Focus

Focus 2007

Pakistan - FIS01-01-2007


Progetto: Assistenza per il Terremoto alla frontiera nord-ovest, Pakistan
Data: 11 ottobre 2005
Luogo: Pakistan, regione di Frontiera nord ovest
Ispettoria: FIS (Filippine Sud)

Il contesto
Alle ore 9 precise della mattina del 8 ottobre 2005, un terremoto massiccio ha colpito la regione nord-ovest della zona di frontiera del Pakistan, in un area montuosa ed estesamente inaccessibile ma densamente popolata. Decine di migliaia sono morti e centinaia di migliaia rimasti senzatetto. Alcune delle statistiche: 6,000 scuole distrutte, stime ufficiali hanno valutato a circa 100.000 le persone morte, una generazione di bambini nel nord del paesesono abbandonati

Prima risposta dei Salesiani

L’11 Ottobre 2005, solo tre giorni dopo il terremoto, una squadra di Salesiani e i giovani uomini di Quetta e Lahore, le due scuole dei Salesiani nell'area, sono entrati in azione. Don Miguel, scrivendo da Islamabad allora disse: "ruberie, saccheggi... ora stanno accadendo dappertutto. Oltre Islamabad i militari non stanno permettendo aiuto a meno che non sia scortato da personale militare, a causa appunto dei banditi. Noi ci muoveremo domani per la città di Sialkot con l'autobus, un furgone e 2 autocarri. Non possiamo andare più lontano della città di Murray. Inoltre, le aree colpite sono escluse da qualsiasi aiuto che non passi attraverso i militari o col loro permesso. C'è là ora un Centro di Distribuzione con una ONG ufficiale che arriva nelle aree colpite solamente con il proprio personale. In fine, siccome la distribuzione è visionata dalle Suore, noi siamo sicuri che i nostri beni arriveranno per la maggior parte dove c’è bisogno entro poche ore. Ci chiedono di spedire latte in polvere, olio locale (chiamati ‘lagi’), vestiti e coperte. C'è pioggia fredda che puntualmente arriva secondo le previsioni... ". Don Miguel spiegò che aveva chiesto volontari fra i ragazzi, per aiutare nel lavoro di sgombero e ricevette 100 risposte immediate. Il comandante Militare diede permesso per un gruppo speciale, con a capo Don Miguel per operare con 2 istruttori di saldatura, preparare le logistiche per la squadra di soccorso. La risposta dell'esercito alla loro richiesta è stata: "100 ragazzi educati presso D.Bosco possono fare qui molto bene”.

La risposta dei Salesiani a lungo termine

Ore 9:00am del 6 ottobre 2006. Pressocché un anno dopo il terribile terremoto la piccola comunità di Salesiani in Pakistan (a quel tempo, solo tre uomini) consegnò 68 grandi case a 68 famiglie numerose (di circa 15 persone ciascuna) per continuare ad aiutare negli sforzi di ricostruzione. Guardando bene ricordarono che le persone che ballavano gioiosamente attorno erano le stesse che un giorno di un anno prima erano state colpite e avevano perso tutto ciò che avevano (qualunque cosa anche piccola). Sempre aiutati dai giovani dei due Centri di DB in Pakistan, i tre Salesiani, due da Quetta (Don Pietro Zago, Don Julio Palmieri) e uno da Lahore (Don Miguel Ruiz), assistettero una comunità di più di 2.000 persone nelle montagne sopra di 7.000 piedi, per superare l’inverno con cibo e vestiti, utensili da cucina, medicine ed anche una semplice scuola. Ora loro hanno anche case con una toeletta, una cucina, una veranda e 2 grandi stanze, ognuno con un camino. Le case sono di fango spesso e muri di pietra, secondo il costume locale e soffitto duplice che si comporta da isolatore in inverno. Il Progetto ha avuto successo (è in vero uno dei pochi nell'intera area devastata) che loro cominciarono a progettare un altro blocco di 132 case per completare l’edilizia per circa 3.000 persone per il prossimo inverno più la costruzione in zona di una grande scuola.


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