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Parte Prima: INVIATI AI GIOVANI - IN COMUNITÀ - AL SEGUITO DI CRISTO (1-77)
I I destinatari della nostra missione 1   2   3  
II  Il nostro servizio educativo pastorale 4  5  6  7  8  9  10 
III Attività e opere
L'oratorio e il centro giovanile 11  12 
La scuola e i centri professionali 13  14 
Il convitto e il pensionato 15 
Iniziative a servizio delle vocazioni 16  17 
Le missioni 18  19  20  21  22  23  24 
Le parrocchie 25  26  27  28  29  30 
La comunicazione sociale 31  32  33  34 
Il servizio in strutture non salesiane 35 
IV Il servizio alla Famiglia Salesiana 36  37  38  39  40  41 
V Comunità fraterne e apostoliche 42  43  44  45  46  47  48 
VI Al seguito di Cristo obbediente povero casto
La nostra obbedienza 49  50 
La nostra povertà 51  52  53  54  55  56  57  58  59  60  61  62  63  64  65 
La nostra castità 66  67  68 
VII Il dialogo con il Signore 69  70  71  72  73  74  75  76  77 
Parte Seconda: FORMATI PER LA MISSIONE DI EDUCATORI PASTORI (78-102)
VIII  Aspetti generali della formazione
Comunità formatrici 78  79  80  81 
Formazione intellettuale 82  83  84  85 
Esperienze pastorali 86 
Guida pratica per la formazione 87 
IX Il processo formativo
Preparazione immediata al noviziato 88 
Il noviziato 89  90  91  92  93  94 
Formazione dopo il noviziato 95  96  97  98 
Formazione permanente 99  100  101  102 
Parte Terza: IL SERVIZIO DELL'AUTORITÀ NELLA NOSTRA SOCIETÀ(103-202)
Il servizio dell'autorità nella comunità mondiale
Il Rettor Maggiore e il suo Consiglio 103  104  105  106  107  108  109  110 
Il Capitolo Generale 111  112  113  114  115  116  117  118  119  120  121  122  123  124  125  126  127  128  129  130  131  132  133  134 
Strutture regionali 135  136  137  138  139  140  141  142 
XI Servizio dell'autorità nella comunità ispettoriale
L'ispettore e il suo Consiglio 143  144  145  146  147  148  149  150  151  152  153  154  155  156  157  158  159  160 
Il Capitolo ispettoriale 161  162  163  164  165  166  167  168  169 
XII  Servizio dell'autorità nella comunità locale
Il Direttore e il suo Consiglio 170  171  172  173  174  175  176  177  178  179  180  181  182  183 
L'assemblea dei Confratelli 184 
XIII L'amministrazione dei beni temporali
Norme generali 185  186  187  188  189  190  191 
La direzione generale 192 
Le ispettorie 193  194  195  196  197 
Le case 198  199  200  201  202 
 
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REGOLAMENTI - PRIMA PARTE


INVIATI AI GIOVANI - IN COMUNITÀ - AL SEGUITO DI CRISTO (1-77)

I. I destinatari della nostra missione

   

1. Ogni ispettoria studi la condizione giovanile e popolare tenendo conto del contesto sociale in cui opera. Verifichi periodicamente se le sue opere ed attività sono al servizio dei giovani poveri: dei giovani anzitutto che, a causa della povertà economica, sociale e culturale, a volte estrema, non hanno possibilità di riuscita; dei giovani poveri sul piano affettivo, morale e spirituale, e perciò esposti all’indifferenza, all’ateismo e alla delinquenza; dei giovani che vivono al margine della società e della Chiesa [1] .

   

2. Le ispettorie favoriscano l’impegno educativo verso i giovani lavoratori. Si inseriscano con iniziative e servizi specifici nella pastorale delle Chiese particolari. Cerchino di conoscere il mondo del lavoro e la situazione dei giovani lavoratori. Curino i centri di formazione professionale dal punto di vista pastorale, pedagogico e tecnico e predispongano programmi adeguati per educare i giovani ad un’autentica spiritualità dei lavoro [2] .

   

3. Il nostro servizio educativo pastorale si rivolge con priorità alla gioventù maschile.

Nelle nostre opere sono accolte anche le giovani, secondo i criteri e le norme indicati dal Capitolo ispettoriale”. (C 26)

   

II. Il nostro servizio educativo pastorale

4. Ogni comunità ispettoriale, ispirandosi al Sistema Preventivo, elabori il proprio progetto educativo pastorale per rispondere alla situazione della gioventù e degli ambienti popolari.

 

In conformità con esso, anche a livello locale e coinvolgendo tutti i membri della comunità educativa pastorale, si elabori un progetto che orienti ogni iniziativa verso l’evangelizzazione [3] .

   

5. L’attuazione del nostro progetto richiede in ogni ambiente e opera la formazione della comunità educativa pastorale. Il suo nucleo animatore è la comunità religiosa [4] .

I salesiani siano presenti nell’elaborazione, realizzazione e revisione del progetto e si adoperino perché in clima di famiglia vi partecipino i giovani, i genitori e i collaboratori, ciascuno secondo il proprio ruolo.

   

6. Si esprimano nel progetto e si curino nella prassi, mediante itinerari convenienti, quegli aspetti che sono caratteristici della nostra pedagogia: la partecipazione responsabile e attiva dei giovani; una delicata educazione all’amore; la serietà della formazione culturale, sociale e professionale; la comunicazione nelle sue espressioni artistiche e ricreati [5] .

   

7. Nucleo centrale del progetto sia un piano esplicito di educazione alla fede che accompagni ~ giovani nel loro sviluppo e coordini le diverse forme di catechesi, le celebrazioni e gli impegni apostolici [6] .

   

8. Si favorisca il sorgere di gruppi e associazioni secondo l’età e gli interessi dei giovani e se ne curi la continuità. Si promuovano in particolare i gruppi di impegno cristiano e quelli che partecipano alla missione salesiana e ne vivono lo spirito [7] .

Si sia sensibili al movimento ecumenico locale e se ne assumano le istanze specialmente nelle zone in cui sono presenti confessioni diverse.

   

9. Con l’aiuto di educatori preparati e programmando attività idonee ci si impegni nell’orientamento vocazionale dei giovani [8] .

Si abbia una particolare sensibilità nell’individuare e seguire con iniziative adeguate quei giovani che manifestano segni di vocazioni laicale, religiosa e sacerdotale.

   

10. Per mantenere e sviluppare in modo organico le sue diverse presenze pastorali ed educative, ogni ispettoria programmi la preparazione e l’aggiornamento del personale, tenendo in conto le attitudini dei confratelli e le esigenze delle opere.

   

III. Attività ed opere

L’oratorio e il centro giovanile

11. L’oratorio è un ambiente educativo che si apre, con slancio missionario, ai ragazzi e ai giovani [9] .

Sia organizzato come un servizio comunitario che avendo di mira l’evangelizzazione offre ai singoli e ai gruppi la possibilità di sviluppare i propri interessi secondo modi e metodi differenziati.

Le attività si propongano sempre finalità educative e guidino ad un sano uso del tempo libero.

   

12. Il centro giovanile è un ambiente destinato ai giovani. Attento alle loro richieste conserva le caratteristiche dell’oratorio, ma privilegia il rapporto di gruppo e facilita i contatti personali2.

Le attività propriamente formative e apostoliche prevalgano su quelle ricreative.

   

La scuola e i centri professionali e le istituzioni di educazione superiore

13. La scuola ai diversi livelli, i centri professionali e le istituzioni di educazione superiore promuovono lo sviluppo integrale del giovane attraverso l’assimilazione e la rielaborazione critica della cultura e l’educazione alla fede in vista della trasformazione cristiana della società.

Il processo educativo, condotto con stile salesiano e con riconosciuta professionalità tecnica e pedagogica, sia fondato su solidi valori culturali e risponda alle esigenze dei giovani. Il programma armonizzi le attività di formazione intellettuale e professionale con quelle del tempo libero.

Si verifichi periodicamente la validità dei contenuti e delle metodologie pedagogiche e didattiche in rapporto anche al contesto sociale, al mondo del lavoro e alla pastorale della Chiesa.

   

14. La scuola salesiana sia popolare per la sua collocazione, per la cultura e gli indirizzi che privilegia e per i giovani che accoglie. Organizzi servizi utili alla popolazione della zona, come corsi di qualificazione professionale e culturale, di alfabetizzazione e di ricupero, fondi per borse di studio e altre simili iniziative [10] .

   

Il convitto e il pensionato

15. I convitti e i pensionati sono un servizio offerto ai giovani che non hanno famiglia o che ne sono temporaneamente lontani. Si favoriscano in essi le relazioni personali, si rendano i giovani responsabili dell’organizzazione della vita quotidiana e si dia loro la possibilità di svolgere attività di gruppo. Si mantenga il contatto con le famiglie o i responsabili dei giovani e si stabiliscano rapporti con la scuola o l’ambiente di lavoro che essi frequentano [11] .

   

Iniziative a servizio delle vocazioni

16. I centri di orientamento vocazionale accolgono ed accompagnano i giovani che si sentono chiamati ad un impegno nella Chiesa e nella Congregazione.

Questo servizio può essere svolto anche organizzando incontri locali o regionali, istituendo gruppi specifici o inserendo i giovani in qualche nostra comunità [12] .

   

17. L’aspirantato è un centro di orientamento vocazionale salesiano. Mantenendosi aperto all’ambiente e in contatto con le famiglie, aiuta gli adolescenti e i giovani che manifestano attitudini alla vita religiosa e al sacerdozio a conoscere la propria vocazione apostolica e a corrispondervi.

   

Le missioni

18. E’ compito di ogni ispettore col suo Consiglio fissare le norme per l’animazione e il coordinamento dell’azione missionaria.

Le ispettorie che hanno territori di missione si curino del servizio missionario e preparino il personale al dialogo con le culture non evangelizzate, anche se di minoranze etniche [13] .

   

19. Ogni missionario abbia la possibilità di frequentare centri di studio organizzati dalle Chiese particolari o dalle ispettorie per la sua preparazione specifica e l’aggiornamento. Attenda all’apprendimento delle lingue e allo studio della etnologia ed antropologia [14] .

   

20. Ordinariamente nessuna residenza missionaria abbia meno di tre confratelli. Si promuovano incontri per favorire la vita comunitaria, l’aiuto reciproco, la crescita spirituale e lo scambio di esperienze pastorali [15] .

   

21. Ogni missionario potrà tornare in patria periodicamente secondo le norme della sua ispettoria o della conferenza ispettoriale. Il suo ispettore lo presenterà all’ispettore della zona dove dimorerà e provvederà al necessario per la sua permanenza.

I confratelli dell’ispettoria che lo riceve gli assicurino generosa e fraterna accoglienza.

   

22. Nei paesi non cristiani, i salesiani, applicando il loro metodo educativo pastorale, creino le condizioni per un libero cammino di conversione alla fede, nel rispetto dei valori culturali e religiosi propri dell’ambiente.

