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Godzina z Papieżem Benedyktem XV
Adhortacja Papieża o modlitwie o pokój.
Zadowolony z tej potrzeby mojego serca, która twierdziła, że macie was wszystkich, lub najbardziej umiłowanych, ze mną zjednoczonym w ofierze i modlitwie, przechodzę, aby dać wam pewne wiadomości, które mam nadzieję powrócą do naszej wspólnej zachęty i pocieszenia.
Nasz Czcigodny Założyciel zawsze uważał Wikariusza Jezusa Chrystusa za świetlistą latarnię, która miała kierować Jego krokami i nauczała nas słowem i przykładem, aby Go kochać, bronić Jego autorytetu i przyjmować Jego nauki z najwyższym szacunkiem iz najbardziej skrupulatnym posłuszeństwem. Jeśli my, wierni temu nauczaniu, kochamy Papieża, tak jak czułe dzieci kochają swojego ojca, musimy radować się ze świętą radością, wiedząc, że najmądrzejszy nowy Papież Benedykt XV również bardzo kocha nasze pokorne Towarzystwo i wszystkich jego członków.
I nie waham się oznajmić wam, najdrożsi, że obecny Ojciec Święty kocha nas silną miłością i upodobaniem. Miałem oczywisty dowód na to w bardzo serdecznej prywatnej audiencji udzielonej mi przez Benedykta XV rankiem 14 października .. W tej niezapomnianej godzinie, która trzymała mnie u jego boku, nie tylko poczułem niewysłowioną satysfakcję, jaką czuje serce wierzącego przedtem Najwyższemu Pasterzowi, nieomylnemu Mistrzowi, Wikariuszowi Jezusa Chrystusa, ale cieszyłem się również tą głęboką radością, którą syn odczuwa w obecności swego najbardziej pożądanego ojca, serca pokornego beneficjenta, który może zapłacić swemu pierwszemu dobroczyńcowi, wierzę, Drodzy, ten sam Ksiądz Bosko, który tak bardzo kochał Papieża,
Gdy tylko został dopuszczony do swojej dostojnej obecności, pokornie upadłem na twarz, aby pocałować jego stopę, ale Ojciec Święty powiedział do mnie z wielką dobrocią: pozwalam mu tylko na ten czas i natychmiast kazałem mi usiąść obok niego.
Przede wszystkim przypomniał mi z wielką sympatią, jak kilka chwil po swoim wyborze, za pośrednictwem Najświętszego Cesarza Kardynał Maffi wysłał jedno ze swoich pierwszych błogosławieństw dla Następcy Ks. Bosko i dla całego Pobożnego Salezjańskiego Towarzystwa. Ukazał samozadowolenie, jakie poczuł, przyjmując na pierwszym konsystorzu, który odbył, pierwszą rytualną postulację do sprawy beatyfikacji i kanonizacji naszego Założyciela Wenus, i pogratulował dobra, które Dzieło Ks. Bosko czyni dzięki łasce. Boga, w każdej części. I dodał z głęboką satysfakcją: więcej biskupów, którzy mają domy salezjańskie w swoich diecezjach, przemówiło do mnie bardzo dobrze!
Powiedział, że przeczytał w Osservatore Romano funkcję celebrowaną dla pokoju i zgodnie z intencją Ojca Świętego 24 września w drogim Sanktuarium Naszej Pomocy Chrześcijan. Dodając, że zamierzano powtórzyć to 24 dnia każdego miesiąca przez stulecie:
- Tak, tak, przerwał mi, kontynuuj! Są to funkcje, które działają dobrze; stymulują częstotliwość sakramentów. Polecam wam co miesiąc udzielać Apostolskiego Błogosławieństwa wszystkim, którzy wezmą udział w moim imieniu.
Długo rozmawialiśmy o wielu innych sprawach dotyczących Zgromadzenia i Misji, dali mi szczególne łaski za dobre zarządzanie naszym Towarzystwem i szczególne błogosławieństwo dla wszystkich salezjanów. Wreszcie pozwolił Augustie, sekretarzowi kapituły i prokuratorowi generalnemu, który mi towarzyszył, na zapoznanie się z jego obecnością, a wraz z nimi pozostał nieco w przyjaznej rozmowie. Bawiąc się w południe, miał uprzejmość recytować z nami Anioł Pański, po czym ponownie pobłogosławił nas i obficie nas pobłogosławił.
