(ACG 413) PREMESSE
DOCUMENTO
CONTENUTI
ALTRE DELIBERAZIONI
FOTOGRAFIE
Contesto ecclesiale
Contesto congregazionale
Cosa si intende per
radicalità?
Obiettivi del CG27
Il suo valore
Come leggere il documento
Schema del documento
Ascolto
Lettura
Cammino PREMESSE
Contesto Ecclesiale
Evangelii Gaudium” (24.11.2013): parla con immagini
"La gioia del Vangelo riempie il cuore e tutta la vita ”
"Esistono cristiani che sembrano aver scelto di vivere una Quaresima senza Pasqua " (6)
"Una Chiesa in uscita " (20)
"Gli evangelizzatori portano con se l’odore della pecora" (24)
"Il vescovo, alle volte, si pone davanti al popolo, altre volte si mantiene
semplicemente in mezzo a tutti, ed in alcune circostanze, dovrà camminare dietro al
popolo " (31)
" Il vescovo, alle volte, si pone davanti al popolo, altre volte si mantiene
semplicemente in mezzo a tutti, ed in alcune circostanze, dovrà camminare dietro al
popolo " (38)
"Ai sacerdoti, ricordo che il confessionale non dev’essere una camera di tortura, ma
il luogo della misericordia" (44)
"La Chiesa in uscita è una Chiesa con le porte aperte " (46)
"Preferisco una Chiesa accidentata, ferita e infangata per essere uscita nelle strade,
che una Chiesa malata per causa della chiusura e della comodità nello stringersi alle
proprie sicurezze" (49)
"Non ci sia mondanità spirituale " (92)
"Certamente, Maria è più importante dei Vescovi " (104)
"Non lasciamo che ci rubino la forza missionaria" (109) PREMESSE
Contesto congregazionale
CG2
3
1990
CG2
4
1996
CG2
5
2002
CG2
6
1998
2009
La comunità
salesiana
oggi
2015
Educare i
giovani
alla fede
Salesiani e
Laici
Ritornare a
Don Bosco “Da
mihi animas,
cetera tolle”
Ritornare a Don
Bosco “Da mihi
animas, cetera tolle” PREMESSE
Cosa si intende per
radicalità?
Un insieme di esigenze assolute e quasi sempre paradossali, che reggono la vita del
credente. Fu R. Bultmann (1884-1976) che introdusse il termine “radicale” negli studi
biblici, quasi un secolo fa (1921): “Il Gesù dei vangeli come modello di obbedienza
radicale a Dio”.
Il radicalismo evangelico è per tutti i cristiani una esigenza fondamentale e irrinunciabile,
che nasce dalla chiamata di Cristo a seguirlo e imitarlo.
La sua applicazione alla vita consacrata è un fatto relativamente recente, e il suo
contenuto esatto ancora sta aspettando una necessaria spiegazione.
“A VR è una risposta radicale alla sequela di Cristo nell’assunzione dei consigli evangelici
(VC 14, 1996).
“Storicamente, ci potrà essere una successiva varietà di forme, ma non muterà la
sostanza di una opzione che si esprime nella radicalità del dono di se stesso per amore
al Signore Gesù” (VC 3)
PREMESSE
Obiettivo del GC27
“Il tema scelto si riferisce
alla testimonianza della radicalità evangelica, che
trova nel motto “lavoro e temperanza” (cf. Const.
18) una spiegazione del programma di vita e di
azione di Don Bosco, espresso nel “da mihi animas
cetera tolle”… L’obiettivo fondamentale del CG27 è
aiutare ogni confratello a vivere nella fedeltà il
progetto apostolico di Don Bosco.
(Chávez, ACG 413 (2012) DOCUMENTO
Il CG è molto più di un documento.
È una esperienza di grazia della quale ogni capitolare dev’essere un testimone
ritornando alla comunità salesiana di origine.
Abbiamo iniziato il nostro cammino nella Terra Santa Salesiana, luogo del Vangelo
e dei miracoli quotidiani. Siamo stati lì come chi risale il ruscello alla ricerca della
fonte. Riscoprire Don Bosco ci ha aiutato ad approfondire le radici della nostra
vocazione evangelica ed ad incontrare nuovi motivi per vivere con radicalità, come
lui fece, la consegna per il Regno in favore dei giovani più poveri.