Dove il contesto religioso, sociale o politico non consente forme esplicite di evangelizzazione, la Congregazione sostenga e sviluppi presenze missionarie di testimonianza e di servizio [16] .

   

23. Conforme alle disposizioni della Sacra Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, nei territori dove ci è affidato un lavoro apostolico, si stipuli la necessaria convenzione con l’autorità ecclesiastica.

   

24. A sostegno dell’attività missionaria, il Rettor Maggiore con il consenso del suo Consiglio e d’intesa con l’ispettore locale può stabilire procure a livello di Congregazione.

La loro organizzazione e il loro funzionamento dipenderanno dall’ispettore o dagli ispettori nelle cui circoscrizioni opera la procura, previa convenzione con il Rettor Maggiore e d’intesa con il consigliere generale per le missioni e con l’economo generale.

Per l’istituzione di procure locali e di gemellaggi è competente l’ispettore con il consenso del suo Consiglio, in accordo con il consigliere generale per le missioni (C 30.138). [17] .

   

Le parrocchie

25. Realizziamo la nostra missione anche nelle parrocchie, rispondendo alle necessità pastorali delle Chiese particolari in quelle zone che offrono un adeguato campo di servizio alla gioventù e ai ceti popolari.

La loro accettazione va fatta mediante convenzione tra l’ispettore e l’Ordinario del luogo, previa approvazione del Rettor Maggiore con il consenso del suo Consiglio [18] .

   

26. La parrocchia, affidata alla Congregazione, si distingua per il suo carattere popolare e l’attenzione ai giovani, soprattutto ai più poveri.

Abbia come centro animatore la comunità religiosa. Consideri l’oratorio e il centro giovanile parte integrante del suo progetto pastorale. Valorizzi la catechesi sistematica per tutti e s’impegni nell’avvicinare i lontani. Curi l’integrazione di evangelizzazione e promozione umana. Favorisca lo sviluppo della vocazione di ogni persona [19] .

   

27. Il parroco o il moderatore è scelto dall’ispettore, udito il parere del suo Consiglio e viene da lui presentato all’Ordinario del luogo.

Il parroco è il responsabile dell’impegno preso dalla Congregazione di fronte alla Chiesa e lo assolve con la collaborazione dei confratelli addetti alla parrocchia [20] .

   

28. I confratelli addetti alla parrocchia abbiano quella stabilità che l’ufficio e il bene dei fedeli esigono. A giudizio del superiore ci sia tuttavia il necessario avvicendamento delle persone e degli incarichi, secondo gli orientamenti delle Chiese particolari. Ordinariamente il parroco non duri in carica oltre nove anni. Prima di trasferirlo si avvisi il vescovo [21] .

   

29. Dove la situazione lo consente, si proceda all’erezione canonica della casa salesiana a servizio della parrocchia con il proprio direttore‑parroco.

Quando gli uffici di direttore e di parroco sono separati, il direttore curi l’unità e l’identità salesiana della comunità e stimoli la corresponsabilità dei confratelli nella realizzazione del progetto pastorale parrocchiale [22] .

   

30. Circa i rapporti amministrativi si segua quanto è prescritto dall’articolo 190 dei Regolamenti generali e si tenga conto anche degli obblighi verso la comunità parrocchiale a norma del diritto.

Sia tenuta chiaramente distinta, con apposita documentazione e registrazione, la proprietà dei beni appartenenti alla parrocchia qua talis e quella che è della Congregazione [23] .

   

La comunicazione sociale

31. L’ispettore con il suo Consiglio promuova, secondo le possibilità locali, la nostra presenza pastorale nel settore della comunicazione sociale. Prepari i confratelli a inserirsi nei circuiti della stampa, del cinema, della radio e della televisione; istituisca e potenzi i nostri centri editoriali per la produzione e la diffusione di libri, sussidi e periodici e i centri di emittenza e produzione di programmi audiovisivi, radiofonici, televisivi.

Questi servizi siano impostati su sicure basi giuridiche ed economiche e trovino forme di collegamento e cooperazione con centri di altre ispettorie e col consigliere generale per la Famiglia salesiana e la comunicazione sociale [24] .

   

32. I salesiani si preoccupino di educare i giovani alla comprensione dei linguaggi della comunicazione sociale e al senso critico, estetico e morale. Favoriscano le attività musicali e teatrali e i circoli per la lettura e il cinema [25] .

   

33. Siano potenziati i canali d’informazione e di dialogo all’interno e all’esterno della Congregazione e della Famiglia salesiana (bollettini, ANS, cortometraggi, videocassette...), utilizzando opportunamente anche i mezzi offerti dalle nuove tecnologie [26] .

I centri editoriali che onerano in una nazione o regione cerchino forme convenienti di collaborazione in vista di un progetto unitario.

   

34. Qualora sia richiesta dal diritto, la revisione ecclesiastica delle pubblicazioni sarà preceduta da quella dei revisori stabiliti dall’ispettore [27] .

   

Il servizio in strutture non salesiane

35. Il servizio ai giovani può esigere talvolta la nostra presenza in istituzioni non salesiane per collaborare più immediatamente con le Chiese particolari nella pastorale giovanile o nel mondo dei lavoro e nella cura delle vocazioni.

Spetta all’ispettore con il consenso del suo Consiglio assumere questi impegni e verificarne la validità.

I confratelli inviati per tali attività mantengano un reale inserimento nella comunità salesiana. Essa assicurerà un fraterno e corresponsabile interessamento al loro lavoro [28] .

   

IV. Il servizio alla Famiglia salesiana

36. E dovere dell’ispettore e del direttore, coadiuvati dai rispettivi delegati, sensibilizzare le comunità perché assolvano il loro compito nella Famiglia salesiana.

La comunità, d’intesa con i responsabili dei vari gruppi, in spirito di servizio e rispettandone l’autonomia, offre loro l’assistenza spirituale, promuove incontri, favorisce la collaborazione educativa e pastorale e coltiva il comune impegno per le vocazioni [29] .

   

37. Prestiamo alle Figlie di Maria Ausiliatrice, in risposta alle loro richieste e secondo le nostre possibilità, l’aiuto fraterno e il ministero sacerdotale.

Collaboriamo con esse per approfondire la spiritualità e la pedagogia di Don Bosco e per tenere viva la particolare dimensione mariana del carisma salesiano [30] .

   

38. Ogni comunità senta il dovere di sostenere e incrementare l’Associazione dei Cooperatori salesiani a beneficio della Chiesa. Contribuisca alla formazione dei suoi membri, faccia conoscere e promuova questa vocazione, soprattutto tra i giovani più impegnati e tra i collaboratori laici (C 5.47) [31] .

   

39. La comunità mantenga rapporti di amicizia con gli ex allievi con una speciale attenzione ai più giovani. Si interessi a loro favorendo occasioni d’incontro, di formazione e di collaborazione.

Incoraggi e sostenga l’Associazione degli Ex allievi di Don Bosco e insieme con essa cerchi di avvicinare quanti se ne sono allontanati.

Aiuti i più sensibili ai valori salesiani a maturare la vocazione di cooperatore [32] .

   

40. Prestiamo la nostra assistenza spirituale alle Volontarie di Don Bosco e agli istituti religiosi e secolari che nei loro statuti affermano di vivere un progetto di vita apostolica conforme allo spirito salesiano, hanno fatto richiesta di adesione alla Famiglia salesiana su mandato della loro Assemblea o Capitolo generale, ed hanno ricevuto il dovuto riconoscimento da parte del Rettor Maggiore [33] .

   

41. Il Bollettino salesiano, fondato da Don Bosco, diffonde la conoscenza dello spirito e dell’azione salesiana, specialmente di quella missionaria ed educativa.

Si interessa ai problemi dei giovani, incoraggia la collaborazione e cerca di suscitare vocazioni.

E’ inoltre uno strumento di formazione e un vincolo di unità per i vari gruppi della Famiglia salesiana.

Viene redatto secondo le direttive del Rettor Maggiore e dei suo Consiglio in varie edizioni e lingue [34] .

   

V. Comunità fraterne ed apostoliche

42. La comunità sia locale che ispettoriale, raccolta attorno al direttore e all’ispettore, celebri ogni anno la giornata della comunità come segno di comunione fraterna ed espressione di riconoscenza [35] .

   

43. Per favorire la salute, l’azione apostolica, la convivenza, il clima di raccoglimento e di preghiera, ogni confratello eviti il lavoro disordinato e la comunità assicuri un’equilibrata distribuzione degli impegni, momenti di riposo e di silenzio e un’opportuna distensione comunitaria [36] .

   

44. Sull’esempio del nostro Fondatore e consapevoli dell’austerità che comportano la vita religiosa e gli impegni di lavoro, il superiore e ogni membro della comunità mantengano vigile la coscienza dei propri doveri morali nella scelta delle letture, degli spettacoli e nell’uso dei mezzi di comunicazione sociale [37] .

   

45. La comunità accolga con cordialità quanti vengono in contatto con essa o sono suoi ospiti, specie se confratelli.

Gli inviti a mensa siano fatti d’intesa con il direttore.

Non si accettino però estranei a convivere in comunità senza il permesso dell’ispettore [38]

   

46. La comunità mantiene relazioni cordiali con la famiglia di ogni confratello, verso cui manifesta amore e riconoscenza.

Il salesiano che ha lasciato la sua casa per seguire Cristo conserva integro l’affetto per i suoi familiari, specialmente per i genitori. Lo esprime nella preghiera, nella corrispondenza e nelle visite.

   

47. Ogni comunità in segno di comunione con i fratelli defunti abbia per loro un ricordo particolare e stabilisca il momento più opportuno per la lettura quotidiana del necrologio in una pratica comunitaria [39] .

   

48. Preferibilmente dopo la preghiera serale, il direttore o chi per esso, secondo la tradizione salesiana, rivolga alla comunità fraterne parole di "buona notte" [40] .

   

Vl. Al seguito di Cristo obbediente povero e casto.

La nostra obbedienza

49. In un clima di fiducia ogni confratello si incontri frequentemente con il direttore e gli manifesti lo stato della propria salute, l’andamento del lavoro apostolico, le difficoltà che trova nella vita religiosa e nella carità fraterna, e tutto ciò che può contribuire al bene dei singoli e della comunità.

Il direttore consideri come uno dei suoi principali doveri quello di essere disponibile ad accogliere e ascoltare i confratelli [41] .

   

50. Per favorire lo spirito di famiglia e per non nuocere alle esigenze della programmazione comunitaria, il confratello

che deve assentarsi dalla casa, specialmente per visite, viaggi e vacanze, si intenda con il suo direttore. Se si tratta di un’assenza prolungata si regolerà secondo quanto è prescritto dalle norme della Chiesa (Cf CIC, can. 665,1). [42]

   

La nostra povertà

51. La cessione dell’uso e usufrutto dei beni e della loro amministrazione comporta anche l’espressa condizione che il socio non sia coinvolto nella responsabilità della loro gestione.

Con il permesso dell’ispettore egli potrà cambiare per giusta causa tale cessione e disposizione relativa ai propri beni, e compiere quegli atti di proprietà che sono prescritti; dalle leggi civili.