Vi è noto come il S. Padre il 25 maggio u. s. abbia scritto all'Era. Card. Decano del S. Collegio: « Noi esortiamo tutti i figli della Chiesa Cattolica a praticare insieme a Noi per tre giorni consecutivi o disgiunti, secondo la scelta di ciascuno, uno stretto digiuno ecclesiastico, e concediamo che questa pia pratica di cristiana mortificazione valga a far lucrare, con le solite condizioni, l'indulgenza plenaria, applicabile anche alle anime del Purgatorio ».
Ove si giunga ancora in tempo, per una certa conformità, suggerisco che a cominciare da venerdì 11 giugno, festa del S. Cuore di Gesù, dai Confratelli e possibilmente anche dai giovani, si pratichi, per tre venerdì consecutivi, tale digiuno stretto. Al mattino poi o alla sera di tali giorni si dia la benedizione col Santissimo, previo il canto del Miserere e la recita della preghiera per la pace, composta dal S. Padre.
Dove si può si faccia intervenire eziandio il pubblico e i fedeli tutti si stimolino a ricevere i Sacramenti della Confessione e Comunione per lucrare l'indulgenza plenaria. Dal Cuore Sacratissimo di Gesù, onorato in modo particolare in questo mese, imploriamo la sospirata pace e intanto la protezione sopra i nostri confratelli sui campi di battaglia.
Di questo zelo apostolico a cui dobbiamo ispirarci, abbiamo avuto in questi giorni un altro esempio luminoso in quel grande Figlio di D. Bosco, qual'è il nostro Em.mo Cardinale Cagliero.
Con la morte del Card. Boschi si era resa vacante la Sede Suburbicaria di Frascati, una delle sei Sedi riserbate agli Em.mi Cardinali dell'Ordine dei Vescovi. S. S. Benedetto XV, che stima altamente le belle doti del nostro Em.mo Cardinale, sapendolo sempre animato da un ardente zelo per le anime, si degnò proporlo, nonostante la di lui età avanzata, a succedere all'Em.mo Card. Boschi nella Sede di Frascati, e così il nostro Em.mo Cardinale Cagliero optando per quella Sede passò nel numero dei Cardinali Vescovi.
L'alto onore, che deriva al nostro Em.mo Cardinale da quest'atto del Romano Pontefice, e la stima grandissima che S. S. Benedetto XV gli ha dimostrato in questa solenne circostanza, e che gli espresse pubblicamente con lusinghiere parole dopo il Concistoro Segreto del 16 c. m. mentre sono una 'novella prova dello zelo instancabile per la salute delle anime di questo grande Figlio di D. Bosco, devono pur essere per noi tutti forte incitamento a seguire animosi queste nobili tracie, che sono quelle stesse del nostro Ven. Padre.
(Don Albera XXXVIII)
Se debbo esprimervi tutto quello che passa nell'animo mio in questo istante, vi dirò che, tra i doveri che m'incombono per l'ufficio assegnatomi dalla Divina Provvidenza, uno di quelli da cui ricevo maggior conforto è indubbiamente questo di prostrarmi ai piedi del Papa, per dirgli che tutti i Salesiani e tutte le Figlie di Maria Ausiliatrice nutrono per lui quei medesimi sentimenti di devozione profonda e illimitata che nutriva il nostro Ven. Padre. E se il paterno affetto che sento per ciascuno di voi in parti, colare non mi fa velo, mi pare di poter affermare con tutta verità che realmente nei due rami della grande famiglia di D. Bosco il Papa occupa sempre il posto veneratissimo di Supremo Superiore, che gli è assegnato dalle nostre Costituzioni ( art. 33 ), anzi, più che di Superiore, di Padre amato.
