Capo Ufficio dei laboratori o dal Prefetto.
540. Il maestro d´arte al pari che l´assistente devono darsi la massima sollecitudine per impedire ogni sorta di cattivi discorsi.
541. Il sabato a sera, d´accordo coll´assistente, darà il voto di lavoro e riferirà. il suo parere sulla condotta morale. Occorrendo, firmerà. il libretto dei giovani.
542. Procurino i maestri d´arte di precedere i loro allievi col buon esempio, tanto in laboratorio quanto nell´adempimento. dei loro doveri religiosi.
CAPO. XII
Degli assistenti di studio e di scuola.
•
543. L´assistente, scrisse già il nostro venerato Fondatore, « deve precedere col buon, esempio e mostrarsi in ogni cosa .giusto, esatto, pieno di carità e di timor di Dio. Egli è tenuto di correggere i difetti de´ suoi allievi, può minacciare punizioni, ma l´applicazione di esse è riservata al Prefetto o al Direttore. » Su queste basi gli assistenti di scuola e di studio sono incaricati d´invigilare sulla disciplina, sul lavoro e sul buon ordine di quegli alunni che ebbero affidati, e in caso di bisogno, anche sugli altri.
544. Esigeranno che ognuno soddisfi al proprio dovere e lo faranno nel modo più quieto e silenzioso che potranno. Non rivolgano mai la parola, specie :se di rimprovero, a tutti in generale, chè sarebbe pernicioso per la disciplina : avvisino in particolare o per mezzo dei. Superiori.
545. Durante la loro assistenza. stiano vigilanti al dovere ; non pretendano allora di studiare; ma solo attendano a cose da potersi ad ogni momento interrompere, e siano preveggenti di tutto ciò che distorni gli alunni dall´attenzione e dallo studio, per prevenirlo ed impedirlo opportunamente. Non lascino facilmente il loro posto di sorveglianza per non togliersi di sott´occhio una parte degli alunni. Tengano nota di tutto e di tutti per le osservazioni ed i voti riguardanti ciascun allievo. Usino con ognuno buone maniere, poche parole e molti fatti e pensino che la correzione pronta ed amorevole fa acquistare stima ; ma non agiscano in nulla senza intendersela col Consigliere Scolastico, fuori dei limiti che abbiano da questo assegnati.
546. Ricordino di mettersi sotto il. riparo del. regolamento, degli ordini dei Superiori, del proprio obbligo é invochino la ragionevolezza degli assistiti e la loro onoratezza per indurli a far con più impegno il loro dovere. Evitino un inganno facile ad accadere : cioè credere gli allievi troppo buoni o troppo cattivi ; ascoltino, senza accettarle ciecamente, le osservazioni e relazioni altrui, ma non formino giudizio che secondo fatti veri e certi. Nelle ansietà ed amarezze ricorrano al S. Cuore di Gesù, alla SS. Vergine, all´Angelo Custode, ai Superiori ; ma non si scoraggino e tanto meno si lascino tirare alle facile. massime contrarie al sistema preventivo adottato da D. Bosco nelle nostre case : Charitas pattiens est; benigna est, omnia .suffert, omnia sperai.
547. .Dovranno assistere la propria classe nella scuola, in chiesa, in ricreazione e nella passeggiata e li accorri- pagheranno dallo studio alla chiesa, e dalla chiesa allo studio, procurando che vadano in ordine ed in silenzio li accompagneranno ancora quando vanno al refettorio, fino a che vi siano entrati.
548. In ricreazione veglieranno che ciascuno .stia nel cortile assegnato, impediranno le risse, i discorsi non buoni, le parole grossolane od offensive, gli atti sconvenevoli, come sarebbe il mettere le mani addosso, e raccomanderanno. costantemente. che nessuno parli il dialetto.
549. . Ogni settimana e più spesso; se è mestieri, riferiranno al Consigliere Scolastico intorno a -questi punti della condotta di ciascun giovane,. ma avvenendo cose gravi, ne faranno pronta relazione.
550. Qualora ad un assistente venisse affidata qualche momentanea. occupazione, per cui non potesse trovarsi nella pro,pria classe, dovrà prima rendere consapevole il Consigliere Scolastico, nè si innova dal suo Uffizio, finchè non sia sostituito da un altro.
551. Nella chiesa veglino affinchè ciascun allievo abbia il libro delle pratiche di pietà e non altro, e si adoperi per sostenere il canto religioso, impedendo nei giovani le grida smodate, che sogliono disturbare invece di conciliare divozione. Accorgendosi che in chiesa manchi qualcuno della: sua classe, ne dia tosto avviso al Catechista o Consigliere Scolastico a-ppena terminate le funzioni.
552. Perchè la relazione settimanale riesca esatta si prenda memoria dei difetti conosciuti e delle osservazioni che gli venissero fatte a carico ´di ciascuno. ´
553. Per qualsiasi caso, in assenza del Consigliere Scolastico, comunicherà i suoi riflessi al Prefetto.
CAPO XIII
Dell´assistente dei laboratorii.
554. L´Assistente dei laboratorii è incaricato di vegliare sulla moralità, sull´impiego del tempo e su tutto quello che può tornare vantaggioso allo stabilimento.
555. A lui si convengono molte cose dette nel capo precedente e si informerà allo spirito di quello.
556. . Si trovi al tempo dell´entrata e dell´uscita dei giovani dal laboratorio per impedire I disordini che potrebbero in quei momenti accadere, e per notare chi ritarda ad intervenirvi. Mancandovi alcuno, avviserà il Prefetto od il Catechista degli artigiani per gli opportuni provvedimenti.
557. .. Veglierà attentamente sulla condotta morale degli allievi, sulla loro ;assiduità e diligenza, ed in fine d´ogni settimana, udito il parere del maestro d´arte, darà .al Prefetto od .al Catechista nota della condotta de´ suoi allievi; secondo cui si stabilirà ricompensa o biasimo meritato.
558. , Egli è strettamente obbligato d´impedire ogni sorta di cattivi discorsi, e conosciuto qualcheduno colpevole , dovrà darne immediatamente e senza altre indagini avviso al Superiore, Sarà utile all´assistente trattenersi coi giovani, specialmente coi più avanzati nell´arte, per conoscere i guasti. ed i disordini che sogliono avvenire e che si possono evitare.
559. . Per quanto può non uscirà mai dal laboratorio. Qualora dovesse Momentaneamente • allontanarsi, ne prevenga il maestro d´arte.
560. . L´assistente, in assenza del Capo Ufficio potrà. supplirlo notando il lavoro affidato al laboratorio. colla data, prezzo convenuto, nome, dimora .di chi lo ´porta o lo manda, colle altre necessarie indicazioni ; e se occorrono convinzioni, faccia i patti chiari e per quanto è possibile per iscritto. Esso poi -registri riferendo le parole. testuali dei .committenti. Sarà conveniente conservar le lettere e gli scritti analoghi.
561. . Noterà pure il giorno in cui il lavoro viene restituito e se è pagato o no, ma non farà cassa particolare. Perciò consegnerà il´ danaro al Prefetto, cui farà ricorso qualora ne avesse bisogno.
562. Nessun lavoro potrà essere eseguito senza previa licenza del Prefetto o del Capo Ufficio.
563. Dovendosi provvedere oggetti o materiali necessari, l´assistente ne avviserà il Prefetto od il Capo Uffizio dei laboratori, perchè dia gli ordini opportuni allo spenditore. Egli intanto tenga sotto chiave -gli oggetti di maggior valore .e che potrebbero andar in contro ad indebite sottrazioni. Abbia altresì l´occhio al buon uso del materiale del proprio laboratorio.
564. Quando, assente il Capo Ufficio, si dovessero fare provviste di cui lo spenditore o l´assistente non fossero pratici, condurranno seco il maestro d´arte o qualchedun altro, scegliendo le ore che recano minor disturbo al laboratorio, provvedendo però prima all´assistenza dei giovani.
565. Qualora debba far esso nota dei lavori e delle provviste, dovrà tener i suoi registri in modo da poter ogni mese presentare al Prefetto un quadro comparativo delle uscite e delle entrate, del materiale consumato e degli utensili guastati o resi altrimenti inservibili, e darne conto ai. Superiori in qualunque occasione ne fosse richiesto.
566. D´accordo col maestro d´arte si tenga informato dei perfezionamenti arrecati all´arte, dei prezzi correnti, del lavoro che sogliono gli operai eseguire in un determinato periodo di tempo.
CAPO XIV.
Degli assistenti o capi di dormitorio
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567. In ogni dormitorio vi è un capo ed un vice-capo, i quali sono obbligati a render conto di quanto avvenisse contro la moralità e contro la disciplina del dormitorio a lui affidato.
568. Egli deve precedere gli altri col buon esempio e mostrarsi in ogni cosa giusto, esatto, pieno di carità e di timor di Dio.
569. Alla sera prima di coricarsi visiti il dormitorio, ed accorgendosi che manca un allievo ne dia tosto avviso al Prefetto.
570. Insista che la sera, dette le orazioni, in dormitorio si osservi rigoroso silenzio fino alla mattina dopo Messa.
571. Vegli attentissimamente per impedire ogni sorta di cattivo discorso, ogni parola, gesto o tratto od anche facezia contraria alla virtù della modestia. S. Paolo vuole che tali cose siano in nessuna maniera nominate tra i cristiani. Imtpuclicitia nec nominetur in vobis. Venendo a scoprire alcune di tali mancanze è gravemente obbligato di darne immediatamente e senz´altre indagini avviso al Direttore.
572. Egli è pur incaricato di vegliare sulla pulizia della persona, del letto e degli abiti dei giovani a lui affidati.
573. Ogni qual volta i giovani debbano recarsi in dormitorio l´assistente deve essere il primo ad intervenirvi e l´ultimo ad uscirne. Dato il segno della levata sia puntuale a levarsi e procuri Mostrarsi a tutti modello di buon esempio : Praebe te ipsum exemplum bonorurri operion (S. Paolo).
574. Se qualche allievo cadesse infermo, l´assistente l´accompagni in infermeria, o ne dia avviso al Prefetto od al Catechista. Per quanto si può non lasci alcun giovane solo in dormitorio,.
CAPO XV.
Del dispensiere.
575. Il dispensiere è incaricato di ´tutte le piccole somministrazioni che occorrono agli studenti ed agli artigiani, in libri, in quaderni ed altri oggetti di cartoleria e minuteria.
576. Formerà un catalogo dei giovani che prendono in tutto o in parte le somministrazioni nella Casa, e noterà qualità, valore dell´oggetto, nome, cognome dell´allievo, e farà almeno ogni mese addizione di quanto. importa la spesa di ciascuno.
577. Sotto la responsabilità e cura del Prefetto terrà nota delle mance degli artigiani, e Secondo il merito ne darà non più della. metà. Il resto si conserverà a loro favore. Tenendosi cattiva condotta, la mancia sarà ridotta secondo il demerito. Terrà pur conto dei depositi degli studenti, distribuendone Secondo l´ordine del Prefetto.
578. Farà in modo che della sua gestione possa dar conto almeno complessivo al Prefetto. della Casa una volta al mese.
579. Il dispensiere dipende interamente dal Prefetto, il quale perciò può modificarne le attribuzioni nel modo . e nel, tempo che egli giudicherà tornare a maggior , vantaggio della casa. Ma nulla distribuirà se non dietro gli ordini e le norme del Prefetto medesimo,
CAPO XVI.
Degli spenditori.
580. Dal Direttore saranno scelti uno. o due spenditori per fare le spese minute della Casa, della cucina,. dei laboratori.
581. Gli spenditori dipenderanno dal Prefetto o da chi ne fa le veci nelle loro incombenze tanto interne quanto esterne della casa.
582. Non avranno occupazioni -che l´impediscano . di disimpegnare prontamente le commissioni ricevute.
583. Essi eseguiranno gli ordini preventivamente ricevuti dal Prefetto o da chi ne. fa le veci, terranno regolati i -registri necessari alla propria gestione, per dar poi. conto specificato o complessivo alla fine del mese ed ogni volta che ne fossero richiesti.
584. Lo spenditore farà pure le commissioni di cui verrà incaricato dai propri Superiori.
585. Suggerirà al Prefetto quanto stimerà opportuno per l´economia della Casa anche sulle piccole. spese, .ma nulla farà senza il suo preventivo consenso.
Dei famigli.
586. I famigli e le persone a cui si affidano i lavori domestici, sono specialmente di tre ´categorie : cuochi, camerieri e portinai, i quali si debbono aiutare reciprocamente in tutto quello che è compatibile colle rispettive occupazioni.
587. A loro è altamente raccomandato di non mai assumere commissioni estranee ai proprii doveri, di non ricever mance da chicchessia e nemmeno di trattar negozi o contratti, che riguardano la Casa. Occorrendo loro qualche affare personale ne parlino col Prefetto, dal quale dipendono in tutto, e non ricevano . ordini altro che d´a lui, dall´Economo ove v´è, o dal Direttore.
588. Abbiano fedeltà anche nelle piccole cose: Guai a chi comincia a fare piccoli furti nella compera, vendita od altrimenti Senza che se ne accorga diventa ladro.
589. Gli si raccomanda sobrietà nel mangiare, soprat-. tutto nel bere. .Chi non sa comandare alla gola, è un servo inutile.
590. Non contraggano famigliarità coi giovani della Casa : abbiano rispetto. e carità con tutti nelle cose che riguardano i loro doveri senza usare con loro confidenza peggio ancora contrarre amicizie particolari.
591. Si accostino non meno di una volta al mese ai SS.. Sacramenti e ciò facciano nella propria. chiesa od oratorio, affinchè la loro cristiana condotta sia conosciuta dagli alunni; e serva di buon esempio.
592. Nessuno si rifiuti a lavori bassi e ritenga ognuno che Dio domanda conto dei doveri del proprio stato ; e non se abbia esercitato un impiego o una carica noia. Colui che è occupato anche nei bassi uffici, egli ha la medesima ricompensa in cielo,. che ha colui il quale consuma la sua vita in luminose e pubbliche cariche.
593. Il Direttore s´interessi perchè i famigli abbiano il maggior comodo possibile per gli esercizi di pietà, il necessario riposo durante il giorno, pur sempre curando che non istiano mai in ozio ;. terminati i proprii lavori, e preso il dovuto riposo potranno essere occupati in altri uffici domestici.
594. Quando avvenisse di dover licenziare un famiglio se ne .dia avviso all´Ispettore e al Consigliere Professionale del Capitolo Superiore, indicando la causa del licenziamento, affinchè non abbia da approfittarsi della buona fede dei Superiori di altra Casa. Prima di ammettere fra noi una persona non ben conosciuta si domandino le opportune informazioni, le fedi di battesimo, di:buona condotta del parroco, la fedina criminale, e l´attestato di buona, condotta del sindaco, e sopratutto notizie confidenziali da chi può darle. Non si ricevano i licenziati da altra nostra Casa.
595. Per .evitare pretese, disgusti é liti inutili accettando famigli si prendano quei provvedimenti legali, secondo le leggi dei diversi Stati in modo, che uscendo essi spontaneamente o allontanati dalle nostre Case non possano accampare oltre all´alimento, vestito, alloggio ed altro fornito, pretesa di ricompensa pel tempo che vi dimorarono.
CAPO XVIII.
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Del cuoco e degli aiutanti di cucina.
596. Il cuoco o Capo della cucina deve procurare che il vitto sia sano, economico ed apparecchiato all´ora stabilita. Ogni ritardo cagiona disagio nella comunità.
597. Al cuoco incombe di procurare che vi sia grande nettezza nella cucina,. e che niuna qualità di cibo abbia a guastarsi.
598. Qualsiasi parte di commestibili, di frutta, pietanza o bevanda che sopravanzi, la metta in serbo e non ne disponga se non nel modo stabilito col Superiore.
599. . Deve rigorosamente proibire l´ingresso. in cucina ai giovani e a qualunque persona della Casa; eccetto che siano ivi addetti a qualche. lavoro o debbano . compiere qualche ordine superiore, dato dal Direttore o Prefetto.
600. Secondo il bisogno delle varie Case, egli avrà in suo aiuto altre persone pei lavori di cucina, per la cantina e pei refettori, le quali tutte avranno gran cura della nettezza dei siti di loro occupazione, delle tavole o delle stoviglie, procurando pur la necessaria ventilazione.
601. Nelle distribuzioni di commestibili si ricordino che essi sono soltanto dispensatorie non padroni, perciò non facciano cosa alcuna senza ordini dei Superiori.
602. Occorrendo riparazioni o provviste da farsi, ne diano avviso al Prefetto od all´Economo.
603. Terminati. i propri lavori, si occuperanno altri uffici domestici, ma non istaranno mai in ozio.
604. Il cuoco o capo della cucina dovrà vegliare sopra tutte le persone a lui subordinate,. e qualora scorga qualche disordine, ricorra subito al Prefetto o a chi ne fa le veci.
605. A coloro Che attendono agli uffici della cucina del lavatoio e dei refettorii, massime nelle´ case grandi si conceda ogni giorno qualche ora di sollievo all´aria libera.
CAPO XIX.
Dei camerieri.
606. E cura dei camerieri assettare e tener pulite le camere, i dormitoi, le scuole, le sale, i corridoi, i portici ecc., ed aver gran cura dei letti, pagliericci, biancherie e vestiari.
607. Se trovano oggetti di biancheria, di vestiario e simili li consegnino a chi di ragione, al proprio padrone od .all´assistente- od al Prefetto. Anzi finita la ricreazione, un cameriere osservi se vi sono oggetti in abbandono e li porti al Prefetto.
608. Daranno pur avviso al Prefetto dei- guasti od inconvenienti che. incontrano nella casa.
609. Procureranno di mantenere nei dormitori e nelle camere la necessaria ventilazione, avvertendo di chiudere le finestre a tempo e luogo, specialmente in occasione..d´intemperie.
610. Lungo il giorno, se avranno tempo libero,. si metteranno a -disposizione del Prefetto; da cui devono essere fissate le rispettive occupazioni.
611. Quelli che sono destinati alla cura dei letti, biancherie e vestiari, avranno gran sollecitudine che. si tengano ben distinti con numeri od altri segni gli oggetti. appartenenti agli uni, da quelli che appartengono agli altri.
612. Procurino che a tempo debito abbia luogo il bucato, e si eseguiscano le riparazioni necessarie per le biancherie e per gli abiti.
613. A tempo debito faranno parimenti la distribuzione di quanto occorre a ciascuno pel letto e per la . persona, . e raccoglieranno la biancheria sucida, osservando che niente manchi di ciò che si deve ritirare.
614. Allontanandosi qualcuno dalla Casa,. un cameriere abbia tosto cura di ritirare gli oggetti e di custodirli diligentemente, tenendo nota ordinata dei bauli, casse, materassi ecc.
615. L´ordine, e la diligenza nel conservare e risarcire ciò che vien loro affidato riesce di gran vantaggio alla Comunità.
CAPO XX.
Del portinaio.
616. E strettissimo dovere del portinaio di trovarsi sempre in portieria, ricevere urbanamente chiunque si presenta Quando deve recarsi altrove per compiere i suoi doveri religiosi, prender cibo- o per altro ragionevole motivo, egli Si farà supplire da un compagno stabilito dal Superiore.
617. Non introdurrà mai persona in Casa senza saputa dei Superiori, indirizzando al Prefetto quelli che hanno affari riguardanti i giovani della Casa; e secondo le norme, che gli saranno date dai Superiori, indirizzerà al Direttore chi cerca direttamente di lui. Non ammetta alcuno all´udienza dei Superiori se non nelle ore che gli verranno indicate.
618. Non permetterà mai ad alcuno della Casa l´uscita se non è munito del. rispettivo biglietto, in cui sia notata l´ora di uscita e di ritorno, eccetto le persone che fossero date appositamente in nota dal Superiore.
619. Qualunque lettera o pacco indirizzato ai giovani o ad altri della Casa, prima che sia portato a destinazione sarà presentato in sè od in nota al Prefetto, il quale potrà visitarlo o farlo visitare.
620. Alla sera avrà cura di chiudere tutti gli usci, che mettono fuori dello Stabilimento.
621. Sarà eziandio cura del portinaio dare i segni dell´orario nel modo e nell´ora indicata dal Superiore.
622. È proibito di vendere o comperare commestibili, ritenere danaro ed altre cose presso di sè per compiacere ai giovani od ai parenti, come pure è proibito di ricevere. mancia da chicchessia.
623. Procuri la quiete, studi d´impedire le grida, gli schiamazzi ed ogni altra cosa .che possa cagionar disturbo alle sacre funzioni, alle scuole, allo studio ed al lavoro. In tempo delle funzioni e delle scuole non lasci che i giovani si .fermino in Parlatorio coi parenti.
CAPO XXI.
Del Sacrestano.
624. Non si dia l´ufficio di Sacrestano a chi non è molto sicuro in fatto di moralità e diligente nel tener le cose in ordine.
625. -1.1.Sacrestano abbia cura speciale della pulizia della chiesa, nella quale è proibito di tener deposito di arredi , .scale ed altri oggetti.
626. Cambi colla dovuta frequenza gli amitti, i purificatoi, le tovaglie dell´altare, che guarderà siano sempre tre e che la superiore scenda ai lati quasi. fino a terra ; pulisca .accuratamente le ampolle, e le tenga pronte per ogni messa. Non accenda per la celebrazione del Divin Sacrifizio moccoli insufficienti alla durata dello stesso.
I messali veda che non siano sdrusciti , senza segnacoli con fogli stracciati, ma decenti e forniti delle aggiunte diocesane anche novissime ; per le quali cose s´intenderà col Catechista.
627. Curi diligentemente la pulizia dei vasi sacri, ne procuri a tempo la rinnovazione della doratura, .e sia impegnato a conservare colla massima decenza e dignità tutto ciò che deve servire al santo Sacrificio. Vigili perchè non vengano mai a ´mancare le particole consacrate, le faccia rinnovare con frequenza, di regola ogni otto giorni. La chiave del Tabernacolo sia da • lui ritirata a tempo e ben custodita in posto sicuro sotto la sua responsabilità, memore delle severe condizioni, sotto cui la santa Sede concedè la conservazione dell´Eucaristia nelle Case religiose.
628. Procuri il conopeo del tabernacolo e lo cambi giusta il rito, secondo le prescrizioni, della Santa Sede, la quale non si contenta della lampada per indicare la presenza ´della. SS. Eucaristia,
629. Non ingombri gli altari specialmente la mensa di oggetti Minuti ; tenga bene spolverati i gradini, candelieri, ritiri dall´altare del Sacramento le Carte-gloria, e non ponga .vasi di fiori d´innanzi al tabernacolo.
630. Faccia eseguire con sollecitudine le riparazioni necessarie ai sacri paramenti e alla biancheria della chiesa.
•
AVVISI PER COLORO CHE SONO ADDETTI ALLA SACRESTIA.
631. . A tutti si raccomanda l´osservanza del silenzio in sacrestia, specialmente quando si compiono le sacre. funzioni, e chi è addetto alla sacrestia si adoperi per farlo osservare anche dagli altri.
632. Nettezza nella Chiesa, nella sacrestia, in tutte le suppellettili, negli altari, ne´ paramentali, sui banchi della Chiesa e sul pulpito.
633. Attenzione grande a non lacerare, nè imbrattare i paramenti ed altri arredi di Chiesa, ed abbiasi cura di raccogliere, .conservare lo scolo e gli avanzi delle candele, dell´olio e del
634. Non si accendano le candele prima del, tempo opportuno,. nè si cagioni disturbo accendendole prima che il Predicatore abbia terminato il suo ragionamento. .
635. Si usi diligenza a piegar camici, pianete ed altri sacri arredi, ad eccezione degli amitti e dei purificatoi -the si raccomandano alla cura di ciascun Celebrante.
636. I sacrestani portino a tempo debito la biancheria al bucato, alla stiratura ed anche alla rappezzatura qualora ne sia mestieri.
637. Nella Messa della Comunità si.. sospendano. le preghiere in comune. quando si dice il Confiteor,Ildisereatur, Indulgenti" Ecce Agnus Dei per la Comunione, e quando nella Messa si dà il segno dell´elevazione dell´Ostia e del Calice, ed allorchè il Sacerdote dà la benedizione. .638. Trattino con somma urbanità tutti quelli che si presentano in .Sacrestia per commissioni, e specialmente se chiedono confessori ; ringrazino cordialmente quelli che fanno offerta o danno limosina per celebrazioni di Messe.
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CAPO XXII.
Del teatrino.
639. Il teatrino, fatto secondo le regole della morale cristiana,può tornare di grande vantaggio alla gioventù, quando non miri ad altro, se non a rallegrare, .educare ed istruire i giovani più che si può moralmente. Affinchè si possa ottenere questo fine è d´uopo stabilire :
a) Che la materia sia adattata.
b) Si escludano quelle cose che possono ingenerare cattive abitudini e sentimenti di mollezza o di crudeltà.
MATERIA ADATTATA.
640. La materia deve essere adatta agli uditori, cioè servire di istruzione e di ricreazione agli allievi senza badare agli esterni. Gl´invitati e gli anici che sogliono intervenire saranno soddisfatti e -contenti, se vedono che il trattenimento torni utile ai giovanetti, e sia proporzionato alla loro intelligenza. Ciò posto, si devono escludere le tragedie, i drammi, le commedie ed anche le farse, in cui viene vivamente rappresentato un carattere crudele, vendicativo, immorale, sebbene nello svolgimento dell´azione si abbia di mira di correggerlo e di emendarlo.
641. Si ritenga che i giovanetti ricevono nel loro cuore le impressioni di cose vivamente rappresentate, e difficilmente si riesce a farle dimenticare con ragioni o con fatti opposti. I duelli, i colpi di fucili, di pistola, le minacce violente, gli atti atroci, non facciano mai parte del teatrino. Non sia mai nominato il nome di Dio, a meno che ciò avvenga a modo dì preghiera o di ammaestramento ; tanto meno si proferiscano bestemmie od imprecazioni ad oggetto di farne poi la correzione. Si evitino pure quei vocaboli che; detti altrove, sarebbero giudicati incivili o troppo plateali.
642. Sia dominante la declamazione di brani scelti da buoni autori, la poesia, la prosa, le favole; la storia, le cose facete, ridicole quanto si vuole, purchè non immorali ; la musica vocale o istrumentale, le parti obbligate od a solo, duetti, terzetti, quartetti, cori siano scelti in modo che possano ricreare, promuovere ad un tempo l´educazione ed il buon costume.
COSE DA ESCLUDERSI.
643. Tra le cose da escludersi devonsi annoverare gli abiti interamente teatrali. Si limiti 1´ abbigliamento alla trasformazione dei proprii abiti, o a quelli che già esistono nelle rispettive Case, o che fossero da taluno regalati. Gli abiti troppo eleganti lusingano l´amor proprio degli attori, ed eccitano i giovanetti a recarsi nei pubblici teatri per appagare la loro curiosità.
644. Altra sorgente di disordine sono le bibite, i confetti, i commestibili, colazioni, merende, che talvolta si distribuiscono ´agli attori o a quelli che si occupano degli apparecchi materiali. •
645. L´esperienza ha fatto persuaso, che queste eccezioni generano vanagloria e superbia in coloro Cui sono usate ; invidia ed umiliazione nei compagni che non ne partecipano. A .questi si aggiungono altri più . gravi motivi, per cui si crede opportuno di stabilire, che non siano usate particolarità agli attori, e vadano alla mensa ed al trattamento comune. Essi devono essere contenti di prendere parte alla comune ricreazione, o come attori o come spettatori. Il permettere ´poi di imparare la musica di canto, di suono, di esercitarsi a declamare e simili, deve già reputarsi sufficiente soddisfazione. Se poi alcuno si fosse guadagnato un premio. speciale , i Superiori hanno molti mezzi per rimeritarlo condegnamente.
646. Pertanto la scelta della materia la moderazione negli abiti, la esclusione delle cose soprammentovate, sono la garanzia della moralità nel teatrino. .
647. I Direttori poi veglino attentamente che siano . osservate le regole stabilite a parte pel teatrino, e si ricordino che questo deve servire di sollievo e di educazione pei.giovani, .che la Divina Provvidenza invia nelle nostre Case.
648. Ogni Direttore pertanto e gli altri Superiori sono invitati a mandare all´Ispettore i componimenti drammatici, che possono rappresentarsi secondo le regole sovraesposte. Esso raccoglierà tutte le rappresentazioni già conosciute; esaminerà quelle che gli fossero deferite e le conserverà se sono adatte, o ne farà le debite correzioni. •
DOVERI DEL CAPO DEL TEATRINO.
649. È stabilito un capo del teatrino, che deve tener informato volta per volta il Direttore della Casa di ciò che si vuol rappresentare, del giorno da stabilirsi, e convenir col medesimo sia nella scelta delle recite, sia dici giovani che devono. andar in scena. .
650. Tra i giovani da destinarsi a recitare si preferiscano i più buoni di condotta, che, per comune incoraggiamento, di quando in quando saranno surrogati da altri compagni.
651. Quelli che sono già occupati nel canto o nel suono procurino di tenersi estranei alla recitazione ; potranno però declamare qualche brano" di poesia o d´altro negli intervalli.
652. Per quanto è possibile, siano lasciati liberi dalla recita i. capi d´arte.
653. Procuri che le composizioni siano amene, ed atte a ricreare e divertire, ma sempre istruttive, morali e brevi. La troppa lunghezza, oltre al maggior disturbo nelle prove, generalmente stanca gli uditori, fa perdere il prégio della rappresentazione, e cagiona noia anche nelle cose stimabili.
654. Il capo si trovi sempre presente alle prove, e quando si fanno di sera, non siano protratte oltre .; alle io. Non permetta che assistano alle prove quelli che non sono a parte della recita. Finite le prove, invigili che in silenzio, ciascuno vada immediatamente a riposo senza trattenersi in chiacchere, che sono per lo più dannose, e cagionano disturbo a quelli che già fossero in riposo.
655. Il capo abbia cura di far preparare il palco. nel giorno prima della recita, in modo -che non abbiasi a lavorare nel giorno festivo.
656. Sia rigoroso nell´adattare vestiari decenti.
657. Ad ogni trattenimento vada inteso coi capi del suono e del canto, intorno ai pezzi da eseguirsi in musica.
658. Senza giusto motivo non permetta a chicchessia l´entrata sul palco, meno ancora nel camerino degli attori ; e su questi invigili che, durante la recita, non si trattengano qua e là in colloqui particolari. Invigili pure che nel vestirsi sia osservata la maggior decenza possibile.
659. Disponga in modo che il teatro non disturbi l´orario solito ; occorrendo la necessità di cambiare, ne parli prima col Superiore della Casa.
660. Nell´apparecchiare e sparecchiare il palco impedisca per quanto è possibile le rotture, i. guasti nei vestiari, e negli attrezzi del teatrino.
661. Non potendo il. capo disimpegnare da sè solo quanto prescrive questo Regolamento, gli sarà stabilito un aiutante, che è il così detto suggeritore.
662. Raccomandi agli attori un portamento di voce non affettato, pronuncia chiara,. gesto disinvolto, deciso ; ciò si otterrà facilmente se studieranno bene le parti.
663. Si ritenga che il bello e la specialità dei nostri teatrini consiste nell´abbreviare gli intervalli tra Un atto e l´altro, e nella declamazione di composizioni preparate o ricavate da buoni autori.
664. In caso di bisogno, il capo, potrebbe affidare ad un maestro fra gli studenti, ad un assistente fra gli artigiani, che esercitassero i loro allievi a studiare e declamare qualche farsa o piccolo dramma.
CAPO XXIII.
Regolamento per l´inferméria.
665. Ogni allievo della Casa che sentesi qualche male, si presenti dal Catechista, o in sua assenza dal Prefetto per avere il permesso d´entrare e fermarsi, se occorre, nell´infermeria.
666. Per tutto il tempo della cura si deve stare all´obbedienza del Catechista, rappresentato da un assistente o dall´infermiere, uno dei quali procuri di trovarsi sempre nell´infermeria.
667. I convalescenti non debbono uscire dall´infermeria senza permesso, nè avere alcuna relazione cogli estranei non malati. Chi trasgredisce questa regola, resta considerato come ristabilito, e dovrà quindi riprendere la vita,comune e le ordinarie sue occupazioni.
668. Il giuocare o fare schiamazzo non è cosa da malato. Perciò nell´infermeria si deve .sempre osservar il silenzio , .eccettuato il tempo stabilito per la ricreazione ai convalescenti e leggermente indisposti, ma tra di loro ed in luogo apposito. Essi non possono liberamente entrare nella camera degli infermi più gravi senza permesso, che non si dà se non in caso di assoluto bisogno.
669. L´infermiere non: permetta mai che altri si trat-:.«.; tenga vicino al lett6 dei malati, se non per• compiere; qualche Caritatevole officio, -a cui egli stesso non potesse -attendere.
670. Sai cura dell´infermiere di far visitare dal dottore i malati che gli vengano consegnati, al più presto che si possa ; é bene che a tal visita sia presente il Catechista o chi ne fa le veci.
671. Ogni ammalato, appena si accorge che malattia è un po´ grave, chiami. esso stesso di ricevere i Sacramenti, al ché dovranno pur badare attentamente il Catechista o l´infermiere. Il possedere la grazia di; Dio è il più .gran conforto che possa avere chi soffre.
672. L´assistente procuri Che i convalescenti e quelli che hanno..soltanto qualche incomodo, non passino il tempo in ozio, padre di tutti i vizi, secondo la loro condizione potranno occuparsi in letture amene, studiare il Catechismo, aiutare a tener pulita l´infermeria, e cose simili.
673. Quando il medico o l´infermiere dichiara che qualcuno è ristabilito, questi cessi immediatamente di frequentare l´infermeria, ma si presenti al Catechista o al Prefetto per essere occupato.
674. E poi rigorosamente proibito ogni sorta di cattivi discorsi. Chi venisse a conoscere qualche compagno colpevole di simili scandali, è gravemente obbligato a farne relazione ai Superiori.
675. Chi desidera entrar nell´infermeria per visitare qualche infermo si munisca del permesso dal Catechista ,o dal Prefetto.
677. Assistente ed infermiere fac-ciano sì che questo. Regolamento:sia caritatevolmente eseguito a maggior gloria .di Dio. L´infermiere presenti ogni due giorni al Catechista o al Prefetto la nota di quelli che si fermano a mangiare nell´infermeria.
678. La pazienza è necessaria agli ammalati e a chi ne ha cura Patientia vobis est necessaria, dice l´Apostolo (Hebr. X, 36, e nella pazienza possederete le vostre anime. In patientia vestra possidebitis animas vestras (Luc. XXI, 19).
PARTE III
Regolamento per gli allievi
CAPO I.
•
•
Scopo delle Case della Congregazione
di S. Francesco di Sales.
679. Scopo generale delle Case della Congregazione è soccorrere, beneficare il prossimo, specialmente coll´educazione della gioventù allevandola negli anni più pericolosi, istruendola nelle scienze e nelle arti, ed avviandola alla pratica della religione e della virtù..
680. La Congregazione non si rifiuta per qualsiasi ceto di persone, ma preferisce di occuparsi del ceto medio e della classe povera, come quelli:che maggiormente abbisognano di soccorso e di assistenza.
681. Fra i fanciulli trovansi in condizione tale da rendere inutile ogni mezzo morale senza soccorso materiale Alcuni già alquanto inoltrati, orfani o privi dell´assistenza, perché i genitori non possono o non vogliono curarsi di loro, senza professione, senza istruzione sono esposti ai pericoli di un tristo avvenire, .Se non trovano chi li accolga, li avvii al lavoro,..all´ordine, alla religione. Per. tali giovani la Congregazione di S. Francesco. di Sales, apre ospizi, oratori; scuole specialmente nei centri più popolati, dove maggiore suol essere il bisogno. Siccome poi non si possono ricevere tutti quelli ,che si presentano così . è mestieri stabilire alcune regole che servano a limitare l’accettazione a coloro le cui circostanze li fanno preferire
CAPO II
Dell´accettazione. •
682. Ogni Collegio avrà un programma od un prospetto, in cui saranno notate le condizioni di accettazione secondo la classe delle persone a cui sarà destinato ; e per accogliere i giovani in un Collegio, sì dovrà osservare se si verificano in essi tali condizioni.
683. Per tutti si esigeranno gli attestati di nascil1 e battesimo, di vaccinazione o di sofferto vaiuolo, dello stato di salute Alla mancanza del certificato di sanità si potrà supplire colla visita del medico. Si avrà specialmente riguardo a non ammettere .fra i giovani sani e ben disposti quelli che fossero affetti da mali schifosi, e attaccaticci, o da deformità, che si rendano inabili al lavoro, ed alle regole e consuetudini del Collegio.
684. Parimenti si baderà non ammettere dei giovani od altri individui, che .per la loro cattiva condotta e massime perverse Potessero riuscire d´inciampo a´ propri compagni ; perciò si esigerà; da ciascuno un certificato di condotta dal .proprio Parroco, e per regola generale non si ammetteranno nelle nostre. Case di educazione allievi, che fossero stati espulsi da altri Collegi
685. Se trattasi di accettazione gratuita, si esigerà un certificato., che dimostri che sono orfani di padre e madre ; poveri e abbandonati. Se .hanno fratelli,.zii od altri parenti, che possano averne cura, sono .fuori del nostro scopo. Se il postulante possiede qualche cosa, la porterà seco nella Casa e sarà. consumata a suo benefizio, perchè non è giusto che goda la carità altrui chi ha qualche cosa del suo.
686. Nelle nostre Case di beneficenza saranno di preferenza accettati quelli che- frequentanti. i nostri Oratori festivi, perchè è della massima importanza il conoscere. alquanto l´indole dei giovani prima di riceverli definitivamente nelle Case. Ogni giovane ricevuto nelle nostre Case dovrà considerare i suoi compagni come fratelli e i Superiori come quelli che tengono le veci dei genitori..
687. Quanto alle persone destinate ai lavori di Casa, oltre i certificati sopraccennati si esigerà da loro una dichiarazione di adattarsi ai regolamenti e agli ordini dei Superiori in quelle occupazioni ed in quei luoghi assegnati. che saranno loro segnati. per regola generale poi si osserverà che tali persone non siano in età troppo giovanile né troppo avanzata
688. Generalmente parlando, i giovani accettati gratuitamente saranno destinati ai mestieri. Siccome però fra essi se ne incontreranno alcuni cui Dio diede attitudine speciale per lo studio o per un´arte liberale, così le nostre Case di beneficenza si offrono in aiuto di questi giovanetti, sebbene non possano pagare nulla o solo una modica pensione. Per tal modo questi giovani potranno rendere fruttuosi a se stessi ed al prossimo quei doni che Dio Creatore ha in larga copia loro accordato e non li lascieranno diventare sterili e fors´anco dannosi, per mancanza di mezzi materiali e di coltura.
689. Converrà però aver di mira che questi loro studi non disturbino il- regolamento ed orario di Casa, mestre tali studenti devono proporsi di essere modello di buon esempio ai loro compagni, specialmente nelle pratiche di pietà.