Tutto questo egli dovrà osservare anche per quei beni che venissero in suo possesso dopo la professione.

Inoltre terrà periodicamente informato l’ispettore dei beni di cui conserva la proprietà e del loro stato [43] .

   

52. Il testamento con cui il socio dispone secondo le norme del diritto civile dei suoi beni presenti e futuri verrà redatto in duplice copia, di cui una sarà conservata nell’archivio ispettoriale. Per eventuali modifiche del medesimo si terrà alle prescrizioni del diritto canonico e civile [44] .

   

53. Nello spirito del distacco evangelico, un socio, dopo almeno dieci anni dalla professione perpetua e con il consenso del Rettor Maggiore, può rinunciare definitivamente ai beni personali. Questo atto di rinuncia sarà redatto secondo le norme prescritte dalle leggi civili del proprio paese [45] .

   

54. Nel caso in cui un confratello esca dalla Società, riavrà il pieno diritto sui beni immobili e mobili di cui si fosse riservata la proprietà ma non potrà richiedere nessun frutto, né domandare conto alcuno della loro amministrazione.

Egli sarà fraternamente aiutato a superare le

prime difficoltà della sua nuova situazione; non potrà tuttavia pretendere alcunché per il periodo di sua permanenza nella Società [46] .

   

55. Ogni salesiano pratica la sua povertà con la sobrietà nel cibo e nelle bevande, la semplicità degli abiti, l’uso moderato delle vacanze e dei divertimenti.

Arreda la sua camera modestamente, evitando di farne un rifugio, che lo tiene lontano dalla comunità e dai giovani.

Vigila per non lasciarsi legare da nessuna abitudine contraria allo spirito di povertà.

Fedele a una costante tradizione, si astiene dal fumare, come forma di temperanza salesiana e di testimonianza nel proprio lavoro educativo [47] .

   

56. Qualunque cosa i soci avranno acquistato con il proprio lavoro o in vista della Società non potranno ritenerla per sé, ma tutto dovrà essere messo tra i beni comuni.

Quando per i bisogni del proprio lavoro o per le necessità individuali minute riceveranno denaro dalla loro comunità, lo useranno con senso di responsabilità, rendendone conto al superiore [48] .

   

57. I diritti d’autore, che i salesiani acquistano con le loro pubblicazioni o produzioni, sono frutti del loro lavoro e vanno messi in comune a vantaggio della Società.

Perciò ogni confratello, autore o produttore, farà cessione dei propri diritti d’autore secondo le norme ispettoriali e nelle forme legali previste dalle rispettive nazioni [49] .

   

58. Spetta ai Capitoli ispettoriali dare norme che stabiliscano per le comunità dell’ispettoria un livello di vita modesto e di reale uguaglianza, tenendo conto delle loro situazioni.

Essi regoleranno in particolare:

  1. l’uso degli strumenti di lavoro considerati personali, che i confratelli, cambiando casa, potranno portare con sé;
  2. le vacanze concesse ai confratelli per un giusto ristoro delle energie fisiche e intellettuali;
  3. le norme per una concreta solidarietà fra le case dell’ispettoria e gli aiuti che le comunità presteranno ai bisogni generali dell’ispettoria [50] .
   

59. La Società non conservi alcun possesso di beni immobili all’infuori delle case di abitazione e loro dipendenze di lavoro, a norma dell’articolo 187 delle Costituzioni.

In ogni caso si eviti qualsiasi contro testimonianza di povertà, tenendo presente che un servizio efficiente può spesso essere realizzato con strutture materiali molto semplici o in opere di cui non siamo proprietari [51] .

   

60. Le nostre opere hanno finalità di servizio; siano perciò aperte e disponibili alle necessità dei luoghi. Si cerchi di non lasciare inutilizzati ambienti e attrezzature richiesti per i bisogni pastorali della zona [52] .

   

61. Il vitto sia conforme alle esigenze della povertà religiosa secondo gli usi dei singoli paesi.

L’arredamento della casa, il mobilio, le attrezzature siano funzionali e semplici e non diano mai l’impressione di ricchezza e di lusso. Questo vale anche per le chiese, pur mantenendo in esse il dovuto decoro [53] .

   

62. Si curi la manutenzione dei beni immobili e mobili. Speciale importanza riveste la conservazione delle biblioteche, archivi e altro materiale di documentazione per il loro grande valore culturale e comunitario [54] .

   

63. I mezzi di trasporto siano intestati alla casa o all’ispettoria; non siano di esclusivo uso personale, ma a disposizione della comunità, che li utilizzerà come mezzi di servizio e secondo criteri di povertà [55] .

   

64. Per un senso di risparmio e nello spirito di famiglia, i lavori e i servizi della casa siano compiuti, per quanto è possibile, dai confratelli. Essi cercheranno di prenderne pratica, soprattutto durante il periodo della formazione iniziale [56] .

   

65. La comunità locale e ispettoriale verifichi con la frequenza che riterrà opportuna, il proprio stato di povertà circa la testimonianza comunitaria e i servizi resi. Studi i mezzi per un continuo rinnovamento [57] .

   

La nostra castità

66. La testimonianza e il servizio pastorale richiedono che il salesiano si inserisca nel mondo.

Fedele alle scelte della propria vocazione, egli eviterà le agiatezze e le attrattive mondane. Sarà prudente nel fare visite o nel partecipare a spettacoli, evitando quanto non è confacente con la castità religiosa [58] .

   

67. L’impiego di personale femminile nelle nostre case e opere risponda a criteri di necessità e tenga presenti le esigenze della vita religiosa [59] .

   

68. Nei suoi rapporti con le persone e nelle sue amicizie il salesiano sia coerente con gli impegni assunti nella professione. Eviti perciò atteggiamenti e comportamenti pericolosi o ambigui, che possono offuscare la testimonianza della sua castità [60] .

   

VII. In dialogo con il Signore

69. In ogni comunità, all’inizio dell’anno, si faccia la programmazione dei ritmi di preghiera, tenendo conto degli impegni apostolici e delle esigenze della vita fraterna [61] .

   

70. I soci celebreranno ogni giorno, possibilmente in comune, le Lodi e il Vespro. Al loro posto potranno recitare, secondo l’opportunità, altre preghiere. Tutti i confratelli saranno fedeli alla celebrazione quotidiana del l ’Eucaristia [62] .

   

71. Ogni giorno i soci attenderanno in comune per almeno mezz’ora alla meditazione e per qualche tempo alla lettura spirituale. Spetta alla comunità locale favorire la varietà delle forme e incoraggiare i confratelli nel loro impegno [63] .

   

72. La comunità destinerà almeno tre ore al ritiro mensile e una giornata intera, convenientemente preparata, al ritiro trimestrale. Ogni anno i soci faranno sei giorni di esercizi spirituali, secondo le modalità stabilite dal Capitolo ispettoriale, e li concluderanno con la rinnovazione degli impegni della professione religiosa [64] .

   

73. Secondo la tradizione salesiana e gli insegnamenti della Chiesa, il venerdì sia per i soci un giorno di penitenza comunitaria. Nella quaresima la comunità stabilisca qualche pratica comunitaria di mortificazione che aiuti a prepararsi alla Pasqua e ad aprirsi a una più intensa condivisione con i poveri [65] .

   

74. Oltre al rosario, in cui Maria insegna ai suoi figli come unirsi ai misteri di Cristo la commemorazione mensile, la preghiera quotidiana che conclude la meditazione e l’uso frequente della benedizione di Maria Ausiliatrice sono alcuni altri segni di unità della nostra devozione mariana. Le modalità di queste pratiche verranno stabilite nel Direttorio ispettoriale [66] .

I confratelli, come singoli e come comunità, si sentano impegnati a diffondere con zelo la devozione a Maria Ausiliatrice e a favorire, dov’è possibile, l’Associazione dei devoti di Maria Ausiliatrice.

   

75. L’ultimo giorno di ogni mese si commemori il nostro padre Don Bosco. Si celebrino come ricorrenze di famiglia le feste dei nostri santi e beati. Si coltivi la devozione ai nostri servi di Dio [67] .

   

76. I salesiani esprimeranno amore e riconoscenza ai confratelli, parenti e benefattori chiamati da Dio all’eternità, con preghiere personali e comunitarie di suffragio.

In particolare:
1. alla morte di un confratello o di un novizio saranno celebrate trenta messe a cura della comunità alla quale apparteneva, e una messa in ogni casa dell’ispettoria;
2. alla morte del Rettor Maggiore in carica o emerito, oltre alle trenta messe, ne sarà celebrata una in tutte le case della Congregazione;
3. alla morte dei genitori dei confratelli saranno celebrate dieci messe a cura della casa alla quale appartiene il confratello;
4. ogni anno:
- per i confratelli defunti tutti i sacerdoti celebreranno la messa nel giorno seguente alla solennità liturgica di san Giovanni Bosco; inoltre l’ispettore farà celebrare una messa in ogni corso di esercizi spirituali;
- per i genitori defunti dei confratelli si celebrerà una messa in ogni casa il 25 novembre, anniversario della morte di mamma Margherita;
- per i benefattori e per i componenti della Famiglia salesiana defunti, in ogni comunità si celebrerà una Messa il 5 novembre [68] .

   

77. La nostra vita comunitaria di preghiera avrà una guida pratica in un manuale preparato dalle ispettorie o dalle conferenze ispettoriali o dalle regioni. Esso contenga un nucleo comune indicato dal Rettor Maggiore con il suo Consiglio. [69]

   
[1] cf. Cost 26.77
[2] cf. Cost 27
[3] cf. Cost 31-39.47
[4] cf. Cost 38.47
[5] cf. Cost 32.33
[6] cf. Cost 34.36
[7] cf. Cost 35
[8] cf. Cost 37
[9] cf. Cost 42
[10] cf. Cost 29.33
[11] cf. Cost 42
[12] cf. Cost 6.28.37
[13] cf. Cost 30
[14] cf. Cost 30.118
[15] cf. Cost 49
[16] cf. Cost 30
[17] cf. Cost 30.138
[18] cf. Cost 29.42
[19] cf. Cost 26.31.33.44
[20] cf. Cost 48
[21] cf. Cost 48
[22] cf. Cost 44.176
[23] cf. Cost 190
[24] cf. Cost 6.43
[25] cf. Cost 6.43
[26] cf. Cost 6.43.59
[27] cf. Cost 43
[28] cf. Cost 41.42.44
[29] cf. Cost 5
[30] cf. Cost 5
[31] cf. Cost 5.47
[32] cf. Cost 5
[33] cf. Cost 5
[34] cf. Cost 5.6.43
[35] cf. Cost 50.55
[36] cf. Cost 52
[37] cf. Cost 84
[38] cf. Cost 56
[39] cf. Cost 54.94
[40] cf. Cost 55
[41] cf. Cost 70
[42] cf. Cost 65
[43] cf. Cost 74
[44] cf. Cost 54
[45] cf. Cost 74
[46] cf. Cost 74.194
[47] cf. Cost 75
[48] cf. Cost 76
[49] cf. Cost 76
[50] cf. Cost 76.77
[51] cf. Cost 77
[52] cf. Cost 77
[53] cf. Cost 77
[54] cf. Cost 77
[55] cf. Cost 76.77
[56] cf. Cost 77.78
[57] cf. Cost 77
[58] cf. Cost 84
[59] cf. Cost 84
[60] cf. Cost 82.84
[61] cf. Cost 85
[62] cf. Cost 88.89
[63] cf. Cost 93
[64] cf. Cost 91
[65] cf. Cost 90
[66] cf. Cost 92
[67] cf. Cost 9.21
[68] cf. Cost 94
[69] cf. Cost 86

REGOLAMENTI - SECONDA PARTE


 

FORMATI PER LA MISSIONE DI EDUCATORI PASTORI (78-102)
   

VIII. Aspetti generali della formazione

   

Comunità formatrici

78. Le comunità formatrici abbiano un direttore e un'équipe di formatori particolarmente preparati, soprattutto per la direzione spirituale, che ordinariamente è esercitata dal direttore stesso.
Formatori e confratelli in formazione attuino in corresponsabilità una periodica programmazione e revisione.
I confratelli in formazione siano resi partecipi, attraverso modalità concrete, dell'andamento della comunità[1].