É questa un'impronta che D. Bosco volle dare alla nostra umile Società, trasfondendo in essa quei sentimenti che traboccavano dal suo cuore; e noi possiamo andare orgogliosi di averla mantenuta sempre intatta, e di avere concorso a diffondere, dovunque l'opera nostra potè giungere, la divozione e l'attaccamento alla S. Sede Apostolica.
Il Santo Padre conosce molto bene questa nostra prerogativa, e forse è da attribuire a ciò la singolare e paterna benevolenza con cui si è sempre degnato di accogliere il Superiore dei Salesiani. L'ultima volta che mi fu dato dí prostrarmi alla sua presenza, io mi sentivo avvinto a lui da un legame di così forte e profonda gratitudine, che mi pareva di non essere di fronte alla dignità più sublime che esista sulla terra, quella cioè di Vicario di Gesù Cristo, ma vicino ad un Padre, ad un Benefattore, che con bontà ed amabilità seri7a pari si occupava dei molteplici interessi concernenti la nostra famiglia.
Egli di tutto si mostrò informato, e mentre visibilmente manifestava la sua paterna compiacenza per l'attività instancabile che i Figliuoli e le Figliuole di D. Bosco vanno svolgendo a benefizio di tanta gioventù, con singolare tratto di bontà voleva conoscere le difficoltà di vario genere che, oggi soprattutto, si oppongono allo sviluppo e all'efficacia dell'opera provvidenziale del nostro Ven. Padre.
Io mi sentii grandemente confortato da un'accoglienza così affettuosa e festevole, e pensavo: « Oh! se fossero qui presenti quanti formano la famiglia salesiana, quale incitamento non ne riceverebbero a lavorare sempre più a vantaggio di tante giovani anime, sull'esempio di D. Bosco! »
Il sapere che l'opera nostra, nonostante le nostre manchevolezze, con la protezione della Vergine Ausiliatrice prpduce un po' di bene alle anime, e risponde sempre a quei fini di sublimé carità che D. Bosco ebbe nell'iniziarla; il sapere ch'essa è apprezzata dai buoni, e impone rispetto anche a coloro che sventuratamente non conoscono la bellezza e la bontà degl'insegnamenti di Gesù Cristo, senza dubbio un grande conforto per noi, e insieme un incitamento efficace ad essere costanti e assidui in questa missione di bene.
Ma quando l'approvazione, il gradimento, gli attestati di stima ci vengono direttamente da Colui che, per la potestà somma di cui è rivestito, è il solo che possa renderci sicuri che camminiamo sulle orme del nostro Ven. Padre, e che l'opera nostra è benedetta da quel Dio di cui egli è il rappresentante sulla terra; allora e cuore e spirito si sentono incitati non solamente a proseguire nel faticoso lavoro dell'apostolato salesiano, ma anche a mettere in esso tutto il loro entusiasmo e fervore.
Questo entusiasmo io lo provai in quei soavi momenti in cui dalla sovrana degnazione del S. Padre mi fu concesso di stare alla sua presenza; ed è per questo che avrei voluto che tutti voi vi foste trovati ai suoi piedi insieme con me: avreste sentito anche voi in egual misura tale entusiasmo santo, che sarebbe stato un gradito compenso e sollievo alle vostre fatiche.
Ma se non vi fu concesso di attingere direttamente dalla Cattedra Apostolica questo novello vigore, io supplico la Vergine Ausiliatrice che ve lo infonda Lei quando sentirete a leggere queste mie povere parole, che non possono certo riprodurre appieno i miei sentimenti.
E, per meglio disporre a ciò l'animo vostro, gioverà che ripen= siate al salutare influsso che riportava D. Bosco da ogni sua visita al Sommo Pontefice. Noi tutti conosciamo le difficoltà senza numero che il nemico del bene suscitava attorno al nostro Ven. Padre, per impedire che l'opera sua avesse a sorgere e a prosperare. Nonostante gli aiuti particolari del Cielo e la costante assistenza della Vergine Ausiliatrice, egli doveva lottare incessantemente; e spesso, quando questa lotta si faceva più aspra, insidiosa ed accasciante, egli sentiva il bisogno di correre a Roma, di gettarsi ai piedi del Papa, per avere da lui la parola autorevole del conforto, e l'assicurazione che l'opera sua era veramente voluta da Dio.
