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Cagliero11 e preghiera di dicembre 2016

CAGLIERO11 e INTENZIONE MISSIONARIA SALESIANA - DICEMBRE 2016

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Per la consolidazione e fecondità del Progetto Europa in ognuna delle Ispettorie della Regione Europa Centro – Nord.

I profondi e rapidi cambiamenti sociali e culturali in Europa creano spesso nelle persone, e anche tra alcuni confratelli, scoraggiamento e mancanza di fiducia. Preghiamo affinchè Europa non dimentichi le sue radici cristiane e con ottimismo, speranza e bellezza fondate su Cristo, continui il suo impegno missionario ed evangelizzatore.


Titolo notiziario
Nome società
N. 96   -   dicembre 2016
Bollettino di Animazione Missionaria Salesiana

 

Pubblicazione del Settore per le Missioni per le Comunità Salesiane e gli amici delle missioni Salesiane Le Porte Sante della Misericordia si sono appena chiuse, in tutto il mondo. Anche quella mobile, che nella diocesi di Gizo nelle Isole Salomon, viaggiava sulle barche arrivando ai villaggi oceanici più sperduti, frutto della instancabile creatività missionaria del nostro Salesiano Vescovo, Mons. Luciano Capelli.

Si tratta adesso, cari confratelli, cari amici, di mantenere aperta – anzi, spalancata! – la porta della misericordia missionaria di ogni cuore e di ogni comunità. Che mai si chiudano, come si chiusero quella notte in cui la Vergine Madre cercava un luogo dove dare alla luce l’Emmanuele.

Il Signore povero e abbandonato continua a bussare: non Gli chiudiamo la porta!
Non chiudiamo la porta alle folle di migranti di tutti i continenti!
Non chiudiamo la porta al Medio Oriente e ai milioni di giovani del mondo arabo!
Non chiudiamo la porta all’Europa e alle sue frontiere giovanili di povertà e di desertificazione religiosa!
Non chiudiamo la porta ai giovani delle più dimenticate comunità indigene dell’America Latina!
Sei pronto ad aprire e a partire?
Che non sia questo il miglior regalo di Natale da offrire al nostro caro padre Don Bosco: disponibilità missionaria salesiana ad gentes, ad exteros, ad vitam! A presto.

D. Guillermo Basañes SDB
Consigliere per le Missioni

“Dove nasce Dio, nasce la speranza: Lui porta la speranza.
Dove nasce Dio, nasce la pace.
E dove nasce la pace, non c’è più posto per l’odio e per la guerra.
Eppure proprio là dove è venuto al mondo il Figlio di Dio fatto carne,
continuano tensioni e violenze e la pace rimane un dono da invocare e
da costruire.

Dove nasce Dio, nasce la speranza; e dove nasce la speranza, le persone ritrovano la dignità. Eppure, ancor oggi schiere di uomini e donne sono private della loro dignità umana e, come il Bambino Gesù, soffrono il freddo, la povertà e il rifiuto degli uomini. Giunga oggi la nostra vicinanza ai più indifesi,... Non manchi il nostro conforto a quanti fuggono dalla miseria o dalla guerra, viaggiando in condizioni troppo spesso disumane e non di rado rischiando la vita.

Siano ricompensati con abbondanti benedizioni quanti, singoli e Stati, si adoperano con generosità per soccorrere e accogliere i numerosi migranti e rifugiati, aiutandoli a costruire un futuro dignitoso per  sé e per i propri cari e ad integrarsi all’interno delle società che li ricevono!”

Papa Francesco,
Messaggio Urbi et Orbi - Natale 2015 
 
Cristo è nato per noi,
esultiamo nel giorno della nostra salvezza!
A tutti e a ciascuno,
i nostri migliori auguri di Buone Feste.