690. Nessuno però sarà ammesso in td modo a studiare : 10 se non ha compiuto il coi o elementare ; 20 se non è dotato di eminente pietfche per regola generale dovrà essere comprovataAa una buona con-• dotta, tenuta almeno per qual ´ e tempo nelle nostre Case.; 30 lo´studio sarà il cors9 classico o ginnasiale, che si estende dalla prima ginpdsiale alla Filosofia esclusi- .
vamente. •
691.. Tali studenti saranno tenuti a prestarsi a qualsiasi servizio di Casa, come sarebbe servire a tavola, fare il catechismo simili.
CAPO III.
Della pietà.
692. Ricordatevi, o giovani, che noi siamo creati per amare e servire Dio nostro Creatore, e che nulla ci gioverebbe tutta la scienza, e tutte le ricchezze del mondo senza timor di Dio. Da questo santo timore dipende ogni nostro bene temporale ed eterno.
693. A mantenersi nel timor di Dio gioveranno l´orazione, i SS. Sacramenti e la parola di Dio.
694. L´orazione sia frequente e fervorosa, ma non mai di mala voglia, e con disturbo dei compagni ; è meglio non pregare che pregare malamente. Per prima cosa al mattino appena svegliati fate il segno della santa croce e sollevate la mente a Dio con qualche orazione giaculatoria.
695. Eleggetevi un confessore stabile, a lui aprite ogni segretezza del vostro cuore ogni otto o quindici giorni od almeno una volta al mese, siccome dice il Catechismo romano. Una volta al mese si farà da tutti l´esercizio della buona morte, preparandovisi con qualche sermoncino od altro esercizio di pietà.
696. Assistete divotamente alla S. Messa, é non dimenticate di fare o di ascoltare ogni ´giorno un poco di lettura spirituale.
697. Ascoltate con attenzione le prediche e le altre istruzioni morali. Badate di non dormire, tossire o fare qualsiasi altro rumore durante le medesime. Non partite ma dalle prediche senza portare con voi qualche massima da praticare durante le vostre occupazioni, e date molta importanza allo studio della religione e del catechismo
698. Datevi da giovani alla virtù, perché l´aspettare a darsi a Dio in età avanzata è porsi in gravissimo pericolo di andare eternamente perduto. Le virtù che formano il più bell´ornamento di un giovane cristiano sono : la modestia, l´umiltà, l´ubbidienza e la carità.
699. Abbiate una speciale divozione al SS. Sacramento, alla B. Vergine,- a S. Francesco. di Sales, a San Luigi Gonzaga, a S. Giuseppe, Che sono i Protettori speciali d´ogni Casa.
700. Non abbracciate mai alcuna nuova divozione se non con licenza del vostro confessore, e ricordatevi di quanto diceva S. Filippo Neri a´ suoi figli : Non vi caricate di troppe devozioni, ma siate perseveranti in quelle che avete preso.
CAPO IV.
. Contegno in Chiesa.
701. La Chiesa, o cari figliuoli, è casa di Dio , è luogo di orazione.
702. Ogni qual volta entrate in qualche Chiesa, prendete prima l´acqua benedetta e, fattovi il segno di santa Croce, fate inchino all´altare se vi è solamente la croce o qualche immagine, piegate un ginocchio ov´è il SS. Sacramento nel tabernacolo, fate genuflessione con ambe le ginocchia se il SS. Sacramento sta esposto. Ma baciate bene a non far strepito, non dar´ lare, nè ridere. In Chiesa o non andare, o stare col debito rispetto. La Chiesa è casa di Dio, casa di preghiera, di divozione e non di conversazione o di dissipazione.
703. Non fermatevi alla soglia della Chiesa ; non avvenga mai che v´inginocchiate con un sol ginocchio, appoggiandovi sgarbatamente col gomito sull´altro, non sedetevi sulle calcagna, come fanno i cagnolini nemmeno sdraiatevi, contro il sedile; facendo arco della persona ; camminando in Chiesa, non cagionate mai calpestio in modo da recar disturbo a chi raccolto prega. Ricordatevi poi che è mal costume, appena entrati in Chiesa, trattenersi a mirare le persone, gli oggetti e i capolavori che sono in essa, prima di fare un atto di adorazione a Dio, come pure è mal fatto lo stare in piedi al tempo dell´elevazione, come in alcuni .paesi suole avvenire.
704. .. Durante le sacre funzioni astenetevi, per quanto potete, di sbadigliare, dormire, volgervi qua e là, chiaccherare e uscire di Chiesa. Questi difetti mostrano poco desiderio delle cose di Dio, e per lo più danno disturbo ed anche scandalo ai compagni.
705. Andando al vostro posto abbiate cura di non smuovere i banchi o le sedie, né farle scricchiolare movendovi ad ogni tratto. Non sputate mai sul pavimento, perchè tal cosa è sconvenevole e mette in pericolo d´imbrattarsi chi presso voi si inginocchiasse.
706. Siate raccolti anche nell´uscire di Chiesa, .e non accalcatevi mai alla porta per uscire tra i primi. Aspettate a coprirvi il capo passata la e badate a non fermarvi, a far chiasso vicino alla Chiesa.
707. Nel dire le orazioni non alzate troppo la voce, ma nemmanco ditele tanto piano da non essere uditi..
Le orazioni si recitino posatamente e non con precipitazione, nè vi sia chi voglia fare più in fretta terminando,. mentre altri è ancora a metà.
708. Cantandosi l´ufficio divino, osservate le pause assegnate dall´asterisco, e non cominciate il versicolo finché il coro od altra parte abbia terminato . Avvertite di non fare dissonanza di voci, o gridando a tutta gola, o cantando fuor di tono, o facendo un lungo strascico di voci in fine dei versetti o delle strofe.
709. Non sia mai che apriate la bocca solo per far pompa della vostra voce ; pensate invece che col canto divoto lodate Iddio, ed alla vostra voce fanno eco gli Angeli del Cielo.
710. Quando avete la bella fortuna di servire la Messa, . attendete anzitutto a quanto dice S. Giovanni Crisostorno : « Intorno al sacro altare, mentre si celebra, assistono i cori degli Angeli con somma divozione e riverenza:, sicchè il servire il sacerdote in sì alto ministero,. è uffizio più angelico che umano. »
711. Procurate adunque. di conoscere con esattezza le cerimonie, facendo bene gl´inchini e le .genuflessioni a tempo debito. Dite bene le parole pronunciandole a voce chiara, distinta e divota.
712. Non tenete mai le mani in saccoccia; guardatevi dal ridere col compagno o voltarvi indietro solo a tempo debito osservate alla balaustra se vi ha chi desideri comunicarsi.
713. Andando o tornando dall´altare camminate posatamente ; ma procurate che il celebrante non abbia mai da aspettare.
714. Andate con buona voglia a confessarvi, nè state mai a girovagare pei corridoi, pei cortili in tempo delle confessioni ; procurate di prepararvi bene e di star ben raccolti.
715. Non spingete i compagni per passare ad essi davanti ; ma aspettate con pazienza il vostro turno, pregando o leggendo qualche libro divoto ; ma più che tutto guardatevi dal parlare, fosse anche sotto voce.
716. Nell´atto dì confessarvi state nella posizione più comoda al Confessore, non obbligando mai lui a star chino e disagiato ; nè obbligatelo a farvi delle interrogazioni in principio ; ma voi stessi dite subito da quanto tempo non vi siete più confessati, se avete fatta la penitenza e la Comunione, e poi farete l´accusa dei peccati.
717. Nell´ accostarvi alla santa Comunione non accalcatevi per fare più presto ; non fatevi attendere in fine ; chi è piccolo di statura si alzi in piedi
718. Dopo la santa Comunione fate almeno un quarto d´ora di ringraziamento.
719. Lungo il giorno prendete la bella abitudine di fare qualche visita a Gesù Sacramentato. Duri essa anche solo qualche minuto ; ma sia quotidiana se vi sarà possibile.
CAPO V.
Del lavoro.
720. L´uomo, miei cari giovani, è nato per lavorare. Adamo fu collocato nel Paradiso terrestre affinchè lo coltivasse. L´apostolo S. Paolo dice : È indegno di mangiare chi non vuole lavorare : Si quis non volt operari, nec manducet•(II Thess. III, 10).
721. Per lavoro s´intende l´adempimento dei doveri del proprio stato, sia di studio, sia di arte o mestiere.
722. Mediante il lavoro potete rendervi benemeriti della società, della religione, e far bene all´anima vostra, specialmente se offrite a Dio le quotidiane vostre occupazioni
723. Tra le vostre occupazioni preferite sempre quelle che sono comandate dai vostri Superiori o prescritte dall´ubbidienza, tenendo fermo di non mai omettere alcuna vostra obbligazione, per intraprendere cose non comandate.
724. Se sapete qualche cosa datene gloria a Dio, che è autore d´ogni bene, ma non insuperbitevi, perciocchè la superbia è verme che rode, e fa perdere il merito di tutte le vostre opere buone.
725. Ricordatevi che la vo tra età è la primavera della vita. Chi non si abitua al lavoro in tempo di gioventù, per lo più sarà sempre un poltrone« sino alla vecchiaia con disonore della patria e dei parenti, e. forse con danno irte arabile dell´anima propria..
726. Chi è obbligato a lavorare e non lavora, fa un furto a Dio ed a´ suoi Superiori.. Gli oziosi in fine della vita proveranno grandissimo rimorso pel tempo perduto.
727. Cominciate sempre il lavoro, lo studio e la scuola con l’Actiones e coll’Ave Maria, e finite con l´ Agimus. . Ditele bene queste piccole preghiere, affinchè il Signore voglia esso guidare i vostri. lavori ed i vostri studi, e Possiate lucrare le indulgenze concesse dai Sommi Pontefici a chi compie queste pratiche di pietà.
728. Al mattino prima di cominciare il lavoro, a mezzodì ed alla sera, finite le vostre occupazioni, dite l´Angelus Domini, aggiungervi alla sera il De profundis in suffragio delle anime d i fedeli defunti .; ditelo sempre. .stando..inginocchiati, eccetto il sabato sera ed alla domenica, in cui lo dire stando in piedi. Il Regina Coeli si dice nel tempo. Pasquale stando in piedi.
.
CAPO VI
Contegno nella scuola e nello studio.
729. Dopo la pietà è massimamente commendevole lo studio. Perciò la prima occupazione deve consistere nel fare il lavoro d´obbligo e studiare la lezione ; solamente finito questo, potrete leggere qualche buon libro o far altro.
730. Abbiate molta cura dei libri, quaderni e quanto vi appartiene ; procurate di non fare sgorbi sopra di essi, nè di guastarli come che sia. Non prendete mai nè libri, nè carta, nè quaderni altrui. Occorrendovi bisogno di qualche cosa, chiedetela in modo garbato al compagno vicino. Non gettate carta sotto le tavole e sotto i banchi.
731. : Nella scuola alzatevi in piedi all´arrivo del professore o maestro ; e, se tarda a venire, non fate rumore, ma attendetelo seduti silenziosamente ripetendo la lezione o leggendo qualche buon libro;
732. Procurate di non arrivare mai troppo tardi alla scuola. Nello studio e nella scuola deponete il berretto, il pastrano ed il cravattone se l´avete.
733. Occorrendo di dover mancare da scuola o da studio, per qualunque motivo, renderne avvisato il maestro preventivamente ; e non potendolo per voi stessi, almeno per mezzo d´un compagno. Tornando altra volta a scuola prima di andare a posto, date ragione della vostra assenza al maestro.
734. Durante la spiegazione, evitate la brutta. usanza di bisbigliare, delineare figure sul libro, far pallottole di carta, tagliuzzare il banco, far segni smodati di ammirazione per le cose che udite; o peggio dimostrare disgusto o noia della spiegazione stessa.
735. . Non interrompete mai la spiegazione con interrogazioni importune e, se venite interrogati; alzatevi prontamente in piedi e rispondete senza precipitazione e senza far aspettare.
736. . Ripresi di qualche fallo non rispondete mai arrogantemente, aveste pure mille ragioni ; mostratevi umiliati sì, ma contenti d´essere stati avvisati. Nè siate. mai di coloro che s´impennano, gettano a terra il libro, posano la testa sul banco, atti tutti che indicano superbia e malacreanza.
737. Non burlate mai chi sbaglia, o non pronunzia bene le parole o le doppie a suo luogo. E pure contro la carità prendersi giuoco dei compagni che fossero più indietro nella ´scuola.
738. Il fare sgorbi sulla lavagna, lo scrivervi partile che possono offendere e mettere in ridicolo qualcuno, lo sporcare le pareti della scuola o le carte geografiche od altro, il versare l´inchiostro o spruzzare comecchessia con quello il vestito altrui, sono tutte cose da cui dovete guardarvi assolutamente.
739. I lavori siano fatti con grande attenzione, le pagine siano ben pulite, bene scritte, non frastagliate alle estremità e sempre con un poco di margine.
740. Rispettate i maestri, o siano di vostra classe o siano delle classi altrui. Prestate speciale ossequio a quelli che v´insegnavano negli anni andati. La riconoscenza verso chi vi beneficò è una delle virtù che più ornano il cuore,d’un. giovane.
741. L’orario dello studio varia secondo l’orario delle scuole,, ma tutti sono tenuti ad uniformarsi.
742. Lo studio. s´incomincia colla-recita dell´Actiones e dell’ Ave--Maria, e si finisce coll´Agimus ed altra Ave Maria
743. . Cominciato lo studio, non è più lecito di parlare, pigliare o dare a prestito; non ostante qualsiasi bisogno. Si eviti eziandio di fare rumore colla carta, coi libri, coi piedi o col lasciar cadere qualsiasi cosa. Occorrendo qualche vera necessità, se ne darà cenno all´assistente, e si farà ogni cosa col:minimo disturbo.
744. Niuno si muova o faccia strepito, finchè il campanello non abbia dato il segno del termine.
745. Nello studio vi sarà un assistente, il quale è responsabile della condotta, che ciascuno vi tiene, tanto nella. Diligenza ad intervenire quanto nell´applicazione.
In ogni banco dello: studio sta un decurione. ed un vice decurione in aiuto dell´assistente.
746. Ogni Domenica a sera vi sarà una conferenza per gli studenti, in cui il Consigliere Scolastico o chi ne fa le veci, leggerà i voti di ciascuno con qualche paterno riflesso, che serva di eccitamento agli allievi ad avanzarsi nello studio e nella pietà
747. Chi non è assiduo allo studio, oppure reca disturbo quando vi si trova, sarà-avvisato ; che se non si emenda, sarà tosto destinato ad altre occupazioni o mandato ai propri parenti.
748. Per contribuire all´esatta occupazione, ed anche perché nella Casa vi sia un posto, ove possa ognuno tranquillamente leggere e scrivere senza disturbo, nello studio si dovrà osservare da tutti rigoroso silenzio in ogni. tempo.
749. Chi non ha il timor di Dio, abbandoni lo studio, perché lavora invano. La scienza non entrerà in un´anima malevola, nè abiterà in un corpo schiavo del peccato. In malevolam animam non introibit sapientia, nec habitabit in corpore subdito peccatis, dice il Signore (Sap. I, 4)
750. La virtù che è in particolar maniera inculcata agli studenti è l´umiltà. Uno studente superbo è uno stupido ignorante. Il principio della sapienza è il timor di Dio. Initimn sapientiae timor Domini, dice lo Spirito Santo. Il principio d´ogni peccato è la superbia. Initium omnis peccati superbia scribitur, dice S. Agostino.
CAPO VII.
Contegno nei laboratorii.
751. Al mattino, terminate le pratiche di pietà, ogni artigiano prenderà senza strepito la colazione, e si recherà immediatamente e con ordine al rispettivo laboratorio, non fermandosi nè a chiaccherare nè a divertirsi, e procurerà che nulla gli manchi per le sue occupazioni.
752. Il lavoro s´incomincierà sempre coll´Actiones e coll´Ave Maria. Dato il segno..del fine del lavoro, si reciterà l´Agimus coll´Ave Maria. A mezzodì ed alla sera si reciterà l´Angelus Domini prima di uscire dal laboratorio.
753. In ogni officina tutti gli operai devono essere sottomessi ed ubbidienti all´assistente ed al maestro d´arte, come loro Superiori, usando grande attenzione e diligenza nel compiere i loro doveri, ed imparare quell´arte con cui dovranno a suo tempo guadagnarsi il pane della vita.
754. Ogni allievo stia nel proprio laboratorio, nè mai alcuno si rechi in quello degli altri senza assoluto bisogno e non mai senza il dovuto permesso.
755. Nessuno esca dal laboratorio senza licenza dell´assistente. Qualora fosse necessario mandare qualcuno per commissioni fuori di Casa, l´assistente ne procurerà .il permesso dal Prefetto.
756. Nei laboratori è proibito bere vino, giuocare, scherzare, dovendosi in questi lavorare e non divertirsi.
757. Per. quanto sarà..compatibile all’arte o mestiere; che colà si esercitai si osserverà rigoroso silenzio.
758. Ciascuno abbia cura che non si smarriscano né si guastino gli.. utensili del laboratorio,
759. Pensi ognuno che l´uomo è nato pel lavoro, e che solamente chi lavora con amore ed assiduità ha la. pace nel cuore e trova lieve la fatica.
760. Questi articoli saranno letti dal Catechista o dall´assistente ogni sabato a chiara voce, e se ne terrà sempre copia. nel laboratorio.
CAPO VIII. .
Contegno verso i Superiori.
761. Il fondamento d´ogni virtù in un giovane è l´ubbidienza a´ suoi Superiori. .
L´ubbidienza, genera e conserva tutte le altre virtù, e se questa è a tutti necessaria, lo è in modo speciale per la gioventù. Se pertanto volete acquistare la virtù cominciate dall´ubbidienza ai vostri Superiori, sotto-. mettendovi loro senza opposizione di sorta come fareste a- Dio.
762. Ecco le parole di S. Paolo intorno all´ubbidienza: Ubbidite a coloro che vi sono proposti per vostra guida e vostra direzione, e siate loro sottomessi ; perché essi dovranno render conto a Dio delle vostre anime. Ubbidite, non per forza ma volentieri, affinchè i vostri Superiori possano con gaudio compiere i loro doveri e non colle lagrime e coi sospiri (Hebr. XIII. 17).
763. Persuadetevi che i vostri Superiori sentono vivamente la grave obbligazione the li stringe a promuovere nel miglior modo il vostro vantaggio, e che nel avvisarvi; comandarvi, correggervi non altro hanno di mira che il vostro bene.
764. Fanno male coloro che non si lasciano mai vedere dai Superiori, anzi si nascondono o fuggono al loro sopraggiungere. Ricordate l´esempio dei pulcini:. Quelli che si avvicinano di più alla chioccia per lo più ricevono sempre da -essa qualche bocconcino, speciale,- Così coloro..Che, sogliono avvicinare i Superiori hanno sempre . qualche avviso .o..consiglio. particolare.
765. Date anche loro quelle dimostrazioni esterne di riverenza che ben si meritano, col salutarli rispettosamente quando li incontrate, con tenervi il capo scoperto in loro presenza. -
766. Sia la vostra ubbidienza pronta, rispettosa ed allegra ad ogni loro comando, non facendo osservazioni per esimervi da ciò che comandano. Ubbidite; sebbene la cosa comandata non sia di vostro gusto.
767. .. Aprite loro liberamente il vostro cuore considerando in essi un padre, che desidera ardentemente la vostra felicità..
768. Ascoltate con riconoscenza le loro correzioni, e se fosse necessario, ricevete con umiltà il castigo . dei vostri falli, senza mostrare nè odio nè disprezzo verso di loro.
769. Fuggite la compagnia di coloro che, mentre i Superiori consumano le fatiche per voi, censurano le loro disposizioni; sarebbe questo un segno di massima ingratitudine.
770. Quando siete interrogato da un Superiore sulla condotta di qualche vostro compagno, rispondete nel modo che le cose sono a voi note, specialmente quando si tratta di- prevenire o rimediare. a, qualche male. Il tacere in queste circostanze recherebbe danno quel compagno, ed offesa a Dio.
CAPO IX.
Contegno ,verso i compagni,
771. Onorate ed amate i vostri compagni come altrettanti fratelli, e studiate di edificarvi gli uni gli altri col buon esempio.
772. Amatevi tutti scambievolmente, come dice il Signore, ma guardatevi dallo scandalo. Colui che con parole, discorsi, azioni dasse scandalo, non è un amico, è un assassino dell´anima.
773. Se potete prestarvi qualche servizio e darvi qualche buon consiglio, fatelo volontieri. Durante la. . ricreazione, accogliete di buon grado nella vostra conversazione qualsiasi compagno senza distinzione di sorta, e cedete parte dei vostri trastulli con piacevoli maniere. Abbiate cura di non mai discorrere dei difetti dei vostri compagni, a meno che ne siate interrogati dal vostro Superiore. In tal caso badate di non esagerare quello che dite.
774. Dobbiamo riconoscere da Dio ogni bene ed ogni: male; perciò guardatevi dal deridere i vostri compagni pei loro difetti corporali o spirituali. Ciò .che oggi. deridete negli altri; può darsi che domani permetta il Signore che avvenga a voi..
775. La vera carità comanda di sopportare con pazienza i difetti altrui e perdonare facilmente quando taluno ci offende; ma non dobbiamo mai oltraggiare -gli altri, specialmente quelli che sono a noi inferiori.
776. La superbia è sommamente da fuggirsi ; «il superbo è odioso agli occhi di Dio. e dispregevole dinanzi agli uomini.
CAPO.X.
Della modestia.
777. Per modestia. s´intende una decente e regolata. maniera di parlare, di trattare e camminare. Questa virtù, o giovani, è uno dei più belli ornamenti della vostra età, e deve´ apparire in ogni vostra azione, in Ogni vostro discorso.
778. Il corpo e le vestimenti devono essere puliti, il volto .costantemente sereno ed allegro senza muovere le spalle, o il corpo leggermente qua e là eccetto che qualche onesta ragione lo richiegga.
779. Vi raccomando la modestia degli occhi ; essi sono le finestre per cui il demonio conduce il peccato nel cuore. L´andare sia moderato, non con troppa. fretta, ad eccezione che la necessità esiga altrimenti.;le mani quando non sono occupate si tengano in atto decente, e di notte. per quanto si può tenetele giunte dinanzi al petto.
780. ..Non mettete mai le mani addosso agli altri, nè mai fate ricreazione´ tenendovi l´un l´altro per mano, nè mai passeggiate a braccetto od avvincolati al collo dei compagni, come fa talvolta la gente di piazza.
781. Quando parlate siate modesti, non usando mai • espressioni che possano. offendere la carità e la decenza, al vostro stato, alla vostra età più si conviene un verecondo silenzio, che il promuovere discorsi, che generalmente palesano in voi arditezza e loquacità.
782. Non criticate le azioni ´altrui, nè vantatevi de´ vostri pregi o di qualche vira. Accogliete sempre con indifferenza il biasimo e la lode, umiliandovi verso Dio quando vi vien fatto qualche rimprovero.
783. Evitate ogni azione, movimento o parola che sappiano alcunchè di villano, studiatevi di emendare a tempo i difetti di temperamento e sforzatevi di formare in .voi un´indole mansueta e costantemente regolata secondo i principi della cristiana modestia.
784. È pure parte della modestia il modo di contenersi a tavola, pensando che il cibo è dato a noi, non siccome bruti solo per appagare il gusto, ma sibbene per mantenere sano vigoroso il corpo, quale istrumento materiale da adoperarsi a procacciare la felicità dell´anima.
785. Prima e dopo il cibo fate i soliti atti di religione, e durante la refezione procurate di pascere eziandio lo spirito, attendendo in silenzio a quel po´ di lettura che vi sia.
786. Non è lecito mangiare o bere se non quelle cose che sono dallo stabilimento sornministrate. Quelli che ricevono frutta, commestibili o bibite di qualunque genere, dovranno consegnarle al Superiore, il quale disporrà che se ne faccia uso moderato.
787: Vi si raccomanda caldissimamente di non mai guastare la benché minima parte di minestra, pane o pietanza. Non dimentichiamo l´esempio del Salvatore che comandò a suoi Apostoli di raccogliere le briccioie di pane, affinchè non andassero perdute Colligite fragmenta ne pereant. Chi guastasse volontariamente qualche sorta di cibo, .è severamente punito, e deve grandemente temere che il Signore lo faccia morire di fame.
CAPO XI.
Della pulizia.
788. La pulizia deve Starvi molto a cuore. La nettezza e l´ordine esteriore indica mondezza e purità dell’anima.
789. Fuggite la .stolta ambizione di azzimarvi o acconciarvi i capelli per fare bella comparsa; ma procurate che gli abiti non siano mai sdrusciti o sporchi.
790. Tagliatevi le unghie a sua tempo e non lasciate che vi crescano troppo lunghe.. Non tenete le scarpe slegate o sucide, lavate i piedi con frequenza specialmente d´estate.
791. Non uscite mai di camera senza aggiustarvi il letto, ripulire ed assettare gli abiti e mettere in ordine ogni cosa vostra. Non lasciate, scarpe vecchie od altro ingornbro sotto. il letto ma mettetele in qualche ripostiglio o consegnatele .a chi di ragione.
792. Ricordatevi ogni mattina di lavarvi le mani e la faccia, sia per utilità della vostra salute, sia per non cagionare schifo agli altri.
793. Tenete i denti puliti questo libererà dal puzzore della bocca, molte volte da ciò proveniente, e dal guasto o mal di denti, che per lo più ne suole conseguire.
794, Il pettinarsi deve essere cosa di tutte le mattine. Per impiegarvi meno tempo e per più agevolmente tenervi pulito il capo, portate costantemente: i capelli corti
795, Non tenete le dita sporche d´inchiostro, e quando le avete sozze e comecchessia, non sta bene il pulirle colle vestimenta , nè cogli abiti asciugati mai la penna quando finite di scrivere.
.
CAPO XII.
Contegno nel regime della Casa.
796. Al mattino , dato il segno del campanello, lasciate prontamente il letto, mettendo mano a vestirvi con tutta; la. decenza possibile, e sempre in silenzio.
797. Dato il secondo segno del campanello,.. ciascuno andrà in cappella al luogo designato per recitare le orazioni in comune ed assistere alla santa Messa, oppure alle proprie occupazioni, andando poi alla Messa nel tempo che sarà fissato.
798. Mentre si celebra la S. Messa, si recitano le preghiere ed il S. Rosario, ed in fine vi sarà- breve meditazione.
799. È proibito guardare e rifrustare nello scrigno . a cassa altrui. Lungo i giorno niuno si rechi in dormitorio senza particolare permesso.
800. Guardatevi bene dall´appropriarvi la roba altrui, fosse anche della minima entità ; ed accadendo di trovare qualche cosa, consegnatela tosto a Superiori, e. chi si lasciasse ingannare a farla sua, sarebbe punito a proporzione del furto.
801. Le lettere e i pieghi, che si ricevono o si spediscono, devono essere consegnati al. Superiore, il quale, se lo giudicasse, può leggerli liberamente.
802. È rigorosamente proibito di tener denaro presso di sè, ma devesi depositare tutto presso al Prefetto;-il quale lo somministrerà secondo i: bisogni particolari. È eziandio severamente proibito ,lo,stringere contratto. di vendita, compra o permuta, far debito con chicchessia senza il permesso del Superiore.
803. È proibito d´introdurre in Casa o nel dormitorio persone esterne. Dovendosi parlare con parenti od altra persona, si andrà nel parlatorio comune. Non istate mai vicini agli altri quando. tengono discorsi particolari. Nè mai introducetevi. nei ,: laboratorii .o nei. dormitorii altrui,. Perché tal cosa riesce di grave disturbo a chi vi .è entro od a chi lavora. È parlimente proibito di chiudersi..in. camera, scrivere sopra le mura, piantar chiodi, il far rotture di- qualsiasi genere. Chi colpevolmente guastasse qualche cosa, è obbligato a farla riparare a sue spese. Infine è pure proibito trattenersi nella camera del portinaio; in cucina, ad eccezione di quelli, che sono ivi. incaricati di qualche uffizio.
804. Usate carità can tutti, compatite i difetti altrui, non imponete mai soprannomi, nè mai dite o fate cosa alcuna che, detta o fatta a voi, vi possa recar dispiacere.
CAPO XIII.
Contegno fuori della Casa..
805. ..Ricordatevi, o -giovani, che ogni cristiano è tenuto di mostrarsi edificante verso il prossimo, e che nessuna predica è più edificante del buon esempio.
806. Uscendo di Casa siate riservati negli sguardi, nei discorsi ed in ogni vostra azione. Niuna cosa può. essere di maggior edificazione quanto il vedere un giovane di buona condotta ; egli fa vedere che appartiene ad una comunità di giovani cristiani e ben educati.
807. Quando aveste a recarvi a passeggio o per altro motivo qualunque fuori di Casa non .fermatevi a mostrare a dito chicchessia, nè fare risa smodate,.tanto meno gettare pietre, divertirsi saltando fossi od acquedotti. Queste cose indicano una cattiva educazione.
808. Se incontrate persone che abbiano cariche pubbliche, scopritevi il capo cedendo loro la parte più comoda ; altrettanto farete coi religiosi e con ogni persona costituita in dignità, .massimamente se venissero o s´incontrassero in casa.
809. Passando davanti qualche Chiesa o divota immagine, scopritevi il capo in segno di riverenza. Che se v´accadesse di passare vicino a una Chiesa , ove si compissero i divini Uffizi, fate silenzio a. debita distanza per non recare disturbo a quelli che entro si trovano. Abbattendovi in un convoglio funebre, scopritevi il capo; recitando sotto voce un Reqiem aeternam o il De profundis. In caso di una processione state col capo. scoperto finché sia passata.. Qualora incontraste il . SS Sacramento .portato agl´infermi, piegate ambo le .ginocchia per adorarlo.
810. Ricordatevi bene , che se voi non vi portate bene nella Chiesa, nella scuola, nel lavoro o per istrada, oltre che ne avrete a render conto al Signore, farete anche disonore al Collegio o Casa a cui appartenete.
811. Se mai qualche compagno vi facesse discorsi o vi proponesse opere cattive, partecipatelo prestamente al Superiore per avere i necessari avvisi e .regolarvi con .prudenza senza offendere Dio.
812. Non parlate mai male dei vostri compagni, dell´andamento di Casa, de´ vostri Superiori e delle loro disposizioni. Ciascuno è pienamente libero di rimanere o non rimanere, e farebbe disonore a se stesso chi si lagnasse del luogo dove è in piena libertà di rimanere o di andare dove più a lui piace.
813. Quando si va al passeggio, è proibito di fermarsi per istrada, entrare in botteghe, fare visite -o andare a divertirsi o comecchesia allontanarsi dalle file. Nemmeno è lecito accettare invito di pranzi, perché non se ne darà il permesso.
814. Se volete fare un gran bene a voi e alla Casa, parlatene sempre bene, cercando eziandio ragioni per fare approvare quanto si fa o si dispone dai Superiori per il buon andamento della comunità.
815. Esigendosi da voi una ragionevole e spontanea ubbidienza a tutte queste regole, i trasgressori ne saranno debitamente. puniti, e quelli che le osserveranno, oltre la ricompensa -che devono aspettarsi dal Signore, saranno anche dai Superiori premiati secondo la perseveranza e la diligenza!
CAPO XIV.
Del passeggio.
816. Il passeggio è un esercizio molto utile per conservare la sanità ; perciò quando. le regole lo stabiliscono, non rifiutate mai di prendervi parte.
817. All´ora dell´uscita trovatevi pronti, mettetevi subito in ordine. senza farvi mai aspettare. Si noti che non é lecito ai giovani di una squadra andare con quelli d´un´ altra
818. Ogni squadra deve avere un assistente, il quale è responsabile dei disordini che in essa possono succedere.
819. Non si lascino uscire coloro che non hanno le vesti monde e le scarpe pulite. Si vada nei luoghi stabiliti ; ed in ogni cosa ciascuno obbedisca all´assistente.
820. La passeggiata non sia una corsa, nè si faccia alcuna fermata senza espressa licenza dei Superiori. Le passeggiate -ordinarie siano d´un ora e mezza;. e non; oltrepassino mai le due .ore. La compostezza della persona, la custodia degli occhi, la gravità del passo debbono osservarsi da tutti. La sbadataggine d’un solo potrebbe procacciare vergogna a tutto il drappello.
821. La mancanza di cui si terrà maggior cori è di chi si allontana dalle file. L´assistente non può dare questo permesso. Chi compera o va ai caffè o trattorie, merita l’espulsione dalla Casa.
AVVERTIMENTI
822. Gli assistenti alla passeggiata osservino esattamente l´ora della partenza e del ritorno.
823. Non ammettano, nella squadra loro affidata, alcuno che appartenga ad altra squadra.
824. Pongano mente .che i giovani siano puliti nella persona e negli abiti.
825. -Non conducano mai i giovani nell´interno della città od a visitare musei, gallerie, giardini, .palazzi ecc. senza speciale permesso.
826. Non permettano mai che alcuno si arresti per via, o s´allontani dall´assistente per nessun motivo.
827. Sé avvenga che alcuno commetta qualche mancanza, subito ne rendano avvisato il Direttore degli studi od il Prefetto.
828. Persino infine gli assistenti che è grande. la responsabilità che essi hanno. riguardo ai giovani dinanzi Dio e dinanzi ai Superiori.
CAPO XV.
Contegno nel teatrino
829. A vostro divertimento e piacevole istruzione sono concesse rappresentazioni teatrali ; ma il teatrino, che è destinato a coltivare il cuore, non mai sia causa della più piccola offesa. del Signore.
830. .Prendetevi parte allegramente con riconoscenza ai vostri -Superiori, che-ve lo permettono ; Ma non date mai segno di disapprovazione quando si dovesse aspettare od avvenissero cose che non fossero di vostro gradimento.
831. Il recarvisi con precipitazione anche. con pericolo di far del, male ai compagni, il, cercar di passare davanti agii altri ed accomodarli nel luogo migliore e non nell´assegnato, il tènere il berr0tto in capo mentre si recita, il voler stare in piedi quando s´impedisce la vista agli altri, e tanto più il gridar forte, ed. il fischiare in qualunque modo, o. dare altri. segni di scontentezza, sono cose al tutta da evitarsi.
832. Appena si alza il sipario, fate silenzio, e se. non potete vedere abbastanza bene, non ostinatevi a voler pure star in piedi con disagio altrui. Se altri sta avanti - a voi, non gridate nè maltrattatelo, ma in bel modo fatelo avvisato, e se non l´intende, quietatevi voi e soffrite con pazienza.
833. Guardatevi dal disprezzare chi sbaglia o non recita bene ; non date mai voce di disapprovazione, .e nemrnanco fuori non fategli rimostranza di sorta. Calando il sipario, applaudite sempre ancorchè non si sia per avventura proceduto con quella precisione che taluno si aspettava.
834. : All´ uscire dal teatrino non accalcatevi alla porta, ma uscite con l´ordine che è indicato e copritevi bene, perchè .l´ aria del di fuori ordinariamente è più fredda e può apportar nocumento alla sanità.
CAPO XVI.
Cose con rigore proibite nella Casa.
835. Nella casa essendo proibito di tener danaro, è parimenti proibito ogni. sorta, di giuoco- interessato.,
836. È pure vietato ogni giuoco in cui possa essere pericolo di farsi del male e possa avvenir cosa contro. la modestia.
837. Il fumare .e. masticar tabacco è vietato in ogni tempo, e sotto qualsiasi pretesto. Il nasare è tollerato nei limiti da stabilirsi dal Superiore dietro consiglio del medico.
838. Non si darà mai permesso d´uscire coi parenti e . cogli amici a pranzo, o per provviste d´ abiti. Occorrendo bisogno di questi oggetti, può farsi prendere la.. misura .per comperarli fatti, o dare ordine che si facciano nell’officina dello Stabilimento.
TRE MALI SOMMAMENTE DA FUGGIRSI.
839. Sebbene ognuno debba fuggire qualsiasi peccato, tuttavia vi sono tre mali che in particolar maniera dovete evitare, perchè maggiormente funesti alla gioventù. Questi sono : 1° la bestemmia, ed il nominar il nome santo di Dio invano ; 2° la disonestà ; 3° il furto. Credete, o figliuoli miei, un solo di questi peccati basta a tirare le maledizioni del Cielo sopra la Casa.
Al contrario tenendo lontani questi mali, noi abbiamo i più fondati motivi di sperare le celesti benedizioni sopra di noi e sopra l´intiera nostra comunità.
Chi osserva queste regole, sia dal Signore benedetto..
840. Ogni domenica a sera od in altro giorno della settimana il Prefetto o chi ne fa le veci, leggerà qualche articolo di queste regole con breve ed analoga riflessione morale.
INDICE
•
DICHIARAZIONI pag.. 2
•
INTRODUZIONE » 5
•
PARTE I.
. Vita. religiosa.
CAPO I Vita comune » 11
II Carità fraterna »
III Della povertà . . . ....... » 17
IV Della castità » 21
V Dell´obbedienza » 23
VI Delle occupazioni e delle vacanze . . » 25
VII, Ai Sacerdoti » 29
VIII... Ai Ciderici » 32
IX.-- Ai Coadiutori » 36
X ...... Pietà » 39
XI Suffragi pei defunti della Pia Società Salesiana »48
— Pel Rettor Maggiore » 48
Pei Membri del. Cap. Sup.., ped Procuratore
Generale e pei Vescovi della nostra. • •
Pia, Società . . » 49
Per gli Ispettori » 49
— Per i Direttori • .. » 50
Per tutti i Soci » si
Pei novizi• . . . . • ....... » 51
— Per i giovani allievi » 51
— .Suiragi comuni » 51
Pei genitori dei confratelli » 52
Pei famigli » 52. .
Peri benefattori » 52
CAPO Confratelli fuori della propria Casa . » 53
CAPO XII
Relazioni fra le varie case" . . . Pag. 56
XIV Difetti da evitare . • ...... » 59
XV Economia » 61
A. Articoli generali, » 61
B. Provviste » 62
C. Regolamento pel provveditore ispettoriale » 63
. : — D. Economia nei viaggi » 64
— E. Economia nei libri » 65
F. Economia" néi lavori e nelle costruzioni » .65
G. Economia nella cucina » 66
Econoniia nei lumi » 67
Economia nella carta » 68
L. Economia negli abiti » 68
» XVI.. Abitudini » 69
•
PARTE II.
Sistema educativo Salesiano e uffici particolari.
SEZIONE Ia
Il sistema preventivo nella educazione della gioventù pag 73
CAPO I In che consista il sistema preventivo e perchè debbasi preferire » 74
II Applicazione del sistema preventivo . . » 76
III Utilità del sistema preventivo . . » 79
IV Una parola sui castighi » 81
V Articoli generali » 83
VI Educazione » 85
a) Educazione morale » 85
b) Educazione religiosa » 90
c) Vocazione » 93
d) Educazione intellettuale • » 94
e) Educazione fisica » 97
SEZIONE IIa
Uffici particolari pag. 100
CAPO I Del Direttore .... » 100
Il... Capitolo di ciascuna casa » 112
Prefetto . ...... . . » 113
IV Il Catechista » 118
V Il Catechista degli artigiani » 122
VI Consigliere scolastico » • 123
VII,. Il Consigliere Professionale » 126
VIII.. Dell´Economo » 127
IX Capo-Ufficio della direzione dei laboratori » 129
X Maestro di scuola » 132
i Del maestro d´arte » 135
Degli assistenti di studio e di scuola » 136
XIII.. Dell´assistente di laboratorio . . • i38
XIV., Degli assistenti o capi di dormitorio . » 141
XV.... Del dispensiere » 142
XVI.. Degli spenditori » 143
XVII. Dei famigli » 144
XVIII Del cuoco-e degli aiutanti di -cucina . » 146
XVIX Dei camerieri ..... » 147
XX.... Del portinaio » 148
XXI.. Del sacrestano » 150
XXII. Del teatrino » 152
Materia adattata • » 152
Cose da escludersi . » 153´
Doveri del capo del teatrino » 155
XXIII Regolamento per l´infermeria . . . » 157
•
PARTE III.
