Cari amici,
Si dice: "Sei libero di fare qualsiasi scelta tu voglia, ma non sei libero dalle conseguenze di quella scelta". In effetti, ciò che siamo è il risultato delle decisioni che prendiamo. Ogni scelta – che si tratti di scorrere senza fine o di impegnarsi in modo significativo – ha il potere di influenzare la nostra produttività, la salute mentale, le relazioni e la felicità complessiva. In definitiva, l'uso responsabile della tecnologia dipende dalle decisioni individuali. Facendo scelte consapevoli e ragionate, la tecnologia può trasformarsi in uno strumento di crescita, connessione e realizzazione personale. Come ha saggiamente affermato il vincitore del Premio Nobel per la Pace Christian Lange: "La tecnologia è un servo utile, ma un padrone pericoloso".
La vera domanda è: la tecnologia sarà per noi uno strumento di potenziamento o diventerà una fonte di stress e distrazione? Ci renderà schiavi o ci farà padroni? La risposta risiede nelle mani di chi la utilizza.
Vi auguro di scegliere con saggezza e di lasciare che la tecnologia migliori la vostra vita, senza mai permetterle di controllarla.
Don Harris Pakkam SDB
Membro del Settore per la Comunicazione Sociale, direttore di InfoANS
Nel mondo iperconnesso di oggi, la tecnologia è diventata parte della nostra vita quotidiana. Dagli smartphone nelle nostre tasche ai social media, siamo costantemente informati, intrattenuti e impegnati. Se da un lato questi progressi offrono opportunità senza precedenti, tra cui nuovi modi per diffondere il Vangelo, dall'altro presentano anche delle sfide. Ciò solleva domande critiche, in particolare considerando i recenti sviluppi dell'intelligenza artificiale.
Come trovare un equilibrio tra la nostra vita nutrita dalla preghiera e le continue distrazioni del cellulare? Sappiamo quanto tempo passiamo a chattare e a scorrere? Come influisce l'uso dei dispositivi digitali sul nostro benessere spirituale? In un mondo inondato di informazioni dai nostri dispositivi, il concetto di “contemplativo in azione”, come articolato nelle Costituzioni Salesiane (Cost. 12), ha ancora rilevanza nelle nostre attività quotidiane? Possiamo usare i nostri dispositivi digitali per connetterci meglio con i giovani isolati nel mondo digitale?
Queste questioni fondamentali richiedono una seria riflessione soprattutto da parte di noi salesiani, data la loro delicatezza nel contesto odierno. È scoraggiante osservare che i tradizionali breviari fisici sembrano avere ormai poca rilevanza, dato che spesso ricorriamo all'uso di dispositivi mobili anche per le celebrazioni eucaristiche. Ci troviamo sempre più distanti dalle comunità e dai giovani che ci circondano, il che è preoccupante. Va notato che la comunicazione inizia con la connessione e si muove verso la relazione, la comunità e la comunione (cfr. Communio et progressio, 12).
È quindi importante fissare dei limiti e stabilire dei confini per il tempo trascorso davanti allo schermo, per evitare l'esaurimento, per essere selettivi sui contenuti che utilizziamo e per garantire un sano equilibrio tra le interazioni digitali e le relazioni faccia a faccia. Così facendo, possiamo fare il miglior uso di questi strumenti e mantenere il nostro benessere spirituale, diventando definitivamente Missionari Digitali che usano la tecnologia per la salvezza dei giovani. Ricordiamo: Il salesiano “…coltiva l'unione con Dio, consapevole della necessità di pregare senza sosta in un semplice colloquio cuore a cuore con il Cristo vivente e con il padre, che sente vicino. Attento alla presenza dello Spirito e facendo tutto per amore di Dio, diventa come Don Bosco un contemplativo in azione” (Cost. 12).
Don Philemon Anthony Chacha SDB
Originario della Tanzania (TZA), attualmente studia all'UPS nella Facoltà di Comunicazione Sociale
Caro Libor, questo mese vogliamo ringraziare soprattutto per i mezzi di comunicazione sociale. Tu lavori in questo campo da molto tempo. Per cosa sei grato?
Sono grato che i mezzi di comunicazione sociale ci permettano di raggiungere i giovani dove sono. Il Vangelo è sempre stato diffuso attraverso ciò che era disponibile al momento - Don Bosco usava la stampa, noi abbiamo i social network, i podcast, i video. Ci permettono non solo di informare, ma soprattutto di ispirare, di portare gioia e speranza.
Sono anche molto grato alle persone che sono coinvolte in questo lavoro. Ogni contenuto che esce è il risultato della collaborazione di molti. E sono grato anche agli spettatori, agli ascoltatori e ai lettori che ci fanno capire che quello che facciamo è significativo.
Ultimamente si è parlato molto di Intelligenza Artificiale, del fatto che oggi è ovunque e che un giorno potrebbe distruggerci. Dobbiamo averne paura?
Non direi che dovremmo avere paura, ma certamente non dovremmo essere ingenui. L'intelligenza artificiale è uno strumento che sta già cambiando radicalmente la società, dai media all'istruzione, dall'economia alla politica. E sì, comporta dei rischi reali. Vediamo la diffusione di massa della disinformazione, la manipolazione dell'opinione pubblica o i deepfake che possono falsificare la voce e l'immagine delle persone, ad esempio. Se l'IA continua a svilupparsi senza controllo, le sue capacità potrebbero superare il controllo umano rendendo sempre più difficile distinguere la verità dalla manipolazione. La nostra sfida, quindi, non è solo quella di usare l'IA, ma anche di pensarla in modo etico e critico. La tecnologia in sé non è né buona né cattiva; la chiave è chi la guida e per quale scopo. Se lasciata senza regole e senza valori, può essere pericolosa.
Quali consigli daresti a coloro che vogliono imparare a usare l'IA per lavorare con i giovani? Da cosa dovremmo iniziare, come dovremmo farlo?
Raccomanderei di non avere paura di sperimentare, ma di pensare alle conseguenze. L'intelligenza artificiale può essere utilizzata con grande efficacia nell'evangelizzazione e nel lavoro con i giovani, ma deve sempre essere uno strumento, non un sostituto dell'interazione umana.
Cominciate a provarla su qualcosa di concreto: fatele generare un'immagine per una storia biblica (Leonardo AI, Midjourney), create un breve copione per una catechesi (ChatGPT, Claude), preparate una grafica per i social media (Canva), montate un video (CapCut, Inshot). L'intelligenza artificiale può far risparmiare tempo, ma non dobbiamo lasciarle il compito di pensare e decidere. L'importante è cercare modi per usare l'IA per lavorare con i giovani, non al loro posto. Insegniamo loro a pensare in modo critico, a essere creativi e a cercare la verità - e in questo nessuna tecnologia può sostituire l'uomo vivo che li accompagna. E questo è il compito di noi salesiani.