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Cagliero11 e preghiera di febbraio 2020

Cagliero11 e Intenzione Missionaria Salesiana - febbrario

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INTENZIONE MISSIONARIA SALESIANA

ALLA LUCE DELL’INTENZIONE DI PREGHIERA DEL SANTO PADRE

Per i migranti e i rifugiati

Affinché Dio protegga tutti dalla povertà, dai trafficanti e dall’indifferenza.

La Congregazione, nei cinque continenti, è impegnata con i giovani in situazione di mobilità umana. Preghiamo per questi giovani, per le loro famiglie e per tutti coloro che sono impegnati nel servizio di accoglienza, di accompagnamento, di promozione, di inserzione e di evangelizzazione.


CAGLIERO11_134, FEBBRARIO 2020

 

Cari confratelli, cari amici,

R isuonano ancora nelle nostre orecchie le parole dell’ultimo Appello Missionario fatto dal Rettore Maggiore (8 dicembre 2019, in http://www.infoans.org). Il tempo di Quaresima e di Capitolo Generale che cominciamo a vivere durante questo mese di febbraio, sono ottimi per ascoltare meglio anche questa chiamata missionaria ad gentes.

“Questa è l’identità della nostra Congregazione” ci diceva don Ángel nell’Appello: “Don Bosco portava nel cuore una grande passione missionaria”. Per questo motivo, “bravissimi confratelli missionari, sono andati dappertutto a condividere l’annuncio del vangelo, la Parola di Dio, l’educazione dei ragazzi”.

Ed è anche vero: “oggi continuano a chiamarci dappertutto”. “La missione salesiana nel mondo aspetta tantissimo i missionari che portino questa voglia di fare del bene nel nome del Signore e per il bene dei ragazzi”. Lo sappiamo, e il Maestro ce lo ricorda: “La messe è grande, i lavoratori sono pochi”. Ci aspettano le minoranze indigene in latino-America; i rifugiati e gli sfollati, particolarmente in Africa; i giovani dei Paesi a maggioranza musulmana, e anche ortodossa; i giovani prigionieri di un secolarismo che uccide, nostri destinatari nel Progetto Europa; quelli nelle isole oceaniche del Pacifico, ecc. E ricordate che il Successore di Don Bosco conclude l’Appello dicendo: “Vi invito all’ascolto. Prego per voi. Aspetto le vostre lettere”. Anch’io!

D. Guillermo Basanes, SDB
Consigliere per le missioni

CG28 - Quali Salesiani per I giovani di oggi?

 

La risposta: senz’altro saranno salesiani missionari, in comunità missionarie, coinvolgendo laici missionari. Stiamo iniziando il CG28 e come ogni Capitolo sarà uno stimolo e impulso per la nostra missione salesiana nella Chiesa. Sottolineiamo alcuni punti presenti nello Strumento di lavoro che ci stimolano ad avere vivo il senso missionario salesiano.

  1. Nella introduzione si indica il 150° anniversario della prima spedizione missionaria (1875-2025) che ci spinge a ritrovare il coraggio apostolico di don Bosco, capace di abbracciare il mondo intero.
  2. Nel n.14 si insiste nello stretto legame tra Formazione e missione. “Ci si forma in vista della missione e dentro di essa. Si avverte l’urgenza di dare qualità alla missione e di conseguenza di curare meglio la qualità della formazione”. È una priorità del nostro carisma vivere per e con i giovani più poveri, abbandonati e in pericolo. La missio ad gentes è un elemento costitutivo del nostro carisma, evidenziato da molte Ispettorie, che richiede una formazione specifica. Per questo è necessario formarsi “nella missione” per formarsi “alla missione”.
  3. Nel n.19 viene ricordato il legame tra missione e formazione e il discernimento in chiave salesiana. Papa Francesco chiede con insistenza una vera e propria conversione missionaria della Chiesa a tutti i livelli: anche la formazione è toccata da questo processo necessario e irreversibile. Individuando la realtà come una vera e propria “cattedra”, diventa chiaro che la formazione si realizza in missione, in quei luoghi in cui ci sono non solo dei maestri dello spirito, ma anche di vita pastorale, che aiutano a vagliare l’autenticità della vocazione salesiana. È la missione, specialmente fra gli ultimi, a dare il tono concreto a tutta la nostra vita, e quindi anche alla formazione, chiedendo il dono della “grazia di unità” e sforzandoci di coltivare l’“interiorità apostolica”. Per questo bisogna entrare nel ritmo di un “discernimento pastorale” capace di individuare con precisione la chiamata di Dio e rispondervi con ardore apostolico.
  4. Nel n.27 si parla di “sinodalità per la missione”, un segno dei tempi da assumere e da approfondire. L’ecclesiologia contemporanea mostra che le diverse vocazioni ecclesiali hanno una comune radice battesimale e sono destinate a contribuire alla crescita del popolo di Dio: «Ciascun battezzato, qualunque sia la sua funzione nella Chiesa e il grado di istruzione della sua fede, è un soggetto attivo di evangelizzazione e sarebbe inadeguato pensare ad uno schema di evangelizzazione portato avanti da attori qualificati in cui il resto del popolo fedele fosse solamente recettivo delle loro azioni » (Evangelii gaudium, n. 120).
  5. Nel n.30 siamo invitati a offrire ai giovani delle nostre opere la possibilità di vivere esperienze di volontariato missionario salesiano.