Regolamento per gli alunni.
CAPO I Scopo delle Case della Congregazione di
S. Francesco di Sales flag. 163
II Dell´accettazione i 164
III Della pietà i 166
CAPO IV Contegno In Chiesa ..... . pag. L68
V Del lavoro • • » /71
VI Contegno nella scuola e nello studio » 172
VII Contegno nei- laboratorli » /76
VIII... Contegno verso i Superiori . . . • • » 177
Contegno vera() i compagni.. » 179
X • Della modestia i . 180
Della. pulizia , » 182
Contegno nel regime della Casa . . » V813
XIII.. Contegno .fuori di Casa » 185
XIV. . Del passeggio »
Avvertimenti » 188
XV.... Contegno nel teatrino ». 188
XVI.. Cose con rigore proibite nella Casa . » 190
Tre mali sommamente da fuggirsi . . » 190
REGOLAMENTO
PER LE CASE DI NOVIZIATO
Pia Società di S. Francesco di Sales
II
TORINO
TIPOGRAFIA SALESIANA (.B S.) 1906.
INTRODUZIONE.
Sebbene le nostre Costituzioni al capo XI e XIV ci diano già le norme generali per l´accettazione e formazione di coloro che desiderano far parte della nostra Pia Società ; nondimeno essendosi moltiplicate, per particolare benedizione del Signore, le Case di Noviziato e, per conseguenza, anche coloro che sono destinati a dirigerle ; così si sentita più che mai la necessità di un regolamento, che valesse a mantenere tra loro l´unità di spirito e prestasse nello stesso tempo un valido aiuto nella difficile impresa loro affidata. A questo scopo, mentre si è procurato di raccogliere in queste poche pagine le norme e le decisioni più importanti secondo lo spirito della nostra Società, nello stesso tempo nulla si è omesso di quanto l´esperienza ci ha insegnato. Così i Direttori e i Maestri degli Ascritti troveranno qui la soluzioni di molti dubbi e la risposta a molti quesiti che potrebbero presentarsi alla loro mente nell´esercizio del loro ufficio.
Quelle istruzioni poi che devono servire a comunicare lo spirito più intimo e più conforme alla indole della nostra Pia Società non sono tali che si possano facilmente circoscrivere. in un regolamento. Perciò sarà dovere di ogni Direttore e Maestro di ricercarle nella vita del nostro Padre D. Bosco, nel suo sistema educativo, nelle nostre Costituzioni e deliberazioni, nelle circolari ed istruzioni dei Superiori ed anche nei molti e svariati libri scritti dal medesimo D. Bosco.
CAPO I.
Noviziato - Sua durata - Mezzi.
841. Il noviziato è un tempo destinato a provare é a formare lo spirito di coloro che desiderano entrare in uno stato religioso.
842. È tempo di prova perchè: a) l´Istituto ha bisogno di conoscere il novizio, cioè le sue doti fisiche, intellettuali e morali, la sua vocazione e la sua volontà di fronte ai doveri della vocazione medesima ; b) il novizio ha bisogno di studiare la Pia Società a cui intende ascriversi, vale a dire, le sue Costituzioni, il suo spirito, per conoscere se, mediante l´aiuto di Dio, possa compiere le opere ed i sacrifici a cui dovrà obbligarsi con voto e per tutta la vita.
843. È tempo di formazione perchè le prove devono essere tali da una parte e dall´altra. da sviluppare e perfezionare quelle buone disposizioni che il novizio già avesse per la vita religiosa.
844. Al termine di questa prova toccherà all´ascritto´ decidere sull´inclinazione e volontà di . abbracciare l´Istituto e all´Istituto sulla virtù e sull´abilità del-l´ascritto e ognuno sarà responsabile della parte sua. .,
845. Il noviziato incomincia dal giorno in cui il postulante , accettato dalla legittima autorità, entra in Casa di Noviziato, canonicamente approvata.
La sua durata dev´essere almeno di un anno intero e continuo, passato sotto la guida del Maestro dei novizi.
846. Potrà essere prolungato di alcuni mesi, anzi secondo le nostre Costituzioni, anche di un anno intero.
847. L´anno di noviziato resta interrotto nei seguenti casi : I) se il novizio se ne parte coll´animo di non più tornarvi, ancorchè vi ritorni subito ; 2) se viene dimesso e poi viene di nuovo accettato ; 3) se di. propria autorità. passa ad altro Ordine religioso.
Non rimane interrotto : I) se il .novizio s´ammala, sempre che rimanga nella casa di Noviziato, quantunque la malattia sia lunga, tale da impedire l´adempimento degli esercizi del Noviziato ; 2) se violentemente n´è tratto fuori ; 3) se colla licenza dei Superiori esce per breve tempo.
848. Mezzi per conoscere il novizio saranno : un´assidua vigilanza sul medesimo, i rendiconti da lui fatti accuratamente almeno ogni 15 giòrni, le osservazioni settimanali e bimensili ben ponderate, che i Superiori, radunati, faranno sul conto di ciascun. novizio.
849. I mezzi con cui gli ascritti potranno conoscere l´Istituto, saranno specialmente : lo studio diligente delle Costituzioni, di cui ciascuno deve aver copia e le istruzioni dei´ Superiori.
850. Tali istruzioni potrebbero versare, per ordine : I0 intorno al togliere certi difetti incompatibili colla vita del noviziato ; 2° sulle diverse pratiche di pietà in uso nella Pia Società; 3°. intorno, alle Costituzioni e Deliberazioni dei Capitoli Generali ; 40 ai voti; 5° alle virtù religiose ; 6° al ´metodo educativo del nostro Padre Don Bosco; 7° allo spirito proprio della Congregazione Salesiana, che deve essere spirito di preghiera, spirito d´umiltà, di lavoro e di sacrifizio, spirito di zelo pel bene della gioventù specialmente negli Oratorii festivi e tra gli artigiani.
851. Mezzi per isviluppare nel novizio i buoni germi che in esso vi fossero, saranno , da parte del novizio medesimo 1^ la fiducia nel proprio Maestro al quale conviene aprire il cuore con tutta schiettezza; 2^ la fedeltà e semplicità nel praticare le Costituzioni e le istruzioni dei Superiori ; da parte dei Superiori, la vigilanza ed una soave fermezza nell´avvisare e correggere.
852. Questa vigilanza però deve essere prudente e discreta, per evitare che l´ascritto si avvezzi a prendere questo o quel contegno a seconda dell´assistenza dei Superiori e per lasciare all´educando anche quella certa libertà di esplicare il proprio Carattere : si procuri in modo particolare di informarsi di quanto avviene tra i novizi per fare le dovute correzioni.
853. Non sarà difficile ad un Maestro prudente avere tali informazioni. nei rendiconti dagli ascritti medesimi, se egli si atterrà ai consigli ed agli esempi di Don Bosco.
CAPO Il.
Ordinamento del Noviziato.
854. Per aprire una Casa di Noviziato si richiede il permesso dell´Ordinario e l´approvazione della S. Sede; approvazione necessaria anche quando si dovesse trasportare il Noviziato nei limiti della stessa Diocesi.
855. Nelle Ispettorie che hanno un Noviziato ed uno Studentato filosofico numerosi saranno questi separata o almeno formeranno . due sezioni di una medesima
Casa, le quali nel regime esterno dipenderanno dal medesimo Direttore, ma nell´interno i novizi dipende .ranno solo dal Maestro dei novizi, e potranno avere in comune colla sezione studenti, soltanto il refettorio e la cappella.
856. Quando il Maestro dei novizi fosse anche Direttore non potrebbe confessare gli ascritti e gli altri suoi dipendenti e bisognerebbe provvedere al Noviziato un abile confessore:
857.È bene che non si moltiplichino di troppo i Noviziati, quindi qualora i novizi di una Ispettoria fossero pochi potrebbero unirsi con quelli di un´altra e formare un Noviziato comune sostenendone proporzionatamente le relative spese.
858. Il Maestro dei novizi abbia sempre un socio idoneo e tale che lo possa coadiuvare e supplire in caso di assenza.
CAPO III.
Del Governo del Noviziato.
§ 1 - ISPETTORE.
.859. Il Noviziato sarà sotto la diretta dipendenza e responsabilità dell´Ispettore, il quale dovrà considerare questo come uno dei precipui suoi doveri e nel compierlo si terrà d´accordo col Direttore. Spirituale della nostra P. Società, che in forza del disposto all´art. 63 delle Costituzioni, ha l´alta direzione di tutti i Noviziati.
860. . Spetta all´Ispettore l´eleggere il socio che deve coadiuvare il Maestro dei novizi.
861. Egli deve vegliare perchè nell´andamento del Noviziato nulla entri che non sia conforme od anche solo estraneo alle Costituzioni ed allo spirito del nostro Padre Don Bosco come pure ché non si introducano notevoli mutamenti.
862. Si tenga in frequente corrispondenza col Direttore della Casa e col Maestro dei novizi, dai quali procuri di essere informato di quanto succede nel Noviziato ed ogni trimestre esiga dal Maestro un rendiconto secondo i canoni.
863. Visiti sovente il Noviziato dando a tutti comodità di parlargli confidenzialmente.
864. Terrà registro esatto di tutti gli ascritti e nota sommaria del loro diportamento, data della professione o di licenziamento coi motivi relativi, nota che in fine dell´anno comunicherà ai Superiori Maggiori.
865. L´Ispettore soltanto può licenziare i novizi.
866. L´Ispettore procuri che al Noviziato ed allo Studentato non manchi il necessario ; qualora occorresse, fisserà una quota di concorso per ciascuna Casa della sua Ispettoria e procurerà che tutte corrispondano puntualmente la tangente stabilita.
867. Toccherà principalmente all´Ispettore, a norma delle prescrizioni della S. Sede e delle nostre Deliberazioni, invigilare che ,si eseguisca quanto ´di dovere prima dell´accettazione di un novizio.
§ 2 - DIRETTORE.
868. Il Direttore della Casa in cui è eretto il Noviziato è Superiore anche del Noviziato. Egli ha tutti i diritti e doveri che spettano agli altri Direttori e ciò anche quando egli stesso fosse Maestro dei novizi.
869. Il Direttore terrà l´amministrazione del Noviziato e lo provvederà di quanto occorre. Rappresenterà pure il Noviziato avanti le autorità civili ed ecclesiastiche.
870. Spetta a lui ricevere in Casa il novizio nelle condizioni fissatè dall´Ispettore ; ed a lui parimenti spetta eseguire il licenziamento di un.novizio che dall´Ispettore e dal suo consiglio non fosse giudicato atto per la nostra Società.
871. Egli solo terrà tutto il danaro .e tutti gli oggetti di valore che in qualsiasi modo pervenissero ai novizi. D´accordo col Maestro stabilirà quelle modificazioni di orario, che le due categorie di persone esistenti nella Casa richiedessero.
872. Il Direttore non si ingerirà in quello. che riguarda l´educazione religiosa dei novizi,. dovrà tuttavia suggerire al Maestro quanto trovasse di utile e vantaggioso per la medesima.
873. Il Direttore avrà del Maestro e del personale addetto al Noviziato tutta quella cùra che deve avere per gli altri soci della Casa.
874. Controllerà la corrispondenza dei novizi tanto in partenza quanto in arrivo, che è conveniente passi prima per le mani del Maestro. Rimanga però sempre salvo il disposto dell´articolo 43 delle Costituzioni.
875. Il Direttore si trovi di quando in quando in ricreazione, con gli ascritti, faccia pure qualche volta la conferenza ed. il sermoncino della sera. Deve però sempre sostenere l´autorità del Maestro, manifestando solo in privato al medesimo od ai Superiori quelle cose che non´ potesse approvare in lui o nelle di .lui disposizioni.
876. Se il refettorio è in comune toccherà al Direttore benedire la mensa, dirigere la lettura, ma potrà anche cedere tale incombenza al Maestro..
877. Se la Cappella è in comune spetteranno al Direttore il sermoncino della sera e le funzioni principali, egli però ne dia anche sovente occasione al Maestro.
878. Presieda per quanto può le adunanze settimanali per le osservazioni, perchè possa farsi un´idea più esatta della condotta di ciascun novizio ed essere in grado di darne relazione, quando occorresse, .ai parenti od- a chi di ragione.
879. L´onomastico del Direttore si festeggi da tutta la: comunità, ma gli ascritti non lascieranno di festeggiare nel Noviziato anche l´onomastico del loro Maestro.
880. Il Direttore darà all´Ispettore quelle relazioni che crederà opportune relativamente al Noviziato ma ciò farà indipendentemente dal rendiconto che è tenuto a fare il Maestro dei novizi.
881. Per evitare che il Maestro dei novizi, ove fosse anche confessore, abbia a fare parti odiose, il Direttore comunicherà. a ciascun ascritto le osservazioni che avrà udite nelle adunanze settimanali.
§ 3 MAESTRO DEI NOVIZI.
882. Secondo il decreto « Cum. ad régularem » di Clemente VIII il Maestro ha piena facoltà intorno alla formazione religiosa dei novizi ed il regime del Noviziato, cosicchè, in questo, fuori che ai Superiori Maggiori, all´Ispettore, ed al Direttore, nei limiti stabiliti al precedente paragrafo, a nessuno è lecito ingerirsi.
883. In tutte le riunioni della Casa il Maestro dei novizi deve avere il primo pcisto dopo il Direttore.
884. Egli riconosca l´autorità del Direttore con sottomissione volonterosa, si intenda sovente con lui, lo faccia partecipe delle sue gioie, delle sue pene; a lui si rimetta di buon grado quando insorgessero dispareri.
885. Tutte le volte che può intervenga alle conferenze fatte dal Direttore al personale della Casa, alla soluzione del caso teologico o ad altre riunioni di simil genere.
886. Il Maestro non tralasci mai d´istruire se stesso con lo studio della teologia e di accreditati autori ascetici, come pure d´imbeversi dello spirito della Congregazione.
887. Il Maestro non abbia alcuna occupazione che lo distragga dall´attendere con ogni diligenza alla formazione dei novizi,.cui terrà almeno ogni due giorni una conferenza, dando spiegazioni delle Costituzioni della nostra P. Società e di quelle parti delle deliberazioni, che sono comuni a tutti. Svolgerà pure quei punti ascetici e morali, che più direttamente riguardano i religiosi; fermandosi principalmente a spiegare diffusamente e con precisione e chiarezza gli obblighi, che si assumeranno emettendo i santi voti. Queste conferenze possono con profitto essere alternate in modo, chè una riguardi la spiegazione delle Costituzioni, l´altra versi su qualche argomento ascetico-morale.
888. Oltre a quanto prescrivono le Costituzioni al capo XIV, gli gioverà grandemente il rendersi conto con frequenza di quanto fanno í novizi e l´esigere con ordine e con costanza quanto le Costituzioni ed i Regolamenti prescrivono ; procurando però che gli alunni agiscano con coscienza e per convinzione, non già per timore.
889. Insegni il modo di ben fare la meditazione, gli esami di coscienza, le Confessioni settimanali, le Comunioni frequenti e i rendiconti mensili. e non desista dall´inculcare in pubblico ed in privato l´importanza di queste pratiche usando per riuscirvi quelle industrie che stimerà opportune.
890. Nei rendiconti tratti i novizi con tanta gravità e soavità di modi, di guisa che- siano attirati ad avere in lui piena e figliale fiducia e libertà ; che desiderino di aprirgli intieramente loro animo e manifestare tutto quanto passa nel loro interno, considerando il Maestro qual padre amoroso.
Questi intimi colloqui ben fatti gioveranno ai novizi più che le pubbliche conferenze.
891. L´esercizio di Buona Morte sia un giorno completo di ritiro spirituale, come vogliono le nostre Costituzioni.
892. Il Maestro poi procuri in modo speciale d´instillare nei novizi un grande amore verso la nostra Pia Società, i Superiori e ogni nostra opera. Questo sarà un mezzo efficacissimo per consolidarli sempre meglio nella loro vocazione.
893. Alla cura e sollecitudine pel bene spirituale vada
congiunto un grande studio per conservare la sanità corporale ; il Maestro perciò stia attento che i novizii non abbiano a soffrire nella salute ed usi quei mezzi che l´arte e la prudenza suggeriscono per tener lontano, quanto sarà possibile, ogni fisico malanno.
4 — DEL CONFESSORE.
894. Quando fosse stabilito un altro Confessore per essere il Maestro anche Direttore, egli procuri di non intromettersi nè nella disciplina nè nell´andamento della Casa.
895. Si astenga dal dar ordini o disposizioni sia in pubblico sia in privato ; presentandosi la necessità procuri di farlo pel tramite del Maestro o del suo aiutante.
896. Non riceva i novizi nella sua stanza ; se andassero pei rendiconti, in bel modo procuri di rimetterli al Maestro e tenga come un suo dovere l´inculcare la confidenza col medesimo ; pel resto ne tratti in. confessionale.
897. Oltre al confessore ordinario si procuri ai novizi anche un confessore straordinario in occasione dell´esercizio della buona morte o almeno ogni due mesi.
§ 5 — DELL´AIUTANTE O SOCIO.
898. L´aiutante o socio del Maestro in ciò che concerne il regime del Noviziato, dipende dal Maestro dei novizi ; converrà però che di tanto in tanto faccia anche il suo rendiconto al Direttore.
899. Si assuma egli tutte le parti un po´ odiose relativamente ai novizi.
900. In tutto si mostri sempre molto arrendevole ai giudizii ed alle disposizioni del Maestro.
901. Il suo contegno coi novizi non sia quello d´un superiore, ma piuttosto d´un fratello maggiore. Questo sarà, un mezzo efficacissimo per conoscere intimamente l´indole e le inclinazioni di ciascun ascritto.
CAPO IV.
Pratiche ed occupazioni dei Novizi.
902. Oltre le ordinarie pratiche di pietà prescritte dalle Costituzioni i novizi avranno verso sera una meditazione sui doveri della vita religiosa, se pure il Maestro non credesse di farla esso a modo di conferenza.
903. Prima di mezzo giorno reciteranno la coroncina del S. Cuore di Gesù seguita da un serio esame di coscienza. Tutte le sere il Rosario e si darà la Benedizione col SS. Sacramento.
904. Prima della messa si diranno le orazioni, e durante la medesima si potrà leggere l´ ordimarium missae, Seguendo parte per parte il sacerdote nella celebrazione del santo Sacrificio, oppure stando in devoto contegno recitare quelle preghiere che sembrano più opportune.
Dopo la messa si faranno non meno di 5 minuti di lettura spirituale.
905. Ogni novizio deve, nel corso dell´anno, studiare a memoria le Costituzioni e leggere posatamente e più d´una volta le Deliberazioni dei Capitoli Generati, i Regolamenti che possono traguardarlo il Vade-mecum, il Rodriguez o qualche, altro libro adatto .suggerito dai Superiori.
906. Tutti avranno scuola di Religione in cui verrà loro spiegato principalmente il catechismo, che dovranno studiare per intero, la storia sacra, la liturgia per quanto riguarda la parte storica e le sacre ceremonie, la pedagogia sacra, il latino e la lingua nazionale sopra autori sacri e per le Nazioni estere anche l´Italiano. Non si tralascino le lezioni di buona creanza, di calligrafia e tutte le sere mezz´ora di canto gregoriano.
907. severamente proibito ai novizi l´occuparsi in cose estranee al Noviziato e perciò non potranno tenere altri libri fuorché quelli permessi dal Maestro.
908. I novizi , per esercizio di umiltà, si occuperanno in lavori manuali, come Scopare camere, studii, scuole, preparare il refettorio ecc. Specialmente si eserciti ciascuno ad aver cura della sacrestia.
909. La ricreazione della sera sarà ordinariamente riservata ai trattenimenti o circoli spirituali.
910. I novizii coadiutori oltre all´intervenire a tutte le pratiche di pietà e .conferenze coi chierici, avranno anche un tempo per le istruzioni loro convenienti. Il resto del tempo lo impiegheranno nei lavori della loro condizione sotto la vigilanza del Maestro.
911. Si abituino gli ascritti a praticare la mortificazione nel mangiare e nel bere ; imparino a mortificare i loro sensi e ad accettare come penitenza tutti gli incomodi della vita comune ; vestano . dimessamente ; non si permettano loro comodità speciali, non singolarità, non cose superflue o ricercate.
912. Si badi inoltre molto .alla mortificazione degli affetti sensibili, della curiosità ed anche si pretenda quella mortificazione, che è voluta per l´osservanza delle buone regole di urbanità.
913. Sopratutto si inculchi la mortificazione della volontà e del giudizio. Si. può considerare come segno di mancanza di vocazione la :troppo tenacità nella propria volontà e nelle idee personali:
914. Per darsi conto del profitto, che fanno i novizi nella virtù, è conveniente che i Superiori della Casa di Noviziato, durante l´anno di piova; facciano quattro scrutinii su ciascuno novizio, .cioè uno ogni trimestre e siano possibilmente presieduti dall´Ispettore.
915. In questi scrutinii si possono dividere .gli ascritti in quattro categorie. Si-assegneranno alla categoria, A - gli ottimi sotto ogni rispetto, quelli cioè che lira: da quel momento si giudicherebbero preparati .a fare voti ; alla categoria B -.si assegnerebbero quelli, che danno speranza fondata di buona riuscita alla categoria C - coloro che o per deficienza di doti, o per difficoltà di carattere, o per mancanza della necessaria corrispondenza non danno :che debole, speranza di riuscita ; alla categoria D - coloro che non promettono buona riuscita e che perciò conviene licenziare.
916. Dopo ogni scrutinio, avuto il consenso dell´Ispettore, il Direttore licenzierà chi fosse trovato deficiente, cioè non atto alla nostra P. Società. Nell´ultimo scrutinio si decide a plurità di voti segreti, se l´ascritto possa ammettersi o no alla Professione.
CAPO V.
Dell´Ammissione alla Professione
e del Licenziamento.
917. Per. l´amrnissione alla professione si osservi quanto è prescritto dal decreto -Romani Pontifices e Regulari Disciplinae non che le relative istruzioni date appositamente dai Superiori nelle Norme per le Proposte.
918. Ogni novizio prima di fare dimanda per la professione, regolerà i suoi affari materiali e finanziarli com´è detto nell´art. 20 delle Costituzioni e, se ha già l´età di 18 anni compiuti, faccia anche il suo testamento.
919. Per ammettere alla professione si tengano eziandio presenti i seguenti criteri : Si escludano coloro che non dimostrano sufficiente criterio, i caratteri impetuosi e collerici; i troppo dediti alla malinconia o che escono in stravaganze, i facili alle amicizie particolari, i poltroni ed i golosi, i poco sicuri in fatto di moralità. Per gli adulti ché avessero vissuto. nel mondo si badi bene che non abbiano idee ;poco sane riguardo alla religione, alla politica ed alla morale.
920. .Quando. un novizio manca di sanità si proceda in conformità degli articoli 91e 98 delle Costituzioni.
921. Quando un ascritto, viene licenziato per ciò stesso deve deporre l´abito clericale se lo ha ricevuto in Congregazione. Parimenti lo deporrà qualora dovesse per altre cause. lasciar la Congregazione e recarsi in famiglia o presso i suoi parenti..
922. Si procuri che il licenziamento dei novizii non avvenga in modo violento, Ma sia, fatto piuttosto con modi persuasivi nè si rifiutino quegli aiuti, morali sopratutto; che si potessero loro prestare, onde formarsi una conveniente situazione.
APPENDICE.
CAPO VI.
Studentato Filosofico.
923. : Ogni Ispettoria per quanto lo permettono le circostanze, avrà il suo Studentato filosofico che potrà anche essere unito al Noviziato in conformità all´art. 855 di questo Regolamento.
924. Secondo le Costituzioni e le Deliberazioni dei Capitoli generali, lo Studentato filosofico dura due anni.
925. Nel regime della Casa si. seguirà quanto prescrive il Regolamento generale delle Case della Pia Società Salesiana; .ma i novelli soci procureranno di conservare pure, per quanto è possibile, le pratiche e buone abitudini proprie .del Noviziato. Il Direttore abbia particolare cura di loro, poichè egli, a tenore delle Costituzioni, deve continuar l´opera del Maestro dei Novizi.
926. Il Direttore faccia una conferenza ogni settimana studiandosi di ripetere sommariamente la spiegazione delle Costituzioni, spiegherà pure per intero la parte delle Deliberazioni e Regolamenti che riguardano i confratelli in generale.
927. Sarà parimenti compito del Direttore insieme col professore di pedagogia il preparare questi nuovi confratelli alla pratica dei varii uffici della Congregazione, istruendoli opportunamente pei molteplici casi che potranno incontrare, e facendo sopratutto rilevare l´importanza del sistema preventivo e la necessità di uniformarvisi per l´unità di metodo come e principalmente per essere questo il metodo, voluto da D. Bosco e dai Superiori.
928. Sarà poi compito di tutti i professori e maestri il procurare che i nostri studenti imparino a rendere sempre. e veramente educativo il loro insegnamento suggerendo, all´occorenza, il modo pratico per riuscirvi.
929. Quanto agli studi seguiranno il programma fissato dal Consigliere Scolastico della Pia Società, ma si- dia molta importanza alla lezione settimanale su di un autore sacro, alla scuola di ceremonie, di canto gregoriano, del nuovo Testamento in cui si esigerà la recita di dieci versi almeno ogni settimana.
930. Per ottenere che i chierici acquistino facilità nell´esprimersi in latino e siano, meglio preparati allo studio della teologia, si stabilisca che il testo di filosofia sia sempre in latino ed in latino si facciano recitare le relative lezioni.
931. Si consacri una lezione per settimana a spiegare contabilità e tenuta dei libri, basandosi praticamente sui nostri registri in modo che chiunque fosse destinato come aiutante-Prefetto, dispensiere ècc. conosca quanto riguarda questi uffizi.
932. Ogni chierico studente si faccia un dovere di abilitarsi a quegli ´esami pubblici a cui i superiori crederanno bene sottoporlo, e ciò a scopo di rendersi strumento più utile per la Congregazione:
933. Sarà vietato ai chierici l´avere denaro, neppure depositato presso il Prefetto, comperare libri , associarsi a giornali, nè potranno leggere se non quei libri che appartengono alla scuola o sono permessi . dal Direttore.
934. Nelle vacanze dello studentato si facciano studiare almeno i rudimenti di alcune lingue moderne più importanti.
935. Si procuri che tuffi i confratelli studenti di qualunque nazione sappiano almeno un po´ di lingua Italiana.
936. Le medesime cautele che si devono avere per la formazione dei nuovi confratelli chierici si abbiano proporzionatamente pei confratelli coadiutori sia riguardo alla loro formazione religiosa come alla formazione professionale,- che sarà data a norma dei programmi del Consigliere Professionale della P. Società. Dopo il noviziato ´perciò abbiano possibilmente due anni o almeno uno di scuola professionale di perfezionamento nell´arte loro , nel qual tempo siano anche consolidati nelle virtù e nello spirito della loro vocazione.
CAPO. VII.
Del passaggio del Noviziato o Studentato alle case.
937. Uno dei punti più importanti e pericolosi nella vita religiosa è percento il passaggio dalle Case di formazione alle altre.
Due elementi potranno . dare seria garanzia della buona riuscita dei nuovi confratelli nelle Case : 1^ la loro soda preparazione ; 2^ la vigilanza e la Tura di ciascun Direttore, Perciò :
938. Non si mandino nelle Case i nuoci confratelli sé non dopo compiuti il corso di filosofia o di perfezionamento professionale, se sono coadiutori:
939. Non si mandino alle Case quelli che ancorchè abbiano compiuto i loro corsi, non sono ancora giudicati sufficientemente preparati, sopratutto nell´umiltà, nell´obbedienza assoluta e nella castigatezza dei costumi, nello spirito di sacrifizio, oppure non sono ,ancora addestrati all´assistenza ed all´insegnamento.
940. necessario dare ai giovani chierici, e proporzionatamente. anche agli artigiani, che dovranno,essere capi d´arte, un concetto- esatto della missione che li attende ; missione sublime; ma: piena di difficoltà e di pericoli, a superare i quali non è sufficiente il loro senno e vigore ;missione onorifica avanti Dio ed agli. uomini, ma aggravata da una enorme responsabilità.; missione efficace, ma che serba i suoi premii solo a coloro .che sanno sacrificarsi per Iddio e per il prossimo. Ricordino -perciò sempre che l´ufficio loro assegnato è una responsabilità ed un pericolo, e che lo debbono esercitare con timore e tremore, nel modo che è prescritto dalle regole, e sotto la guida dei Superiori.
941. Il Direttore del Noviziato o dello Studentato da cui parte il nuovo Confratello si tenga in frequente relazione col medesimo.
INDICE.
•
•
INTRODUZIONE pag. 3
CAPO I Noviziato - Sua durata - Mezzi . . » 5
• II Ordinamento del Noviziato » ´ 7
» III Del Governo del Noviziato » 8
- Ispettore . »
•
§ 2. Direttore » 10
- § 3. Maestro dei Novizi » 12
- § 4. Del Confessore » 14
— § 5. Dell´aiutante o socio
§ IV Pratiche ed occupazioni dei Novizi . . » 15
§ V Dell´ammissione, alla Professione e del licenziamento . » 18
APPENDICE.
CAPO VI Studentato filosofico 19
» VII Del passaggio del Noviziato o Studentato alle Case » 22
CAPO I.
•
Ispettorie.
942. È secondo lo spirito dell´art. 73 delle nostre Costituzioni Che, esigendolo il numero e la distanza delle Case, nella nostra Pia Società, si costituiscano dal Rettor Maggiore col consenso del Capitolo Superiore le provincie che hanno nome di Ispettorie, impetrandone la canonica erezione dalla Santa Sede.
943. Al governo di ogni Ispettoria è preposto un Ispettore coadiuvato da quattro od almeno due consiglieri , secondo che richiederanno le circostanze dell´ Ispettoria.
944. Ufficio dell´Ispettore è di mantenere esattamente l´osservanza delle nostre Costituzioni, impedire gli abusi che potrebbero introdursi, e dare a questo fine tutti i provvedimenti nelle Case della sua Ispettoria.
CAPO II.
Elezione dell´Ispettore e dei suoi Consiglieri.
945. L´Ispettore viene eletto dal Rettor Maggiore col consenso del Capitolo Superiore. Avvenuta l´elezione, il Rettor Maggiore spedirà il relativo decreto all´eletto e ne darà annunzio a tutte le Case dell´Ispettoria.
946. Affinché un socio possa essere eletto Ispettore, deve avere emesso i voti perpetui , compiuto trent´anni di età, vissuto dieci anni nella Società, incluso il noviziato , tenuto costantemente vita . esemplare nella osservanza delle Costituzioni e dato prova di attitudine nel disbrigo degli affari.
947. L´ispettore durerà in carica sei anni ; ma anche durante il sessennio il Rettor Maggiore col consenso del suo Capitolo potrà trasferirlo o destinarlo ad altro ufficio, qualora il maggior bene della Pia Società lo esiga. Spirato il sessennio potrà essere rieletto.
948. L´Ispettore concorrerà col Capitolo Superiore all´elezione dei suoi Consiglieri, che dureranno in carica tre anni e potranno essere rieletti, ed anche, -Col consenso del Capitolo Superiore, destinati ad altri uffici durante il triennio.
949. Perchè uno possa essere eletto consigliere ispettoriale, si richiede che abbia vissuto almeno cinque anni nella Società, e sia professo perpetuo.
-Anche i Direttori delle Case dell´Ispettoria possono essere eletti a quest´ufficio, purchè la distanza non renda troppo difficile l´intervento alle riunioni del Consiglio.
CAPO III.
Capitolo Ispettoriale.
950. Ogni qual volta dovrà radunarsi il Capitolo Ispettoriale si avrà presente che : Intervengono con voce attiva :
a) l´Ispettore che presiede ;
b) i suoi consiglieri ;
c) il Direttore di ciascuna Casa regolare dell´Ispettoria ;
d) un Delegato di ciascuna delle Case regolari eletto tra i professi perpetui.
951. All´elezione di questo Delegato convengono il Direttore .e i professi perpetui e triennali della Casa regolare. Eletto il Delegato, si eleggerà altro professo perpetuo che lo supplisca qualora fosse impedito di recarsi al Capitolo Ispettoriale.
952. L´una e l´altra elezione si farà con votazione secreta e sarà l´eletto chi otterrà la maggioranza assoluta dei voti. Se´ nel 10 e 20 scrutinio nessuno avesse ottenuto la maggioranza assoluta, nel 30 scrutinio sarà eletto colui che avrà ottenuto la maggioranza relativa. Se poi nel 30 scrutinio risultassero due con parità di suffragi rimarrà eletto quello fra essi che sarà più anziano di professione perpetua. In pari anzianità di professione si terrà conto della maggior età.
953. Quanto alle case non regolari, quelle cioè che non contano sei soci professi, se la. distanza lo permette, l´Ispettore disponga che si uniscano sotto la presidenza del Direttore più anziano di professione perpetua in modo di raggiungere il numero di sei Soci almeno, e così uniti eleggeranno, secondo. le norme contenute nel precedente articolo, innanzi tutto uno dei Direttori delle case non regolari riunite e poi il Delegato che dovrà, accompagnarlo al Capitolo Ispettoriale e quindi il suo supplente. Se poi per motivo di distanza , i soci di una Casa non regolare non si potessero riunire con quelli di un´altra casa non regolare, il Direttore ed i soci di essa, d´intelligenza coll´Ispettore•si recheranno alla Casa regolare più vicina ed insieme coi confratelli che la compongono, con pari diritto attivo e passivo, procederanno all´elezione del Delegato e del Supplente, come sopra si è detto. L´adunanza sarà presieduta dal Direttore locale.
954. È ammessa la votazione per lettera solamente nei seguenti casi : a) quando i soci di due o più case non regolari non possono, per la troppa distanza o per altra forza maggiore riunirsi ad eleggere il Direttore ed il Delegato al Capitolo Ispettoriale; b) quando i Soci di una Casa non regolare non possono per le cause sopraccennate recarsi ad una Casa regolare a prendere parte all´elezione del Delegato ; c) quando per le medesime cause nè il Direttore nè il Delegato d´una Casa può recarsi al Capitolo Ispettoriale per l´elezione del Delegato dell´Ispettoria. Per questi casi l´Ispettore seguendo il Regolamento darà le norme perchè sia guarentita la segretezza e la regolarità delle votazioni.
955. In via ordinaria il Capitolo Ispettoriale si radunerà in preparazione al Capitolo Generale ed in via straordinaria ogni. qual volta l´Ispettore col consenso del Rettor Maggiore lo crederà conveniente per il bene della sua Ispettoria.
956. È compito del Capitolo Ispettoriale : a) eleggere tra i professi perpetui clell´Ispettoria il Delegato Ispettoriale al Capitolo Generale ed un suo supplente. Queste elezioni si fanno secondo le nonne contenute nell´art. 3; b) eleggere a maggioranza relativa gli esaminatori ispettoriali o provinciali , per l´ammissione al Noviziato ed alla professione secondo il Decreto Regalavi Discipline del 25 gennaio 1848 parte 1^ art. 20; c.) trattare gli affari che fossero richiesti dai bisogni dell´Ispettoria.
CAPO IV.
Facoltà dell´Ispettore.
957. Col consenso del suo Consiglio e coll´approvazione del Capitolo Superiore l´Ispettore potrà accettare ed. aprire nuove Case nella sua Ispettoria, purchè vi siano .mezzi. sufficienti e ,personale adatto, e si osservino le prescrizioni indicate al Capo X delle Costituzioni.
958. Appartiene all´Ispettore ed al suo Consiglio la distribuzione del personale e l´assegnare gli uffici a ciascuno ; però nella formazione dei Capitoli delle Case sarà richiesto anche il parere del rispettivo Direttore.
959. Nell´Italia e Isole adiacenti ´gli Ispettori nell´ammettere al Noviziato ed alla prima Professione seguiranno, come è di dovere, le prescrizioni del Decreto Regolari disciplinae; negli altri paesi si atterranno alle stesse norme, sostituendo alla Commissione Generale il voto del Consiglio Ispettoriale.
960. L´Ispettore col consenso del suo Consiglio può presentare i candidati alle sacre ordinazioni. Pel suddiaconato però e pel Presbiterato si richiede inoltre l´approvazione del Capitolo Superiore.
961. All´Ispettore ed al suo Consiglio spetta parimenti l´amministrazione dei beni dell´Ispettoria, e dei beni appartenenti ai suoi sudditi, a tenore del Capo II art. 9 delle Costituzioni. Pei contratti di compra e vendita di cose immobili, oltre al consenso del suo Consiglio, si richiede l´autorizzazione del Rettor Maggiore.
962. Nelle cose di maggior momento l´Ispettore dovrà sempre udire il suo Consiglio, che d´ordinario verrà convocato una volta al mese. Il voto poi del Consiglio è deliberativo nei seguenti casi :
a) nell´ammettere agli Ordini ; e, dove non vige nè di diritto nè di fatto il decreto Regulari disciplinae anche nell´ammettere al noviziato e alla professione ;
b) nell´accettare nuove Case ; .
c) nel proporre acquisti o vendite di stabili e nel concedere spese straordinarie che possono aggravare le condizioni finanziare di qualche Casa, ovvero dell´Ispettoria.
963. L´Ispettore avrà inoltre la facoltà;
a) di accettare alla prima prova coloro che giudicasse idonei alla Congregazione o che, come tali, gli . fossero proposti dai rispettivi Direttori ;
b) di assegnare al Maestro dei Novizi un Socio supplente ;
c) di designare gli esaminatori degli Ordinandi e dei candidati all´esame di confessione ; di conferire ai sacerdoti suoi sudditi la facoltà di predicare e di confessare, salva sempre l´autorità dell´Ordinario diocesano ;
d) di accettare, senza l´autorizzazione del Cap. Superiore, oblazioni e legati in benefizio dell´Ispettoria, che non vincolino oltre il proprio sessennio.
e) di fissare ed esigere dalle Case i contributi destinati a sostenere il Noviziato e gli Studentati, quanto deve concorrere al regime .generale della Pia Società ;
f) di trasferire in casi- urgenti i Soci da una casa all´altra ;
g) di mandare, dietro richiesta, qualche socio in aiuto ad altra Ispettoria, purchè sia per poco tempo, e per determinato scopo ;
h) di concedere la professione ai Novizi in pericolo di morte, secondo la Costituzione Summi Sacerdotii (23 agosto 1570) di S. Pio V.