Tornando a Roma, abbiamo iniziato i nostri lavori con riflessioni e deliberazioni
impegnative. Il clima fraterno e la ricerca in comunione hanno reso possibile una
tela di relazioni cordiali e sincere tra di noi, che ci hanno aiutato a sperimentare la
ricchezza della interculturalità e la profezia della fraternità vissuta in prima persona.
Dio ci ha dato un padre. Nello stesso momento nel quale esprimavamo il nostro
ringraziamento per il ministero illuminato e fecondo di don Pascula Chàvez
Villanueva, abbiamo percepito che l’elezione di don Angel Fernàndez Artime
come Rettor Maggiore e 10° Successore di Don Bosco è stato un dono della
Provvidenza per tutti noi, per tutta la Famiglia Salesiana e per i giovani. DOCUMENTO
Il suo sorriso aperto e sincero, la sua semplicità, la sua grande umanità e la sua
relazione spontanea con ogni confratello ci ha fatto vedere in lui il volto del padre
promesso: “ Sarà eletto un nuovo Rettor Maggiore che avrà cura di voi e della
vostra salvezza eterna. Ascoltatelo, amatelo, obbeditegli, pregate per lui…” (Don
Bosco).
Momento molto intenso fu l’incontro con il Papa Francesco. La sua parola, sicura e
affettuosa, ci ha toccati nel cuore.
Ci ha chiesto di essere, come Don Bosco, uomini del Vangelo, che vivono la vita
quotidiana con semplicità e consegna, con stile austero e libero.
Ci ha chiesto di andare nelle periferie dove abitano i giovani, ci ha chiesto di non
fare economia di sforzi per dedicare le nostre migliori energie a coloro che non
hanno casa e vivono senza prospettive e senza futuro.
Sì, Francesco ha fatto ardere il nostro cuore salesiano. Il suo abbraccio è stato
l’espressione dell’affetto sincero per i figli di Don Bosco e la nostra emozione nello
stringere la sua mano rinnovò la nostra adesione filiale al Successore di Pietro,
come sempre ha voluto Don Bosco dai suoi salesiani.
di fraternità interculturale
(58 paesi)
CG27 è stata una
Esperienza ecclesiale
(207 partecipanti e 13 invitati, 128 per la prima
volta ad un CG)
di discernimento carismatico
(92 ispettorie)
DOCUMENTO
COME LEGGERE IL
DOCUMENTO CAPITOLARE
Alcune chiavi di lettura per leggere il documento:
Vangelo: La vite e i tralci (Gv 15,1-11) .
Il testo evangelico ha accompagnato i lavori capitolari.
Gesù ci chiede di rimanere profondamente uniti, radicati
nell’amore di Gesù, come fece Don Bosco.
Rimanere, amare e dare frutti: sono tre verbi che
illuminano intensamente i tre nuclei del CG27. La grazia di unità: i tre nuclei non sono compartimenti
stagni, ma un unico dinamismo di amore.
Riaffermiamo la forza del primato di Dio, dal quale
dipende la fraternità e l’efficacia della nostra missione.
“Radicalità” si riferisce alle radici, alla profondità del
cuore, che è esattamente il contrario della superficialità e
della mediocrità.
I tre nuclei – mistici, profeti e servi – formano un unico
movimento di amore con Dio e con i fratelli. Il lavoro è la
concretizzazione del “da mihi animas” e la temperanza è
la concretizzazione dell’ascetica salesiana del “cetera
tolle”.