Rinfrancato in tal modo, era solito scriver subito una lettera da Roma ai suoi amati figliuoli, per trasfondere in loro i suoi sentimenti, l'energia novella onde traboccava l'animo suo, e per invitarli tutti a inalzare fervide preghiere per il Papa, in segno di profonda gratitudine per il benefizio ricevuto.
Per D. Bosco, il Papa era una sorgente inesauribile di attività e di bene: dal Papa egli attingeva il coraggio indomito nelle sue sante imprese, la costanza incrollabile nel fare il bene, anche quando ostacoli sopra ostacoli gli attraversavano la via. D. Bosco per il Papa soffri assai, e ancor più era pronto a soffrire. Dal Papa egli cercava sopratutto una cosa: la certezza che tutto il suo operato, le sue iniziative di bene, le molteplici opere di apostolato, lo spirito informatore del suo nascente Istituto, rispondessero pienamente alle direttive e ai desideri del Vicario di Gesù Cristo; perchè, diceva, quando abbiamo l'approvazione del Papa, abbiamo l'approvazione di Dio; quando il Papa è contento di noi, lo è pure Iddio.
Cosi anche noi, che ci gloriamo di chiamarci figli di Don Bosco, dobbiamo al par di lui nutrire costantemente nel nostro spirito questi sentimenti d'illimitata e indefettibile sudditanza e devozione filiale verso il Sommo Pontefice, e rallegrarci sapendo che
il Papa è pienamente soddisfatto dell'opera nostra, per quante umile ancora e manchevole.
Questo egli mi ripetè più volte, durante l'udienza che si degne concedermi; e questo io ripeto a voi, lusingandomi che la mia voce, come eco di quella paterna e benevola del S. Padre, risuoni nell'anima vostra e nel vostro cuore, e vi susciti quei sentimenti di affetto sempre più profondo e di gratitudine sempre più sentita, che io stesso ebbi a provare.
Vi dirò ancora un'altra cosa che vi farà certo molto piacere. Il motivo principale per cui egli si dichiarava soddisfatto delle Opere Salesiane, e si mostrava sicuro ch'esse avessero sempre a mantenersi, come per il passato, degne della sua stima, era questo, ch'egli vedeva sempre vivificati dallo spirito del loro grande Fondatore i due Istituti che formano la famiglia salesiana.
A me parve allora di sentire nelle sue parole come l'eco di quelle del grande Pio IX, che il nostro buon Padre ha riferite nella sua Prefazione alle Costituzioni: « Se i Salesiani, senza pretendere di migliorare le loro Costituzioni, si studieranno di osservarle con precisione, la loro Congregazione sarà ognor più fiorente ». Nelle Costituzioni infatti potete esser certi che si contiene, meglio che altrove, lo spirito genuino di Don Bosco.
Questa assicurazione del Santo Padre, la quale, con grande conforto, è venuta a dare un'autorevole conferma alle calde raccomandazioni che spesso io vi rivolgo di essere tutto custodi gelosi dello spirito del nostro Ven. Padre, sia a tutti di efficace incitamento ad osservare in modo sempre più perfetto le nostre Costituzioni, per meritarci sempre la stima e l'approvazione del Santo Padre.
Il nostro Em.mo Cardinal Cagliero fu un altro oggetto a cui il Papa nella sua squisita bontà dedicò un'attenzione tutta particolare. Egli ebbe parole di viva compiacenza per lo zelo di cui il Cardinale si mostra sempre animato, nonostante la sua età avanzata e le gravi fatiche già sostenute a pro delle anime e in servizio della Chiesa. Veramente pare che D. Bosco abbia voluto stampare una più vasta orma del suo spirito in questo suo degno figlio, che fu uno dei primi a darsi tutto a lui, e a lasciarsi plasmare da lui interamente. Quando si tratta di lavorare per il bene delle anime, egli mostra ancora un ardore giovanile; e io stesso fui testimone di questa sua infaticabile operosità, in occasione del suo solenne ingresso nella Diocesi di Frascati, avvenuto il 16 gennaio scorso (1). Oh! non limitiamoci ad una sterile ammirazione: sappiamo imitare i buoni esempi di zelo e di attività salesiana che ci ha lasciati il nostro Ven. Padre, e che si rinnovano continuamente sotto i nostri occhi per opera dei più grandi tra i suoi figli.