964. Ha pure facoltà di sospendere momentaneamente l´esecuzione di una disposizione superiore, qualora esistano motivi talmente gravi ed evidenti da far supporre che il Superiore, conoscendoli, avrebbe altrimenti disposto. L´Ispettore però in questi casi dovrà informarne immediatamente il Superiore. Nel frattempo il socio, cui riguardasse la predetta disposizione,. starà agli ordini dell´Ispettore.
965. Infine .competono all´Ispettore le facoltà derivanti dai nostri Privilegi, e quelle altre che gli venissero conferite dal Rettor Maggiore con mandato speciale.
CAPO V
Doveri dell´Ispettore.
966. Rammenti l´Ispettore che suo primo dovere è di predicare ai soci coll´esempio, la pietà, la carità, l´osservanza delle Costituzioni, la temperanza e lo zelo della gloria di Dio e della salute delle anime.
967. L´Ispettore deve precederei confratelli della sua Ispettoria nell´ossequio, nella riverenza ed ubbidienza al Rettor Maggiore e. agli altri Superiori ed inspirare tali sentimenti a tutti i suoi sudditi. eseguirà quindi fedelissimamente le loro disposizioni, nè tollererà che in qualsiasi modo vengano censurate, correggendo, se occorre, severamente chi osasse farlo.
968. In via ordinaria non accetterà incombenze che lo distraggano dall´ufficio, affinchè possa dedicarsi interamente al bene della sua ispettoria. Non potrà da essa assentarsi senza il permesso del Rettor Maggiore oltre lo spazio di 15 giorni. Qualora poi dovesse rimanere fuori per notevole tempo, lo supplirà uno dei Consiglieri od un Vicario nominato. dal. Rettor Maggiore.
969. Procuri che il Rettor Maggiore conosca pienamente lo stato delle Case e, dei soci. dell´Ispettoria:; perciò glie ne riferirà opportunamente, ed ogni anno ne darà ampia e particolareggiata relazione su apposito formolario.
970. Ogni trimestre su appositi moduli manderà al Direttore Spirituale della Società, ai Consiglieri Scolastico e Professionale rispettivamente i rendiconti morale, scolastico e professionale delle Case e dei confratelli dell´Ispettoria.
971. Ogni mese invierà ai singoli Direttori i formo-lari di rendiconto stampati a questo fine ; comunicherà la circolare mensile del- Prefetto della Pia Società, aggiungendovi quelle domande e quegli avvisi, che crederà opportuni. Si badi però che le risposte informanti sulla condotta morale devono darsi dai Direttori su foglio separato ed in. forma riservata.
972. Dai soci si farà piuttosto amare che temere; si interesserà del loro bene spirituale, intellettuale-e materiale ; provvederà amorevolmente ai loro bisogni ; risponderà con sollecitudine alle loro lettere ; procurerà infine di conoscerne l´indole, le attitudini e le virtù, onde poter meglio valersi dell´opera loro e indirizzare ognuno a promuovere la gloria di Dio e il vantaggio della Pia Società.
973. Tolto il caso di impedimento, si faccia dovere di intervenire agli atti comuni della Casa dove si trova, eccettuate le conferenze ordinarie del Direttore.
974. Non permetta ai Direttori di assentarsi notabilmente dalle proprie Case senza ragionevole motivo, nè sia facile a: concedere ad altri di assentarsi, fosse pure in tempo di vacanze, con detrimento dello spirito religioso o degli uffizi loro affidati.
975. Si prenda cura specialissima del Noviziato e dello Studentato, memore che il bene nella nostra Pia Società dipende dalla formazione dei giovani soci.
976. Al suo zelo sono pure affidate tutte le Opere Salesiane della Ispettoria, ed in particolare la Pia Unione dei Cooperatori. A quest´uopo si farà coadiuvare da un Confratello che in suo nome si occupi dei Cooperatori dell´Ispettoria, ne tenga nota, trasmetta gli indirizzi e le necessarie correzioni alla Direzione. centrale colla quale si manterrà in. regolare corrispondenza. Invigili perché si osservi il Regolamento specialmente in quanto alle prescritte Conferenze. Animerà inoltre i Direttori ad aumentarne il numero, si assicurerà che si tengano le conferenze prescritte, e, per quanto potrà, mostrerà ai più insigni quella riconoscenza che i Salesiani debbono ai loro Benefattori.
977. Sia sua sollecitudine di fondare, se ha personale e mezzi sufficienti, Oratori festivi, e di ´promuoverne lo sviluppo e la saggia direzione ove già esistono.
978. Procurerà che ogni Casa abbia la propria cronaca.
979. Avrà cura o per sè o per altri dell´Archivio della sua Ispettoria.
980. Toccherà pure all´Ispettore vegliare sui depositi di provviste che soglionsi fare dal Provveditore Ispettoriale.
981. Almeno una volta l´anno, nell´epoca che crederà opportuna radunerà i Direttori della propria Ispettoria per trattare. con ´essi del buon andamento delle Case e per sentire le loro proposte relative al personale. In tale circostanza ricorderà loro i propri- doveri, segnalando, senza discendere a personalità, i difetti che ha trovato nél visitare le loro Case, e specialmente insisterà sulla. pratica della carità fraterna, del sistema preventivo che debbono essere la nota:caratteristica dei Salesiani.
CAPO VI.
Visita dell´Ispettore.
982. Precipuo dovere dell´Ispettore è quello di visitare le Case della sua Ispettoria´ una volta l´anno d´ufficio, ed ogni altra volta che qualche ragionevole causa lo richiede. Egli è come un. padre, un amico, il quale va a fare visita per aiutare. e consigliare i suoi confratelli e per trattare coi Direttori le cose da provvedersi e rinnovarsi pel bene delle Case.
983. Quando avvenisse che qualche Socio o qualche Casa versassero in particolari tribolazioni, l´Ispettore non indugi a recare il conforto della sua presenza e del suo amorevole consiglio, trattenendovisi tutto il tempo che è necessario.
984. Avviai il Direttore del tempo scelto per la visita ordinaria affinché questi ne possa preavvisare i Soci.
985. Suo primo atto sarà quello di far radunare i confratelli, ai quali rivolgerà un paterno saluto ed esporrà loro il fine della sua visita, invitandoli a manifestare candidamente quanto credessero opportuno pel vantaggio loro spirituale e pel bene della casa ; quindi visiterà la Chiesa o Cappella, a porte. chiuse quando queste fossero pubbliche ; osserverà come sia custodita la SS. Eucaristia, il Tabernacolo, l´Olio Santo le Sacre Reliquie, gli Altari, i Confessionali, la Sacre-stia, i Vasi Sacri, cioè calici, pissidi, ostensori, e gli arredi destinati al divin culto.
986. Quando la chiesa è parrocchiale , oltre alle cose dette, esaminerà come si adempiano i doveri inerenti alla cura d´anime.. Quindi con quale. assiduità si amministra il Sacramento della Penitenza, se la predicazione e il catechismo si fanno regolarmente e in modo adatto al bisogno dei fedeli. Se gli infermi e i poverelli sono assistiti con industriosa carità, se si fanno le visite domiciliari per conoscere lo stato d´anime, se si promuovono con zelo le pie Associazioni e se l´orario delle sacre funzioni è osservato con puntualità. Inoltre come si conserva la nettezza e il decoro della chiesa, se l´archivio parrocchiale coi registri (Battesimi, Cresime, prime Comunioni, Matrimoni, Morti ecc.), prescritti dal Sinodo Diocesano è in perfetto ordine, se si adempiano i legati ed altri oneri, e come è tenuta l´amministrazione delle cose temporali. Quale contegno si tenga verso l´autorità ecclesiastica e civile; quale prudenza si usi nel fare e ricevere visite, .e se i fedeli sono trattati con urbanità, riservatezza e mansuetudine. Finalmente se si osserva il nostro regolamento per le parrocchie nelle relazioni col Direttore e nella vita comune.
987. Visiterà le camere, i dormitori, l´infermeria, la cucina, la cantina e la dispensa.
988. Dopo aver ricevuto il rendiconto personale dal Direttore con un ragguaglio sopra tutti i Confratelli della Casa, ascolterà privatamente con benevolenza
i bisogni morali e materiali dei singoli Soci, secondo l´ordine che gli parrà conveniente, e terrà nella massima segretezza le cose confidategli sotto riserva.
989. Si informerà se i Direttori abbiano costantemente ricevuto dai loro subalterni il dovuto rendiconto mensile, se hanno fatto le prescritte conferenze, se hanno riuniti i Sacerdoti pel caso di morale, se almeno una volta al mese si tenne il Capitolo della Casa.
990. Visiterà le scuole; osserverà se l´insegnamento è dato a norma dei programmi e con metodo conveniente, se si usano i libri di testo stabiliti (i), come si tengono le decurie e finalmente se vi siano oggetti da -provvedere o riparazioni da farsi.
991. Nelle case, in cui vi sono artigiani, visiterà i laboratorii e le scuole, informandosi per quelli se hanno lavoro sufficiente e se l´insegnamento professionale è dato in conformità del programma ; per queste quante ore vi siano dedicate, secondo quali norme si dia l´istruzione e con quanto profitto.
992. Esaminerà i registri del Prefetto e delle varie aziende della Casa per accertarsi se la contabilità è tenuta secondo il sistema approvato, e non abbandoni i singoli registri (Cassa, Prontuario, Pensioni, Conti correnti ecc.) fino a tanto che non conosca perfettamente lo -stato delle finanze in debito e credito e non sia in grado di suggerire i provvedimenti che saranno convenienti. Esaminerà pure il registro particolare delle entrate ed uscite del Direttore e specialmente quello delle messe.
993. Osservi se il Prefetto è oculato nell´amministrazione, se cioè le provviste son fatte ad equo prezzo, a tempo e all´ingrosso quelle che lo comportano, e se .dal Provveditore Ispettoriale quelle che da lui si possono avere.
Siccome il conservar danaro è un. permanente pericolo di venir meno al voto- ed allo spirito della povertà, l´Ispettore è tenuto a ritirare dalle singole Case le somme, che risultassero disponibili. Tali somme verranno impiegate per i bisogni particolari della Ispettoria o per quelli generali della Pia Società.
___________
(i) In Italia i libri di testo sono fissati dal Consigliere Scolastico della Pia Società.
____________
995. Se poi la Casa si trovasse in speciali necessità od occorressero lavori e riparazioni straordinarie, oltre al riferirne al suo Consiglio, e, se occorre, al Capitolo Superiore, verrà paternamente in aiuto con la cassa dell’Ispettoria, e, ove non possa, consiglierà. il modo migliore di provvedere.
996. Prima di partire farà un sermoncino a tutti. gli allievi, una conferenza al Capitolo ed un´altra a tutti i Confratelli, e si tratterrà quanto è necessario col Direttore, per esaminare le difficoltà che esso incontra nella sua amministrazione, per conferire e dar consiglio in tutto quello che giudica poter giovare alla ´sanità, alla moralità o all´amministrazione stessa, ed alla Maggior gloria di Dio.
997. L´Ispettore nella sua visita usi la massima prudenza e carità, per non compromettere o diminuire l´autorità del Direttore o quella di altri Superiori.
998. In ogni visita abbia una cura particolare di osservare come siano coltivate nelle sue. Case le vocazioni ecclesiastiche e religiose...
999. In ogni visita lascierà per iscritto su apposito Memoriale, da conservarsi nell´Archivio della Casa, le osservazioni e le disposizioni date affinchè nella visita seguente Si possa verificare se furono eseguite.
CAPO VII.
Consiglieri Ispettoriali.
1000. L´Ispettore in caso di assenza designerà uno. dei consiglieri che faccia le sue veci nel governo del:. l´Ispettoria, eccetto che il Rettor Maggiore non deputi a ciò un Vicario speciale.
1001. Uno dei consiglieri coadiuverà l´Ispettore nella parte amministrativa.
1002. Nella Casa in cui risiede l´Ispettore vi sia una cassa-forte, posta in. luogo sicuro, chiusa da due diverse chiavi delle quali una sia in mano dell´Ispettore e l´altra nelle mani di uno dei Consiglieri.
1003. In questa cassa si conservino tutti i titoli di proprietà dell´Ispettoria, le obbligazioni che equivalgono a danaro o lo rappresentano o che danno diritto a percepire certi frutti o redditi ed inoltre quelle somme di denaro contante che non sono destinate per le spese ordinarie o quotidiane.
1004. Ogni volta che si debba aprire o chiudere questa cassa, converranno i due a: cui sono affidate le chiavi nè mai uno dei depositarii dia all´altro la sua chiave ma piuttosto, in caso di urgente bisogno deleghi un altro Socio, specialmente fra i Consiglieri, affidandogli la propria con obbligo di restituirla quanto prima.
1005. Il. consigliere incaricato tenga nota esatta di quanto viene riposto in detta cassa e di quanto vien tolto da essa.
1006. La verifica della cassa deve essere fatta dal Consiglio ogni anno ed ogni altra volta che fosse ordinato dal Rettor Maggiore.
1007. Il medesimo consigliere ogni anno redigerà due rendiconti ; il primo sarà un riassunto dei rendiconti .finanziari delle singole case ; il secondo sarà una relazione particolareggiata del movimento di cassa dell´Ispettoria. Questi rendiconti controfirmati dall´Ispettore e dall´intero Consiglio saranno inviati al Prefetto della Pia Società. L´Ispettore poi terrà un registro delle sue entrate e spese particolari che presenterà a suo tempo al Rettor Maggiore.
1008. Gli altri Consiglieri disimpegneranno gli uffici che saranno loro affidati dall´Ispettore a seconda dell´esigenza ; interverranno a tutte le adunanze del Consiglio.
1009. D´ordinario l´ufficio di Segretario sarà affidato ad uno dei consiglieri il quale avrà pure cura dell´Archivio dell´Ispettoria.
CAPO VIII.
Relazioni dell´Ispettore colla casa di sua residenza.
1010. Il Rettor Maggiore assegnerà ad ogni Ispettore la Casa di sua ´residenza, e questa, per quanto è possibile, rispecchi nel suo organismo tutta l´opera salesiana.
1011. Nella Casa di sua residenza ´l´Ispettore avrà sempre il posto d´onore ed a lui si avrà deferenza in tutte le cose , e il Direttore cederà a lui le funzioni più solenni, come la Messa di mezzanotte a Natale, le funzioni della Settimana Santa se pure l´Ispettore non giudicherà fare queste funzioni anche in altre Case dell´Ispettoria. Ma il Direttore locale terrà le sue attribuzioni secondo viene stabilito dal rispettivo Regolamento.
1012. La Casa di sua residenza deve fornirgli quanto occorre per i bisogni e il decoro della sua persona e del suo ufficio, vale, a dire abitazione conveniente, mobiglio, vestiario per sè e per il personale, che egli crederà necessario avere in aiuto nel suo ufficio.
1013. Potrà chiamare a sè e tenere - a disposizione nella Casa Ispettoriale il personale superfluo, ed i postulanti bisognosi di prova, convocarvi i Superiori delle Case, radunarvi i soci, ascritti ed aspiranti per gli Esercizi Spirituali od altro motivò, ospitarvi amici o benefattori della Casa, quando lo creda opportuno.
In tutto questo egli avrà riguardo alle condizioni della Casa, ne darà avviso al Direttore e piglierà con lui gli opportuni accordi.
1014. Quando all´Ispettore paia conveniente tenere adunanze o conferenze salesiane, celebrar feste in Casa, od in locali più convenienti della città o vicinanze, il Direttore si presterà con tutto il personale della Casa per rendere più bella e fruttuosa la riuscita.
1015. Trattandosi di fare inviti o di Vescovi per funzioni principali o di altri personaggi straordinari il Direttore non li farà senza intendersi prima coll´Ispettore.
1016. La festa onomastica al Direttore sarà fatta dal personale, dai giovani e dai benefattori della Casa Ispettoriale : a celebrare quella dell´Ispettore concorreranno inoltre tutte le Case dell´Ispettoria con offerte e rappresentanze. Gli inviti saranno fatti dal Direttore.
CAPO IX.
Articoli, generali.
1017. In ciascuna nazione dove vi sono più Ispettorie, gli Ispettori s´intendano tra loro sulle pubblicazioni tipografiche per non correre rischio di ripetersi pubblicando opere quasi consimili.
1018. L´Ispettore si asterrà dal chiedere soccorsi con circolari o con pubbliche conferenze fuori della sua . Ispettoria senza il permesso del Rettor Maggiore..
1019. L´amministrazione dei beni, di cui al Capo II, art. 9 delle nostre Costituzioni, che spetta al Superiore Generale, potrà da lui essere delegata agli Ispettori nei limiti che giudicherà opportuni.
Vivendo noi di quotidiana provvidenza, per regola generale non conserveremo alcun possesso di beni stabili, fuori delle Case di abitazione e scuole agricole.
1020. Gli Ispettori non propongano al Capitolo Superiore l´apertura di nuove Case, se prima non hanno pronto il conveniente personale.
1021. Il Capitolo Superiore pensa´ solo al. personale . per le nuove fondazioni fuori delle ispettorie.
1022. A chi deve recarsi in famiglia nelle vacanze, l´Ispettore ne fissi il tempo: conceda otto giorni, ed in casi eccezionali, quindici, ma poi con fermezza insista perché non trascorra questo tempo.
1023. Ciascun Ispettore costituisca nella sua Ispettoria un tribunale di prima istanza composto almeno di due suoi consiglieri e di un´altro professo perpetuo dell´Ispettoria.
APPENDICE.
MODO PRATICO
Da tenersi nell’eleggere i delegati per lettera
__________
I. — Ispettoria che ha. una sola casa succursale.
1024. Se i Confratelli di una Casa succursale non possono per la troppa distan.za radunarsi coi Confratelli di altra Casa regolare, facciano l´elezione per lettera unendosi alla Casa ove risiede l´Ispettore e terranno questo metodo
a) L´Ispettore comunichi ai Confratelli della Casa succursale il nome della Casa cui dovranno unirsi, ed a tutte due le Case i nomi dei Confratelli eleggibili residenti nelle due Case.
b) Mandi le opportune schede munite di bollo ed uguali in tutto a quelle che adopereranno i Confratelli della Casa Ispettoriale.
c) I Confratelli della Casa succursale, compreso il Direttore, scrivano, ciascuno a parte,- sulle schede : « Eleggo come delegato ad accompagnare il Direttore della Casa Ispettoriale di... (si esprime il nome), il Confratello professo perpetuo N. N.; eleggo a. supplente iI Confratello professo perpetuo N. N. »- — Queste schede non devono essere firmate dagli elettori. Il Direttore poi, alla presenza di tutti, le inetta in una busta che dev´essere chiusa e suggellata almeno con tre sigilli a cera lacca. Seduta stante, si stenda un verbale in questi termini :
« Noi sottoscritti dichiariamo che le schede racchiuse nella qui unita busta portante tre timbri colle iniziali..., contengono il nostro voto.
« In fede ……….. (luogo, data), e poi le firme di tutti gli elettori presenti. »
d) Questo verbale unitamente alla busta suggellata, sia mandato, entro altra busta , come lettera raccomandata, all´Ispettore.
e) L´Ispettore ricevuta questa lettera, dovrà con, segnare la busta inclusa suggellata ed intatta, insieme col verbale, al Direttore della Casa ispettoriale, nel giorno in cui si faranno le elezioni. Il Direttore cogli scrutatori, dopo aver letto il verbale ed osservato • se tutto sia in regola, aprirà la busta, conterà le schede, e trovatele in numero legale, le getterà nell´urna.
f) Finito Io scrutinio l´ Ispettore si darà premura di comunicare ai Confratelli della Casa succursale l´esito, ed in tempo utile per poter avere di nuovo il loro voto nel caso di un secondo o terzo scrutinio, ove si avverasse quanto è detto al Capo III di questo Regolamento.
II. — Ispettoria che ha due o più case succursali.
1025. Se poi le Case succursali di una stessa Ispettoria fossero due o più,. e per la troppa distanza non potessero radunarsi insieme, facciano l´unione a mezzo di lettera a questo modo
a) L´Ispettore comunichi alle parti interessate i nomi dei Direttori delle Case succursali´ invitandoli ad eleggere uno di essi come Direttore per rappresentarle nel . Capitolo Ispettoriale, scrivendo ciascuno sulla scheda : « Eleggo come Direttore delle Case succursali. di.... (e qui le nominerà), riunite il M. R. Sig. D. N. N., attuale direttore della Casa succursale di... (e qui nominerà la Casa) » e pel resto si eseguisca quanto sopra è detto alle lettere a, b, c, d.
b) Ricevute queste schede , l´ Ispettore aprirà, la busta che le contiene, alla presenza di due membri almeno della Commissione Ispettoriale. Stenderà verbale e comunicherà l´esito alle Case interessate, invitandole ad eleggere un ´delegato ed un supplente per accompagnare il Direttore eletto al Capitolo Ispettoriale. Ricordi pure l´Ispettore di comunicare i nomi , degli .eleggibili che sono solo coloro che hanno emesso i voti perpetui. Terranno quindi il metodo esposto alle lettere e, di questo metodo pratico.
c) Se i Confratelli di due Case succursali radunati insieme non venissero O: raggiungere il numero voluto per una Casa regolare, saranno considerati come formanti una sola Casa succursale, e si farà come si è detto al Capo III, n. 953.
1026.. Per le Case ove l´Ispettore è anche Direttore, colui che ne fa le sue veci nelle assenze, cioè il Vice-Direttore, o prefetto avrà tutti i diritti che hanno i Direttori delle Case regolari, se la Casa in cui risiede è regolare.
INDICE
•
CAPO I Ispettorie • . . pag.
» II Elezione dell´Ispettore e dei suoi Consiglieri » • 3
». III Capitolo ispettoriale . a .5
» IV Facoltà dell´Ispettore » 7
» V .... . Doveri dell´Ispettore • » 10 •
» - VI Visita dell´Ispettore 13 .
» Consiglieri Ispettoriali A 17
» VIII Relazioni dell´Ispettore colla casa di sua
•
residenza » 18
» IX Articoli generali • 20
•
•
APPENDICE.
•
. Modo pratica
da tenersi nell´eleggere i delegati per lettera..
CAPO I.. ..... Ispettvrie che hanno una sola casa sue corsale • pag. 21
II Ispelloria che ha due o più case succursali » .23
REGOLAMENTO
PER LE PARROCCHIE DELLA
Pia Società di S. Francesco di Sales
CAPO I
Accettazione di Parrocchie.
1027. . In via ordinaria non si accetteranno parrocchie;. tuttavia se qualche speciale circostanza ne consigliasse l´accettazione si esiga ché siano conferite canonicamente alla nostra. Pia Società e´ non agli individui e. che non vi. sia dipendenza, per quanto è possibile, da.. fabbricerie o da amministrazioni esterne.
1028. Il Parroco sia nominato ad nutunt Superioris secondo la Costituzione Firmandis di Benedetto XIV del 6 Novembre. 1744 ad. annum, e secondo la prassi di Roma per i Regolari, coti facoltà di riconferma di accordo con l´Ordinario del luogo.
1029. In quei paesi ove il titolo di Parroco si assume dal Superiore della. Congregazione anche per varie Parrocchie accumulativamente con facoltà di mandare Soci idonei a rappresentarlo, non sarà necessario apporre quest´ultima condizione, poiché l´Ispettore locale potrà cambiare il suo rappresentante, quando lo creda della maggior gloria di Dio e vantaggio della Congregazione. Notisi però che sarà sempre conveniente in tal caso partecipare all´Ordinario il fatto mutamenti ; ed essere con lui in pieno accordo.
1030. Queste brevi norme sono date, astrazione fatta dalla questione difficilmente solubile del placet o approvazione dei governo; che, ratificando le. nomine, non si accomoderebbe così facilmente a frequenti mutazioni di Parroci .
CAPO II.
Vita religiosa.
1031. Se la Parrocchia, non ,ha istituto annesso si stabilisca. subito. una comunità religiosa di almeno sei soci, che potranno .essere impiegati in quelle opere, che sono più proprie della. nostra Pia Società.
1032. Nel caso in cui la Parrocchia abbia un collegio od ospizio annesso, le relazioni col Direttore. di esso saranno regolate nel modo seguente:
a) Il Direttore è l´unico superiore della casa; da lui quindi deve dipendere´ tutto ciò che riguarda il personale e l´amministrazione della Parrocchia. A lui solo, di comune accordo, col Parroco, spetta fare inviti, provvedere per quanto riguarda orar. t, musica, apparati, predicatori, decoro del: luogo santo e delle sacre funzioni. A lui ancora saranno riservate le funzioni più solenni nella Parrocchia, se pure le circostanze non consigliassero diversamente,
b) Il Parroco procurerà che siano ben tenuti i libri Parrocchiali, avrà la firma degli atti, amministrerà i Sacramenti, visiterà gli infermi e le famiglie quando ne conosce il bisogno o la convenienza: sosterrà da predicazione ordinaria parrocchiale, attenderà alle società e compagnie erette nella parrocchia. farà lo .stato d´anime, e promuoverà .tutto quello che può servire al buon andamento della Parrocchia Sia morale che materiale ; ma esso, eserciterà tutte. queste attribuzioni in piena dipendenza dal Direttore, mentre da parte sua il Direttore lascierà al Parroco una discreta illimitata libertà nelle sue attribuzioni.
1033. Il Parroco abbia un locale conveniente ad uso .di ufficio parrocchiale, sale di ricevimento e di .udienza, sala di conferenze., biblioteca parrocchiale ed altri lodali secondo le esigenze della Parrocchia, possibilmente con .ingresso diverso da quello dell´Istituto egli avrà. in aiuto tin numero di sacerdoti, di sacristani o inservienti proporzionato a quello della popolazione e ai bisogni della Parrocchia.
1034. L´istituto abbia cappella interna a parte per le funzioni .e per. gli esercizii ordinari di pietà della comunità.
1035. In una casa parrocchiale non annessa a collegio od Ospizio, il Parroci ed i subi Coadiutori attengano per quanto è possibile alla regola della vita comune, sia per le pratiche di pietà,. sia per quanto riguarda il vitto, il vestito ed il riposo. Sia premura del parroco di fissare il tempo più opportuno per la meditazione giornaliera e la lettura spirituale, procurando d´intervenirvi regolarmente con i suoi Coadiutori. Se è possibile facciano queste pratiche di pietà nella Chiesa, perchè i Parrocchiani ne possano avere edificazione.
1036. Se la Parrocchia è annessa ad un Collegio od Ospizio, siano tutti diligenti ad osservare l’orario stabilito per il pranzo e per la cena, ed il Parrodo procuri di trovarsi coi. suoi confratelli a tavola comune, eccettuate quelle poche volte che l´esercizio del suo ministero lo chiamasse indispensabilmente altrove. Si evitino con grande studio le eccezioni e le particolarità.
CAPO III.
Relazione colle autorità.
1037. Il Parroco dovrà. mostrarsi- ossequente al Vescovo , alle autorità della Diocesi, studiandosi di mettere in pratica i decreti e gli avvisi che gli verranno Comunicati.
1038. Si attenga scrupolosamente nel regime parrocchiale a quanto è prescritto dai. SS. Canoni e dai Sinodi diocesani.
1039. Nei casi difficili del suo ministero, sempre previo accordo col suo Direttore, ricorra al Vescovo per consiglio ed aiuto.
1040. In occasione di solennità non si manchi di fare invito per la funzione all´Ordinario del´ luogo, o d´accordo con esso, ad altro prelato od autorevole ecclesiastico.
1041. Non si permetta mai di censurare gli usi locali, le disposizioni dei Superiori ecclesiastici,. o le azioni di altri Parroci e Sacerdoti. Procuri anzi di mantenersi con questi in buona relazione, facendo si che siano invitati a cantare la Messa, a predicare, o a dare la benedizione, ed anche a pranzo nelle principali solennità.
1042. Si proceda pure colla massima prudenza nell´introdurre nuove usanze o divozioni, che, buone in se, possono riuscire per la singolarità inopportune.
1043. Colle autorità civili il parroco si mostri sempre ed in ogni cosa ossequente e rispettoso..
1044. In occasione di elezioni pubbliche si attenga puramente e destramente a quanto può essere in. giunto dai Superiori ecclesiastici ma si sforzi sempre di mantenersi estraneo a tutto ciò che può sapere di politica o mostrare in qualsiasi modo spirito di partito.
•
CAPO IV.
Relazione col popolo.
1045. Lo spirito del nostro Santo Protettore S. Francesco di Sales e del nostro Padre e fondatore D. Bosco era di farsi come del Divin Salvatore è detto, tutto a tutti, omnibus omnia factus; e questo spirito medesimo, se deve essere l´anima di tutti i Salesiani, deve esserlo in modo speciale di colui che:è chiamato a reggere una Parrocchia. Badi però il Parroco; che la carità e lo zelo del bene delle anime alle sue cure affidate non gli faccia dimenticare se stesso. Il raccoglimento e la riservatezza che è necessaria in Un Sacerdote, è indispensabile in un Religioso.
1046. Affinchè tale si conservi ed. anche apparisca, agli occhi dei suoi parrocchiani si ritenga quanto segue :
Sarà una delle sue sollecitudini di favorire le associazioni cattoliche dei Cooperatorii.. Salesiani e delle Figlie di Maria e delle Madri cristiane; le conferenze di S. Vincenzo de´ Paoli .per l´assistenza dei poveri, la Compagnia di San Luigi per i fanciulli, la Compagnia del SS.. Sacramento per l´adorazione delle Quarant´ore e per l´accompagnamento del santissimo Viatico.
Vi attenderà egli stesso perchè si mantengano in fiore, ma badi di non. mostrare Mai alcuna particolare preferenza.
1047. Promuova .con sonano impegno il Catechismo dei fanciulli e la frequenza dei SS. Sacramenti.
1048. Nel ministero delle Confessioni si studii di unire la carità colla massima prudenza e brevità..
1049. Eviti le lunghe conversazioni specialmente con perso, ne di sesso diverso. gioverà assai. per questo, che, avendo per ragione.. del.. suo ministero o per motivo di carità, a trattare con qualche donna, ciò. faccia .o nell´ufficio Parrocchiale; o in qualche luogo attiguo alla Sacrestia . e senno a porte aperte.
1050. Eviti le visite inutili nelle . famiglie: Il minor male che da esse ridonda è la perdita considerevole di tempo
1051. Quando è chiamato dagli infermi, specialmente allorchè deve passare lungo tempo al loro. letto, procuri di mostrarsi uomo di Dio e dedito all´orazione ; tenga un Contegno modesto e riserbatissimo; e le sue parole siano . di conforto . all´ammalato; e tornino di edificazione ai parenti.
1052. Gli infermi i Poveri ed i fanciulli formino l´oggetto delle sue speciali sollecitudini. Il Divin Salvatore metteva . tutte le sue delizie nel trovarsi con toro, ed in generale il Parroco più amato è quello che i fanciulli ed i poveri. possono sempre avvicinare.
1053. Nella distribuzione di elemosine si :studii che la carità, materiale abbia da riuscire a maggior bene .delle anime:
1054. Per la. fondazione delle. varie compagnie, che sono un aiuto potente al buon andamento di una Parrocchia e giovano a ravvivare. lo spirito di pietà; si .attenga alle norme date dal Catechismos ad Parochos, e. dal Parroco Novello del Frassinetti.
CAPO V.
Chiesa - Archivio - Proventi.
1055. Il parroco abbia sommamente a cuore l´ordine ´e la pulizia della sua Chiesa; la manutenzione di tatti gli arredi sacri, occupandosene direttamente quando occorra
1056. Vegli perchè gl´inservienti di Sacrestia .serbino sempre un contegno divoto e servano col dovuto raccoglimento alle sacre funzioni.
1057. Mantenga diligentemente le tradizioni locali e particolari della sua Parrocchia, raccogliendone . mandria da conservarsi. nell´archivio. .parrocchiale.
1058. Compili e tenga esposto nella sacrestia un elenco completo dei legati e dei vari oneri della Parrocchia.
1059. Abbia il Parroco massima cura di tenere in ordine i registri parrocchiali, perchè ad ogni domanda dell´Ordinario sia in grado di presentarli.
1060. I mezzi con cui si .sostengono le Parrocchie sono Molteplici. Oltre la congrua parrocchiale, vi sono i diritti così detti di stola, i legati e le elemosine. Per ciascuno di .questi proventi è necessario avere un registro a parte, da poter consegnare ad ogni richiesta dell´Ispettore e del Superiore Generale.
1061. Nell´esazione di certi diritti avverrà sovente di avere dei contrasti colle persone che assunsero .degli, impegni:. Per non attirare odiosità sopra del Parroco, .sia sempre il Vice-curato o meglio il Prefetto di sacrestia addetto a questo ufficio. Procuri però che, mentre é suo dovere di insistere Sopra quanto è di diritto, il faccia sempre con carità, e la fermezza non sia mai disgiunta dalla prudenza :e dalla dolcezza.
1062. Per quanto concerne l´amministrazione si ritenga come massima generale ed assoluta che. Il Direttore essendo l´unico Superiore della Casa, una sola sarà in essa l´amministrazione ; quindi tutti i proventi parrocchiali saranno devoluti al Direttore, al quale tocca somministrare il necessario. denaro per tutte le spese parrocchiali, i d´accordo coll´Ispettore, .assegnare ai Parroco mia quota annuale o mensuale proporzionata per i Poveri della Parrocchia.
1063. : Il Parroco salesiano, Che conservi Io spirito della Congregazione, osservando scrupolosamente i suoi voti e queste Poche norme, non mancherà di es-. sere un apostolo in mezzo a quel popolo, che Iddio ha affidato alle sue cure, e santificando se´stesso, guada
gnerà molte anime al Cieli.
INDICI
CAPO I • Accettazione delle parrocchie . . . pag. 3
II •• Vita religiosa ..... .• . • » 4
• III Relazione colle autorità » 6
» IV .Relazione col popolo • • • » 7
• V ...i.. Chiesa — Archivio — Proventi . » 9
•
REGOLAMENTO
PER GLI
ORATORI FESTIVI
DELLA
Pia Società di S. Francesco di Sales
TIPOGRAFIA SALESIANA (B. S.)
1906.
Articoli generali.
1064. L´articolo: Io del Capo I delle nostre Costituzioni dice che. il Primo esercizio di carità nella Pia Società di S. Francesco di Sales e di raccogliere giovanetti poveri ed abbandonati per istruirli nella santa cattolica Religione, particolarmente nei giorni festivi.:Per la qual cosa si delibera quanto segue
1065. Trattandosi di accettare nuove fondazioni si. dia sempre la preferenza a quelle ove è possibile aprire un Oratorio festivo.
1066. Ogni Direttore si dia sollecitudine d´impiantare un Oratorio festivo presso la sua Casa od Istituto, se ancora non esista,:e di dargli. sviluppo se già è fondato.
Egli consideri quest´opera siccome una delle più importanti dì quante gli furono affidate, ,la raccomandi alla carità ed alla benevolenza delle persone facoltose del luogo, per averne i sussidi necessari para spesso nelle conferenze, incoraggiando i confratelli ad occuparsene ed istruendoli all´uopo, e non si dimentichi mai . che in Oratorio festivo fu già la culla dell’umile nostra Congregazione.
Tutti i soci salesiani così ecclesiastici come laici si stimino fortunati di prestarvi l´opera loro; persuadendosi essere questo un apostolato di somma importanza.
1067. Pel regolare impianto e sviluppo dell´Oratorio, si procuri anzitutto di mantenersi in relazione coll´autorità ecclesiastica locale.
1068. È desiderabile che per quanto si può questi Oratori siano tenuti aperti tutti i giorni, almeno per qualche ora, e ciò specialmente nel tempo delle vacanze.
1069. Negli Oratori particolarmente di città si stabilisca, per quanto è possibile, una scuola di religione a pro degli studenti, da farsi preferibilmente al giovedì.
1070. Quando l´Oratorio è .annesso ad un Collegio od Ospizio si eviti ogni comunicazione tra i convittori e gli esterni.
Ad ovviare ogni pericolo e disturbo, per quanto si può, si designi un luogo attiguo con cortile adatto, avente Cappella a: parte e quanto occorre per i giuochi´ le scuole, .e per i casi d´intemperie. .
1071. Ogni Oratorio festivo avrà un capo e personale apposito.
1072. Dove l´Oratorio non costituisce casa a sé, il Direttore dell´Oratorio festivo dipende dal Direttore della Casa, come. il Parroco, il Prefetto e gli altri membri di quella casa. Egli pertanto non faccia innovazioni nell´andamento dell´Oratorio, non stabilisca feste speciali, passeggiate o simili, non inviti ad aiutarlo personale nè interno .nè esterno, senza previa intelligenza col Direttore della Casa.
1073. Non potrà Conservare denaro presso di sè, nè .far spese di sorta, ma per ogni bisogno si rivolgerà al Direttore della Casa, il quale si mostrerà a lui condiscendente nel provvedere ai bisogni dell´Oratorio.
1074. L´Ispettore procuri che chi è addetto all´Oratorio festivo non sia assorbito da altre occupazioni nella Casa,. incompatibili col: suo ufficio è .che non gli vengano meno gli aiuti necessari, sia. pel personale come per i mezzi finanziari.
1075. L´Ispettore nelle visite alle Case della sua Ispettoria si informi accuratamente dell´andamento dell´Oratorio festivo, e procuri di dare a tal riguardo i necessari incoraggiamenti e le convenienti istruzioni.
1076. Nelle lettere circolari che il Prefetto del Capitolo Superiore manda agli Ispettori e gli Ispettori ai Direttori vi sia sempre la domanda : Quanti giovani frequentano l´Oratorio festivo ?
1077. Spetterà al Direttore dell´Oratorio festivo l´animare e guidare con apposite conferenze il personale addetto all´Oratorio festivo.
1078. Il buon andamento dell´Oratorio festivo dipende sopratutto dall´usare sempre un vero spirito di sacrificio, grande carità e benevolenza verso tutti, così che gli alunni ne ricavino e mantengano ognora una ´cara memoria, e lo frequentino eziandio quando siano adulti, come pure dal promuovere in mezzo a loro le compagnie di S. Luigi , del piccolo clero, ecc.
1079. Sono specialmente raccomandati i giuochi e i divertimenti di vario genere secondo l´età e gli usi del paese, essendo questo uno dei mezzi più efficaci per attirare i giovanetti all´Oratorio.
1080. A promuovere la frequenza e la buona condotta negli Oratori festivi giovano pur molto i premi da distribuirsi a tempi fissi, per es. vestiario, libri, oggetti di divozione; come pure lotterie, passeggiate, teatrini facili e morali, scuola di musica, festicciuole ecc.
1081. Per quanto sarà possibile vengano impiegati negli Oratori festivi i chierici e gli altri Soci Salesiani, affinché si rendano ognora più capaci di esercitare un sì importante ministero di carità a vantaggio della gioventù pericolante.
PARTE PRIMA
Scopo.
1082. Lo scopo dell´Oratorio festivo è. di . trattenere la gioventù ne´ giorni di festa con piacevole ed onesta ricreazione dopo di aver .assistito. alle sacre Funzioni di .Chiesa.