 

Dio mi ha dato un lavoro che non ha dato ad altri

 

S an John Henry Newman diceva: "Dio mi ha creato per rendergli un preciso servizio".

Mi ha affidato un lavoro che non ha dato ad altri. Ho la mia missione. Forse non lo comprenderò mai in questa vita, ma sì nella prossima. Sono un anello di una catena, un legame di connessione tra le persone". Sono stato inviato come missionario nella Provincia della Gran Bretagna dal Rettore Maggiore nel 2017. Il primo sacerdote che ho incontrato nella Congregazione è stato P. Thomas Myladoor, che aveva un approccio amichevole e paterno, e un allegro sorriso. Questo mi ha sempre ricordato di come essere salesiano. Ogni volta che andavo a confessarmi da lui, mi raccontava sempre delle missioni e mi dava un "mantra" per dire tre Ave Maria per la missione. Lui mi assicurava la sua preghiera e mi offriva il suo sostegno in ogni momento. Siamo diventati molto amici. Lui parlava spesso della missione, e così ho cominciato a pensare alla possibilità di partire anche io come missionario. Dio aveva già progettato un piano per me, e mi sono completamente fidato di Lui. Pregavo spesso per la mia vocazione missionaria. Nella formazione mi sono impegnato molto nell’animazione missionaria e incoraggiavo i miei confratelli a pregare per le missioni. Ho conosciuto diversi missionari nella mia Ispettoria a cui chiedevo consigli. Mi hanno detto che era un buon momento per andare in missione, e così ho chiesto di partire come tirocinante missionario.

Quando sono arrivato in Gran Bretagna, sono stato benedetto già dal fatto che il direttore mi ha sostenuto molto; il provinciale mi ha sempre dato un paterno ascolto e ho sentito il calore e l'amore dei confratelli. Tutto questo mi ha aiutato a integrarmi e mi ha dato fiducia nella missione che mi è stata affidata.

Ogni sfida che un missionario affronta è un'opportunità offerta da Dio per imparare e crescere. È fondamentale, come missionario, mantenere vivo l'amore di Dio per realizzare la sua missione. Non è sufficiente riflettere, ma bisogna pregare. Come missionario, direi che non ci sono problemi, ma opportunità per imparare. La mia gioia più grande in questa Ispettoria come missionario è vedere i giovani così pieni di vita, di positività, di apertura e spirito di collaborazione con i salesiani. Come ci chiede il prossimo Capitolo: dobbiamo essere persone che accolgono e amano, apprezzando l’impegno che i giovani manifestano.

Un segreto che mi ha reso sereno come missionario, in questa Provincia, sono le tre "Ave Maria" che dico prima dormire. Perché so che quello che facciamo è la missione di Dio e della nostra Madre. Lei, senza dubbio, guida e cura tutti coloro che aspirano a essere missionari. Io sempre mi affido a lei e sempre sperimento la sua presenza. Lei non si arrende mai in nessuna situazione. È nostra madre, e non rifiuterebbe mai nulla buono ai suoi figli che glielo chiedono. Questo è il mio consiglio e la mia preghiera per tutti coloro che vogliono donarsi come missionari. Ricordate che "chi entra in una casa salesiana è portato dalla nostra Madre".

Martin Paul, missionario di Bangalore in Inghilterra

 

Testimonianza di santità missionaria salesiana

 

Don Pierluigi Cameroni SDB, Postulatore Generale per le Cause dei Santi

La Serva di Dio, Matilde Salem (1904-1961) siriana di Aleppo, dopo che rimase vedova si dedicò totalmente al prossimo con un amore più vasto. La sua famiglia furono i giovani poveri della sua città, impegnando il cospicuo capitale con una fondazione per ragazzi poveri e affidata ai salesiani. Per testamento distribuì tutti i suoi beni a favore delle varie opere di beneficenza, tanto da poter dire: "Muoio in una casa che non mi appartiene più".