Focus

Focus 2007

Adigrat Etiopia - AET15-01-2007


Progetto: Casa di formazione
Data: 1975
Luogo: Adigrat (Etiopia)
Ispettoria: AET

IL LUOGO
In un colle di rocce, salendo gradini scalpellati nella pietra, si arriva alla cittadella salesiana di Guala, appena sopra Adigrat (Etiopia). Una comunità di giovani che si preparano a seguire don Bosco. E’ una casa di formazione per i studenti di teologia e di filosofia. E, accanto a loro, nel gioioso timbro salesiano, si sono allargati un oratorio e un centro giovanile. Nel 1990, al termine di una visita alla comunità, l'abuna Sebhat-Leab Worku, vescovo di Adigrat, aveva detto, con il volto acceso da un grande sorriso: "Sono felice che abbiate trasformato questa roccia in una collina di preghiera". In realtà la trasformazione era potuta avvenire, in gran parte, per merito suo. Lui era stato il primo sacerdote etiopico che si era fatto salesiano. Ed era stato ancora lui a volere, fortemente, l'arrivo dei missionari salesiani in Etiopia, prima a Makallè (1975), poi qui, ad Adigrat. E i salesiani, cinque anni prima, avevano cominciato a costruire la loro residenza tra queste pietre, vicinissime alla piccola, poverissima casa di Giustino de Jacobis, il missionario che nel primo Ottocento aveva tentato di portare la Chiesa cattolica in Abissinia, e che nel 1975 (lo stesso anno del primo arrivo dei salesiani in Etiopia) era stato proclamato santo da Paolo VI.

LA STORIA
La guerra tuttavia sembra una malattia quasi inestirpabile in queste terre. Adigrat, vicinissima al confine tra Etiopia ed Eritrea, è stata per decenni nelle immediate retrovie dell'incendio della guerriglia per dare agli eritrei l'indipendenza. All'inizio degli anni Novanta è stata proprio l'alleanza dei fronti di liberazione dell'Eritrea e del Tigray ad abbattere il regime dittatoriale di Menghistu. Ma pochi anni dopo si è riaccesa, improvvisa, terribile e in molta parte incomprensibile, la guerra tra i due Paesi.

"Le ostilità hanno gravato fortemente sul nostro operato", dice don Filippo Dore, per tre anni direttore della comunità salesiana di Adigrat. "Centinaia di persone sono rimaste vittime di scontri armati, mentre migliaia hanno dovuto abbandonare il paese per mettersi in salvo. Questi spostamenti di intere famiglie hanno causato condizioni di vita al limite della sopravvivenza. Le richieste di aiuto per cibo, protezione e alloggio sono sempre più numerose. In questa situazione di emergenza desideriamo rivolgere il nostro impegno anche verso queste famiglie dislocate, in collaborazione con gli sforzi praticati da altre organizzazioni umanitarie".

VOCAZIONI
Così le opere sociali si sono affiancate all'impegno primario della casa salesiana di Adigrat, la promozione e la cura delle vocazioni. L'impegno era stato assunto prima dalla comunità di Makallè, ma quando i seminaristi stavano arrivando alla fine delle scuole secondarie, si era cercato un luogo più adeguato per il proseguimento dei loro studi. Uno dei motivi principali della scelta di Adigrat era stato il fatto che questa città è sede del Seminario maggiore diocesano, affiliato all'università Urbaniana di Roma.

DON BOSCO AFFASCINA I GIOVANI AFRICANI
Il carisma di don Bosco affascina i giovani etiopi ed eritrei. I salesiani dicono spesso: "Don Bosco, il santo prete e apostolo dei giovani, si trova bene in Etiopia e in Eritrea, dove la gioventù è maggioranza, dove i bisogni dei giovani sono immensi assieme alla loro povertà, assieme a una grande voglia di prepararsi per un futuro migliore".

Ad Adigrat si preparano i salesiani del domani. Salesiani etiopici. Si legge in una nota: "Il sistema educativo di don Bosco - il Sistema Preventivo - offre ai giovani etiopici ed eritrei la possibilità di una formazione che li porta alla maturità con sani criteri, fondata su valori che permettono un inserimento nella società con garanzie di successo e capacità d'impegno nella costruzione d'una società più solidale. La testimonianza della comunità e la formazione catechetica presentano ai cristiani le sfide del Vangelo e li aiutano a un impegno per la costruzione del Regno. Senza trascurare l'educazione e la formazione religiosa indirizzate a tutti, la comunità salesiana ha dedicato le sue energie anche alla promozione di vocazioni alla vita religiosa salesiana. I missionari sono gente di passaggio. Saranno salesiani locali a portare don Bosco nella cultura della loro patria".

"In questo lavoro per le vocazioni - affermano i salesiani - siamo stati aiutati da fattori storici, culturali e ambientali molto favorevoli: l'Etiopia è cristiana dai primi secoli e ha una tradizione monastica molto forte. E l'unico Paese dell'Africa che si è mantenuto fedele al Vangelo in questi quasi duemila anni, con una forte religiosità manifestata da una soda pietà, grande devozione alla Madonna 'e allo spirito di sacrificio. Le famiglie cattoliche vanno a gara ad avere un figlio religioso o sacerdote e sono il miglior sostegno alla vocazione".

Come frutto di questi anni di attività vocazionale, i salesiani etiopici ed eritrei professi dal 1986 fino ad oggi sono piu’ di ottanta. Seidici sono stati ordinati sacerdoti dal 1991 al 2006. Dodici sono salesiani laici con voti perpetui. Diciotto sono studenti di teologia e filosofia e tre fanno studi civili. Fra pochi anni, convenientemente preparati con corsi di specializzazione, essi potranno assumere responsabilità sempre crescenti nelle comunità e nelle opere.

Nel periodo formativo che precede la prima professione vocazionale, attualmente ci sono sei novici a Debre Zeit, sei pre-novizi ad Addis Abeba-Mekanissa e tre a Dekemharè, e circa un centinaio di aspiranti in diversi seminari minori.

C’è un vero progetto definitivo per giovani confratelli per educare alle proprie responsabilità


CONTATTO  
Indirizzo:
  Salesians Don Bosco
P.O.box 6
Adigrat (Tigray)
E-mail: sdbadigrat@hotmail.com