   

79. I confratelli in formazione iniziale faranno una volta al mese il colloquio con il superiore, previsto dall'articolo 70 delle Costituzioni[2].

   

80 Per educare all'uso personale e alla valorizzazione del tempo e per favorire lo spirito di iniziativa, vi sia una ragionevole flessibilità nell'orario e nella distribuzione delle attività della giornata, nel rispetto delle esigenze prioritarie della comunità[3].

   

81 La comunità locale, in quanto corresponsabile della maturazione di ogni confratello, è invitata ad esprimere il proprio parere quando uno dei suoi membri chiede di essere ammesso alla professione o agli ordini sacri; lo farà nelle forme più consone alla carità[4].

   

Formazione intellettuale

82 La missione salesiana orienta e caratterizza in modo proprio e originale la formazione intellettuale dei soci a tutti i livelli. Quindi l'ordinamento degli studi armonizzi le esigenze della serietà scientifica con quelle della dimensione religiosa apostolica del nostro progetto di vita[5].

   

Siano coltivati con particolare impegno gli studi e le discipline che trattano dell'educazione, della pastorale della gioventù, della catechesi e della comunicazione sociale.

   

83 Durante gli anni della formazione iniziale gli studi siano strutturati in modo da rendere possibile, dove le condizioni lo permettono, il conseguimento di titoli di studio con valore legale.

   

84 Le ispettorie in grado di farlo abbiano un proprio centro di studi per la formazione dei confratelli e per servizi qualificati di animazione spirituale, pastorale e culturale.

   

Quando il centro di studi è inter ispettoriale, le ispettorie collaborino corresponsabilmente perché raggiunga le sue finalità.

   

Esso sia aperto nella misura del possibile anche agli esterni, religiosi e laici, per un servizio alla Chiesa particolare[6].

   

85 L'assimilazione dello spirito salesiano è fondamentalmente un fatto di comunicazione di vita. Questa esperienza per essere efficace dev'essere però accompagnata, durante tutta la formazione iniziale, anche dallo studio graduale e sistematico della spiritualità salesiana e della storia della Società.

   

Esperienze pastorali

86 Le esperienze pastorali si attuino in attività proprie della nostra missione e abbiano per scopo lo sviluppo dello spirito apostolico e delle capacità educative pastorali del salesiano in formazione. Siano differenziate e graduate, tenendo conto della maturazione personale e religiosa del confratello e della fase formativa in cui si trova.

   

La comunità ha la responsabilità di programmare queste esperienze, di accompagnarle con la presenza e la guida dei formatori e di valutarle periodicamente[7].

   

Guida pratica per la formazione

87 La formazione avrà come guida pratica a livello mondiale una “Ratio fundamentalis Institutionis et Studiorum” e a livello ispettoriale un Direttorio approvato dal Rettor Maggiore con il consenso del suo Consiglio.

   

La “Ratio” espone e sviluppa in maniera organica e didattica l'insieme di principi e norme della formazione che si trovano nelle Costituzioni, nei Regolamenti generali e in altri documenti della Chiesa e della Congregazione.

   

Il Direttorio ispettoriale applica alle realtà locali i principi e le norme della formazione salesiana[8].

IX. Il processo formativo

   

Preparazione immediata al noviziato

88 La preparazione immediata al noviziato in via ordinaria non sia inferiore ai sei mesi e si svolga in una comunità salesiana.

   

Le modalità siano definite dal Direttorio ispettoriale[9].

   

Il noviziato

89 La casa destinata al noviziato sia inserita nella realtà sociale e apostolica. Se le circostanze lo consigliano, il noviziato può essere collocato presso un'altra comunità adatta[10].

   

90 Il candidato, quando si sente sufficientemente preparato e disposto, fa domanda di iniziare il noviziato.

   

Perché sia ammesso, deve essere immune dagli impedimenti previsti nei canoni 643-645 51, dimostrare le attitudini e la maturità necessarie per intraprendere la vita salesiana e avere sufficiente salute per poter osservare le Costituzioni della Società.

   

L'eventuale dimissione di un novizio spetta all'ispettore dell'ispettoria in cui si trova la casa di noviziato[11].

   

91 Gli studi durante il noviziato siano fatti con serietà, secondo un programma definito nell'ordinamento generale degli studi; abbiano come obiettivo preminente l'iniziazione al mistero di Cristo, affinché il novizio, attraverso il contatto con la Parola di Dio, sviluppi una più profonda vita di fede e una conoscenza amorosa di Dio.

   

Si approfondisca anche la teologia della vita religiosa e vengano studiate le Costituzioni, la vita di Don Bosco e la nostra tradizione[12].

   

92 I novizi facciano gli esercizi spirituali all’inizio del noviziato, nel tempo che si giudica più opportuno, e prima di emettere i voti[13].

   

93 Durante il noviziato il novizio può lasciare liberamente l’istituto. Se vi rimane, viene ammesso alla professione temporanea dopo averne fatto domanda e se è giudicato idoneo; altrimenti viene dimesso.

   

In casi speciali, l’ispettore può prolungare il noviziato, non però oltre sei mesi a norma del canone 653[14].

   

94 Quando un religioso di voti perpetui chiede di passare dal suo Istituto alla nostra Società, trascorra un periodo di prova, di almeno tre anni, in una delle nostre comunità per assimilare il nostro spirito.

   

Terminata la prova, può presentare la domanda e, se viene ammesso, fa la professione perpetua a norma del diritto[15].

   

Formazione dopo il noviziato

95 Subito dopo il noviziato tutti i confratelli devono continuare almeno per un biennio la loro formazione in comunità formatrici, preferibilmente studentati.

   

Durante questa fase si compie la formazione generale filosofica e pedagogica e una iniziazione teologica; si può anche incominciare o continuare la formazione tecnico - scientifica o professionale, in vista di una qualificazione specifica[16].

   

96 Il tirocinio dura ordinariamente due anni e viene fatto prima della professione perpetua in una comunità che presenti i requisiti richiesti per la validità di questa esperienza[17].

   

97 I soci che si preparano al sacerdozio devono attendere, almeno per quattro anni, a una più intensa formazione sacerdotale in comunità formatrici, preferibilmente studentati.

   

Compiano con serietà glistudi teologici di preferenza in centri salesiani.

Durante questo periodo non siano permessi altri studi e attività che li distolgano dall'impegno di questa fase formativa[18].

   

98 I salesiani laici, nella fase che dopo il tirocinio completa la loro formazione iniziale, abbiano la possibilità di acquisire una seria formazione teologica, pedagogica e salesiana, adeguata al livello culturale raggiunto. Attendano anche, secondo le attitudini, agli studi per una preparazione professionale in vista del lavoro apostolico[19].

   

Formazione permanente

99 La formazione permanente richiede che ciascun confratello migliori la sua capacità di comunicazione e di dialogo; si formi una mentalità aperta e critica e sviluppi lo spirito di iniziativa per rinnovare opportunamente il proprio progetto di vita.

   

Ognuno coltivi l'abitudine alla lettura e allo studio delle scienze necessarie alla missione; mantenga viva la disponibilità alla preghiera, alla meditazione, alla direzione spirituale personale e comunitaria[20].
100 Ogni confratello ricerchi con i superiori il campo di qualificazione più confacente alle sue capacità personali e alle necessità dell'ispettoria, preferendo quanto concerne la nostra missione.

   

Conservi la disponibilità caratteristica del nostro spirito e sia pronto a periodiche riqualificazioni[21].

   

101 E' compito dell'ispettore con il suo Consiglio promuovere iniziative ordinarie e straordinarie di formazione spirituale e culturale.

   

Le adunanze dei direttori, di animatori pastorali, di economi e di altri confratelli siano occasioni per approfondire l'identità salesiana nelle sue dimensioni educative pastorali.

   

Si sia pronti ad accogliere gli apporti formativi offerti dai diversi organismi della Chiesa e della società.

   

Le iniziative inter ispettoriali si attuino dagli ispettori interessati d'intesa con il consigliere regionale[22].

   

102 Sia offerto periodicamente a tutti i salesiani negli anni della maturità un tempo conveniente per il loro rinnovamento.

   

Le ispettorie nella programmazione tengano conto di questa esigenza. Ciascun confratello risponda a questo appello anche per il bene della propria comunità[23].

[1]cf. Cost 103.104
[2]cf. Cost 70.105
[3]cf. Cost 103
[4]cf. Cost 103.108
[5]cf. Cost 97
[6]cf. Cost 101
[7]cf. Cost 115
[8]cf. Cost 100.101
[9]cf. Cost 109
[10]cf. Cost 110
[11]cf. Cost 108
[12]cf. Cost 110
[13]cf. Cost 110
[14]cf. Cost 108.111
[15]cf. Cost 108.117
[16]cf. Cost 113.114
[17]cf. Cost 115
[18]cf. Cost 116
[19]cf. Cost 116
[20]cf. Cost 118.119
[21]cf. Cost 118.119
[22]101.118.119.161
[23]cf. Cost 101.118.119
IL SERVIZIO DELL’AUTORITA’ NELLA NOSTRA SOCIETA’(103-202)
   
X. Il servizio dell’autorità nella comunità mondiale
   

Il Rettor Maggiore e il suo Consiglio

103. Il Rettor Maggiore sia attento alle necessità della Chiesa universale e si mantenga in contatto con le ispettorie, con le case e con i soci. Solleciti la collaborazione di tutti, promuova riunioni e incontri e favorisca la conoscenza delle attività apostoliche della Congregazione nell’ambito della Famiglia salesiana.

I soci, a loro volta, esprimano il proprio amore a Don Bosco e alla Congregazione, mantenendosi uniti al Rettor Maggiore e accogliendo le sue direttive. Lo aiutino con la preghiera, con il dialogo e soprattutto con la fedeltà alle Costituzioni. [1] .

   

104. Il Rettor Maggiore può visitare personalmente o per mezzo di altri le ispettorie e le comunità locali, quando ne scorga la necessità.