Il Santo Padre si degnò altresì di ricordare con lusinghiere parole di encomio l'opera benefica e salutare che indefessamente va compiendo a benefizio delle fanciulle del popolo, l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Riconobbe con paterno compiacimento che anche questo benemerito Istituto è saldamente fondato sullo spirito di carità, di zelo e di sana operosità del nostro Ven. Padre; e rallegrandosi del suo sviluppo sempre crescente, espresse la viva speranza che con tale spirito continuasse infaticato a formare delle maestre veramente cristiane, e ad impartire una soda educazione religiosa a tante povere fanciulle. Aggiunse che si ripromette immensi vantaggi per il bene dello stesso Istituto. A questo mira sopratutto la nomina del Superiore dei Salesiani a Delegato Apostolico per l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
(1) Si porta a conoscenza dei Confratelli che S. Em. il Card. Cagliero continua a risiedere a Roma (21), Via Marsala, 42: quivi perciò gli dev'essere indirizzata la corrispondenza.
Non posso dirvi poi quanto abbia gioito l'animo mio per la benigna accoglienza fatta dal Santo Padre ad un esemplare della « Vita di Don Bosco », da me umilmente offertogli in dono; tanto da sfogliarlo con interesse alla mia stessa presenza. Con questo atto di alta degnazione mi parve ch'egli partecipasse più intimamente a quanto vi è di più caro nella nostra vita di Salesiani, e quasi volesse dirmi: « Ohl ripetete a tutti i Salesiani che il Papa vuole tanto bene a D. Bosco: tanto quanto glie ne volle ro Pio IX, Leone XIII e Pio X! ».
Egli mi disse ancora che numerose istanze gli vengono presentate direttamente, affinchè con la sua autorità voglia indurre il Superiore dei Salesiani ad accettare nuove fondazioni; e aggiunse che se da un lato queste insistenze gli fanno piacere, come un attestato di stima ai figli di D. Bosco, dall'altro egli sa che questi non si risparmiano, e fanno già quanto è in loro potere per ben coltivare il vastissimo campo affidato alle loro fatiche; e che farebbero di più se potessero disporre d'un maggior numero di braccia.
Miei cari confratelli: di fronte a così insigni prove di bontà e di benevolenza con cui il S. Padre si' è degnato di onorarci, noi non ci mostreremmo buoni figli di Don Bo'sco, se ci limitassimo ad un semplice sentimento di compiacenza, e non procurassimo di corrispondervi con un maggior impegno nel conformarci al fine per cui abbiamo abbracciato la vita salesiana.
Accettiamo dunque in spirito di umile riconoscenza questi segni di stima e di benevolenza, con la persuasione che essi, per la somma bontà del S. Padre, sono assai superiori ai nostri meriti. E ringraziando con fervore Iddio che in tempi così tristi ha voluto confortarci con incoraggiamenti così lusinghieri, studiamoci di conservare sempre in noi, nelle nostre comunità, in tutto il nostro Istituto lo spirito di lavoro e di zelo per il bene della gioventù, lo spirito di disciplina e di pietà ch'è baluardo della nostra vocazione, lo spirito di carità e di dolcezza che deve cementare ognor più la cordiale unione tra di noi, e attrarre altre anime a unirsi generosamente alle nostre file sotto la bandiera di D. Bosco. Se opereremo in tal modo, D. Bosco ci sorriderà dal Cielo, e potremo sempre meritare queste particolari benedizioni del Signore.
