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Cagliero11 e preghiera di aprile 2018

CAGLIERO11 e INTENZIONE MISSIONARIA SALESIANA - APRILE 2018

Intenzioni preghiera anno 2018 Scarica il file zipIntenzione preghieraScarica il file zipCagliero11 Scarica il file zip    

APRILE
INTENZIONE MISSIONARIA SALESIANA ALLA LUCE DELL’INTENZIONE DI PREGHIERA DEL SANTO PADRE

Per le Università Salesiane e i centri di pensiero

Perché sappiano comprendere e proporre strade umane ed evangeliche davanti alle sfide sociali, economiche e antropologiche di oggi.

Oggi la Congregazione Salesiana ha una presenza significativa nel mondo universitario (IUS); cresca, quindi, la nostra responsabilità nell’educare le nuove generazioni a un umanesimo cristiano impegnato per una società più solidale e inclusiva.


N. 112 - aprile 2018
Bollettino di Animazione Missionaria Salesiana
Pubblicazione del Settore per le Missioni per le Comunità Salesiane e gli amici delle missioni Salesiane

La Pasqua ci fa bere in abbondanza alle vere fonti dello spirito missionario salesiano. Che il Cristo Risorto, come a Giovannino nel sogno dei nove anni, continui a mostrarci il campo della missione!

Nella Lettera Apostolica di Papa Benedetto XV, “Maximum Illud” - di cui celebreremo l’anno prossimo il centenario - viene riferito l’impegno e il protagonismo missionario dei grandi ordini religiosi, in particolare dei Francescani, dei Domenicani e dei Gesuiti. Il loro lavoro e la loro testimonianza, particolarmente durante i secoli della storia moderna della Chiesa, hanno definitivamente segnato profondamente l’evangelizzazione di tanti popoli.

Non a caso Don Bosco raccomanda ai primi missionari, in partenza per l’Argentina: “Amate, temete, rispettate gli altri ordini religiosi, e parlatene sempre bene” (Ricordi, n. 10).

Questo ci richiama alla nostra odierna responsabilità storica, come piccola Società di San Francesco di Sales, voluta pienamente missionaria dalla sua fondazione e chiamata al protagonismo missionario giovanile in questo terzo millennio.

Buona Pasqua a tutti!

D. Guillermo Basanes, SDB Consigliere per le missioni

 Fatima, Seminario per DIAM SDB e coordinatrici di animazione missionaria FMA di tutta Europa.

Dal 4 all’11 marzo scorso si è svolto a Fatima il seminario continentale per l’Europa e il Medio Oriente. Tra i vari punti di conclusione, sottolineo i seguenti.

A Fatima abbiamo riscoperto la sinergia. Abbiamo avuto la prova che la sinergia è possibile – ed è possibile in particolare la sinergia europea tra FMA, SDB e volontari … E’ impressionante come la sinergia funzioni!

Inoltre, ci siamo accorti che è molto interessante in questi tempi pensare all’animazione missionaria da Fatima … Infatti da Fatima uscì una parola di speranza alla conclusione della Prima Guerra Mondiale, quando Papa Benedetto XV scrisse nella “Maximum Illud” - di cui ci apprestiamo a celebrare il centenario (1919-2019) - che quei tempi erano meravigliosi per la “semina missionaria”, cento anni fa. Il messaggio di Fatima è dunque un messaggio chiaro e di speranza. Allora, come la nostra animazione missionaria salesiana diventa un messaggio altrettanto chiaro e di speranza in questa “terza guerra mondiale a pezzi”, come la definisce Papa Francesco?

Abbiamo, poi, ribadito che l’Europa è terra di missione e vogliamo fare di tutto per convincere di questo anche tutti i nostri confratelli e consorelle! Quando guardiamo alle varie realtà europee con questi occhi, cambia tutto, cambia il nostro modo di pensare e di agire.

Per il cammino che ci attende siamo convinti che riflessione e preghiera sono importantissime. Nei giorni del seminario (come nelle sue edizioni in altri continenti) le Lectio di Sr Maria Ko ci hanno accompagnato, quasi in punti di piedi, in maniera magistrale, molto acuta e profondamente salesiana e questo è l’inizio di tutto e la fonte da cui attingere lo zelo missionario. Allora portiamo a casa questa lezione.

E poi ci rendiamo conto che l’influsso di DIAM e Coordinatrici sul governo e animazione delle rispettive Ispettorie è fondamentale, perché altrimenti abbiamo perso tempo. Siamo chiamati all’animazione missionaria dei nostri confratelli e consorelle, per la quale dobbiamo trovare strade intelligenti. Ecco perché ci vuole studio e preghiera: per non sprecare le forze! E’ stato interessante come, nel nome dell’animazione missionaria – e non perché vi sia confusione, ma perché c’è bisogno di sinergia – in questi giorni abbiamo spaziato dalla pastorale giovanile alla formazione, alla comunicazione sociale, … Questa è la sinergia da costruire e ognuno dovrà vedere, nella propria Ispettoria, dove c’è più speranza di sinergia; perché in questo bisogna essere molto realisti: iniziare a lavorare dove il terreno è più accogliente, per far attecchire il fuoco dello zelo missionario.