In particolare, durante il sessennio del suo mandato stabilirà per ogni ispettoria una visita straordinaria che potrà essere compiuta, secondo l’opportunità, dal consigliere regionale o da altro visitatore ai quali conferirà i poteri di giurisdizione richiesti dalla natura della visita [2] .

   

105. Il Rettor Maggiore, come superiore della Società, è il gran cancelliere dell’Università Pontificia Salesiana (UPS). Rappresenta la Sede Apostolica presso l’UPS, e l’UPS presso la Sede Apostolica.

In forza del mandato della Congregazione per l’Educazione Cattolica, egli ha piena potestà sull’università ed è custode ed interprete dei suoi statuti.

Esercita le funzioni di gran cancelliere personalmente o per mezzo di un delegato scelto preferibilmente tra i membri del Consiglio generale [3] .

   

106. Oltre ai casi menzionati all’articolo 132 §1 delle Costituzioni, il Rettor Maggiore deve avere il consenso del suo Consiglio:

  1. per iniziare cause giudiziarie straordinarie che possono compromettere la Società
  2. per stabilire procure missionarie a livello di tutta la Congregazione (24 R);
  3. per l’accettazione di parrocchie (25 R);
  4. per l’approvazione del Direttorio ispettoriale della formazione (87 R);
  5. per la nomina di un suo delegato per un segretariato centrale (108 R);
  6. per istituire e fissare l’organico e le modalità di funzionamento degli uffici tecnici e delle consulte, di cui all’articolo 107 dei Regolamenti generali;
  7. per la nomina di un suo delegato personale per una delegazione (138 R);
  8. per l’approvazione delle decisioni vincolanti emanate dalle conferenze ispettoriali (139 R);
  9. per stabilire le modalità della consultazione previa alla nomina dei consiglieri ispettoriali (154 R);
  10. per l’approvazione del bilancio preventivo e consuntivo preparato dall’economato generale (190 C; 192 R) [4] .
   

107. L’animazione della missione salesiana a livello mondiale richiede l’individuazione di obiettivi comuni e sinergie tra i Consiglieri incaricati di settori specifichi, e il coordinamento degli interventi con i Consiglieri regionali, mediante incontri sistematici di programmazione e verifica.

I Consiglieri generali incaricati di settori specifici, per assolvere i compiti loro affidati, si avvalgono di uffici tecnici e di consulte.

La loro istituzione, il loro organico e le modalità di funzionamento sono di competenza del Rettor Maggiore con il consenso del suo Consiglio.. [5] .

   

108. Per settori di particolare importanza che non rientrino nei compiti assegnati dalle Costituzioni a singoli consiglieri, possono costituirsi appositi segretariati centrali, direttamente dipendenti dal Rettor Maggiore.

La loro istituzione è di competenza del Capitolo generale. La responsabilità diretta del segretariato è affidata a un delegato centrale nominato ad nutum dal Rettor Maggiore con il consenso del suo Consiglio

Istituisce un Segretariato centrale per la Famiglia Salesiana direttamente dipendente dal Rettor Maggiore con i seguenti compiti:
- animare la Congregazione nel settore della Famiglia Salesiana e assicurare l’interazione con gli altri settori della Congregazione a livello mondiale;
- promuovere, a norma dell’articolo 5 delle Costituzioni, la comunione dei vari gruppi, rispettando la loro specificità e autonomia;
- orientare e assistere le ispettorie affinché nei loro territori si sviluppino, secondo i rispettivi statuti, l’Associazione dei Salesiani Cooperatori, il movimento degli Exallievi, l’ADMA.

   

109. Per un più regolare espletamento delle pratiche con la Sede Apostolica, è conveniente che queste siano inoltrate attraverso il Rettor Maggiore

   

110. Organo ufficiale per la promulgazione delle direttive del Rettor Maggiore e del suo Consiglio e per le informazioni ufficiali sono gli "Atti del Consiglio generale". La loro pubblicazione avviene a cura della segreteria generale [6] .

   
Il Capitolo generale

111. La convocazione del Capitolo generale sarà fatta almeno un anno prima dell’apertura del medesimo, salvo il caso previsto dall’articolo 143 delle Costituzioni. Essa verrà comunicata a tutti i confratelli con lettera circolare nella quale si indicherà lo scopo principale del Capitolo, il luogo e la data dell’inizio [7] .

   

112. Per la preparazione del Capitolo generale, il Rettor Maggiore, o in sua assenza il vicario, designerà un regolatore, a lui i Capitoli ispettoriali e le comunità locali, come pure i singoli soci, faranno pervenire le loro proposte e gli eventuali contributi di studio. Nominerà una commissione tecnica che, insieme al regolatore, stabilirà l’iter di preparazione del Capitolo generale e promuoverà la sensibilizzazione e la partecipazione attiva dei soci [8] .

   

113. Il Rettor Maggiore o, in sua assenza, il vicario, nominerà inoltre una commissione precapitolare che redigerà, sotto la responsabilità del regolatore, d’intesa con il Rettor Maggiore, le relazioni o gli schemi da inviare con sufficiente anticipo ai partecipanti al Capitolo generale [9] .

   

114.  Le ispettorie con meno di duecento professi e le visitatorie invieranno al Capitolo generale un delegato eletto dai rispettivi Capitoli.
Le ispettorie, inoltre, invieranno un altro delegato ogni duecento professi o frazione.
Le altre eventuali circoscrizioni giuridiche di cui all’articolo 156 delle Costituzioni, avranno quella rappresentanza che è stata definita nel loro decreto di erezione.

   

115. Almeno tre mesi prima dell’inizio del Capitolo generale, gli ispettori invieranno al regolatore i verbali delle elezioni, che saranno esaminati da una apposita commissione nominata dal Rettor Maggiore o, in sua assenza, dai vicario.

Il regolatore, qualora vi trovasse dei difetti, provvederà perché si proceda in tempo utile alla dovuta correzione e, se il caso lo richiede, si ripetano le elezioni [11] .

   

116. Nella prima seduta del Capitolo generale, il Presidente nominerà due o più segretari e, occorrendo, anche altri ufficiali capitolari. Se la necessità lo richiede, il Presidente potrà scegliere anche altri segretari o ufficiali, estranei al Capitolo generale. I segretari dovranno registrare m appositi verbali accuratamente redatti gli atti del Capitolo generale, le deliberazioni prese e anche il riassunto delle discussioni [12] .

   

117. Dopo la designazione dei segretari il regolatore, a nome del Presidente e chiesto il consenso dell’Assemblea, dichiarerà legittimamente aperto il Capitolo [13] .

   

118. Se al momento dell’apertura del Capitolo generale risultasse ancora nulla o dubbia la validità dell’elezione di qualche delegato, il regolatore ne informerà fin dalla prima seduta il Capitolo generale [14] .

Primo atto del Capitolo sarà allora quello di pronunciarsi sui singoli casi in modo che con l’autorità di cui è investito o dichiari nulla l’elezione o ne sani l’invalidità

   

119. In una delle sedute iniziali il Rettor Maggiore, o chi ne fa le veci, presenterà una relazione generale sullo stato della Congregazione, che sarà oggetto di studio e di approfondimento da parte dell’Assemblea

   

120. Le adunanze del Capitolo generale saranno presiedute dal Rettor Maggiore o, in sua assenza, dal vicario, coadiuvato nella direzione e nello svolgimento dei lavori dal regolatore e da tre moderatori eletti a maggioranza assoluta dal Capitolo generale su una lista di nomi preparata dal Presidente.

Il Presidente, il regolatore e i tre moderatori costituiscono la Presidenza del Capitolo generale [15] .

   

121. Il Capitolo generale eleggerà a maggioranza assoluta almeno cinque membri che, insieme al regolatore e ai moderatori, formeranno la commissione centrale. A questa spetta, sotto la presidenza del Rettor Maggiore, coordinare i lavori del Capitolo e assicurare tutto ciò che è necessario per il suo buon funzionamento [16] .

   

122. Il Capitolo generale si articola in commissioni, il cui compito sarà di studiare lo schema o la relazione loro assegnata. Il regolatore comunicherà, appena possibile, al Capitolo generale quali sono i temi e le rispettive commissioni e ne chiederà l’approvazione. Le commissioni saranno costituite dal Presidente, il quale terrà conto delle preferenze dei singoli [17] .

   

123. È dovere dei capitolari assistere alle adunanze del Capitolo; perciò non potranno assentarsi senza licenza del Presidente [18] .

   

124. Si diano tempestive ed esaurienti comunicazioni ai soci sull’andamento dei lavori del Capitolo. Di tali comunicazioni, e in genere di tutti i contatti con gli organi di informazione, è responsabile una commissione di capitolari, scelti dai gruppi di ispettorie. Tale commissione lavorerà d’intesa con la Presidenza del Capitolo.

Quanti partecipano, a qualsiasi titolo, al Capitolo generale dovranno avere discrezione e rispetto per le persone interessate ogni volta che riferiscono notizie, fatti e discussioni del Capitolo

   

125. Il Rettor Maggiore e l’Assemblea capitolare hanno la facoltà di chiamare al Capitolo generale altre persone, salesiani o non salesiani, come periti o come osservatori, senza diritto di voto.

I periti prendono parte alle discussioni nelle commissioni in cui sono invitati; hanno la parola nell’Assemblea solo se richiesti. Gli osservatori possono prendere la parola sia in commissione sia in Assemblea [19] .

   

126. Spetta al Capitolo generale fissare la data delle elezioni prevedendo un congruo tempo di riflessione prima della elezione di ciascun consigliere [20] .

   

127. L’elezione del Rettor Maggiore e dei membri del suo Consiglio è un atto che impegna pienamente la responsabilità di ogni capitolare dinanzi alla Congregazione. Essa deve essere quindi preparata con la preghiera e attuata con spirito di fede.

Ogni elettore può chiedere e dare informazioni intorno alle doti degli eleggibili, evitando però tutto ciò che possa turbare la carità fraterna.

Con riferimento all’articolo 133 delle Costituzioni la elezione dei Consiglieri di settore sia preceduta da un discernimento da parte dei confratelli capitolari suddivisi per regioni, sulle principali sfide del settore e sul profilo del candidato. Tale processo di discernimento si conclude con la proposta all’Assemblea di un candidato della propria regione e di uno al di fuori della propria regione, individuati con votazione a scrutinio segreto. [21] .

   

128. In adempimento a quanto prescritto dall’articolo 141 §1 delle Costituzioni per l’elezione dei consiglieri regionali, i singoli gruppi di ispettorie sceglieranno con voto segreto, in un’unica votazione, i confratelli da presentare all’Assemblea, scrivendo sulla scheda un solo nome. Presenteranno poi all’Assemblea una lista contenente tutti i nomi di quelli che hanno ricevuto voti e il numero dei voti di ciascuno. [22] .

   

129. Aperta la seduta, il Presidente indicherà il motivo dell’adunanza. Si eleggeranno poi a voti segreti due segretari e tre scrutatori; gli scrutatori, insieme con il Presidente, sono tenuti a mantenere il segreto anche dopo la conclusione del Capitolo [23] .