Dicesi 1° trattenere la gioventù nei giorni di festa, perchè si hanno specialmente di mira i giovanetti operai, i quali nei giorni festivi soprattutto vanno esposti a grandi pericoli morali e corporali ; non sono però. esclusi gli studenti, che nei giorni festivi o nei giorni di vacanza vi volessero intervenire.
1083. Piacevole ed onesta ricreazione, atta veramente a ricreare, non. ad opprimere, .non. sono pertanto permessi quei giuochi, trastulli, salti, corse, e qualsiasi modo di ricreazione in cui vi possa- essere compromessa la sanità o la moralità. degli allievi.
1084. Dopo aver assistito alle sacre funzioni. di Chiesa ; perciocchè l´istruzione religiosa è lo scopo primario, il resto.. è accessorio - come. allettamento ai giovani. per farli intervenire.
1085. L´Oratorio sia" posto sotto la .protezione di. un Santo perché. coloro che intendono dedicarsi a questo :genere di occupazione debbono proporsi i Santi per modelli nella carità, nelle buone maniere, che sono le fonti da cui derivano i frutti che si sperano dall´Opera degli Oratori.
1086. Gli uffizi che devono compiersi da coloro che desiderano occuparsene con frutto si possono distribuire tra:i seguenti incaricati, che nelle rispettive incombenze sono considerati come altrettanti Superiori :
1. Direttore.
2. Prefetto.
3. Catechista o Direttore Spirituale.
4. Assistenti.
5. Sacristani.
6. Monitore.
7. Invigilatori.
8. Catechisti.
9. Archivisti.
10. Bibliotecario.
11. Pacificatori.
12. Cantori.
13. Regolatori della ricreazione.
14. Protettore.
15. Portinaio.
Le incombenze di ciascuno son ripartite come segue :
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CAPO 1.
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Del Direttore.
1087. Il Direttore è il Superiore principale , che è responsabile di tutto quanto avviene nell´Oratorio. .
1088. Egli deve precedere gli altri incaricati nella pietà, nella carità, e nella pazienza ; mostrarsi. costantemente amico, compagno, fratello di tutti, .perciò sempre incoraggiare ciascuno nell´adempimento dei propri doveri in modo di- preghiera, non ni´ai di severo comando.
1089. Nel nominare qualcuno a carica dimanderà il parere degli impiegati, e se sono Ecclesiastici. consulterà il.Superiore Ecclesiastico, o il Parroco della Parrocchia in cui esiste l´Oratorio, a meno che siano notoriamente conosciuti, e si presupponga nulla esistervi in contrario..
1090. Procuri di tenersi in buona relazione coi pubblici insegnanti -e coi capi delle officine per ottenere . il loro aiuto o almeno che non abbiano ad ostacolare la frequenza dei loro giovanetti all´Oratorio. Si. tenga pure in relazione coi membri delle Società Cattoliche e colle Amministrazioni di Opere Pie; raccomandando in modo particolare alla loro carità i giovanetti dell´Oratorio. .
1091. Una volta al mese radunerà i suoi impiegati per loro leggere e spiegare il presente regolamento, per ascoltare e proporre quanto ciascuno giudica vantaggioso per gli allievi .(*).
1092. Al Direttore tocca avvisare, invigilare, che tutti disimpegnino. i rispettivi uffizi , correggere , ed anche rimuovere da´ loro posti gli impiegati, qualora ne sia mestieri.
___________
(*) Farà pur cosa molto utile se terrà di quando in quando-qualche conferenza ai catechisti sul modo di fare con frutto il catechismo e ..per tenersi informata del profitto e condotta degli allievi stessi. Sarà necessario che si adoperi pure per far conoscere ai giovani e specialmente ai più grandicelli la. parte seconda di giusto regolamento.
____________
1093. Al mattino, terminate le confessioni- di quelli Che desiderano di accostarsi al Sacramento della Penitenza; il Direttore o un altro Sacerdote .celebrerà la Santa Messa , cui terrà dietro la spiegazione del Vangelo, o un racconto tratto dalla Storia Sacra o dalla Storia. Ecclesiastica.
1094. Egli deve essere come un. padre in mezzo ai proprii figli ed adoperarsi in ogni maniera possibile per insinuare nei giovani cuori l´amor di Dio, il rispetto alle, cose sacre,. la frequenza ai Sacramenti, figliale divozione a Maria Santissima, e tutto ciò che costituisce la vera pietà.
1095. Il Direttore si darà massima sollecitudine di provvedere,o per sè o per mezzo di speciali protettori, al collocamento:dei giovanetti presso buoni padroni.
1096. La materia delle Prediche e delle Istruzioni morali deve essere scelta e adattata alla gioventù, e per quanto si Può, arricchita di esempi; di similitudini, di apologhi e parabole.
1097. Gli esempi si ricavino dalla Storia Sacra, dalla Storia Ecclesiastica, dai santi Padri, o da altri accreditati autori.. Ma si fuggano i racconti che possono gettare il ridicolo sulle verità della. fede; Le similitudini poi piacciono assai, ma bisogna che siano di Cose. conosciute, o. facili a conoscersi dagli uditori; che siano bene studiate, ed abbiano un´applicazione chiara ed adattata agli individui.
1098. Si badi che gli esempi devono solamente servire a confermare le verità della fede, le quali devono già essere provate prima .Le similitudini poi devono solamente servire di mezzo per dilucidare una verità provata o da provarsi. Le Prediche si facciano in lingua italiana ma nel modo più semplice e popolare che sia possibile, e d´ove ne sia mestieri Si usi anche: il dialetto della provincia. Non importa che ci siano giovani ed altri uditori che comprendano l´italiano elegante; chi capisce un discorso elegante, capisce assai più il popolare.
1099. Le Prediche non devono mai oltrepassare la mezz´ora, perchè il nostro .S. Francesco di Sales dice essere meglio che il predicatore lasci il desiderio di essere udito e non mai noia. E la gioventù particolarmente ha bisogno; e desidera anche di ascoltare, ma sia usata grande industria perché. non resti mai né oppressa né annoiata.
1100. Quelli che si degneranno di venire all´Oratorio a spiegare ´la parola di Dio sono caldamente pregati di èssere chiari e popolari quanto è possibile.; facciano cioè in modo, che in qualsiasi punto del discorso gli uditori capiscano: quale virtù sia inculcata, o quale vizio sia biasimato.
1101. Il Direttore, continui a mantenersi in relazione coi giovani che per l´età o per altra ragione cesseranno di frequentare l´Oratorio. Gioverà stabilire per questo la Società degli antichi Allievi, cui potranno iscriversi quelli che Uscendo lasciarono di sè buona memoria.
CAPO
Del Prefetto.
1102. Il Prefetto deve essere Sacerdote, e farà le veci del Direttore ogni qualvolta n occerra il bisogno.
1103. Riceverà gli ordini dal Direttore e li comunicherà a tutti gli altri impiegati invigilerà che le classi del Catechismo siano provvedute a tempo del rispettivo. Catechista, e sorveglierà che durante il Catechismo non avvengano disordini o tumulti nelle classi.
1104. In assenza di qualche impiegato, egli deve tosto provvedere chi lo supplisca.
1105. Deve badare che i cantori siano preparati sopra le antifone, i salmi ed inni da cantarsi.
1106. Il Prefetto compierà anche gli uffizi del Direttore Spirituale dove vi fosse penuria di Sacerdoti.
1107. AI Prefetto è pure affidatta la cura delle scuole diurne; serali e domenicali.
CAPO III.
Del Catechista o Direttore Spirituale.
•
1108. Al Direttore Spirituale si appartiene l´assistere e dirigere le sacre funzioni, perciò deve essere Sacerdote.
1109. Il mattino all´ora stabilita principierà ad assistere al Mattutino della B. Vergine ; finito il canto del Te Dei andrà il vestirsi per celebrare la Santa Messa della Comunità.
1110. Al pomeriggio farà il Catechismo in coro, .assisterà al Vespro e disporrà quanto occorre per la Benedizione del SS. Sacramento.
1111. Dovrà tenersi ben informato della condotta de´giovani per essere in ´grado di darne le debite notizie, e spedirne i certificati d´assiduità e moralità qualora ne sia richiesto.
1112. In caso di solennità egli procurerà che vi sia un conveniente numero di confessori e di Messe ; disporrà quanto occorre pel servizio delle sacre funzioni, avendo cura che i giovani servienti conoscano bene le cerimonie e «mantengano costantemente un- contegno divoto.
1113. Il Direttore Spirituale dell´Oratorio è altresì. Direttore della Compagnia di San Luigi, le cui incombenze sono descritte ove si parla di questa Compagnia.
1114. Se viene a conoscere. che qualche giovane grandicello abbia bisogno di religiosa istruzione, come spesso accade, egli si darà massima sollecitudine di fissargli il tempo e il Luogo più adatto per fare egli stesso, o disporre che da- altri sia fatto il dovuto Catechismo.
1115. Si ritenga che gli Uffizi del Prefetto e del Direttore Spirituale si possono con facilità .riunire nella stessa persona.
CAPO IV.
Degli Assistenti.
1116. Agli Assistenti incombe di assistere a tutte le sacre funzioni dell´Oratorio , e vegliare che non succedano scompigli in tempo di esse.
1117. Avranno cura che non avvengano disordini entrando in Chiesa,. e che ciascuno prendendo l´acqua benedetta, faccia bene il segno dellaSanta Croce, e la genuflessione all´altare del Sacramento.
1118. Se succederà che si portino in Chiesa ragazzini, i .quali disturbino con grida o con pianto , avviserà can bontà chi di ragione affinché siano portati via.
1119. Nell´avvisare alcuno in Chiesa usi raramente la voce ; dovendo :correggere qualcuno con discorso un poi prolungato, differisca di ,ciò fare dopo le funzioni, oppure lo conduca fuori della Chiesa.
1120. Nel cantare il Vespro od altre case sacre indicherà,. occorrendo, in qual Pagina del libro si trovi quello che fu intonato.
CAPO V.
Dei . Sacrestani.
1121. I sacrestani devono essere due ; un chierico, ed un secolare, scelti fra i giovani dati alla pietà; più puliti, e maggiormente capaci per questa carica.
1122. Il Chierico è primo sacrestano, e a lui particolarmente incombe di leggere il calendario ; mettere i segnali a posto nel messale, e insegnare, se occorre,. le cerimonie per la Messa privata e per la Benedizione del SS. Sacramento.
1123. Al mattino, giunti in Sacrestia, sarà loro prima cura .di aggiustare tasto l´altare. per .la Santa Messa, preparare acqua, ostie; particole; calice e l´ostensorio, se occorre, per la Benedizione ;. poscia, mentre si incominciano le Lodi della B. V. M.. invitino il Sacerdote a vestirsi per celebrare la Santa...Massa.
1124. All’ora della:. predica ne avvisino il . Predicatore, lo accompagnino sui .pulpito, .e lo :riconducano .dopo in Sacristia.
1125. Alla Messa ordinariamente accendano.. due candele sole ; quattro. alla Messa della Comunione nei giorni. festivi ; sei alle Messe solenni. Nelle feste ordinarie, al Vespro quattro, nelle solennità. sei ; alla Penedizione del. Santissimo se ne. devono accendere .non . meno di quattordici :(Siliod. Dioces. Tit. .X,. 22 Taurin.).
1126. Non si accendano mai le candele mentre si predica; perchè. ciò dà troppo. disturbo al predicatore ed agli uditori.
1127. Nella sacrestia devesi mantenere silenzio, .nè .mai introdurre discorsi che noti riguardino a cose di Chiesa, oppure ai doveri dei Sacrestani.
1128. È caldamente .raccomandate ad un sacrestano di mettersi vicino al campanello solito a suonarsi nella Benedizione per dar segno :quando: il Sacerdote si volge al: pubblico col Santissimo; .ma non suonarlo la seconda volta; finchè non siasi chiuso il tabernacolo.; :e ciò :per togliere ai ragazzi la fretta di alzarsi, e uscire di Chiesa con irriverenza a :Gesù Sacramentato.
1129. Devono trovarsi in .Sacrestia prima che comincino le funzioni sacre , nè mai partirsi . finchè i Paramentali non siano piegati, e tutti gli altri oggetti messi in ordine e sotto chiave.
1130. Non usciranno mai di sacristia senza chiudere bene le guardarobe ed i cancelli.
Avvisi per coloro che sono addetti alla Sacrestia.
1131. È principalissimo loro dovere aprire e chiudere la porta della Chiesa, mantenere la mondezza di essa,: . e di ogni arredo od oggetto riguardante l´altare:ed il Sacrificio della Santa Messa, come sono bacini, ampolline, candellieri, tovaglie; asciugamani, corporali, purificatoi, avvertendo il Prefetto, quando. faccia bisogno, di .far lavare la biancheria, ripulire oggetti; o rifarli.
1132. Uno dei Sacrestani è incaricato di suonare le campane, e dare col campanello avviso del tempo in cui deve cessare la ricreazione, e della entrata in Chiesa per le sacre funzioni.
1133. La sera, un po´ prima che suoni l´andata in Chiesa, aggiustino le panche disponendole in classi distinte, come viene indicato dal rispettivo numero affisso alla parete della Chiesa.
1134. Mentre i giovani entrano in Chiesa i Sacrestani distribuiscano ai Catechisti i catechismi numerati, e cinque minuti prima che finisca il Catechismo due di loro uno a destra, e l´altro a sinistra, distribuiscano i libri per cantare il Vespro ;verso il fine del Magnificat, passino a raccoglierli e li portino al loro posto; Chiudano l´armadio, e consegnino la chiave al capo di Sacrestia.
CAPO VI.
Del Monitore.
1135. Il Monitore ha per Uffizio di regolare le preghiere vocali che si fanno nell´Oratorio.
1136. Ogni giorno festivo, entrato in Chiesa, incomincia. le preghiere del mattino, e recita la terza parte del Rosario della Beata Vergine Maria.
1137. Nelle feste di maggior solennità Sanctus leggerà, la preparazione alla. santa Comunione, :e quindi il ringraziamento.
1138. Dopo la predica .del mattino recita. un: Pater noster ed Ave per i Benefattori, ed un altro Pater ed Ave a S. Luigi, e finirà coll´intonare Lodato sempre sia .
1139. La sera, prima del Catechismo, appena giunto in Chiesa un competente numero di giovani, intonerà il Padre Nostro e il Dio ti salvi: Finito il Catechismo, reciterà gli atti di Fede come al mattino, e procurerà di mettersi in quella parte della Chiesa dove più facilmente può essere udito da tutti.
1140. Deve darsi massima sollecitudine per leggere con voce alta, distinta e. divota, in modo che gli uditori comprendano che egli è penetrato di quanto legge. .
1141. Deve parimenti ritenere, che nella Santa Messa, all´elevazione dell´Ostia Santa e del Calice, all’Ite Missa est, e nell´atto che il Sacerdote dà la benedizione,. si: sospendano le preghiere in comune, dovendo ciascuno in quel gran. momento parlare a Dio solamente cogli affetti del proprio cuore.
1142. Lo stesso dovrà osservarsi alla sera nell´atto che si dà la Benedizione col Santissimo Sacramento.
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CAPO. VII.
Degli Invigilatori.
1143. Gli invigilatori sono giovani scelti fra i più esemplari, i quali hanno l´incombenza di coadiuvare l´assistente specialmente nelle sacre funzioni della . Chiesa.
1144. Essi dovranno :.essere almeno quattro, e prenderanno posto. in quattro punti o angoli principali della Chiesa, e se, non v´è motivo non si moveranno. .dal proprio posto. Occorrendo, di avvisare, :devono evitare il correre precipitato, nè mai passare dinanzi all´Altare. Maggiore senza fare la genuflessione:(*).
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(*) In quei luoghi, nei quali si possono avere i Catechisti dal principio fin al termine della funzione, potrà bastare il solo assistente coadiuvato dai detti Catechisti :delle singole classi.
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1145. Sorveglino che i giovani, entrando in Chiesa, prendano il loro posto, facciano l´adorazione, stiano con rispetto tanto nell´entrare ed uscire; quanto nel cantare.
1146. Vedendo taluno ciarlare o dormire, lo correggano con belle maniere, movendosi il meno possibile dal loro posto, .senza mai percuotere alcuno anche per motivi gravi nemmeno sgridarlo con: parole aspre, o . con voce alta: In. casi gravi si condurrà il colpevole . fuori della chiesa, e si farà la debita correzione.
CAPO VIII
Dei Catechisti.
1147. Una delle principali incombenze nell´Oratorio . è quella di Catechista ; perchè lo scopo primario di dell´Oratorio è d´istruire nella Dottrina Cristiana quei giovani che ivi intervengono.
« Voi, o Catechisti, insegnando il Catechismo, fate un´opera- di gran merito dinanzi a Dio, perchè cooperate alla salute delle .anime redente col prezioso . sangue di Gesù Cristo; additando i mezzi atti a seguire quella via -che li conduce all´eterna salvezza : un gran. merito anche dinanzi agli- uomini, e gli uditori benediranno mai sempre le vostre parole;con cui loro additaste la via- per divenire buoni. cittadini, utili alla propria famiglia ed alla medesima civile società. »
1148. I catechisti per quanto si può siano preti o chierici. Ma quando vi sono molte classi, e d´altronde si ha la buona ..ventura di avere qualche esemplare signore, che si presti a quest´opera, a costoro con gratitudine si offra una classe di catechizzandi. Per la classe degli studenti se è possibile, vi sia sempre un Sacerdote.
1149. Qualora il numero dei Catechisti sia inferiore a, quello delle classi,- il- Prefetto farà scelta di alcuni giovani più istruiti, e più atti, e li collocherà in quelle classi che mancassero di Catechista.
1150. Mentre si canta il Padre nostro ciascun Catechista dovrà già trovarsi nella classe assegnata. .
1151. Il Catechista deve disporre la sua classe in forma di semicircolo di cui egli sia nel mezzo ; nè mai, si curvi verso gli allievi per interrogarli, e udire le risposte, ma si conservi .composto sulla persona, facendo spesso girare Io sguardo sopra de´ suoi allievi.
1152. Ogni Catechista abbia una piccola decuria coi nomi dei giovani della . propria classe, per segnare l´intervento ed i punti di merito dei medesimi.
1153. Non si allontani mai dalla sua classe. Occorrendogli qualche cosa, ne, faccia cenno al Prefetto, o all´Assistente.
1154. Ciascuno assista la propria classe fin dopo gli atti di Fede, Speranza e Carità,.e se può, non si muova di posto finchè, siano. terminate le sacre funzioni.
1155. Cinque minuti prima che termini il Catechismo, al suono del campanello, si racconterà qualche breve, esempio tratto dalla Storia Sacra, o dalla Storia Ecclesiastica, oppure si esporrà chiaramente e, con popolarità un apologo, od una similitudine morale, che deve tendere a: far rilevare la bruttezza di qualche vizio, o la bellezza di qualche virtù in particolare.
1156. Niuno si inetta a spiegare prima di aver imparato. la materia di cui deve trattare: Le spiegazioni siano brevi e soltanto di poche parole.
1157. Non si entri in materia difficile, né si mettano in campo questioni che non si sappiano risolvere chiaramente e con popolarità.
1158. I vizi che si devono spesso ribattere sono la bestemmia, la profanazione. dei giorni festivi, la disonestà, il furto, la mancanza di dolore, di proponimento e di sincerità nella confessione.
1159. Le virtù da menzionarsi spesso sono : carità, lavoro, fuga dell´ozio e delle cattive compagnie, frequenza. della Confessione, e della santa Comunione.
1160. Le classi del Catechismo siano divise come segue i promossi per sempre alla santà Comunione, e che hanno compiuto i quindici anni; quelli che sono promossi per sempre alla S. Comunione, ma inferiori ai quindici anni. Le altre classi saranno divise per scienza e per età sino ai più piccoli. Nello stabilire le classi di coloro che. non sono ancora promossi alla Comunione, si badi bene di non mettere i piccoli co´ più adulti. Per esempio facciali una classe di quelli che sono maggiori di quattordici anni ; un´altra da dodici a quattordici, dieci a dodici. Ciò contribuirà efficacemente a mantenere l´ordirle nelle classi , e a palliare: rispetto umano, che hanno i più adulti quando sono messi a confronto dei più piccoli.
1161. Ordine da tenersi nell´insegnare la Dottrina cristiana è segnato con numeri posti nelle domande del Catechismo le dimande segnate. Col numero i s´insegnino assolutamente a tutti e piccoli e adulti. Quelle segnate col numero 2 a colora che si preparano per la Cresima o per la..prima Comunione ; le segnate con. 3 e 4 a chi desidera d´esser promosso per , tutto l´anno. Le dimande segnate col numero 5 e 6 a quelli che desiderano di essere promossi per sempre.
1162. Dai giovani più ´adulti già ammessi alla S. Comunione non occorre che Catechista esiga la risposta letterale del Catechismo, ma, annunziata ima domanda, la esporrà con brevità e chiarezza, e per ravvivare l´attenzione potrà fare casi pratici, analoghi alla materia che tratta, e non mai di cose che non siano adatte all´età e condizioni degli uditori.
1163. Ciascun Catechista dimostri sempre un volto e faccia vedere, come di fatti lo è, di quanta importanza sia quello che insegna.
1164. Lodi chi lo merita, sia tardo a biasimare. Tutti gli impiegati liberi in tempo di Catechismo sono, considerali come Catechisti, perchè essi sono più in grado d´ogni altro di conoscere l´indole ed il modo di contenersi coi giovani.
1165. Sarà cosa eccellente stimolare i proprii allievi a studiare a memoria il catechismo della diocesi sia col promuovere le gare catechistiche sia collo stabilire premi per i più diligenti.
CAPO IX.
Dell´Archivista o Cancelliere.
1166. Lo scopo dell´Archivista si è di tenere registro di quanto riguarda l´Oratorio in generale ed in particolare.
1167. Scriverà sopra un cartello nome, cognome e carica di ciascun impiegato, e lo appenderà in Sacrestia. Formerà un catalogo di tutti gli oggetti che. servono ad uso della Chiesa; particolarmente quelli destinati è donati per qualche altare determinato nel che seguirà gli ordini del Prefetto.
1168. Avrà. cura, e ne renderà conto all´uopo, dei libri, catalogo, ed altre ,cose spettanti alla Compagnia di S. Luigi ed alla Società di Mutuo Soccorso :se vi sarà.
1169. In cancello apposito chiuderà sotto chiave tutta la musica dell´Oratorio, e non la darà se non al capo dei cantori. Non mai impresterà musica da portar via. Può bensì permettere, che taluno la venga a copiare nella casa dell´Oratorio.
1170. A lui pure è affidata una piccola Biblioteca di libri scelti per la gioventù, che egli può liberamente imprestare per leggersi sul luogo ed anche portarsi alle rispettive base, Ma dovrà:notare nome; cognome, dimora di colui al quale fu imprestato.
1171. È. cura principalissima dell´Archivista di vegliare che non si perda alcuna casa di proprietà dell´Oratorio, né oggetto di sorta venga allontanato senza che egli ne abbia preso memoria.
CAPO X
Del Bibliotecario
1172. Al Bibliotecario verrà affidata una piccola scelta di libri utili ed ameni da distribuirsi ai giovani Che. desiderano e che fanno sperare di fare qualche profitto.
1173. Noterà sopra un registro nome e cognome di quelli cui impresta il libro, avvisandoli, che allo scadere del mese procurino di riportare il libro somministrato.
1174. Terrà pure conto dei libri che entrano ed escono dalla Biblioteca per poterne dar contò a chi di ragione.
1175. L´ufficio del Bibliotecario e di Assistente si possono riunire nella stessa persona, come pure si possono a vicenda supplire, in assenza dell´uno o dell´altro.
1176. Si raccomanda a tutti di non perdere libri, guastarli, o scrivervi sopra il proprio nome, e di restituirli entro un mese.
CAPO XI.
Dei Pacificatori
1177. La carica dei Pacificatori consiste nell´impedire le risse, gli alterchi , le bestemmie, e qualsiasi cattivo. discorso.
1178. Quando avvenissero simili mancanze avvisino immediatamente il colpevole, e con . pazienza e carità facciano vedere come simili colpe siano vietate dal Superiore, Contrarie alla buona educazione; e quello. che è più; proibite dalla santa, legge di: Dio.
1179. In caso di dover fare correzioni, abbiasi riguardò che siano fatte in privato, e per quanto è possibile, non mai in presenza altrui, eccetto che questa fosse necessaria per´ riparare un pubblico scandalo. .
1180. È pure incombenza dei Pacificatori il raccogliere i giovani che vengano in vicinanza dell´Oratorio; condurli in Chiesa. con promessa di qualche piccolo premio; a cui certamente il Direttore non si rifiuterà.
1181. I Pacificatori procurino d´impedire con modi graziosi che alcuno esca in tempo delle religiose funzioni. Niuno si fermi a fare schiamazzo o trastulli vicino alla .Chiesa durante le medesime succedendo questi casi, si esortino con pazienza a recarsi in Chiesa appena dato il segno del campanello.
1182. È pure affidato ai Pacificatori il riconciliare coi Superiori chi avesse fatto mancanza; ricondurre, incoraggiare i compagni all´assiduità all´Oratorio nel giorno festivo.
1183. il Priore e il Vice-Priore della Compagnia di S. Luigi sono Pacificatori.
CAPO XII.
Dei Cantori.
1184. È cosa desiderabile che ´tutti fossero cantori, perchè tutti debbono prendere parte al canto ; tuttavia per impedire vari inconvenienti che potrebbero avvenire, si scelgono alcuni giovani che abbiano buona voce. e sanità, ed a costoro viene affidato la direzione del canto.
1185. Fra di noi vi sono due categorie di cantori : quelli del coro, l´altra davanti all´altare: Niuno però deve :essere, eletto cantore se non ha buona condotta; e se non sa leggere correttamente il latino.
1186. Per essere cantore in coro, si esige che l´allievo sappia solfeggiare e conosca i toni del canto fermo.
1187. La cura del canto è affidata ad un Corista, ossia capo dei cantori, e ad un vice-Corista. Essi devono adoperarsi che il canto sia ripartito tra cantori in Modo che tutti possano prendervi parte ed essere animati a cantare.
1188. Al mattino ove si possa, si canta l´Uffizio della B. Vergine Maria a voce corale, ad eccezione degli Inni, Lezioni, Te Deum e Benedictus; che si cantano secondo le regole del canto fermo. Nelle feste solenni dovendosi cantar la Messa si reciterà salo a voce corale per non Prolungar troppo le sacre funzioni. La sera si canta il Vespro segnato nel Calendario della: Diocesi(*)
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(*) Dove rion si possa cantare il Mattutino, si:canterà almeno alla sera il´ Vespro della B. V. oppure la sola Ave, Maris Stella col Magnificat e coll´Oremus, etc.
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1189. Intonato un salmo od .un´antifona, cantino tutti a. voce unissona, evitando gli strilli, le intonazioni troppo alte o troppo basse. Quando taluno sbaglia nel canto non si rida nè si disprezzi il compagno; ma il Corista procuri di sottentrargli nella Voce per metterlo in tono.
1190. I cantori posti davanti all´altare devono star attenti per rilevare nel medesimo tono e grado di voce tutto quello che verrà. intuonato in coro o dall´orchestra. (*).
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(*) Il Capo corista procuri che i salmi ed inni siano cantati alternativamente prima dal coro e poi dalla chiesa.
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1191. Ai cantori è caldamente raccomandato di guardarsi dalla vanità e dalla superbia, due vizi assai che fanno perdere il frutto di ciò che si fa e producono-inimicizie tra compagni. Un cantore vera. mente cristiano non dovrebbe mai offendersi, nè avere altro fine se non lodare Iddio:e di unire la sua voce a .quella degli Angeli, che lo benedicono e .lo lodano in Cielo.
CAPO XIII.
Regolatori della Ricreazione.
1192. È vivo desiderio che nella ricreazione tutti possano prendere parte. a. qualche trastullo nel modo e nell´ora permessa.
1193. I trastulli e giuochi permessi, sono le boccie, le piastrelle, l´altalena, le stampelle, la giostra a passi del ,gigante, bersaglio a pallacorda; esercizii di ginnastica ; oca, dama, scacchi, tombola, carriere, o barra . rotta; i mestieri, il mercante, ed ogni altro giuoco che possa contribuire alla destrezza del-,corpo. Nella destinazione dei locali pei divertimenti si dovrà´far molta attenzione ad evitare i Pericoli di farsi del male, come accadrebbe facilmente, se, per esempio, dove si giuoca alle boccie si facessero pure i giuochi di corsa.
1194. Sono poi proibiti i giochi delle carte, dei tarocchi; ed, altro giuoco, che inchiude pericolo di offendere Dio, recar danno al prossimo, e cagionar male a se stesso.
1195. Il tempo ordinario per la ricreazione .è fissato, al mattino dalle 10 alle 12 e da 1 ora alle 2. pomeridiane e dal termine delle religiose funzioni sino a notte. Nell´inverno anche lungo la sera; non però più tardi delle otto,. vi saranno trattenimenti di ricreazione nelle ore in cui non si disturbino le scuole.
1196. I trastulli. sono affidati a cinque invigilatori, di cui uno sarà Capo.
1197. Il capo invigilatore tiene .registro del numero dei trastulli e .ne. è responsabile. Qualora ci vogliano .provviste. e riparazioni ai trastulli ne renderà consapevole . il Prefetto.
1198. Gli invigilatori presteranno i loro servizi due per domenica. Il capo, veglia solamente,che non avvengano disordini, ma non è tenuto a servizio, eccettochè manchi qualcuno.. degli invigilatori.
1199. Ogni trastullo è segnato con un numero, per esempio..: se vi:fossero nove giuochi di boccie; si fanno nove cartelli sopra cui si scrive .1 2.3.:4-5-6-7-8-9.. Se. Ci: fossero cinque .paia di stampelle. Si noteranno col numero 10-11-12-13-14.. E così progressivamente gli altri giuochi:
1200. Durante la ricreazione un invigilatore passeggerà pel cortile, per. vegliare che .nulla -si guasti o si porti via ; l´altro non si allontanerà mai dalla camera . dei trastulli, ma non..si permetterà mai ad alcuno ..introdursi per qualsiasi pretesto nel luogo dove quelli si chiudono.
1201. È particolarmente raccomandato agli invigilatori il procurare che tutti possano partecipare. di. qualche divertimento, . preferendo sempre quelli che sono conosciuti pei più frequenti all´Oratorio.
1202. Terminata la ricreazione, e verificato che nulla manchi, si .metteranno in ordine i giuochi, poscia, chiusane la camera, se ne porterà la chiave al Prefetto.
CAPO XIV.
Dei Patroni e Protettori:.
1203. I Patroni ed i Protettori hanno l´importantissima. carica di collocare a padrone i più poveri. ed abbandonati, e vegliare che gli apprendisti e gli artigiani che frequentano l´Oratorio non siano con padroni presso di cui sia in pericolo la loro eterna salute.
1204. A ufficio dei Patroni il ricondurre a casa quei giovani che ne fossero-fuggiti, adoperandosi per collocare a padrone coloro che hanno bisogno .d´imparare qualche professione...
1205. I Protettori saranno due, ed avranno cura di notare nome e cognome e dimora dei padroni che abbisognano di apprendisti e di artigiani per mandare all´uopo i loro protetti:
1206. Il Protettore dà opera per assistere e correggere i suoi protetti, ma non si assume alcuna obbligazione pecuniaria,. nemmeno presso i rispettivi padroni.
1207. Nelle convenzioni coi padroni abbiasi per prima condizione, che lascino l´allievo in libertà per santificare il giorno festivo. .
1208. Accortisi che qualche allievo è collocato in luogo pericoloso, lo assistano affinché non commetta disordini, avvisino il padrone, se parrà conveniente, e intanto s´adoperino per recare miglior partito al loco protetto.
CAPO XV.
Del Portinaio.
1209. A strettissimo dovere del portinaio trovarsi per tempo in portieria, ricevere urbanamente i giovani e chiunque si presenta.
1210. Venendo qualche giovane nuovo lo accolga amorevolmente, lo informi dell´andamento dell´Oratorio, lo indirizzi al Direttore od a chi ne fa le veci, perchè sia inscritto sul registro degli allievi, e gli si assegni una classe.
1211. Quando l´oratorio è annesso ad un Istituto è rigorosamente proibito di lasciar passare persone forestiere collo scopo di penetrare nell´Istituto. In tali casi devonsi indirizzare al portinaio della casa ovvero dell´ospizio.
1212. Deve impedire le comunicazioni delle persone interne colle esterne, le commissioni, le compere le vendite di qualsiasi genere di cose.
1213. I genitori dei giovani venendo a domandare informazioni dei loro figli, se sono donne si facciano fermare in fondo al cortile.
1214. I giovani entrati nel cortile, non debbono uscire, e quando occorresse qualche ragionevole motivo, ne ottengano il permesso dal Superiore, .o almeno dal rispettivo maestro.
1215. È proibito severamente lasciar uscire alcuno degli interni per la porta degli esterni.
1216. Il Portinaio deve, vegliare che nessuno introduca nel cortile libri; giornali, fogli di qualsiasi genere, . se prima non siano veduti dal Direttore. Rinnovi costantemente la proibizione di fumare o masticar tabacco nei cortili o in altri .siti dell´Oratorio.
CAPO XVI.
Incombenze riguardanti a: tutti gli impiegati dell´Oratorio.
1217. Le cariche dell´Oratorio, essendo tutte esercitate a titolo di carità, dève ciascuno adempirle con zelo, come omaggio Che presta alla Divina Maestà; perciò debbono tutti incoraggiarsi vicendevolmente a perseverare nelle rispettive. cariche ed à compiere gli annessi doveri.
1218. Esortino all’assiduità quei giovani che giù frequentano l´Oratorio, e nel corso della settimana invitino dei nuovi ad intervenire.
1219. È una grande ventura l´insegnare qualche verità della fede ad un ignorante, e l´impedire anche un sol peccato.
1220. Carità, pazienza vicendevole nel sopportare i difetti altrui, promuovere il buon nome dell´Oratorio, degli impiegati, ed animare tutti alla benevolenza è confidenza col Direttore, sono cose a tutti caldamente raccomandate, e senza di esse non si riescirà a mantener l´ordine, promuovere la gloria di Dio ed il bene delle anime.
1221. Avvi grande difficoltà a provvedere individui a coprire tanti uffizi, ed a tale scopo si possono riunire più uffizi nella stessa. persona p. es., l´ufficio dei pacificatori, dei patroni, e degli assistenti: si possono riunire nella stessa persona.
1222. Similmente l´uffizio del Prefetto può costituire una carica sola con quella del´ Direttore spirituale. Il pacificatore, vegliatore, monitore, possono formare un uffizio solo. Così pure l´uffizio d´archivista, d´assistente; di bibliotecario può affidarsi ad uno dei Sacrestani che ne abbia la capacità.
PARTE SECONDA
CAPO I.
Condizioni d´accettazione.
1223. Lo scopo dell´Oratorio essendo di teneri lontana. la gioventù dall´ozio. e dalle cattive compagnie particolarmente nei giorni festivi, tutti vi possono essere accolti senza eccezione di grado o di condizione.
1224. Quelli però, che sono: poveri , più abbandonati. e più ignoranti sono di preferenza. accolti e coltivati, perchè hanno maggior bisogno di assistenza per tenersi nella via dell´eterna salute.
1225. Si ricerca l’età di otto anni, perciò sono esclusi i ragazzini, .come quelli che .cagionano disturbo., e sono, incapaci di capire quello che ivi s´insegna.
1226. Non importa che siano difettosi della persona, puchè siano esenti da male. attaccaticcio, o che possa:. cagionar grave schifo a compagni, in questo caso un solo potrebbe allontanarne molti dall´Oratorio.
1227. Che siano occupati in qualche arte o mestiere, perchè l´ozio e la disoccupazione traggono a sè tutti i vizi,- quindi inutile ogni religiosa istruzione.. Chi fosse disoccupato e desiderasse darsi al lavoro può indirizzarsi ai protettori, e. sarà da loro aiutato.
1228. Entrando un giovane, nell´Oratorio. deve persuadersi. che questo è luogo di religione, in cui si desidera di fare dei buoni cristiani ed onesti cittadini.; perciò è rigorosamente proibito il bestemmiare, fare discorsi contrari ai buoni. costumi, o contrari alla religione. Chi commettesse tali mancanze sarà paternamente avvisato la prima. volta ; che se non: si emenda si renderà. consapevole il Direttore, il quale lo licenzierà .dall´Oratorio.
1229. Anche i giovani discoli .Possono essere accolti, purché non diano scandalo , e manifestino volontà di tener condotta migliore.
1230. Non si paga. cosa alcuna nè entrando, a dimorando nell´Oratorio. Chi volesse aggregarsi a qualche Società lucrosa, può ascriversi in quella di Mutuo soccorso, le cui regole sono a parte.
1231. Tutti sono liberi di frequentate l´Oratorio, ma tutti devono essere sottomessi agli ordini di ciascun incaricato ; tener il debito Contegno nella ricreazione, in Chiesa, e fuori dell´Oratorio.
1232. Ogni Oratorio abbia un registro mastro dove sieno notati tutti gli alunni che lo frequentano, col nome dei genitori e loro. indirizzo.
1233. Si raccomanda l´uso dei libretti come il miglior mezzo per testificare la frequenza dei giovani all´Oratorio e aver norme per la premiazione.
CAPO II.
Contegno in ricreazione.
1234. La ricreazione è il. miglior allettamento per la gioventù, e si desidera che tutti ne possano partecipare ma solo con quei giuochi che tra di noi sono in uso.
1235. Ognuno sia contento dei trastulli che gli sono Stati trasmessi, e si contenga nel sito :assegnato a quel genere di giuochi.
1236. Durante la ricreazione ed in ogni altro tempo è proibito di parlare di politica, introdurre giornali di qualsiasi genere leggere o ritenere libri senza ,l´approvazione del Direttore.
1237. È proibito. il giuocar danaro, commestibili od altri oggetti senza il particolare permesso dei Prefetto; si hanno gravi motivi, perché quest´articolo sia rigorosamente osservato.
1238. Dato il caso che durante la ricreazione entri nell´Oratorio qualche persona che paia di condizione distinta,: ognuno deve darsi premura di salutarlo, scoprendosi il capo, lasciando libero il passo, e qualora occorra anche sospendere il giuoco.
1239. Generalmente è proibito il giuocare alle carte, ai tarocchi, alla palla, al pallone, il gridare smoderato, disturbare i giuochi altrui ; lanciare sassi, palle di legno o di nenie; il danneggiar le piante, le. iscrizioni, le pitture ; il guastare le mura ed i mobili, far segni o figure con carbone o legno con altro capace a macchiare.
1240. È. poi in .particolar maniera proibito il rissare, percuotere ed anche mettere incivilmente le inani sopra i .compagni ; proferir parole sconce ; usare modi che dimostrino disprezzo ai compagni. Siamo tutti figliuoli di Dio, e dobbiamo tutti amarci colla medesima carità come altrettanti fratelli.