DOCUMENTO
COME LEGGERE IL
DOCUMENTO CAPITOLARE
Alcune chiavi di lettura per leggere il documento: DOCUMENTO
SCHEMA
Ascolto: gli appelli del mondo, della Chiesa, della Congregazione, dei giovani
Lettura: degli appelli, delle radici e delle cause
Cammino: Dove andiamo, processi da iniziare
“Ascolto – Lettura – Cammino”
sono divisi nei seguenti punti:
Come Don Bosco, in dialogo con il Signore, camminiamo
insieme, mossi dallo Spirito… (MISTICOS)
…facendo esperienza di vita fraterna, come a Valdocco,
disponibili per lavorare con progetti e in collaborazione…
(PROFETAS)
…uscendo nelle periferie, offrendo segni profetici per il bene dei
giovani…(SERVI) “Riconosciamo che il momento storico che stiamo vivendo è un
luogo di incontro con il Signore. Desideriamo, come persone e
comunità, dare il primato a Dio nella nostra vita…il desiderio di
Dio, che sentiamo presente in noi, è vivo nei giovani e nei laici…”
(1)
“Possiamo leggere nella nostra vita che quello che siamo e
facciamo non sempre sembra radicato nella fede, nella
speranza e nella Carità…” (1)
“Siamo grati a Dio per la fedeltà di molti SDB e per la santità
ratificata dalla Chiesa di membri della Famiglia Salesiana…ma
avvertiamo sintomi di autoreferenzialità, che non ci lasciano
uscire da noi stessi per aprirci alle esigenze di Dio e a incontrare
gli altri…” (2)
cresciuto l’impegno nel vivere la nostra vita comunitaria in
forma più autentica…ma incontriamo influssi negativi nelle
comunità…crediamo che il tempo comunitario è tempo “rubato”
alla privacy e alla missione…” (3)
“Il Progetto comunitario e il PEPS sono fatti più che nel
passato…ma rimangono difficoltà nel condividere la missione, nel
lavorare con i laici.. c’è poca assistenza e presenza tra i giovani
e poca formazione per i laici…poca esperienza di lavoro con la
Famiglia Salesiana…” (4)
“La Congregazione si è aperta ai giovani in situazioni di
rischio…manteniamo una certa distanza in rapporto ai
giovani…e all’ambiente digitale…” (5)
“Ci sforziamo nel risignificare e ristrutturare le presenze…ma
abbiamo molte attività, siamo stanchi e frammentati…” (6)
CONTENUTI
Ascolto – Lettura – Cammino
“Le difficoltà che sentiamo nel rispondere alla chiamata di Dio e
per vivere la sequela Christi con radicalità sono dovute alla fragile
convinzione circa la fecondità dei consigli evangelici…il rischio e
di essere considerati solo come agenti sociali…” (7)
“Riconosciamo che la vita comunitaria è uno dei cammini per fare
esperienza di Dio…ma molte volte le nostre relazioni sono formali,
frammentate e poco significative…dobbiamo da una vita in
comune ad una comunione di vita…” (8)
“Sappiamo che dobbiamo vivere l’unione con Dio anche con i
giovani…ma la nostra pastorale è generica…dobbiamo avere più
sintonia con la chiesa locale e con il territorio…vivere il lavoro e la
temperanza…” (9)
Vivendo il PRIMATO DI DIO nella contemplazione del
quotidiano e nella sequela di Cristo;
Costruendo comunità autentiche nelle relazioni e nel
lavoro secondo lo SPIRITO DI FAMIGLIA:
Collocandoci in maniera più decisa e significativa a
SERVIZIO DEI GIOVANI più poveri (10)
Testimoniare la radicalità evangelica con la continua
conversione spirituale, fraterna e pastorale:
Da una spiritualità frammentaria a una spiritualità
unificante, frutto di contemplazione di Dio in Gesù
Cristo e nei giovani.
Da una modo d’essere di chi già si sente formato
all’umile e permanente ascolto della Parola di Dio, dei
fratelli e dei giovani (11)
Per essere MISTICI nello Spirito è necessario
passare:
Vivere quotidianamente l’Eucarestia come fonte della nostra
fecondità apostolica e celebrare il Sacramento della
riconciliazione come ripresa frequente del nostro cammino di
conversione.
Coltivare la preghiera personale nel contatto quotidiano con la
Parola di Dio, impegnandoci nella meditazione, e curando la
qualità della preghiera comunitaria, condividendola con i giovani
e con i membri della CEP.
Caratterizzare il progetto di animazione e di governo a tutti i livelli
nel prossimo sessennio, collocando al centro la Parola di Dio (12)
Per realizzare questi processi, ci impegniamo a:
Da una testimonianza fragile dei consigli evangelici a una vita
piena di passione nella sequela di Gesù, capace di risvegliare il
mondo, riferendosi ai valori essenziali della esistenza.
Da uno sguardo pessimista sul mondo a una visione di fede che
ricopra il Dio della gioia nelle vicissitudini della vita e nella storia
della umanità (13)
…camminiamo insieme mossi dallo Spirito…
Per essere MISTICI nello Spirito è necessario
passare: Vivere con gioia e autenticità la grazia della consacrazione,
elaborando e definendo di nuovo il progetto personale di vita e il
progetto comunitario.
Avere una guida spirituale stabile facendo riferimento a lei
periodicamente.
Approfondire la nostra spiritualità attraverso la lettura frequente delle
Costituzioni e lo studio delle Fonti Salesiane.