   

130. Se qualche elettore si trovasse ammalato nella casa in cui ha luogo il Capitolo generale, non potesse presentarsi in sala di adunanza e fosse in grado di scrivere, due scrutatori andranno da lui per riporre in un’urna la sua scheda da unirsi poi alle altre [24] .

   

131. Raccolte in un’urna tutte le schede, gli scrutatori le conteranno per verificare se il numero dei voti corrisponde a quello degli elettori. Se il numero dei voti supera quello degli elettori, la votazione è nulla; se invece vi corrisponde o è inferiore, se ne faccia lo scrutinio. I segretari scriveranno i nomi che uno scrutatore andrà leggendo [25] .

   

132. Chi avrà ottenuto i voti della maggioranza assoluta dei presenti e risulterà eletto, sarà proclamato dal Presidente. Appena avrà accettato, entrerà in carica. Se l’eletto è lo stesso Presidente, la proclamazione sarà fatta dal membro più anziano dell’Assemblea [26] .

   

133. Compiute le elezioni, il Rettor Maggiore comunicherà a tutti i soci i nomi degli eletti e gli uffici loro affidati [27] .

   

134. Nell’ultima adunanza del Capitolo, dopo aver compiuto quanto è prescritto nel regolamento, il regolatore, a nome del Presidente e con l’approvazione dell’Assemblea dichiarerà chiuso il Capitolo generale [28] .

   
Strutture regionali

135. I consiglieri regionali si manterranno in contatto con le singole ispettorie: possono visitarle, riunire gli ispettori, i Consigli ispettoriali e, d’accordo con loro, altre categorie di confratelli per suggerire ciò che riterranno più opportuno per il bene della Congregazione e per un miglior servizio dell’ispettoria e della Chiesa particolare [29] .

   

136. I consiglieri regionali devono inoltre:

  1. favorire un vivo e concreto senso di famiglia nei rapporti dei confratelli e delle ispettorie tra loro e con il Rettor Maggiore e il suo Consiglio;
  2. curare sollecitamente le pratiche delle ispettorie del gruppo e delle conferenze ispettoriali;
  3. promuovere il buon funzionamento delle strutture inter ispettoriali, dove esistono, e l’organizzazione di uffici di documentazione sui settori religiosi, culturali, sociali della zona di loro competenza, dove ciò sia possibile e consigliabile [30] .
   

137. Nello svolgimento del loro compito, i consiglieri regionali agiranno con la dovuta discrezione per non sostituirsi indebitamente agli ispettori o ad altri superiori, e per non interferire nelle loro specifiche competenze [31] .

   

138. Se motivi particolari richiedono che alcune ispettorie siano staccate da uno o più gruppi senza che sia costituito un nuovo gruppo affidato a un consigliere regionale, il Capitolo generale può unirle in una delegazione, per la quale il Rettor Maggiore, con il consenso del suo Consiglio e previa consultazione delle ispettorie interessate, nomina un suo delegato personale, cui attribuirà quei compiti che riterrà opportuno [32] .

   

139. Le ispettorie di ciascuna conferenza si riuniscono almeno una volta all’anno per studiare i problemi relativi all’animazione e al coordinamento dell’azione salesiana comune.

La conferenza è presieduta dal consigliere regionale o da un suo delegato.

Le conclusioni della conferenza ispettoriale sono generalmente orientative.

In casi particolari, la conferenza può emanare decisioni vincolanti, che acquistano il loro valore solo dopo l’approvazione del Rettor Maggiore con il consenso del suo Consiglio [33] .

   

140. Prendono parte alle riunioni delle conferenze:

  1. il consigliere regionale o un suo delegato;
  2. gli ispettori della conferenza;
  3. uno o più delegati per ogni ispettoria, designati in base alle norme stabilite dal regolamento della conferenza ispettoriale [34] .
   

141. Ai lavori della conferenza potranno essere invitati periti e osservatori religiosi e laici, secondo le modalità che ogni conferenza determinerà nel proprio regolamento [35] .

   

142. Alla conferenza ispettoriale sono assegnati, fra gli altri, i seguenti compiti:

  1. studiare e promuovere l’applicazione delle direttive generali di governo e di azione della Congregazione, particolarmente del Capitolo generale;
  2. seguire il coordinamento dell’azione pastorale comune, del settore della formazione, qualificazione e aggiornamento dei soci e del settore della comunicazione sociale, favorendo una generosa collaborazione con scambio di personale e di mezzi;
  3. curare i rapporti e la collaborazione con gli organismi e le istituzioni che si interessano dei problemi dei giovani e dello sviluppo;
  4. studiare e promuovere opportune sperimentazioni, in particolare nel campo della povertà comunitaria e in quello del servizio ai giovani più poveri e alle classi popolari;
  5. elaborare il proprio regolamento e decidere sugli eventuali organismi, segretariati e uffici inter ispettoriali di animazione e di coordinamento [36] .
   
XI. Servizio dell’autorità nella comunità ispettoriale

L’ispettore e il suo Consiglio

143. Per la nomina di un ispettore il Rettor Maggiore consulterà i professi dell’ispettoria a norma dell’articolo 162 delle Costituzioni, chiedendo a ciascuno di indicare, in ordine di preferenza, una terna di nomi di confratelli appartenenti alla propria o ad altra ispettoria [37] .

   

144. L’ispettore svolge un ruolo di collegamento tra l’ispettoria e il Rettor Maggiore col suo Consiglio; cura i rapporti con le autorità e gli organismi ecclesiali e religiosi nell’ambito della sua circoscrizione [38] .

   

145. L’ispettore si mantenga in contatto con i direttori e abbia per loro una particolare attenzione. Li riunisca almeno una volta all’anno per trattare gli interessi generali dell’ispettoria [39] .

   

146. L’ispettore procurerà di avere frequenti incontri personali con i confratelli in spirito di servizio e di fraterna comunione.

  1. Una volta all’anno farà con particolare cura la visita ispettoriale alle comunità.
  2. Durante tale visita s’incontri con i singoli soci, raduni il Consiglio locale e faccia con la comunità una revisione circa l’osservanza religiosa, la testimonianza di vita consacrata, lo zelo apostolico nelle attività pastorali, la sollecitudine nella promozione delle vocazioni, la situazione economica. In questo compito potrà farsi aiutare dai consiglieri ispettoriali.
  3. Al termine della visita ispettoriale scriva sull’apposito registro, da conservarsi nell’archivio della casa, le sue osservazioni e le decisioni di carattere generale. Comunichi a parte quelle confidenziali. Nella visita seguente verifichi se sono state eseguite [40] .
   

147. L’ispettore, mediante opportuni contatti con i diversi gruppi della Famiglia salesiana e tramite il suo delegato, cercherà di favorire il senso di appartenenza e l’approfondimento della comune vocazione [41] .

   

148. Nella consapevolezza dell’importante ruolo che hanno i collaboratori laici, l’ispettore mostri vivo interessamento per la loro qualificazione salesiana e verifichi come siano inseriti nelle nostre opere [42] .

   

149. L’ispettore, a norma del diritto universale, può sospendere l’esecuzione di una disposizione superiore qualora vi siano motivi in contrario cosi gravi ed evidenti da autorizzarlo a credere che, se i superiori competenti ne fossero stati consapevoli, avrebbero disposto altrimenti. In tal caso però informi subito di tutto i medesimi. Se la disposizione sospesa riguarda un socio, questi, mentre si attende la risposta dei superiori, si attenga agli ordini dell’ispettore (cf CIC, can. 41) [43] .

   

150. Il socio è ascritto a una determinata casa salesiana per precetto di obbedienza da parte dei proprio ispettore o di altra competente autorità. In ogni casa il numero dei soci non sia ordinariamente minore di sei

   

151. L’ispettore, per giusta ragione, con il parere del suo Consiglio e udito il confratello interessato, può, se richiesto, inviarlo temporaneamente in altra ispettoria, facendo una convenzione scritta con l’ispettore che lo riceve. I cambi definitivi di ispettoria sono di competenza dei Rettor Maggiore [44] .

   

152. I soci eserciteranno il ministero delle confessioni con la licenza dell’ispettore, a norma del diritto [45] .

   

153. Per cambiare la sede ispettoriale, l’ispettore, avuto il consenso del suo Consiglio, chiederà l’autorizzazione al Rettor Maggiore. Procederà d’intesa con lui per assentarsi dall’ispettoria per un tempo notevole [46] .

   

154. Le modalità della consultazione per la nomina dei consiglieri ispettoriali vengono stabilite dal Rettor Maggiore con il consenso del suo Consiglio [47] .

   

155. È compito del Consiglio ispettoriale collaborare con l’ispettore per lo sviluppo della vita e della missione salesiana, aiutarlo a conoscere le situazioni e a verificare l’attuazione del progetto ispettoriale in contatto con gli incaricati e con le rispettive commissioni.

Il Consiglio sia convocato dall’ispettore almeno una volta al mese, previa comunicazione degli argomenti da trattare [48] .

   

156. Oltre i casi già previsti nelle Costituzioni, l’ispettore deve avere il consenso del suo Consiglio a norma dei Regolamenti generali.

  1. per autorizzare la scuola mista (3 R);
  2. per stabilire convenzioni con gli Ordinari del luogo e con enti ecclesiastici e civili (23 R. 25 R);
  3. per istituire eventuali procure missionarie e gemellaggi (24 R);
  4. per autorizzare qualche confratello a lavorare pastoralmente in istituzioni non salesiane (35 R);
  5. per cambiare la sede ispettoriale (153 R);
  6. per nominare il regolatore del Capitolo ispettoriale e invitare periti e osservatori (168 R);
  7. per stabilire le modalità delle consultazioni per la nomina dei direttori (170 R);
  8. per destinare un direttore ad altro ufficio prima che termini il suo mandato (171 R);
  9. per richiedere l’autorizzazione delle operazioni di cui all’articolo 188 delle Costituzioni (193 R);
  10. per approvare il bilancio preventivo e consuntivo dell’ispettoria (190 C; 196 R);
  11. per fissare i contributi delle case richiesti dai bisogni dell’ispettoria (197 R);
  12. per autorizzare modifiche, soluzioni di problemi economici o altre iniziative di notevole importanza nelle case (200 R) [49] .
   

157. L’ispettore deve ascoltare il parere del suo Consiglio a norma del diritto e dei Regolamenti generali:

  1. per scegliere e preparare i formatori delle comunità formatrici;
  2. per scegliere i parroci (27 R);
  3. per inviare temporaneamente qualche confratello ad altra ispettoria (151 R);
  4. per nominare il segretario ispettoriale (1 59 R);
  5. per creare uffici, segretariati, commissioni di consulenza e di attività pastorali a livello ispettoriale (160 R);
  6. per iniziare il processo di dimissione di un socio (CIC, can. 697) [50] .
   

158. Quando si trattano in Consiglio ispettoriale problemi di particolare rilievo riguardanti una casa, si procuri di conoscere il parere della comunità interessata [51] .