1241. Un quarto d´ora, prima che termini la ricreazione, al tocco del ca-mpanello ognuno deve ultimare. . il: giuoco e la partita che ha tra Mano, senza più ricominciare. Suonato poi la seconda volta, ciascuno . porti il trastullo ove l´ha preso, e colà gli verrà rilasciato l´oggetto dato in pegno;
1242. Ninno può andare a giuocare fuori del recinto coi trastulli dell´Oratorio.
1243. In tempo di ricreazione tutti debbono usare il debito rispetto agli incaricati., e dimostrarsi. sottomessi agli invigilatori.
CAPO III.
Contegno in chiesa.
1244. Dato il segno di recarsi in chiesa, ognuno vi si rechi prontamente con ordine, cogli abiti aggiustati, e quelli, che sanno leggere non dimentichino il rispettivo libro.
1245. Entrando in chiesa ciascuno prenda l´acqua . benedetta, faccia il .segno della santa Croce, vada a mettersi a stia: posto per fare ginocchioni .una. breve preghiera, e pensi Che trovasi nella casa di Dio, che è il padrone del cielo e della terra,
1246. In chiesa non:dovrebbe essere necessario alcun assistente ; il solo pensiero di. trovarsi nella casa di Dio dovrebbe bastare ad impedire ogni -divagazione; Ma siccome taluno può dimenticare se stesso, ed luogo :ove si trova; perciò ad ognuno. Si raccomanda di stare sottomessi agli ordini dell´assistente e dei pacificatori,.né alcuno cerchi di uscire senza gravi motivi.
1247. Si raccomanda a tutti di non dormire, non ciarlare, non ischerzare, o fare grida che possono eccitare il riso o il disturbo.. Le quali mancanze saranno immediatamente corrette, ed eziandio punite ad esempio del Divin Salvatore, che cacciò dal Tempio a sferzate quelli che vi -negoziavano.
1248. Quando taluno è avvisato di qualche difetto o a torto o a ragione, accolga, in silenzio ed in buona parte l´avviso, e se ha qualche motivo a produrre, ciò faccia dopo le funzioni di Chiesa.
1249. Al; mattino niuno cerchi di uscire finché non sia, cantato : Lodato sempre sia il nome di Gesù e di Maria. Alla sera ninno si alzi da ginocchioni finché il Sacramento non sia chiuso ´nel Tabernacolo.
1250. Si raccomanda a tutti di fare quanto si può per non uscire di Chiesa in tempo di predica. Terminate le sacre funzioni, ciascuno senza fare tumulto: si porti a fare ricreazione oppure a. casa.
CAPO IV.
Contegno fuori dell´Oratorio.
1251. Ricordatevi, o • giovani, diceva Don Bosco, che la santificazione delle feste vi porta la benedizione del Signore su tutte le occupazioni della settimana ; ma vi sono ancora altre cose che dovete praticare, altre cose: che dovete fuggire eziandio fuori dell´Oratorio.
1252. Procurate ogni giorno di non mai omettere le preghiere del mattino e della sera, fare alcuni minuti di meditazione o almeno un po´ di lettura spirituale, ascoltare la Santa Messa, se le vostre occupazioni lo permettono. Non passate dinnanzi a Chiesa, Croce, o Immagine divota senza scoprirvi il capo.
1253. Evitate ogni discorso osceno, o contrario alla Religione, perchè S. Paolo ci dice che i cattivi discorsi sono la rovina dei buoni costumi,
1254. Dovete tutti in ogni. tempo tenervi lontani dai teatri´ diurni e notturni, fuggire le bettole, i caffè, i ridotti da giuoco, ed altri simili luoghi pericolosi.
1255. Non coltivar l´amicizia di coloro che sono stati licenziati dall´Oratorio, e che parlano male dei vostri Superiori, o che, cercano .di allontanarvi dai vostri doveri ; fuggite specialmente quelli che vi dessero consiglio di rubare in casa vostra o altrove.
1256. Finalmente è proibito il nuoto, ed il fermarsi a vedere nuotare, come una delle più gravi trasgressioni delle regole dell´Oratorio ; poichè in tali occasioni si sogliono incontrare gravi pericoli .per l´anima e pel corpo.
CAPO V
Pratiche religiose.
1257. Le pratiche religiose-sono La Confessione e Comunione, e a tale fine ogni Domenica e festa di precetto si darà comodità a quelli che vogliono accostarsi a questi due augusti Sacramenti.
1258. L´Uffizio della B. Vergine, la Santa Messa, la lezione di. Storia Sacra od Ecclesiastica, il Catechismo, il Vespro, discorso morale, la Benedizione col SS. Sacramento sono le funzioni religiose dei giorni festivi.
1259. Delle pratiche particolari cui sono annesse le sante Indulgenze si parlerà a Suo luogo.
CAPO VI.
Confessione e Comunione.
1260. Ritenete, giovani miei, continua Don Bosco, che i due sostenitori più forti a reggervi e camminare per la strada del Cielo sono i Sacramenti della. Confessione e Comunione. Perciò riguardate come gran nemico dell´anima vostra chiunque cerca di allontanarvi da queste due pratiche di:nostra. santa Religione.
1261. Fra di noi non vi è comando .di accostarsi a questi Santi Sacramenti ; e ciò per lasciare che ognuno vi si .accosti liberamente per. anfore e non mai per timore. La qual cosa riuscì .molto vantaggiosa, mentre vediamo molti intervenirvi ogni quindici od otto giorni, ed alcuni in mezzo alle loro giornaliere occupazioni fanno esemplarmente la loro. Comunione anche tutti i giorni. La Comunione, soleasi fare quotidiana dai cristalli dei primi tempi ; la Chiesa Cattolica nel Concilio Tridentino inculca che ogni cristiano quando va ad ascoltare la S. Messa faccia la Santa Comunione.
1262. Tuttavia io consiglio tutti i. giovani dell´Oratorio, a fare quanto dice il Catechismo della Diocesi, cioè : è bene di confessarsi ogni quindici giorni .od una . volta al mese. S; Filippo Neri, quel grande amico della gioventù, consigliava i Suoi figli spirituali a confessarsi ogni otto giorni; e comunicarsi. anche più spesso secondo il consigliò del confessore.
1263. Si raccomanda -a tutti e specialmente ai più. adulti di frequentare i santi Sacramenti nella chiesa dell´Oratorio per dar buon esempio ai compagni; perchè un giovane che si accosti alla Confessione e Comunione . con vera divozione e raccoglimento fa talvolta maggior impressione sull´anima altrui che non farebbe una lunga .predica.
1264. I confessori ordinari sono il Direttore dell´Oratorio, il Direttore Spirituale, e il Prefetto. Nelle solennità s´inviteranno anche altri confessori a pubblica comódità.
1265. Sebbene non sia peccato il cambiare confessore, tuttavia vi consiglio di scegliervene uno stabile; perché dell´anima avviene ciò che fa un giardiniere intorno ad una pianta , un medico intorno ad un ´ammalato. In caso poi di malattia il confessore ordinario conosce assai facilmente lo stato dell´anima nostra.
1266. Nel giorno che scegliete per accostarvi .ai Santi Sacramenti,- giunti all´Oratorio, non trattenetevi in ricreazione pel cortile, ma andate tosto in cappella, preparatevi secondo le nonne spiegate nelle sacre istruzioni, e come sono indicate nel Giovane Provveduto ed in altri libri -di. pietà. Se vi tocca aspettare, fatelo con pazienza ed in .penitenza dei vostri peccati. Ma non fate mai risse per impedire che altri vi preceda o per passare voi stessi davanti agli altri.
1267. Il Confessore è l´amico vostra; e perciò vi raccomando di avere in Lui piena Confidenza. Dite pure al confessore ogni secretezza del :cuore; . e siate persuasi, che egli non. può, rivelare la minima cosa udita in. confessione. Anzi non può nemmeno penisarvi sopra. Nelle cose di grave importanza, :conie sarebbe nell´elezione del vostro" stato:, consultate sempre il confessore..Il Signore dice che -chi ascolta la Voce del confessore ascolta´ Dio stesso. -Qui vos audit me audit
1268. . confessione; .ritiratevi ´in disparte e col medesimo raccoglimento fate il ringraziamento:, Se avete il consenso del Confessore, preparatevi alla santa Comunione.
1269. Dopo la Comunione- trattenetevi alto:elio un quarto d´ora fare il ringraziamento ; sarebbe una gravissima irriverenza se pochi minuti dopo aver. ricevuto il Corpo, "Sangue, Anima. e- Divinità di Gesù Cristo uno uscisse di Chiesa o di mettesse a ridere ed a chiaccherare , sputare o guardare qua e là per la Chiesa
1270. Fate in maniera che da una .confessione all´alta a memoria gli avvisi dati dal: .confessore, procurando di Metterli Pratica.
1271. Un´altra cosa. riguarda. la Comunione ed è fatto il ringraziamento domandate sempre Dio questa grazia, cioè di poter ricevere colle debite disposizioni il Santo Viatico prima della vostra morte.
CAPO VII.
Feste cui sono annesse le sante indulgenze.
1272. Nell´Oratorio non c´ è giorno di vacanza : le sacre funzioni si fanno in tutti i giorni festivi.- Ma poichè i Sommi Pontefici hanno concesse molte Indulgenze per certe Solennità, così in esse si raccomanda particolare divozione e raccoglimento. Il Sommo Pontefice Pio IX di santa memoria concedette Indulgenza, plenaria nelle seguenti Solennità :
I. S. Francesco di Sales
II. S. Luigi Gonzaga, nostro Patrono principale
III. Annunciazione di Maria Vergine
IV. Assunzione di Maria Vergine.
V. Nascita di Maria Vergine.
VI. Rosario di Maria.
VII. Immacolata Concezione.
VIII. S. Angelo Custode.
1273. È bene qui notare, che per lucrare la Plenaria Indulgenza è prescritto : I^ La Sacramentale Confessione e Comunione. 2^ Visitare la Chiesa dell´Oratorio. 3^ Pii qualche preghiera secondo l´ intenzione del Sommo Pontefice.
1274. Le .feste di. S. Francesco di Sales e di S. Luigi Gonzaga siano ´celebrate cori particolar -pompa e solennità ; il Direttore Spirituale, il Prefetto prenderanno insieme i debiti concerti col- Priore della Compagnia di S. Luigi per quanto occorrerà in que giorni.
CAPO VIII.
Pratiche particolari di - cristiana pietà.
1275. Un´importante pratica di pietà è la Comunione, che il Sommo Pontefice ha concesso di fare nella mezzanotte del SS. Natale. Avvi facoltà di celebrare le tre Messe consecutive, di fare la $ Comunione colla Indulgenza Plenaria a -chi s´accosta alla Confessione e Comunione. Vi precede la Novena solenne colla Benedizione - del SS. Sacramento. In quella sera poi tutti possono liberamente cenare o fare la colazione, poscia prepararsi per la Santa Comunione. La ragione è, che bisogna essere digiuni dalla mezzanotte in ´giù, e tal Comunione si fa dopo la mezzanotte..
1276. Nei quattro ultimi giorni della Settimana Santa vi sono i Divini Uffizi, e si fa il santo Sepolcro. Al Giovedì poi, dove si può, alle 5 di sera, se il tempo non. impedisce, andranno tutti processionalmente a visitare i santi Sepolcri. Dopo di che avrà luogo la solita .funzione della lavanda dei Siedi.
1277. Si fanno pure esercizi particolari di pietà nel mese di maggio in onore di Maria SS., e se durante il mese non vi fu predicazione, nell´ultima settimana di questo mese avrà luogo un -Ottavario con sermoncino, che servirà come di chiusa del mese.
1278. Nell´ultirna Domenica di ciascun mese si farà´ l´esercizio della buona morte, -ché consiste in una accurata preparazione per ben confessarsi :e comunicarsi, ed aggiustare le cose spirituali e temporali, come se. ci trovassimo ,a1 fine di vita. Nella solennità delle Quarant´ore per l´esercizio della buona mortevi e l´indulgenza plenaria.
1279. Nella prima domenica di ciascun mese con, -. verrà, -se è. possibile, fare una processione in "onore di . S. Luigi:. Gonzaga nel .recinto dell´Oratorio; e tutti quelli, che v´intervengono, guadagnano 30o giorni di indulgenza concessa. dal Sommo • Rontefice Pio IX di santa memoria.
1280. Vi è pure indulgenza: plenaria all´esercizio delle sei Domeniche di «S.: Luigi Gonzaga. Consiste questo esercizio:nello scegliere le sei. Domeniche precedenti . al giorno./ scelto per: celebrare la festa del Santo,..e fate in esse qualche Pratica di divozione,- come fu stampato in piccolo ,libretto ed anche - nel Giovane. Provveduto...Chi . si confessa e si comunica :in queste Domeniche può guadagnate l´Indulgenza Plenaria in ciascuna, di esse.
1281. Per lucrare le sante indulgenze è indispensabile lo stato di grazia; perchè non può ottenete la remissione della Pena temporale chi :meritasse la pena eterna. .
1282. Tutte le mentovate indulgenze sono applicabili alle anime del:Purgatorio.
CAPO IX
Compagnia di S. Luigi.
1283. Il Sommo Pontefice Pio IX di venerata memoria ha concesso l´Indulgenza Plenaria pel giorno in cui uno si fa ascrivere alla:Compagnia scopo che si propongono i soci si è di .imitare questo Santo nelle virtù compatibili al proprio stato,. ed avere la protezione di Lui in vita, e in punto di morte
1284. A maggior tranquillità di tutti vuolsi notare che le regole della Compagnia di San Luigi non obbligano sotto pena di peccato nemmeno leggero perciò chi trascura qualche tegola della Compagnia si priva di un bene spirituale, ma non fa alcun peccato. La promessa, che si fa all´Altare .di S. Luigi non è un voto; Chi però non avesse Volontà di mantenerla fa meglio a non iscriversi.
1285. Questa Compagnia è diretta da. uri sacerdote coi titolo :di Direttore Spirituale, e, da un Priore, il quale non deve essere sacerdote.
1286. Direttore Spirituale è nominato dai Superiore, dell´Oratorio. È suo uffizio di vegliate. che tutti i confratelli osservino le regole .; .fa l´accettazione di quelli, che gli paiono degni ; tiene il catalogo dei vivi e dei defunti ; è visitatore degli ammalati .della Società di Mutuo Soccorso. Il tempo della sua carica non è limitato.
1287. Il priore si elegge a plurità di voti da tutti i confratelli della Compagnia insieme radunati. La sua carica dura un anno e può essere rieletto. Il tempo stabilito per la elezione del Priore è la sera del giorno di Pasqua.
1288. La carica del Priore non porta alcuna azione pecuniaria. Se fa qualche oblazione in occasione della festa di S. Luigi, del santo Patrono, od in altre circostanze, è a titolo di limosina. È pure ufficio suo, di vegliare nel coro, e procurare che il canto sia ben regolato, e che le Solennità si facciano con decoro.
1289. Al Priore è raccomandata la parte disciplinare delle regole dell´Oratorio, ed è coadiuvato dal vicepriore, che dev´essere eletto a plurità di voti la Domenica in Albis.
CAPO X.
Cura delle vocazioni.
1290. Ogni Direttore si dia massima premura per coltivare nel suo. Oratorio le vocazioni ecclesiastiche.
1291. A tal fine giova l´istituire una scuola di lingua latina pei giovanetti che mostrassero qualche tendenza allo stato ecclesiastico.
Fioriranno le vocazioni quando sia diligentemente conservata la moralità dei giovani e Io spirito di pietà, particolarmente colla frequenza ai SS; Sacramenti.
1292. Si promuovano le compagnie di S. Luigi, di S. Giuseppe e del piccolo Clero.
1293. Si diffondano largamente le vite dei giovanetti vissuti ne´ nostri Oratorii, quali Savio Domenico, Besucco Francesco ecc.
1294. In occasione degli esercizi spirituali a´ giovani interni possono invitarsi a prendervi parte i migliori fra i giovanetti dell´Oratorio che abbiano dato qualche segno di vocazioni.
PARTE TERZA.
DELLE SCUOLE ELEMENTARI DIURNE E SERALI.
CAPO I.
Classi e condizioni di accettazioni.
1295. Le scuole dell´Oratorio comprendono l´intero Corso elementare annuale, le scuole serali dal principio di Novembre alla Pasqua e le autunnali.
1296. Le materie sono quelle prescritte dai programmi governativi.
1297. Tutti possono prendere parte a queste scuole, eccetto quelli che non hanno compiuta l´età di 6 anni o sono infetti da male contagioso, a norma del regolamentò dell´Oratorio festivo (parte seconda cap. i, art. 1226.)
1298. Nell´atto di accettazione debbono indicate il. nome, cognome, paternità, luogo di nascita, età e domicilio , se sono promossi alla comunione e quante volte, se cresimati.
1299. Tutti gli scolari sono strettamente obbligati a frequentare le funzioni dell´Oratorio festivo.
1300. La scuola è gratuita, ma ciascuna è tenuto à provvedersi libri quaderni e quanto occorre :per la scuola e chi per estrema povertà non potesse provvedersi il necessario ne potrà far domanda al Direttore, che non rifiuterà di aiutarlo quando, verificatosi il bisogno, vi sia buona condotta da parte dell´allievo.
1301. Sebbene queste salale siano aperte a tutti, tuttavia, nei casi di ristrettezza di Posto, si preferiscano i più poveri ed abbandonati, e .quelli che- già frequentano l´Oratorio nei giorni festivi.
CAPO II.
Avvisi generali.
1302. Ogni allievo deve portare, rispettò ai superiori ed ai. maestri e chi non potesse più frequentare la scuola ne renda avvisato.: il Direttore a il :proprio maestra.
1303. Al cominciar dell´anno si darà a: ciascuno un libretto- sopra cui. sarà segnato l´intervento. alle funzioni dell´Oratorio festivo. Si abbia cura di farlo bollare, mattino e sera d´ogni Domenica, e ogni Lunedì mattino lo porti con sè a fine di poterlo presentare al Superiore od al maestro nel caso che ne faccia richiesta; .
1304. Si esigerà dai genitori che abbiano cura di mandarli puliti nella persona e negli abiti, e vengano di tanto in tanto a prendere informazioni della condotta dell´allievo.
1305. È proibito rigorosamente a tutti gli allievi : 1^ di far commissioni per gli interni; 2^ d´introdurre libri giornali, scritti a stampe di qualsiasi genere,. senza: che siano prima veduti dal Direttore dell´Oratorio.
1306. È rigorosamente proibito di gettare pietre, far risse o schiamazzi nel venire a scuola o nell´uscita.
CAPO III.
Delle scuole serali di commercio e di musica. .
1307. Le scuole commerciali e di musica sono gratuite ; ma chi desidera. frequentarle è obbligato d´intervenire alle pratiche di pietà dell´Oratorio festiva; gli allievi devono aver compiuti gli anni 9 di età. Per la scuola .di canto bisogna almeno essere in grado di leggere il latino e l´italiano.
1308. Nell´atto di accettazione devesi indicare, nome, Cognome, paternità, luogo di nascita; professione, età e domiciliò, se sono promossi alla Comunione e quante volte, se cresimati.
1309. Da ogni allievo musico si esige formale promessa di non andare a cantare . nè a suonare nei pubblici teatri, nè in altri trattenimenti in cui possa essere compromessa la Religione od il buon costume.
1310. In principio della scuola si reciterà Actiones nostras. ecc, coll´Ave Maria. Finita la scuoia si dirà Agimus coll´Ave Maria e la giaculatoria : Maria Auxilium ecc. quindi ciascuno si ritirerà a casa sua.
1311. Chi. dovesse per qualunque motivo esentarsi dalla scuola, nè darà. avviso al- maestro o al Direttore.
1312. In .fini dell´anno sarà fatta pubblica distribuzione di premi a quelli che si sono segnalati nella condotta morale e nel profitto scolastico.
CAPO IV.
Dei Maestri..
1313. Il maestro procuri di trovarsi puntuale´ in classe . per impedire che succedano. disordini prima e dopo la scuola
1314. Procuri di andar preparato . sulla materia della lezione ; ciò servirà molto Per far comprendere le difficoltà dei temi, e tornerà di minor fatica allo stesso maestro.
1315. Niuna parzialità, niuna animosità. ; avvisi e biasimi se né. è caso, ma perdoni facilmente,
1316. I più- idioti della classe siano oggetto delle :sue sollecitudini ; incoraggi, -ma non avvilisca mai. .
1317. Interroghi tutti senza distinzione e -con frequenza, e dimostri grande stima ed affezione per tutti i suoi allievi.
1318. I castighi siano inflitti nella. scuola ; . nè per castigo allontanisi mai alcuno dalla classe, Ma si ritenga ché è rigorosamente. proibito di dare schiaffi, battiture o percuotere come che .sia gli allievi. Presentandosi casi gravi, mandi. a chiamare il Direttore,, o faccia condurre il colpevole presso di lui,
1319. Dovendo prendere deliberazione di grave portanza intorno a qualche allievo., ne parli prima col Direttore.
1320. Raccomandi nettezza nei quaderni, regolarità e Perfezione nella calligrafia pulitezza nei libri e sulle pagine che, si devono. presentare al" maestro. .
1321. Almeno una volta al mese dia un lavoro di prova,. e dopo d´averlo corretto ne-. dia le- pagine al Direttore.
1322. Tenga la decuria in modo da poterla presentare ogni giorno a chi ne facesse domanda e nel caso che qualche persona autorevole visitasse le scuole.
1323. Vegli sopra le letture di cattivi libri, raccomandi. e. nomini gli autori che si -possono leggére e ritenere senza che la. religione e la moralità sieno compromesse.
1324. Dai classici sacri e profani avrà cura di trarre conseguenze morali, quando l´opportunità della materia ne porga occasione, ma senza ricercatezza.
1325. Sono proibite ai maestri le visite ai parenti dei giovani.
1326. Venendo qualche parente a domandar informazioni di un allievo, dia soddisfazione, ma ciò si faccia in cortile o nel parlatorio, e .non nella scuola.
CAPO V.
Norme generali per la festa di S. Luigi e di S. Francesco di Sales.
1327. Nelle. Sei Domeniche precedenti la festa di San Luigi Gonzaga avvi Indulgenza Plenaria per chi si accosta al Santo Sacramento della Confessione e Comunione perciò se rie dà avviso per tempo,. e .si indirizzano ai giovani speciali parole d´incoraggiamento.
1328. Nei nove giorni. che precedono la festa si canterà in Chiesa ´l´Iste Confessor o Infensus hostis etc., . con qualche preghiera. ed un sermoncino, o almeno un po´ di lettura della vita del Santo, o sopra qualche verità della fede.
1329. Nelle funzioni del mattino e della sera precedente si esortino i giovani ad ´accostarsi ai SS. Sacramenti della Confessione e Comunione.
1330. In questo tempo si provvedano i cantori, sieno insegnate le cerimonie al piccolo .clero, e le cose che Concernono alle sacre funzioni si ometta di avvisare i giovani che accostandosi ai SS. Sacramenti in questi giorni, possono lucrare l´Indulgenza. Plenaria.
Del fine del carnovale e principio della Quaresima.
1331. Nella Domenica di Sessagesima si avvertano giovani che, la Domenica seguente, essendo l´ultima di carnovale, si farà qualche cosa di particolare in giuochi od altri trattenimenti. .
Si avvisi che l´Oratorio sarà aperto ´anche il lunedì martedì ultimi di carnovale. In quei tre giorni,- o al, meno nella domenica e martedì dopo mezzogiorno, dopo la ricreazione, si canteranno i Vespri, cui seguirà l´istruzione in forma di dialogo ; e la Benedizione col SS. Sacramento.
Del Catechismo. della Quaresima e della .presinia.
1332. Fin dai primi giorni, della Quaresima si osservi se, fra quelli che frequentano l´Oratorio, Ve ne siano . da cresimare. Nel caso affermativo, si dividano in due ó tre Classi i cresimandi e si facciano loro istruzioni a parte sul modo di ricevere questo Sacramento.. Non più tardi della:metà della ´Quaresima debbono essere cresimati perchè vi sia tempo. a prepararli per la -Pasqua, se pur non sarà fissato altro tempo per questo Sacramento.
1333. I giovani siano classificati secondo la loro età . e la scienza, e gli allievi non sieno più, di dieci circa.
1334. Il Catechista tenga nota esatta de´ suoi alunni, ed ogni giorno dia il voto. di condotta e di profitto.
1335. Prima che sia finita la Quaresima procuri che . gli allievi siano, sufficientemente istruiti .nei. Misteri principali e specialmente sulla Confessione .e Comunione.
1336. Nella settimana di Passione esamini i suoi allievi, e li promuova se sono idonei e, ne dia il voto al Direttore che lo metterà in un- registro a parte.
1337. Quando in classe si avesse qualcuno già adulto, ma ignorante di religione, lo deve consegnare al rettore, perché possa fargli dare un´istruzione adattata.
1338. Il giovedì, che. separa la Quaresima per metà, noti si fa. il. Catechismo nè mattino nè sera; e ciò per .evitare certi scherzi che spesso sono cagione di risse e di scandalo.
1339. Al sabato sera si fa pure la dottrina, ma si lascia comodità di Confessarsi a quelli che lo desiderano. Si . abbia massima cura che i catechizzandi nel corso della Quaresima si confessino almeno una volta. ed anche di più, e ciò per evitare inconvenienti che sogliono accadere quando si accostano per la confessione Pasquale. Sul fine. della settimana di Passione si darà avviso. che nella seguente settimana comincieranno i Santi Spirituali esercizi.
Degli Esercizi e della Pasqua.
1340. Gli esercizi comincieranno in quel giorno. . ed ora della Settimana Santa che il Direttore giudicherà di: maggior comodità a suoi giovanetti.
1341. In ciascun giorno vi .sarà il numero di prediche compatibile alla condizione ed occupazione degli allievi:
1342. Il lunedì mattino dopo la Domeniea delle:Palme vi Saranno le confessioni. dei più piccoli non ancora promossi alla Santa Comunione.
1343. Il Martedì. Santo . degli scolari promossi alla Santa Comunione (*).
1344. La Domenica delta . Risurrezione è destinata - alla Pasqua. degli artigiani.
(*) Dove sono molti quelli che fanno la prima Comunione è bene che la facciano in giorno distinto, da sé soli a scelta del Direttore.
Classificazione dei glovani. pel Catechisto
1345. Due volte all´anno Conviene ordinare le classi ; dopo Pasqua, perché allora arrivano molti giovanetti forestieri; d´altra parte bisogna dare un nuovo posto a coloro che furono poco prima promossi alla Santa Comunione.
La seconda volta si fa: sul principio - delle scuole autunnali pel gran numero di giovani, Che sogliono frequentare l´Oratorio. Allora è bene di fare due categorie, cioè Artigiani e Studenti.
Delle Lotterie.
1346. Si è stabilito, che le lotterie si facciano ogni trimestre, cioè a S. Francesco Sales, la festa di Maria Santissima Ausiliatrice, a S. Luigi Gonzaga, alla festa di tutti i Santi.
1347. Chi. guadagna avrà un premio corrispondente alla frequenza ed alla morale sua Condotta.
1348. Gli oggetti, di lotteria saranno libri di divozione, o di amene letture, quadretti, crocifissi, medaglie, giuocattoli di diverso genere, ed anche pei più esemplari qualche paio di scarpe o qualche taglio di Vestiario.
1349. Nella Domenica in Albis si fa solenne distribuzione di premi, a quelli che colla loro frequenza é • :colla loro buona conciata´ si sono segnalati nell´intervenire al Catechismo in tempo di Quaresima.
1350. Nella seconda Domenica dopo Pasqua si fa la lotteria per quelli che hanno- frequentato l´Oratorio festivo.
1351. I pacificatori stanno nel cortile vicino alla lotteria per quietare quelli che cagionassero .disturbo.
APPENDICE.
Scuole di Religione.
1352. La Scuola di. Religione è una Istituzione che ha per iscopo di fornire ai giovani studenti quell´istruzione religiosa che più non. possono avere nelle pubbliche scuole.
1353. La Scuola di Religione è particolarmente destinata ai giovani delle scuole secondarie e superiori; Gli studenti delle scuole elementari vi potranno essere ammessi quando non sia ad. essi provveduto convenientemente in altro modo.
1354. Saranno esclusi invece quanti non possono ritenersi´ come studenti, e ciò perchè l´insegnamento impartito possa mantenersi in piena armonia col fine per cui la Scuola venne istituita. Tuttavia gioverà. talvolta far eccezione per quei giovani i quali quantunque non frequentino le pubbliche scuole diurne, dedicati all´industria od. al commercio si avviano ad impieghi, i quali importano un certo grado di coltura..
1355. La Scuola di Religione dovrà sorgere sempre colla piena approvazione dell´Autorità. Ecclesiastica, da cui dovrà dipendere per quanto riguarda il programma dell´insegnamento, l´orario,..le iscrizioni, la . direzione ecc.
1356. La Scuola di Religione sarà divisa in varie classi a seconda della capacità e del numero .degli studenti inscritti. Nei grandi- centri si potranno costituire parecchie sezioni, ciascuna colle varie classi necessarie al bisogno locale.
1357. A capo della Scuola di Religione sarà posto un Direttore, cui spetta tutta la responsabilità dell´andamento della, Scuola. Il Direttore potrà essere assistito da´ un Consiglio Composto di ecclesiastici ed anche laici. Nelle varie Sezioni egli sarà rappresentato da un Vice-Direttore tale ufficio potrà essere affidato ad uno degli insegnanti nella sezione medesima.
1358. Le iscrizioni si faranno o presso il. Direttore della Scuola o presso i Vice-Direttori preposti ´alle singole sezioni. All´atto dell´iscrizione, sarà rilasciata una tessera di. riconoscimento e, dove paresse opportuno, un libretto su cui saranno segnate le frequenze alle lezioni.
1359. I/iscrizione preferibilmente sia gratuita, potendo l´imposizione di una tassa qualunque tener lontani molti giovani ´della scuola stessa; Tuttavia le consuetudini locali potranno suggerire il miglior consiglio.
1360. Alle Spese Occorrenti per illuminazione; premii; ricreazioni, affitto di locali ecc. è -necessario provvedere colle offerte di persone generose o con quei mezzi che saranno suggeriti dalle condizioni locali.
1361. Dove si hanno due lezioni- alla settimana, una potrebbe essere, nelle classi superiori, consacrata allo svolgimento di qualche argomento particolare da farsi o dall´Insegnante ovvero .anche da uno degli. studenti, come si pratica in alcuni luoghi con grande utilità.
1362. Il periodo più conveniente per´ le lezioni è dal Novembre al Maggio; negli altri mesi gli: studenti trovatisi impegnati nello studio per gli esami, o dispersi per le vacanze.
1363. Le lezioni avranno luogo una o due volte per settimana,. in quel giorno ed in quell´ora che le circostanze locali suggeriranno. La puntualità nell´orario e la continuità delle lezioni riescono tra i mezzi più efficaci per ottenere la frequenza dei giovani.
1364. La funzione. di apertura:e di chiusura delle Scuole sarà fatta con la maggiore solennità possibile.
1365. Nella chiusura sarà .fatta: la solenne distribuzione dei. premi agli alunni che si segnalarono sia per la frequenza; sia per il profitto. Di, questo Profitto i giovani delle- classi .medie e inferiori daranno prova mediante esame orale ; le classi ..superiori con un lavoro su un punto della: materia trattata nel corso delle lezioni.
1366. Per le .Classi. medie ed inferiori .è necessario l’uso di un testo adattato. Per le classi superiori l´esperienza suggerì che l´imporre un testo potrebbe riuscire un peso inopportuno é allontanare parecchi dalle lezioni: Si abbia anche in ciò molto riguardo alle consuetudini ed alle esperienze locali. Ma anche ove non si adottasse un testo, si deve seguire quale programma di insegnamento la trattazione seria ed ordinata di una parte della .dottrina cristiana. Si raccomanda pure lo-studio della Storia Sacra e della Storia. Ecclesiastica.
1367. Per attirare i giovani. alla scuola non sono dà escludersi gli onesti divertimenti : passeggiate, trattenimenti drammatici, lotterie ecc.
1368. Gli studenti della Scuola di Religione siano spesso invitati alla frequenza dei SS. Sacramenti. Si stabiliscano Comunioni generali nelle principali solennità e particolarmente per le feste di Maria SS. Immacolata, S. Natale, S. Giuseppe ecc. Ogni anno si faccia per loro un breve triduo di preparazione .alla Pasqua.
INDICE.
Scopo pag. 7
PARTE I.
.
CAPO I Del Direttore » 8
.
» Del Prefetto * xx
» III Del Catechista o Direttore Spirituale . . » 12
• IV Degli ´Assistenti . .. » 13.
Dei Sacrestani . . . . » 14
Avvisi per coloro che sono add.. alla Sacresi. » x5
» VI..... Del Monitore » x6
» VII.... Degli Invigilatori . .• . . . . » 17
» VIII.. Dei Cittechisti » 18
» IX .Dell´Archivista o Cancelliere . . . . • 22
» X Del Sibliotécario. . . •. . • . . . » 23
» XI Dei Pacificatori » 23
» XII.... Dei Cantori » 24
» XIII.. Regolatori della Ricreazione i 26
» XIV... Dei Patroni e Protettori´ . . . . . . i .28
* XV....• Del Portinaio » 29
* XVI.. Incombenze riguardanti a tutti gli impie
. gatl dell´Oratorio » 3o
.• - .
PARTE II.
CAPO I Condizioni d´accettazione 33
» II Contegno in ricreazione i 35
» III Contegno in Chiesa » 36
» IV Contegno fuori dell´Oratorio . . . . . » 37
* V Pratiche religiose » 39
» VI Confessione e Comunione . . . . . . i 39
i ´VII Feste cui sono annessele sacre indulgenze , » 42
• VIII PratiChe particolari di cristiana pietà . . » 43
• IX— Compagnia di S. Luigi . . » ´44
» X.-- Cura délle vocazioni . . . . . . • » 46
PARTE III.
• • Delle Scuole elementari, diurne e serali.
. _
Ckro I Classi e condizioni-di accettazioni . Page 47
» II Avvisi generali- • » 48
» III Delle Scuole serali di commercio e di
musica . . . . . . . a . » 49 .-
» Dei maestri . . . . . ..... ´ . * 50
» V . NQfme generali per la. festa -di S. Luigi
e di S. Francesco di Sales- » 51
Del fine del´ carnevale e principio della Quaresima • » 52
— Del Catechismo della Quaresima e della Cre- .
sima » 53
— Degli Esercizi é delta ´Pasqua » 54
— Classificazioni dei giovani pel Catechismo » 54
— Delle: Lotterie » 55
• APPENDICE. •
— Scuole di Religione * • 57
PIA UNIONE
COOPERATORI
REGOLAMENTO
ad uso dei Soci Salesiani.
VI.
TIPOGRAFIA SALESIANA (B. S.) 1906.
CAPO I.
Origine e scopo della Pia Unione.
1369. Appena s´incominciò l´Opera .degli Oratorii nel:1841, tasto — scrisse D. Bosco — alcuni pii e zelanti sacerdoti e laici ci vennero in aiuto a coltivare - la messe che a d´allora si presentava copiosa nella classe dei giovanetti pericolanti; Questi Collaboratori o Cooperatori furono in ogni tempo il sostegno delle Opere pie che la Divina Provvidenza ci poneva tra mano.
1370. I Cooperatori adunque non sono altro che buoni-cristiani, i quali, vivendo in seno alle proprie famiglie santificano se stessi, mantengono in mezzo al mondo lo spirito della Pia- Società di S. Francesco di Sales e l´aiutano con mezzi morali e materiali, allo scopo di favorire specialmente- la cristiana educazione della gioventù. Issi formano come un terz´ordine, e si propongono l´esercizio di opere di cristiana carità verso il prossimo, soprattutto verso la gioventù pericolante.
1371. La Pia Unione dei Cooperatori venne arricchita di. speciali . favori. spirituali :dal Sommo Pontefice Pio -IX e dai suoi Successori. Il .S. Padre Pio X la volle raccomandata « più vivamente. che mai ad Ogni . fedel cristiano , e ad ogni diocesi e città e parrocchia »; e fece caldissimi Voti, perché « prendendo. essa di giorno in giorno incremento maggiore, la Dio mercè arrivi a tale, che dappertutto, sia nelle città, sia nei villaggi, o si viva dello spirito. del Fondatore dei Salesiani, o se ne coltivi l´amore. »
1372. Affinchè uno possa essere iscritto tra i Cooperatori Salesiani si ricerca :
a) Utà non minore di. i6 anni ; .
b) Godere buona riputazione religiosa e civile ;
c) Essere in grado di promuovere o. sostenere le • opere che formano l´oggetto della Pia : Società Salesiana.
1373. Per lucrare poi le copiose indulgenze .concesse alla Pia Unione, oltre le pie opere nei singoli casi prescritte, è per tutti richiesta la recita. quotidiana di-un P ater Ave e Gloria secondo l´intenzione . del. Sommo Pontefice, coll´invocazione Salute Francisce Salesi, ora pro nobis (Decr..2 ott. 1904).
1374. L´essere poi questa Pia Associazione sciolta da ogni vincolo di coscienza fa si. .che anche i Religiosi dei vari ordini possano prendervi parte. Tanto più lo possono i Terziarii degli stessi Ordini religiosi.
1375. Anche gli Istituti educativi possono far parte della Pia Unione : per tali Istituti basta che sia iscritto net catalogo il Superiore e il nome dell’Instituto : ma tutti i membri devono concorrere a qualche opera´ secondo il Regolamento ., affinchè possano partecipate. ai favori spirituali.
1376. Quando qualche membro si rendesse indegno di apparténere alla Pia Unione, si cessi d´inviargli il Bollettino Salesiano senz´altra formalità.
CAPO II.
Del Bollettino. Salesiano.
1377. L´esperienza insegna. che il mezzo più efficace per conservare strettamente uniti i Cooperatori ed accrescerne il numero, è. la lettura del. Bollettino Salesiano, .che è l´organo ufficiale della Pia Unione, ed il vincolo d´unione fra i Cooperatori.
1378. Infatti il Bollettino ha, per iscopo:
a) .di mantener vivo lo spirito- di carità fra i medesimi
b) di portare a loro conoscenza le opere compiute o da compiersi dalla nostra Pia Società
c). di animarli prestarci aiuto opportuno.
1379. Affinchè il Bollettino conservi lo spirito per cui se ne incominciò la pubblicazione e risponda . sempre ai bisogni della nostra Pia Società : sarà redatto e stampato sotto l´immediata sorveglianza .del Capitolo Superiore, il quale per mezzo di un Direttore-Capo provvederà perchè venga tradotto nelle diverse lingue e regolarmente spedito.
1380. Affinchè corrisponda ai bisogni regionali, lasciando possibilmente invariato il testo nelle varie traduzioni, mensilmente si potranno destinare. alcune pagine alle notizie . interessanti più da vicino questa ´o quell´altra regione, facendo, ove occorra, anche delle edizioni speciali, A - questo scopo si lascierà pure a . disposizione delle ispettorie periodicamente una o più pagine della copertina.
1381. In queste pagine s´indicheranno, e a quando a quando si ricorderanno ai Cooperatori i. vari. centri ispettoriali; coi quali, fuori. di Italia, medesimi Cooperatori corrisponderanno regolarmente e direttamente per invio d´offerte, ed anche per trasmissione o correzione d´indirizzi, ecc. ecc.
