Durante il XX secolo, gli abitanti dell’Alto
Orinoco, e specialmente gli Yanomami, avevano pochi contatti con "nape"
(stranieri) salvo incontri sporadici con scienziati o disboscatori o
altri che cercavano di sfruttare le risorse. Per trovare machete, utensili
da cucina, gli Yanomami venivano giù dalle montagne verso il
fiume (Orinoco). Questi contatti li hanno aperti resi vulnerabili alle
malattie e a un aumentato rischio per la loro sopravvivenza data la
mancanza di medicina e dottori.
Il 24-luglio-1957 Don Cocco e Don Bonvecchio si incontrarono per primo
con Iyëweitheri (Ocamo) e salirono il fiume per un'ora verso Daya.
Da questo primo contatto i due missionari Salesiani hanno preso coscienza
dell'importanza di medicine per migliorare il destino degli Yanomami.
Il 15 ottobre di quel stesso anno decisero di stare là. Don Cocco
in Ocamo e Don Bonvecchio in Platanal. Questo ha richiesto molto coraggio,
per vivere fra persone molto diverse in riferimento alla loro cultura
e lingua. I due missionari hanno avuto tanta fede per vedere che questo
era il progetto di Dio. Don Cocco era solito dire: "Dio ha un calendario
per ognuno di noi." Loro rimasero a lavorare là, ma non
da solo per molto tempo. Altri Salesiani vennero presto a congiungersi
in questa avventura meravigliosa.
Don Cocco vide il bisogno di una presenza missionaria femminile. Al
suggerimento di Don Serié, membro del Consiglio Superiore dei
Salesiani, Sr Angela Vespa Madre Generale delle FMA accettò la
richiesta di Don Cocco e nel 1960 furono inviate tre Suore: Sr Magdalena
Mosso, Sr Felicità Supertijo e Sr Raquel Días. Una volta
arrivate, i bambini Yanomami cominciarono ad imparare molte cose diverse.
Le tavolozze di legno, oltre al essere oggetti per adornarsi divennero
supporti utili per dipingere. Le donne trovarono divertente il momento
in cui le videro con un paio di forbici in mano per poter tagliare la
stoffa e confezionare poi vesti con ago e filo. Era del tutto nuovo
per loro.
Quello che attrasse di più l'attenzione delle madri, tuttavia
era vedere che quando i loro bambini erano ammalati, un poco di liquido
bastava per abbassare la febbre ed una piccola crema riusciva a guarire
le infiammazioni.
L’8 novembre 1986 la SUYAO, una società agricola, nacque
durante una riunione a Macava fra Yanomami delle diverse comunità,:
trattava di commerci di articoli di arte, miele, trasporto lungo il
fiume.
La proclamazione della Buona Notizia di Gesù è stato lo
scopo dell'attività missionaria da sempre. Nel 1987 alcune richieste
scritte dagli Yanomami indicarono che erano pronti a conoscere la Buona
Notizia di Gesù. Il catecumenato cominciò. Nel 1997, i
primi battesimi furono celebrati dopo dieci anni di preparazione. Oggi
una Chiesa sta crescendo con stile Yanomami. Sembra che chi fu invocato
di concedere frutti, lo Spirito Santo e Maria Aiuto dei Cristiani, abbiano
il loro calendario e che ora si stia vedendo la sua realizzazione.
Programmi e attività
La Missione dei Salesiani in Alto Orinoco ha quattro presenze: Mavaca,
Ocamo Mavaquita e Platanal dove ci sono una scuola bilingue interculturale,
un convitto per la scuola (colazione e pranzo) una scuola veloce per
quei giovani che sono oltre l’età della scuola normale
e per quelli che vogliono completare gli ultimi tre anni di istruzione
di base, dal parte del SUYAO consulenza per promuovere l'autogestione,
ed il catecumenato con l'aiuto degli Yanomami stessi (celebrazioni della
Parola).
Oggi, il calendario segna anche l'ora della partecipazione attiva di
missionari laici. Alcuni laici compiono lavoro missionario per un anno,
altri per due ed ancora altri per venti o più anni, come Monika
Muhlthaler. Lei fa parte di una comunità apostolica da venti
anni e ha dato il meglio di sé nella educazione, nell’autogestione,
e recentemente come membro del gruppo che traduce la Bibbia per i catechisti,
e altrettanto nel consigliare sul "watota", piccoli affari
sui prodotti di abbigliamento amministrati dalle donne.
Dio ci ha mostrato qualche risultato della nostra presenza nella testimonianza
di un giovane Yanomami che, parlando di suo padre, ha detto: "Mio
padre è un buon uomo, lui ci ama molto, lavora per noi, non scende
mai in lotta o dispute, non ha preso altre donne. Mio padre è
COME UN MISSIONARIO."
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