   

159. A servizio dell’ispettore e del suo Consiglio opera un segretario con funzione notarile.

Egli interviene, senza diritto di voto a meno che sia uno dei consiglieri, alle sedute del Consiglio e ne redige i verbali. È preposto all’archivio dell’ispettoria, cura la raccolta e la registrazione dei dati statistici. È nominato dall’ispettore, udito il suo Consiglio, e rimane ad nutum [52] .

   

160. Spetta all’ispettore, udito il parere del suo Consiglio, creare uffici, segretariati e commissioni di consulenza e di attività pastorale a livello ispettoriale [53] .

   
Il Capitolo Ispettoriale

161. Le elezioni dei delegati delle comunità locali al Capitolo ispettoriale e dei delegati delle ispettorie al Capitolo generale si faranno singolarmente con voto segreto, a norma dell’articolo 153 delle Costituzioni [54] .

   

162. Eletti i delegati, si eleggeranno altrettanti supplenti per sostituirli qualora fossero definitivamente impediti di intervenire al Capitolo ispettoriale o al Capitolo generale. Le modalità della supplenza al Capitolo generale saranno determinate dal Capitolo ispettoriale [55] .

   

163. Quanto alle comunità locali che hanno meno di sei soci professi, se le circostanze lo permettono, l’ispettore disponga che si radunino insieme sotto la presidenza del direttore più anziano di prima professione, in modo da raggiungere il numero minimo di sei. Cosi uniti eleggeranno, a norma dei Regolamenti generali, il delegato al Capitolo ispettoriale e il suo supplente.

Se poi per circostanze particolari i soci di una casa che non ha almeno sei professi non possono riunirsi con quelli di un’altra casa in identiche condizioni, d’accordo con l’ispettore, si uniranno ai confratelli di una casa con sei o più professi, e insieme con loro, con diritto attivo e passivo, procederanno all’elezione del delegato e del supplente [56] .

   

164. Oltre a quanto è prescritto dall’articolo 165 dei Regolamenti generali, la votazione per lettera è ammessa, a giudizio dell’ispettore:

  1. quando per la distanza o per altre gravi ragioni, i soci di comunità che non hanno il minimo di sei professi non possono né riunirsi fra loro né recarsi ad una casa con sei o più professi per eleggere il delegato per il Capitolo ispettoriale;
  2. quando un confratello per gravi ragioni non può essere presente all’elezione del delegato della propria comunità;
  3. quando un membro del Capitolo ispettoriale non può intervenire nell’elezione del delegato dell’ispettoria al Capitolo generale [57] .
   

165. Per l’elezione dei delegati della comunità ispettoriale ci si attenga a quanto segue:

  1. avvenuta l’elezione del delegato delle singole comunità, l’ispettore comunicherà ai confratelli il nominativo degli eletti e presenterà la lista dei confratelli perpetui dell’ispettoria eleggibili al Capitolo ispettoriale. Tale lista comprenderà anche i confratelli temporaneamente assenti per motivi legittimi e escluderà quelli di altre ispettorie presenti per i medesimi motivi;
  2. i confratelli che per motivi legittimi si trovano temporaneamente fuori dell’ispettoria parteciperanno all’elezione del delegato della comunità in cui dimorano. Invece per l’elezione dei delegati della comunità ispettoriale riceveranno dal proprio ispettore l’apposita scheda che gli restituiranno debitamente compilata;
  3. il numero degli eligendi è in proporzione di uno ogni venticinque o frazione di venticinque confratelli dell’ispettoria. Nel calcolare questo numero vengono inclusi i professi perpetui e temporanei e anche i confratelli temporaneamente assenti per motivi legittimi;
  4. ogni confratello che ha diritto al voto riceverà dal proprio ispettore una scheda su cui potrà indicare tanti nomi quanti sono gli eligendi;
  5. la raccolta delle schede spetta all’ispettore che avrà cura di garantire la segretezza del voto;
  6. Io spoglio delle schede sarà fatto da scrutatori nominati dall’ispettore. Rimarranno eletti coloro che riporteranno in ordine successivo il maggior numero di voti. A parità di voti si riterrà eletto il più anziano di professione o infine di età;
  7. se nella lista ispettoriale viene eletto il supplente di una comunità, questa si riunirà nuovamente per eleggere il suo sostituto. Se uno degli eletti nella lista ispettoriale non può intervenire al Capitolo sarà sostituito dal primo dei soci non eletti che ha ottenuto il maggior numero di voti [58] .

 

   

166. Sono da considerarsi legittimamente assenti dalla propria ispettoria:

  1. i confratelli che per mandato espresso del proprio ispettore, a motivo di salute, studi o altri incarichi, risiedono provvisoriamente in case di altre ispettorie;
  2. i confratelli che hanno ricevuto il permesso di ’absentia a domo’ senza rinunciare ai loro diritti di voce attiva e passiva;
  3. i confratelli che con il permesso di ’absentia a domo’ hanno dovuto rinunciare ai loro diritti di voce attiva e passiva; questi ultimi però, mentre dovranno essere computati per applicare il n. 3 dell’articolo 165 dei Regolamenti generali, non fanno parte delle liste di elezione di cui si parla ai numeri 1 e 2 dello stesso articolo [59] .
   

167. Oltre quanto previsto nell’articolo 171 delle Costituzioni, spetta al Capitolo ispettoriale:

  1. studiare e approfondire la relazione dell’ispettore sullo stato dell’ispettoria;
  2. verificare l’adempimento degli orientamenti emanati dal Capitolo ispettoriale precedente;
  3. suggerire linee e criteri di progettazione e riorganizzazione delle opere dell’ispettoria;
  4. stabilire norme per il funzionamento del Capitolo ispettoriale secondo il diritto (cf. CIC, can. 632);
  5. inviare proposte al regolatore del Capitolo generale [60] .
   

168. L’ispettore con il consenso del suo Consiglio ha facoltà di nominare il regolatore e di invitare al Capitolo ispettoriale salesiani e non salesiani come periti o osservatori senza diritto di voto [61] .

   

169. Si tenga presente nelle elezioni, consultazioni e nomine la convenienza che la composizione dei Capitoli e dei Consigli esprima con presenze significative la complementarità di laici e chierici propria della nostra Società [62] .

   
XII. Il servizio dell’autorità nella comunità locale

Il direttore e il suo Consiglio

170. Le modalità della consultazione per la nomina del direttore saranno determinate dall’ispettore con il consenso del suo Consiglio su eventuali indicazioni del Capitolo ispettoriale. Nel caso di riconferma del direttore per un secondo triennio nella stessa comunità non è richiesta l’approvazione del Rettor Maggiore di cui all’articolo 177 delle Costituzioni [63] .

   

171. Il servizio del direttore non superi ordinariamente il periodo di sei anni, dopo il quale cessa almeno per un anno da questo incarico.

Anche durante il mandato può essere destinato ad altro ufficio se l’ispettore, col consenso del suo Consiglio, lo ritiene necessario [64] .

   

172. Il direttore si mantenga libero da impegni che possano compromettere i compiti fondamentali del suo servizio verso i confratelli. Non si assenti per un tempo notevole dalla casa senza necessità e senza intendersi col l’ispettore [65] .

   

173. Renda effettiva la corresponsabilità e la collaborazione dei confratelli secondo lo spirito di famiglia voluto da Don Bosco. Rispetti le competenze favorendo, in un clima di sana libertà, l’esplicazione delle attitudini e doti personali, per il raggiungimento del fine comune.

Faccia funzionare nei modi più adatti l’Assemblea dei confratelli e il Consiglio della comunità.

Promuova gli incontri che favoriscono la fraternità, l’aggiornamento e la distensione [66] .

   

174. Programmi con la comunità l’attuazione e la verifica periodica della vita di preghiera, dando spazio a opportune iniziative.

Garantisca ai confratelli la possibilità di confessarsi frequentemente e la libertà della direzione di coscienza [67] .

   

175. Ispirandosi alle fonti salesiane procurerà con la direzione spirituale comunitaria, le conferenze, le buone notti, gli incontri, che la comunità approfondisca e viva in forma intensa il nostro spirito.

Curerà anche che tutti i confratelli vengano a conoscenza dei documenti ufficiali della Chiesa e della Congregazione [68] .

   

176. Dimostri, soprattutto nei rapporti personali con i confratelli, la sua premura per la loro salute e le loro necessità. Abbia una cura speciale per i confratelli in fase di formazione iniziale, gli anziani, gli ammalati e quanti si trovano in difficoltà.

Si interessi inoltre ai genitori dei confratelli e li senta particolarmente uniti alla comunità [69] .

   

177. Quando muore un confratello il direttore scriva per tempo la lettera mortuaria. Ne mandi alcuni esemplari alla segreteria generale, alle ispettorie e comunità interessate, alle comunità formatrici [70] .

   

178. Tenga ordinato e aggiornato l’archivio e rediga o faccia redigere la cronaca della casa [71] .

   

179. Consapevole di appartenere alla comunità ispettoriale informi con semplicità e chiarezza l’ispettore sull’andamento della comunità [72] .

   

180. La frequenza delle riunioni del Consiglio locale sarà determinata dal Consiglio stesso, ma sia almeno mensile. Il Consiglio dovrà essere convocato inoltre ogni qualvolta il direttore io ritenga necessario o dietro richiesta di almeno un terzo dei suoi membri.

Siano notificati in anticipo gli argomenti da trattare. Si rediga il verbale che sarà firmato dal direttore e dai membri del Consiglio e conservato nell’archivio.

Il direttore dia le dovute informazioni ai confratelli sulle decisioni di interesse comune.

I membri del Consiglio ricordino che nelle decisioni prese sono solidali e che, in ogni caso, sono obbligati in coscienza al rispetto delle persone e alla discrezione circa gli argomenti trattati [73] .

   

181. Dove non c’è il Consiglio locale, il direttore dovrà consultare l’ispettore nei casi in cui secondo le Costituzioni è richiesto il parere e il consenso di detto Consiglio [74] .

   

182. Il vicario è di solito responsabile di uno dei principali settori delle attività educative e pastorali della comunità.

Ordinariamente però l’ufficio di vicario non sia abbinato a quello di economo.

La comunità venga informata dei compiti abituali del vicario, di cui all’articolo 183 delle Costituzioni [75] .

   

183. La nomina del vicario, dell’economo e dei responsabili dei principali settori di attività della comunità è fatta dall’ispettore. Per la nomina del vicario e dell’economo udrà il parere del direttore [76] .

   
L’Assemblea dei confratelli

184. I principali compiti e doveri dell’Assemblea dei confratelli nei riguardi della comunità sono:

  1. ricercare i mezzi atti a stimolare la vita religiosa e apostolica;
  2. individuare ed esaminare i problemi più importanti;
  3. programmare annualmente la vita, le attività, l’aggiornamento e farne la revisione;
  4. partecipare alla elaborazione del progetto educativo pastorale;
  5. informarsi e riflettere sulla situazione economica, anche in vista della povertà comunitaria.

La frequenza di convocazione è determinata dall’Assemblea stessa, ma sia almeno di tre volte all’anno [77] .

