Focus

Focus 2004

Burundi - AFC01-11-2004


Progetto: CITÉ DES JEUNES, Progetto del VIS - Volontariato Internazionale Per Lo Sviluppo
Data di inizio:  
Luogo: Bujumbura, Burundi
Ispettoria: Delegazione di AFC: RBG

Il Progetto ‘Cité DES Jeunes’ si propone di contribuire al processo di pace in Burundi intervenendo nei seguenti settori:

1. La promozione della qualità e dell'accesso al sistema scolastico.
La guerra civile prolungata ha paralizzato il sistema scolastico burundese già vulnerabile prima del conflitto: 391 scuole distrutte, libri scolastici andati perduti, insegnanti uccisi o rifugiati in altri paesi, 77.000 bambini obbligati ad abbandonare gli studi o a non cominciarli. Tra gli adulti, il tasso di scolarità è molto basso: il 52% per gli uomini e il 20% per le donne, mentre il 65% della popolazione rimane analfabeta. L'educazione e la formazione sono una priorità per loro e sono anche la modalità pratica per far durare la pace: l'esclusione comincia dal differente accesso all'educazione e l'esclusione ha spinto alla violenza. Il bisogno più urgente è dunque quello di allargare le capacità pedagogiche, in modo da garantire accesso più equo all'educazione e alla formazione per tutti i gruppi della società burundese.

Il progetto prevede la realizzazione di sei blocchi di aule scolastiche per lo svolgimento dell'educazione primaria, l'alfabetizzazione, il sostegno scolastico per 300 persone l'anno (minori di strada, giovani poveri, donne capofamiglia, sfollati).

2. Lo sviluppo della formazione professionale e il reinserimento economico della popolazione sfollata.
Il ritorno della popolazione rifugiata e sfollata, la smobilitazione degli ex combattenti, la distruzione delle infrastrutture economiche e sociali e i persistenti problemi di insicurezza, hanno generato un rapido accrescimento della povertà in una situazione già molto difficile. È continuata inoltre l'emigrazione volontaria di molti giovani dalle campagne poiché la densità di popolazione elevata rispetto alla superficie coltivabile (la dimensione media di una fattoria è di mezzo ettaro) offre una produzione di mera sussistenza. Rifugiati in cerca di un nuovo alloggio ed emigrati in cerca di fortuna affollano i quartieri periferici di Bujumbura, nella difficoltà di trovare un lavoro. La disoccupazione dilagante rappresenta dunque un altro grave problema che minaccia la stabilità sociale e lo sviluppo futuro del Burundi. La mancanza di manodopera qualificata non incoraggia la diversificazione delle attività produttive, necessaria per assorbire il ritorno delle popolazioni sfollate, per diminuire la pressione sull'occupazione delle terre e allargare le basi produttive dell'economia. Frequenta la formazione professionale solo 1'8% degli allievi delle scuole superiori che a loro volta sono solo il 9% dei giovani burundesi dai 13 ai 19 anni.

Il progetto prevede l'istituzione di corsi biennali permanenti di formazione professionale nei settori dell'informatica, segretariato d'azienda, carpenteria, metallica - saldatura, idraulica, falegnameria, muratura, sartoria per un totale di 500 allievi l'anno Hutu e Tutsi tra i 15 e i 21 anni, giovani drop out, donne capofamiglia, giovani poveri.

3. Una risposta locale al problema dei minori di strada.
Al problema della mancanza di un impiego stabile, si aggiunge un problema sociale, legato all'urbanizzazione: per numerose famiglie il passaggio dalla vita comunitaria rurale all'individualismo urbano ha fatto cambiare la natura dei rapporti interpersonali con la conseguente disgregazione del tessuto familiare. Il numero di bambini che vivono in una situazione difficile è cresciuto considerevolmente nel paese e soprattutto nella periferia di Bujumbura: ci sono minori capofamiglia, i minori non accompagnati, i bambini carcerati, i bambini sfollati, i bambini di strada, i bambini soldato «doriya» che vivono ancora con le bande militari, i bambini rifugiati, gli orfani, i bambini delle minoranze escluse come i Batwa. A questi si aggiunge il numero in crescita di orfani dell'AIDS, stimato in 90.000 persone.

Il progetto prevede la realizzazione di strutture di accoglienza (dormitorio e cucina/refettorio) per ospitare 150 minori l'anno, che saranno inseriti nel percorso di recupero, scolarizzazione, formazione professionale, avviamento al lavoro. Le strutture saranno aperte a tutti i minori in situazione di difficoltà: la cucina sfornerà 500 pasti quotidiani per i figli delle famiglie più disagiate.


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