Come piattaforme o fronti di attenzione strategica, indichiamo in particolare famiglia, migrazione e volontariato missionario salesiano.

“I POVERI CI EVANGELIZZANO” Mi chiamo Mario Bordignon e sono nato 70 anni fa in Veneto, nel nord-est d´Italia. Fui alla scuola professionale salesiana dei Becchi, dove nacque Don Bosco. Come carpentieri facevamo la manutenzione al Museo Missionario che è lì fino ad oggi. Quelle figure di persone diverse e cose che c´erano provocavano molto la mia fantasia adolescenziale. Il desiderio di essere missionario è stato rafforzato dal fatto che diversi laici salesiani, oltre ad essere i miei idoli come modello di vita, si sono messi in viaggio per le missioni. Ho completato tutte le tappe della formazione e a 25 anni sono stato inviato in Mato Grosso, Brasile, prima a Cuiabá, a Coxipó e nel 1980 a Meruri, tra l´etnia Bororo.

La missione è iniziata nel 1902, per dare attenzione ai Bororo. La scuola ha accolto anche, per lungo tempo, i figli e le figlie dei coloni che sono arrivati nella regione, essendo - la nostra - l´unica scuola nella vasta area di oltre 100 km. Questa presenza dei coloni comprometteva la pratica della cultura Bororo. La mia prima attività è stata quella di guardare alla realtà delle persone, che era molto diversa da tutte le mie fantasie e dei miei piani adolescenziali, preparati in anticipo. L´indio di cui si parlava nei libri e nelle riviste non esisteva e la sua cultura era quasi finita. Superata la delusione iniziale, osservavo molto le cose e ascoltavo le persone. Così ho cercato di dare il mio contributo all´economia, al funzionamento della scuola, alla difesa della terra e a salvare quella loro bellissima cultura. Ho cercato di mettere in pratica l´educazione integrale. Mi hanno aiutato l´esempio di don Rodolfo che era stato poco tempo prima ucciso per difendere la terra dei Bororo e di P. Gonzalo Ochoa, grande conoscitore della storia e della cultura Bororo. Ma la cosa più bella che ho fatto è stata l’avere preso un anziano Bororo come mio padrino. Questo mi ha aiutato molto a vivere e a capire la cultura, non più come osservatore ma come attore. Fortunatamente per me, a pochi chilometri dalla vecchia missione c´era un villaggio in cui i rituali tradizionali venivano praticati molto bene. Il mio padrino è stato il mio insegnante fino alla sua morte. La conoscenza della cultura Bororo ha arricchito notevolmente la mia spiritualità e il mio essere. Ho compreso in pratica le parole dell´arcivescovo Helder Camara: "I poveri ci evangelizzano". Ho cercato, come salesiano, di trasmettere ai giovani ciò che imparavo dal mio padrino. E’ stato un processo lento ma molto bello. I rituali e le bellissime penne d’ornamento gradualmente riapparvero; qualche inculturazione della liturgia cristiana è stata fatta; gli studenti a scuola cominciarono a usare i testi che abbiamo elaborato insieme al mio padrino e al padre Ochoa. Tra i Bororo riapparve l´orgoglio della loro identità culturale. Abbiamo iniziato la formazione degli insegnanti di Bororo e oggi la scuola è completamente nelle loro mani. Un gruppo si è laureato all´università e altri si stanno laureando. Due processi di recupero del territorio del Bororo sono ben avanzati grazie alla lotta che abbiamo iniziato e che facciamo con loro. Le cose cambiano in fretta anche nei villaggi tradizionali. La globalizzazione arriva sia con le sue cose buone che con quelle cattive. Oggi più ch mai la missione ha un grande senso, a causa delle numerose interferenze che provengono da Paesi e culture esterne, spesso dannosi per le popolazioni indigene. Ma quando l´ideale nel missionario è molto forte, la spiritualità trova ancora la forza di cercare un nuovo terreno per manifestare l´amore di Dio per gli altri.

Coad. Mario Bordignon, italiano, missionario tra i Bororo del Brasile

Testimonianza di santità missionaria salesiana

Don Pierluigi Cameroni SDB, Postulatore Generale per le Cause dei Santi

Il Beato Augusto Czartoryski (1858-1893), di cui ricorre l’8 aprile il 125° della morte, elaborò un efficace metodo di discernimento dei disegni divini. ‘Quanto sono amabili le tue dimore, Signore degli eserciti! L’anima mia languisce e brama gli atri del Signore … Per me un giorno nei tuoi atri è più che mille altrove’. Queste parole del Salmo scrisse come motto di vita sull’immaginetta della prima Messa. Egli presentava a Dio nella preghiera tutte le domande e le perplessità di fondo e poi nello spirito di obbedienza seguiva i consigli delle sue guide spirituali.

Intenzione Missionaria Salesiana
Per le Università Salesiane e i centri di pensiero

Perché sappiano comprendere e proporre strade umane ed evangeliche davanti alle sfide sociali, economiche e antropologiche di oggi.

Oggi la Congregazione Salesiana ha una presenza significativa nel mondo universitario (IUS); cresca, quindi, la nostra responsabilità nell’educare le nuove generazioni a un umanesimo cristiano impegnato per una società più solidale e inclusiva.