1382. Ciò posto, mentre ai singoli Direttori, previa intelligenza cogli Ispettori nei:limiti della loro sfera d´azione, e agli Ispettori nei limiti della loro ispettoria, è sempre fatta facoltà d´inviare direttamente ai Cooperatori locali circolari per. domande di limosine ecc. è per altro vietata la pubblicazione di periodici (settimanali o mensili o bimestrali ecc.) dello spirito e scopo medesimo del Bollettino, come superflui e dannoSi. Il Capitolo Superiore soltanto, in casi -speciali, potrà permettere la pubblicazione periodica, e ´ad tempus, di un supplemento particolare al Bollettino, quando ne abbia riconosciuto la convenienza per l´eccezionale gravità di qualche opera da -condursi a compimento.
1383. Il Bollettino promuovendo, come si .è detto, non solo il bene generale dell´intera Pia Società , ma anche il particolare di ciascuna ispettoria e di ciascuna casa, sarà sostenuto col contributo comune e nella misura che il Rettor Maggiore giudicherà. Quindi la Direzione di Torino terrà conto aperto con ciascuna casa estera, registrando a credito quanto ciascuna . dovesse sborsare pel recapito del periodico ai Cooperatori.
1384. In Italia poi le offerte fatte dai Cooperatori, come corrispondenza col Bollettino, sian tenute a parte e da ogni casa inviate al .Rettor Maggiore. Da tutti poi si usi la massima - diligenza nell´eseguire le intenzioni degli offerenti.
1385. A caricò della Direzione, sarà quant´è necessario e richiesto dalle singole Case per la diffusione o propaganda della Pia Unione,
1386. Al solo Rettori Maggiore, come Superiore della Pia Unione del Cooperatori, appartiene di conferire e firmare i diplomi di aggregazione. Sia poi comune impegno dei Salesiani di favorire le relazioni dei Cooperatori collo stesso Rettor Maggiore.
CAPO III.
Mezzi di Propaganda.
1387. I,a Pia Unione dei Cooperatori Salesiani, che costò tanti sacrifizi a D. Bosco, e che benedetta ed incoraggiata dai Sommi Pontefici, vien abbracciata con entusiasmo da illustri personaggi, sarà sempre il sostegno delle Opere Salesiane. Tocca quindi a noi farla conoscere, propagarla, renderla feconda di frutti. abbondanti.
Quindi :
a) Ogni Salesiano, a .norma delle nostre Deliberazioni, non manchi di far conoscere e di far apprezzare ognor più questa Pia Unione, ma questa sia poi una cura al tutto speciale di ogni Ispettore e Direttore.
b) Gli Ispettori, a tenore. del loro Regolamento, (Cap. V, art. io18) designino un confratello, il quale col nome di Corrispondente Ispettoriale si Occupi, in aiuto loro e sotto la loro dipendenza , di tutto ciò che concerne lo sviluppo e il regolare funzionamento della Pia Unione nella propria Ispettoria.
c) Similmente, vi sia in ogni casa uno special incaricato dei Cooperatori, in aiuto del Direttore. Detto incaricato sarà stabilito dal Direttore stesso, d´intelligenza coll´Ispettore.
d) A facilitare il compito di ciascuno in questa rilevantissima materia, si danno le norme seguenti.
§ I.
Norme generali..
1388. Ogni Salesiano parli sempre bene dì quest´Associazione, dicendo quanto sia apprezzata dai Sommi Pontefici e da eminenti persone, come il suo -scopo è affatto ´estraneo alla politica , e che solo mirando. A far del bene alla -società, specialmente coll´impedire la rovina dei giovani pericolanti ne segue che chiunque può prendervi parte. Ma non se ne-faccia mai proposta, se non a persone conosciute per la loro onestà e probità.
1389. Gli Ispettori è i Direttori cerchino d´iscrivere nel numero dei Cooperatori i parenti dei proprii alunni, ed anche gli alunni stessi quando questi uscendo dalle nostre Case abbiano l´età e le altre condizioni richieste.
1390. Ogni Direttore si faccia un dovere d´invitare sovente i Cooperatori locali alle funzioni religiose ed alle feste di. famiglia, come sarebbero accademie, teatrini, Questo mezzo- usato da D. Bosco in tutta la sua vita, basta sovente per attirare alle Opere nostre preziose simpatie, e quindi accrescere il numero dei benefattori.
1391. Noti si laseind mai e -due conferenze prescritte dal Regolamento, l´una nella festa di S. Francesco .di Sales, l´altra in quella di Maria SS. Ausiliatrice e a quando a quando si promuovano altre conferenze, di carattere privato, che tornano molte volte più frut-´ tuose delle conferenze solenni.
1392. Nei parlatorii e sale d´aspetto delle nostre Case; .si tenga. esposta qualche copia del Bollettino Salesiano, foglietti ed opuscoli di propaganda, affine di far conoscere la Pia Unione, il bene-che fa, e i vantaggi che ne hanno i singoli membri.
1393. Nelle regioni ove :non esistono Case Salesiane,. d´intelligenza col Rettor Maggiore´ e colle autorità locali, gli Ispettori promuovano conferenze di propaganda -per far conoscere le Opere Salesiane, rilevando i vantaggi che dall´Associazione dei Cooperatori possono avere i Parroci e tutte le opere cattoliche locali.
1394. Tali conferenze. sono .di éccezionale utilità nei . Seminari; nei Collegi; ecc. ove a prepararne il terreno,. si procuri. d´introdurre il Bolletino.
§ 2.
Norme pei Corrispendenti Ispettoriali.
1395. Al Corrispondente Ispettoriale (di cui al § III, art. 1387) è particolarmente raccomandato il buon andamento della Pia Unione dell´Ispettoria. Esso verrà eletto dall´Ispettore, udito il parere del- Consiglio Ispettoriale, e. si - osservi che abbia tempo, e Soprattutto capacità ed attitudine a compiere un così importante Ufficio:
1396. Al Corrispondente Ispettoriale è particolarmente devoluto il pensiero del progressivo e costante sviluppo della Pia Unione nell´Ispettoria : quindi informerà l´Ispettore e;per mezzo di questo, i Direttori, di tutto. ciò che sia necessario o conveniente a tal fine.
1397. Sarà sua cura speciale anche il tener informata diligentemente la. Direzione ´e la Redazione del Bollettino del movimento salesiano nell´Ispettoria, e il rispondere premurosamente alle domande che gli saranno inviate in proposito.
1398. Sarà cura del medesimo Corrispondente l´assicurarsi perchè si faccia, direttamente dalla singole Case o per mezzo suo, regolare trascrizione alla Direzione centrale di Torino del nome e cognome dei nuovi Cooperatori, perchè siano iscritti negli elenchi della Pia Unione, nonchè del loro indirizzo e di qualsiasi cambiamento d´indirizzo dei Cooperatori, in quelle regioni ove. il Bollettino è diramato direttamente ai Cooperatori dall´Amministrazione centrale.
Ove poi la spedizione del Bollettino si farà dal centro Ispettoriale, sarà cura del Corrispondente, che la spedizione si compia regolarmente e con: Ordine.
§3
Norme per l´Incaricato delle singole case.
L´Incaricato locale (di cui al capo III, art. 1387, c) :
1399. Tenga ben corretto. l´elenco dei Cooperatori e delle Cooperatrici dei luogo e dintorni,
1400. Comunichi all´Amministrazione del Bollettino, o al Corrispondente Ispettoriale, tutte le correzioni che . fossero da eseguire in relazione a detto elenco nel registro generale dell´Associazione e per la spedizione del Bollettino stesso, cambiamenti o sospensioni degli indirizzi, le notificazioni dei Cooperatori defunti pel « Necrologio mensile con ispecial menzione dei Cooperatori più benemeriti.
1401. Corrisponderà regolarmente colla Direzione del Bollettino , o col Corrispondente Ispettoriale, per ogni cosa riguardante la Pia Unione dei Cooperatori.
1402. Proponga, ove se ne speri frutto, l´elezione dei Decurioni, Zelatori e. Zelatrici a norma del relativo. Manuale.
1403. Soprattutto, col consenso del Direttore, manderà notizie di Cronaca Salesiana alla Direzione del Bollettino
§ 4.
Raccomandazioni.
1404. Non si formino Comitati Salesiani, se non vi è morale certezza della loro vitalità. Si preferiscano ex-alunni salesiani e sacerdoti inappuntabili pei loro sentimenti schiettamente cattolici, e non aggravati già da altri impegni. Si promuovano Sotto Comitati di Zelatrici.
1405. Si raccomandi spesso ai Cooperatori di far leggere il Bollettino a persone di conoscenza, e di tanto in tanto s´inviino dalla Direzione ai Decurioni, dei moduli per trasmettere i nomi e gli indirizzi di coloro che a loro giudizio gradirebbero appartenere alla Pia Unione.
1406. Tutti i membri della Pia Società. Salesiana considerino i Cooperatori come altrettanti fratelli, in Gesù Cristo e prestino ad essi aiuto ogni volta che la propria opera possa: giovare alla maggior gloria di Dio e a vantaggio - delle anime.
•
INDICE
CAPO "I Origine e scopo della Pia Unione • . pag.• 3
II Del Bollettino •Salesiano » •
III Mezzi di Propaganda, . . . . • • » 7
— i. Norme generali . » •8 •
— 2. Norme pei Corrispondenti Ispettoriali » 9
• — 3. Norme l´incaricato delle singole Case » 10
— é 4. Raccomandazioni . . • . • • . »
INDICE ALFABETICO GENERALE
I numeri si riferiscono agti Articoli.
A
ABITO pel coadiutore 117, 11.8, x 19.
ABITUDINI da eliminare 266.
ACCADEMIE dipendono dal Cons. Scol. 485. ACCETTAZIONI pei giovarti ´attenersi ai prograinmi
197. — Alla prima prova (aspirandato) può accettare
l´Ispettore 963; al Noviziato 867. Vedi Case,. Orat. Fest.
ACCORDI tra Direttore ed Ispettore 1013; tra Direttore
e Maestro dei Novizi 884. " •
ACQUISTI O VENDITE 962. V; Compre, Amministrazione, Beni.
AFFEZIONI V. Amicizia. •
ALBERGHI non si vada ´senza necessità. 14. V. Viaggi. AMBIZIONE fuggirla 789.
AMICI V. Benefattori, Parenti.
AMICIZIE particolari evitarle tra i soci, coi giovani 56,
62, 277, 32o; tra famigli e giovani 59-4). Non coltivar l´amicizia dei giovani discoli 125.5.
AMMALATI cura e carità, verso di loio .27, 574. V. Infermeria,.Carità. •
AMMINISTRAZIONE beni dell´Ispettoria. 961, "iooi; può essere delegata dal Rettor M..1019; nelle case particolari, 993; •la parrocchia annessa ad un Istituto. dipende dal Direttore 1062.
AMOR PROPRIO combatterlo 65. V. Superbia, Ambizione, Sottomissione. •
ANGELUS da dirsi mattino e sera 728.
ANTICHI ALLIEVI x bi.
APERTURA CASE 957, 962, 1020; 1021.
ARCHIVIO di ciascuna casa 406; ispettoriale 979. ARCHIVISTA: Suo scopo. 1166;• noti oggetti -dell´Orat. Fest. 1167, I170; nulla si smarrisca 1171.
ARGENTA E ORO proibiti eccetto per le Chiese 5o. ARTIGIANI abbiano scuola teorica e pratica 365; dopo´
messa vadano al proprio laboratorio 75x. L´Ispettore
faccia visita accurata 991. V. Consigliere Professionale,
Maestro d´arte, Scuole Professionali,- Capo ufficio. ASCRITTI. Ammissione- 959, V. Accettazione.
ASSENZA. dell´Ispettore 1000.
ASSISTENTE : dei Chierici vi sia in ogni casa 98. As:. sistente avvisi, consigli 288; sia sollecito dei suoi giovani 289; poche parole, molti fatti 290; oculato, prudente • 307 — assistente dormitorio: sua responsabilità 567; dev´essere di buon esempio, 568; avverta il prefetto • se manca qualcuno dal dormitorio, 569; faccia osservare
rigoroso silenzio, 57o; modestia,. pulizia, 571, 572; primo ad entrare; ultimo ad uscirne, 573. — Assistente
laboratorio : Assistente studio ecc.) Sua responsa
bilità e dovere 554, 556, 557,558, 566; si trovi puntuale al dovere, 556; impedisca discorsi cattivi 558; uscendo avverta maestro 559 ; noti lavoro assente il Capo-ufficio 56o, 561, 565; custodisca oggetti valore, 563; per prov
. viste s´accordi col capo d´arte, renda mensilmente conto al Prefetto 565.— Assistente studio o scuola : suo dovere 543, 545, 546, 547, 548 metodo di cOrrezione, 544 ; ricorra alla preghiera 546 ; conferisca
Settimanal. col Cons. Scol. 549; incaricato- d´altro avverta Cons, Scol. 55o; assistenza in chiesa, 551; prenda
- appunti condotta allievi 552. Assistente dell´Orat.
Fest.. Assista ad ogni funzione i 116; vigili x•x 17, i I x8. ASSISTENZA speciale in principio d´anno, carnévale," • primavera 313; termine anno 316, 319. Assistenza novizi 852.
AUTORITA´ 304. Parroco . sottomesso Autorità civili . 1043; V. Ispettore e Direttore.
AVVISARE e CONSIGLIARE i giovani z88; raramente in Chiesa x 1r9. Ispettore chieda mens. informazioni ai Direttori. 97i. — V. Carità, Correggere.
B•
BACHECHE dei giornali ; non fermarvisi .116. BAGNI 82.•
•
BENI STABILI: generalm.. vietato possesso 3o, 1019; amministrazione e uso dei beni interdetto 31; riservato Ispettore e suo Consiglio 961, 1019. V. Amministrazione. -BERE parcamente 61.
BESTEMMIA fuggirsi 839, 1228. V. Pacificatovi. BETTOLE non frequentarle 1254.
BEVANDE in genere fuori pasto non. devonsi permet-• tese 8. V. Bibite.
BIANCHERIA è personale x3; sia segnata colle iniziali
. S. F. 13.
BIBITE private proibite 8; se vero bisogno si ricorra al Superiore 8, 267. -
BIBLIOTECA pei confr. coad. 124 ; quella dell´Orat. Fest. affidata all´archivista; tenga nota dei libri 1170.. BIBLIOTECARIO Orat. Fest. V. Archivista.. Cura della
•
biblioteca, dei libri 1172, 1176. BIGLIETTI ,e lettere fra compagni 32o.
. .
BOLLETTINO 419, 1377. Suo scopo 1378; p erchè conservi il suo fine i379; pagine´ per la corrispondenza re- .
. gionale 1380; cóntributo 1383; si ponga nei parlatorii
1392; si faccia leggere a conoscenti 1404.. - • ´ •
BURLARE 737. -
c
•
• •
. •
•
CAFFE´ non permettasi 8. •
CAMBIAMENTO di casa. V. Trasloco.
•
CAMERE•uguali e semplici 46; pulirsela 47 ; non gingilli •
51; non entrino i giovani 59; la visiti l´Ispettore -987. CAMERIERE attende alle camere 6o6,• 607 ; trovando
oggetti 607 ; cura della roba 611; la diStribuisca 613. • CANDELE : alla messa privata, della coniunità, solenne,
alla benedizione col SS.mo., 1125; non accenderle du
rante predica 1126. CANONI osservarli 1039.
CANTARE metodo 1187, 1189, 1190. •
CANTINA la visiti l´Ispettore 987.. • •
CANTO ECCLESIASTICO V. Gregoriano. •
CANTORI loro qualità 1184, 1185, 1186; difetti da´ evitare 1191. .
CAPITOLO DELLE CASE. Sua elezione 958; radunarlo ogni mese 394, 426, 989; scopo 424; verbale 427; me- . todo delle sedute 42.8; ciascun membro tenga gli affari
in regola. 425. ....
CAPITOLO ISPETTORIALE.. Come si aduna 955; suo. compito. 956; Coinponenti del medesimo 95o.
CAPO MUSICA 1187. V. ´Musica:
CAPO UFFIZIO tenga la relazione con la clientela 126;. il materiale dei laboratòri dipende da lui 502,´ STO; renda • conto . trimestralmente 503; noti lavoro 504 ; eviti rivalità con esterni .505; .per provviste dipenda dal Direttore ; cOnsulti Provveditore Gen. o Ispett. 5o6,
. -
507 ; .consegni danaro. al Prefetto; 509; visiti labóra
-. tori 512;. s´informi progresso delle arti 5 r3;.stabilisca ta
. .riffe 5i5; usi i,l, bollettario per>. commissioni 516, 517,
518, 52.2i unisca fat.ittra. 519; ricevendo commissioni
. chiami 3.1 Capo • 521;
.. •
.• CAPO TEATRINO informi. il Direttore 649; scelta. dei-.giovane 651, 652, 653; coniposizioni amene e brevi 653;
presenzii prove ; non le protragga oltre le ´dieci di sera
654.. V. ´Teatro.
CARATTERE dei giòvani sia. studiato ´302. - • ´ •
CARITA´. Unione-fra i confratelli i8 ; estensione 19, 20 ;•
´rispettare l´autorità altrui 21.; evitare parale pungenti
. • 23; non criticare colleghi 241 avvertire i Superiori: per . qualche difetto 24.; fra case .195.;• in casa 412; fra gio
vani 771, 772, 773; con tutti 804; néll"Orat. Fest. 1078. CARNEVALE 1331.
CARTA economia 261; 262, 263. • • •
´CASA. Apertura 957, 962, 1020, 1o21. Si- aprirlo quelle dove si può istituire l´Oratorio festivo 1065. Ciascuna
.abbia programma proprio 682; nell´accettazione .si ri- •
_chiede 683, 684;. se l´accettazione è gratuita 685, 688. Sé
units alla Parrocchia_ abbia cappella a parte 1e54.
CASO DI COSCIENZA : i sacerdoti intervengano 88; l´Ispettore s´infermi . 989.
CASSA-FORTE.-.1002., 1106. .
CASSA ISPETTORIALE. • In aiuta delle Case 995. CASTITA´. Mé-zzi per osservarla 53 ; evitare luoghi, per
. sone,. 54; farnigliarità; con donne 55 ; amicizie particolari • 56, 6z;. usar riguardi coi ragazzi 5.7, 58, 59, 60; frenare. i
sensi, mortificarsi nel vitto´ 6i .;. i Superiori vigilia 63 ;
se si scopre qualche mancanza 571; si provveda 1023
V. Modestia, Moralitd. • . • .
-CASTIGHI 286: • • .
. .
CATECHISMO.. «Sua importanza 1163;.. gare.1.165; ogni ´..prete spieghi 91; anche i coadiutori 123; lo si faccia nelle scuole., nelle. chiese emetodo da.tenere 337 ;. .dome
-
. _
. niCale e.setfimanale ´447´; sia studiato • dai novizi 906
il •ParroCo 16 promuova 1047; preghiere dopo Cate
chismo 1139. All´Oratorio Fest, si clasSifiéhino i gio
vani 1345; come..diSporli x i.51. V. Catechistci. •
CATECHISTA. Provveda: ai bisogni spirituali di ciascuna casa, 446, - 44:8 ; • pei giovani nuovi . arri
. vati 447, 451, 452; si occupi del catechismo settima naie e domenicale 447, 462; noti i promossi alla Comunione e. :i cresimandi 448; compagnie; 449; .servire. la S. Messa 449; si faccia aiutare 450; sorvegli Chiesa, og
getti sacri, conosca liturgia 458, • 4_ 2, .
453, 456, 457, 45R 6
463; è l´assistente dei: Chierici 454; • riferisca. al Direttore i bisogni della casa, 455; sorvegli l´infermeria, 459; . •
presenzii la visita del medico. 460; per gli ammalati 461; . • V. Infermeria,. Catechismo. Catechista degli Artigiani. Y. Catechista. Gli artigiani
. si :accostino ai SS. Sacramenti 464; si tenga in relazione col Prefetto, Economo, coi Capi d´arte 465; as.,« sista, gli allievi entrando od uscendo di Chiesa 466; •• durante le orazioni .470; dia norme buona creanza 470; neouna girovaghi per la casa. 467 ; i giovani imparino servir Messa 469; promuova compagnie S. Giuseppe
e immacolata 469. .
Catechista dell´Oratorio Festiùo. ´Assiste e dirige • le sacre
funzioni I zo8.; 1112; celebra. la seconda messa ´1109; fa il catechismo. in coro e assiste al Vespro 111o; s´informa della condotta dei giovani il; èDirettore della Compagnia di S. Luigi 1113; ha cura dei giovani più idioti T I 14; tali incombenze possono disimpegnarsi
. dal Prefetto ´1.15. . .
CATECHISTI agli Oratori Festivi. Loro scopo. 1/47; per lo più siano preti o chierici, . I 148. Al bisogno si può mettere i gióvani dei più istruiti, 1149; siano pronti al loro posto 1156; disposizioiae della classe 11.5 t, i 16o; .. abbiano una decurietta; 1152; non. abbandonino la
classe. ´1153, i 154; metodo di catechizzare /55,´ i r62.
" •
,
CELLA: V. :Camera.
CENTRI. ISPETTORIALI per. i. Cooperatori e Bollettino 1381. V.´Bollettino.´
CERIMONIE.´ Scuola pei Chierici ioo.
CHIERICI. Abbiano il loro assistente 98"; amino il filen- nio pratico´ 98; si prestino a qualunque -servizio 103 ;
siano sottomessi 106; grati a chi li . ammonisce 106 ;
diligenti alle pratiche di pietà z •
´CHIESA. Cappella sia sotto la sorveglianza del Catechista´ 453; Chiesa Parrocchiale 1055.
CIRCOLARE MENSILE 971; per chiedere soccorsi zo18. V. Soccorsi.
CLERO (piccolo) compagnia 449. V. Compcignie. •
CLIENTELA le relazioni siano tenute dal Prefetto o Capo Ufficio 125.
COADIUTORI : loro missione rr3; abbiano mensa, e dormitorio comune 114; esercitino una qualche auto, - rità sugli esterni i is; ´non si fermino in giro andando per commissioni 116; loro dovere in qualunque amrnin.istrazion.e 121 e né rendano conto al Direttore 122; osservino le pratiche di pietà X23; siano inscritti in qualche compagnia I23; occupati´ nei catechismi 123; il Diret- tore abbia a cuore la ldro Vocazione Ii6, 123; ascritti coadiutori abbianO Una soda´ istruzione professiónale 91Q; 936. V. Prefetto, Economo. •
COMITATI SALESIANI 1403.
COMMESTIBILI proibiti per uso privato 8. •
. COMMISSIONI non si assumano senza permesso 6g. COMPAGNIE- 334; siano inscritti i confratelli coadiutori 123; S. Luigi 449; Immacolata Concezione 449, 469; S. Giuseppe 469: — Compagnia di S. Luigi all´Orat. fest. 1,283; le regole non obbligano 1284; da chi è diretta 1285; e suo uffizio 1286; il Priore 1285 é suo ufficio-1289; da chi è eletto e che maggioranza si richiede´ 1287; tale carica . non porta alcun obbligo /288; il Vice Priore eletto nella Domenica in Albis e coadiuva il Priore 1289.
•
COMPATIRSI a vicenda 775., 84; V. Caritd..
COMPRE: Si paghi in contanti 226 V. Beni. COMUNIONE,- Corsie accostarsi" 717, 7i8í il. Maestro. dei
•
Novizi insegni a, farla bene e frequente: 88;, nella notte •
di Natale .1275, a Pasqua i343; iinportanza e frequenza ´ 1260, 1261, 1262 e -disposizioni .1263; ringraziamento • 1269; grazia da chiamare sempre in°. • - • COMUNITA´ (vita di ) i.
CONCORDIA V. "Carità. •
. • •
CONFERENZE due ogni mese, loro: scopo 393, .308 ; • ogni domenica; agli studenti 747„ al Noviziato 887, • V. Noviziato; ´allo Studentato 926; al Personale Orat. 1077, 1091; i Cooperatori 976, 1391,.1393 ; durante
• la Visita ispettoriale 989; al Capitolo delle case. 996. •
CONFESSIONE Settimanale 138; disposizioni 138; pei giovani 328; comeconfesaarsi 715, 716; pei giovani•Orat.
fest. 1261; 1262, 1.263, 1266, 1267, 1268, 127d.• - -
CONFESSIONE : patente. L´Ispettore può.- delegare •
esaminatori 963. . . • •
CONFESSORE stabile .138, 695., 1265 ; lo si consideri copie Padre 1265, .1267. •Confessod estranei s´invitino
sovente i39, 329; Confessore del Noviiiato 856; quando non è il Maestro 894, 897 ; Confessori ordinarli del-. •
l´Oratorie fest. i 267. . .
CONFIDENZA nel Direttore 102, I io; nei Superiori 767; . non si schivino. 764. . • • CONFRATERNITE il Parroco lè appoggi 1046•;• norme •
da tenere 1054. V. Confraternite.• .
CONGREGAZIONI Romane. Non si- ricorra diretta
mente 194.. . .« .
. CONGRUA Parrocchiale 106o. • •
CONSIGLIARE, Avvisare .288. . • .
CONSIGLIERE i Scolastico. E´ l´incaricato Per gli studi 471, 473, 477.478, 480, 48,1,. 482, 483 ; ricevuto un al- .•
lievo gli assegni la classe..472 ; occupi i disoccupati•474; .
al passeggio siano. puliti, 475; li -assista "andando in • •
. - •
. •
.
.
chiesa 476. Proinnova,:il canto Gregoriano 479 ; scopo della conferenza da tenersi ogni ´mese 484.; dipendono da lui il teatro, declamazioni, accademie 485 ; si tenga
in relazione col Direttore e Prefetto 487. • Consiglierà Professionale: curi l´insegnamento tecnico
. professionale 488 ; religioso 490; . 491;
Rispecchi il Cons. Profess. Generale della P. S. 492. •;. CONSIGLIO ISPETTORIALE. Convocazione e doli- berazione 962; elezione Consiglieri 948 ;. requiSiti 949; loro numero 943; attribuzioni generali 1008; partico- • lavi 968,,1000, 1001; revisione della cassa-forte ioo6.. CONTABILITA´. Nelle Studentato si diano leziOni 931. CONTEGNO in Chiesa 701, 706, pronti a segno 1244; entrando- in chiesa 1245, 1246; contegno 1247, 1250. V. Assistente.*
-Contegno in ricreazione. V. Giuochi. Ognuno si contenti dei trastulli 1235; è proibito legger giornali e Parlar di . politica 1236 ; giuocar danaro 1237; fissare 124o;. si . saluti le persone di riguardo 1238; giuochi proibiti,x 239 ; quando troncarli. 124i; nessuno esca. dal recinto 1,242; si usi rispetto versa gli incaricati all´Orat. Fest. 1243,
Assistente, Oratorio Festivo.
Contegno fuori -dell´Oratorio. Santificare le feste 1251; - preghiere mattino e sera 1252 ; evitare discorsi osceni :1253; teatri, bettole 1254; amicizie-pericolose 1255; il nuoto 1256:`
, Contegno verso i compagni: amarli 771, 7, 2 ; 7 7 3; non deriderli 774; compatirsi a vicenda: 775; sincerità nelle
informazioni 770..V, Carità. •
Cóntegno verso i Superiori: non ischivarli 764; si apra loro
il cuore 767. V. Confidenza.
Contegno nei laboratorii. Gli operai siano sottomessi al
l´assistente .753; stiano nel proprio laboratorio 754 ;
non escano senza permesse 755; è proibito bere, giuocare 756; osservino silenzio 757. V, Assistente, Maestro
- . •
CONTRATTI, il Maestro. d´arte non Ii faccia vani 538. ,Pei contratti di beni che si richiede 961. CONTRIBUTI per Studente:ti e Noviziati 963: . • CONVERSAZIONE : non si parli di politica nè di -par
tifi 187 ; ´trattando con persone del mondo non si maniféstino cose intime riguardanti la Congregazione 191,.
1-
192. parroco eviti le conversazioni inutili ed abbia .
un luogo .aperto è fisso 1049...
COOPERATORI. SALESIANI. Chi: sono. 1369," 1370 ;
• tale unione fu • arricchita • di Indulgenze 137a; • che si richiede per acquistarle 1373 ; che si richiede per essere.
inscritto 13721 possono inscriversi anche i- Religiosi 1374; istituti 1375; i nostri-.giovani 335; i parenti di essi /389 ;il Direttore ne abbia cura ´419 ; li inviti a qualche •funzione solenne in casa 1390 ; modo di ´trat.
. tarli 1376, 1405.
CORISTA V. Capo MuSica. •
CORREDO 52. • • . • •
CORREZIONE 57, -296, 527, 544, 768, 967; -maniera nel
farla 1a46, 1179; nel, riceverla 736; V. Avvisare, Carità. CORRISPONDENTE ISPETTORIALE : suo .fine. e da chi .viene eletto 1394; incombenze 1395, 13,93, 1397. • ´ V. Cooperatori, Bollettino.
CORRISPONDENZA: : si sia diligenti a ´rispondere e
. prudenti 26; fra.- i soci si usino cartoline dOppie 223.
V. Lettere.. • . . • .
´COSTITUZIONI: si fugga il prurito di riformai 207;. i novizt le studiino a Memoria 905.
COSTRUZIONI V. Fabbriche..
•
COSTUMIERE 12. •
CREANZA V. Galateo. • . • •
CREDITI : si mandi nota trimestralmente alla casa debitrice-198 ; il danaro si spedisca´ al Direttore o Pre
fetto:199. . .
CRITICA 24,•66, 782, 812, 814. — Il Parroco non .critichi • le consuetudini locali 1041. V. Mormorare, Caktd.
. •
. CRONACA delle Case 4o2; ´cura dell´IspettOre 978; V. Monografia.
CUCINA : è proibito entrarvi 599;. economia 254, 257´;´
la visiti l´Ispettore..987. • ´•
CUOCO : provveda cibo sano; economico .596 ; pulizia.
• 597, 66o; ne abbia cura 59.7, 598., 6oi•; non stia in ozio 6o3; vegli sui dipendenti 6o4; V. Cucina, Economia: • CURA degli oggetti che si hanno in .comuni 41 .; cura che
deve avere l´Ispettore dei confratelli 972; il. Direttore.
135, 38.8, 390,- 399, 400, 413; e come si coltiVanò le. vocazioni 998,
. • •
•
" • D . •
DANARO; E´ proibito usarne senza permesso 32, 8o1,. 933; dopo aver viaggiato 44 ; quello che supera in cia
scuna, casa Io ritiri l´Ispettore 994. V. Povertà. •
DANNI recati dai ragazzi 248.
:DEBITI tra case soddisfarli pii. primi 200; cogli esterni • . • mensilmente 226.
DECLAMAZIONI dipendono dal Cons. Scol.´ 485, 642..
DELEGATI al Capitolò Ispettoriale• 951, ´952, 953, 1024, 1025 ; al Capitolo Generale 956´.
DEPOSITI dei giovani 577.
DE PROFUNDIS da •dirsi _ogni sera 728. • -
• DERIDERE i compagni 774. V. Burlare, Carità.
DIFETTI altrui coritpatire. 864:´ V.. Carità. • •
.
DIMORA dell´Ispettore 968. • •
. DIPENDENZA dai Superiori Ios. V. Ubbidienza. .
DIPLOMA dei .Cooperatori spetta al Rét tor Maggiore I 386. .
DIRETTORE : suoi poteri e Obblighi 382 e responsa-. bilità 385; 388; Comunicherà ai soci quanto viene spe.. . dito dai Superiori 383; primo nell´ubbidienza 383; am
ministrazione, mutamenti d´importanza 384; quali
. puÒ fari, 386; riserbi per sè le cose d´importanza 387; •
cura, dei so´Ci. 135, 388, 389, 39o, 399, 400,´4II. 412, 41.3
. dei giovani, 408, 409; 41o; 414 ; eviti visite inutili e
corrispondenza amministrativa 391 e care estranee alla casa 392; predichi. ogni demeniea, 39:1; visiti sovente -la casa, 392f tenga le •due ´con.ferenze4prescrit te 393.;.´ faccia.. tre conferenze -all´anno ´sul sistema di educa-.
zione 41 i; • tenga capitolo ogni mese 394; riceva da -tu t ti . mensilm. il, rendiconto 396; bandisca la polica e lettura. giornali 397, e libri proibiti e friVoli .39S ; vigili sulla •
predicazione dei giovani preti, li. indirlizi sull´educa
zione religiosa 398´; ´rendiéento all´Ispettort.:.,4ox amore e rispetto verso di lui nelle sue visite 403; mono
grafia della Casa 402; l´economia, tenga. nota delle sue spese private 404, 45; ordinato l´archivio, 4o6; a lui . • tocca . accettare o licenziare .•gioVaní. 407. Oratorio
festivo 415, 416, 1066 ; obbligato a provvedere
del. neceSsario. -1073 ; corrispondenza cogli.- esterni ••
417,. 418 i CooPeratori Salesiani e Bollettino .419-; Ti´ legga il Regolamento e i ricordi confidenziali ´ognira´ esse •
. 421 .; suo" onomastico 423, Io´ ; non si assenti senza il.
permesso dell´Ispettore 974; faccia osservare le regole del
´. teatro, 47,´649; sostenga il decoro del Parroco 1063.
DI>rottore deg Noviziato. Direttore della Casa di Novi
ziato ..868 ; • amministra • lo rappresenta • dinnanzi •
•1ie autorità 869; riceve e licenzia il Novizio .87b;.•
conserva il •denare. 87.1; non Si ingerisci nella. forniazione religiosa dei Novizi 872; •può suggerire al Maestro . i. Mezzi 872; cura, il.personale 873; si trovi qualche volta • . • in ´mezzo agli ascritti e5; benedica là. mensa 876; .dia la buona notte .6.1a, ceda Volentieri anche al niaes tro .875; .
suo onomastico 879; dia le relazioni opportune all´Ispet
tore 88ò; Direttore del Noviziato o StUdentato si
tenga in frequente relazione col confratello Mandato nelle Case 94x. ••sr. Novziato, Maeàtro. dei Novizi..
Direttore. Oratorio -Festivo..gb l´Oratorio è ´unito ad 1.19. Istituto 1072; non può tenere danaro -1673; non. abbia
. "
incoMbenze speciali 1074. Faccia le Conferenze .al suo personale .1077,., 1o91. — Il Direttore .è il capo 1987; - . dev´essere di buon esempio in :tutto,. ro88. Prima di . assegnare cariche chiami consiglio .1089; . stia in relazione col capi officina esterni 1094e; suo doveie di avvi- • sare e. correggere 1o92; da buon padre•-in mezzo ai •
figli´ 1094; ne abbia cura anche quando cesseranno di
frequentare FOrat. fest. 1101.. . •
DIRITTI DI´ STOLA 1.060;• devonsi conservare´ 1061.
DISCIPLINA setto la cura del Cons. Scol. o Prefetto 486. .-
DISCORSI CATTIVI 314,. 317, 54o, 674, I228 : DISONESTA´ da fuggirsi 839 V. Assistente, Assi
stenza. . • •
DISPENSA : la visiti l´Ispettore 987. .
-DISPENSIERE : suo incarico 575;. abbia il nome di tutti giovani $76; dipende dal Prefetto 577, 579 e gliene•
renda conto 578. • •
DISTRIBUZIONE personale vien fatta dall´Ispettore ´• col suo Consiglio 958.
DIVISE degli alunni fra collegi di pari condizioni 220.
Si lasci libertà ai parenti di provvederle 221. DIVOZIONI speciali 699; non abbracciarne senza l´auto
rizzazione del Confessore 700.
DONNE : proibito ammetterle a mensa comune, nei dor- •
.nitorii, non servirsene per l´infermeria e cucine 5.5;
fuggirne la conversazione 186.
DORMITORII li visiti l´Ispettore- 987; siano chiusi 319.. DOVERE zelo e scrupolo per l´adempimento dei proprii - uffici. 102, 107, 121; Come deve compirsi 108; 211.
•
. .
ECONOMIA, nella mobilia , vestito e vitto, in tutto 42, 43, 264, 265, . 404; 405; consegnare il risparmio 49; gli.
•• oggitii smarriti 218; 219; economia nei libri: si prendano :
libri utili e magistrali 242; gli usati scolastici si conser
vino 244: .
Economia nei lavori e cosfruzioni:. 245, 246. V. Fabbriche.
Economia in cucina : cura dei commestibili 259, 250. V. Cuoco, Cucina.
ECONOMO ha la cura del personale -laico e pulizia e igiene della Casa 493, 495, 494, 497; ha la manutenzione della medesima, in dipendenza dal Direttore 494, 498; assisterà alla distribuzione del pane,. attenda che • non si guasti i commestibili 499; che questi siano sani e
ben condizionati soo. . -
EDUCAZIONE dei giovani 105; fra soci 215.; quale deve I essere l´educazione salesiana 298, 299, 30o, 301, 3o3 ; i buoni esempi siano sott´occhio dei giovani 306... Educazione intellettuale: nostro obbligo di istruirci 352; seguiamo le nostre tradizioni 353. Cura che devesi avere in proposito dei nostri giovani 354 ; si usino le gare 355. Educazione fisica 368.
EGOISMO individuale da evitarsi 208. •
ELEMOSINE : criterio che deve usare il Parroco 1o53. ELEZIONE Consiglio Ispettoriale 948.; Ispettore 945; Capitolo Case 958; delegato al Cap. Ispett e Gen. 951,
952, .953, 1024, 1025. Elezioni pubbliche: il pario
stia alle prescrizioni dei Sup. Eccl. 1044. .
EREDITA´ : come regolarsi 37.
ESAMI di Confessione 963; pei chierici 1´2; bimestrali c semestrali 358; pubblici 932.
ESAMINATORI ORDINANDI, 963. . .
ESAMINATORI PROVINCIALI, 956. •
ESEMPIO che deve dare l´Ispettore 966; il Direttore 383; fuori di casa 805; confratelli ai giovani 306.
ESERCIZI SPIRITUALI: i Direttori trattino della . loro importanza 140; i Predicatori siano preparati ad hoc 141; ai giovani 331, 332; uno dei predicatori sia almeno Direttore 332; negli Orat. Fest. 1340; 1344.
ESERCIZIO DI´ BUONA MORTE ai giovani 331, 332;
all´Orat. Fest. 1278. .-
ESPOSIZIONI : ne abbia cura il Cons. Profess., 491. • ESTERNI : è proibito .farli entrare in casa 8o3.
F
•
FABBRICHE : siano; ~leste. , solide e igieniche ;
permesso per iscritto dal Cap. Sup. 494.
FACOLTÀ´ particolari dell´Ispettore- 957, 965.