La Redazione di “Cagliero 11” LA MIA VOCAZIONE MISSIONARIA È IL MIGLIOR DONO CHE HO RICEVUTO
Testimonianza di santità missionaria salesiana
Don Pierluigi Cameroni SDB,  Postulatore Generale per le Cause dei Santi
 
Il Venerabile Mons. Vincenzo Cimatti (1879-1965), missionario in Giappone, così scrive in una lettera al Rettor Maggiore Don Pietro Ricaldone: “Non mancano le persone che alla lontana e per lungo tempo osservano la vita del missionario, e ne studiano le parole e le opere. Grazie poi allo spirito salesiano di serena giocondità, di schietto interessamento per la gioventù, si riesce ad attirare aderenze e simpatie. E finalmente è irresistibile il fascino della carità: le opere di misericordia non possono lasciare indifferente il pagano”.

Intenzione Missionaria Salesiana

I profondi e rapidi cambiamenti sociali e culturali in Europa creano spesso nelle persone, e anche tra alcuni confratelli, scoraggiamento e mancanza di fiducia. Preghiamo affinché l’Europa non dimentichi le sue radici cristiane e con ottimismo, speranza e bellezza fondate su Cristo, continui il suo impegno missionario ed evangelizzatore.

Per il consolidamento e la e fecondità del Progetto Europa in ognuna delle Ispettorie della Regione Europa Centro – Nord.  Quando penso agli inizi della mia vocazione missionaria, ricordo sempre come, da bambino, mia madre mi chiamava a fare qual cosa: “vieni e fai questo o quello”. Ogni volta che mamma mi chiamava cercavo sempre di fermare tutto quello che stavo facendo e cercavo di fare nel modo migliore quello che mi aveva chiesto di fare.

La mia vocazione missionaria è simile a questa chiamata a un certo momento della mia vita. Mi ricordo che come postnovizio avevo chiesto di essere  inviato  in  missione.  Tre  dei  miei  compagni  sono  stati  inviati  in Papua  Nuova Guinea,  ma  io  no.  Questo mi  ha  portato  a  chiedermi più volte: “perché  non  sono stato  inviato?”  Tuttavia, ho  sempre  nutrito  la mia vocazione missionaria. Ho mantenuto vivo il fervore missionario che bruciava nel mio cuore, dando del mio meglio in tutti i compiti assegnati a me come tirocinante e poi come studente di teologia.

Finalmente, al mio ultimo anno di teologia, il mio direttore mi ha informato che avevo ricevuto un doppio dono: la mia domanda di ordinazione sacerdotale era stata accettata e sarei stato inviato come missionario in Timor. Ma la  mia  vocazione  missionaria  ha  subìto  immediatamente  una  prova  col  fuoco.  Sono  arrivato  a  Timor  nel  1992 quando c’era un forte movimento per l’indipendenza dall’Indonesia. In realtà, è stato un miracolo che mi sia stato concesso il permesso di entrare a Timor, ma quando rispondiamo alla chiamata di Dio Lui si prende cura di tutto il resto. Presto il disordine civile è scoppiato e molti delle nostre Case sono state bruciate. Il mio Ispettore mi ha chiesto di accompagnare la nostra gente che fuggiva dalla violenza che stava inghiottendo il Paese. C’era un caos totale. Abbiamo perso il contatto con tutti. Alcuni confratelli hanno pensato anche che io fossi già morto e avevano offerto messe per il mio eterno riposo! Ho vissuto per mesi con i rifugiati timoresi in Australia. Ma non ho mai messo in dubbio la protezione amorevole di Dio per tutti noi. Nel corso degli anni ho affrontato tante situazioni difficili e anche pericolose per la vita, ma non ho mai rimpianto di  essere  missionario.  Inizialmente  ho  pensato  che  essere  un  missionario  significava  predicare,  insegnare,  ecc. Adesso, dopo 25 anni di missione, mi rendo conto che essere missionario significa soprattutto essere paziente, umile e gentile. Spesso mi capita di incontrare persone che non potevo nemmeno riconoscere e che mi dicono: “Grazie per avermi aiutato ad avvicinarmi al Signore” perché li avevo serviti quando erano giovani, tanti anni fa! Infatti, posso davvero dire che la mia vocazione salesiana, sacerdotale e missionaria è il miglior dono che ho ricevuto dal nostro Dio misericordioso. Quando Dio chiama non dobbiamo avere paura di rispondere. Egli si prenderà cura di tutto il resto!

D. José Dwight San Juan
filippino, missionario in Timor L’Este