Prima di chiudere questo mio scritto, vi annuncio con vero piacere che la preghiera a Maria SS. Ausiliatrice, quale siamo soliti a recitare ogni giorno dopo la meditazione, fu arricchita dalla S. Sede di nuove e numerose indulgenze, parziali e plenarie. Ne troverete il testo autentico, quale fu indulgenziato, in altra parte degli Atti; e d'ora innanzi nella recita in comune userete il nuovo testo, differente dall'antico solo per una lievissima modificazione, che troverete notata in carattere corsivo, e che fu introdotta per fare partecipi delle nostre preghiere anche i carissimi nostri ex-allievi, che ce ne fecero pubblica e calda preghiera. Osservo che, se si vogliono lucrare le indulgenze suddette, bisogna servirsi del testo nuovo, e non più dell'antico. Questo prezioso tesoro spirituale, che la Santa Sede ha benignamente aperto in nostro favore, ci sproni a ricorrere con maggior frequenza e fervore alla nostra cara Madre Maria SS. Ausiliatrice, e a diffonderne sempre più il culto.
Un'ultima raccomandazione mi sta a cuore di farvi. Nello scorso luglio il S. Padre Benedetto XV emanava il Motu proprio « Bonum sane », con cui prescriveva a tutto l'Episcopato cattolico che entro l'anno, a cominciare dall'8 dicembre 1920, indicesse solenni feste giubilari in onore del grande Patriarca S. Giuseppe, ricorrendo il 50° anno da che l'angelico Pio IX lo dichiarava solennemente Patrono della Chiesa universale.
A tutti noi, che nutriamo una tenera divozione a questo gran Santo, che D. Bosco volle come uno dei celesti protettori della nostra Pia Società, deve tornare quanto mai gradita questa solenne ricorrenza, al fine di attestare al Santo Patriarca la nostra perenne gratitudine per la celeste protezione accordata alla nostra Congregazione, per rinnovarci nella fervorosa divozione verso di Lui, e per corrispondere il meglio possibile ai desiderii del S. Padre.
Sia pertanto nostro impegno di celebrare con grande fervore il mese a lui consacrato, sopratutto onorandolo con una costante imitazione delle sue virtù caratteristiche, della sua fede viva e inconcussa, del suo amor di Dio spinto fino al sacrifizio, della sua umiltà profonda, del suo totale distacco dalle cose della terra e dalle proprie comodità. E col nostro esempio trasciniamo anche i nostri cari giovani a tale imitazione.
Una cura particolare si abbia per gli artigiani, riattivando tra essi, nel miglior modo possibile, la Compagnia di S. Giuseppe, affinchè possa divenire anche un semenzaio di buone vocazioni, delle quali abbiamo si urgente bisogno. Il Santo Padre, indicendo queste solenni onoranze giubilari a S. Giuseppe, ha inteso particolarmente di incitare la classe operaia a mettersi sotto la protezione di Lui, che fu insieme umile operaio e padre putativo del Divin Redentore, e a seguirne le orme; sicchè abbia ad essere scongiurato il pericolo dei fatali rivolgimenti che di quando in quando minacciano di abbattere ogni ordine stabilito.
Noi che siamo educatori di operai, seguendo gli esempi di D. Bosco e conformandoci ai desideri del Santo Padre, facciamo del nostro meglio per infondere in essi lo spirito di questo perfetto modello di santo e di operaio insieme: faremo cosa opera meritoria di fronte alla Chiesa e alla società civile.
Perchè poi il nostro concorso a queste solenni onoranze sia più vivo ed efficace, è mio desiderio che la festa del Patrocinio di S. Giuseppe venga celebrata quest'anno in tutte le nostre Case ed Oratorii festivi col più grande splendore possibile, facendovi-. precedere, se si può, un triduo solenne con predicazione.
Od Świętego Patriarchy gorąco wzywamy stałej i skutecznej ochrony całego Kościoła, Najwyższego Papieża, wszystkich dzieł Księdza Bosko, aw szczególności naszego pobożnego społeczeństwa, Instytutu Córek Maryi Wspomożycielki, w sprawie pobożnej Unii Współpracowników; i wreszcie bardzo szczególna pomoc dla dobrego rezultatu przyczyn beatyfikacji naszych sług Bożych.
Przekazując wam teraz z wielkim uczuciem błogosławieństwo Ojca Świętego, oddaję się waszym modlitwom i zawsze tam jestem