   
XIII. L’amministrazione dei beni temporali

Norme generali

185. Ove se ne veda la necessità, siano costituite, ai vari livelli, consulte di confratelli perché diano orientamenti e consigli nella soluzione dei problemi amministrativi, nella compilazione e nell’esame dei bilanci preventivi e consuntivi, nell’elaborazione di programmi economici e nella realizzazione di progetti edilizi. In ciò esse si avvalgano anche di professionisti non salesiani

   

186. Per poter disporre di personale competente nel settore amministrativo, si organizzino periodicamente, nell’ambito di un’ispettoria o di gruppi di ispettorie, corsi di specializzazione per economi

   

187. Il danaro che nelle gestioni ai vari gradi eccede l’immediato impiego sia convenientemente depositato in banche su conti intestati al nome non di una persona fisica, ma di enti o di istituzioni della Società. Questi conti abbiano tre o almeno due firme depositate, con la possibilità di operare separatamente. Quando il superiore responsabile lo riterrà opportuno si opererà solo congiuntamente [78] .

   

188. Sono vietate le seguenti operazioni in favore di terzi: concedere prestiti, dare garanzie, assumere obbligazioni, avallare o emettere cambiali di favore, gravare di ipoteche beni della Società e simili

   

189. In relazione al personale esterno, è doveroso tenere in regola i documenti di assunzione, ottemperando a tutti gli adempimenti previdenziali, assistenziali e assicurativi, in conformità con le leggi vigenti nel paese e stabilendo per ciascuno la giusta retribuzione.

È pure necessario stipulare e tenere aggiornati i contratti assicurativi contro eventuali danni agli immobili, alle cose e alle persone, nei modi ritenuti convenienti dai superiori competenti

   

190. È demandata ai Capitoli ispettoriali la formulazione di norme dettagliate circa l’amministrazione ispettoriale e locate. In particolare si daranno direttive:

  1. sul protocollo, l’archivio amministrativo per gli atti pubblici, convenzioni, testamenti, registri, libri di oneri, inventari, ecc.;
  2. sulla documentazione patrimoniale, la custodia dei valori e di documenti importanti;
  3. sui legati di culto e le borse di beneficenza;
  4. sulla contabilità e l’unificazione amministrativa dei vari settori di un’opera;
  5. sui rapporti economici tra parrocchia e casa in conformità con il diritto universale e con le Costituzioni;
  6. e ogni altra norma che l’esperienza locale suggerisce.

Il Capitolo ispettoriale può delegare questo compito all’ispettore con il suo Consiglio [79] .

   

191. Il socio che contrae debiti o qualunque altra obbligazione, senza la autorizzazione dell’autorità competente, ne è il solo responsabile, qualunque sia l’ufficio da lui ricoperto. La Società, l’ispettoria, la casa non assumono alcun impegno al riguardo.

L’ente, ispettoria o casa, che contrae un mutuo, anche se autorizzato, è il solo che ne

risponde per l’ammortamento: tale clausola sia inserita nel contratto del mutuo [80] .

   
La direzione generale

192. L’economo generale sovrintende per tutta la Società alle operazioni segnalate all’articolo 188 delle Costituzioni.

Controlla le amministrazioni delle ispettorie e delle case, esamina in particolare il rendiconto annuale, trasmesso secondo le indicazioni dell’articolo 196 dei Regolamenti generali.

Rende conto della sua amministrazione al Rettor Maggiore e al suo Consiglio almeno una volta all’anno e ogni volta che ne venga richiesto [81] .

Le ispettorie
   

193. L’economo ispettoriale amministra i beni non appartenenti a una determinata casa dell’ispettoria e quelli affidati dai soci alla Congregazione; sovrintende e controlla l’amministrazione di ciascuna casa. Egli esercita questo suo compito alle dipendenze dell’ispettore, il quale deciderà, con il consenso del suo Consiglio, sulle operazioni contemplate all’articolo 188 delle Costituzioni e su altre di notevole importanza [82] .

   

194. L’economo ispettoriale si intenderà con l’ispettore:

  1. nell’aiutare gli economi locali per l’esatto espletamento del loro compito e coordinarne le iniziative a livello ispettoriale;
  2. nell’esaminare in apposite visite lo stato patrimoniale delle case, il modo con cui procede l’amministrazione e vengono curate la manutenzione e le condizioni igieniche degli ambienti;
  3. nel convocare una riunione annuale degli economi locali;
  4. nell’esigere l’invio tempestivo del rendiconto amministrativo annuale e i rapporti periodici su moduli appositamente loro inviati;
  5. nel ritirare dalle case i contributi di cui all’articolo 197 dei Regolamenti generali [83] .
   

195. Rientra pure nei diritti e doveri dell’economo ispettoriale il controllo su tutti i lavori edilizi dell’ispettoria, anche quando questi riguardano una casa già esistente e si devono eseguire sotto l’assistenza dell’economo locale e la responsabilità del direttore [84] .

   

196. Sia sollecitudine dell’economo ispettoriale informare periodicamente della sua gestione l’ispettore e il suo Consiglio e redigere ogni anno il bilancio preventivo e consuntivo per la debita approvazione.

il consuntivo comprenderà il movimento finanziario e la situazione patrimoniale dell’ispettoria con un riassunto dei rendiconti delle singole case; di esso sarà trasmesso copia all’economo generale, firmata dall’ispettore e dal suo Consiglio [85] .

   

197. L’ispettore con il consenso del suo Consiglio stabilirà i contributi richiesti dai bisogni dell’ispettoria, li notificherà alle case e farà ritirare il danaro che risultasse eccedente.

Predisporrà un piano periodico di solidarietà economica fra tutte le case dell’ispettoria per aiutare quelle più bisognose e per far fronte a lavori ed acquisti straordinari programmati in sede di capitolo ispettoriale.

Provvederà inoltre alla solidarietà verso la Comunità mondiale, specie nei momenti e modi sollecitati dal Rettor Maggiore e suo Consiglio [86] .

   
Le case

198. La gestione dei beni materiali della casa è affidata all’economo

locale che agirà alle dipendenze del direttore e del suo Consiglio.

Qualsiasi movimento economico e finanziario dei vari settori della casa, anche quello del direttore, deve far capo all’ufficio amministrativo, che sarà organizzato proporzionalmente alla sua importanza e complessità.

Anche i confratelli incaricati di opere, che per statuto o convenzione hanno un Consiglio di amministrazione a sé stante, sono tenuti a rendere conto della loro gestione ai superiori religiosi. Tale norma va seguita anche quando esiste una amministrazione distinta fra la comunità e l’opera [87] .

   

199. È compito dell’economo tenere con diligenza e precisione l’amministrazione.

D’intesa col direttore provvederà agli acquisti; avrà cura del personale esterno e dei contratti assicurativi; vigilerà perché si evitino abusi e sprechi di ogni genere; curerà l’arredamento e manterrà i locali semplici, funzionali, ordinati e puliti.

Il direttore si renderà conto frequentemente di tutta la situazione economica della casa [88] .

   

200. Fermo restando quanto disposto dall’articolo 188 delle Costituzioni, il direttore e l’economo non apporteranno modifiche, né affronteranno soluzioni di problemi economici, né prenderanno altre iniziative di notevole importanza senza il consenso del Consiglio locale e senza l’autorizzazione dell’ispettore e del suo Consiglio [89] .

   

201. Il direttore e l’economo saranno solleciti nel soddisfare i doveri finanziari verso l’ispettore nella misura stabilita, e trasmetteranno a lui il sopravanzo dell’esercizio annuale in ottemperanza all’articolo 197 dei Regolamenti generali [90] .

Porranno inoltre particolare attenzione nell’assolvere gli impegni assunti e nel pagare i debiti contratti sia con le opere salesiane che con gli esterni

   

202. L’economo si terrà sempre pronto a presentare la sua gestione al direttore e al Consiglio. Renderà conto all’ispettore e all’economo ispettoriale della sua amministrazione annualmente e ogni volta che ne sarà richiesto.

Nei modi e nei tempi opportuni, specie in sede di programmazione e di bilanci, interesserà tutta la comunità alla situazione economico - finanziaria, ordinaria e straordinaria della casa [91] .

   
[1] cf. Cost 59.126
[2] cf. Cost 127
[3] cf. Cost 127
[4] cf. Cost 131.132
[5] cf. Cost 133
[6] cf. Cost 144
[7] cf. Cost 143.150
[8] cf. Cost 150
[9] cf. Cost 150
[10] cf. Cost 151,8
[11] cf. Cost 151,8
[12] cf. Cost 150
[13] cf. Cost 150
[14] cf. Cost 151,8
[15] cf. Cost 150
[16] cf. Cost 150
[17] cf. Cost 150
[18] cf. Cost 151
[19] cf. Cost 150
[20] cf. Cost 141.153
[21] cf. Cost 141.153
[22] cf. Cost 141.153
[23] cf. Cost 153
[24] cf. Cost 153
[25] cf. Cost 153
[26] cf. Cost 153
[27] cf. Cost 153
[28] cf. Cost 150
[29] cf. Cost 140.154
[30] cf. Cost 140.154
[31] cf. Cost 140.154
[32] cf. Cost 154
[33] cf. Cost 155
[34] cf. Cost 155
[35] cf. Cost 155
[36] cf. Cost 155
[37] cf. Cost 162
[38] cf. Cost 161
[39] cf. Cost 161
[40] cf. Cost 161
[41] cf. Cost 5.161
[42] cf. Cost 47.161
[43] cf. Cost 162
[44] cf. Cost 160
[45] cf. Cost 162
[46] cf. Cost 161.162
[47] cf. Cost 167
[48] cf. Cost 164
[49] cf. Cost 165
[50] cf. Cost 157.165
[51] cf. Cost 165
[52] cf. Cost 164
[53] cf. Cost 162-164
[54] cf. Cost 173
[55] cf. Cost 173
[56] cf. Cost 173
[57] cf. Cost 173
[58] cf. Cost 173.174
[59] cf. Cost 173
[60] cf. Cost 171
[61] cf. Cost 172.173
[62] cf. Cost 123
[63] cf. Cost 177
[64] cf. Cost 177
[65] cf. Cost 55.176
[66] cf. Cost 55.176.186
[67] cf. Cost 176
[68] cf. Cost 55.176
[69] cf. Cost 55.176
[70] cf. Cost 176
[71] cf. Cost 176
[72] cf. Cost 176
[73] cf. Cost 178.181
[74] cf. Cost 182
[75] cf. Cost 183
[76] cf. Cost 179.180
[77] cf. Cost 186
[78] cf. Cost 187
[79] cf. Cost 171
[80] cf. Cost 190
[81] cf. Cost 139.188
[82] cf. Cost 169.190
[83] cf. Cost 169.190
[84] cf. Cost 169.190
[85] cf. Cost 169.190
[86] cf. Cost 76.190
[87] cf. Cost 184.190
[88] cf. Cost 176.184.190
[89] cf. Cost 184.190
[90] cf. Cost 176.184.190
[91] cf. Cost 184.190
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