FAMIGLIA. Un sócio in famiglia si ricordi d´essere re1[0:bso 184; non trascuri le pratiche di pietà 185; freni i sensi, fugga l´oziò 186; tempo limitato 1022. •
FAMIGLI : chi sono e che. fanno 06, 592; non assumono commissioni senza permesso del Prefetto 587; siano fedeli 588; sobrii 589; pratiche. ´zii. pietà 591, 593; licenziando alcuno avverta il Cons. Prof. Gen.. 594; accettazione 595; si esiga una dichiarazione di addattarsi
• ai. bisogni della casa 687;
FAVORI : non si chiamino direttam. alle Congr. R. 194. FERROVIE : riduzioni. Il Prefetto ne abbia cura 439. FESTE : santificazione 1251. Feste da celebrare con
pompa speciale x274; indulgenze I272:;. disposizione
per icqiiistarle 1273, 1281; applicabili ai defunti x282. Festa di. S.•;tnigi (Orat. Festivo): Le sei Domeniche 1327;
novena 1328; Sacramenti 1329, 1330. Festa onomastica
del maestro ´533 ; dei Maestro dei Novizi 879 ; del Direttore 423, 1016 ; Ispettore 1o16.
FESTINI non si accettino inviti g. V. Pranzi. •
FIGLI DI MARIA. 688, 689, 69o, 691. •
FONDAZIONE case nuove 957, 962, 1020. V. Casa Aper
tioa Case.
.
FORESTIERI : non siano introdotti nelle nostre Case,
occorrendo siano accompagnati x6. .
FUMARE è proibito .268, 837. -•
FURTO da fuggirsi 839.
•
•
•
.
GALATEO cori tutti 19, 215, 31o,..479, 8.03, 906. 7. GARE fra i giovani 355, 1165.
GINNASTICA viva e- fervida 377, 379. -
GIORNALI proibita la-lettura 270, 356, 397, 1236. GIOVANI : loro indole 291, .295; divisi Secondo l´età e la scuola 312; rispettosi verso i proprii Superiori
. 13o2; i giovani esterni non possono far commissioni per
gli interni nè introdur libri o stampe I-395. GIOVANE PROVVEDUTO : si usi sempre, quale libro
drdivozione 33o. -
GIUOCHI proibiti 271, 311,.835, 83G, r.r 94, 12.39; permessi 1193; quali da preferirsi 378. Giuochi all´Orat. Fest.
1079; siano numerati 1199; affidati´ agli invigilatori 1196. Tutti vi prendono parte 1192.
GRAZIE.: non si chiamino direttam. alle Congreg. Romane 194. •
GREGORIANO (Canto) roo, 366; ne abbia cura il Cons. Scol. 479.
GUARDARE modestamente 779. V. Modestia, CaMtà.
GUASTARE : far danni 893. Danni.
I
IGIENE : sia ben guardata nella ´casa .369, 376, 38o ; igiene del corpo 37o.
IMMOBILI (Beni) 961.
INCARICATO. LOCALE: suo dovere 1398-, 1402. V. Cooperatori, Bollettino.
. INFERMERIA : i giovani ammalati 665; stiano sotto la cura del Catechista 666; siano subito visitati dal Medico 670; i convalescenti non escano dall´infermeria 667;"
non si giuochi 668; laCciano pulizia 672; guariti escano 673; per visitarli occorre il permesso 675; proibito. -s:tar: accanto al letto 66g far cattivi discorsi 674; l´infermeria sia visitata dall´Ispettore 987; infermi , della
Parrocchia cura da averne rosi. Ammalati, .
Mista, Carità. •
INFERMIERE ogni due giorni dia nota. al Catechista o Prefetto :di coloro che mangiano. in inferMeria 677. INTERESSE che deve avere l´Ispettore del bene dei
Soci 972; 11.Di:rettore r3.5, 388, 390, 399, 413. •
INVIDIA aa fuggirsi z13. .."
INVIGILATORI : loro scopo 1143, 1146; quanti sono" 1.144; vengono loro affidati i giuochi di cui sono responsabili 1196, 1197, 1200,,1202; tutti i giovani debbono prendere parte 1201.
. INVITI. V. Pranzi.
. .
•
ISPETTORE : .Capò dell´Ispettoria 943; suó.nfficio 944; Sua elezione 945.; che si richiede 946; ´suoi doveri 966, 981; durata 947; residenza toro, rorr; facoltà 957-05 ;
aprire case 557; distribuire II personale 958; elez: Cap:.
delle case 958; ammissione al Noviz.. e alle Prof. 959;
agli Ordini Sacri 96o; .amministrare i beni dell´Ispet
toria 961, 1019; accettare alla prima prova 963; asse.
gnare socio al Maestro dei novizi 963; designare esa
. • min.atóri 963; spese per l´ufficio ispettoriale Io/2; -• è ,
resPonsabile del Noviziato ´859, 861,. 863, 866; si tenga •
in relazione.col Maestro, riceva Un Rendiconto" particólareggiato- 862; tenga regiétro degli ascritti 864: può. li- ´ cenzarli865, 87o. Osservi quanto è prescritto per l´ac
cettare. dei novizi 867. Procuri che il Direttore dell´Ora-t. •
fest. non abbia occupazioni. speciali ché lo diStolgano 1074; nelle sue visite s´informi déll´Orat. feSt. 1075, 1076
. e suo numero. .
ISTRUZIONE il Direttore provveda il necessario. a ciò 1434; gli stia a cuore listruzidne religiosa 336; come
deve essere fatta 337; -quanto deVe durare 338; sia se.
2 Indice Regolamenti ecc. •
, guito il. Catechismo- ad parochoi 339; grande difficoltà
• che !´incon tra 343; UOIls´istruisda per sole obiezioni 342; l´istruzione per gli artigiani sia teorica e pratica 365; ad :un novizio´. 850.
ITALIANO (lingua4: sia stridiata dai confratelli esteri 364, 906, 935.
. .
. •
•
. . •
• L L. .
LABORATORII dipendOno dal Capo Ufficio V. Capo Ufficio. Abbiano l´assistente e il maestro d´arte Sale
. siani 489, 490 •
LATINO ,: sia amato 364; una lezione per settimana 53o; studiato dai novizi 906; per esercitarsi parlare la
tino 930: •• . .
LATRINE .siano • illuminate,. sorvegliate. 319:
LAVORO : necessità del laVoro 720, .722, 759; che s´in: tende• 721; . grande stima che aveva D: Bosco- 7 z;- pel
lavoro non si trascurino le pratiche di pietà 73; si compia
. •
ciOthe i Superiori prescrivono 723; e con coscienza 72;
-aila´gloria di Dio 214; abituarci al lavoro fin dalla: gio.: vivezza 725; tutti sono obbligati a lavorate 726; prima • . d´ogni lavoro. s´invochi l´aiuto di Dio. 727, 75r. I lavori - settimanali siano. proporzionati,. adatti :357; fatti; con . attenzione :739. -Non si a,ssumana lavori senza il per. messo del Superiore 562. •
LEGATI-: il parroco ne abbia elencò 1058; son mezzi per . • sostenere la parrocchia 1060.
LETTERE : diligenti ´nel dar notizie ai parenti e bene,. :fattori 217; fra compagni-32o; che si spediscono -e si ri- cevono• 8o I; quelle dei Novizi passino pel Maestro 874. LETTURE frivole proibite 64, 104, 356; sane :356; in
quali. devono• essere occupati i Novizi 905, 907. •
LETTURE CATTOLICHE .42o. .. • • : •
LIBRETTO dell´Oratorio Festivo 13o3. - . •
•
LIBRI.: si possono. tenere in -Camera quelli .occorrenti
• per la scuola e sacro ministero 38; cambiando residenza si portano solo i reputati Manoscritti 39; siano trittininniti del bollo della casa 40; i soci Chierici, Sacerdoti Sian. provveduti dei libri necessari 243; -.cigni anno si resti
tuiscan.o gl´imprestati .206; lista dei libri 322; .libri M
: voli •-ai giovani 356, cattivi 314; • gli scolastici siano
purgati 326, 363; i buoni diffusi 74;. libri, quaderni puliti
.730. V. Stampa. .
•
LICENZIAMENTO di un Novizio. 916, 922; licenziato
• deponga l´abito 921 ; spetta all´Ispettore 8:65, 870;. coi
famigli o giovani licenziati noli si .abbondi . in lode
voli attestazioni, non siano accettati in altre Case 205. LINGUA NAZIONALE studiata dai ´novizi 906. LITURGIA : sia a conoscenza del Catechista 453;: sia
. studiata dai Novizi 906. •
LOTTERIE 1346-1351. • •.
LUMI : economia 259, 26o.• • • .•
. •
. •
• • •
••
. .• IY.I.
• MAESTRO d´arte: suo ufficio, 534 ; buon esempio 542; puntualità. 535; dovendo uscite. 536; osservi e facCia osservare il silenzio 53.6; non negozii COi. giovani 538;
non cominci lavoro senza bolletta 539; non ne faccia per conto suo, 538; eviti ogni cattivo discorso 540; voto di lavoro e condotta morale 541.
Maestro di scuola; suoi doveri 523, 524, 1313; prepara-. zinne´ 525, 526, 527, 528, 1314; spieghi e non- critichi 359, 360, 36.i ; non rimproveri in pubblico 5.27 ; non partigiano 528; 1315; corregga i lavori 529; dia quello di prova mensile, 529, 1321; la sua scuola sia cristiana 530, 1324; eviti castighi 531, 532, 13.15.; "battere. 13.1.8; suo onomastico non . permetta regali 533.
Racconaandi.pulizia nei _quaderni x320; la dedurla la. tenga in regola 1322 ; vegli sopra le letture . r 323; son• •
proibite ai maestri le visite´ ai parenti dei giovani
3.25-;* per- inforinarli si vada in parlatorio 1326:
Maestro dei Nóvizi: il Maestro nella formazione dei No" vizi 882; prirnò posto dopo il Direttore 883; ne vico
nosca l´autorità 884; intervenga alle conferenze 88-5; • .
. s´istruisca 886; tenga ogni giorni •Ia conferenza •
887; insegni-a far la meditazione,. le comunioni, i rendi-. conti 889; come deve´ trattare i novizi nei. rendiconti -890; l´esercizio della. buona morte 891;1-latini un grande
• ´ amore verso la Pia Sodieta. 892;.se è Direttori non vit. confessare 856. V. Novizi, Noviziato.
MAGAZZINO : lo si abbia in casa per utensili ´usati 247. • MANCIE : agli.artigiani dipendono- dal Prefetto- 577. MANGIARE parcamente 61. • . .
MANI acidossso 780.
MANUALE del Prefetto 434..
MEDITAZIONE: sua importanza negli esercizi 141;
il Maestro insegni ai novizi a ben. farla ´889.. •
´MEMORIALE lasciato ´dopo la visita IsPettoriale. 999.
MENSA : si legga sempre qualche bùon libro io; si leg
gano • le Costituzioni, Delib.,. il Regol.-delle case, i de- • creti della SantaSede Che ci riguardino e. il Bollettino li.
V. Pranzi, Vitto, Inviti. •
MESE DI MAGGIO festeggiato 1277. • •
MESSA ::servizió 449„ .469; assisterla. divétamente 696; • servirla- conoscendo bene le cerimonie 71o, 713. MEZZI per conoscere i novizi é questi -l´Istituto 848,•851. MILITARI" : I confratelli soggetti al servizio..militare r88:;* -facciano gli eserazf spirit. -189; dipendono dalla Casa. . • da cui sono partiti 190.
MISSIONE SALESIANA •sua difficoltà : quale studio
devesi avere 940..
MODESTIA : ´che s´intende 777, 778, 783; negli Occhi.
779; non mettere le mani addosso 78o; a tavola .74
. • .• •
-M l´assistente scopre • qualche Mancanza rie avverta "´. subito il Direttore 571. V. Case.* Moralità.
MONITORE : regola preghiere I 135,- 1142. •
MONOGRAFIA di: ciascuna casa. 4p2; cura che deve averne l´Ispettore 978. V. Cronaca.
MORALITA´. : deve regnare nelle nostre case .128; sia in ´qualunque - modo. salvata 3.14, 317.; V. Castità, Modestia.
MORMORARE : vizio da fuggire 23, 769, 782„ 812, 814. . Vt. Carità, • Criticare.
MORTIFICAZIONE. Si abituino i novizi a mangiar •di
tutto 9r r; mortificazione degli affetti sensibili, curiosità
9;2; della proiria volontà e giudizio 913. . •
MUSICA 75, 366, 479, 642. .
,
. _ • . • •
•
N•
. . •
NATALE : nella notti si faccia la Colnunione 1275. • • NEGOZI fotografie, cartoline; stampe non ´fermar-.
visi 116. • - •
NOVITA´ : il parroco non le intrometta 1042. - •.• • NOVIZI : osservino le ´regole 888; siano occupati in
•
voci manuali 908. •
NOVIZIATO .: che cosa é 841„ 843; quando comincia . e quanto dura 845; può essere prolungato 846; quando •• resta interrotto e quando no 847; -non conviene siano molto numerosi 857; a chi spetta ammettere al Noviziato 962 ; "che si richiede per aprirlo 854 ; Noviziato e •
Studentato nella medesima casa 855; sermoncino della •
• sera spetta al Direttore del Noviziato. M la casa è unita .• al noviziato 876; altrimenti 875; dipende dall´Ispittore sotto l´alta direzione del Direttore Spir. 859; cura
che deve averne l´Ispettore 975; sia sostentato -dalle case zoo,. 865, 963. Il Maestro quando è Direttore non -
Può. confessare 8 ; scuole in cui devono essere. occupati i novizi 906; .scrntinii , che subiscono . e: categorie
•
. in cui possono essere divisi 914, 915.
Pratiche di pietà pei novizi : meditazione ogni sera 902; coroncina al• Sacro• Cuore ed esame di coscienza ogni sera Rosario e benedizione col SS. 9o3; durante la messa e dopo 904; il Maestro stia attorno perché le
. compiano a dovere e coscienza 889, 891. • .. • . .• •
:NUOTARE•P proibito a256.* ". • • . • . -
O
. .
• . • • . • - • • • . . . •
•
• • •
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OBLAZIONI : accettazione legati 963.
i . OCCUPAZIONI : come disimpegnarle 72.
OFFERTE pel Bollettino, : in. Italia siano. spedite al - Rett. M. 1384.
•
•
OFFESE. : perdonarle 23, V. ´Carità.
OFFICINE • ESTERNE.: Il Dirett. dell´Orat.. Fest. si tenga in relazione coi rispettivi capi 1090; vi sappia collocare i suoi giovani 1095. .
OGGETTI D´ORO D´ARGENTO proibiti 5o:
ONERI : il Parroco ne tenga elenco specificato. 1O58. ONOMASTICO.: del Maestro di scuola, "non. permetta ´regali 533; del Maestro dei NoVizi 879; del. Direttore 423,
1016 e..dell´Ispettore 10.16.
OPERE da noi :edite : sostenerle é Propagarle 25; opere
´ consigliate ai. Sacerdoti 95; .ai Chierici 112. . •
ORARIO comune- a tutti attenervisi 796, 797, 79.8;
del. Noviziato .871. •
ORATORIO FESTIVO: suo scopo 1o82, 1083, 1084, 1223, .1224, 1227; età, richiesta 1225; difettosi. 1226; discoli 1229 ; i giovani • siano persuasi che • l´Orat. "Fest: è luogo di religione i 228; .entran.0.0-nessuna tassa
1230; i Salesiani tutti si prestino 1o66; l´Ispettore li
promuova 977;´ il Direttore: si tenga. ´in relazione coll´autorità ecclesiastica- 1067; stia aperte tutti i giòrni
• f068; unito ad. un istituto si tolga ogni comunicazione
l´uno coll´altro 1670i abbia un personale proprio 416, 107r; dipenda dal Direttore della Casa´ 1072; l´Orat. festivo. sia sotto la protezione di un Santo. 1085.. Vart uffici nell´Oratorio Festivo 1086; in. tempd libero tutti Siano catechisti 1164; zelo 1217 carità epazienza 22b assiduità 1218; stima .I2r9pregistrama,stro 1232; libretti
personali 123´3. •
ORAZIONI : dirle posatamente 707..
• .
ORDINAZIONI ammissioni 96o, 962. •
ORDINE superiore sospese:964. ORTO per comodità di ogni casa 2.51. •
OSPITALITA´: si lasci un equo. compenso, i Sacerdoti
celebrino la Messa 202; passando perScine insigni
vertano i Direttori 204; come accogliere i confratelli.28. . OSSERVANZA del Regolamento-815.
OSSERVAZIONI settimanali e bimensili nel Noviziato 848; presieda il Direttore 878; le comunichi 881; accorrendo si riferisca al Superiore 210.
- - •
• •
•
PACIFICATORI : loro scopo 11q7, 118o, I181, 1182; av•-:
visino .chi .manca 1178, 179.• • • •
PADRONE´ :.• collocare a padrone 1204. V. Patroni. • PAPA ": s´inculchi ubbidienza e sottomissione 344.
PARAMENTA : siano ben piegate a a zg. •
PARENTI. :. non, si conceda uscir con loro 3-15. • • •
PARLAR di. noi : evitarlo 216; modestamente 78a. • "
PARLATORIO : assistenza, 324. • • •
PARROCCHIE : erezione" ro27 ; fabbricerie 1027. • Se ´non è-unita all´Istituto .1031; 1035; se unita 1e32, 10.36.
. .
PARROCO elezione 1028; ..1029), dipendenza, 1032;
Igen:2a 1032, b; locale- conveniente, •1033; orario della casa 1036: Sia .ossequiente.. al Vescovo, 1037; a lui ricorra nei bis-Ogni, 1930; lo inviti nèliesolennità, 1046;.. . buona relazione con .tutti 1.041; zelo pei arrocchiani, . 1045; 1052 ; ´tradizioni.. 1057; confessionale 1048.
PASSEGGIARE : contegno coi ragazzi 58.
PASSEGGJATE 380; durata, modo 3.8r, 820, . •
PASSEGGIO : necessità ed utilità 816; i Coadiutori ogni settimana, hi.Ogo 125, 267. I giovani vadano puliti e -decenti 475, 819, 824; contegno 8o5, 806, 807, 810-, 820; . dinanzi alle Chiese si faccia il saluto. 8o8,. E´ proibito. fermarsi nelle botteghe 81.3. Ciascuno stia nella, . propria squadra 817, 818, 8a1, 823,.. 826; responsabilità dell´Assistente 828; non si vada nei centri della città 825.
PATRONI loro scopo 1203, 1204; quanti sono 1205; in:- dirizzo dei protetti 1206; riguardi nel collocarli 1267; cura 1208.
•
´pAZIENZA nelle malattie .678.. •
PECCATO: allontanarlo 29B, 1219. -
PERDONARE le effese 23. V. Carità. •
•
. .
PERIODICI ecclesiastici sia provvista .ciascuna casa 95; quelli che hanno lo scopo del. nostro Bollettino sono
proibiti 138.2.. . .
PERSONA : sia. pulita 790, 795..
-PERSONALE : distribuzione 958. •
PIA ScicIETA´ SALESIANA : suo fine 1064. V. Case. • PIA UNIONE COOPERATO.RI., V. Cooperatori. PIETA´: regni nelle nostre case 128; i giovani vi al diano
per tempo; 692.
PLACET per il Parroco 1030. . • •
POLITICA sia sb.anclita 397;, il Parroco ne sia alieno 1044, 12.36..
PORTINAIO: ´dia i segnali delle varie occupazioni 262 ; ´ scelta, iniportanza 280; . suo .dovere 6i6;. indirizzi al Prefetti .o al Direttore ´le persone 617; l´uscita 618;
.. • ogni cosa dei giovani consegni al prefetto 619, chiuda . tutti gli: :l´ad esterni 62o Contiattl991...gioyani!,623;. evitare: schiamaizt. in • .tempo di- • fintzioni:•.62.3..
• _Portinaio Orat...´Fest. P299,--I2.1o;..p.er
..• sone ´estranee noi ´entrino 12 -- entrati´. non possono Usare 12.14; interni 1215, • gier•--
libri 1216: ..-• . • . •
POSTULANTE 963, 1013. , 4. cpettadone; 1-$pe,ttor. - ,
POV.ERTA´´ :cura degli oggetti- ves.tito
vitto e spese- 42, 44. .
PRANZI .gon•oSpiti.:5; nen si-accettino inviti 9. .-
PREDICATORE i si avverta per l´ora della predica 1124 (Orat. Fest.); per gli Esercizii siano preparati, 141. •
PREDICAZIONE,. 86, 9o; abilitarsi 86; norme della Santa.
: sede 9o; sì scrivano le prediche, 92; Med° di-predicare. e materia 93, 94; per gli Oratori festivi 1093, 1096, II00.. -Ispettore ha la facoltà di Concedere il permesso 963.. .
PRATICHE. DI PIETÀ´ siano osservate .xii, i2,3;-
´ quante e quali sono 129; puntualità 131, 132; evitare le non prescritte 133; alla levata 13o; Sacr. della, Penit., esercizio buona morte 134; preghiere giornaliere 142;. Giovane Provveduto 330 pei giovani esterni Confessione e Comunione frequente 1257, i 258.
PREDICHE. : ascoltarle e riportarne frutto .697. _ PREFETTO: fa le veci del Direttore; amministrazione 429; è centro contabilità 121,431, 433; dipendenza dal . Direttore 432, 433; attenzioni avvicinandosi l´inverno, l´estate 43o; non tiene cassa 432; ifl ordine i. registri 4333.437; gli accettati li consegni al Cons. • Scol., ´al • Cons. Profes. 436. Ogni triniestre bilancio. .438; relazione col Capo Ufficio 446; colla clientela 126. V. Ufficio). Per Per le provviste si rivolga .al Provveditore Ispettorlale 233; sIntenda con lui per averle direttamente 228, 236. Da lui dipendono„ i, cOadiutori• 441, l´economo, spenditori, provveditori 442. Può aver un aiutante 443;, a lui spetta il ricevere i parenti •
3
—• Indice Regolamenti ecc.
•
•
dcí; giovani, i forestieri, •suo contegno 444:1 sia, idt
toiriesso. al Direttole e- Superiori 445 ; • . • •
.Prefettò• Dnriorie T´estivo:- fa le veci´ del Direttore 1102; . .pravv0-dinienti.ito3; supplisca chi • manca 1104; canto
I ios scuole diurne e serali e domenicali x 1o7; compie
del*Dirett: Spir. se mancassero Sacerdoti´ r io6. PREGHIERE COMUNI (Vedi Pratiche di .Pietd). Si
1. . recitino Mattirtoe sera I i5 z• e si sospendano alla Con:- i -.saerazioi-ie e: alla benedizione del Saterdote al-termine •
- della messa i41; alla.. benedizione. col Sgario Sacra-."
mento • •
•• PREMI : ai giovani sí diano in pubblico 62; Oratoil.a •
Festivo To8ò. • ´• •• •
PRESUNZIONE : guardarsi io5. • - • • •
-PRIORE 0 Vice Priore della Compagnia di´ S. Luigi : •• . aória Pacificatori 1i83. V. •Pacificatóri, Compagnia di
S. Euigi. • • • • •
.PROCESSIONE di San Luigi farsi potendo, ogni prima .
domenica del mese 1279: •
- • • ´
PROFESSIONE che si .richiede 917, 920, 959,•961; 962 ;
.. in pericolo di morte 963; •
PROPAGANDA per la P. «Unione dei Cooperatoti 1387. PROPRIETARIO : non può amniinìstrare nè usare 3i ; testamento 33, 34, 3s; andando •all´eatera faccia -procura subdelegabile, 36. • •
PROTETTORI. V. Patroni.
•
.PROVVEDITORE • ISPETTORIALE 238, 98a. . .
Provveditore per ogni Ispettoria - .224, z31 ; . diligenza ´´2.i7, 235,´ 236; dipende dal-- Direttore 232, .237; non abbia occupazioni estranee 232.; provveda ad. ´epo. -•.._
ché propizie 234.• PROVVISTE : ciascuna Ispettoria abbia una casa, ceri-, trale per provviste 225; siano di primo acquisto e -all´in- "
grosso •226; si spediscano .direttamente 228 e- 23.6; controllo 229; si veda quali sono di più, gradimento ai gio
´vani 25 2. V. Prefetto; Provveditore. •• • - •
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. .
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PUBBLICAZIONI • tipografiche : gli : Ispettori ´s´inten- . .
dano fra loro .1017. - • • - ´ • - . • : •
PULIZIA nei libri e quaderni 73C. :. :eseguita ed irictil,•••
Oa.ta 372, 375, 788. ; alla perSOna .79à, 795. " ´ •
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QUARESIMA (catechismi quaresiniali I332, 13.39 .. •
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RADUNANZA annuale dei Direttori 98í. .
" REFETTORIO del noviziato,´ Se è in Comune il Direttore
• ´benedice la mensa, dirige la letturaecc. 876. V. Mensa. • REGALI : Proibito riceverne per conto proprio 45 ; un •
• .
maestro dovendo premiare un giovane 62, -- ..
. .
REGINA COELI::. quando e come recitarsi, 728.
REGISTRI PARROCCHIALI :. 165c};
REGOLAMENTO : lo si- legga ricevendo un ufficio 68.;.
´ • • - sovente 102 ; non si cerchi di riformarlo -208. Sia à co- - gnizione di tutti 3o5; • .oshervato ..815; spiegato. 309. .. • Quello dei laboíatorii sia letto: ogni sabato 76ò; del
l´Orat. Test. 1091;• . .-
- RELAZIONI- fra. interni ed. esterni sono proibite 3.2o ;
.tra Ispettore e Direttore nella medesima•casa 101I. . RELIGIONE : ´l´educazione nostra- sia religiosa 327, 328. V. Istruzione.i,eligiosa..•
RENDICONTO :- ´Novizio . deve farli. almeixo ogni quM- •
dici giorni ´848. Il Maestro del..Noviziato insegni la maniera 689; metodo del Maestro 89o; nessuno si •
esirna.136, 137; deve farsi mensilmente 396, 989. Rendi. cOnto- - del Direttore all´Ispettore .97 i; ´ trianestrale a. Direttori Spirituale, al ´Cons.. Scol. al Cane. Profess. •
96o; dell´Ispettore. al Rett: Magg:,969; morale sul con. fratelli 9y 988; finanziatio /0071 della Cassalspetto
...
fiale /00. • - • • ••• •´• • • • •
RESIDENZA dell´Ispettore I o o. •
RICORDI confidenziali siano riletti dal Direttore ogni mese 423.
RICREAZIONE della sera pei novizi sia riservata ai trattenimenti spirituali .909; pei giovani dell´Oratorio
´ Fest. è stabilita /19 1284. . •
RIFORMA delle Costituzioni 207, regolamenti 9 tradizioni 208.,
RISPARMI. Si consegnino all´Ispett. o al ,Cap. Sup. 196.
RISPETTO fra i confratelli 29; ai maestri 740. •
RISSARE 124o. . Pacificatori.´ ´ •
lkOMANZI 64. • •
RIMARE:: evitarsi 799, 800, 839.
•
•
• • SACERDOTI : siano di buon esempio 83, 84; vivano ín mezzo ai giovani. 83; rileggano le rubricae Missalis:85; confessione, predicazione 86, 9o; morale 87; CatechiSmo , 9i; S. Scritttira 95.
SACRESTANO sua moralità 624; doveri di pulizia in chiesa 625, 626, 627, 629; chiave del tabernacolo 627; conopeo 628; riparaZioni 63o; all´Orat. Fest. quanti sono, loro qualità / i i , incombenze i/22, I125,• 1128, 1132, 1133:, 1134 ; silenzio in sacristia 1o56, I /27 ; pulizia alla
chiesa e alla biancheria 113i . . •• •
SACRESTIA : silenzio 631, pulizia 632; arredi sacri 633;
Candele 634; si pieghi ogfii coSa. 635; biancheria al bu´• cato 636; urbanità, 638; guardarobe e cancelli 1130. SAGGIO generale finale per gli studenti ed artigiani 367. SALUTE : il Maestro abbia cura di quella dei novizi
. 893; il. Direttore pei soct 39o; quale si richiede per la
profesSione. 920. • . . ´ •
SAN LUIGI : in suo onore, potendo, si facciala Prcices-: alone ogni prima domenica del mese 1279. La festa poi sia preceduta dalle sei domeniche 12.8o°; Compagnia di San Luigi:1283.. V. Compagnia di S. Luigi.
SANTO SEPOLCRO : visitarlo /276.
SCANDALOSI.: riferirne al Superiore 8/i. •
SCIENZA : se -si sa.qualche cosa darne gloria a Dio. 724. SCOPO di un Istituto, non imitarlo 384.
SCUOLA alzarsi all´arrivo del Professore 731; trovarsi
in tempo 732; in caso di assenza avvisare il professore
.733; attenzione 734, 735; la scuola sia sempre chiusa 319. Scuola´ di religione: la si stabilisca nell´Oratorio. Festive,
1069, 1352-1368. - -
Scuole: dell´Oratòrio Festivò: quali. classi comprendono 1295; materia preicritta /296; chi può prendere parte 1297, /30x; accettazione 129:8; i giovani frequentino le funzioni religiose 1299; la Scuola è gratuita, ma cia
scuno si provvede del necessario 306. •
Scuole serali: I genitori vi mandino i ragazzi puliti 1304. Scuole Commerciali 1307-1312.
Scuole di musica 1307-1312; Scuola di Musica e Canto Gregoriano 366.
SEGRETARIO ISPETTORIALE 1009. •
SERMONCINO della sera : nessuno si deve assentare _l´Ispettore nella sua visita alle .Case rivolga la parola
almeno una volta- ai giovani alla sera 996. V. No
viziato.- ••
SETTIMANA. SANTA 333.
SIGILLO SACRAMENTALE : non si parli di confessione con leggerezza 89.
SILENZIO rigoroso dopo-le orazioni 2.
SISTEMA PREVENTIVO e repressivo in che consiste 272, 273, 274; il Preventivo si applica colla carità 2.75; sua utilità 285; il Direttore sia tutto pei suoi
.. .
. ´ allievi 276; :e .lo .faccia. osservare 409; .1 maestri d´arte sieno di sicura mbralità, 277;i giovani nori.:.siaria mai
• .• .abbandonti 277; giochino , saltino 278;.frecpiente Con. • .• fissione €1 Comunione .279, 282, 283; . non siano intro- denti •compagni e libri pericoloSi 280; • ogni. sera il Di
. rettore indirizZi lorb• dite parole. 281; il- sistema - pre
. ventivo sia incultato nello htudentato. 927. -:
S• OCIETA´´ di .S. F. di .Sales- : scopo delle case -679; si.pre. feriste i giovani. poveri 68o; • Pericolan.ti .681; •clie: sOn
stati nei nostri Oratori festivi 686. • . . . . - • ´
SOCCORSI da chiedersi ai Benefattori io i.8._ . .
socio che. coadiuva il Maestro 8.58; •da chi è eletto .86o;,
da. chi dipende per ciò che riguarda il noviziato 89.8,
-§oo; -si • assuma le parti. odiose 899; suo •• contegno coi
novizi, 90 I. . -, • .
SOTTOMISSIONE ai Superiori sia incondizionata´ 1•0,-. SPEDIZIONI : • lettere, telegrammi,, pacchi 222; il:-
. • : guardi che deiVonsi´ avere 235. - ..
SPENDITORI.: scelta •58o; dipenden.za • 58a; registri in
. regola 583; provvedano in tempo´ 58.5.
SPESE-Si :facciano con economia 44, 2.18. ´Dell´Ispettore
1007; per l´ufficio ispettoriale 1o12. . .
. . .
SS. SACRAMENTI : il Parroco ne promuovi; la fre
quenza 1048. .
SS. SACRAMENTO ; Compagnia .449; visitarlo lungo il
: giorno 7.19. . • -´ : - -
STAMPA buona : diffusione 74; V—Li/W. . • • •
STORIA ECCLESIASTICA 341. . . • ..
STORIA SACRA. 341; deve essere studiata dai Noviz
906.• . • .
. .
STUDENTATO FILOSOFICO : lo abbia Ciascuna Ispettoria, 923; cura che deve averne l´Ispettore 975; quanto. dura 924; che regime si usa 925; si faccia una corde.
• •renza Ogni. àettiinana 926; i chierici siano istruiti -nella .-. pedagogia, 927; le case concorrino al mantenimento
: - .dello Studentato .963. . • - - .
. ,
. . . . . .
• STUDENTI. V. Maestri,´« Istruzione intellettuale.; .pét . • studiare quali condizioni si richiedanò 6:90.
STUDI si seguail program.nia del Cons. Scol. 929; sanò resi- educativi 928.;• dopo le orazioni. 318; non deve in • tutto oltrepassare le lo ore e .1o,due ,e mezzo di seguito
371; è regolato secondo le ore di acuola•74x; studiare la; lezione 729. Nello .studio -Vi sia un assistenti 74.5; si.; ienzio 743´, 748; actiones 742. Lo studio sia chiuso 3:18 . SUFFRAGI : psi Rettor Maggiore 143, 148 pei Membri - del..Cap.. Sup., Procuratore Gen. e Vescovi della. Pia So.. dota 149, 151 ; per gli Ispettori 15z, »15 .; pei Direttori. I56, r6o ; per tutti i Sò.ci 161;• 163 pei Novizi164,-166.; pei .giovani Allievi 167,•168; suffragi comuni 169, 170 ; pei Genitori dei confratelli .171, 172; peti famigli 173,
174; pei benefattori 175, 177; . • • • - •
. SUPERBIA : non´.parlar• di noi. 216; perdita del merite 725; da fuggirsi, 776, 782; superiorità dinnanzi ai gioj
vani 304. •
SUSSIDIO : quando e•a• chi consegnarlo 49.. . :•-•
SVEGLIATORE 2.. • • •
. - • •
_ •
•
T
•
TABACCHIERE preziose proibite 269.
TABACCO : :11.011 usarne 268; non offrirne 269; non
´stivarne 837. • .
TAVOLA diportarsi con modestia 784; contegno 785; 7.87. TEATRO 323; dipende dal- Cons..Scol. 485; .firie 639, 829;
materia adatta 640; •641; 642:; >da escludersi ..643;
abiti 643, 656 ; bibite 644, 646 ; • non- si ´disapprovi
830; -contegno • 83 i ;• -silenzio 832; se si sbaglia -.833 ´Si
:vada •-adagio. nell´entrare.-ed uscire 831,´ •834. Non: ´fre
quentare i teatri esterni 1254. . •
TEMPERANZA : stima che. né aveva D. .Bosed•
TEOLOGIA Morale.: sia studiata 87. , : •
TESTAMENTINO : ´si dia a: studiare ai chierici:almeno
dieci versetti, scuola. -settimanale zar, 299. TESTAMENTO : farlo prima di emettere i voti 33, 918;
in tre copie 34; il Direttore vegli 35.
TESTI di Teologia e Filosofia siano in latina 930.. TIMOR. DI DIO 692; mezzi per mantenersi in esso 693, 694; è necessario in uno studente 749,´ 75o. TRADIZIONI : si conservino 353.
TRASLOCHI ; cambiamenti di casa : spetta all´Ispettore. nella, sua Ispettoria 963; prontezza 67; da una casa .all´altra 29i; informazioni 2o3; non si cerchi di cambiare casa 212; passaggio dallo Studentato o No-viziata alle Cas-e 937, 938; non si mandi chi non ha virtù 939.
TRASCURATEZZA nelle . occupazioni : da fuggire 217. TRASTULLI. V. Giuochi, Ricreazione.
TRIBUNALE di prima istanza 1023.
TRIDUO pel cominciamento dell´anno-331, 412. •
TRIENNIO pratico; :. i chierici l´osservino. scrupolosamente 97; i Direttori facciano osservare il programma ., 99, 112; facoltà agli Ispettori di modificarlo 112.
•
U
UBBIDIENZA : i Superiori siano i primi ad ubbidire .alle regole. 66; sue. qualità 65, 66 -,-763; sua importanza 761, 762, 763;è lecito esporre umilmente una cosa quando è notevole 70.
UFFICI nell´Orat. Fest.: Il Direttore deve. informarsi prima di eleggere uno 1089.
UFFICIO DIVINO : osservare le pause non cantare smodatamente 768; della Beata Vergine 1´188. V. Pratiche di Pietà.
UMILIA´ 782. - • •
•
. -
USCITE : ´non . si esca • senza perMesso 14; non ti vada
. presso i parenti o amici i4; ai giovan.i non è´pérmesso
uscire coi parenti 838. • •
UVA : si próvveda per il vino 253. • •
•
• •
V •
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VACANZE 76, 77, 79; in -famiglia- 78. A chi spetta dare permesso e quanta dura • 1•522; son proibite .in tempo di Natale, Carnevale, Pasqua, 35; s´inculchi ai gio
vani il contegno coi, parenti, amici e benefattori durante le vacanze 316 ; non si sia. abbandonati
• durante detto tempo; si abbia qualche • occupazione 8o, 81; si studii delle lingue moderne più importanti.- .VANGELO: : sia spiegato- seriamente,, 340.
VANITA´: ciondoli; spilloni; cinture proibite 120.
VANTARSI 78-2 • • .
VENDITE : acquisti 962. •
VESTIARIO non elegante 12; seguir gli usi del paese 12.
VIA CRUCIS : sia praticata 333.
VIAGGI : non se ne faccian senza necessiti 44, 239; approfittare delle .riduzioni 240; se il viaggio è breve si
prenda la. 3a classe 241; conto del danaro 44; non si
prolunghi 44;´ lettera d´accompagnamento con denaro di andata e ritorno e biancheria 179; soddisfi del tempo
che rimane 202; dipende per tutto. dal Direttore della casa in cui si trova 186, 182; ritornato dal viaggio renda conto, 18´3 ; i Sacerdoti abbiano anche il Celebret 193.
VICARIO dell´Ispettore 968, i000. VICE-PARROCO : sbrighi i contrasti io61. •
•VIGILANZA ai bauli, libri, armadi .dei giovani, pacchi 321; barberie, infermerie, sacrestie 325. V. Assistenza. VINO : proibito ordinariamente ftiori pasto 8.´
VIRTU´ che adornano un giovane 698.
VISITA dell´Ispettore 982 é seguenti; visita -lungo il
giorno. al SS. Sacramento 719. •
VISITE dei parenti ai giovani 315. Il Parroco •le eviti
1050. • .
VITA COMUNE : non si accettino in Casa estranei alla Congregazione 15; ordine di con.fr. nelle radunanze. e a tavola 17; vestito, mobilió, calzatura 43.
VITA RELIGIOSA : vita di incessante correzione n VITTO COMUNE 3; per gli aminalati 3; piatto dì servizio 7; feste in cui si aggiunge una pietanza´al vitto
Ordinario 4.
VOCAZIONE o., 345; nostro dovere .di conservarla. 346; segni di vocazione. 347, 348. Difficoltà da sciogliersi coi -. parenti 349s 35o ; coriferenze all´uopo 351; ´l´Ispettore ´ nelle sue visite osservi se si coltiliono 998; gran cura per coltivarle zzgo; si istituisca una: scuola latina 1291; •
si promuovano le-compagnie 292; si difforidan.ò i bùoni libri 1293; si possono invitare i migli6ri giovani per gli esercizi degli interni 1294.
VOCE : in chiesa non far pompa della, propria voce 709. VOTAZIONE : per lettera 954; quando e come • 1624,
1025.
ZELO : per l´adempimento dei propri doy;ari 102, 107; . buona volontà io8.