Prevedere momenti di condivisione spirituale comunitaria
partendo dalla parola di Dio, valorizzando particolarmente la lectio
divina.
Per realizzare questi processi, ci impegniamo a: Verificare e promuovere come comunità e come confratelli
individualmente l’armonia tra preghiera e lavoro, tra riflessione e
apostolato, con scrutini adeguati.
Aver cura della traduzione delle Fonti Salesiane nelle diverse lingue.
Attualizzare il manuale In dialogo con il Signore e gli altri sussidi di
preghiera.
Promuovere iniziative di formazione per salesiani e laici e qualificare a
livello regionale un Centro di formazione permanente oppure
valorizzare quelli delle altre Regioni (14)
Per realizzare questi processi, ci impegniamo a: Da relazioni funzionali e formali a relazioni cordiali, solidali e di
comunione profonda;
Da pregiudizi e chiusure a correzione fraterna e riconciliazione (15)
Per essere PROFETI di fraternità è necessario passare:
…facendo esperienza di vita fraterna come a Valdocco…
Dare spazio alla pratica del dialogo con l’altro (cf. EG 88) , attivando
dinamiche positive di comunicazione interpersonale tra i confratelli, i
giovani, i laici e i membri della Famiglia Salesiana, servendosi anche
del contributo delle scienze umane.
Vivere rapporti di fraternità, vicinanza e ascolto verso i nostri
funzionari e collaboratori, evitando attitudini autoritarie e di contro
testimonianza.
Incoraggiare ogni confratello ad assumere, con il Direttore e il suo
Consiglio, la responsabilità della comunità
Andare incontro alle necessità dei confratelli ammalati e anziani e
coinvolgerli nella vita e nella missione comune, a seconda delle loro
effettive possibilità.
Per realizzare questi processi, ci impegniamo a: Appoggiare in modo speciale le comunità che lavorano nelle
“frontiere”.
Garantire la consistenza qualitativa e quantitativa delle comunità
mediante il riassetto saggio e coraggioso delle presenze.
Avere cura delle due forme complementari della vocazione
religiosa salesiana, assumendo gli orientamenti dl Cg26 (cf. 74-78)
e continuando la riflessione sia a riguardo della vita consacrata, sia
nella specificità dei coadiutori in relazione alla vita fraterna e alla
missione.
Per realizzare questi processi, ci impegniamo a: Rafforzare gli itinerari di maturazione umana e spirituale e prevedere
adeguati itinerari di sostegno per confratelli in difficoltà.
Rivedere e rilanciare, nel progetto del prossimo sessennio, la
proposta per la formazione dei direttori (cf. CG21,46-57; Cg25,63-
65).
Preparare, con il Rettor Maggiore e il Consiglio generale,
l’attualizzazione dei Manuali del direttore e dell’ispettore (16)
Per realizzare questi processi, ci impegniamo a: Da una iniziativa pastorale individualistica alla disponibilità
incondizionata alla missione e al progetto comunitario e ispettoriale.
Da una considerazione dei giovani come semplici destinatari e dei
laici come collaboratori alla promozione dei giovani come
protagonisti e dei laici come corresponsabili dell’unica missione (17) .
…disponibili al lavoro con progetti e alla collaborazione…
Per essere PROFETI di fraternità è necessario passare: Crescere nella comunione e nella corresponsabilità, attraverso
l’accettazione del progetto comunitario e del PEPS, dando sviluppo
e visibilità alla “cultura salesiana” /cfr. ACG 413, p.53).
Creare sinergie con gli altri gruppi della Famiglia Salesiana che
lavorano per e con i giovani e promuovere il loro diritti (cf. Carta di
Identità della Famiglia Salesiana, 21, 41).
Lavorare in rete unendosi efficacemente con la Chiesa locale, con le
altre famiglie religiose, le agenzie educative, sociali e governative.
Strutturare itinerari più adeguati nella formazione iniziale, tornando
al coinvolgimento nella pastorale giovanile, all’inserimento nei
problemi sociali con disposizioni relative alla pianificazione e alle
dinamiche culturali del territorio.
Per realizzare questi processi, ci impegniamo a: Integrare la pastorale familiare nel PEPS ispettoriale e locale,
prevedendo la formazione e il coinvolgimento dei laici come
animatori (CG 26, 99, 102, 104).
Organizzare una pastorale salesiana organica e integrale nelle
comunità ispettoriali e locali, secondo il Quadro di Riferimento della
Pastorale Giovanile e la pianificazione armonizzata dei Consiglieri di
Settore e Regionali.
Garantire l’attenzione alla pastorale delle famiglia e alla
formazione dei laici a tutti i livelli, a favorire per i Settori della
missione salesiana e della formazione la coordinazione delle
riflessione e degli interventi (18)
Per realizzare questi processi, ci impegniamo a: Da una distanza rispetto ai giovani alla presenza attiva ed entusiasta
tra di loro con la passione del Buon Pastore.
Da una pastorale di conservazione alla pastorale “in uscita”, che
parte dalle necessità profonde dei giovani più poveri, considerati nel
loro ambiente familiare e sociale (19)
Per essere SERVI dei giovani è necessario
passare:
…in uscita nelle periferie…
Promuovere nelle Ispettorie una profonda revisione della significatività e
presenza tra i più poveri delle nostre opere, secondo i criteri offerti dai
Capitoli generali e dai Rettori Maggiori, in vista di una “conversione
pastorale strutturale” e una maggiore finalizzazione in vista delle nuove
povertà (cf. Reg.1)
Adottare assieme ai laici il Quadro di riferimento della Pastorale Giovanile,
attivando processi di rinnovamento, valorizzando le forze del volontariato
esistenti prendendo a cuore le nuove frontiere esistenziali e geografiche
dei giovani più poveri.
Promuovere e difendere i diritti umani e dei minori attraverso l’approccio
innovativo del Sistema Preventivo, dando una attenzione speciale al lavoro
minorile e al commercio sessuale, alla dipendenza da droghe e a qualsiasi
forma di abuso, alla disoccupazione e alla migrazione giovanile e al traffico
di persone
Per realizzare questi processi, ci impegniamo a: Favorire nei nostri ambienti un clima di rispetto della dignità dei minori
impegnandoci a creare condizioni che prevengano ogni forma di abuso e
di violenza, seguendo ogni Ispettoria gli orientamenti e le direttrici del
Rettor Maggiore e del Consiglio Generale.
Educare i giovani alla giustizia e legalità, alla dimensione sociopolitica
della evangelizzazione e della carità accompagnandoli per essere agenti
di trasformazione sociale in una logica di servizio al bene comune.
Sensibilizzare le comunità e i giovani al rispetto per il Creato, educando
alla responsabilità ecologica, attraverso attività di salvaguardia
dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile (20)
Per realizzare questi processi, ci impegniamo a: Da una vita segnata dall’imborghesimento alla comunità missionaria
e profetica, che vive la partecipazione con i giovani e con i poveri.
Da una pastorale di eventi e attività a una pastorale organica e
integrale, capace di accompagnamento dei processi di crescita
vocazionale, in sintonia con le nuove prospettive ecclesiali e
salesiane (21)
…essendo segni profetici a servizio dei giovani!
Per essere SERVI dei giovani è necessario
passare: Sviluppare la cultura vocazionale e la cura delle vocazioni alla vita
salesiana, coltivando l’ arte dell’accompagnamento e abilitando i
salesiani e i laici per essere guide spirituali dei giovani.
Vivere il binomio lavoro e temperanza, preoccupandosi nell’avere
uno stile di vita visibilmente povero, eliminando gli sprechi e
vivendo disponibili per i servizi domestici e comunitari.
Praticare una solidarietà effettiva verso quelli che vivono nel
bisogno, ai poveri e alle case salesiane.
Entrare in modo significativo ed educativo nel mondo digitale abitato
in modo particolare dai giovani, garantendo una adeguata formazione
professionale e etica dei confratelli e collaboratori, applicando il
Sistema Preventivo Salesiano della Comunicazione Sociale (SSCS).
Per realizzare questi processi, ci impegniamo a: Favorire le comunità internazionali anche attraverso la
distribuzione globale dei confratelli e la promozione di progetti
missionari della Congregazione.
Attivare procedimenti, anche attraverso le autorità giuridiche, che
garantiscano la trasparenza e la professionalità nella gestione dei
beni e delle opere.
Fare una attenta revisione della Casa generalizia e delle altre
strutture edilizie della Congregazione per essere un segno chiaro
e credibile della radicalità evangelica (22).
Per realizzare questi processi, ci impegniamo a: Producido por:
Área de Comunicaciones
Inspectoría San Gabriel
Arcángel - Chile
Centro multimedial
Salesianos Chile
En colaboración con: